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Addio di warrior heart
So
che ci sei, lo so. Ti vedo in ogni istante della tua vita. So anche
che forse questa missiva non giungerà mai a te, ma io ci devo
provare lo stesso. Loro me lo impedi-ranno con ogni mezzo ma io riuscirò
nel mio intento, a costo di venir punita. Già l'idea di questa
lettera è e-strema, quasi impossibile, eppure voglio e devo
fartela avere: ti guardo spesso, oserei dire sempre, da dove so-no;
vedo la tristezza nei tuoi occhi, solo gli dei sanno quanto vorrei
venirti vicina, sfiorarti il volto ed a-sciugare le tue lacrime, ma
non posso. Qualcuno ha deciso che dovesse andare così. Dicono
che qui la vita sia pia-cevole; stento a crederci. Avevano assicurato
che non po-tevano essere versate lacrime in questo luogo, eppure perché
non riesco a fermare il mio pianto? Dovrei essere forte, lo sono sempre
stata, ma di fronte al gelo che a-leggia qui mi sgretolo come la terra
arida calpestata. Ogni giorno la stessa storia; circondata da fantocci
sen-za sogni né volere che fanno sempre le medesime cose, in
maniera monotona e ripetitiva. In fondo pensandoci bene sono anche
io come loro: resto tutto il giorno sulla mia rupe solitaria a guardare
in basso, creando con gli occhi la pioggia lieve e fresca che ti sveglia
al mattino. Una
giovane indugiava, seduta in cima ad una rupe scosce-sa, le gambe
oltre il dirupo. Aveva lunghi capelli biondi raccolti in una coda
e abiti semplici, da guerriera. Teneva fra le mani, stretta al petto,
una pergamena piegata con cura. Sapeva bene chi gliel'aveva mandata
ma non ca-piva come e quando. Se l'era trovata fra le mani quella
mattina stessa, assieme ad una piacevole sensazione, un dolce bacio
sulla guancia. Era ormai tramonto e non l'aveva ancora aperta. Era
rimasta tutto il giorno seduta sulla roccia, a pensare. Aveva quasi
paura di quel che avrebbe potuto trovare scritto sul foglio. Decise
infine di farsi forza. con mano tremante e gli occhi già arros-sati
aprì la pergamena, e lesse. |
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