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Chiaroscuro

del gruppo Yahoo Xena rpg

 

Ares si trovava in una caverna illuminata soltanto
da torce appese alle pareti. Al centro si
trovava un altare con sopra sdraiata una donna coperta
da un soffice drappo di seta.
Egli disse:<<Bene, finalmente sei mia
Xena...finalmente sei la MIA principessa guerriera!
Insieme porteremo guerra e distruzione, tutti ci
temeranno, faranno sacrifici in nostro onore,
domineremo il mondo! Che il regno del terrore abbia
inizio.>>

La donna, totale immagine e somiglianza di Xena, aprì lentamente gli
occhi, volgendo il gelido e pungente sguardo intorno a se, per poi
fissare Ares, come se volesse penetrarlo con il potere della mente ed
il mezzo degli occhi.
<<Il potere...Il controllo...>> Sussurrò con voce bassa e sensuale,
degna d'un essere dell'oltretomba.
Quindi s'alzò mentre il drappo di stoffa che la ricopriva cadde a
terra, lasciandola nuda.

Ares guardò molto contento Xena e disse: <<Xena, sei sempre
bellissima. E ora sei mia! Non appartieni più a quella sgualdrina
bionda, ora ubbidisci a me, soltanto a me!>>

La copia di Xena volse un fulmineo sguardo verso il Dio della Guerra.
<<Io - disse calcando il tono della voce. - non sono Xena.>>
Quindi fece schioccare le dita delle mani, producendo un cumulo
d'energia rosso fuoco.
<<E non sono di nessuno>> Aggiunse quindi.

<<Cosa vuol dire che non sei di nessuno?!!>> disse
Ares <<Io ti ho creato, decido io di chi sei e chi
sei!>>. Poi estrasse la spada e infuriato si avvicinò
a Xena.

La copia della Principessa Guerriera, con quello sguardo vitreo che
s'insinuava attraverso la materia d'Ares, pungendogli fino
all'interno, gli scaraventò contro una matassa d'energia facendolo
indietreggiare di colpo.
<<Chiamami...Rhea... Rhea la regina d'ogni cosa... -quindi scoppiò in
un ghigno folle - suona bene, no?>>

L'alba di una settimana dopo, Solan stava sognando di trovarsi, felice, in un bosco pieno di luce, insieme a Varia. Improvvisamente, la fanciulla spariva e tutto si oscurava. Il giovane guerriero si guardava intorno alla sua ricerca e infine gridava, disperato :<<Varia, dove sei ? Torna da me, Varia !>>
Nell'incoscienza del sonno, Solan udì una voce femminile chiamare il suo nome dolcemente e il giovane guerriero si svegliò.
Disse, con voce triste :<<Scusa madre, devo avere ancora parlato nel sonno. La verità è che non riesco a dimenticare Varia. Sarà sempre nel mio cuore.>>
Ma voltandosi, scoprì, con immensa sorpresa e, successivamente con grande imbarazzo, che dietro di lui c'era proprio la regina amazzone che lo fissava, insieme ad altre fanciulle della sua tribù, e a Xena e Gabrielle.

Gli occhi di Varia brillarono, mentre la giovane donna
fissava Solan. Il respiro le si bloccò. Per un momento
i problemi, suoi e della tribù, sembrarono lontani.
Tutto ciò che aveva provato per il ragazzo tornò a
farle battere il cuore più vivo che mai.

"Solan!" disse Varia come in un soffio. Come se avesse
paura che dicendolo più forte il ragazzo sarebbe
svanito, come accadeva tutte le notti nei suoi incubi.
Poi timorosa rimase immobile aspettando una sua
reazione. Temeva che Solan potesse averla già
scordata.

Solan fissò per un momento Varia, commosso. Poi si voltò dall'altra parte, dandole le spalle. *Non devo mostrarmi gentile ! E' stata lei a lasciarmi !* pensò il giovane.
<<Ma come è affollata questa foresta !>> disse freddamente e ad alta voce, in modo che Varia potesse udirlo.
*Ma perché è qui ? Che cosa sarà accaduto ?* si chiese il giovane, guardandola con la coda dell'occhio.

Le parole di Solan la lasciarono impietrita. Dentro di
sè soffriva per le dure parole del ragazzo ma non
volle darlo a vedere.
Si voltò allora verso Xena e Gabrielle, ricordandosi
il motivo principale per cui era giunta fino a loro.
<<Amiche mie, purtroppo mi portano da voi avvenimenti
funesti. Nerone è tornato alla carica con il suo
esercito. Il territorio amazzone è stato invaso da
legioni romane, abbiamo combattuto a lungo ma le cose
si sono messe male per noi. Sono venuta a qui a chiedere ancora una
volta il vostro aiuto. >>

<<Non preoccuparti, Varia. Qualcosa faremo, conta pure su di noi -
Rispose, Xena, combattiva come sempre. - C'è un piccolo villaggio di
mercenari, poco distante da qui, non gusta darci un'occhiata...
Voi intanto non allontanatevi e state in guardia. Gabrielle?>>
Chiamò, poi, la poetessa, affinchè la seguisse.

Gabrielle guardò Varia dritta negli occhi, capendo il
suo stato d'animo. In fondo anche lei era un'amazzone
e si era sentita più volta impotente di fronte alla
morte delle sue sorelle amazzoni.

<<Sì, Varia. Fidati di noi, ti aiuteremo>> e dopo aver
detto queste parole all'amica si allontanò con Xena.


Nerone si trovava nel suo palazzo insieme ai suoi generali più
valorosi:<<Fate preparare gli uomini, stiamo per metterci in marcia
verso il territorio delle amazzoni... per distruggerle. Non voglio
che ne rimanga viva nessuna, quei territori devono essere di Roma!>>
e pensò <<meglio... miei.>>. Poi aggiunse <<dite a Katuris di
prepararsi, sarà lei a guidare le truppe>>. I soldati annuirono
sebbene a malincuore, non essendo ansiosi di venir guidati da una
donna.


Qualche istante più tardi un rumore di passi risuonò nei corridoi
del palazzo. Un guerriero con indosso un'armatura scintillante si
presentò sotto il grande arco che dava nella stanza reale.
Si guardò intorno incontrando gli occhi dei guerrieri presenti che
subito si misero sull'attenti, puntarono il pugno al petto e poi
alzarono il braccio destro verso l'alto in segno di saluto.
Il guerriero, irriconoscibile in volto, poichè indossava un elmo con
un pennacchio rosso sulla cima, fece qualche passo avanti. Giunto
dinanzi a Nerone, si inginocchiò, poi si tolse l'elmo: biondi e
ondulati capelli si sparsero sulle spalle e occhi azzurri come il
cielo osservarono con grande serietà l'Imperatore. Costei era
Katuris, il capo dell'esercito.
<<Mi avete fatto chiamare?>> disse la donna.

<<Si, ti ho fatto chiamare perché ti preparassi:
stiamo per partire verso il territorio delle amazzoni
per conquistarlo e ucciderle tutte. E' arrivato il
momento che aspettavi tanto, finalmente ci
divertiremo! Ah, inoltre sarai tu a guidare
l'attacco.>> disse Nerone

Katuris sentì il sangue gelarsi nelle vene dopo che ebbe ascoltato
le parole dell'Imperatore.
*Uccidere le amazzoni?*- disse tra sè- ma per quale ragione*.
La guardia reale si schiarì la voce e poi parlò: <<Io ho sempre
combattuto per voi, Imperatore, obbedendo agli ordini senza mai
rifiutarmi, così come stabilisce il protocollo, ma molte volte ho
agito contro i miei ideali e accade anche questa volta. Sire, perché
volete uccidere barbaramente le amazzoni? Non hanno mai nuociuto ai
vostri piani, credo che sarebbe possibile lasciare inalterato quel
luogo e puntare su altri obiettivi senza commettere massacri
gratuiti>>.

Nerone urlo infuriato:<<E così tu, lurida sgualdrina,
osi contestare un ordine del grande imperatore Nerone!
Io ti ho fatto diventare quello che sei, io ti ho
fatto diventare una guerriera, senza di me non saresti
nulla e tu osi ribellarti?! Gli unici ideali che
dovresti avere sono servire Roma e soprattutto servire
me. Se ti ordino di uccidere le amazzoni tu lo devi
fare e mi devi anche ringraziare per l'occasione che
ti concedo. Comunque sia io sterminerò le amazzoni e
se alla fine non mi sentissi soddisfatto ucciderò
anche le loro bambine.... e le loro amiche...e le
figlie delle loro amiche finché tutta la Grecia non
sarà grondante di sangue.>>

Katuris strinse i pugni cercando di frenare la collera, non era il
caso di ribattere, quell'uomo era pazzo, lo aveva sempre saputo ed
era quindi più ragionevole assecondarlo.
<<Scusate mio Imperatore, avete perfettamente ragione, domani
all'alba l'esercito punterà verso i territori amazzoni>> quindi
eseguì il classico saluto militare alzando il braccio verso l'alto e
si allontanò.
*Ma partirà senza di me e questo ritarderà il suo arrivo dando il
tempo alle amazzoni di fuggire* disse tra se, mentre un sorrisetto
compariva sulle sue labbra. *Devo contattare il capo delle amazzoni
e avvertirle del pericolo che stanno correndo. Partirò stasera*.

Solan e Varia rimasero soli e tra di loro calò un pesante silenzio.
Nessuno dei due voleva parlare, temendo le parole dell'altro.
Varia era stata delusa dalla freddezza con cui Solan si era rivolta
a lei. Era stata così felice di rivederlo e sperava che anche per
lui sarebbe stata la stessa cosa; in fondo però poteva capirlo. Era
stata lei a lasciarlo. Sentiva su di sé infatti troppo grande la
responsabilità del suo ruolo di regina amazzone, per poter rimanere
con lui, abbandonando le sue "sorelle".
La ragazza tirò un profondo sospiro e poi iniziò a parlare:
<<Solan, credimi non volevo ferirti quando ho deciso di rimanere con
le amazzoni. Capisco i tuoi sentimenti e la tua delusione, ora però
cerca tu di capire me. Il mio senso del dovere è troppo forte e mi
impedisce di lasciare la mia tribù. Non mantenere le distanze, te ne
prego>>.

Solan ascoltò le parole della regina amazzone. Si voltò a guardarla negli occhi e pensò * E' triste a causa mia...* poi intenerito, rispose :<< Provo una gran gioia nel rivederti, Varia. Ma ho avuto paura nel sentire le parole che poco fa, dicevi a mia madre. Abbiamo già conosciuto la crudeltà di Nerone e dei romani. Sapere che hai continuato a combattere contro di loro è stata per me fonte di grande preoccupazione. Se dovesse succederti qualcosa, io morirei.>> terminò di dire il giovane, fissando Varia, innamorato.

<<So cosa provi, sono le stesse emozioni che provo
anch'io. Non vorrei mai che ti succedesse qualcosa.
Non ho fatto che pensare a te in questo tempo che
siamo stati lontani.>> disse l'amazzone e delicatamente
accarezzò il viso del giovane.

Solan pensò, guardando, appassionato, la fanciulla * Grazie, Varia.*
Qualcosa attirò l'attenzione del giovane guerriero. Vide che anche Varia e tutte le altre amazzoni si stavano guardando intorno. Da lontano arrivò un piccolo esercito di legionari con pessime intenzioni. Solan impugnò il suo murchadna. Per nulla al mondo avrebbe lasciato che Varia corresse dei rischi.
<<Che cosa volete ?>> gridò Solan ai nuovi venuti, che senza rispondere corsero verso di lui e le amazzoni con la spada in pugno.
*Dannazione !* pensò il giovane lanciando il murchadna che colpì alla mano uno di loro in modo che lasciasse cadere il gladio a terra.

Varia non ebbe neanche il tempo di rendersi conto
di cosa stesse accadendo, che già una lotta era
iniziata tra amazzoni e legionari. Senza pensarci due
volte anche Varia brandì la sua asta e si lanciò
contro i nemici.

<<Basta!>> Tuonò una voce ed immediatamente gli uomini che avevano
attaccato Solan e Varia si ritirarono.
I due rimasero in posizione di difesa, vigili, non sapendo cosa
aspettarsi.
Con passo lento, pacato, quasi meditato, comparve Xena agli occhi dei
due giovani.
Giunta davanti ad essi, la donna inclinò la testa lievemente di lato,
mentre i lunghi capelli corvini un po' scompigliati, vennero mossi
dallo spettrale vento che s'era alzato nel bosco.
<<Problemi?>> Chiese la donna con fievole ma deciso tono.

Tutto era finito troppo velocemente. Nonostante , apparentemente ora il pericolo fosse cessato, il giovane guerriero continuò ad impugnare l'arma. <<Madre... ?>> domandò Solan, incredulo <<Da quando comandi sui Romani ?>>. Lanciò uno sguardo verso Varia e le amazzoni per assicurarsi che stessero bene. Le donne si avvicinarono a Xena per darle il benvenuto. Il giovane rimase immobile in attesa della risposta della madre.

Colei che sembrava Xena, contorse la bocca in un maliardo sorrisetto
divertito, dopodichè, per magia, ad una velocità impressionante,
lanciò cinque piccoli pugnali che andarono a conficcarsi dritti nel
petto delle amazzoni.
Inesorabilmente, un pugnale in ogni petto e così, ognuna delle cinque
amazzoni, fu a terra, esanime.
L'omicida scoppiò in una risata agghiacciante, restando immobile,
mentre i legionari romani osservavano compiaciuti.

Varia osservò la scena impietrita, mentre le sue compagne cadevano a
terra, poi rivolse uno sguardo a Solan in cerca di una spiegazione
per quello che era appena accaduto. La regina amazzone sentì salire
un odio profondo nei confronti di Xena, strinse il bastone con forza
tra le mani e urlando si gettò contro la guerriera.

A Xena bastò un unico colpo, con un braccio, per scaraventare a terra
Varia.
La guerriera dagli occhi cerulei rise di nuovo, fragorosamente,
beffeggiando il fallito tentativo d'attacco di Varia.
<<Illusa... - sussurrò- vuoi provare anche tu... tesoro?>>
Aggiunse, quindi, rivolta a Solan.

Solan osservò, allibito la scena. *Mia madre ha appena ucciso quelle donne a sangue freddo. E i suoi occhi esprimono gioia. E' così felice di averle fatte fuori ! Dei dell'Olimpo ! Come può essere ? Devo impedirle di scontrarsi nuovamente con Varia.*
Il giovane guerriero con un balzo si sistemò tra sua madre e Varia, la quale era ancora a terra.
<<Madre, non ti permetterò di nuovo di colpire Varia !>> Solan impugnò la spada, sperando di non doverla usare. <<Allontanati immediatamente da lei !>> le ordinò.

La donna rise per l'ennesima volta, apparendo sempre più divertita.
<< Pa-te-ti-co>> disse, scandendo bene la parola.
Quindi lanciò il proprio urlo di battaglia e, con un agile balzo,
sparì nella foresta.

Solan rimase immobile a fissarla, incredulo. *Qualcosa non va. Non posso credere che una donna dal cuore d'oro come mia madre possa compiere queste azioni malvagie. Qualunque dannato affare ci sia sotto è senza dubbio collegato ai romani e quindi a Nerone... che sia maledetto !* pensò poi si avvicinò alla regina amazzone, chiedendole , preoccupato:<<Non sei ferita, vero, Varia ?>>

Varia si alzò da terra tenendosi stretta un braccio dolorante,
quindi rivolse lo sguardo a Solan: fiamme di fuoco brillarono nelle
pupille della regina amazzone.
<<Sto bene! Ma giuro che prenderò Xena e la attaccherò per il collo
all'albero più alto!>> quindi strinse i pugni. <<Ha ucciso le mie
sorelle, ha spezzato l'alleanza che ci teneva legate, non accetterò
nessuna scusa!>> una lacrima solcò il volto della regina quindi si
allontanò andando ad aiutare le compagne a raccogliere i corpi delle
vittime.

Xena che nel frattempo era di ritorno con Gabrielle e che insieme a
lei aveva sentito le parole dell'amazzone corse da Solan. <<Ma cosa
è accaduto?- chiese preoccupata -Chi è stato ad attaccarvi, e perchè
Varia è in collera con me!?!>>

Solan riconobbe la vera Xena nella donna che ora si trovava davanti a lui. <<Un demone dalle tue sembianze, accompagnata da un esercito di legionari ci ha attaccati... >> il giovane guerriero bloccò la regina amazzone che si stava lanciando contro la principessa guerriera. <<Non so come ciò sia stato possibile, né da dove provenga quell'essere, ma dobbiamo fermarlo.>>
*Come ha potuto Nerore, strumentalizzare mia madre... non lo perdonerò mai*.

<<Xena...-Disse Gabrielle -Com'è possibile?>>. L'amazzone guardava
Xena in attesa di una risposta a questo strano fenomeno, poi volse lo
sguardo a Solan. <<Cosa è accaduto di preciso?>>.

<<Ve l'ho detto ! Nerone possiede una potente alleata, sosia di mia madre. Quella serpe ha ucciso le amazzoni ed infine è fuggita.>>.
*Si preannunciano tempi duri...* pensò il giovane guerriero, guardando il volto di Varia distrutto dal dolore e quelli stupiti di Xena e Gabrielle.
<<Non possiamo lasciare che quella maledetta che finge di essere te, continui ad andare in giro ad uccidere innocenti !>> esclamò, con fervore, Solan rivolto alla madre.

Xena non parve turbata da ciò che aveva appena sentito, dopo tutto
ciò che le era accaduto, nella vita, questo era solo un ennesimo
problema. Ne più, ne meno.
<<La troveremo. - Disse, per poi avvicinarsi a Varia, che, con lo
sguardo perso nel vuoto volgeva il pensiero alle proprie amiche
decedute. - Varia... Mi dispiace.>> Le sussurrò Xena, posandole una
mano sulla spalla.

Era notte fonda quando Katuris furtivamente attraversò i sotterranei
del palazzo di Nerone per andare all'accampamento delle amazzoni.
Era stato facile eludere le guardie, conosceva ogni loro mossa, era
lei che ogni giorno pianificava i turni e le postazioni dei suoi.
Con grande agilità la guardia reale si inoltrò nella fitta boscaglia
e ben presto raggiunse la destinazione, adesso doveva trovare la
regina amazzone e rivelarle i piani dell'Imperatore.
Nascosta dietro un cespuglio Katuris, osservò che c'era un fuoco
accesso e intorno alcune persone che sembravano intente in una
discussione piuttosto animata. La guardia reale avanzò ancora tra
gli alberi avvicinandosi al gruppo, quindi senza esitare oltre uscì
allo scoperto rendendosi visibile ai presenti.

Xena, che era uno dei riuniti attorno al falò, a discutere, s'alzò di
scatto, estraendo la propria spada e puntandola contro colei che le
si era parata davanti.
La Principessa Guerriera stette però zitta, aspettando che fosse
Varia a proferire parola, essendo lei a comando dell'accampamento
amazzone.

Varia si alzò da terra afferrando il bastone che teneva vicino a se
quindi scrutò attentamente la donna apparsa dal nulla <<La tua
armatura... la tua spada e questo elmo... tu sei la guardia reale
dell'Imperatore Nerone! Cosa fai qui?>> quindi si guardò attorno.
<<Dove sono le tue guardie? E' un'imboscata?>>.
Katuris sfilò la sua spada dal fodero e la gettò lontano <<Sono da
sola e non si tratta di un'imboscata, sono qui all'insaputa
dell'Imperatore, ho assoluto bisogno di parlare con la regina
amazzone, la tua tribù sta correndo un grosso pericolo>>.

Gabrielle, che era anche lei un'amazzone si sentì in dovere di intervenire nella discussione:<<Ma se non è l'imperatore che ti manda, perché sei qui?-chiese con tono sospettoso, poi proseguì-Varia, è la regina, ma anche io sono un'amazzone, cosa c'è?>>. Poi a Gabrielle venne il sospetto che la visita della guerriera fosse legata in qualche modo con lo strano evento che era accaduto poco prima e disse <<La tua visita c'entra in qualche modo con la donna che oggi, con le sembianze di Xena, ha ucciso le mie compagne?>>

Xena restò in silenzio, voleva capire prima d'intervenire. Bastavano
Varia e Gabrielle a fare domande.

Gabrielle distolse lo sguardo dall'amica e lo rivolse a Katuris in attesa di risposte alle domande che le aveva posto

Katuris scosse la testa, quindi rivolta a Gabrielle disse <<Non so
chi sia questa donna di cui parli... però posso dirvi che
l'Imperatore Nerone ha in mente di radere al suolo il vostro
villaggio, domani le truppe partiranno dal palazzo reale. Io ho
deciso di disertare, sono stufa dei suoi piani diabolici e privi di
qualsiasi scrupolo perciò, da stasera, se mi vorrete sarò al vostro
fianco>>.

Solan era rimasto seduto per tutto il tempo e aveva ascoltato le parole di Katuris. Quando la donna aveva terminato di rispondere a Gabrielle, il giovane si alzò in piedi.
*Come possiamo fidarci di questa guerriera ? Come potrei pensare di mettere le vite delle persone che più amo al mondo nelle mani di una romana ?* pensò, sospettoso, il giovane guerriero guardando la nuova venuta. <<Non abbiamo bisogno di te. Possiamo cavarcela benissimo da soli !>> disse Solan, in modo scontroso a Katuris.


<<Hai ragione>> disse Katuris guardando Solan dritto negli occhi.
<<E' giusto che tu dubiti di me, ma chiediti per un attimo secondo
quale assurdo piano io sarei venuta qui a dirvi che l'armata romana
invaderà il territorio amazzone? Per quale folle piano io avrei
rischiato la mia vita sapendo di poter essere fatta prigioniera? Non
sarebbe stato molto più semplice presentarmi domani all'alba con i
miei uomini? Se sono qui è perché voglio aiutarvi, ma la scelta
spetta a voi, sappiate però che potrei esservi molto utile, io
conosco molti piani dell'Imperatore>>.

<<Perché non fidarci, in fondo ha ragione, lei ha rischiato la vita per venire da no>>. Gabrielle era convinta delle buone intenzioni della donna. <<E poi, come ha già detto, conosce i piani dell'imperatore e ci potrà essere molto utile! Se ora lei va via, potremmo trovarci tutti in pericolo...veramente...!>> Con ciò l'amazzone, che fino ad allora era stata in piedi, si sedette, e con tono fermo e deciso disse <<Io mi fido>>. Guardò Xena per un attimo, poi il suo sguardo tornò a fissare Katuris.

<<Va bene. - Disse Xena, notando la convinzione di Gabrielle. - Hai
una possibilità, Katuris. Ma attenta, al primo errore...>>
Non c'era bisogno di finire la frase, Katuris aveva inteso, tutti
avevano inteso e tutti erano pronti per combattere il folle e
spietato Nerone, ancora una volta.

Quella notte, Solan non riuscì a dormire. Continuava a rivedere la scena di Rhea mentre uccideva le amazzoni e colpiva Varia, quella guerriera malvagia così simile e nello stesso tempo così diversa da sua madre. *Riuscirei a combatterla, se me la trovassi davanti ?* si chiese, senza trovare una risposta.

La mattina dopo, Solan e tutto il resto della compagnia si prepararono per partire. Solan si avvicinò alla regina amazzone, notando il suo volto triste, e le disse :<<Vendicheremo le tue sorelle, Varia !>>

A quelle parole così decise gli occhi di Varia parvero riacquistare
un po' di serenità. L'amazzone regalò un breve sorriso a Solan per
poi abbracciarlo teneramente, l'amore che provava per il figlio di
Xena in parte alleviava la tristezza per la perdita delle sue
sorelle e il rancore verso la donna che le aveva uccise.
<<Grazie>> sussurrò, poi staccandosi dalle braccia del ragazzo urlò
<< Prepariamoci a partire!>>.

Xena era pronta, si sentiva tranquilla, nonostante tutto e questo un
po' la stupiva. Aveva combattuto semplici umani, demoni, imperatori,
dei... l'ennesimo folle ed una guerriera nell'aspetto identico a lei,
non la crucciavano. Non sapeva ancora cosa, quella donna, avrebbe
rappresentato e comportato.
Gabrielle aveva lo sguardo fisso nel vuoto, appariva pensieroso così
la Principessa Guerriera le s'avvicinò per poi posarle dolcemente una
mano sulla spalla.
<<Tutto bene?>> Chiese.

L'amazzone si voltò verso l'amica <<Ah, sei tu!>> esclamò, <<Certo, è tutto a posto, pensavo solo a chi potrebbe essere quella donna tanto identica a te e tanto perfida allo stesso momento... da dove viene, chi l'ha mandata?!?>> Gabrielle era turbata, ma ugualmente molto decisa a sconfiggere Nerone e quella donna che aveva ucciso le altre amazzoni, poi, chiese all'amica <<E tu? Tu come ti senti?>>

<<A posto - rispose Xena. - La cosa non mi tocca più di tanto. Per
ora non so nulla di lei ma sicuramente lavora con o per Nerone.
Scopriremo qualcosa in più a riguardo, strada facendo.>>
Mille idee e piani le frullavano in mente, mille dubbi ed una sola
certezza: che anche questa volta ce l'avrebbe dovuta fare.
Le amazzoni erano importanti per lei, per Gabrielle ancora di più e
per Solan altrettanto, visto l'amore per Varia.
E per Xena, nulla era più importante che Gabrielle e Solan.
Xena e Varia, la sera prima, avevano organizzato tutto: Kelta,
un'amazzone fidata, braccio destro di Varia, avrebbe condotto il
gruppo delle guerriere al sicuro, mentre la Principessa Guerriera,
Gabrielle, Solan, la Regina Amazzone e Katuris, si sarebbero diretti
alla sfida contro Nerone.

La mattina dell'attacco Nerone era furioso: sarebbero
dovuti già essere in marcia ma Katuris non si trovava.
<<Dov'è quella sgualdrina?! Dov'è?! Avrei dovuto
ucciderla quando si era messa in testa quelle strane
idee sulle amazzoni!>> urlò dopo aver distrutto metà
dei mobili della sua stanza e accingendosi a
distruggerne anche l'altra metà. Ma ad un tratto entrò
un servo che tremando disse:<<Una donna! C'è una donna
che vuole parlarvi, divino imperatore. Abbiamo tentato
di fermarla ma sembra avere una forza sovrumana!>>

In quel preciso istante la donna con le sembianze di Xena, entrò
nella stanza, al cospetto di Nerone.
<<Salve divino Imperatore. Il mio nome è Rhea, sono una creazione del
Dio della Guerra, Ares in persona e sono qua per offrirti il mio
aiuto... alla conquista di tutto ciò che è conquistabile.>>
disse con quel tono robotico ma allo stesso tempo così maliardo.

Nerone restò sbalordito quando vide entrare la donna
che sembrava Xena. <<Credi che io sia pazzo? Ti
presenti qui senza neanche travestirti e pretendi che
io ti creda?! Non dimentico una faccia come la tua,
Xena!>>

Rhea camminò lentamente verso Nerone, finché non gli fu direttamente
davanti. Lo guardò dritto negli occhi e senza staccare il proprio
sguardo da quello di egli, lo spinse con forza contro la parete ed
avvicinò il proprio volto a quello dell'Imperatore, fino quasi a
sfiorarlo.
<<Io non sono Xena>> Sussurrò, scandendo bene ogni parola.
Quindi mosse velocemente la mano e tutto s'oscurò, come fosse notte
fonda. Solo i suoi occhi di ghiaccio continuarono a brillare, come
ardessero di luce propria. <<Sarà anche una donna speciale, ma non sa
fare quello che io invece posso....>>

<<Ummm, sì, hai l'aspetto di Xena ma sembri
incredibilmente più potente>> disse Nerone leggermente
spaventato ma poi tornò orgoglioso come sempre e
aggiunse <<Hai detto che sei al mio servizio?
Effettivamente potresti farmi comodo ora che la mia
prediletta mi ha tradito. Per prima cosa potresti
iniziare ammazzando qualche amazzone, che ne dici?>>

Rhea mollò la presa.
<<Le amazzoni... mi fanno pena.>> Esclamò con stizza, senza però
perdere il proprio tono gelido ed imperturbabile.
Subito dopo, di scatto, afferrò di nuovo Nerone, con brutalità <<Da
adesso siamo soci, mio caro Imperatore... T'aiuterò contro quelle
sgualdrine ma Xena... è mia.>>

<<Con un po' più di riguardo. Ricordati che io sono
Nerone, l'Imperatore. Per quanto riguarda il nostro
accordo direi che puoi anche tenerti Xena, anzi, mi
fai un favore, mi ha già dato troppo fastidio... Ma
abbiamo già perso troppo tempo. E' ora di partire
verso il territorio amazzone! Ah, un'ultima cosa: non
ucciderle tutte, lasciane qualcuna anche per me. Siamo
soci, non è giusto che tu ti prenda tutto il
divertimento.>>

<<Basta parlare, andiamo.>> Rispose Rhea.
Quindi, assieme a Nerone, uscì dalla sala, pronta ad agire contro le
amazzoni.
Le donne guerriere della foresta erano poco considerate da Rhea,
l'unica cosa che contava, per lei, era arrivare al potere.
Oh, Beh...e Xena. Ares, il Dio della Guerra, l'aveva creata, così
potente, su immagine di una comune mortale... Che tanto comune non
doveva quindi essere.
Rhea esisteva da poco e voleva recuperare il tempo perduto. Vedeva il
mondo, scialbo ed insulso e solo il sentimento bramoso di potere e
vittoria sembravano avere per ella significato.

Solan pensava alla sofferenza provata fino al giorno prima per la lontananza della regina amazzone e al fatto che ora stavano camminando di nuovo insieme. *Che gioia averti rincontrato, Varia.* pensò, guardandola *Ti proteggerò io dai malvagi .* Notò la tristezza del viso di Varia e il silenzio mesto che aleggiava per tutta la compagnia. Al giovane guerriero parve che anche Xena e Gabrielle fossero pensierose.

<<Ormai Nerone avrà scoperto che sono fuggita>> disse ad alta voce
Katuris osservando il cielo che veniva illuminato dai primi raggi
del sole.
<<Allora, come intendete entrare nel castello dell' Imperatore?>>
chiese poi rivolta al gruppo.

<<Ci porterai tu. Ci catturerai e ci consegnerai a Nerone.>> Rispose, semplicemente, Xena

<<Come vuoi, anche se non sono sicura che Nerone crederà in questa
mia azione? Prima gli dico che sono contraria alla sua idea e poi mi
presento con gli ostaggi>> disse Katuris.

Gabrielle, che fino ad allora era stata in silenzio disse <<Ha ragione, il tutto apparirà poco credibile a Nerone... dobbiamo trovare un altro modo...>>. <<Se no potresti dirgli che ti sei pentita e questo era un modo per ottenere perdono, o che faceva tutto parte di un tuo piano! Ma non so quanto ci crederebbe!>> Disse concludendo a Katuris.

<<Poco importa che Nerone ci creda o meno. - Intervenne Xena. - Quel
che conta è entrare a palazzo e le guardie ci faranno entrare. Una
volta dentro, sarà facile arrivare direttamente a Nerone e questa
volta, non gli lascerò possibilità di fuggire.>>

<<Madre, non sono completamente convinto che possiamo fidarci di lei ! E' sempre stata una collaboratrice di Nerone e non sappiamo quanta verità c'è nelle sue parole.>> disse Solan a Xena, alludendo a Katuris, e poi si voltò verso quest'ultima, affermando :<< Tu ! Non tentare strani scherzi o te la vedrai con me ! Non ti permetterò di passarla liscia.>> guardandola dritto negli occhi, minacciosamente.


Katuris restituì a Solan la stessa occhiata minacciosa <<Non so in
che modo farti capire che io sto dalla vostra parte, la tua
diffidenza nei miei confronti non è sicuramente positiva in una
situazione in cui tutti si dovrebbe collaborare. Spero che almeno
avrò la tua fiducia quando, al castello, mi vedrai puntare la spada
contro Nerone e combattere contro di lui>>.

Il sole era già alto quando il gruppo capeggiato da Xena raggiunse i
pressi del palazzo di Nerone.
Come stabilito dal piano, la principessa guerriera e gli altri
furono incatenati perché venissero consegnati all'Imperatore.
Katuris si avvicinò all'entrata del castello con i prigionieri al
seguito ma subito le guardie le puntarono le spade contro.
Katuris regalò un ghigno sorridente ai due <<Cosa sono queste spade,
come vi permettete di puntarle contro di me?>>.
<<L'imperatore ci ha detto di colpirti a vista se ti fossi
presentata al castello, ci hai traditi!>> disse una delle guardie.
<<Traditi?>> e scoppiò in una sonora risata, poi indicò i
prigionieri.<<E questi secondo voi chi sono? Non ho tradito nessuno!
Lasciatemi passare!>> quindi sfoderò la spada e con un movimento
veloce fece cadere a terra le armi delle due guardie. Strattonò la
corda che teneva legati i prigionieri perché la seguissero e fece
irruzione nelle stanze reali, senza dire una parola raggiunse la
sala di Nerone.
<<In ginocchio!>> urlò, spintonando i prigionieri.

<<Cosa ci fai qui! Prima te ne vai e poi torni
irrompendo nel mio palazzo!>> urlò Nerone, ma poi
osservò meglio i prigionieri e con un tono decisamente
più amichevole disse <<Tuttavia vedo che porti con te
dei prigionieri. Forse mi sbagliavo sul tuo conto.>>


<<Ora che ha portato i prigionieri a palazzo, liberiamoci di lei. -
Intervenne Rhea, comparendo dal nulla. - Non ci serve. Non fidarti di
lei, Nerone...>>

<<Dunque saresti tu la donna che ha messo tanta paura addosso ai
miei prigionieri>> disse Katuris rivolta a Rhea.
<<Nerone, tu cosa dici? Preferisci fidarti di una donna che ti ha
portato ben quattro prigionieri tra cui l'invincibile Principessa
Guerriera e che ti è sempre stata vicino combattendo per te, o di
una donna uscita dal nulla frutto di chissà quale incantesimo e che
non ha nessuno scrupolo a pugnalarti alle spalle e a prendere il tuo
posto... Ci hai pensato vero mio Imperatore? Che potrebbe essere
tutto un suo piano per ottenere la tua fiducia e poi al momento
opportuno ucciderti per occupare il tuo trono>>.

<<E tu saresti quella che è sempre stata al mio
fianco? Sei sparita senza motivo prima di
un'importante missione e inoltre hai anche criticato i
miei ordini. Ritieniti fortunata se non ti ho fatto
imprigionare e torturare! Certo, la stessa fortuna non
toccherà ai prigionieri.>> disse Nerone concludendo
con una risata maligna. Poi fece chiamare una guardia
e ordinò che i prigionieri venissero portati nelle
prigioni.

Gabrielle guardò Katuris, il suo sguardo non aveva alcun bisogno di parole per farsi intendere, quello sguardo era pieno di timore per quel che stava accadendo. Avevano fatto veramente bene a fidarsi o era solo un altro imbroglio? Ma era anche pieno di determinazione, qualsiasi cosa fosse accaduta lei avrebbe lottato per difendere i suoi cari e se stessa...

Una volta condotti i prigionieri nelle prigioni Katuris si rivolse
nuovamente a Nerone <<Ho pensato che un'imboscata sarebbe stata più
efficace piuttosto che presentarsi con un'armata al seguito.
Immaginavo che Xena e gli altri fossero pronti per un eventuale
attacco. Così mi sono finta loro amica e ho conquistato la loro
fiducia, ho detto loro che li avrei aiutati contro di te. Non ho
avuto tempo per avvertirti, mio Imperatore. Adesso cosa facciamo dei
prigionieri ?>>.

<<Mi sembrava di essere stato chiaro! Portateli nelle
prigioni! E tu, lurida insolente>> disse rivolgendosi
a Katuris <<Non azzardarti più a disobbedire ad un mio
ordine! Avevo detto che avremmo attaccato le amazzoni
e così sarebbe dovuto essere. Per questa volta ti
risparmio poiché hai saputo riscattarti ma che non
succeda di nuovo!>>
*Questa stupida mi sta facendo diventare nervoso.
Come ha osato andare senza di me! Spero che sia
rimasta almeno qualche amazzone viva... anch'io devo
svagarmi.*

Solan si agitava nella cella delle carceri dove era stato rinchiuso con Xena, Gabrielle e Varia.
<<Lo sapevo che non dovevamo fidarci di lei ! Lo avevo detto !>> esclamò, furibondo, il giovane guerriero <<Come abbiamo potuto caderci ?>> lanciò uno sguardo alla principessa guerriera e alla poetessa. <<Madre ! Avevamo un piano ! Dovevamo combattere contro Nerone e quella donna misteriosa ! Che intendi fare, ora ? >> Il giovane guerriero fissò sua madre in attesa di una risposta.

<<Sta calmo.>> Rispose Xena, al figlio, indicando con la mano, verso
l'entrata delle celle.
Infatti, con passo veloce, Katuris, congedatasi da Nerone, si stava
dirigendo da loro.

Katuris si avvicinò a Xena ed estrasse la spada, poi portò il dito
alle labbra indicando di tacere.
<<Avete visto come vi ho raggirato>> urlò, di modo che la voce
raggiungesse le guardie. <<Starete in cella per un po' e poi il mio
Imperatore si divertirà con voi>>, quindi rivolse lo sguardo alle
guardie che sorrisero divertite.
La guardia reale si avvicinò alla cella <<Adesso non è conveniente
agire, stanotte, io darò il cambio alle guardie, e vi libererò,
coglieremo Nerone nel bel mezzo del sonno. Abbiate fiducia>>
sussurrò regalando un sorriso ai prigionieri.

La notte scese, oscura ed inesorabile. Solan e Varia sedevano l'uno
accanto all'altra, silenziosi e la stessa cosa facevano Xena e
Gabrielle, dall'altra parte della stanza.

Nella semi oscurità delle carceri, Solan guardo Varia *Chissà come sta ora. Eravamo partiti per vendicare le sue sorelle e ci troviamo chiusi qui dentro.* pensò, in apprensione il giovane guerriero. Abbracciò la regina amazzone e le disse << Non devi preoccuparti. Non lasceremo che il crimine di quella donna rimanga impunito. Non potrei mai lasciare che ciò accada.>> *Dannazione ! Perché mai Varia deve affrontare tutte queste prove ?*

Varia sobbalzò un poco non appena le mani di Solan la sfiorarono,
era completamente estranea a tutto ciò che le accadeva intorno, il
suo pensiero era rivolto esclusivamente alla morte delle sue
compagne e al volto di quella donna così simile a Xena che
sogghignava priva di qualsiasi scrupolo.
<<Ti ringrazio, so che posso fidarmi di te..." disse la regina
amazzone stringendo la mano del ragazzo.

La notte si faceva sempre più buia e agli occhi di Solan tutto sembrava restare immobile. *Varia, se potessimo restare sempre vicini, come in questo momento, ne sarei veramente felice.* pensava il giovane guerriero, innamorato. *Quando viene a liberaci Katuris ? Ora è sola là fuori con Nerone e quella guerriera. Non vorrei che il suo piano fosse stato scoperto. Si troverebbe in guai seri.* Lanciò un'occhiata verso Xena e Gabrielle, per quel poco che poteva vedere, pareva che anche loro due stessero riposando in attesa di poter uscire dalla cella.


Improvvisamente, nel silenzio si sentirono dei passi sopraggiungere
nei pressi della cella dove erano rinchiusi Xena e compagni.
<<Potete andare, vi sostituisco io>> disse una voce di donna.
Voci confuse e passi che si allontanavano, echeggiarono nei
sotterranei, poi la figura di Katuris comparve davanti alla cella.
<<Salve amici, vengo a liberarvi>> quindi estrasse le chiavi e aprì
la porta.

Fu Xena ad uscire per prima dalla cella e, in segno di riconoscenza,
pose la mano sull'avambraccio di Katuris.
<<Io andrò alle camere di Nerone, voi state pronti... La situazione va
completamente ribaltata...>> Sussurrò la Principessa Guerriera.
Il gruppo risalì le scale della prigione sotterranea, per giungere
fino alla grande sola dei ricevimenti da dove si poteva accedere alle
stanze imperiali.
<<C'è troppo silenzio..>> Disse Xena.
Proprio in quell'istante, si udì uno schioccare di dita e la stanza
s'illuminò subito, rivelando una trentina di guerrieri capitanati
dall'esatta copia della Principessa Guerriera.

<<Salve Xena... Io sono Rhea, divinità del terrore e del potere,
creata da Ares...- Esclamò la donna misteriosa. - Finalmente ti
conosco... E' sorprendente, siamo davvero uguali.>>

<<Ne dubito>> Rispose Xena, riferendosi a ciò che va al di la
dell'aspetto fisico.

Rhea alzò gli occhi al cielo e si gettò contro la Principessa
Guerriera, mentre tutti i suoi uomini attendevano fermi un ordine

Solan era dietro Xena e vide tutta la scena dello scontro. *Mi chiedo come andrà lo scontro. Nonostante tutto Rhea potrebbe essere agguerrita quanto mia madre. E' impressionante la somiglianza fisica tra le due, inoltre quella guerriera crudele sembra provare gioia ogni volta che si accinge a fare del male a qualcuno. * Il giovane guerriero, restò fermo, così come tutte le altre persone presenti, a osservare la sfida tra le due.

Xena e Rhea, con le loro lucenti spade, sembravano pareggiarsi in
quanto forza ed abilità. Nessuna delle due trovava uno spiraglio
nella ferrea difesa dell'altra. La loro tecnica era la medesima e la
bravura altrettanto. La differenza si sentiva, però, nel vibrare dei
colpi, inflitti con spiriti, sensazioni ed intenti diversi.
Ancora in un'altra cosa, le due guerriere dall'identico aspetto, si
eguagliavano: ossia nel fatto che, nessuna di loro, stava dando il
massimo.
Xena e Rhea si stavano studiando, mentre si battevano.
Entrambe erano impressionate dalla loro identicità.
Il pensiero della Principessa Guerriera corse al suo lato malvagio,
alla parte di se che un tempo, era quella prevalente e che ora Rhea
sembrava incarnare perfettamente.
La Dea, grazie alla distrazione di Xena, riuscì a disarmarla.
<<Siamo uguali, Xena. La stessa cosa... - Disse, quindi, Rhea. -
Lascia questi sciocchi, perché essere nemiche proprio tra noi?>>
Per tutta risposta, la Principessa Guerriera riafferrò la spada.
Era stufa di tutte queste proposte di vita bellicosa al fianco di
esseri ancora più bellicosi.
Rhea contorse il volto in un'espressione che sembrava voler dire "me
l'aspettavo", quindi chiamò a gran voce <<Nerone!>> ;al che
l'imperatore comparve subito.
In quel mentre, la Dea, allargò le braccia, creando un turbine di
scintille entro il quale scomparve, con Xena.

<<Madre !>> gridò Solan, stupito *Dannazione ! Quella strega l'ha trascinata chissà dove ! Resisti madre !* pensò il giovane guerriero. I soldati partirono all'attacco e Solan impugnò la spada e combatté eroicamente. Quasi esaltato dalla battaglia, pensò * Finalmente un po' d'azione dopo essere stato fermo in quella cella tutto questo tempo.* Continuava a colpire i suoi nemici. Si voltò verso Gabrielle, Katuris e Varia e vide che anche loro si facevano onore nello scontro. * Ma Nerone, dove diavolo è ?* si domandò Solan.

<<Maledizione !>> gridò Nerone, irrompendo nel salone con alcuni centurioni <<Voi occupatevi di Katuris. Fermate quella traditrice e datele una morte lenta ! Voi invece occupatevi di Gabrielle e di quella sciocca amazzone ! E voi fermate il figlio di Xena. Voglio la sua testa, su un piatto d'argento, la metterò vicino a quella della madre che mi porterà la cara Rhea. Ah ! Ah ! Ah !>> disse, ridendo crudelmente l'imperatore.

Katuris fece roteare la spada in aria <<Nerone, non sarà così facile
sconfiggermi!>> urlò rivolta all'Imperatore.
Poi con un sorriso beffardo disse alle guardie che le stavano
andando incontro <<Davvero siete pronte a sfidare il vostro
comandante? Bè... come volete!>> e sferrò il primo colpo.

Solan colpì i suoi avversari e poi si lanciò verso Nerone.
<<Dannato ! Finchè non ti avrò ucciso, io non morirò !>> gridò, furioso, al suo avversario.
Nerone si trovava ora solo contro il figlio di Xena. Le sue guardie del corpo erano state eliminate da Katuris. <<Non riuscirai a colpirmi. Non riuscirai a colpire la gloria di Roma ! E soprattutto penso che a quest'ora Rhea stia facendo a pezzi tua madre !>> disse, ridendo crudelmente, Nerone.
Solan, infuriato, attaccò il folle imperatore, dandogli subito del filo da torcere.
Il giovane guerriero guardò per un momento, Varia e ripensò al momento in cui la vide piangere davanti ai corpi delle sue sorelle amazzoni.
<<Maledetto ! Ti renderò la stessa fine indegna che hai fatto fare a tanti innocenti !>> gridò Solan contro Nerone, mentre lo colpiva.
L'imperatore cadde a terra, ferito. Supplicò il figlio di Xena :<<Ti prego ! Non uccidermi !>>
Il giovane guerriero puntò la lama della spada contro il collo dell'avversario, facendogliene sentire la punta. *Dannazione !* pensò, alzando la spada.
Nerone si alzò in piedi, e fuggì di corsa seguito dai pochi tirapiedi che gli erano rimasti.

Rhea aveva trascinato Xena in un limbo fuori dalla realtà comune, un
piccolo universo assestante, come quando Ares aveva fatto combattere
lei e Gabrielle contro Marzia.
Le due avversarie avevano gli occhi puntati l'una sull'altra, non
volevano perdere neanche un movimento reciproco. Entrambe avevano
capito chi si trovavano di fronte.
Rhea, dal canto suo, sentiva d'avere una gran marcia in più:
l'immortalità.
Ma non era certo una sprovveduta e la fama di killer di Dei di Xena,
era giunta anche alle sue orecchie.
Stufa dell'attesa, Rhea sferrò il primo colpo, violento e forte che
la Principessa Guerriera, però, parò abilmente.
Così proseguì per un po'... Le due guerriere dall'identico aspetto
attaccavano e si difendevano con pari forza ed abilità.
Avrebbero potuto continuare ore, giorni, senza che una prevalesse,
fino a quando la stanchezza non avrebbe prevalso su una di loro.
Ma, improvvisamente, Rhea decise d'usare i propri poteri e colpì
Xena, scaraventandola a terra, disarmata.
La Principessa Guerriera s'alzò di scatto ma Rhea era già li vicino a
lei. Xena indirizzò un pugno verso la Dea che incassò e rispose a sua
volta, colpendo Xena allo stomaco. Altri due colpi partirono dalla
Principessa Guerriera, con potenza, verso Rhea che, però, stufa
afferrò con violenza il braccio di Xena, storcendoglielo verso
l'esterno. Si sentì uno scricchiolio di ossa ma la guerriera si trattene
dal dare la soddisfazione a Rhea di sentirla gemere per il dolore
anche se, sicuramente, il braccio era rotto.
<<Perchè t'ostini su questa via, Xena?!>> Esclamò Rhea, tenendo salda
la guerriera per il braccio. La teneva con così tanta forza che il corpo di
Xena era praticamente aderito, di spalle, a quello della Dea.
Le due erano così vicine, che Xena sentiva il respiro di Rhea sul
collo, i suoi muscoli tesi sotto alle vesti ed il suo sguardo che la
scrutava insistente.
Ma la Principessa Guerriera notò anche che la piccola fessura spazio-
temporale si stava lentamente richiudendo. Così raccolse tutte le
proprie energie e si liberò dalla presa.
<<Perchè è la via giusta.>> Rispose, quindi, colpì con forza la
Dea che si piegò, mentre Xena, caprioleggiando, saltò fuori da quel
limbo, mentre la finestrella si chiuse alle sue spalle, lasciando
Rhea intrappolata nella sua stessa trappola.

<<Xena!>> disse Katuris, raggiungendola.<<Stai bene?>>.
Intanto le guardie, vedendo che Nerone era fuggito e che Rhea era
scomparsa, scapparono lasciando cadere a terra le loro spade.

<<Sì, tutto bene, grazie. - Rispose Xena, sistemandosi la spalla
lussata. - Rhea sarà occupata per un po'>>

Katuris si guardò attorno, il palazzo di Nerone era avvolto in un
tetro silenzio.
Si voltò verso il gruppo e disse <<Questa volta è andata bene, ma
sono sicura che Nerone prima o poi tornerà e quando lo farà sarà
pieno di odio e di vendetta nei nostri confronti, guardatevi alle
spalle, amici miei>>.
Ripose la sua spada nel fodero e continuò <<Andiamo nella sala delle
grandi cerimonie, vi offrirò un banchetto con i fiocchi, poi domani
mattina ci saluteremo, ognuno andrà per la sua strada>>.
Il gruppo si allontanò nell'oscurità, mentre fuori, oltre le grandi
finestre la luna splendeva ancora alta.





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