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"Motherhood"

"Xena e la caduta degli dei"

Episodio n. 22 stagione 5

Cast:
Adrienne Wilkinson (Eve/Evi)
Alexandra Tydings (Aphrodite/Venere)
Kevin Smith ( Ares/Marte)
Paris Jefferson (Athena/Minerva)
Ted Raimi (Joxer/Corilo)
William Gregory Lee (Virgil/Virgilio)

Evi, ancora sotto choc se ne va dal tempo di Belhur e si dirige nel deserto, lì finalmente da sfogo a tutta la sua rabbia e urla quant'è infelice e la confusione che ha nel cuore.
Intanto sull'Olimpo c'è una bella riunione di stirpe divina, presieduta come sempre da Minerva che ora è molto più agguerrita di 25 anni fa: finalmente pensava che il vaticinio fosse scongiurato e Xena morta per sempre, ma le ultime rivelazioni, di Xena e Olimpia ancora in vita e di Livia = Evi, l' hanno portata a pensare che il problema sussiste ancora e che Evi va eliminata.
Il problema in realtà è come: Xena non permetterà a nessuno di portarle via sua figlia, ora che l'ha ritrovata, quindi è chiaro che bisognerà eliminare prima lei per arrivare ad Evi…ma questo è un po' complesso, così Minerva decide di chiedere aiuto alle furie. Marte disapprova mostrando come esempio la sua esperienza con Xena: lui ha già usato le furie con la WP, ma il risultato è stato un fiasco totale.
Ma il discorso di Minerva non puntava a Xena… Venere capisce subito che l'intenzione della dea è quella di far agire le furie su di Olimpia,così chiede:-si potrebbe risparmiare Olimpia? È la mia migliore amica-
Ma Minerva nega a priori, quella è l'unica strada possibile, anzi consiglia a Venere di non guardare quello che accadrà.

Nel deserto intanto alcuni predoni attaccano Evi e sono decisi a catturarla se non fosse per il tempestivo aiuto di Xena e Olimpia che sconfiggono i predoni e si occupano di Evi ferita e sconvolta. Le furie iniziano subito a fare il loro effetto ed entrano nella mente di Olimpia che si sente subito strana e non sente neppure Xena che le chiede di darle una mano. Olimpia rinviene in se e si scusa con Xena. Una donna sentendo il nome "Xena" pronunciato da Olimpia, si offre d'ospitarle nella sua tenda. All'interno della tenda la donna e la sua famiglia chiedono loro informazioni su Belhur e sul suo messaggio d'amore. È Olimpia a rispondere alle tante domande dei presenti, enunciando che il messaggio d'amore di Belhur riesce a lenire anche le più terribili sofferenza e a perdonare anche i più atroci peccati. Evi si sente chiamata in causa e dice:-come può perdonare tutto quello che ho fatto? Ho distrutto villaggio interi solo perché non volevano pagarmi il tributo.. ho ucciso uomini di cui poi ho bevuto il sangue…. Ho ucciso il loro migliore amico!-
Xena interrompe la figlia, e cercando di darle conforto anche se anche lei, è addolorata dalla morte di Corilo. Le furie non perdono occasione per ripresentarsi ed iniziano ad affollare la mente di Olimpia, cercando di convincere la giovane della finta innocenza di Evi.
La donna che le aveva ospitate consiglia loro di far purificare Evi con un rito che compie tutt'ora un giovane chiamato per questo il battezzatore.
Xena Olimpia ed Evi si dirigono verso il mare dove il battezzatore sta purificando un uomo. Finito con l'uomo, il battezzatore rivolge gli occhi verso Evi e nei chiari occhi della ragazza legge una sofferenza incredibile. Evi si accorge dello sguardo dell'uomo e gli risponde male, ma poi convinta da Xena va da lui e si inginocchia nell'acqua.
-dovrei morire per quello che ho fatto..- inizia Evi addolorata, ma l'uomo la battezza nell'amore e le sue colpe vengono alleviate. Mentre Evi viene purificata, una luce colpisce Xena in pieno viso: è un emissario dell'arcangelo Michele che ha da comunicargli un'importante notizia: Evi è stata scelta come messaggera per annunciare l'amore perfetto e lei che è la madre deve proteggerla contro le divinità e per questo scopo le viene donato il potere che le permette di uccidere gli dei.
La purificazione è terminata ed Evi si avvicina alla madre e l'abbraccia, contenta della sua purificazione. Olimpia è contenta per il bel momento che stanno vivendo madre e figlia ma intervengono le furie che le assicurano che Evi sta solo fingendo e che anzi, si sta preparando per un nuovo omicidio.
A riportare Xena, Evi e Olimpia alla realtà è un enorme boato, proveniente dal mare: il dio Nettuno si era eretto in tutta la sua grandezza e si preparava a lanciare il tridente verso madre e figlia: con la purificazione di Evi, il vaticinio si stava compiendo. Xena con un veloce sguardo ad Olimpia gli dice di scappare e così fanno ma la loro corsa è interrotta dall'arrivo di altre divinità pronta ad ucciderla. Olimpia ed Evi s'accucciano dietro a Xena che sembra scatenata: para tutti i colpi delle divinità a colpi di chakram e riesce ad ucciderne anche alcuni tra i quali Discordia, decapitata, Nettuno e Vulcano.
Subito sull'Olimpo inizia un forte terremoto che annuncia la rottura di un equilibrio esistente da tanti anni, quello degli dei dell'Olimpo. Subito Venere sente un forte dolore al cuore,quando suo marito Vulcano muore per mano della WP e Minerva si rende subito conto di quello che stava accadendo.
Minerva e Marte compaiono così sulla scena, dove prima non erano presenti e Minerva si congratula con Xena dicendo:-e così puoi uccidere gli dei!-
Xena la fulmina con lo sguardo e si prepara ad affrontare Minerva, Olimpia lo capisce così gli passa velocemente il chakram, la WP decide comunque d'andarsene e dice :-ora sono in grado di uccidere gli dei.. non vi conviene seguirmi-
E se ne va accompagnata da Olimpia e Evi, ancora stupefatte dell'accaduto.

Appena le guerriere se ne vanno, Minerva rimprovera le divinità presenti per aver agito impulsivamente e senza aspettare che le furie facessero il loro dovere. Comunque sta il fatto che ora che Xena sa che gli dei vogliono Evi morta, non le toglierà gli occhi di dosso nemmeno per un secondo.
-è solo un'impressione… -inizia Marte -ma sarà piuttosto difficile uccidere Xena - Tutti gli dei sono d'accordo e propongono di mandare qualcuno a distrarla così che le furie possano agire indisturbate su Olimpia.
-ascolta Minerva, sceglimi- suggerisce Marte e la dea acconsente.

Olimpia non crede ai suoi occhi:-tu puoi uccidere gli dei?- chiede alla sua migliore amica e la ragazza le racconta dello Spirito Celeste che durante la purificazione di Evi le ha annunciato che d'ora in poi Evi dovrà iniziare ha predicare un cammino di pace e lei per proteggerla ha questo nuovo potere che verrà a mancare solo se Evi dovesse morire.
Evi è confusa, e dice alla madre:-quando sono stata purificata ho sentito l'animo liberarsi da un peso enorme, ma subito ne ha preso il posto uno ancora più grande.. madre che devo fare?-
Xena così le suggerisce di andare dalle persone che ha fatto soffrire per chiedere il loro perdono, come fece lei in passato. Arrivano così a casa di Virgilio. Il ragazzo sta sull'uscio di casa e cerca di comporre una poesia. Quando vede arrivare le sue amiche, si rallegra e si alza per abbracciarle, ma il suo umore cambia notevolmente quando si accorge della presenza di Livia/Evi.
Le guerriere scendono da cavallo e Evi si inginocchia dinnanzi a Virgilio che ha già sguainato la spada e l'avrebbe sicuramente uccisa se non si fosse messa in mezzo Xena a difendere la figlia:-abbassa la tua spada… abbassala Virgilio…-
-se la mia morte basterebbe a riportare in vita tuo padre.. l'accetterei ..con gioia- dice lentamente Evi con la voce rotta dalle lacrime.
-in tutta la mia vita, non ho mai visto mio padre alzare mano su un uomo, una bestia.. e tu… lo hai ucciso…-
dice Virgilio mentre una lacrima scende lentamente sulle sue guance.
-non voglio la tua comprensione- continua Evi
-e fai bene perché non l'avrai mai- le risponde secco l'uomo prima di dirigersi verso il suo cavallo e sellarlo per la partenza.
Olimpia si avvicina al ragazzo e preoccupata le chiede:-dove andrai ora?-
-ad Atene, mia madre è impazzita dal dolore-
Olimpia e Virgilio si abbracciano calorosamente, condividendo lo stesso fortissimo dolore. Dopo si lasciano e Virgilio parte al galoppo.
Xena vede lo stato pietoso in cui è ridotta sua figlia dall'incontro con Virgilio e per rassicurarla le dice:- incontreremo persone ostili ovunque andremo- e così detto entrano nella casa di Virgilio.
Olimpia e Xena iniziano a parlare, mentre Evi va in un'altra stanza occupata a leggere le tante pergamene su sua madre che Olimpia ha scritto.
D'un tratto Xena si accorge di essere stranamente osservata e si accorge della presenza di Marte da fuori della finestra. Senza pensarci due minuti Xena estrae la spada e si precipita fuori dove già irrompe la pioggia.
Olimpia si ritrova quindi sola con Evi nella casa di Virgilio.
Il piano di Minerva sta avendo effetto e subito Olimpia sente dei rumori provenienti da un angolo buio vicino le scale. Insicura estrae i sais e si dirige verso le scale. Presto uno spirito si materializza davanti ai suoi occhi uno spirito che cade a terra malamente e si rende presto conto che si tratta di Corilo, proprio come se lo ricordava lei, così sbadato e adorabilmente dolce. Ma naturalmente non si tratta di quello vero, ma bensì di un'illusione creata dalle furie.
-salve- inizia il finto Corilo.
- Corilo… tu sei…-balbetta Olimpia.
-si, sono morto.-
-mi manchi tanto-dice Olimpia con dolcezza, ma Corilo le risponde duro:-ah si, allora perché non hai fermato Livia?-
e subito appaiono le furie accanto ad Oli e iniziano ad incitarle sull'uccidere Evi. Olimpia cerca di rimanere lucida e risponde a Corilo:-lo sai che non ho potuto fare nulla-
-uccidile Olimpia. Prima che sia lei ad uccidere te-
Olimpia è stupefatta dal comportamento di Corilo, ma subito riceve una nuova visita: Speranza, naturalmente non quella reale.
-salve madre- inizia Speranza.
-Speranza- dice Olimpia mentre osserva la figlia,la sua identica fotocopia.
-Xena sta commettendo un grandissimo errore lasciando in vita Evi… lo stesso errore che hai fatto tu, quando non mi hai ucciso- la furia con le sembianze di Speranza si avvicina ad Olimpia e inizia a persuaderla del fatto che Evi non potrà mai cambiare, che è un'assassina e la incoraggia nel compiere l'atto estremo:ucciderla.

Intanto Xena si trova di fuori e punta la spada verso il vuoto, visto che Marte è misteriosamente scomparso. D'un tratto le appare davanti e lei non esita a puntargli contro la spada e il suo cerchio rotante: ora che può uccidere le divinità Marte non dovrebbe stare così tranquillo. Lui comunque non crede che Xena abbia mai il coraggio di fare un gesto simile e si avvicina a lei, senza aver paura alcuna. Xena capisce subito che c'è qualcosa sotto e ne ha la conferma quando Marte cerca di esternare i suoi sentimenti per lei e le dichiara il suo amore. Xena ad un certo punto capisce e si precipita all'interno della casa.

Olimpia convinta dalle furie e dall'illusione di sua figlia si dirige verso Evi, tutta presa nella lettura e appoggiata al tavolo. Olimpia si abbassa per prendere un sai ma è ancora incerta sul dafarsi ,Speranza si mette davanti a Evi, visibile solo ad Oli,e le grida:-uccidila. UCCIDILA!!!-
Olimpia non è più padrona delle sue azioni e alza il braccio e colpisce Evi, anche se la ferisce solo in parte, perché è fermata da Xena che sopraggiunge prontamente e senza pensarci più di tanto lancia il chakram verso di lei e le ferisce gravemente la testa.
Le furie se ne vanno, e Xena si rende conto di quello che ha fatto solo quando il chakram le ritorna in mano grondante di sangue.
Subito si dirige verso Olimpia e Evi, entrambe ferite gravemente.
-come sta Olimpia?- chiede Evi. -non bene- le risponde la madre mentre cerca di medicare un'Olimpia, già caduta in coma.

Sull'Olimpo, Marte fa il suo ritorno, purtroppo le notizie non sono quelle sperate: Evi è ferita ma ancora viva. Così gli dei devono agire tutti insieme ed attaccare Xena.
Xena intanto si rende conto della presenza delle furie e che si sono aggravate le condizione di entrambe. Inizia a parlare con Evi, ma la situazione precipita perché appaiono Minerva, Plutone, Diana e Strife intenti più che mai nel loro scopo.
Xena, per difendere la figlia alza il tavolo come barriera e ci sistema la figlia e Olimpia dietro, anche se sa che non staranno al sicuro come vorrebbe lei. Accanto al corpo di Olimpia appare Venere, vestita a lutto che si china sul corpo della sua mortale preferita.
Xena sa che ormai non si può più fidare di nessuno, così estrae un pugnale con il preciso intento di colpire Venere, ma la dea le supplice:-no.. sono qui per lei…- Xena capisce, così Venere trasporta se stessa ed Olimpia nella stanza accanto della casa.
Xena si alza da dietro il tavolo ed inizia la battaglia.
Minerva la vede sicurissima di se e come gli altri da il meglio ma nulla valgono frecce, sfere di fuoco, contro l'abilità della guerriera che grazie al chakram devia tutte le sfere di potere indirizzate verso di lei. Ben presto la casa inizia a prendere fuoco e Xena a furia di salti e di rovesciate ha eliminato Strife, mentre Minerva, Plutone e Diana non sanno più che fare e nei loro occhi si intravede la paura. Ma in quell'istante Plutone getta uno scudo addosso a Xena che cade a terra. Evi rimane così da sola e Plutone le si avvicina ridendo:-non ti resta molto da vivere-
Evi è a terra ed indietreggia,mentre tra le sue mani si forma una sfera di potere. Xena intanto è rinvenuta e ha subito notato il pericolo. Afferra così una bottiglia d'alcool ne fa un sorso e lo sputa addosso a Plutone che diventa simile ad una torcia umana, mentre si accascia a terra e muore tra i gridi disperati di Minerva. Xena decide così che Evi non deve più restare lì, visto il pericolo mortale in cui è la figlia. Xena la porta così nella stanza accanto dove Venere stringeva la mano a Olimpia, ormai in fin di vita. -venere occupati di lei- ed Evi si siede addolorata accanto alla dea che comunque non vuole ucciderla anche se le lancia occhiate ricche di rancore.
La battaglia imperversa contro la guerriera ma presto Minerva scompare così la lotta è finita, almeno per ora.

Intanto nella stanza accanto ancora non raggiunta dalle fiamme Marte compare dinnanzi alla sorella, ancora china sul corpo di Olimpia. Marte estrae la spada e si dirige verso Evi che lo guarda con uno sguardo misto d'incredulità e terrore nel vedere l'uomo che adorava sopra di ogni cosa, avanzare verso di lei per toglierle la vita, con un'espressione di assoluta noncuranza di qualcuno che deve uccidere per forza di cose.

La casa è completamente invasa dalle fiamme e sta venendo giù, così Xena si dirige nella stanza accanto dove ci sono Evi e Olimpia. Si precipita nella stanza accanto appena in tempo per vedere Marte alzare la spada su di Evi e prepararsi a colpirla. Xena gli lancia il chakram contro che provoca una ferita profonda sull'avambraccio del dio che si gira incredulo verso la sua amata: quella era la prima volta che Xena lanciava con così tanto odio un'arma contro il dio. Ancora stupefatto Marte se ne va, accompagnato da Venere.
Xena prende per un braccio Olimpia e fa appoggiare Evi a se, mentre si intreccia intorno anche le catene che aveva sottratto a Vulcano nel primo scontro con le divinità. Le trascina fino all'uscita della casa che ormai sta cadendo completamente a pezzi. La pioggia non smette di scendere furiosamente.
Xena si china sui corpi feriti di coloro a cui aveva tenuto di più in tutta la sua vita. Xena è esausta ma non si vuole arrendere davanti a niente e nessuno.
Evi ha la schiena ricoperta dal sangue, mentre Olimpia sembra sprofondare da un momento ad un altro nel limbo della morte.
-nessuna di voi mi lascerà…-inizia Xena con la voce ricca di dolore -Olimpia sei la persona più pura che io abbia mai conosciuto.- e guarda il volto della sua amica sempre più cadaverico.-e tu sei la mia speranza!-dice stampando un bacio sulla fronte della figlia.
-non vi permetterò di portarmele via!-urla infine la guerriera rivolta verso il cielo.
-che scena commovente- irrompe nella scena Venere.
-risparmia la tua ironia Venere e guarisci Olimpia- le chiede Xena.
-gli dei possono guarire i mortali solo con il benestare di Minerva… e lei non lo permetterà mai!- si giustifica Venere, anche se gli piacerebbe accontentare la richiesta di Xena.
-allora portami sull'Olimpo-
-perché?-
-voglio proporre un patto agli dei- gli spiega la WP, ma Venere risponde dura:-e che farai li ucciderai se non accetteranno?-
Se dapprima il tono di Xena era come sempre duro e distaccato ora tradisce una commozione enorme, mista alla paura di perdere la sua migliore amica.
-per favore! A Olimpia non resta molto tempo, ormai-
Venere è toccata da quelle parole e decide di trasgredire gli ordini e trasporta Xena, Olimpia e Evi sul monte Olimpo.
Appena arrivate Xena chiede a Venere dove siamo le divinità e la dea le risponde che sicuramente sono nella stanza del trono.
Xena poi suggerisce alle dea di nascondersi, perché quando le altre divinità verranno a sapere quello che ha fatto, sicuramente non sarà facile per lei. Venere annuisce, ma prima vuole dare un ultimo saluto ad Olimpia e le accarezza la testa mentre mormora:-addio, Olimpia- e scompare.
Xena si mette in spalla Evi ed è decisa più che mai nel suo intento, quando la voce tremante di Evi, la fa fermare e si chiana vicino a lei:-che c'è Evi?-
-niente. Volevo solo sentire cosa si prova a chiamare qualcuno madre-
Xena sorride intenerita da quelle parole, davanti a quella che era il campione di Roma, una donna forgiata nell'odio e che invece è solo una dolcissima ragazza, cresciuta senza una madre, cresciuta allo sbaraglio, proprio com'era accaduto a lei.
-mi sarebbe tanto piaciuto vederti da piccola. Dovevi essere una bambina bellissima- dice Xena con rammarico, pensando a quei 25 anni che le avevano separate per tanto tempo.
-lo ero. Ma mi piacevano i ragni.- risponde Evi sorridendo dolcemente.
- anche a me… vieni.. andiamo a cercare le divinità- dice infine Xena alzando lei e la figlia e riprendendo a trascinare Olimpia per il grande corridoio.
Neanche a dirlo appare Marte, che si para davanti a lei.
-ti sei portata un carico pesante- dice riferendosi ad Evi, ad Olimpia e alle catene invincibile del dio dei metalli che Xena tiene a tracolla. In effetti dimostra una resistenza fisica fuori dal comune. Alla vista di Marte Xena alza subito l'arma che ha con se: una balestra malandata.
-calma, calma- le intima il dio.
-come può fidarsi di te dopo tutto quello che le hai fatto?!!-interrompe la conversazione Evi, con una frase carica di odio e di risentimento.
-potresti diventare una dea-
le propone il dio ma Xena mette subito in chiaro una cosa: a lei non interessa nulla, non se prima non vengono guarite Evi e Olimpia.
-per Olimpia, qualcosa si può fare.. ma Evi che è la causa della nostra fine.. lei deve morire-
Xena alza con maggior convinzione l'arma verso il dio, che invece con un dito l'abbassa dolcemente dicendo:-è la seconda volta che alzi un'arma contro di me.. e ancora non hai avuto il coraggio di affondare la lama- questa è una provocazione bella e buona e Xena per tutta risposta fa scattare la balaustra che scocca una freccia che colpisce Marte ad una gamba: comunque nulla di grave.
-mi hai colpito!! Io sono il dio della guerra, nessuno può colpire il dio della guerra!!- urla irato Marte mentre Xena lo lega con le catene di Vulcano e taglia corto dicendo:-e andiamo!-
entrano così nella grande sala del trono degli dell'Olimpo, Minerva siede sul trono e guarda stupita Xena entrare nella stanza con Marte al "guinzaglio", e depositarlo docile e innocuo a terra. La dea gli lancia un'occhiata compassionevole, mista a delusione, mentre rivolge un'occhiata altrettanto irata ad Evi che si siede accanto Marte e vicino ad Olimpia.
Minerva e Xena iniziano a parlare, ma Minerva gioca sporco e fa intervenire Diana che alle spalle della WP, gli scocca una freccia, che però viene abilmente intercettata dalla guerriera. Subito negli occhi della dea si dipinge il panico, soprattutto quando neanche una seconda freccia va a segno e anzi, Xena le rispedisce al mittente, conficcandole nel ventre di Diana che cade a terra senza vita. Marte guarda stupito Diana crollare a terra senza vita, mentre segue il violento combattimento che si è accesso tra Xena e Minerva.
Entrambe combattono per difendere quello in cui credono e per far valere la sua ragione sull'altra ma Xena è mossa da una tale voglia di vincere che anche se la dea rifiuta tutte le sue proposte di "pace" e di guarire le due donne morenti, combatte spettacolosamente, contando anche il fatto che non faceva altro da qualche giorno a questa parte.

Intanto Olimpia è peggiorata e stancamente emana il suo ultimo respiro. Anche Evi, presa da un dolore fortissimo si accascia definitivamente a terra, accanto all'amica e muore.

Xena, non si accorge di nulla e continua a combattere, finché non ha la meglio su Minerva e le conficca la spada nel ventre.
Ma qualcosa non va . dalla ferita della dea non esce sangue e lei stessa urla felice:-non provo dolore, Xena. Hai perduto il potere di uccidere gli dei!-
Xena si gira verso Evi e la vede chiusa nel suo sonno eterno.
Urla di dolore, mentre Minerva continua a colpirla, ormai intenta ad ucciderla.
Marte sa che ormai se vuole far qualcosa per la donna che ama, quello è il momento giusto. Seppur con difficoltà, si avvicina ad Olimpia ed Evi e mettendo una mano sul capo di entrambe le guarisce. Le due tornano così a respirare e riacquistano la vita.
Xena, non si è accorta di nulla e continua a combattere e proprio mentre la dea sta per infliggergli il colpo decisivo lei decide di ritentare e le conficca di nuovo la spada nella pancia. Questa volta Minerva sente un dolore lacerante che può significare una sola cosa: Evi ed Olimpia sono ancora vive.
-tu… le hai guarite senza il mio benestare… com'è possibile?- dice addolorata Minerva rivolta a Marte e tenendosi il ventre.
-mi dispiace. Ma l'amore mi ha guidato- rispondo il dio dichiarando ancora una volta il suo coinvolgimento emotivo con la guerriera mora.
Minerva cade a terra rima di vita. Un nuovo terremoto sconvolge l'Olimpo, ma Xena non se ne cura, piuttosto torna ad abbracciare sua figlia e la sua migliore amica con una gioia indescrivibile.
Poi, terminato quel momento di effusioni, va da Marte e gli rivolge un dolcissimo:-ti ringrazio- il dio annuisce.

È il tramonto e Xena ed Olimpia ed Evi stanno in un grande campo con l'erba alta.
Evi giocherella con un grosso ragno e Xena per un po' le fa compagnia, poi Evi si rivolge ad Olimpia:-Olimpia… per quanto riguarda Corilo…-
-Evi… Corilo riposa in pace- e sorride dolcemente Oli.
Evi si allontana dalle due, che rimangono sole.
-sembra che tu abbia ritrovato tua figlia..-
-no, abbiamo ritrovato nostra figlia- sorride soddisfatta la WP, mentre si gode con la sua migliore amica uno stupendo tramonto, ma l'alba di una nuova era: un'epoca libera, senza divinità.

By Sonia

 

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