Fata
volentes ducunt, nolentes trahunt
di
BaTtLiNg BaRd
Si
svegliò e per prima cosa vide gli occhi cerulei di lei farle
compagnia mentre le sue labbra sorridevano e la sua voce roca diceva
-Buongiorno, mia cara Gabrielle.
Prima ancora che la sua mente si destasse del tutto, si protese in
avanti e la baciò e ancora una volta quella bocca le parve
più dolce del miele, infinitamente di più, come la carezza
di un dio. <<Xena…Grazie, grazie per questa notte. Ti
amo>>sussurrò e la donna l’accarezzò il
viso, dischiuse le labbra ma da esse non uscì alcun suono.
Deglutì e per un attimo chiuse gli occhi senza poter far nulla
se non stringerla a sé, respirando la sua pelle. <<Grazie
a te di essere quella che sei>> riuscì a dire e Gabrielle
legò le sue mani alla spalle di lei e la baciò ancora,
ancora, ancora. In quell’attimo fu come vivere un'altra vita
e si disse che in quella vita -che era nuova, e bella, perdutamente
bella- non ci fosse nessun confine fra le loro membra e sentì
il cuore di lei battere nel suo stesso petto, perchè -non c’è
alcuna differenza fra noi. Siamo uguali. Come se fossimo figlie di
una stessa notte, di uno stesso sogno, di un nuovo e magnifico risveglio.
<<Gabrielle>>
<<Xena>>
Ripeti ancora il mio nome, guardandomi con quei tuoi occhi, ed io
potrei morire adesso. E nella casa d’Ade terrei i tuoi occhi
a tenermi compagnia.
<<Gabrielle, io…>> Il fiato le morì in gola,
l’anima si agitò sul fondo dell’addome. <<Gabrielle,
neanche Afrodite sa quanto io ti ami e come la mia anima ricerchi
sempre la tua nelle notti…>> La bionda sorrise con malizia
e Xena potè sentire il suo respiro caldo accarezzarle la pelle
mentre si avvicinava ancora e ancora e i suoi capelli rilucevano al
bagliore pieno del giorno. <<…e nelle mattine e sempre,
sempre, senza che io possa far nulla per allontanarti da me, beh non
che lo voglia! Ma sai…>> Gabrielle posò l’indice
sulle sue labbra, sorrise e disse -Qualunque cosa ti renda così
nervosa, non dubitare mai del mio amore, Xena. Il tuo sentiero è
il mio. E saranno mie le tue parole.
Ti amo Gabrielle. Ti amo. Non c’è niente al di là
dei tuoi occhi ed è voglia di noi la tua calda mano sulla mia.
Su questo prato odore di terra bagnata. Ti amo. <<Voglio leggerti
una poesia>> Nelle sue mani comparve una rosa, mentre dalla
sua sacca prese un rotolo di pergamena e un anello scintillò
fra le sue dita. Per un attimo lo guardò e Gabrielle riconobbe
la trama inconfondibile del chakram intarsiata in finissimo oro e
Xena pensò che fosse lucente ma mai -mai- quanto i capelli
di lei. Lo tese alla ragazza che non capì e l’adagiò
sul suo ventre e per un attimo ci fu solo lo scorrere del tempo e
il loro respiro delicato, insieme.
<<Potendo
vorrei lambire i tuoi fianchi
all'ombra di altri sguardi.
È vero
Non posso oppormi,
eppure non ne vedo la ragione.
Vivo
e sento,
che ogni istante è intarsiato
di gracili schegge di te,
che per te subirei
l’esito e la condanna
di tutte le mie colpe.
Ti voltai le spalle
ma poi fu inutile fuggire.
Sei la sola cosa pura, intatta.
Sempre, in ogni peccato.
E le notti che mi hai donato per morire,
i giorni che hai calpestato per rinascere,
i giudizi che hai colmato per me,
e che in me hanno scavato
corrompendo ogni molecola di fiele,
tesserò nella memoria.
Ma
poi guardo il cielo e penso,
che son io che ti amo. E quello
è l’unico attimo in cui
m’amo anch’io, se tu
mi guardi e dici:
sei la mia vita,
io risponderò:
sei tu la via.
Gabrielle
la guardò e pianse. Pianse anche se non avrebbe voluto e in
quel momento l’amò come non mai e si convinse che non
ci fosse altro nella sua vita se non lei. Lei. Lei.<<D’accordo
non sarò Saffo, ma l’ho scritta pensando solo a te e
a quanto grande il mio amore sia…>>
<<E’ bellissima Xena, i-io non ho parole, io…>>
<<Dì solo si, ti prego. Vuoi sposarmi, Gabrielle?>>
Amore nell’aria. Amore ancora e sempre e così sia anche
oltre il tempo e l’universo. Un istante e le labbra della fanciulla
tremarono eppure nelle pareti della gola -e del cuore- trovò
la forza per sussurrare -si.