Warrior
Women with Lucy Lawless Prima puntata: giovanna d'arco Chi era in realtà Giovanna D'Arco, una sacra condottiera benedetta dal signore o una semplice pazza che si gettò in battaglia in preda alle sue visioni? Questa è la domanda a cui la prima puntata Warrior Women cerca di dare una risposta. E chi potrebbe, meglio di Lucy Lawless, presentare un documentario dedicato alle donne guerriere che, in ogni parte del mondo, hanno lasciato nella storia il loro segno? Nessuno, credo. Lucy appare, sin dalle prime scene, in ottima forma, con una pettinatura piuttosto diversa da quella con cui siamo abituati a vederla nei panni di Xena e con indosso un maglione verde e un paio di pantaloni neri. Purtroppo la sua voce non viene doppiata da Alessandra Cassioli (sarebbe stato veramente il massimo) ma non si può avere tutto dalla vita. La sigla del documentario è molto suggestiva: ci mostra Lucy che, prima cammina con in primo piano le lame di diverse spade pendenti e poi, afferratane una la brandisce di fianco al titolo. Ed ora vi riassumo in breve la storia di Giovanna D'Arco così come ci è stata raccontata nel programma. Giovanna nasce, in una povera famiglia di contadini, nel 1412 nel mezzo della guerra dei 100 anni tra Francia e Inghilterra. La situazione era disperata per la Francia che, oltre ad assistere impotente all'avanzare delle truppe britanniche, deve anche fronteggiare una guerra civile scoppiata tra Borgognoni (alleatisi con gli inglesi) e Armagnac. All'età di 13 anni, Giovanna sente per la prima volta delle voci che le dicono di liberare la Francia dall'invasore e assistere all'incoronazione del delfino Carlo VII. Giovanna continuerà ad udirle fino a 17 anni quando, contro il volere dei genitori, ottiene il permesso di incontrare il delfino da parte del signorotto locale. A questo punto assistiamo alla prima trasformazione di Giovanna che, vestita da uomo, si reca al castello di Chinonne scortata da alcuni soldati. Arrivata a destinazione, Giovanna riconosce subito il futuro re che si era camuffato da cortigiano per metterla alla prova. Carlo VII mandò quindi Giovanna presso un gruppo di teologi perché accertassero che le sue azioni fossero dettate da dio invece che dal demonio. Quando tutta la situazione fu chiarita, Giovanna apparve al popolo e ai soldati come un'inviata divina destinata a scacciare gli inglesi dal suolo francese. Nel 1429 Giovanna entra ad Orleans l'unica città che, dopo sei anni d'assedio, resistiva ancora al nemico. Il morale delle truppe si risollevò tantissimo con il suo arrivo e Giovanna trasformò la guerra in una sorta di crociata religiosa con dio dalla parte della Francia. Durante una battaglia, però, venne ferita gravemente e sembra che riuscì a salvarsi solo grazie alla sua forza di volontà e alle preghiere. Fu a causa di questa ferita che gli inglesi cominciarono a crederla una strega. Quando infatti videro Giovanna tornare alla carica completamente guarita, gli inglesi pensarono che non poteva essere una normale donna. Dopo il suo ritorno Giovanna riportò numerose vittorie liberando diverse città dall'occupazione britannica finchè, nel 1429, potè finalmente assistere all'incoronazione del delfino. Carlo VII, però, si rivelò un uomo debole e, poiché il suo maggior interesse era quello di instaurare una pace con i Borgognoni, abbandonò Giovanna che ormai non gli serviva più. Ma Giovanna non riusciva a stare con le mani in mano così decise di attaccare Parigi senza il consenso del sovrano. Senza il sostegno del re, però, l'esercito non aveva un equipaggiamento sufficiente per competere con le truppe inglesi e subì diverse sconfitte. Giovanna, allora, si diresse a Compiegne con l'intento di liberarla dai Borgognoni ma, nel 1430, fu afferrata per il suo ampio mantello e catturata. Durante il periodo in cui fu tenuta prigioniera nessuno si preoccupò di Giovanna, né il re, né la sua famiglia. Furono gli inglesi, invece, a pagare la sua cauzione, ma al solo scopo di portarla a Rouen per essere sottoposta al giudizio degli inquisitori. Dapprima Giovanna tiene testa ai tremendi interrogatori dell'inquisizione, ma, in seguito l'esasperazione prende il sopravvento. Giovanna ammette quindi di essere un'eretica e vine condannata all'ergastolo. La sentenza non soddisfa però gli inglesi che si accaniscono sulla ragazza nella sua cella, arrivando a farle imlorare la morte. Giovanna viene quindi arsa sul rogo e i suoi resti esposti a testimonianza che ella non era nient'altro che una donna mortale. A questo punto Carlo VII è costretto a rivalutare l'immagine di Giovanna poiché fu grazie a lei che era riuscito ad ottenere la corona di Francia e persino i suoi familiari specularono sulla sua immagine per ottenere prestigio personale. Nel 1920 Giovanna venne proclamata santa. Bene,
finita la lezione di storia, cerchiamo di analizzare
il documentario dal punto di vista tecnico.
Le scene in cui Lucy ci narra gli avvenimenti
si alternano ai commenti dei vari storici e
alle ricostruzioni dei fatti narrati. L'attrice
che interpreta Giovanna, Virginie Compte, è
adatta al ruolo, ma le scene delle varie battaglie
possono sembrare un po'grezze, abituati come
siamo a quelle di Xena. Ma ora parliamo della
nostra Lucy. All'inizio del documentario, ci
appare per la prima volta mentre cammina lungo
un prato di una città francese non meglio
specificata. In seguito la vedremo ripercorrere
tutti i lupghi che hanno fatto da scenario agli
avvenimenti narrati, dal castello di Chinonne
dove Giovanna incontrò il delfino, alla
cattedrale di Reims dove questo fu incoronato,
fino al tribunale dove venne condannato. Ci
sono inoltre diverse scene tra queste da ricordare.
Una tra queste è quella in cui vediamo
Lucy cavalcare uno splendido cavallo bianco
(indovinate un po' chi ci ricorda?). Molto divertente,
invece, è quella in cui la vediamo usare
una specie di catapulta dell'epoca e poi scappare
verso la telecamera per non essere colpita dal
braccio che tornava su. In seguito la vediamo
ance spiegarci il funzionamento di una grande
balestra che veniva usata per respingere i nemici
durante gli assedi e salire sulla torre in cui
venne tenuta prigioniera Giovanna. Ma, forse,
la scena più bella è quella in
cui vediamo Lucy vestire l'armatura e il mantello
di Giovanna, per un totale di 20 chili di ferro
addosso. L'ultima apparizione di Lucy è
nella cattedrale di Reims in cui viene avvolta
dalla luce che entra dal portone che si apre
lentamente dietro di lei. In generale si può
dire che questo documentario è davvero
ben fatto anche se possiamo notare una nota
negativa, almeno per noi xeniti: il ruolo di
Lucy appare piuttosto marginale all'interno
del programma. La narrazione, almeno nella versione
italiana così sembra, viene portata avanti
da una voce esterna e dalle spiegazioni degli
storici e a Lucy è riservata solo la
parte di un breve commento tra una scena e l'altra.
Nonostante questo, non possiamo che essere grati
a Discovery Channel per aver prodotto e distribuito
in Italia questi documentari. di
Krono |