CORSA
AL CHAKRAM
del
Gruppo Yahoo Xandrella
Questo
racconto è stato scritto da alcuni partecipanti del gruppo_Xandrella
(Claudia, Darkamy, Krono, Lisa, Max, Roberta, Xandrella).
Per commenti scrivete al gruppo.
Inoltre vi invitaimo a partecipare alla nostre prossime iniziative.
CAPITOLO
11 - di KRONO
Krono
si guardò attorno rabbioso. Le sue condizioni fisiche erano
tremende: il suo volto era ridotto ad una maschera di sangue, mentre
il corpo non era messo meglio, con il braccio sinistro completamente
ricoperto da una grave ustione. Il criminale arrancava da una parte
all’altra della stanza con la bava alla bocca. Sembrava un animale
ferito, completamente impazzito per il dolore.
“Maaaax!!!” gridò all’improvviso, con tutto
il fiato che gli era rimasto nei polmoni “Dannato imbecille,
dove sei finito? Vieni subito qua! Anche tu sei d’accordo con
quella baldracca di Lisa, vero? Bè, c’era da immaginarselo,
ma ti garantisco che non vivrete abbastanza per vantarvi della vostra
impresa. Mi hai sentito Max? Ti farò spellare vivo e poi verserò
olio bollente sulla tua carne scoperta, mentre mi godrò lo
spettacolo di te che ti contorci dal dolore! E poi sarà il
turno della tua padrona… già, cosa credevi, che bastassero
quattro fiammiferi per farmi fuori, Lisa? No, Milady, Lord Krono è
sopravvissuto ad inferni ben peggiori di questo, ma ti giuro che tu
non sopravvivrai a me!”
Quel poco di ragione che era rimasta nella mente di Krono, ormai era
completamente svanita, tuttavia nessuno sembrò rispondere alle
sue imprecazioni.
“Branco di idioti!” pensò tra sé il criminale,
mentre si appoggiava al muro per evitare di cadere a terra “Ma
appena mi sarò sbarazzato di quella vipera le cose cambieranno.
Diverrò l’unico leader incontrastato dell’organizzazione
e…”
D’un tratto, l’espressione sul viso del criminale cambiò.
La maschera di rabbia e follia si trasformò in uno sguardo
di gelida e spietata lucidità.
“No, quest’organizzazione ormai è stata contaminata
per sempre. È marcia, è impura… che se la tenga
Lisa. Sì, Lisa, tienitela pure e divertiti per quel poco di
tempo che ti resta… presto tornerò e di tutti voi non
lascerò che un mucchietto di cenere fumante. Polvere eravate
e polvere tornerete!” continuò a dire tra sé il
criminale, prima di scoppiare nella sua solita e terrificante risata.
Krono aprì la porta della stanza e si ritrovò in uno
dei corridoi secondari della base. In giro non si vedeva neanche l’ombra
di un soldato. Krono avanzò per un tratto zoppicando, poi,
in lontananza, udì il rumore di passi in rapido avvicinamento.
D’improvviso, apparve un soldato che correva trafelato verso
le scale che portavano verso i piani superiori. Krono lo bloccò
con il suo braccio integro.
“Ehi, sottospecie di rifiuto nato da parto anale, dove stai
andando così di corsa?” gli chiese.
“Maestà…” balbettò l’uomo, stupito
nel vedere in che condizioni era ridotto il suo capo “Lady Lisa
ha richiamato tutti i soldati ai piani alti. Dice che deve fare un
annuncio importante e io sono già in ritardo. Perdonatemi…”
L’uomo stava per riprendere la corsa, ma Krono lo trattenne.
“No, soldato, c’è un contrordine: tu mi servi e
adesso verrai con me. Sono certo che Lisa non avrà nulla da
ridire…”
“Sì… sissignore” rispose il soldato tremante.
“Bene, innanzitutto dimmi cosa ci faceva Max con la prigioniera…”
“Ma come, mio signore, non lo sa? Siamo stati attaccati da un
commando di Xandrella e Max ha tradito Lady Lisa e ha fatto evadere
la prigioniera. Ora sono fuggiti tutti con un elicottero” gli
spiegò il soldato.
“Ah, quindi Max non ha detto a nessuno di avermi visto ancora
in vita?”
“Ancora in vita? Non capisco, Maestà… comunque
Max è subito fuggito, dopo il suo tradimento e non ha parlato
con nessuno”
“Bene, bene… sembra che le cose siano più facili
del previsto” pensò Krono, poi si rivolse al soldato
“Mi garantisci che qui fuori non c’è nessuno?”
“Nessuno, Lord Krono. Sono tutti radunati di sopra”
“Perfetto, allora accompagnami alla spiaggia”
L’uomo obbedì all’ordine e i due si recarono fuori
dall’edificio. Krono raccolse un cadavere che giaceva lì
vicino, in attesa di essere buttato a mare e lo portò nel punto
esatto dove era precipitato lui in precedenza. Poi gli appiccò
fuoco e, insieme al soldato, raggiunse la spiaggia ove era ormeggiato
un piccolo idrovolante a due posti.
“Presto, sali a bordo” comandò Krono al soldato,
dopodiché salì anche lui.
“Avanti, metti in moto. Destinazione: Studio City”
“Studio City?” domandò incredulo l’uomo “Ma
lì c’è la sede della ‘XSI’, sarà
come gettarsi nella bocca del leone!”
“Non mi pare di averti dato il permesso di replica…”
esclamò furente Krono “Fai quello che ti ho detto e alla
svelta!”
L’uomo si affrettò a obbedire e, in poco tempo, l’aereo
fu ben lontano dall’isola. Krono finalmente sembrò rilassarsi,
distendendo le gambe sulla plancia di comando, mentre l’uomo
era sempre più nervoso e agitato. Ogni tanto volgeva lo sguardo
verso il suo capo, cercando di capire cosa stesse succedendo, ma non
si azzardava a proferire parola. Krono se ne accorse e sorrise, tirandogli
anche un’amichevole pacca sulla spalla.
“Andiamo, soldato, cos’è quest’agitazione?”
gli disse “Non devi mica avere paura di me… perché
dovresti farlo? Chi sono io più di te, per cui dovrei farti
paura? Su questo mondo nasciamo tutti uguali: il fatto che ci siano
persone ad un livello più elevato rispetto ad altre sono tutte
idee fittizie create dall’uomo…”
Il soldato ascoltò quelle parole esterrefatto. Non credeva
alle sue orecchie, gli pareva impossibile che un tipo come Krono,
abituato ad umiliare il prossimo e a trattare gli altri come spazzatura,
potesse fare un discorso del genere.
“Avanti…” continuò il criminale “Sono
sicuro che stai morendo dalla curiosità di sapere perché
sono ridotto in questo modo, vero? Faccio schifo, eh?”
Il soldato non disse niente, ma Krono iniziò a ridere benevolmente.
“Dai, dì la verità… faccio schifo ridotto
così. Dillo pure, che non mi offendo”
Il soldato non sapeva proprio cosa rispondergli, ma, vista l’insistenza
del suo capo, prese coraggio e disse: “Sì, mio signore,
fate schifo ridotto così”
Per tutta risposta, Krono continuò a ridere e poi disse all’uomo:
“Vedi che avevo ragione? Su, non essere timido! È normale
essere curiosi…”
E così, prima ancora di ricevere una risposta, Krono cominciò
a raccontare al soldato tutti gli eventi successi fino ad allora,
mentre intanto l’aereo proseguiva il suo tragitto.
Due
giorni dopo, tutti i quotidiani di Studio City riportavano la stessa
notizia in prima pagina: quella del ritrovamento di un cadavere dall’identità
sconosciuta su un idrovolante ormeggiato al porto della città.
Nel palazzo di Xandrella, intanto, l’imprenditrice sorseggiava
un caffè, tranquillizzata dall’aver saputo che Amy era
stata tratta in salvo. D’un tratto, la sua segretaria arrivò
nel suo ufficio annunciandole che un misterioso individuo chiedeva
di essere ricevuto.
“Che vada al diavolo!” le disse Xandrella “Ho cose
ben più importanti a cui pensare, adesso. Mandalo nell’ufficio
di qualche mio sottoposto, oppure che ripassi tra qualche giorno sto
tizio qua”
“D’accordo, riferirò” disse la segretaria,
allontanandosi dall’ufficio.
Passarono alcuni istanti di silenzio, poi, improvvisamente, la porta
si sfondò con un gran frastuono, mentre la segretaria rovinava
violentemente al suolo, all’interno della stanza. Quando la
polvere che si era sollevata si diradò, sulla soglia dell’ufficio
apparve la figura di un uomo ammantato da un lungo impermeabile nero
e con un cappello dello stesso colore calato sugli occhi.
“È permesso?” chiese l’uomo.
“Chi diavolo sei?” esclamò Xandrella, sfoderando
rapidamente la pistola.
L’uomo rispose con una macabra risata e si tolse lentamente
il cappello, mostrando il volto.
“Krono!!!” gridò l’imprenditrice “Cosa
ci fai qui? Fai un passo e t’ammazzo! Non sto scherzando, la
pistola è carica!”
“Calma, donna” rispose pacificamente il criminale, aprendo
l’impermeabile. All’interno c’erano fissati una
dozzina di candelotti di dinamite, abbastanza per far crollare il
palazzo.
“Vedi, grande capo, non sono venuto qui con intenzioni ostili,
tuttavia il tuo atteggiamento mi innervosisce e mi potrebbe sempre
venire la voglia di accendermi una sigaretta” continuò
il criminale, estraendo un accendino dalla tasca.
Xandrella si vide costretta ad abbassare le armi, mentre Krono sembrò
farsi sempre più spavaldo.
“Quanta scortesia!” la canzonò il criminale “Sono
venuto a parlarti d’affari, boss. Che ne dici, intanto, di offrirmi
un caffè? Corretto, naturalmente…”
“Poche storie!” lo zittì Xandrella, mentre aiutava
la sua segretaria a rialzarsi “Dimmi cosa vuoi e facciamola
finita”
“D’accordo” fece Krono, andando a sedersi sulla
poltrona della donna “Io voglio la stessa cosa che vuoi tu:
distruggere Lisa e la sua organizzazione”
Xandrella rimase impietrita: quello era l’ennesimo inganno di
Krono oppure la situazione stava davvero cambiando sotto i suoi occhi?”
“Ehi, non fraintendermi, capo-varo…” continuò
a canzonarla il criminale “Si tratta solo di un alleanza temporanea.
Io mi servirò di te e della tua agenzia, così come tu
ti servirai di me e delle mie informazioni, dopodiché nemici
come prima”
Xandrella era sbigottita: come avrebbe dovuto reagire a quella proposta?
stava davvero cambiando sotto i suoi occhi?”
“Ehi, non fraintendermi, capo-varo…” continuò
a canzonarla il criminale “Si tratta solo di un alleanza temporanea.
Io mi servirò di te e della tua agenzia, così come tu
ti servirai di me e delle mie informazioni, dopodiché nemici
come prima”
Xandrella era sbigottita: come avrebbe dovuto reagire a quella proposta.