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"Legacy"

"Xena contro i nomadi del deserto"

Episodio n. 5 stagione 6

Musica tratta da "The abyss".Xena che costruisce la diga.
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Cast:
Alison Bruce (Kalina)
(conosciuta con il volto della regina delle Amazzoni Melanippe nella prima serie nell ep. Xena e la lotta tra centauri e amazzoni e con quello di Tania nella quinta serie nell'episodio Xena e il villaggio
termale)

Ci troviamo in un deserto; Xena e Olimpia si sono allontanate dalla costa in cerca di un po' di riposo, ma l'entroterra si dimostra piuttosto inospitale: è infatti in corso una tempesta di sabbia. Le due trovano riparo in una piccola oasi dove ne approfittano per rinfrescarsi un 'attimo dal caldo; mentre si rivestono vengono distratte dai rumori di una battaglia. Così prendono le loro armi e corrono al galoppo in direzione delle voci, dove ha luogo uno scontro tra due bande di nomadi; le due guerriere decidono di prenderne parte per aiutare il gruppo in svantaggio numerico. Come al solito il loro aiuto è determinante: i nemici cadono uno dopo l'altro e decidono di darsi alla fuga.
Ma le due, invece di ricevere gratitudine dai nomadi difesi, vengono trattate con indifferenza e irriconoscenza; inoltre, nel momento in cui Olimpia fa il nome di Xena, i componenti del gruppo sguainano le loro spade accusando le due guerriere di non avere il diritto di portare il nome di due eroine morte diversi anni prima. Olimpia cerca di spiegare a Kalina, la donna a capo del gruppo, che la vicenda della loro morte non era veritiera, ma la nomade non vuole crede alle sue parole. Così Xena da loro una prova tangibile sulla sua identità mostrando loro le sue capacità: lancia il cerchio rotante contro una roccia e dopo aver rimbalzato sulla superficie di pietra, si dirige verso Kalina spezzando una dopo l'altra le lame delle spade dei nomadi. Dopo averlo ripreso lo lancia sopra la sua testa, gli da un colpo con il tacco dello stivale facendo in modo che l'arma torni a stare al suo posto, appeso all'altezza del fianco destro.
Di fronte a questa dimostrazione, tutti i nomadi si inginocchiano di fronte alle due guerriere; sviene inseguito a sapere che per questo popolo, Xena è una sorta di mito le cui gesta fanno a parte della loro istruzione grazie agli studi degli scritti della prode poetessa Olimpia.
Xena e Olimpia vengono così ospitate nel villaggio di Kalina. Nella sua tenda, la nomade ringrazia la principessa guerriera per l'aiuto datole contro gli uomini del rivale Tazere e le chiede di riunire le varie tribù nomadi, separate da anni di contese e spargimenti di sangue, per guidarle contro il loro nemico comune: i romani. Non volendo deludere la grande fiducia che ripone nei suoi confronti, Xena accetta la proposta di Kalina e si accorda con lei per effettuare un'incontro anche con Tazere nell'intento di raggiungere un accordo anche con lui.
Per sfuggire alle pressanti tradizioni di benvenuto nomade, le due donne si ritirano nella loro tenda; prima di dormire, Olimpia ripensa al precedente combattimento e domanda a Xena se,in una battaglia, hai mai avuto il dubbio di uccidere un nemico o renderlo semplicemente inoffensivo.
La principessa guerriera le consiglia di fidarsi dell'istinto ma di non perdere tempo a riflettere perché quell'attimo di distrazione può divenire fatale.
Il giorno successivo Kalina scorta le due donne da Tazere che le accoglie con onore. Mentre Xena pianifica una attacco con i due capo tribù, Olimpia viene avvicinata dal figlio di Tazere, Koro, che le confessa la sua grande ammirazione e le chiede di insegnargli l'uso dei sai.
Per farsi un'idea più precisa sul numero delle legioni romane, Xena e Olimpia si allontanano dall'accampamento e si dirigono a cavallo verso l'insediamento dei romani.
Giunte sul posto, Xena finge di essere Faustina, la quinta moglie di Scipione l'africano, che scortata dalla sua schiava, è venuta a parlare con il governatore per impiegare il loro denaro in qualche progetto in quella regione. Scopre così che i romani hanno pronte tre legioni che si stanno preparando all'offensiva contro i nomadi.
Al ritorno le due si imbattono in una violenta tempesta di sabbia;per non essere sommerse decidono di non fermarsi anche se trovare la strada in quelle condizione e quasi impossibile. Le due finiscono per separasi e perdersi; ad un tratto Olimpia riesce a vedere Xena poco davanti a lei e nota un uomo che le se avvicina alle spalle. Credendo che voglia aggredire la sua compagna, la poetessa attacca l'uomo ferendolo a morte. Poco dopo, però, la donna si accorge di aver appena ucciso il giovane Koro che stava cercando di portare un messaggio a Xena. Sconvolta, Olimpia si ferma all'oasi in cui aveva sostato il giorno prima; Xena le pulisce le mani dal sangue le chiede di tornare da Kalina, mentre lei va da Tazere a portagli il cadavere del figlio.
Per giustificare l'amica, Xena scarica la colpa dell'accaduto sui romani, dicendo al padre del ragazzo che i suoi aggressori erano probabilmente un gruppo di legionari. In seguito la principessa guerriera raggiunge Olimpia nella sua capanna e gli riferisce di aver lasciato credere a Tazere che la responsabilità della morte di Koro era da attribuire ai romani e chiede alla compagna di mantenere questa versione e di non dire la verità. La poetessa non è d'accordo ma Xena la convince dicendole che la pena per lei sarebbe la morte ed essendo stato un incidente non le avrebbe mai permesso di costituirsi.
Ma proprio in quell'istante entrano nella tenda Kalina con un gruppo di uomini che hanno catturato un romano che si aggirava nel deserto con una lancia sporca di sangue. Convinta di avere davanti l'assassino di Koro, la nomade condanna a morte il soldato senza neanche darle la possibilità di difendersi.
Olimpia non riesce ad accettare che un'innocente muoia per un suo errore e tenendo fisso lo sguardo su Xena, confessa con dolore a Kalina di essere la responsabile della morte del giovane.
Sentitasi tradita dalla menzogna di Xena, la capo tribù rifiuta l'aiuto della principessa guerriera e condanna Olimpia alla morte: verrà giustiziata alle prime luci dell'alba.
La notte sembra portare solo cattivi pensieri e dolore alle due inseparabili amiche: Olimpia si tormenta per l'errore commesso e Xena non riesce ad accettare la condanna della compagna: vuole salvarla anche se ciò si potrà dimostrare sbagliato.
Il mattino seguente la poetessa viene messa in una buca e ricoperta di sabbia fino al collo. Mentre la giovane attende l'esecuzione che si preannuncia atroce e dolorosa, Xena si dirige al galoppo dal governatore romano, indossa le vesti di Faustina e lo avverte dell'imminente attacco dei nomadi, dicendogli anche qual è il luogo in cui il gruppo di ribelli si riunisce.
L'esecuzione di Olimpia sta per iniziare: quattro cavalieri armati di una mazza si posizionano di fronte alla giovane e partono al galoppo nella sua direzione;
poco prima che i guerrieri la raggiungessero, Xena sopraggiunge e con il cerchio rotante spezza tutte e quattro le mazze interrompendo la condanna. Un attimo dopo una vedetta dell'accampamento annuncia l'arrivo delle legioni romane mettendo in all'arme l'intera tribù e permettendo così alla principessa guerriera di liberare l'amica.
Mentre vedono le truppe romane avvicinarsi, Olimpia confida a Xena di aver accettato e desiderato la propria morte, schiacciata dall'immenso senso di colpa per la morte del giovane Koro.
In seguito le due guerriere raggiungono il gruppo di nomadi, offrendo a Kalina e Tazere nuovamente il loro aiuto. Non avendo alternative i due capo tribù si vedono costretti ad accettare, per avere qualche possibilità di vittoria.
Sebbene in svantaggio numerico, i nomadi riescono a vincere la battaglia grazie ad un attacco a sorpresa: dopo aver condotto con false tracce l'intera armata in una radura, i guerrieri del deserto spuntano all'improvviso dal suolo coperti da una tempesta di sabbia. Circondati, i romani cadono uno dopo l'altro finendo col soccombere. Nel corso del combattimento Olimpia salva la vita di Tazere saldando, così, il debito che aveva nei suoi confronti.
Seduta su una roccia, alla debole luce di un fuoco appiccato nel campo, Olimpia ringrazia Xena per aver sfidato ancora una volta il fato ed averle salvato la vita; la leggendaria eroina chiude l'episodio rispondendole che le rappresenta tutta la sua vita e che continuerà a difenderla ogni giorno specialmente in situazioni, come quella di quest'avventura, in cui morire sarebbe stata una sua scelta.

di Darkamy

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