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CORSA AL CHAKRAM
del Gruppo Yahoo Xandrella

Questo racconto è stato scritto da alcuni partecipanti del gruppo_Xandrella (Claudia, Darkamy, Krono, Lisa, Max, Roberta, Xandrella).
Per commenti scrivete al gruppo.
Inoltre vi invitaimo a partecipare alla nostre prossime iniziative.

CAPITOLO 15 - di DARKAMY

Il mattino dopo, nell’ufficio di Xandrella, Darkamy e l’imprenditrice sono di fronte allo schermo di un computer, sommerse di incartamenti sparsi un po’ovunque. Lo schermo mostra diverse piantine dello stabile viste in 3D. Le due seguono ogni minimo dettaglio della struttura, valutando i punti in cui è sconsigliabile raddoppiare la sorveglianze e pensando ai diversi modi in cui Lisa potrebbe attaccarle. Nello stesso tempo, analizzano a una a una le schede personali dei propri operativi per creare uno schema protettivo efficiente.
- Che mal di testa! - esclama Xandrella, massaggiandosi la fronte per un attimo.
- Secondo me, tutto questo non basta contro Lisa! - controbatte Amy, continuando a fissare un foglio di appunti - Quella donna è troppo scaltra! -
L’imprenditrice guarda negli occhi la collega e scuote la testa, approvando la sua osservazione. Poi si alza e si avvicina alla vetrata della stanza che affaccia alla città. Fermatasi a fissare a vuoto il paesaggio, rimane in silenzio a riflettere fino a quando esclama:
- Secondo me dobbiamo far sparire il chakram da qui -
- Sì, lo penso anch’io… ma a chi lo possiamo affidare? Deve essere una persona altamente qualificata, ma non conosco nessuno tanto abile da dargli una simile responsabilità… -
- Sì, è vero… ma Amy, rifletti… se lo diamo invece a una persona di cui mai nessuno sospetterebbe? Questo devierebbe la ricerca e ci permetterebbe di studiare un piano di attacco contro Lisa -
- Può anche funzionare… ma chi? -
Nella stanza vi è un minuto di silenzio, poi le due cercano a vicenda l’una lo sguardo dell’altra e contemporaneamente esclamano:
- Max! -

Siamo tra le sale del vero e proprio centro operativo dell’organizzazione. Un mucchio di agenti, alcuni in divisa, altri in borghese vanno e vengono dai locali, intenti nelle loro faccende. Max è impegnato a sbrigare alcune pratiche e a sistemarsi nella nuova cooperativa quando il suo terminale suona ripetutamente:
- Sì? -
- Agente Max, Xandrella l’aspetta nel suo ufficio - risponde la segretaria dell’imprenditrice.
- Sì, sì, certo… vengo subito… -

L’uomo non ha ancora avuto modo di conoscere Xandrella di persona e, tra un misto di imbarazzo e tensione, sospende il suo lavoro e si dirige velocemente presso il suo ufficio. Imboccato l’ascensore, si sistema la divisa guardandosi nel piccolo specchio che trova alla sua destra, poi fa un lungo respiro e, una volta raggiunto il piano desiderato, esce dall’ascensore e si guarda in giro in cerca dell’ufficio di Xandrella.
Questa parte dell’agenzia è molto più lussuosa e curata rispetto ai piani inferiori e qua e là si intravede solo qualche dirigente di bella presenza, in camicia e cravatta, immerso nel proprio lavoro, sommerso tra un incartamento e l’altro.
Giunto in fondo al corridoio, l’agente intravede una donna castana, dall’aria molto professionale e intuisce d’avere di fronte la segretaria del boss.
- Buongiorno… sono l’agente Max… -
- Sì, prego… mi segua -
La ragazza si alza dalla sua scrivania e si incammina, facendo strada a Max che la segue a passo svelto. Si fermano di fronte ad una grande porta in noce, dove la segretaria bussa un paio di volte prima di entrare. L’agente si ferma all’ingresso.
- Max è arrivato… - esordisce la segretaria.
- Bene, fallo entrare -
La voce dell’imprenditrice sembra gentile e semplice… quasi dolce. Max, sentendo quelle poche parole, riesce a sciogliersi un attimo e a cacciare un poco di tensione che fino a quel momento gli ha fatto da padrone. La segretaria si fa da parte e prima di allontanarsi fa cenno all’agente di entrare.
Max entra nell’ufficio e chiude la porta. Di fronte a lui, seduta alla sua scrivania, una donna bionda dall’aspetto molto carino e curato si alza e viene verso di lui:
- Benvenuto Max… - esclama stringendogli la mano.
- È un piacere conoscerla, Xandrella -
- Quante formalità… dammi pure del tu -
- Ciao Max! - esordisce la voce di Darkamy.
L’uomo si volta e vede alla sua destra l’agente scelto, seduta su un divanetto in pelle con le gambe accavallate e il braccio destro che le sorregge la testa.
- Ciao Amy! -
Xandrella torna a sedersi alla scrivania e riprende la sua conversazione.
- Accomodati Max… dobbiamo parlarti -
L’agente si siede sulla sedia di fronte alla scrivania, mettendosi in una posizione che non dia di spalle a nessuna delle due donne.
- Ti abbiamo mandato a chiamare perché abbiamo deciso di darti un incarico molto importante -
- Sono a disposizione -
- Molto bene. Devi sapere che noi dell’agenzia abbiamo tra i vari incarichi anche quello di proteggere oggetti di particolare prestigio. Tra questi, da anni conserviamo con particolare attenzione un oggetto molto importante: il chakram. Ne hai mai sentito parlare? -
- No -
- Si tratta di un arma molto particolare, risalente al periodo romano, il cui potere è davvero inimmaginabile. Si dice che la guerriera che allora possedeva quest’arma lo neutralizzò per dimezzare il suo enorme potere. Questo cerchio rotante pare che fosse in grado di uccidere le divinità e ancora oggi può essere un’arma micidiale. Data la potenzialità di quest’arma, l’FBI e il Pentagono ce l’hanno affidato in custodia affinché non cada nelle mani sbagliate -
Xandrella conclude il suo discorso passando la palla ad Amy.
- Quando sono stata prigioniera di Lisa, sono stata più volte interrogata e torturata. Il suo scopo era quello di scoprire dove era nascosto il chakram e la cosa che mi ha sorpreso di più è che fosse a conoscenza della sua esistenza -
- Non posso crederci… - esordisce Max - Quando sono stato arruolato da Lisa, credevo fosse una benefattrice… una donna buona… mi era stato detto che voi eravate dei nemici spietati e che, per il bene del mondo, dovevamo annientarvi… -
- Inutile dirti che vivevi in una concezione strettamente opposta a quella reale -
Max accenna un assenso col capo, con aria un po’afflitta.
- Ad ogni modo, Max… ora non abbiamo alcuna intenzione di lasciare che Lisa arrivi a prendersi il chakram. Stiamo già provvedendo ad elaborare uno schema difensivo, ma vorremmo eludere ulteriormente i suoi piani affidando il chakram a qualcun’altro e avevamo pensato a te -
- A me?!? -
- Sì, è esatto. Ora te lo consegneremo, lo porterai a casa e lo nasconderai. Per nessun motivo dovrai tenerlo allo scoperto o usarlo. Riponilo in un luogo sicuro e guardati bene di non farti vedere -
- D’accordo… farò il possibile -
- Bene. Allora torna al tuo lavoro ora… più tardi ti porterò io il chakram e ti dirò come procedere -
L’agente si alza e si mette sull’attenti.
- Agli ordini, signore -

Una volta uscito, l’agente Xandrella e Darkamy definiscono gli ultimi dettagli e poi vanno insieme a recuperare il chakram. Sostituiscono l’arma con un’imitazione e mettono l’originale in una sacca che poi Amy porta da Max.
Con un volto cupo e visivamente nervoso, il vice dell’imprenditrice si avvicina a passo svelto alla zona comandi e cerca l’agente.
- Max! Dove cazzo sei?!! -
L’uomo sbuca da una stanza e, preoccupato, esclama:
- Sono qui, che succede? -
- Succede che devi portare all’istante il tuo culo fuori da qui… non accetto simili sbagli!!! -
- Amy, ma a che ti riferisci? - domanda Max visibilmente preoccupato.
L’investigatrice deduce che il collega non realizza la messa in scena e per fargli capire di stare al gioco gli fa un lieve occhiolino.
- Sono venuta a conoscenza della scarsa e deludente operazione che hai svolto ieri notte!! È inutile dirti a quanti rischi hai esposto l’agenzia a causa della tua inefficienza!! -
- Mi dispiace… non era mia intenzione… - cerca di giustificarsi.
- Lo spero!!! Io non ho idea di quali mansioni ricoprivi quando lavoravi per Lisa, ma qui non si lavora in agenzia di perdenti! Sei sollevato da qualsiasi altro incarico fino a mio nuovo ordine -
- Ma Amy, aspetta… -
- No Max, basta… non posso accettare simili errori… e ritieniti fortunato… io non dimentico mai i miei debiti… se non fosse che ti devo la mia liberazione, avrei fatto ben di peggio! -
Max guarda il suo superiore contrariato per un attimo, poi esclama:
- Agli ordini… -
- Questa sacca l’hai lasciata in giro… deve essere roba tua… prendila e sparisci!! - conclude Amy.

Max prende al volo la sacca che l’agente gli ha lanciato e, senza aggiungere niente, se ne va. Presa la sua auto, si dirige verso casa e, dopo essersi accertato che nessuno lo stesse seguendo, vi entra dentro. Si siede in poltrona e si porta la sacca che gli ha dato Amy alle ginocchia. All’interno vi trova come prima cosa un biglietto dell’agente che recita:
“Scusami Max… fingere di sollevarti dall’incarico era necessario per non destare dubbi neanche tra i nostri stessi agenti… è meglio non fidarsi di nessuno. Ora comportati naturalmente… passati dei giorni di vacanza… un po’come in licenza… ma mi raccomando ricordati le direttive e gli obbiettivi di questa nuova missione. In bocca al lupo… Amy”
Incuriosito dall’oggetto che deve custodire, Max lascia un attimo da parte il foglio, dopo averlo letto e sfila il chakram dalla sacca:
È un arma tonda, ben fatta e piuttosto leggera: una sorta di frisbee di metallo. La lama è curata, luccicante e ben affilata. Al centro, l’impugnatura in bronzo è sagomata: guardando l’oggetto nel complesso ricorda vagamente il simbolo dello yin e yang.
L’uomo resta a osservare questo oggetto dall’inestimabile valore e potere e ne rimane per un attimo affascinato, poi si ricompone e cerca un nascondiglio adeguato. Questa sistemazione gli è stata data dall’agenzia quando è arrivato e ancora non ha scoperto tutti i particolari. Indeciso sul da farsi, l’uomo resta immobile a pensare a una soluzione strategica, quando il suo occhio cade su una piccola fessura tra l’armadio a muro e il soffitto. La fessura è sufficiente per far passare l’arma e risulta anche un punto piuttosto difficile da individuare.
Dopo essersi guardato in giro ed essersi assicurato che nessuno fosse nelle vicinanze della finestra, Max avvolge il chakram in un panno bianco e lo nasconde nella fessura, facendo bene attenzione che non si scorga.
Ora all’agente non resterà che tenere gli occhi aperti e assicurarsi la custodia di questa preziosa arma.




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