CORSA
AL CHAKRAM
del
Gruppo Yahoo Xandrella
Questo
racconto è stato scritto da alcuni partecipanti del gruppo_Xandrella
(Claudia, Darkamy, Krono, Lisa, Max, Roberta, Xandrella).
Per commenti scrivete al gruppo.
Inoltre vi invitaimo a partecipare alla nostre prossime iniziative.
CAPITOLO
8 - di LISA
Raccolte
tutte le informazioni fornite da quell’informatore dai modi
strani e misteriosi, i due agenti Claudia e Roberta sono pronte a
procedere con il loro piano volto alla liberazione di Darkamy.
Cariche della convinzione della loro missione, si dirigono all’aeroporto,
ove un volo appena prenotato per Tonga le attende.
Nel
covo dei cattivi, Krono esce dalla doccia infilandosi un costoso accappatoio
di raso blu… Eh sì, anche i criminali amano trattarsi
bene.
Davanti alla porta del bagno lo attende una guardia che, con quel
tristemente comune fare schiavesco, sta per iniziare a parlare, ma
è Krono a prendere la parola precedendolo.
“Posso sapere perché mi rompete i coglioni pure al cesso?
Non si può più neanche cagare in santa pace?!”
A queste parole, il giovane soldato s’intimorisce ancor più,
cominciando a balbettare nel tentativo di proferire parola.
“Beh… io… veramente…” tenta costui di
spiegarsi.
Krono sbuffa spazientito, con una sfilza di bestemmie sulla punta
della lingua alle quali, però, sostituisce una domanda che
gli aleggiava nella mente: “Ma chi diavolo ha assunto individui
come te?”
“Beh… ecco… è stato lei, sublime Imperator
Krono” risponde il soldato, al che il malvivente non può
far altro che tacere e così, non messo più in imbarazzo,
il giovane soldato riesce a spiccicare parola.
“Volevo solo avvisarla, Lord, che la ragazza squillo che ha
richiesto l’attende nelle sue stanze, Lord…”
“Oh bene, una mignotta ci voleva! Bene, bene, soldato, hai la
nottata libera! Anzi, prima va nelle stanze di Lisa e prendile qualche
bottiglia di qualcosa… Tanto ha gli armadi pieni…”
“Imperatore, mi consenta… Non per contestarla… Ma…
la Signora se la prenderà e…” replica il soldato
fifone.
“Che palle, sei un imbecille, scarto della società, smidollato!
Esegui gli ordini e basta, porco Dio!” controbatte Krono, con
la pazienza e la civiltà davvero perse.
L’ometto, impaurito, corre ad eseguire gli ordini mentre, intanto,
Krono torna nelle proprie stanze.
Entrato, trova ad attenderlo un buio completo e l’unica piccola
luce che v’è nella grande stanza è quella fornita
da una sigaretta accesa.
La persona che la regge, seduta sull’enorme letto, ne aspira,
iniziando immediatamente a tossire rumorosamente, dando l’idea
di chi sta per morire soffocato, sul colpo.
Così, Krono, stupito ed un po’confuso, accende la luce
e non riesce a trattenersi dall’emettere un urlo animalesco,
data la visuale che si trova di fronte.
Colei che dovrebbe essere la sua compagna di letto di quella notte,
è in realtà, una racchiona da paura!
Vestita con un babydoll di pizzo rosa, con i rotoli di cellulite che
s’ammassano sul suo corpo, la faccia da maiale d’allevamento
ed i capelli che paiono stirati da un treno in corsa, sorride felice
e contenta allo schifato Krono.
“Ehi, bel maschione… Vieni qua che ti faccio un pompino!”
esclama la prostituta, volendo apparire volgare, nella speranza di
compiacere il Lord.
Ma costui comincia a sentirsi praticamente terrorizzato, sull’orlo
d’una crisi di vomito.
“Vattene, sparisci, pussa via!!” urla egli, ma la donnina
non demorde e gli s’avvicina pure, nella graziosità dei
suoi settanta chili, per il suo metro e sessanta.
In quell’istante, entra nella stanza Lisa, con in mano una grande
bottiglia di brandy stagionato.
Notando la scena che le si para davanti, non sa cosa pensare…
Krono le pare caduto davvero in basso.
L’uomo, accortosi della presenza della sua complice, cerca in
lei un appoggio, del quale certamente non avrebbe bisogno se non avesse
passato due ore nella vasca da bagno a scolarsi Martini mischiato
all’assenzio.
“Lisa, manda via questa babbiona! Fa qualcosa!”
La donna dai lunghi capelli corvini scoppia a ridere ma, entro breve,
si fa di colpo seria.
“Fuori di qui!” esclama, glaciale, alla prostituta che,
atteggiandosi, se ne esce sussurrando un fievole “puttana”
a Lisa, che si limita a ringhiarle dietro, troppo impegnata a pensare
ad altro: ora il suo obiettivo è troppo vicino, troppo importante.
Una volta che la prostituta s’è chiusa la porta alle
spalle, Krono si sente già più sollevato e si getta
di peso, seduto, sul letto, tirando un gran sospiro liberatorio, di
sollievo.
Lisa spegne la luce grande, per poi accenderne una più piccola,
proveniente dalla lampada posta sul comodino.
“La luce” esclama “Mi irrita gli occhi… ti
ho portato da bere…” aggiunge.
Krono afferra il bicchiere che la sua complice ha appena estratto
dall’armadio e se lo fa da lei riempire di brandy, per tracannarselo
immediatamente, tutto d’un fiato.
“Ti vedo stressato, mio caro.” riprende la parola la donna,
con un tono d’accortezza che stupisce quasi Krono.
“Eh, in effetti… un po’…” replica egli
“Sai, tutto questo lavoro, gli omicidi… è una fatica!
E poi il wrestling! Che disperazione! Il mio dio sta perdendo un bordello
di scontri e…”
Ma Lisa non gli permette di continuare, toglie il bicchiere di mano
a Krono e lo lancia dietro di sé, facendolo andare in mille
pezzi, quindi, tiratasi un po’su il lungo vestito nero che indossa,
monta a cavalcioni sull’ancor più incredulo Krono.
“Basta parlare di problemi. Basta parlare, in generale”
esclama ella, caricando di maliardezza il proprio apparire, quindi
bacia il complice con impeto, senza neanche dargli il tempo di realizzare
cosa stia accadendo.
Ma l’uomo non è mica uno sprovveduto e coglie la palla
al balzo, stringendo a sè Lisa per le natiche, al che ella
si stacca di colpo, sorridendo a Krono con quell’aria furba
e pericolosa di chi ha avuto un’idea.
“Mio Imperatore… ricordo che ti piacciono i giochetti
strani…” quindi inizia a frugare nel cassetto del comodino,
trovandovi delle manette scadenti, col pelo (non quelle in acciaio
inox come le sue), una scatoletta di viagra plus, una frusta (altro
che quella di metallo che ha lei…) ed un fallo di plastica.
È quest’ultimo a catturare l’attenzione della donna.
“Krono… l’ho sempre pensato che tu sia un tipo da
prendere per il culo!”
L’uomo sbarra gli occhi, sorpreso per l’ennesima volta.
“No!” esclama solenne, irremovibile “Metti via quel
coso, non è come pensi, fallo sparire!!!”
“Uh, come ti scaldi… sì che mi piace!” replica
la donna, rimontando su Krono e spingendolo disteso sul letto.
L’uomo già non fa più caso ai piccoli inconvenienti
della serata e si dà da fare.
Di colpo, ha la brillante idea di esercitare la propria forza bruta
sull’abito della sua complice, facendolo volare a terra in un
batter d’occhio.
“Dio boia!” sbraita Lisa, incazzandosi all’istante
“Era di Armani!”
Krono non sembra curarsi del fatto, né importarsene e torna
immediatamente a palpeggiare la donna che però, entro un istante,
estrae un grosso pugnale che teneva fissato nell’elastico delle
autoreggenti e lo porta al collo di Krono.
Egli si ferma all’istante, guardando Lisa negli occhi.
Cerca di dire qualcosa, ma l’arma spinge troppo contro la sua
gola, impedendogli di parlare.
Però Lisa sa ciò che egli vuole sapere e si decide a
spiegargli il perché di quel suo gesto che non è affatto
uno scherzo, né qualcuno dei suoi giochetti erotici.
“Nulla di personale, caro Krono. Semplicemente non voglio legarmi.
E condividere il mondo con qualcuno, sarebbe un legame troppo grande.
Salutami Dio… Se lo vedi”
Quindi fa per tagliere di netto la gola dell’uomo ma questo
fa in tempo a riprendersi e colpire l’ex complice con una ginocchiata.
“Se c’è qualcuno da cui una carognata simile me
la sarei aspettata” esordisce Krono “Quella sei tu!”
Lisa sorride, annuendo, quasi come avesse ricevuto un complimento.
Krono l’attacca, cercando di colpirla con dei pugni che, però,
Lisa prontamente schiva.
Non è di certo d’ella la parte della difesa personale
e quindi ricambia subito gl’attacchi dell’uomo, riuscendo,
dopo un paio di tentativi, a colpirlo in mezzo alle gambe.
Krono s’accascia per il dolore e Lisa ne approfitta per colpirlo
di nuovo alla nuca, con una gomitata.
L’uomo finisce disteso a terra ma riesce ad afferrare Lisa alle
caviglie, trascinandola a sua volta, a terra.
Montatole sopra, comincia a prenderla e a schiaffeggiarla.
“Vedi, è così che dovrebbero fare le donne! E
non congiurare contro dei poveri sublimi Imperatori! Sei peggio di
Bruto, di Giuda!”
“Allora tu chi saresti? Cesare, morto causa molteplici coltellate?
O Cristo, appeso con dei chiodini? Scegli pure come vuoi morire, che
per me è indifferente!” replica Lisa.
L’ira di Krono cresce ancor più e, cariato da ciò,
torna a colpire Lisa, ma questa volta con un pugno talmente forte
da far pensare alla donna d’essersi appena fatta sfondare la
faccia.
Lisa, però, avvezza alle risse, riesce a capovolgere la situazione,
afferrando Krono per un braccio, alzandosi e lanciando l’uomo
contro un armadio la cui vetrina va in pezzi.
Ma anche Krono non demorde, nonostante le varie ammaccature e riesce
ad afferrare Lisa e buttarla di testa contro una vetrinetta di un
altro mobile.
Krono, che in questo momento sta avendo la meglio, trascina la sua
ex complice verso il balcone, afferrandola per la gola.
“Hai proprio sbagliato a metterti contro di me, insieme avremmo
potuto fare grandi cose”
Quindi s’appresta a spezzarle il collo, ma Lisa lo precede e,
dopo avergli rifilato un calcio, riesce a cappottarlo e, spingendolo,
lo lancia fuori dalla finestra.
Con la testa a pezzi, la vista annebbiata, la faccia sanguinante,
Lisa afferra la bottiglia di brandy e la getta fuori dalla finestra,
facendola seguire da una dozzina di fiammiferi appena accesi.
Fino al secondo piano, ove si trova la stanza di Krono, si vede una
fiammata proveniente da sotto divampare.
“Ei fu…” Esclama Lady Lisa, vittoriosa.
Lisa, barcollante, torna nelle proprie stanze.
Non gliene importa niente delle ferite che riporta, troppo l’esalta
il fatto d’essere ora l’unica dominatrice indiscussa.
I suoi pensieri vanno però a Xandrella, Darkamy e la loro maledetta
agenzia che ancora sono lì, nella loro compatta forza, ad intralciarle
i piani ed a rappresentare un non sottovalutabile pericolo.
E poi c’è il tanto ambito chakram… Lo vuole assolutamente.
Con in mano quell’oggetto strabiliante, non dovrà proprio
più temere rivali.
Confortata dai propri ambiziosi sogni di gloria e potere e dal whisky,
Lisa s’addormenta, come consueto, sulla sedia, con la testa
appoggiata al tavolo.
Qualche ora dopo, senza formalità né preavviso, una
guardia irrompe nella stanza, facendo sobbalzare la malvivente.
“Lady Lisa, Signora, mi perdoni ma c’è una donna…
una soldatessa, sta facendo fuori i soldati di guardia, cerca Krono!”
spiega il soldato agitato, notando solo allora la mise intima che
la donna indossa e le ferite che riporta in faccia.
“Che hai da guardare?! Cazzo, ma non si può mai stare
tranquilli!” replica Lisa, alzandosi ed andando ad estrarre
dall’armadio la prima cosa che le capita in mano, una tunica.
Quindi, afferrate due pistole e rimesso il pugnale nell’elastico
delle autoreggenti, s’affretta giù dalle scale.
Improvvisamente, si trova davanti una donna dai capelli scuri che
le punta contro un fucile.
“E tu chi diavolo saresti?” chiede Lisa, stufa dei continui
imprevisti.
“Io sono Claudia, sono qua per liberare Amy. Tu sei Lisa presumo”
replica la ragazza.
“Bingo” risponde la malvivente, cercando subito di colpire
la sua nuova nemesi.
Tra le due inizia un agguerrito scontro, che prosegue vari minuti
in perfetta parità ma, dopo un po’, Lisa riesce a spingere
contro il muro Claudia, e, puntandole una pistola in pancia, la blocca.
“Dov’è il chakram?” chiede Lisa.
Claudia, per tutta risposta, ridacchia cercando d’apparire superiore
e capace di gestire la situazione.
Lisa fa più pressione con l’arma sullo stomaco della
ragazza.
Quest’ultima, finalmente, si degna di rispondere in qualche
modo.
“Non ho idea di cosa tu stia parlando” replica Claudia.
Lisa ridacchia con fare nervoso, per poi auto colpirsi con un pugno
in testa, infastidita che, probabilmente, quella piccola sciocca non
può realmente esserle d’aiuto.
“Tu sei pazza!” è la risposta di Claudia a quello
strano ed insano atteggiamento della sua nemica.
“Sì ragazzina, sono pazza. Ti turba la cosa, tesoro?”
“Non sono una ragazzina! Comunque sia, sono sempre meglio di
te, che te ne vai in giro conciata in questo modo!”
In effetti, su questo Lisa non può darle torto. La propria
mise non è il massimo, ma questi sono dettagli. Nonostante
tutta la sicurezza che ostenta, quella piccola vipera montata non
è nessuno; figurarsi se qualche capo con un minimo di cervello,
come quella Xandrella pare essere, le rivelerebbe qualcosa riguardo
al misterioso e preziosissimo chakram.
Comunque, un ultimo tentativo si può fare.
“Tesoro, te lo chiedo una sola volta, non ho intenzione di perdere
tempo con te. Pensi che mi dirai qualcosa sul chakram o farai la cocciuta
come la tua amichetta Amy?” chiede Lisa, col tono che si usa
coi bambini un po’tardi nell’afferrare i concetti.
“Non so di cosa diavolo tu stia parlando, perché non
fai funzionare il criceto nel tuo cervello e smetti di dire scemenze?”
replica Claudia.
“Sei un essere così inutile” esclama Lisa, con
tono rassegnato.
Quindi, senza più esitare, spara un solo rumoroso colpo nel
bel mezzo dello stomaco della ragazza, uccidendola sul colpo.
Quindi prende un profondo respiro, già più allegra e
soddisfatta e, girati i tacchi, se ne torna nelle sue stanze, continuando
a recitare tra sé e sé la poesia iniziata prima:
“…siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la
spoglia immemore, orba di tanto spiro…