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Destino di sangue

di warrior heart

continuazione del racconto "aggrappata al passato"


Solo il rumore della pioggia che cadeva riusciva a spezzare il silenzio che era calato sul castello. Anzi, no, in lontananza si sentiva un'arcigna risata. Era Seth, che godeva della propria vittoria, anche se tale non era: aveva definitivamente perso il controllo su Xena; ma la morte ormai imminente di Gabrielle l'avrebbe distrutta, ed allora la mitica Princi-pessa Guerriera sarebbe stata plasmabile; il senso di colpa per aver ucciso la propria stel-la sarebbe stato più che sufficiente per renderla vulnerabile "Gabrielle…" sospirò som-messamente stringendo la poetessa a sé "Xena…" "Mi dispiace" la pioggia mascherava il rivolo di lacrime che scendevano dai suoi occhi. L'acqua tutto attorno a loro era rossa, macchiata del sangue di un'innocente "lo so…non eri tu" Gabrielle strinse forte la mano della donna. Il dolore era insopportabile, e la pioggia era gelata. Sembrava che le pioves-sero degli aghi di pino addosso. "Non preoccuparti, Gabrielle. Ti porterò via da qui sal-va" Si voltò verso Seth "Guariscila!" "Oh, già, io ho il potere di farlo, ma vediamo…no; mi hai disobbedito troppe volte per lei" "Giuro che se la guarisci, ti sarò sempre fedele e combatterò per te" "Buoni propositi; ma purtroppo non posso farlo, mia cara. Non ap-pena la vedessi, ti scioglieresti come un pezzo di ghiaccio…no, non posso rischiare. Ho un'altra soluzione da proporti: la sfida reale. Si svolgerà in un altro mondo, diverso da questo. Voglio essere generoso con la mia fedele servitrice - a quel punto Xena fece una smorfia indecifrabile - il tempo sul mio mondo si fermerà così se vincerai (cosa di cui dubito) tu e la tua amica sarete libere. Ma se perderai, lei morirà e tu sarai la mia piccola guerriera finché vivrai" "Non accettare…" disse Gabrielle debolmente. La sua voce or-mai non era altro che un lieve sussurro "Vattene e lasciami qui. Tanto io morirò comun-que…" "Non dirlo neanche! Io combatterò per salvarti, come tu hai lottato per aiutare me. Fidati. Accetto" disse infine voltandosi verso Seth. Egli batté due volte le mani e tut-to attorno ai due si fermò: i lampi, la pioggia, il fumo che usciva da uno dei camini del castello, gli animali, anche Gabrielle. Tutto sembrava fatto di pietra. La giovane aveva un'espressione stanca in volto, e la guardava "Voglio metterti in guardia, Xena. La sfida reale metterà a dura prova la tua mente ed il tuo fisico. Potresti morire, ma io ovviamen-te lo impedirò" Xena lasciò la mano della Giovane, le baciò la fronte e le sussurrò "Tor-nerò". Poi si rialzò e seguì Seth. Con le mani egli creò un portale che portava al mondo in cui si sarebbe svolta la sfida reale. Il dio le aveva accennato qualcosa in proposito; si trattava di vincere tre sfide: la prima sul piano mentale, la seconda su quello fisico; la ter-za era un vero e proprio duello contro il Signore delle Tenebre, Seth. Egli entrò nel por-tale, seguito da Xena. Dopo aver attraversato un surreale corridoio con le pareti colorate che sembravano ruotarle vorticosamente intorno, la guerriera si ritrovò in una stanza buia. Non aveva più le proprie armi. D'un tratto tutto divenne luminoso, la donna rima-se accecata dall'improvviso bagliore. "Sei qui per affrontare la tua mente e le insidie del tuo passato. Io sono il custode del primo tempio e ti guiderò lungo il tuo viaggio" Gran-de fu la sorpresa di Xena quando finalmente riuscì a vederci meglio: la donna che aveva di fronte era Gabrielle, avvolta in un mantello nero "Gabrielle cosa ci…" "Io non sono colei che credi - disse interrompendola bruscamente - sono l'immagine riflessa dalla tua mente di chi vorresti vedere in questo momento" Ella cominciò a muoversi e Xena la seguì. Ma se la prima attraversò il muro, la seconda ci andò a sbattere contro, rimbalzan-do all'indietro "Ehi! Che cavolo significa?!? Fammi passare!" "Sei qui per rendere conto di tutto il male che hai fatto. Il tuo è un destino di sangue, cominciato con la tua prima vittima - in uno dei muri si vide scorrere l'immagine della prima persona che aveva ucci-so, un soldato di Codro - seguita da molte altre - ora il muro mostrava in successione de-cine di scene crudeli ed atti compiuti dalla Principessa Guerriera in epoche ormai remote - non hai risparmiato nemmeno donne e bambini - in quel momento sul muro scorreva-no immagini di donne e bambini trucidati dalle armate di Xena - hai distrutto famiglie - prima qualche scena del tempo in cui partì con Borias, costringendolo a lasciare moglie e figlio, poi immagini di Callisto, poi Gabrielle e Speranza, ed infine Grindl e suo figlio - questo è ciò che il tuo passato ha da offrire, Xena: guerra, morte, ingiustizia, malvagità, crudeltà, abuso. Di certo non è piacevole da sopportare per chi ti sta accanto, è difficile dover avere sempre a che fare con i parenti delle tue vittime, compaesani, figli assetati di vendetta e madri distrutte dal dolore" le parole rimbombarono nella sua mente come un tuono, e provocarono ancora più disagio in lei perché la persona che le aveva pronunciate era Gabrielle, o per lo meno ne aveva le sembianze. "Nooo!" Xena si inginocchiò e portò le mani davanti al volto, quasi volesse proteggersi dalla scomoda e triste realtà che la sovrastava "Ammettilo, Xena. La tua natura è malvagia e, anche se cerchi in tutti i modi di controllarla, non vi riuscirai mai. Questo è il motivo per cui Seth ha vinto, è que-sta la ragione per cui la tua amica è in fin di vita" "Non è vero!" urlò Xena disperata. Nella mente turbinarono immagini confuse, i volti di tutti quelli che aveva ucciso, i loro occhi disperati che invocavano clemenza, le frasi di supplica mai ascoltate. Se ne vergo-gnava in modo insostenibile, ma quel che più la colpiva al cuore era il senso di colpa per aver fatto tutto ciò, che spesso l'aveva condotta alla disperazione. Un tempo c'era sem-pre stata Gabrielle a sostenerla, ad infonderle coraggio. Ma come avrebbe potuto trovare la forza di reagire, se era proprio lei ad accusarla? Era riuscita a trovare il modo di supe-rare la cosa altre volte, ma in quell'occasione proprio non vi riusciva. All'improvviso una voce melodiosa irruppe nella sua mente 'hai fatto tanto per riparare ai tuoi errori - era Gabrielle - hai lottato e sofferto molto in questi anni, mettendo a rischio la tua stessa vi-ta' Xena chiuse gli occhi. Ora riusciva a vederla, con lo sguardo della mente. Erano en-trambe inginocchiate, Gabrielle la guardava intensamente negli occhi 'non basterà mai a ripagare tutto il male che ho fatto. Non riporterà in vita le persone che ho ucciso' 'forse è vero; ma in tutto questo tempo hai fatto del bene, sei cambiata. Hai salvato molte più vite di quante tu ne abbia cancellate nel corso della tua esistenza' "Non illuderti di poter concludere così la faccenda! Devi pagare i tuoi debiti! - il guardiano la risvegliò dai propri pensieri comparendo da dietro il muro - devi rendere conto di tutte le volte in cui mi hai coinvolta nei tuoi affari, di tutte le volte in cui ho sofferto le tue decisioni, tutte le volte in cui mi hai costretta a fare come volevi anche se ciò non mi piaceva. Questa è la pro-va" Ora Xena era distrutta: sapeva che ogni singola parola pronunciata da Gabrielle cor-rispondeva al vero, ma non sapeva come parare accuse del genere. "Hai ragione, Ga-brielle. Nel mio passato ho fatto cose terribili di cui forse non mi perdonerò mai, ma il presente è diverso. Ora sono cambiata. Devo accettare il passato, devo pensare al futuro perché so che posso fare del bene…a cominciare da te" Xena si rialzò. Sorrideva. Sul muro iniziarono a scorrere immagini di tutte le persone che aveva aiutato, di donne e bambini riconoscenti, di uomini fieri che a ringraziare non ci stavano, ed altri che aveva-no deposto l'orgoglio per rendere grazie; poi le immagini di tutte le volte in cui Xena a-veva salvato Gabrielle, o quando le era stata vicina in un momento difficile; infine imma-gini delle innumerevoli volte in cui la Principessa Guerriera aveva messo a rischio la pro-pria vita per quella di un altro, in tutti i sensi. Anche il guardiano sorrise "Che cosa ti dà tanta forza da riuscire a superare un passato del genere?" "Tu" le rispose Xena sorriden-do candidamente "Allora è così - concluse la donna chiudendo gli occhi e chinando il capo - l'affetto che vi lega è più forte di qualsiasi Sfida Reale. Prosegui, dunque, senza indugi. Il guardiano del secondo tempio ti attende" un portale si aprì, Xena gli corse in-contro "Buona fortuna!" esclamò il guardiano.
Xena attraversò il portale e si ritrovò in un'arena ghermita di gente che urlava. Indossava abiti da gladiatore, con un casco, uno scudo ed una spada; oltre ad ulteriori protezioni a tutto il corpo. Un'armatura preziosa, e soprattutto molto utile. "Signore e signori! Ecco a voi la campionessa del mondo chiamato Terra. Lei è il meglio che quel luogo abbia da offrire" Era Seth, seduto sugli spalti d'onore, vestito come un imperatore romano, perfi-no con la corona d'alloro in testa "Ed ora il campione di Seth, Neffah!" Da un cancello situato nel lato opposto dell'arena uscì un uomo colossale, muscoloso, alto quasi due metri, con un viso spigoloso parzialmente coperto dall'elmo, in cui però si distinguevano due folte sopracciglia e delle guance rovinate da profondi tagli, probabilmente rimediate in altri combattimenti. Anche le braccia, a quel che poteva vedere, erano ferite; come pu-re le gambe. Era difficile distinguere bene i particolari: anche lui aveva un'armatura, ma migliore di quella indossata dalla donna. In definitiva, la differenza fra i due era abissale. Sembrava ormai certa la sconfitta di Xena. Ma lei era la Principessa Guerriera, era stata in grado di sconfiggere nemici terribili ed intrepidi guerrieri che forse avrebbero meritato di vivere molto più di lei. L'esito dello scontro per la donna era ancora tutt'altro che scontato. Non si sarebbe di certo lasciata spaventare dal primo forzuto che l'avesse sfidata, per quanto valoroso potesse essere. E questo di dignità ne aveva ben poca. Doveva vincere. Aveva uno scopo, ora. Salvare Gabrielle. Tutto il resto non aveva più importanza; né la sua vita, né quella di Seth, né altro. L'unica cosa che contava ora era salvare la vita della propria amica. "Per renderti le cose più facili, ho fatto in modo che la sfida si svolgesse in un luogo dove ti senti a tuo agio…diciamo l'arena di Roma. Hai combattuto altre volte lì, vero? Mi pare che la mia riproduzione sia piuttosto fedele" "Già! Proprio come l'originale! A proposito, Seth, vedo che ti sei sprecato a riempirmi di ferraglia- Xena si tolse gran parte delle protezioni, lasciando solo il corpetto e i bracciali - ma a me non servono proprio" la donna si incamminò verso il centro dell'arena, estrasse la spada che aveva appesa al fianco. Non era la sua, ma rimaneva comunque un'arma di buona fattura. Seth si era davvero impegnato, doveva dargliene atto… anche Neffah si mosse, e le venne incontro. Ad ogni passo, un boato. Come se non bastasse, sollevava un bel po' di polvere quando camminava sulla pista di terra battuta. Ah, ciliegina sulla torta: l'ominide non usava la spada, bensì un enorme e rude mazza di legno. Xena scattò in avanti e tentò di colpire l'uomo ma egli con la mazza parò il colpo ed anzi sbalzò la donna all'indietro di almeno sette metri. Nonostante ciò, la guerriera riuscì a rimettersi in piedi. Aveva il fianco sinistro interamente escoriato, e le bruciava da morire. Stava in piedi per miracolo, puntò i piedi saldamente a terra e portò il peso in avanti per cercare di non cadere rovinosamente. Aveva ancora la forza di tenere la spada alzata. Stavolta fu Neffah a correrle incontro, roteando l'enorme randello in aria. Xena balzò di lato all'ultimo secondo, evitando per un pelo la temibile mazzata che andò a finire contro il suolo, provocando un boato tremendo. Tutta l'arena vibrò a quel colpo. Raccogliendo tutte le energie rimastele, la donna si alzò e puntò diritta al petto dell'ominide, ancora inginocchiato. Si infilò sotto il suo enorme braccio destro e, con un urlo carico di ira, affondò la spada. Ma quel che aveva colpito non era il cuore, bensì il braccio sinistro che egli aveva messo a parare il torace. Il colpo risultò comunque efficace: Neffah si ritrasse di scatto urlando, il braccio gli sanguinava vistosamente. Ogni suo muscolo era contratto dal dolore, il volto sfigurato in una terribile smorfia di disprezzo. Egli infatti non aveva voluto protezioni alle braccia per avere più libertà di movimento. Maledetta l'ora che l'aveva pensato!
'Non è imbattibile. Forse ho qualche possibilità' Xena si rialzò lentamente, raccolse la spada: Neffah l'aveva sbalzata all'indietro quando era stato colpito. Egli stava ancora te-nendo il braccio, che sanguinava vistosamente. Xena ripartì all'attacco. Era crudele, e sleale, ma doveva farlo. Non aveva altra possibilità di vittoria. E doveva ad ogni costo riuscire a sconfiggere Neffah, per accedere alla sfida successiva. Si gettò addosso al guer-riero, ancora indifeso. Ma quando lo raggiunse le forze l'abbandonarono e si ritrovò in ginocchio, ansante, il braccio sinistro che pulsava dal dolore. L'avversario nel frattempo si era ripreso, aveva fasciato la ferita con un brandello del proprio abito e le stava venen-do incontro, con l'arma spianata. La sollevò in aria e si preparò a colpire. Era la fine, e Xena lo sapeva. Ma non si voleva arrendere non avrebbe potuto lasciare Gabrielle un'altra volta, non doveva perdere. Ormai si aspettava di sentire il richiamo di Seth da un momento all'altro, ma esso non giunse. Lo guardò di storto (dalla posizione in cui si tro-vava era difficile da vedere); egli si limitò ad alzare le spalle sorridendo "bastardo" sus-surrò lei a denti stretti. Il dio non avrebbe fermato lo scontro finché Xena non fosse sta-ta in fin di vita. Egli diede infine l'ordine al boia. La mazza si stava già muovendo verso il basso 'perdonami, Gabrielle chiuse lentamente gli occhi e sorrise rassegnata. D'un tratto una vivida luce esplose nella sua mente, e Xena ne restò abbagliata. Un angelo circonda-to da un'aura dorata scese da qual che doveva essere il cielo fino a giungerle davanti. La guerriera era in ginocchio, e guardava incantata il celestiale volto dell'angelo in piedi di fronte a lei. Era una donna. Gabrielle. Nuovamente lei apparve nei suoi sogni. Le cinse il volto con le mani e la fece alzare. Quando infine Xena si fu sollevata, le mani delle due si unirono "Devi avere forza, Xena. Non lasciare che la rassegnazione sconvolga il tuo cuore battagliero. Puoi vincere questa lotta, io lo so bene" "Tu sei la mia stella, la luce che illumina il mio cammino, il mio sostegno…senza di te la vita non ha più senso or-mai" il volto di Xena era dominato da un dolce sorriso innocente "Ti voglio bene" ri-spose Gabrielle "Non mi lasciare…" ma l'angelo si stava già allontanando, Xena lasciò che le sue dita scorressero via dalle proprie. In un turbinio di piume, tornò a volare libera nel cielo. La donna aveva ancora impresso nella mente il soffice sorriso di lei, non riusci-va a cancellarlo, ed in fondo non lo voleva. Aprì gli occhi di scatto, qualche istante prima che l'arma di Neffah la raggiungesse. Riuscì a schivare il colpo per miracolo. Rotolò ful-mineamente a destra; ma questa non fu un'idea felice, benché necessaria: tutta la ferita si cosparse di polvere, e non era un bene perché si sarebbe infettata. D'altro canto cosa a-vrebbe potuto fare? Aveva delle scelte? No. Di nuovo il colpo dell'uomo andò a schian-tarsi contro il terreno, sollevando un'eccessiva quantità di polvere "Questo non sarebbe dovuto accadere!" esclamò Seth contrariato ed un po' spaventato, riferendosi all'incontro con Gabrielle "È il premio per aver passato il primo tempio" disse una donna alle sue spalle. Era la guardiana del suddetto tempio, nella sua forma 'originale': capelli rossi lun-ghi, folti e voluminosi; occhi verdi che brillavano di luce propria, delle sopracciglia fine sempre in movimento, delle ciglia folte, dei lineamenti dolci ed armoniosi, un corpo snel-lo ed apparentemente atletico avvolto nel solito mantello nero, delle mani con dita sottili ed affusolate che non si fermavano mai. Era tranquillamente seduta e si godeva lo spet-tacolo: un incontro del genere non si era mai visto su quel mondo. "Un premio?!? Non c'è mai stato nulla del genere nella Sfida Reale!" "Diciamo pure che se lo meritava. Non vedi il fuoco nei suoi occhi ogni volta che è con Gabrielle, quando la vede, mentre le parla? È qualcosa che non potrai mai ottenere da lei; un amore puro ed incondizionato che, caro mio, non potrà mai darti. Devi capire che è impossibile spezzare il legame che le unisce; nulla potrebbe. Questa è la ragione per cui tu perderai" gli sussurrò all'orecchio. Si voltò e uscì dall'arena per fare ritorno al proprio tempio. 'questa è la ra-gione per cui tu perderai' quella frase continuò a rimbombargli nella mente. Stava guar-dando Xena, che si era rialzata ed aveva ripreso in mano la propria arma. Sembrava che il fuoco le bruciasse attorno da tanta determinazione negli occhi. "Dove trova tutte quelle energie? Due attimi fa sembrava stesse per morire…" 'amore puro ed incondizionato' sentì risuonare Seth nella propria testa. Solo in quell'istante realizzò che la forza dell'amore era superiore a quella dell'odio. Ma questo di certo non l'avrebbe fermato: lui era l'eccezione che confermava la regola, lui era superiore a odio e amore, lui non aveva bisogno di certe cose, non le provava. Era certo della propria vittoria; già, lui era superio-re. Eppure Xena era così imperiosa nell'arena, a lottare come un leone…per chi poi? Per se stessa? No, la sua vita non era più importante di quella di Neffah, in quel preciso i-stante. L'unica cosa che contava per lei era salvare Gabrielle. Dannazione! Non la capiva proprio! Che diavolo aveva mai quella donna di speciale? Che le aveva mai potuto fare per stregarla a quel modo? Nulla, era ovvio. Lei era il sostegno di Xena, l'astro che la guidava, per il solo fatto di esistere. E lo stesso valeva anche per la poetessa: ella traeva for-za di volontà, coraggio ed audacia dal cuore impavido della Principessa Guerriera. Aveva perfino avuto la forza di cambiarla, di domare quel suo impulso violento che Ares aveva rinforzato in anni di barbarie e massacri. Quello era un tipo di rapporto a lui sconosciu-to, profondo come non avrebbe mai creduto possibile, due persone che si completano a vicenda. Per Seth era un territorio nuovo, ancora da esplorare. Nei migliaia di lustri che aveva vissuto, no gli era mai capitato di incontrare un legame così stretto, indissolubile.
Xena era ancora in piedi. Nonostante tutto, aveva ancora la forza di combattere. Sentiva la rabbia ruggirle dentro, e bruciare come non mai. Era una sensazione che non provava da molto tempo. Che le succedeva? Aveva risvegliato la sua parte malvagia, pur di vince-re quello scontro? Era giusto, necessario, inevitabile? Dopo tutto quel che Gabrielle le aveva detto, era corretto nei suoi confronti fare un passo indietro e riprendere le sue spietate abitudini? Che diamine stava facendo? Si era messa a pensare nel momento sba-gliato. Dannazione! Era nel bel mezzo di uno scontro, e le venivano in mente dubbi del genere? Ci avrebbe pensato poi. Certo, che avrebbe detto a Gabrielle? Come avrebbe spiegato il suo comportamento, in seguito? Perché lo avrebbe dovuto fare, prima o poi. Decise che non era il momento, alzò la spada e si concentrò sulla scontro "Aaaaah!" cercò nuovamente di colpire Neffah, ma questi bloccò la spada con l'enorme mazza; e l'operazione non sembrò costargli molta fatica, mentre la guerriera spese una quantità in-credibile di energie preziose nel mantenere fissa la propria posizione senza essere sbalza-ta all'indietro. La gente urlava ed incitava, ma i due guerrieri non se ne resero conto. Ormai per loro era una questione di orgoglio. Si guardavano fissi negli occhi, senza di-strarsi dall'incontro; la tensione ormai era palpabile. Nessuno dei dure era disposto ad ar-rendersi; né tantomeno a perdere. Ma, dannazione! Erano allo stesso maledetto livello. Neffah scagliò un poderoso fendente verticale che Xena evitò facilmente. Quasi con-temporaneamente, ella scattò in avanti con l'arma spianata pronta a trafiggere l'uomo, ma egli schivò di lato. Attorno a loro vorticava una nube di polvere che impediva a tutti di vedere lo svolgimento della lotta. Solo Seth era in grado di penetrare con lo sguardo la spessa cortina di pulviscolo che li circondava. Lo scontro era colossale, non se n'era mai visto uno così nelle Sfide Reali precedenti. Xena schivò l'ennesimo attacco di Neffah; stavolta cambiò tecnica: con un incredibile calcio volante riuscì a togliergli la mazza di mano. Essa rotolò via lontano. Ma con un pugno ben assestato anche il guerriero tolse a Xena la spada "Sei forte" "E tu molto abile. Non l'avrei mai creduto possibile. In fondo sei solo…una terrestre; una comune terrestre e niente di più" "Sai, anche io sono sorpre-sa: non mi aspettavo di trovare un cervello in mezzo a quella massa di muscoli flaccidi" rispose Xena storcendo il naso. Neffah sembrò prendersela molto a male per quell'assurda ed insignificante battuta. Batté il piede violentemente a terra, facendo tremare l'arena "Uuuuh! A quanto pare oggi il pupone non è dell'umore giusto per scherzare…" concluse Xena gesticolando in modo sciocco, con un'espressione idiota stampata in vol-to. Lo stava chiaramente provocando. Ma perché? Cosa sperava di ottenere? Era solo per il gusto di farlo o sotto c'era un piano? Xena ne aveva sempre uno; ma quella volta non sembrava proprio così. C'era qualcosa di diverso nei suoi occhi; qualcosa di nuo-vo…o magari vecchio. Chi poteva dirlo? Fatto stava che la Principessa Guerriera non era più la stessa. Aveva dovuto dare fondo a tutta se stessa per trovare la forza di vincere quella sfida. Neffah era furioso; si scagliò contro Xena urlando come un pazzo. La don-na corse in direzione della propria spada, si tuffò e la prese. Il guerriero fu su di lei in un attimo. Ma ella era pronta a respingerlo: si voltò, alzò le braccia e colpì. La spada trafisse la gola di Neffah, senza lasciargli speranze. Con un ultimo gemito di dolore stramazzò a terra. Era un orrore: il sangue sprizzava da ogni parte, Xena era tutta sporca. Lasciò ca-dere la spada, osservò Neffah pietrificata. Solo in quell'istante si rese conto della mo-struosità che aveva compiuto "Cosa ho fatto…" disse portando le mani davanti alla boc-ca. Avrebbe voluto piangere; avrebbe voluto avere l'appoggio e la comprensione di Ga-brielle, poter sentire le sue parole di confronto, poterla stringere e sentirla vicina… sape-va di aver perso. Aveva sbagliato, e nel momento stesso in cui aveva risvegliato il proprio ego malvagio, era stata sconfitta. Batté i pugni a terra rabbiosamente. Come diavolo ave-va potuto permetterlo? In un attimo Xena ritornò se stessa, la mite e pacifica donna di sempre, ma ormai era troppo tardi. Un'altra cicatrice si era aggiunta alle tante che segna-vano il suo cuore. "Sono diventata un mostro…" sospirò. Nonostante tutta l'amarezza nel cuore, non riusciva a piangere. Nemmeno una lacrima. Eppure ne sentiva il bisogno in maniera impressionante. Se ne stava lì, in mezzo all'arena, accovacciata accanto al cor-po inerte di Neffah, sbiancata in volto, con gli occhi sbarrati. La luce nei suoi occhi si era spenta; la fiamma della giustizia soffocata dalla malvagità e dall'odio. La folla osannava la vincitrice, ma ella non vi badava. Era troppo impegnata a vincere la lotta contro i pro-prio dolore. All'improvviso però la folla svanì, si volatilizzò nel nulla. Gli spalti rimasero vuoti, il rumore cessò. Si sentiva solo il suono di qualcuno che batteva le mani. Ovvia-mente era Seth. Era rimasto solo lui, oltre a Xena e Neffah "Brava, Xena, mi congratulo con te. Hai vinto la seconda sfida. Peccato solo per Neffah…dovrò scovare un altro guardiano per il secondo tempio. Non sarà per niente facile trovare un degno sostituto" "Ecco, Seth, hai vinto. Sei riuscito a tirare fuori la parte malvagia che avevo seppellito nel cuore dopo anni di sofferenza. I miei complimenti; nessuno c'era mai riuscito. Im-magino che ora Gabrielle morirà, ed io sarò condannata a servirti per sempre…" "No, mia cara, non è così. Tu non sei sconfitta. Non del tutto per lo meno. Certo, con l'eliminazione di Neffah hai perso dei punti; ma qualcuno mi ha convinto a farti sostene-re l'ultima prova. Quindi, se permetti, è il mio turno" Seth balzò giù dagli spalti, atterrò di fronte a Xena. Ella non diede minimamente retta al dio. Non aveva alcuna intenzione di lottare, Seth lo comprese 'Bene. Se non vuole combattere con le buone, combatterà con le cattive' l'uomo sferrò un potente calcio diretto all'addome della guerriera, che venne sbalzata all'indietro. Rimase distesa, a contorcersi dal dolore. "Xena, fai la cosa giusta; combatti" non gli rispose nemmeno, si limitò a voltare il capo. Seth allora la sol-levò da terra afferrandola per il corpetto e le tirò un pugno in faccia. Ora le sanguinava anche il naso, ma non era disposta a reagire. Non in quel momento. Aveva ben altri pro-blemi da affrontare. "Ti ostini ad opporti! Povera sciocca, se continui così mi vedrò co-stretto a sopprimerti…" "Che sia. A me non importa più. Tanto hai vinto comunque" la sua vista iniziò ad annebbiarsi, vide Gabrielle dietro Seth che le porgeva una spada 'Salva la tua vita' "No, Seth, non mi incanterai con le tue illusioni! Fai di me ciò che vuoi, non lotterò" L'uomo la scaraventò a terra. Non ci fu la minima reazione nemmeno stavolta. Seth ormai era fuori di sé, non sapeva più cosa fare. Aveva provato a convincerla. Aveva provato con la forza. aveva provato con Gabrielle. Niente da fare, era stato tutto un fia-sco. Ma perché si ostinava a non voler combattere?!? Era una guerriera, che diavolo! Era valorosa, e lo doveva dimostrare! Doveva lottare! "Alzati! Alzati e lotta, se hai ancora un briciolo di dignità!" "La dignità l'ho già persa, Seth. Non mi convincerai mai in questo modo!" "Come! Dimmi, come devo fare per schiodarti da lì?!?" "Non c'è un modo per farlo. Ho fallito, ho tradito la fiducia di Gabrielle, ho riacquistato il mio lato malvagio. La mia vita ormai non ha più senso" "Dunque è questo il tuo blocco. Se la metti su questo piano, sentiamo che ne pensa la tua Gabrielle in proposito" "La guarirai?" "No; ma pos-so portare qui il suo spirito" Seth batté le mani ed una colonna di luce scese dal cielo. Quando toccò il suolo, assunse le sembianze di Gabrielle. Ella si diresse verso Xena e le si inginocchiò accanto, preoccupata "Mi dispiace, Gabrielle, ho tradito i tuoi ideali. Per vincere la sfida ho…" "Schhht!" la interruppe la donna, posandole l'indice sulla bocca "Non devi dire niente. Io non sono arrabbiata con te per quel che hai fatto. Al contrario; ora so che il tuo affetto è forte, come pure il tuo lato buono. Non capisci? Saresti stata disposta a sacrificare te stessa pur di salvarmi, ed è una cosa stupenda…" "Non lo è - ri-spose Xena mettendosi faticosamente a sedere, aiutata da Gabrielle - per niente. Ma non vedi che sono diventata un mostro? Come puoi avere ancora fiducia in me, dopo quel che ho fatto?" "Per me non conta niente…" Ella le si avvicino e strinse forte Xena al petto, come una bambina. La guerriera si abbandonò a quel caldo abbraccio, rinfrancata. "Sei tu…o è solo un'altra illusione di Seth?" "Sono io" le sussurrò Gabrielle all'orecchio, accarezzandole il viso "Ti ringrazio"
Di nuovo Seth rimase senza parole, di fronte alla devastante intensità di quell'abbraccio. Non aveva mai visto né provato nulla del genere. Era confuso ed intimorito; non sapeva fino a che punto si sarebbe potuta spingere Xena per Gabrielle. Con tutta probabilità farla venire lì era stata la peggiore idea che avesse mai avuto. Cominciava a convincerse-ne. Era ovvio! Aveva avuto Xena in pugno; aveva voluto essere buono con lei. Ma perché poi?!? In fondo era la divinità del male, l'incarnazione della pura malvagità…o forse no. Forse era solo uno sciocco sprovveduto che non sapeva nemmeno chi era in real-tà…eppure era in un certo qual modo estasiato da quell'incontro: la sola vista di Gabriel-le, quel caldo abbraccio…bum! Di botto Xena aveva ritrovato tutta la propria forza. Ac-cidenti, erano guai! La guerriera aveva il potere di uccidere le divinità! Ripensandoci bene però si rese conto che non l'avrebbe usato: Seth doveva guarire Gabrielle. Almeno aveva guadagnato qualche altro minuto di vita… "Ok, ok, ragazze, adesso basta. È ora di dare luogo alla terza sfida" la poetessa aiutò Xena a rimettersi in piedi "Sei sicura di…" "Ce la faccio!" esclamò scansandola di lato "Mia cara Gabrielle, il tuo compito qui è finito. Ora è meglio che tu torni nel tuo corpo" ella annuì perplessa, poi si voltò verso Xena, le bi-sbigliò un dolce "buona fortuna" all'orecchio, le diede una vigorosa pacca sulla spalla (che per altro la fece quasi cadere) e si allontanò un poco. Seth batté nuovamente le ma-ni, e la colonna di luce bianca si riportò via Gabrielle. Lo sguardo di Xena era corrugato mentre la vedeva sparire. Seth se ne accorse, anche se la donna tentò di nasconderlo in tutti i modi 'È appena partita e già le manca…quelle due non possono vivere separate. Gran bel dilemma: vincere la sfida e ucciderle entrambe, per ferite o crepacuore che dir si voglia, o perdere ed ucciderne solo una? Ah, ma se ne uccido una muore anche l'altra. Allora fa lo stesso…deciderà il fato' "Seth, in che cosa consiste la terza sfida? Non me l'hai spiegato" l'uomo fu distratto dai propri pensieri. Guardò fissa la guerriera. "È una specie di corpo a corpo; ma non come credi tu. È difficile da spiegare…lo vedrai" Egli batté tre volte le mani. Il paesaggio mutò nuovamente. I due si ritrovarono ognuno ad una sponda di un abissale dirupo. La voragine era larga forse venti metri, ma probabil-mente erano ben più. L'estensione in lunghezza della stessa, poi, era indescrivibile. Si perdeva a destra e a sinistra oltre l'orizzonte. Però davanti a loro, per tutta la larghezza del baratro, si intervallavano dei pali. Erano abbastanza grossi per poterci stare in equili-brio su di un piede. Al centro del precipizio c'era una pedana con quattro pali ai lati, a fa-re da ornamento. Sopra ognuno di essi c'era una piccola statua: un'aquila, un leone, uno sciacallo ed un gufo. Erano tutti e quattro grotteschi, con espressioni truci e minacciose dipinte in volto. Entrambi i contendenti avevano un bastone ed il dio, inoltre, indossava un'armatura. Era splendente, e soprattutto migliore di quella che aveva indossato Neffah durante la seconda sfida. Xena non indossava protezioni in quel momento, non era abi-tuata a farlo. L'uomo, invece, era ben protetto. Forse anche troppo "Hai bisogno di un'armatura?" "Hm…non si sa mai. Non vorrei che tu per sbaglio mi uccidessi…" "Come, con un bastone? Non mi pare abbia una punta!" "È vero. Ok, hai vinto, me la tolgo" Seth si liberò di polsini, elmo, spalline e anche le protezioni alle braccia. "Così va meglio…" la guerriera guardò il cielo. Era carico di nuvoloni minacciosi, fragorosi tuoni ed abbaglianti lampi scuotevano l'aria, creando una sinistra vibrazione negli animi dei combattenti. "Devi sapere, Xena, che questi pali sono speciali. Sembrano tutti uguali, ma di fatto non lo sono. Esistono decine di tipi diversi, ognuno con un'insidia: c'è il soste-gno del dolore, quello del coraggio, la malvagità, il sollievo, la pace, la bontà, la generosi-tà, la pietà, ma anche crudeltà, abuso, potere. Sanno cosa porti nel cuore, e solo quelli che rispecchiano il tuo animo ti sosterranno. Per di più, dovrai lottare contro di me. La gara è semplice: il primo che arriva dall'altra parte vince" Xena annuì ed impugnò salda-mente il bastone. Balzò sul primo palo che aveva davanti. Si sentì un'arcigna risata pro-venire dal burrone, il sostegno iniziò a sprofondare. Saltò al successivo. Sentì il cuore av-volto di calore. 'Ok, qui tutto bene' il palo precedente tornò alla posizione originale. Seth balzò sul primo sostegno, non ebbe problemi. Quando invece passò al successivo, venne accecato da una vivida luce dorata, e fu solo questione di fortuna se non finì nella fossa. Si gettò disperatamente sul terzo. Rimase in bilico qualche istante. Il palo lo reggeva. "Wow! Me la sono vista proprio brutta!" "Ma come! Pensavo tu avessi trovato un per-corso sicuro…" "Questo è il punto! La disposizione dei pali varia in continuazione, ed io non so mai quali vadano bene e quali invece no!" "Ecco perché non organizzi molte sfi-de reali" "Già!" "Devo dunque ritenermi lusingata?" "Direi proprio di sì" Xena balzò sul palo di destra, sentì una mano afferrarle il piede. Stava sprofondando, e non riusciva a li-berarsi. Con un colpo ben assestato del bastone ed un salto formidabile, era in equilibrio sull'altro palo, quello accanto. Sentì una piacevole sensazione invaderla 'Devo fare più in fretta!' Cominciò a zompare agilmente da un sostegno all'altro. Voleva giungere alla pe-dana per prima. Ma anche Seth si stava dando da fare e, anche se con qualche difficoltà, riusciva a superare i pali abbastanza velocemente. Giunsero al centro contemporanea-mente. Xena aveva osservato attentamente il percorso di Seth, individuando i sostegni su cui egli sprofondava: per lei sarebbero andati bene. Ora rimaneva un ultimo ostacolo; sconfiggere il dio. Doveva stare molto attenta a non ucciderlo; o avrebbe dovuto dire addio per sempre a Gabrielle. I due scattarono all'attacco fulminei. I bastoni si scontra-rono producendo un suono secco, Xena ruotò la propria asta e colpì Seth sul fianco sini-stro. Egli accusò il colpo, abbassò la propria arma e con essa falciò la guerriera, mandan-dola gambe all'aria "Ow!" La donna tentò a sua volta di ribaltare il dio con le gambe, me egli saltò ed evitò di finire rovinosamente a terra. Quello che non riuscì a prevedere era la sonora bastonata che gli arrivò nell'addome, seguita da una alla caviglia che lo face i-nevitabilmente cadere. Mezzo secondo più tardi erano di nuovo in piedi ed i bastoni già si stavano incrociando. Un'altra serie di colpi parati o schivati, di mosse azzardate ed al-tre evitate; Xena attaccava con astuzia e precisione, Seth con vigore e difficili ragiona-menti su possibilità e cose del genere. Egli si distrasse un singolo istante, la donna riuscì ad accorgersene e gli sferrò una micidiale bastonata in faccia, e più precisamente sul na-so. Si sentì un sordo rumore di ossa rotte. "Aaah! Maledizione, mi hai rotto il naso!!!" "Beh, hai il potere di guarire, no?" "Non qui!! Dannazione, Xena, non qui!!!" era eviden-te che Seth non aveva troppa confidenza con il dolore… "Oh, poverino, ti ho fatto ma-le?" Mosse il bastone verso il basso e gli bacchettò la mano destra, quella che reggeva l'arma. L'asta cadde a terra. Ora l'uomo si stava tenendo il naso (da cui usciva sangue a fiotti) con la mano destra, ed agitava l'altra in aria per il dolore. "Basta? Finito qui? È questa la tua resistenza?" Con il piede destro Seth fece balzare il bastone in aria, lo prese con la mano sinistra "Scherzavo" disse con tono perentorio. Scagliò il bastone sulla de-stra e la colpì al fianco. Xena fece un passo indietro e parò il secondo attacco portandosi di lato e sporgendo in avanti l'asta. Poi ruotò il busto a sinistra e fece partire un rapido colpo centrale che Seth riuscì a schivare (che strano, il naso non gli sanguinava più…) la donna allora scagliò un calcio volante verticale che andò a segno, colpendo l'uomo al mento, fece una piroetta miracolosa ed atterrò di nuovo al punto di stacco. Il dio fu sbalzato all'indietro. Riuscì comunque a rimettersi subito in piedi, quasi non fosse stato colpito. Scattò fulmineamente in avanti protendendo l'arma verso il volto di Xena. Ella però balzò di lato e schivò abilmente l'attacco. Tentò di colpire la gamba sinistra ma egli con il bastone parò il rapido fendente. La guerriera non aveva ancora terminato la pro-pria azione: sferrò un colpo dall'altro lato, quello in cui Seth era momentaneamente sco-perto. L'asta andò ad urtare violentemente contro il fianco destro del dio "Ouch!" Egli si contorse per il dolore ed indietreggiò di qualche passo. "Dovresti essere più attento, spesso ti scopri ai fianchi" "Lo terrò a mente" rispose Seth con un arcigno sorriso dipin-to in volto. Scattò di lato e fintò un attacco da sinistra; quando Xena si mosse per evitare di essere colpita, egli ruotò a destra e la colpì violentemente all'addome. Ella cadde pe-santemente all'indietro. Seth pensava di aver vinto: la donna sembrava svenuta. Quando poi si accucciò per controllare, ella sferrò un colpo in orizzontale da destra col bastone, che urtò contro la mascella dell'uomo. Egli ricadde seduto. Xena si rialzò, lo colpì nuo-vamente al volto, con tutta la forza che aveva. Seth cadde disteso, aveva perso i sensi. Il sangue gli usciva dal naso, ed ora anche dalla bocca. Lo scontro era terminato. Xena a-veva vinto. Corse in direzione del lato opposto e seguì il percorso che aveva calcolato. Perfetto: nessun palo diede l'impressione di cedere. Giunse infine alla menta e sedette, esausta "Questo è decisamente troppo per me" non le rimaneva che attendere il risveglio di Seth "speriamo almeno non ci metta troppo…" Era stravolta. Dopo un paio di minuti si distese, e si addormentò.
Quando Xena finalmente rinvenne, era di nuovo sotto la pioggia pietrificata. "Congratulazioni, Xena, hai vinto la Sfida Reale." "Guariscila!" urlò "Bè, non so se mi con-viene…se la guarisco, tu di certo mi ucciderai e tornerai alla tua tranquilla vita" "Sarei tentata a farlo ora; ma purtroppo tu mi servi, quindi stai buono e forse ti andrà bene" "Ah, no, Xena. Io non ho alcuna intenzione di guarirla. Non l'ho mai avuta. Quindi met-titi il cuore in pace: hai perso" "Io non ne sarei troppo sicura" Xena si alzò ed estrasse la spada dal fodero di riflesso, anche se non era sicura di trovarla. Per fortuna le aveva la-sciato le armi…puntò la propria arma alla gola del dio "Guariscila" "Non ci penso nemmeno" Gli graffiò una guancia con la spada "Fallo" Seth indietreggiò un poco, Xena fece un passo avanti "Muoviti!" Egli però non sembrava intenzionato ad acconsentire. "Devo iniziare ad essere cattiva?" Con la punta della spada gli tagliò la fronte. Ormai era alle strette; eppure non cedeva. Xena perse la pazienza e gli tirò un calcio nello stomaco. L'uomo rotolò per qualche metro. Ella lo rimise in piedi e lo colpì con un pugno alla mascella. Lo fece alzare di nuovo e lo trascinò in direzione di Gabrielle. Gli diede una pedata sul sedere, lo fece inginocchiare accanto al corpo immobile della donna. Gli pun-tò la spada alla nuca "Questo è il mio ultimo avvertimento. Muoviti e guariscila, ti con-viene. A questo punto della storia, potrei anche ucciderti. So che questo ucciderà Ga-brielle, e me ne pentirò per tutta la vita, ma un verme come te non merita di vivere" Seth allora fu costretto ad obbedire. Pose le mani sulla ferita, e quando le tolse del taglio non c'era traccia "Sbloccala" lo esortò battendogli l'arma sulla schiena. Seth batté le mani due volte ed il tempo riprese il suo corso naturale. Gabrielle si distese a terra, ancora stordita "Che cosa…" "È finita" rispose Xena aiutandola ad alzarsi "Ecco, Xena, ora mi puoi anche uccidere" "No, Seth, non lo farò. Anche se lo nascondi sotto una corazza di catti-veria, tu hai un cuore. Me ne sono resa conto durante lo svolgimento della Sfida Reale. Se tu volessi, potresti cambiare vita, compiere buone azioni, aiutare gli altri. I tuoi poteri sono immensi, sarebbero in grado di fare molte cose" Seth sembrò perplesso, indeciso "Chi ti dice che io abbia voglia di cambiare?" Xena sorrise "Lo so e basta" Ora però era a dir poco adirato "Che cosa pensi di sapere?!? Non puoi conoscere tutta la sofferenza che ho provato, le pene che ho patito! Come puoi pensare di comprendere?!? Illusa! Io non ho cuore, non cambierò mai!!!" Gettò una boccetta a terra e scomparve "Ritornerò, Xena, ed allora tu morirai!" Si sentì in lontananza "Forza, andiamocene da qui" Gabrielle prese la boccetta che teneva appesa al collo e bevve un sorso, la diede a Xena che bevve il resto. Le anime delle due guerriere furono portate di nuovo nei rispettivi corpi "Sono troppo stanca per cose del genere!" esclamò Gabrielle sussultando "Non si è mai troppo stanchi!" rispose Xena mettendosi a sedere "Felice di rivedervi" concluse Venere.





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