La
corona della gloria
di
Shalna
Bury
me beside the endless sea, raise ashes to the wind
Remember things I conquered in my time, quench my funeral
pyre with wine
Open your eyes and see me, running faster, running far
Open your heart and feel me, catch the light beyond the stars
Flesh and blood affirm the freedoms gain,
Are we born to live again?
I'll
never die while the light races over my head,
I can see where we are
I will defy no respite from the challenge of war,
Crown of Glory Unscarred
Gaze at the sun unblinking, go where only eagles dare
Strike now while life is in you,
before the darkness eats your soul
Touch me now and feel your strength return…..
Questo
titolo mi è stato ispirato alla nota canzone dal titolo “The
Crow of Glory” del gruppo epic metal i “VIRGIN STEELE”.
INTRODUZIONE
Per
scrivere questa fanfiction mi sono ispirata in particolare alle puntate
“Seeds of Faith” e all’ultima puntata della sesta
serie di XENA “Friend in Need II”.
Dico subito che i personaggi principali sono Ares, Xena e Gabrielle;
ci sono alcuni particolari sull’eterno legame tra Ares e la Principessa
Guerriera oltre che ad un ipotetico rapporto Ares-Gabrielle.
Prima di scrivere questo racconto ho letto molte fanfictions in italiano
e in inglese quindi cercherò di non copiare nessuno e di scrivere
qualcosa di diverso e nuovo. La maggior parte del ff partono dal presupposto
di un ritorno in vita di Xena; ho visto che sono state scritte intere
serie partendo da questa possibilità, anche delle serie in italiano
e SE INVECE XENA NON POTESSE PIÙ TORNARE IN VITA?
Questo è il mio punto di partenza.
Inoltre credo che fra tutti gli argomenti trattati riguardo ad un personaggio
come Ares, il meno messo in risalto sia proprio quello riguardante il
suo “Spirito Guerriero”. Ares è un personaggio al
quale giustamente ho dato maggiore rilievo e spessore, perché
trovo che abbia subìto dagli stessi autori soventi “maltrattamenti”
che l’hanno reso uno “sbruffone incapace” ( specialmente
nella serie HERCULES ) e a volte un “patetico seduttore”
in Xena e tutto ciò per dare maggiore risalto alle protagoniste
femminili; insomma un modo per rendere ridicola la virilità.
Questa descrizione del personaggio Ares è andata avanti anche
dopo, quando si è evoluto e non aveva più ragione quindi
di comportarsi a quel modo.
Questi motivi sono tra quelli che credo abbiano spinto molti a scrivere
fanfictions ( in italiano ammiro molto quelle che rispettano i personaggi
per come sono nella serie, ma purtroppo le migliori rimangono quelle
in inglese, anche se alcune grazie a pazienti e appassionati traduttori,
sono riuscita a leggerle in italiano: Thanks to Reychan!)
Con queste mie opinioni personali non voglio dire che la serie Xena
non mi sia piaciuta, anzi ho seguito tutte le puntate anche quelle prive
dei miei personaggi preferiti. Trovo anche che Xena come personaggio
abbia raggiunto il successo proprio perché lei è il perfetto
prototipo di quello che gli alchimisti definivano “l’androgino”,
cioè una sintesi tra le qualità sia maschili che femminili.
Questa mia breve storia ha lo scopo di cercare di dare un contributo
al personaggio di Ares e un maggiore equilibrio alle vicende dando uguale
spazio tanto quanto“all’essere un guerriero” al femminile
che al maschile.
Aggiungo che una delle cose più difficili da rendere in un racconto
scritto è certamente versatilità della mimica facciale
di un attore straordinario quale era Kevin Smith, che ringrazio di cuore,
dovunque sia, per questo personaggio.
Con questa fanfiction non voglio infrangere nessun copyright ne ho nessuno
scopo di lucro.
Shalna
Accetto
commenti; inviateli a mars2@hotmail.it
CAPITOLO I
“The
Pain of Gabrielle”
“Il Dolore di Gabrielle”
Erano trascorsi alcuni giorni da quando Gabrielle si era imbarcata su
quella galea che l’avrebbe portata in Egitto dove cercavano una
fanciulla con un Chakram; quel viaggio avrebbe dovuto intraprenderlo
assieme a Xena.
Nel tardo pomeriggio era salita sul ponte tenendo tra le braccia l’urna
con le ceneri di Xena. Se stava sulla balaustra a fissare il mare. Non
Riusciva a scendere in cabina perché guardare l’enorme
distesa salina, che in alcuni punti assumeva un colore blu intenso e
brillante riflettendo i raggi del sole, le dava un poco di sollievo.
Il mare le donava la sensazione di poter sprofondare nello sguardo di
Xena, scendere nella sua multiforme anima fatta di luci e di ombre.
Lei era stata il suo punto di riferimento e adesso che non c’era
più si sentiva persa.
Il primo giorno di navigazione aveva sentito la voce di Xena nella testa,
aveva avuto la vivida impressione che le fosse accanto e che le avesse
detto:"Ovunque tu vada, io sarò al tuo fianco.", ma
nei giorni successivi quella presenza era scomparsa, non riusciva più
a sentirla e lei era scivolata pian piano nello sconforto più
nero.
Aveva deciso di intraprendere quel viaggio perché così
le aveva detto Xena, perché così lei avrebbe fatto. Gabrielle
era consapevole di essere “l’Erede di Xena” ed era
la cosa giusta che tutto ciò che lei era stata, ciò che
le aveva trasmesso fosse portato avanti con forza e risoluzione.
Già… FORZA, che non aveva in quel momento, si disse, con
rabbia stringendo il pugno con tanta violenza da conficcarsi le unghie
nella pelle e da ferirsi. Si odiava così tanto, si sentiva così
incapace…!
Il sangue incominciò a scorrerle lungo il polso fino a scendere
sul ponte ligneo. Le ginocchia le si piegarono e si lascio cadere a
terra; non ce la faceva più stava ancora male. Aveva posato a
terra l’urna, con tutta l’attenzione possibile che quello
stato le permetteva e portate le gambe al petto aveva ricominciato a
piangere. Aveva creduto di non avere più lacrime e invece…
Quella era un’eredità troppo grande per lei…troppo
grande era il dolore per affrontarlo da sola.
“Volevo essere come lei, essere forte come Xena! “ aveva
urlato all’improvviso battendo i pugni sulle assi di legno e agitando
la testa dai corti capelli biondi che disordinatamente le ricadevano
sul volto bianco e rigato di lacrime. “Perdonami, Xena senza di
te io non ce la faccio!”Aveva aggiunto con tristezza.
Il sole tramontava tingendo di rosso il mare, mentre una mano d’uomo
forte e dalle dita allungate si posò sulla spalla di Gabrielle.
Fu un tocco gentile che fece smettere al corpo di lei di essere scosso
dai singhiozzi.
Gabrielle alzò il capo biondo girandosi per guardare verso di
lui. Ares aveva il capo avvolto in un cappuccio che gli ombreggiava
lo sguardo e il viso, aveva un lungo manto sulle spalle che gli scendeva
fino ai piedi a coprirgli il possente corpo.
“Cosa vuoi? Che sei venuto a fare?”
Gabrielle gli rivolse quelle parole con rabbia. Ares, da quando era
tornato ad essere il ” Dio della Guerra” si era comportato
nuovamente secondo il suo ruolo, ingannando le amazzoni e mettendo in
pericolo ancora una volta la vita di Eve. Ares era certamente cambiato
in seguito alla sua esperienza umana, ma il mondo aveva pur sempre bisogno
di un “Dio della Guerra” e lui si comportava seguendo la
sua natura.
“ Ero curioso di sapere che cosa avresti fatto adesso…so
che stai andando verso le terre Egizie per una nuova missione; non vedo
l’ora di trovare il modo di metterti il bastone fra le ruote!”
Esclamò Ares sorridendo sarcastico, anche se un attento osservatore
avrebbe detto che questa volta, il suo sarcasmo era fin troppo forzato.
“Sei il solito bastardo, Ares!” Gli urlò Gabriele
alzandosi in piedi con il viso in fiamme pieno di rabbia.
“ Io mi stavo chiedendo: come mai “l’Erede di Xena”
si arrende così facilmente e piange come una femminuccia! Io
credevo non fossi più quella ragazzina che Xena raccolse per
strada a Potidea! E invece…”
Gabrielle afferrò il chakram che teneva al fianco e con una mossa
fulminea del braccio glielo puntò al collo.
“ Smettila!” Gli occhi verdi di lei erano minacciosi.
Lui allargò le braccia e sogghignando disse: “…E
invece stai buttando via così, tutti gli anni che Xena ha trascorso
con te; sarebbe davvero uno spreco lasciarsi morire nel proprio pianto
e nell’inerzia! Non mangi, non bevi, non dormi! Per un guerriero
il massimo dell’onore è morire al culmine della battaglia,
nel fuoco, con il fragore delle lame nelle orecchie e nel sangue del
nemico combattuto! Cosa direbbe Xena di te adesso? Lei è morta
con onore, nel modo più glorioso per un guerriero! ”
Quelle parole fecero ribollire il sangue a Gabrielle, lui non poteva
permettersi di parlarle così e lo attaccò con impeto.
Ares schivava i colpi con non curanza dicendole: “Cos’è
? è tutto qui quello che sai fare, piccola Gabrielle?”
Lui le apparve dietro alla spalle quando le disse “ Senza Xena,
tu non sei in grado di fare niente da sola?”
Gabrielle urlò in modo spaventoso scaraventandosi su di lui e
conficcandogli il chakram nel petto che lo trapassò ma senza
fargli alcun male; il corpo immortale di lui non poteva essere ferito
da armi umane.
Gabrielle al culmine della rabbia gli disse: “Non osare pronunciare
più quel nome !!!” Avendo perso il chakram prese a battere
i pugni bianchi sul petto di lui” Smettila non devi nominarla
più! Tu che dicevi di amarla abbi rispetto!”
Lui parve solo per un attimo avere un cedimento, quando rispose”
Ti dico queste cose proprio perché ho rispetto per lei! E…”
Ares quasi non riusciva più a fingere; il ruolo del sarcastico
tentatore in quella circostanza stava risultando per lui fin troppo
pesante da sostenere, ma doveva resistere, lo doveva fare per Xena,
non poteva mostrare il suo dolore.
“Gabrielle, non combattere me, combatti il tuo dolore; adesso
è questa la tua battaglia!”
Lei lo guardò negli occhi e smise di colpirlo con i pugni, schiudendo
le labbra fini. Gab avrebbe voluto colpirlo ancora, le balenò
l’idea di afferrare i sais, ma non lo fece ubbidendo ad un impeto
più profondo, si strinse a lui esausta e priva di volontà.
La donna poggiò la testa su quell’ampio petto massiccio
e gli cinse la vita con le braccia come se lui fosse l’ultimo
posto sicuro rimasto sulla terra. Gabrielle non riuscii a fermare le
lacrime che scaturirono ancora, come un fiume che aveva rotto tutte
le barriere.
Ares per nulla sorpreso posò l’ampia mano atta alla spada
sul capo biondo di lei e con l’altro braccio le cinse le spalle
lasciate scoperte dalla veste per tenerla strettamente a sé.
Il dio realizzò in quell’istante che forse era lui ad avere
maggiore bisogno di lei a causa della sofferenza che provava per la
morte di Xena; anche lui si sentiva smarrito, sapeva che l’unica
cosa che avrebbe potuto salvare lui e Gabrielle era il fuoco della battaglia.
Lui non poteva permettere che quel fuoco che Xena aveva alimentato con
tanto ardore si spegnesse; lei non avrebbe mai voluto che il fuoco della
giusta battaglia scemasse fino a morire bagnato dalle lacrime della
tristezza impotente.
“Ares…io non dovrei, ma non ce la faccio più”
Cercava di dire Gabrielle con una voce appena udibile. Lui le accarezzava
la guancia e pensava che al confronto di Xena, Gabrielle era così
minuta tra le sue braccia, adesso che aveva abbassato le barriere e
così fragile, priva di difese, gli parve una bambina da consolare.
Gab aveva alzato il capo per guardarlo negli occhi. Gli occhi scuri
di lui le sembrarono molto più profondi di quanto le era parso
in precedenza; erano pienamente umani, no, più che umani. Gli
occhi di Ares erano colmi di compassione per lei, non di pena, ma di
vera compassione.
La donna sapeva che anche lui stava soffrendo, ma in che misura non
sarebbe stata in grado di stabilirlo. Gabrielle sentii che avrebbe voluto
dire o fare qualcosa per lui per lenire in qualche modo la sua ferita,
ma in quel momento non era in grado di compiere un‘azione simile,
era troppo esausta. L’unico gesto che riuscì a compiere
verso di lui fu di alzare una mano e di accarezzargli la guancia sentendo
ruvida sotto i polpastrelli la barba scura. Infine Gab, affondando le
unghie nelle braccia muscolose di lui, disse: “Ares, perché
doveva accadere questo? Io e lei abbiamo affrontato tutto insieme, spalla
a spalla, al punto che avevo creduto che saremmo invecchiate insieme…oppure
morte insieme…io non posso stare senza di lei!”
Gabrielle cominciava a sentire un lieve sollievo nella stretta delle
muscolose braccia di lui; si disse che non c’era nulla di malizioso
in quello che stava provando.
All’improvviso Ares vide che gli occhi verdi e chiari di Gabrielle
si erano stretti esprimendo tanta disperazione al punto che dentro lui
si mosse qualcosa, quando lei gli chiese urlando:” Perché
non l’hai fermata usando i tuoi poteri? Perché non le hai
impedito di compiere la sua ultima battaglia?”
Ares le rispose con uno sguardo che non ammetteva repliche” Che
domande? Tu la conoscevi meglio di me; nessuna cosa al mondo avrebbe
potuto farle cambiare idea dal momento che aveva preso una decisione…ne
tu e ne tanto meno io. Capisco, che tu sia fuori di te, ma è
assurdo che sia proprio tu a dirmi queste cose! Capelli d’Oro,
eri tu quella che aveva maggiore influenza su di lei! Per questo motivo,
io ammetto, ti averti sempre un po’ invidiato!” Ares aggiunse
questo con una lieve smorfia che voleva sembrare un sorriso; cercava
di alleggerire la conversazione, ma dubitava che ci sarebbe riuscito.
Infatti, Gabrielle continuò con un tono sempre più concitato:
“Ares, non posso credere che tu non abbia nemmeno provato a fermarla,
ti conosco!”
“Certo, che ci ho provato a fermarla, non ti posso mentire su
questo punto. Comunque, come vedi, è stato tutto perfettamente
inutile…” Ribadì scuotendo la testa e schiudendo
la bocca lasciando la frase in sospeso.
Gab abbassò il capo; questa volta sentiva che non poteva rimproverare
nulla a lui e si sentiva anche così stanca.
“ Smetti di tormentarti ormai non c’è più
nulla da fare…se non ricominciare e andare avanti” Le sussurrò
Ares.
“ Io non riesco a continuare la mia esistenza senza di lei!”
Urlo ancora Gabrielle con quanto fiato le era rimasto in gola.
“ Certo, invece che puoi!” Esclamò lui con un espressione
decisa in volto” Devi pensare che lei ha agito nel modo migliore
possibile, che con la più grande delle sue imprese lei si è
guadagnata la “Corona della Gloria”ed è giusto che
lei abbia la sua giusta ricompensa nel luogo dove è adesso!”
Nel momento in cui Ares aveva pronunciato “Corona della Gloria”a
Gabrielle era parso di aver scorto un brillio sconosciuto negli occhi
di lui, che le aveva acceso qualcosa dentro. Quella sensazione però
scemò in lei inghiottita dalla disperazione e un’altra
idea le si fece prepotentemente strada nella mente.
Ares notò che all’improvviso gli occhi di Gabrielle si
erano come illuminati“ Tu, Ares sai dove Xena è adesso,
vero? Io penso che sia nei campi Elisi…tu potresti riportarla
indietro, sei un dio dopotutto, potresti conoscere qualche prodigio
per ridarle di nuovo un corpo…!!”
Ares aveva schiuso le labbra per risponderle, ma esitava a farlo. L’aveva
presa per le spalle con decisione e quell’espressione insana sul
volto di lei lo esortò ad essere cauto; il dio temeva che la
donna stesse per perdere la ragione. “Gab…io non posso riportarla
indietro” -diceva lentamente Ares-” i poteri degli dei si
sono affievoliti a causa del “Crepuscolo”. Tu, sai che che
Ades è morto; ebbene, anche il suo regno si è dissolto
con lui, perciò il regno dei morti come lo conoscevano i Romani
ed i Greci non esiste più. Le anime dei defunti adesso prendono
altre strade, quella degli Inferi dove sono i demoni, o quella dei Cieli
o eventualmente la via di un luogo di Purificazione e questi due, come
ben sai, sono gestiti dagli Angeli e dagli Arcangeli. Eppure, tu, che
hai seguito la via degli insegnamenti dell’Amore, dovresti sapere
queste cose meglio di me…”
Gabrielle abbassò il capo, si scostò da Ares e girandosi
disse” No, non è possibile questo! Potresti provare a raggiungerla
almeno, portarle i miei messaggi”
Ares scosse il capo e con voce ferma e seria disse: ” No, non
posso farlo, anche se lo volessi. Non ho accesso a quelle dimensioni;
sono troppo alte per me. Lei ci ha superati in tutto. L a nostra aspirazione
adesso deve essere soltanto quella di cercare di uguagliarla nell’operato”
Se soltanto Gabrielle fosse stata nel pieno delle sue facoltà
mentali avrebbe compreso immediatamente che l’Ares che aveva di
fronte, che stava cercando di lenire il suo dolore senza seconde finalità,
era non solo cambiato, ma maturato e divenuto saggio; tutto ciò
era potuto accadere solo per mezzo di Xena.
A quel punto Gabrielle disse: ”Lasciami sola, Ares ho bisogno
di riposare”
Lui annuì ”Va bene, ma sei sicura di voler star sola?”
“Sì, vai! ”
Ares disparve, ma in reltà si rese soltanto tuttuno con la notte
e non visibile agli occhi di Gabrielle; stette lì a osservarla.
I sospetti di Ares non tardarono a realizzarsi infatti la donna vistasi
sola si precipitò verso la balaustra della nave e con una mossa
fulminea fece un balzo e vi fu sopra in piedi. Lui immediatamente la
afferrò per le spalle trattenendola perchè lei stava già
lasciandosi cadere nel mare nero.
“No, Gabrielle, non farlo!”
“Lasciami, Ares…non voglio più vivere!”
Ares sfiorava con le labbra i biondi capelli di lei quando disse:
“Adesso sei confusa…lascia stare!”
“No, voglio andare da lei…!”
Lui le disse questo, con una voce particolarmente risoluta” No,
Gabrielle, non è questo il modo! Non la raggiungeresti mai così…no,
sarebbe perfettamente inutile!”
Gabrielle aveva capito. Ares la sollevò lentamente prendendola
in braccio accortosi che lei era esausta e inebetita per le troppe emozioni.
Ella non protestò per quel gesto. Poco dopo, lui trasferì
entrambi nella cabina di lei sottostante.
Sdraiò Gabrielle sul giaciglio e tenendole le mani le disse:
”Dormi, Gabrielle, io ti dono il dolce sonno, ti assicuro che
domani mattina alla luce di una nuova alba tutto andrà meglio.
Sono sicuro che ritroverai la forza dentro di te. ”
La donna non era in grado di opporsi e accettò quel dono che
lui le faceva. Quando Ares impose le mani per addormentarla da esse
si sprigionò una tenue luminescenza azzurrina. Fatto questo il
dio si tolse il manto nero che indossava e con quello la coprii con
cura, donde evitare che l’umidità potesse nuocerle. Ares
ripose l’urna con le ceneri della Principessa Guerriera a terra,
accanto al giaciglio di lei e si materializzò altrove dicendo
a sé stesso: “Xena, mi occuperò di Gabrielle e la
proteggerò come mi hai chiesto di fare. È l’unica
richiesta che mi hai fatto da quando ci siamo incontrati e ti giuro,
sul mio onore, che la porterò a termine.”
Capitolo
II
“God
of War’s Tears”
“Le Lacrime del Dio della Guerra”
Xena correva tra gli alberi quando Ares le si materializzò dinnanzi
arrestando la sua febbrile corsa verso il luogo dello scontro.
“Bel completo! Te lo potresti mettere la prossima volta che usciamo
insieme!” Aveva esclamato Ares con il suo solito tono sarcastico,
con le palpebre abbassate malizioso e sornione intento ad osservare
il bel corpo pieno e muscoloso di lei in quella nuova corazza in stile
cinese. Lo sguardo di Xena che Ares incrociò non era aggressivo
come si sarebbe aspettato che fosse, ma colmo di una rassegnata malinconia,
tanto che Ares si tolse all’istante quel ghigno che aveva sotto
i baffi scuri e divenne immediatamente serio.
“Cosa vuoi, Ares?” Gli chiese Xena.
Lui si avvicinò “Credevo che non ci sarebbero stati più
situazioni di questo genere e nemmeno segreti…dopo quello che
è successo tra noi, l’ultima volta che ci siamo visti,
Xena!” Esclamò lui ritornando ad essere solo per un istante
il sarcastico seduttore di sempre, scandendo quelle parole con le sue
labbra carnose cercando di essere il più sensuale possibile.
Il dio avrebbe voluto aggiungere qualcos’altro tanto che rimase
con le labbra schiuse, ma non vi riuscì perché Xena l’aveva
disarmato con sguardo.
Lui era pronto a ricevere un qualche insulto; si videro i segni del
suo nervosismo perchè ai due lati della bocca gli si formarono
delle fossette.
“Ares, ti prego…di perdonarmi per quello che…ma io
adesso devo andare e questo è un addìo!”
Le pupille di lui si dilatarono e alzò le sopracciglia in modo
inverosimile; tanto era sorpreso e dopo pochi attimi di pausa lui le
disse serio:” Tu, non devi farti perdonare niente, qualunque cosa
tu faccia contro di me adesso, non sarà mai tanto grave rispetto
a ciò che io ti ho fatto in passato!”
Xena si avvicinò a lui e gli posò le dita sulle labbra
per invitarlo a smettere di parlare:” No, questa volta sono io
a fare torto a te, perché con quello che è accaduto quella
notte tra noi, qualche settimana fa, io ti ho dato delle illusioni.
Questo mio comportamento nei tuoi confronti è stato sbagliato,
è stato un errore…” Xena abbassò la testa
di capelli neri, fecendo una pausa e lui poteva vedere che lei era veramente
avvilita in volto. Ares voleva controbattere, ma Xena non glielo permise.
“No, ti prego non dire niente. Io non avrei dovuto lasciarmi andare
con te quella notte. Ora, forse, non capisci, ma io ti ho illuso! Noi
non potremo mai vivere insieme, non saremo mai una coppia e nemmeno
combatteremo fianco a fianco e comunque mai avremmo potuto farlo! Oltre
a tutto ciò adesso, il MIO SACRIFICIO è necessario ed
anche profondamente giusto!”
Ares allora si liberò la bocca dalle dita di lei afferrandole
saldamente il polso “…E se io te lo impedissi?” Le
chiese lui con una voce profonda e tanto autoritaria che lei si meravigliò
perché mai lo aveva sentito parlare a quel modo.
“Non puoi farlo! Perché io voglio andare!”Disse Xena:
“Perché io ho deciso e tu non saresti in grado di fermarmi!”
Ribadì Xena con tutto il fiato che aveva in gola.
“ No, non sfidarmi”Lo sguardo di lui divenne cupo e minaccioso
“Io, non voglio perderti!” Urlò il dio con voce tanto
autoritaria che Xena ne fu scossa. Lei aveva lottato con lui innumerevoli
volte da dio e da uomo, ma mai lo aveva visto così deciso e minaccioso.
Lo sguardo di Ares era di fuoco si accorse lei, quando si arrischiò
a fissarlo; era quello che sentiva il POTERE di Ares, del “Dio
della Guerra” ? Quel potere attraverso il quale lui aveva indotto
e guidato folle di eserciti a gettarsi nella mischia della battaglia?
E se quello era il suo potere perché solo adesso glielo mostrava?
Allora non aveva mai combattuto con lei per davvero!? Non aveva mai
voluto sul serio farle del male? Mai danneggiarla veramente…?
La risposta che Xena si diete a quelle domande fu unica: sì.
Quel potere che sentiva in quei momenti era l’ombra di ciò
che lui le aveva mostrato in passato; quel potere era capace di penetrarle
dentro, fin nello Spirito!
Il dio, l’aveva stretta in una morsa guerriera afferrandola per
le spalle “Ares, ti prego, lasciami”Aveva sussurrato lei
ansimando; le pareva che il suo corpo fosse avvolto dalle fiamme, la
voce le moriva in gola e riusciva a stento a parlare. Che cosa era quel
potere? Perché mai, Ares non l’aveva usato davanti a lei
o contro di lei? Perché solo in quel momento?
“Non andare, Xena io te lo impedirò, questa volta, ad ogni
costo!” Esclamò lui con espressione terribile in volto,
da guerriero che attacca un nemico con determinazione. I muscoli delle
braccia di lui erano gonfi e tesi e anche il torace pareva perfettamente
ritto e rigido come quello di una statua di marmo.
“ Ares, che succede, cosa mi stai facendo?”Chiese Xena che
riusciva a muoversi; il suo intero corpo era bloccato e non poteva difendersi,
ne tanto meno attaccare. Xena si chiedeva febbrilmente: lui in tutti
questi anni mi ha lasciata sempre vincere? Non ha mai usato la sua vera
forza con me? Lui aveva incassato sempre tutti i colpi sia fisici che
morali che lei gli aveva inflitto senza opporsi? Per che cosa? A quale
scopo?
“ Xena, io senza di te non posso vivere. Non posso lasciare che
tu vada di nuovo a farti uccidere” Continuò Ares”
Tu lo sai, no? Ti ho lasciata sempre libera di fare le tue scelte! Mi
maltrattavi…mi disprezzavi…mi stava bene! Esclamava lui
con uno sguardo insano in viso e con un sorriso ironico con il quale
derideva se stesso, scuotendo il capo e facendo dondolare in lungo orecchino
d’acciaio e argento che portava al lobo sinistro.
“Hai voluto morire sulla croce con Gabrielle; avresti potuto chiedermi
aiuto, non l’hai fatto, eppure io ero lì, avevi scelto
di morire e mi stava bene! Anche quando hai scelto di salvare Eve, appena
nata e mi hai quasi ingannato con quella messa in scena di morte…e
anche allora ti avevo offerto esplicitamente il mio aiuto, un figlio
nostro, la salvezza e hai rifiutato. Ti dirò ancora che mi stette
bene anche quello, eppure quando ti ho sepolta con le tua amica, nel
ghiaccio io ho provato uno strazio tale, che per una divinità
è una vergogna, eppure ti ammiravo allo stesso tempo per il tuo
valore, ma lasciamo perdere. Io, in tutti questi casi avrei sempre e
dico sempre, potuto intervenire e fermarti, ma come hai visto ho rispettato
le tue decisioni.
Lo sai, il perché profondo per quale non sono mai intervenuto?
Non è solo per il rispetto che avevo per la tua anima fiera,
ma era anche perché ero convinto che tu non provassi niente per
me…niente di più di quello che una bella donna possa provare
per membra di un uomo con le mie fattezze; per i miei muscoli e per
il mio corpo che sembra scolpito. Ero convinto che tu non avresti mai
visto al di là di questo e la di là dell’ aggressività
che mostravo…che era determinata anche dal fatto che ero, che
sono, il Dio della Guerra.
Io ero, inoltre, convinto che tu amassi lei e che eri in grado di vedere
lei soltanto…”
Ares voleva continuare, ma non vi riuscii perché Xena, lo guardò
con quei suoi occhi di ghiaccio talmente avviliti che lui ebbe un tuffo
al cuore e diminuì la radiazione di potere in modo da farle meno
male per permetterle di parlare: “ Tu non hai mai usato la tua
vera forza con me?” Gli chiese Xena
“ Questo non ha importanza, Xena”Le disse lui
“Sì, che ce l’ha invece…Tu hai preferito che
io per tutto questo tempo mandassi a monte i tuoi piani, piuttosto che
usare la tua vera forza contro di me per annientarmi una volta per tutte;
giusto?”
“ E tu quando ne hai avuto la possibilità, mi hai ucciso
forse? Hai ucciso gli altri dei, senza scrupoli, ma non me! Perché?”
“Se avessi tentato di ucciderti davvero, tu, usando queste tue
capacità nascoste, ti saresti opposto!”
“No, Xena; io mi sarei fatto uccidere da te, se tu lo avessi voluto!”
“Perché adesso stai usando il tuo vero potere e non mai
prima, rispondimi?” Gli chiese lei stringendo gli occhi in preda
ad un dolore sia fisico che morale.
“ Perché io voglio fortemente che tu rimanga con me. Quello
che ho sentito in quell’unica notte che abbiamo passato insieme,
quello che ho sentito io penso che sia lo stesso che hai provato anche
tu; quella completezza io non l’avevo mai provata…e considera
che la mia vita è stata lunga, più di quando un uomo comune
possa sopportare! Come posso abbandonare ciò che stavo cercando
da sempre? Come puoi chiedermi questo sacrificio? Solo tu puoi comprendermi,
Xena!
Xena dovette abbassare lo sguardo, non riusciva a guardarlo negli occhi.
Non voleva vedere il suo bel volto, mentre irradiava quella luce di
sincerità e di Verità che mai si sarebbe sognata di vedere
proprio in lui. Oh, se lo avesse guardato non sarebbe stata più
in grado di muovere più un passo e sarebbe rimasta con lui, con
quell’Ares che era più forte di lei, che non aveva mai
conosciuto, che sapeva che avrebbe potuto amare.
“Xena, guardami, ti prego e dimmi che hai provato anche tu quello
che io ho provato quella notte; quella completezza…! Lasciati
tutto alle spalle e resta con me, non hai alcuna responsabilità
verso quelle anime. Fa come se fossi davvero morta e rinasci con me…anche
io rinascerò con te e per te! “
“No, Ares, io non posso. Io devo riscattare me stessa, è
la mia occasione per chiudere per sempre con il mio orribile passato!
È la mia decisione, è la CORONA della GLORIA! Ti prego
non ragionare da uomo; come dio della guerra, sai benissimo, forse meglio
di me, cosa questo vuol dire!” Esclamò lei adesso alzando
la testa, con un’espressione talmente risoluta in volto che lui
si sentii spezzare qualcosa dentro. Lui si sentii già sconfitto.
“ Xena, so cosa vuol dire. Comprendi il mio punto di vista e il
mio dolore, come farò senza di te a sopportare questo infinito
tempo che ho di fronte a me. Una lunga e tediosa vita vuota ed immortale
senza di te. Io non posso morire e non posso vivere senza di te!”
Ares si sentiva disperato e in volto divenne terribile, quando un’altra
ondata potente di potere attraversò il corpo di Xena quasi a
stordirla del tutto. No, Xena, anche se lo voleva con tutte le sue forze
e tentasse di farlo non riusciva a liberarsi e non avrebbe potuto respingere
i suoi attacchi. Ares le avrebbe impedito di andare questa volta.
“Ares, ti prego, perdonami, ma se mi ami, come dici devi rispettare
la mia decisione! Perciò…” Aggiunse la donna corvina
con un fil di voce “Lasciami andare!”
Lui avrebbe voluto trattenerla, ma le parole della donna che amava erano
chiare. Lei gli aveva insegnato ad amare e l’unica cosa che poteva
fare era ancora una volta, per l’ultima volta, lasciarsi vincere
da lei.
Ares, la lasciò, l’energia che aveva avviluppato in una
morsa il corpo di Xena la abbandonò. La donna-guerriera cadde
in ginocchio, esausta e lui si chinò ad abbracciarla” Perdonami,
perdonami…Sono sicuro che mi pentirò di quello che sto
facendo, ma non posso toglierti la splendida libertà del tuo
Spirito; ti toglierei l’indomita bellezza di cui mi sono innamorato!”
Xena, da quando lo conosceva, non si era mai sottomessa a lui e tanto
meno a nessun altro uomo. Non aveva mai cercato neanche una volta rifugio
in lui, ma questa volta, per la prima e l’ultima volta, fu vinta
e si buttò sul suo petto, per cercare il suo conforto. Xena non
si era mai affidata ad un uomo perché non ne aveva mai avuto
bisogno, era stata sempre in grado di cavarsela da sola. Alla fine della
sua vita però, le forze le stavano venendo meno ed aveva bisogno
per quegli ultimi istanti di un compagno. Il solo compagno in grado
di sostenerla era proprio lui, l’unico che la conosceva davvero
e a lui si affidò.
“Ares, stringimi forte, ho paura!” E lui la strinse forte
a sé come un uomo fa con una donna, mentre lei piange.
“ In questo momento io sarò per te non l’Ares l’uomo,
ma il dio e in questa veste io ti dico: raggiungerai LA CORONA della
GLORIA e i guerrieri e le guerriere del futuro cercheranno in te un
esempio e il tuo ricordo vivrà per sempre in loro. Morire combattendo
con onore per la Verità e per salvare gli altri è il massimo
grado che un guerriero possa raggiungere. È il giusto SACRIFICIO,
è la massima Gloria!
Lei sentendo quelle parole si senti riempire di un nuovo fuoco e si
aggrappò a lui ancora più forte appoggiando il viso alla
guancia di lui, cercando il suo calore a tutti i costi, dicendogli “
Non ti ho mai detto che se non ci fossi stato tu a contrastarmi, a farmi
da avversario, a darmi degli stimoli io non sarei migliorata tanto!
Non avrei capito tante cose, non mi sarei evoluta! So, che all’inizio
eri davvero malvagio, che se ti avessi ceduto sarei stata perduta in
te, ma qualcosa ti ha trattenuto sempre dal farmi del male davvero e
non solo a me, ma anche a Gabrielle ad Eve…lei era così
piccola e di lei so, che avresti potuto farne poltiglia con un gesto
del capo. Eppure non l’hai fatto…Perché?
Lui la teneva saldamente, ma allo steso tempo come un oggetto tra i
più preziosi al mondo, con la mano forte e dalle dita agili e
allungate le accarezzava la testa di capelli neri.
“ Perché ero così solo, Xena,! Quando nacqui, alle
origini della storia dell’uomo, avevo un animo così bellicoso,
anzi per usare aggettivi migliori ero terribilmente funesto e selvaggio,
portavo morte e distruzione ovunque andassi. Ero così solo…nulla
mi dava sollievo, fu così che pian piano imparai a costruirmi
una maschera per avvicinare gli altri, fossero essi uomini o dei. Sapevo
essere loquace ed ironico per guadagnarmi la compagnia degli altri dei
e degli uomini che poi conducevo a battaglia invece, con le donne sia
umane principesse e con le dee ero un seduttore incorreggibile e galante.
Afrodite soltanto tra tutti gli dei immortali, ha sempre compreso questa
mia solitudine, mi stava vicino; credo che a modo suo, arrivò
persino ad amarmi per un certo periodo, ma non poteva comprendermi a
fondo, perché lei non sapeva che cosa volesse dire avere un animo
guerriero. Eris (Discordia) poi, era soltanto un’insignificante
compagna di giochi…
In realtà sapevo che il mio animo di fuoco avrebbe potuto schiacciarli
tutti, gli dei, gli uomini, tutti. Il mio Potere può crescere
alto e irradiante, ma io ho deciso di pormi un limite da non superare
mai, se non in pochi casi estremi. Ho finto, per non rimanere solo.”
Xena ebbe compassione per lui e gli disse dopo averlo baciato:”
Perdonami, Ares, solo adesso io comincio a comprenderti!” Lei
continuò rimproverando a se stessa di non averlo mai capito”
Hai sempre preferito comportarti da perfetto imbecille piuttosto che…”
“Sì” Rispose lui sorridendo, mentre delle piccole
rughe gli si formavano intorno alla bocca e agli occhi che allo stesso
modo della bocca sorridevano. Il suo sorriso era bello e sincero e nulla
aveva a che vedere con il riso dell’Ares strafottente e sornione
a cui Xena si era abituata.
“Sì, Xena, “Luce della mia cupa vita”, sì
ho preferito farmi prendere a calci da te, ho preferito perdere…ho
preferito amare! Questo è il io segreto e tu sola lo sai.”
Xena commossa e stupita gli prese il viso perfetto tra le mani e gli
baciò ancora le labbra e si persero l’uno nell’altra
provando una gioia, un appagamento che non si può descrivere
nell’essersi alla fine compresi.
Quando Xena si staccò riluttante da lui gli disse: “Ares
, dio della Guerra, io non ti ho chiesto mai nulla e al dio guerriero
io chiedo di vegliare su Gabrielle e su Eve, io le affido entrambe a
te.”
Lui la guardò profondamente negli occhi e annuendo disse: Sì,
Xena, il dio non può non accettare questa richiesta da una guerriera
grande come te”
“All’uomo invece io chiedo…”
Gli occhi di Ares si fecero dolci ed intesi quasi umani.
“…Chiedo di non amarmi più, di cercare altrove di
porre il suo Amore, perché l’Amore non muore con me. Ares,
ricorda che per quanto ho potuto, io ti ho amato e ho amato entrambi,
l’uomo e il dio tormentatore…” Lui la strinse al suo
massiccio torace, tanto forte che se non fosse stata Xena, ma un‘altra
fragile donna, l’avrebbe stritolata.
Egli ebbe ancora una volta l’impulso di non lasciarla andare e
nello sforzo di dominarsi, le lacrime gli riempirono gli occhi scuri.
Non voleva che lo vedesse così debole con le lacrime che gli
scendevano sul volto fiero e che gli bagnavano la barba corvina. Lui
era il dio della guerra, ma con lei si sentiva così fragile.
Lei si era accorta della commozione di lui e alzata la testa con le
labbra raccoglieva una ad una le lacrime che scendevano sul suo volto.
“Xena, se credi che le mie lacrime abbiamo un qualche altro potere,
mi dispiace deluderti…”
Disse Ares con il vecchio tono sarcastico.
“Le lacrime del dio della guerra sono l’acqua più
preziosa che io abbia mai bevuto, perché sono scaturite da un
cuore di ghiaccio eterno!” Osservò lei sorridendogli dolcemente.
Lui le era così grato e voleva ancora baciarla, ma lei lo trattenne
dicendogli: ” Devo andare!”
Lui chiuse gli occhi per un lungo istante; quante volte nei ricordi
l’avrebbe vista vestita a quel modo, bellissima e invincibile
con quella corazza che adesso gli sembrava rilucesse di bagliori d’oro.
“Sì, Xena, il Dio della Guerra ti saluta!”Lui estrasse
la spada e continuò dicendo: ”Mia Principessa Guerriera,
percorri l’ultimo tratto del tuo cammino!”
Xena estrasse la spada a sua volta e rispose con voce squillante e fiera”
Addio, Dio della Guerra!”
Lei ripose la spada e inaspettatamente di nuovo, gli buttò le
braccia al collo:”Ares, tu sei stato la più grande delle
mie imprese, l’impresa impossibile! Ringrazio il Cielo, che alla
fine della mia vita io abbia potuto vedere quanto tu sia cambiato!”
Lui poté solo risponderle “ Sono io a ringraziare te, perché
hai purificato il mio Spirito, Xena!”
Lei gli scivolò via dalle braccia lui cercò ancora di
afferrarle le morbide mani, senza riuscirvi. Lei si era allontana da
lui di tre passi e dopo averlo guardato per un lungo istante disse:
” Sei Bellissimo, Ares, io l’ho sempre pensato di te questo,
ma adesso la tua bellezza è piena; un unità, interna ed
esterna e come ti vedo bello adesso, io non ti avevo visto mai…”
Lei sorrise in modo radioso e voltandosi corse via in una nassa di capelli
corvini con l’agilità di un daino, tanto veloce quasi da
strapparsi i tendini verso il suo destino. Lei non si accorse che mentre
correva la sua corazza di bronzo si tramutò in oro puro per un
prodigio operato da lui.
Ares
era in cima a un’alta rupe quando urlò “Gloria a
te, Oh Xena!” alzando la spada nell’istante in cui sentii
che ella aveva sconfitto nell’aldilà il suo nemico e così
liberato le 40.000 anime. Ella era poi trapassata ad altezze tali dove
lui non avrebbe potuto raggiungerla a meno che un giorno, non avesse
conseguito il suo stesso grado di elevazione spirituale.
CONTINUA…
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