UNA
NUOVA VITA
quarto
episodio
di
Enemek
Vorrei…Dedicare
questa puntata…ad una nuova amica, che con il suo coraggio, è
riuscita a raggiungere un sogno…
Il mio rispetto, s’inchina alla tua presenza, My Lady Franc…
Olimpia
chiuse gli occhi aspettando il suo amaro destino.
Sia Evi che Amos si erano fatti strada tra la folla, erano vicinissimi
ad Olimpia, aspettavano solamente la reazione di Xena e salvare, da
morte certa, la loro amica.
Evi non credeva hai suoi occhi, tutto quello che era riuscita a costruire,
in un attimo solo Antinea era riuscita a demolire.
Xena era arrivò di fronte a Olimpia, stringeva con tutta la forza
che aveva, il manico del pugnale.
Il silenzio dominava la stanza, tutti attendevano la decisiva mossa
della guerriera.
Olimpia alzò lo sguardo, incontrando gli occhi di Xena
“Così…vorrei morire, guardandoti negli occhi”
in quel momento Xena allentò la presa.
Antinea si stava innervosendo….
Lo sguardo di Xena cambiò espressione, si avvicinò e con
una mano le accarezzò il volto
“C’è un momento quando ti guardo, in cui resto senza
parole, mentre la bocca tace, il fuoco brucia sotto la pelle, travolta
d’emozione e nel pallore del mio viso si rispecchia così
il tuo amore immagine riflessa del mio”, gli occhi di Olimpia
brillarono di una luce propria.
Ma non si poteva dire lo stesso di Antinea che esplose di rabbia
“Che diavolo stai dicendo?”
Xena si girò verso di lei, sfidandola con lo sguardo “Parole
che tu non capirai mai”, si voltò verso Olimpia ,l’avvicinò
a se dandole un tenero bacio sulle labbra.
L’ira di Antinea esplose, Xena con il braccio coperto dal mantello,
nascose tra se Olimpia “ Tranquilla ti proteggo io”, Antinea
urlò con tutto il fiato che aveva
“Ammazzateli tutti!”.
Ma un silenzio mai desiderato così tanto, fece capire ad Antinea,
il rifiuto che le guardie ebbero dei suoi comandi.
Dopo qualche secondo, la folla scappò dalla sala, lasciando Antinea
alla pazzia .
Xena andò verso di lei, tenendo Olimpia per mano
“Veramente tu credevi di poter farmi dimenticare, colei che è
diventata parte di me.
Colei che ha condiviso la metà della mia vita.
Colei che mi ha insegnato ad amare di nuovo.
Colei che è riuscita a sconfiggere il suo stesso odio”,
Olimpia rimaneva in silenzio, divorandola con gli occhi, era fiera di
sentire quelle parole, uscire dalla sua bocca.
“Eri davvero così sicura di potercela fare.
Che il nostro legame si sarebbe spezzato così.
Sai Antinea… ci sei andata quasi vicino, purtroppo però
devi fare i conti con le persone, che ti circondano e non condividono
le tue idee”, in quel momento Agar si avvicinò ad Amos
“Non mi è mai piaciuta quella donna”, il ragazzo
sorrise capendo che Agar centrava qualcosa.
Xena sguainò la spada, puntandola verso Antinea “ Quando
lo capirai che non puoi dividerci”, Antinea scoppiò in
una risata isterica “ Non mi provocare Xena, tu sai cosa sono
in grado di fare. Non riuscirai mai ha trovare quello che desideri”,
Antinea si scagliò contro Xena.
La guerriera lasciò Olimpia e attaccò la sua nemica. Le
due donne lottarono, con tutte le loro forze.
La cosa più strana, era vedere il colore dei capelli di Antinea,
schiarirsi sempre di più, diventando alla fine, completamente
bianchi.
Le due donne incrociarono le loro spade, avvicinando i loro volti
“ Sai Antinea, penso proprio che tu sia in errore. Perché,
vedi…io l’ho trovato questo vero amore e mi dispiace…ma
non sei tu”- “Non è vero…Lei non può
darti niente, di quello che posso offrirti io” –“
Davvero…e cosa puoi offrirmi tu?” –“La fama,
il potere, la ricchezza, tutto questo e altro ancora”- “
Antinea, perché ogni volta mi fai essere sempre ripetitiva…
Forse non ti è ben chiaro una cosa, che quello che lei mi può
dare… tu non lo conosci neanche. E te lo dico adesso e non te
lo ripeterò più”, la scaraventò per terra,
togliendole l’arma.
Le andò davanti puntandole la spada vicino la gola “ Io
appartengo a lei, come lei appartiene a me e adesso più che mai
siamo unite da un legame…l’amore”, la collera di Antinea
esplose, liberandosi dalla punta della spada di Xena “ Nooo, tu
vivrai solo per me”, continuò ripetendo questa frase, e
con la disperazione, la collera e la gelosia che aveva dentro, scomparve
nel nulla.
Dopo
qualche secondo di silenzio, la tensione scomparve.
Le guardie lentamente tornarono a loro posto, Evi raggiunse Xena “
Madre, come ti senti tutto bene?” Xena abbracciò Evi rassicurandola
del suo stato…
Amos si avvicinò a Olimpia “ Stai bene, Olimpia?”,
la ragazza non rispose, i suoi occhi erano ipnotizzati dalla presenza
della sua Xena, che le stava proprio di fronte, in carne ed ossa e questa
volta, il sogno di poterla riabbracciare di nuovo stava prendendo vita…
Xena si voltò cercandola e quando la vide, andò verso
di lei…
“ Olimpia…finalmente di nuovo insieme…”- “
Già”, uno strano imbarazzo, impedì ad entrambe di
esternare la loro gioia di essersi ancora una volta ricongiunte.
Ma poi Xena allargò le braccia “Vieni qui”, Olimpia
non ci pensò poi tanto, nell’assaporare quell’emozione
nel sentirsi circondata dal suo affetto.
Si dice che non c’è gioia più grande che sentirsi
amati e in quel momento entrambi i loro cuori erano colmi d’amore.
Sia Amos che Evi, si commossero per quel gesto, tanto atteso e tanto
sofferto che non osarono interromperlo per nessun motivo.
Non riuscirono a dirsi nient’altro, lasciarono che i loro occhi
pronunciassero mille parole, mille emozioni e soprattutto mille desideri…ma
quello non era il momento più opportuno.
Evi ruppe l’incantesimo involontariamente “ Madre che gioia
vederti…”, Olimpia capì il suo istinto di abbracciare
di nuovo la madre, così le lasciò il campo libero “
Madre…pensi che Antinea non ti darà più fastidio?”-“
Non credo e poi che vita sarebbe senza Antinea?!”
Anche Amos si fece avanti “ Ciao Xena, finalmente sei tornata
tra di noi” Xena sorrise al nuovo amico “ Hai ragione Amos,
ti sei dimostrato veramente un amico, non ti sarò mai grata abbastanza”-“
è stata una gioia rendervi felici…”.
Tutto era perfetto, ma mancava una cosa… “Madre, vieni con
me ”, Xena ed Evi si allontanarono, lasciando Olimpia ed Amos.
“ Anch’io non ti ringrazierò mai abbastanza per tutto
quello che hai fatto per noi” –“ NO Olimpia non ho
fatto un gran ché. Il vostro legame vi ha riunite, vi ho solo
aiutate a ritrovare la via perduta. E poi se ci pensi bene, anche Antinea
vi ha aiutate!”- “ Che vuoi dire?”- “ Si, se
Antinea non ti avrebbe portata con la forza nella grotta, tu saresti
partita,giusto?. Olimpia, non ti ricordi?...Tu hai passato la notte
nella taverna, giusto e poi sei partita…”, Olimpia aveva
il volto incuriosito come se non si ricordasse bene, l’accaduto.
“Olimpia, cosa ti ha fatto cambiare idea? Eri così decisa
ad andartene, che credevo veramente di aver fallito”
In quel momento ritornarono Evi e Xena, Olimpia sgranò gli occhi,
era un bellissimo sogno divenuto realtà…
Anche gli occhi di Amos vennero colpiti dallo splendore dalla sua bellezza
.
La principessa guerriera questa volta, era tornata alla perfezione…
La sua bellezza, la sua forza, l’eleganza e la sua grandezza,
erano lì proprio di fronte i loro occhi, con la sua autentica
armatura di una volta.
Si questa volta non c’erano dubbi, era tornata nuovamente più
bella che mai.
Xena
ed Evi raggiunsero Amos e Olimpia.
“ Madre che dici se preparo i cavalli e ritorniamo ad Anfiboli?”,
Xena guardò Olimpia “ Perché no?”, Olimpia
sorrise accettando l’idea, così Evi andò a preparare
le cose.
“E tu Amos cosa fai, vieni con noi?” le chiese Xena “
No ti ringrazio, preferisco fermarmi qui per un po’, poi magari…vi
raggiungerò”- “ Come preferisci, vieni Olimpia andiamo”,
Xena si stava allontanando con Olimpia , quando Amos le fermò
“Aspettate…Olimpia, non mi hai risposto” –“
Si hai ragione Amos, scusa…bè quella sera non potrei dire
di aver dormito , perché sono partita qualche ora dopo la nostra
discussione”, Amos incominciò ad avere dei dubbi.
“Amos, che volevi sapere da Olimpia?” chiese Xena.
“NO veramente, era solo una curiosità che volevo togliermi”
“Di pure…” disse Xena
“Ecco…come dire” Amos non trovava le parole giuste
“Che vuoi sapere” chiese Olimpia incuriosita del suo atteggiamento.
“Ecco io volevo sapere…se tu Xena…per caso la sera
che abbiamo discusso…mi hai chiesto …di entrare dentro il
mio corpo”
“ Certo, lo facevo ogni volta che dovevo comunicare con te, altrimenti
non mi avresti mai sentito”
rispose Xena tranquillamente.
Ma per Amos non bastava…
“ Si Xena, questo lo so, ma io intendevo….chiedervi …se
voi due quella sera…insomma, se quella sera…” Amos
si sentiva sempre di più fissato dalle due donne.
“ Ecco, io volevo chiedervi…se…voi avete….bè
insomma….se avete..”, fece un respiro profondo.
“ Se avete passato la notte insieme” .
Xena inarcò il sopracciglio, Olimpia sorrise cercando però
di trattenersi.
Dopo qualche secondo di completo imbarazzo di tutte e tre, Olimpia lasciò
il compito all’amica
“ Xena sarà meglio che vada ad aiutare Evi”, così
li lasciò soli.
Xena si avvicinò a Amos, mettendogli il braccio in torno al collo“
Vedi Amos, quella sera purtroppo, io avrei tanto voluto chiarirmi con
te, per alcune cosette accadute…ma non ho potuto perché
quella sera ti sei addormentato sul prato, con una grande bottiglia
vicino…e forse il troppo stress e il troppo vino ti anno, indotto
a fare dei sogni …pesanti. Quindi per la tua domanda…credo
proprio di No. Comunque sai com’è oggi…nella vita
mai dire mai”- “ Certo hai ragione Xena, che stupido…perdona
la mia sfacciataggine, nel chiedervi una cosa così…”-
“tranquillo Amos, non è successo niente, era una semplice
domanda”.
Dopo che Xena risolse il buffo e imbarazzante malinteso, Xena salutò
Agar “Devo ringraziare anche te, se non avessi cambiato il mio
calice con del vino, penso proprio che Antinea…”- “
Ti prego Xena, sono abituato a non sentire quel nome. L’importante
è che sia andato tutto bene”- “ Già, grazie
ancora”.
Così le nostre tre amiche salutarono e si incamminarono, allontanandosi
dal castello.
Il
sole tramontò, così decisero di accamparsi.
Evi dormiva come un ghiro, Olimpia e Xena rimasero a fissare il fuoco.
“Xena come hai risolto oggi con Amos?”-“ Dicendogli
la verità”-“ Poveretto quanto l’ho fatto tribolare…Ma
come sapevi che ci sarebbe riuscito”- “ Vedi Olimpia, quando
vedevo che tu avevi interrotto ogni legame con me, dovevo fare qualcosa,
qualsiasi cosa. E lui era bravo nel parlare e poi era il classico tipo
che poteva piacerti” –“ Si, in effetti Amos è
proprio il mio tipo..” ,Xena la fulminò e Olimpia sorrise
divertita,dalla leggera sfumatura di gelosia che vide nei suoi occhi.
“Cosa gli hai detto, prima”-“ Che aveva fatto un sogno,
un po’ troppo pesante”- “ Ma un bel sogno…Pensi
che lo rifarà?”- “ Bè spero per lui di no,
ma per noi perché no?...
Olimpia ascolta, avvolte pur di dimostrare alla persona il nostro affetto,
oltrepassiamo ogni limite e credimi il mio affetto per te è molto
profondo. Se un giorno dovesse accadere, un simile fatto, voglio che
tu sappia che sarei la persona più felice, nel condividere tale
emozione”, Xena le strinse la mano e Olimpia, un po’ imbarazzata
non rispose. Avrebbe voluto chiedergli tante cose, ma quello non era
il momento giusto. Anche Xena sorpresa dalle sue stesse parole, cercò
di cambiare discorso “Adesso però, andiamo a dormire”-“Come
hai vecchi tempi?”-“Certo”, così si sdraiarono
sotto le stelle e si addormentarono mano nella mano.
La
luce del mattino svegliò Olimpia.
Si girò per vedere se Xena si era svegliata….ma lei non
c’era e ne anche le sue coperte.
Una strana sensazione invase il suo cuore “ No…non è
possibile!....Xena?”, si alzò cercando anche Evi, ma ne
anche lei riusciva a trovare.
“ Dove sono andate…”, in quell’istante Evi raggiunse
Olimpia con della legna tra le mani.
Olimpia sorrise più tranquillizzata “ Evi, ma dove siete
andate?”, Evi la guardò incuriosita “ Andate? Olimpia
ma a chi ti riferisci?”- “ Te e Xena”, Evi la guardò
con tenerezza
“ Olimpia…quando accetterai la realtà!”, Olimpia
non capiva “Di quale realtà stai parlando?”, Evi
posò la legna e andò accanto alla donna “ Olimpia,
Xena adesso vive in un mondo più tranquillo, più sereno.
Devi fartene una ragione, vedrai il tempo ti aiuterà ad alleviare
il dolore”, Olimpia era in preda al panico “ Ma cosa stai
dicendo Evi, Xena è risorta, è tornata tra di noi”
– “ Olimpia ti prego non fare così…devi accettare
la sua morte. Altrimenti vivrai male”- “ No non è
possibile, non è stato tutto un sogno il mio, lei è tornata….”,
urlò con tutta la voce….
Risvegliandosi di scatto tra le coperte.
Olimpia respirava ha fatica, quella sensazione di panico, stava di nuovo
assalendo la sua anima.
Si voltò per cercare Xena, ma lei non c’era e ne anche
Evi.
La situazione che le si presentava era identica a quell’incubo.
Olimpia incominciava a sudare freddo, cosa le stava accadendo?
Perché quel sogno…
In quel momento arrivò Evi, teneva della legna tra le braccia.
Gli occhi di Olimpia si fecero lucidi “ No, non è possibile”
– “ Cosa non è possibile…Olimpia ma che cos’
hai?”, Evi notò lo stato di agitazione dell’amica.
Olimpia la guardava con gli occhi sgranati, aveva il terrore nel chiederle
dov’era Xena. Se fosse stato un segno premonitore, non l’avrebbe
sostenuto. Ma alla fine con un fil di voce chiese di Xena,
Evi la guardò con tenerezza “ Olimpia…vedrai che
riuscirai a trovare la serenità, ci vuole un po’ di pazienza
per tutto quello che hai dovuto superare” , Olimpia impallidì…
Evi l’accarezzò dolcemente “ E poi…adesso sarà
più facile…dato che è tornata tra noi”, la
gioia fu tanta che scoppiò in un pianto felice…
Xena raggiunse Evi e Olimpia, mostrando la sua caccia…
Olimpia la guardò come fosse un miraggio, la forte paura di averla
persa di nuovo e la gioia immensa che ebbe successivamente fu troppo
per lei che svenne, sorretta tra le braccia di Evi…
“
Madre come sta?”, Xena aveva adagiato Olimpia tra le coperte e
le stava rinfrescando la fronte “Si sta riprendendo, deve aver
fatto un brutto sogno”.
Olimpia si sentiva al sicuro, sentendo la sua voce accanto a lei, ma
le forze l’abbandonarono di nuovo.
Dormì
per tutta la mattinata, quando si svegliò trovò Xena accanto
a lei “ Come ti senti?”- “ Adesso meglio”- “
Vuoi un po’ di carne?”, fece una smorfia “ No grazie
preferisco una frutta”, mangiarono senza dire altre cose, Olimpia
si sentiva in imbarazzo per quello che era successo, ma Xena non le
fece pesare l’accaduto.
Ripresero
il viaggio, camminarono fino a quando il sole stava per tramontare.
Olimpia rallentò il passo, facendosi superare.
Evi raggiunse Xena “Madre, credo che Olimpia abbia bisogno di
te”, Xena si voltò guardando l’amica in lacrime.
Le andò accanto mettendole una mano sulla spalla “ Ehi..”
– “ Non è niente, tranquilla. Avvolte a quest’ora
mi capita”, Xena la guardava senza fare domande “ Sono qui..”
e le prese la mano. Xena si rese conto quanta tristezza, albergava nel
cuore di Olimpia e non avrebbe voluto assillarla, sarebbe stata lei
stessa ha confidarle quel peso, che aveva oppresso da tempo il suo cuore.
Così continuarono il loro cammino, tenendole la mano per tutto
il tragitto…
Era strana la sensazione, che provava Olimpia in quel momento, un gesto
simile Xena non l’aveva mai fatto, era imbarazzata ma nello stesso
tempo contenta, sentiva la sua presenza, la sua protezione, rassicurarla.
Xena era là accanto a lei e questa gioia le dava una pace, che
da tempo aveva dimenticato. Camminava insieme a lei, fissando il suo
essere donna, l’eleganza del suo portamento così sicuro,
così forte che non si era mai accorta della sua bellezza. I lineamenti
del suo braccio erano così perfetti. Olimpia era ipnotizzata,
non riusciva a staccarle lo sguardo di dosso.
Xena si fermò, distanziandosi un po’ da Evi che continuò
a camminare.
Si voltò guardandola negli occhi.
L’amazzone ammirò il colore dei suoi occhi “ Olimpia…se
continui a guardarmi in questo modo mi consumerai”, Olimpia arrossì,
abbassando lo sguardo “Che dici se ci fermiamo, Olimpia”-
“Si per me va bene”. Xena sorrise notando l’imbarazzo
che ebbe la sua amica. Avvisò anche Evi così che si prepararono
per passare la notte.
Il fuoco illuminò e riscaldò la serata, Evi raccontò
a Xena nei minimi particolari quello che accadde dopo che lei ritornò
in vita, era orgogliosa della sue donne.
Alla fine, Evi esausta di tutta la giornata diede la buonanotte e andò
a riposare. Anche Xena ed Olimpia si sdraiarono, aspettando di addormentarsi
“Olimpia, non riesci a dormire?”- “No, in questi giorni
ci sono state troppe emozioni”- “ Tipo?” –“
Tipo, il bacio che mi hai dato alla festa davanti a Antinea. Non me
lo sarei mai aspettato da te”, Xena sorrise “ma come, chi
è stato ha cominciare, nella stanza del castello davanti ad Amos?”,
Olimpia arrossì “Ma quello è stato istintivo”-
“ Anche il mio”- “E anche sincero”- “Non
avevo dubbi”. Sorrisero entrambe, per la loro spontaneità.
Olimpia cercò di far ingelosire Xena “Povero Amos, l’ho
fatto proprio tribolare…Però devo dire che è un
ragazzo in gamba e mi piace, dovrei farci un pensierino”, Xena
capì il gioco dell’amica e non le diede peso “ Certo,
se sapesse quanti anni hai realmente,scapperebbe all’istante”,
Olimpia incominciò a punzecchiare Xena “Ma che dici…
mi stai dando della vecchia? Se lo sono io…allora tu sei…”
Olimpia si bloccò, il sorriso scomparve, cercò a voce
bassa di terminare la frase che la terrorizzava “Morta”.
Xena si accorse dell’agitazione che stava per sopraffarla “Olimpia
tranquilla…sono qui con te”,le accarezzò il viso
“Scusa Xena, è che per un attimo ho temuto che fosse un
sogno. Mi piace sentire il calore della tua mano”.
Nel volto di Xena nacque un espressione di tenerezza “Vieni qui
” ed invitò l’amica ha sdraiarsi tra le sue braccia.
Olimpia appoggiò la testa sul suo petto “In questi momenti
mi sento così stupida e mi vergogno”-“Per quale motivo?
E’ comprensibile, dopo quello che ti ho fatto passare!”-“Oggi,
quando mi hai trovato in lacrime, non so perché…non riesco
a trattenere le mie emozioni, specialmente quando il sole tramonta”,
Xena la strinse più forte, non immaginava che la sua lontananza
fosse stata così dolorosa “Adesso non ci pensare più,
ormai è tutto passato, dormi Olimpia”.
Il
sole illuminò un nuovo giorno.
Xena aprì gli occhi, guardando Olimpia che dormiva ancora.
Aveva passato una notte agitata, non aveva fatto altro che lamentarsi
nel sonno. Xena riusciva a farla calmare solo stringendola a se, così
decise di non svegliarla.
Ripensava ai suoi lamenti e ad una frase in particolare,che aveva ripetuto
sotto voce per quasi tutta la notte “Non mi lasciare…”.
Xena si sentiva terribilmente in colpa, ma da quel momento in poi si
era ripromessa che avrebbe fatto di tutto per ristabilirla.
Olimpia aprì gli occhi , incontrando gli occhi azzurri dell’amica
“ Buongiorno Olimpia, come ti senti?”, Olimpia non rispose
subito, la guardò dolcemente “Meravigliosamente, ora che
ti vedo accanto a me”-“Davvero?”,Olimpia la strinse
forte “Si, certo. Di cosa mi dovrei lamentare?”- “Di
niente…credo. Ho forse ti dovresti preoccupare di quella capra
che sta assaporando un tuo stivale!”,Olimpia non capiva bene a
cosa si riferiva Xena, ma quando si alzò per vedere bene la situazione,
non credeva hai suoi occhi.
Una capretta bianca e nera le stava mordicchiando lo stivale.
Di corsa andò verso l’animale cercando di riprendersi ciò
che era suo “Lascia immediatamente il mio stivale, capraccia!”.
Xena rimase sdraiata gustando la scena molto divertente.
Sentendo tutto quel chiasso Evi si svegliò “Ma che cosa
succede?”, nel vedere Olimpia dimenarsi nel cercare di togliere
dalla bocca dell’animale il suo stivale, incominciò a ridere
seguite alla fine dalle risate di Xena.
Alla fine la capra lasciò la presa, Olimpia era esausta “Invece
di ridere, potevate anche aiutarmi”- “ Olimpia è
impossibile non ridere, e poi che ci vuole a combattere con una capra?”.
Olimpia la guardò con un aria di sfida e nel suo volto apparve
un sorrisetto maligno “Olimpia, non ci provare!” ma l’amica
fu più veloce di lei, nel prendergli lo stivale “ Vediamo
come te la cavi tu!”- “ No, se fossi in te non lo farei.
Lo sai che poi le conseguenze saranno disastrose”-“ OH,
si certo come no!”, detto fatto Olimpia gettò lo stivale
di Xena, davanti alla capra che non ci pensò due volte ad azzannarlo.
Xena si alzò di corsa e questa volta la scena si invertì.
Olimpia si sedette sulle coperte incominciando a ridere di cuore, accompagnata
da Evi.
Alla fine la capra stanca della situazione, lasciò la presa,
facendo atterrare con il sedere per terra la principessa guerriera.
Xena era furiosa e infastidita, ma nello stesso tempo era contenta di
vedere e sentire quanto rideva Olimpia “Adesso basta…rimettiamoci
in cammino”.
Tutte
e tre cercarono di tornare serie, ma era veramente difficile, soprattutto
per Evi che per tutta la mattinata non aveva fatto altro, che ridere
sotto i baffi.
La scena era ancora più buffa quando fece notare una cosa “
Sembrate due gemelle, avete entrambe lo stivale sinistro mangiucchiato”,
Xena ed Olimpia si fermarono guardandosi gli stivali, poi guardarono
Evi quanto si divertiva . Alla fine incominciarono a ridere, tutte e
tre.
Ma
purtroppo la vita era sempre piena, d’imprevisti poco piacevoli,
che interruppero quel momento gioioso, con l’arrivo di un gruppo
di briganti.
Subito, Xena impugnò il suo chacram.
Erano 15 uomini armati fino ai denti, in un attimo le tre donne vennero
circondate.
Senza dire una parola si scagliarono contro di loro. Xena lanciò
il suo chacram che ne disarmò otto, due si scagliarono contro
Olimpia che all’istante tirò fuori i sais.
Evi cercava di tenersi alla lontana, ma alla fine dovette difendersi
da altri tre uomini.
Xena riusciva a tenere a bada i suoi assalitori, ma ad un certo punto
la situazione degenerò.
Olimpia incominciò a ridere, diventando così vulnerabile,
Xena cercò di farla tornare in se “Olimpia smettila…non
è il momento giusto questo”, ma Olimpia non riusciva ha
controllarsi, così che uno dei briganti approfittò della
situazione colpendola con un cazzotto in pieno volto.
Olimpia cadde a terra, l’uomo la stava per colpire con la sua
spada, ma Evi intervenne disarmandolo e uccidendolo, prima che potesse
farle del male.
Xena era in preda alla rabbia, dopo aver visto quella scena “
Adesso basta, mi avete stancato tutti quanti” in me che non si
dica, con l’aiuto del suo chacram e anche di Evi terminò
l’attacco con gli ultimi sopravvissuti darsi alla fuga.
Xena ed Evi raggiunsero Olimpia, che si era rialzata dallo stordimento…
“Ma che diavolo ti è preso, ti sei impazzita per caso?”,
disse Xena rimproverandola. Mentre Evi si rivolse all’amica in
un tono più calmo “Come ti senti Olimpia?”- “
Sto bene, mi dispiace, non so che mi è preso”, Xena notò
i suoi occhi mortificati , e l’aiutò ad alzarsi. Aveva
ricevuto un bel cazzotto, il labbro le sanguinava “ Andiamo, da
queste parti c è un ruscello”, le disse Xena con un tono
severo.
S’incamminarono e raggiunsero un fiume.
Sia Evi che Olimpia rimasero affascinate, dallo splendido paesaggio,
sembrava un angolo di paradiso.
Una fitta foresta aveva liberato, la vista di un incantevole laghetto.
I raggi del sole, giocavano con il riflesso dell’acqua, dando
vita ad un incantevole arcobaleno. C’era anche una piccola cascata
che rendeva tutto molto rinfrescante.
Anche per Xena era bello da vedere, ma la sua attenzione era presa da
Olimpia, la prese per mano, portandola a riva “Tutto bello, ma
ora voglio pensare al tuo viso, che si è già gonfiato”.
Fece sedere Olimpia su di un masso di roccia e Xena in ginocchio davanti
a lei, le bagnava il labbro sporco di sangue “Vorrei proprio sapere
che ti è preso?”-“ Non lo so. Ho sbagliato mi dispiace.
Ma mi ritornava in mente la tua scena che…”non riuscì
a finire la frase che ricominciò a ridere, ma poi si trattenne,
dopo che Xena la fulminò con gli occhi “Olimpia, io non
dico che non devi ridere, ma il momento era sbagliato. Hai rischiato
la vita…lo capisci?”, in quel momento Olimpia cambiò
espressione, il suo viso era cupo e freddo “E allora?”,
Xena la guardò disorientata come se non capisse la sua reazione.
Euforica del posto, Evi le interruppe “Ehi! Ascoltate, perché
non ci fermiamo in questo angolo di paradiso? Ci rilassiamo, che ne
dite di un bel bagno?”
Xena guardò Evi, in questi momenti le sembrava una bambina…come
poteva dirle di no?
Così per la gioia di Evi e di Olimpia si accamparono in quell’angolo
di paradiso.
Si
tolsero gli abiti e in me che non si dica, Evi e Olimpia stavano già
dentro l’acqua.
Xena rimase in piedi, guardandole con gioia. Quella scena le aveva fatto
cancellare lo spavento, provato qualche minuto fa. Doveva cercare di
tranquillizzarsi, altrimenti avrebbe creato troppa tensione tra di loro.
Ad un certo punto, le vide confabulare tra di loro e avvicinarsi, come
coccodrilli, “Ci risiamo” disse tra se “Mi conviene
stare a loro gioco”.
Lentamente si girò incominciando a spogliarsi, facendo finta
di niente e nel momento che si voltò verso di loro, venne annaffiata
da una valanga d’acqua “ Avete finito? Perché la
mia vendetta sarà tremenda!!!”
Come un lampo si tuffò nell’acqua, annegandole tutte e
due.
Così scherzarono tra di loro, come non avevano mai fatto prima
d’ora, era bello vederle allegre, spensierate e giocherellone.
Dopo un po’ Evi si allontanò andando a perlustrare la cascata.
Olimpia e Xena si rilassarono un altro po’, nuotando. Xena si
avvicinò “Come va la guancia?” –“Bene
e tu ti sei ripresa dallo spavento?”-“ Non dovevo secondo
te spaventarmi?, Olimpia rimase in silenzio, poi cambiò argomento
“Certo che non finirò mai di conoscere Evi, avvolte è
proprio una bambina”,Xena stette al gioco “Già, non
ricordo di aver passato mai una giornata bella e serena come questa,
insieme a tutte e due”.
Olimpia guardò Xena in modo diverso dal solito, poi arrossì
“Xena…posso chiederti una cosa?”- “Dimmi”-“
Quando stavamo davanti ad Antinea perché mi hai baciato?”,
Xena rimase per un attimo smarrita, voleva con tutto il suo cuore essere
più sincera , ma l’insicurezza di come avrebbe reagito
l’amica la spinse a deviare i suoi sentimenti “Potrei chiederti
la stessa cosa, quando lo hai fatto tu con me davanti ad Amos”
Olimpia s’innervosì “E’ no, non girare la domanda”
si avvicinò di più senza accorgersene, Xena rimase immobile,
sentiva il suo cuore esplodere “Tu le hai detto, inoltre che io
e te siamo unite da un legame…l’amore. Che intendevi?”,
come avrebbe voluto, abbracciarla e sussurrarle nell’orecchio
“Perché ho scoperto di amarti, come non ho fatto mai”.
La voce di Olimpia la portò alla realtà “allora?”
–“Perché…era un modo per far morire di gelosia
Antinea” fu una scusa più fredda e deludente, che le potesse
dire; ma Olimpia voleva saperne di più. La guardò negli
occhi “scusa se te lo chiedo, ma in questi giorni che stavi con
Antinea siete state…” Olimpia era sempre di più imbarazzata
“ Vuoi sapere se io e Antinea siamo state insieme?”- “Si”-
“No, Olimpia anche se in quei giorni, non sapevo chi ero l’avrei
fatto, ma non è accaduto, perché c’era qualcosa
dentro di me che mi frenava”-“ Cosa?”-“ Quante
cose vuoi sapere, dimmelo te una cosa adesso. Tu perché lo hai
fatto?”
Rimasero in silenzio, guardandosi fisse negli occhi. Ma prima che Olimpia
rispose alla sua domanda, Evi da lontano le chiamò “Ehi,
venite a vedere cosa ho trovato?” .quell’atmosfera fu interrotta
nel momento sbagliato. Entrambe si scusarono guardandosi imbarazzate
e raggiunsero Evi.
Aveva trovato una piccola grotta, situata dietro la cascata, ma la sorpresa
che c’era le lasciò stupite “Madre guarda un po’
chi c’è qua?”-“Ma guarda, Olimpia vieni a vedere…la
nostra simpatica capretta!”, Olimpia ed Evi si avvicinarono. Xena
si guardò in torno, notando un piccolo fuoco spento da più
di un giorno “Chi si è fermato in questa grotta, dev’essersi
dimenticata della sua amichetta”- “Che dolce! E dire, che
prima me la sarei mangiata”- “ Bè possiamo sempre
farlo, Olimpia”-“ Ti prego!”-“ Scherzo!!!”
Lasciarono la grotta e la capretta, ritornando dove avevano lasciato
la loro roba.
Olimpia camminava davanti a Xena, quando il suo sguardo si soffermò
sulla sua schiena “Olimpia, come hai fatto a cancellare il tatuaggio?”-“E’
stato Sascia, il sacerdote del faraone”, Xena s’innervosì
nel sentire quel nome, ma non lo fece vedere a Olimpia.
Si rivestirono in silenzio “Xena… perché non andiamo
in Egitto? Vorrei tanto rivedere Sascia, così ve lo faccio conoscere”,
Evi accettò volentieri l’idea, mentre Xena “Se vuoi
tornare là sono d’accordo, ma non intendo conoscere quell’
uomo, non mi piace e lo sai benissimo”,Olimpia non replicò
perché sapeva che non doveva insistere, ma ne rimase delusa.
Si alzò un po’ di vento “Direi di trasferirci nella
grotta e passare la notte là, visto che il tempo sta cambiando
e non mi va di dormire sotto la pioggia”disse Xena, Evi si alzò
subito, quell’idea la divertiva “Benissimo, allora trasferirò
tutte le nostre cose”- “Bene, io vado a cercare qualcosa
da mangiare, tu Olimpia invece…”-“ Io vado a prendere
della legna”, infastidita se ne andò. Ancora una volta,
Xena aveva trattato Olimpia come quando era una fanciulla inesperta.
Mentre Evi puliva la grotta, Xena cacciava, Olimpia passeggiava nel
bosco, raccogliendo la legna e nel frattempo parlava con se stessa “Non
perderà mai questo vizio, di dirmi quello che devo fare”
si fermò e sentì belare un animale da lontano, ma non
gli diede troppo peso.
Raggiunse Evi nella grotta, posò la legna e si accorse che la
capretta non c’era “Evi, la capretta?”-“L’ho
vista che ti seguiva, non te ne sei accorta?”, Olimpia ripensò
nel momento in cui aveva sentito belare qualcuno “Penso che si
sia cacciata nei guai, vado ha prenderla, torno subito” uscì
di corsa dalla grotta.
Ritornò nello stesso punto di prima, ma incominciò a piovere
leggermente.
Mentre camminava nel bosco la sua mente vagava, ad un certo punto inciampò
su un lungo bastone. Era la perfetta copia, del bastone che Anfitea
le regalò all’inizio del suo viaggio con Xena.
Lo maneggiò come un tempo, ma adesso con uno stile più
sicuro, più deciso, da vera amazzone.
Lo face roteare tra le mani “Guarda come sono brava, Xena!”
sferrò un colpo ad un albero “Sono cambiata, sono cresciuta,
Xena” un altro colpo “Non ti accorgi mai di nulla”
incominciò a guardare l’albero con cattiveria “Non
vuoi mai conoscere le persone che apprezzo, perché?” strinse
più forte il bastone e sentì una profonda rabbia bruciarle
dentro.
Istintivamente cominciò a colpire di continuo quell’albero
che aveva avuto la sfortuna di capitargli d’avanti.
Xena
tornò nella grotta “Eccomi qua, ho preso due lepri”-“Perfetto
madre, il fuoco è quasi pronto”,Xena si guardò in
torno “Brava Evi vedo con piacere che questa grotta, assomiglia
più ad una reggia”-“Ti ringrazio madre, volevo che
fosse accogliente. Sto passando dei giorni fantastici con voi. E rivedervi
acconto a me mi riempie il cuore di gioia. Voglio che sia tutto perfetto”,
Xena sorrise alla figlia e l’abbracciò teneramente.
Olimpia
era esausta, ma la rabbia che aveva dentro, non riusciva ha scaricarla.
La sua mente stava scoppiando. Sentiva la voce di Xena, rimproverarla
di continuo.
In quel momento, venne circondata da tante Xene immaginarie.
Ognuna di loro avevano un rimprovero da farle, altre la fissavano con
durezza e quegli sguardi per Olimpia, la ferivano più delle parole.
La giovane amazzone si sentiva impazzire e non capiva perché,
si girava in torno come una trottola “Assurdo” continuava
ha ripetersi; all’improvviso tutte le Xene si congiunsero formandone
una sola. Stava a ventri metri da lei.
Quella Xena la fissava negli occhi “Smettila Olimpia”-“Rimproveri
,sempre rimproveri, sono poche le volte che mi hai elogiato, una volta
sola ti sei fatta guidare da me e quando finalmente ho incontrato le
tue labbra mi confidi che era solo per far ingelosire Antinea?”
–“Che sciocca Olimpia,ti ho solo usato per ritornare in
vita”.
Quelle parole la fecero impazzire.
Un attimo impiegò nel chinarsi, sfilare il sais dallo stivale
e lanciarlo verso Xena.
Il respiro di Olimpia diventò affannato.
Il sais vibrava attaccato all’albero, Olimpia rimase incredula
per il gesto appena compiuto. Se non fosse stata un immagine, quel pugnale
l’avrebbe colpita, anche se Xena sarebbe stata capace di schivarlo.
Era sconvolta, perché quell’istinto di ferire la sua Xena?
Un nodo alla gola le bloccò il respiro.
Si mise una mano nella bocca e lasciò andare quel dolore, che
le pesava tanto il cuore, scoppiando in lacrime.
Cadde in ginocchio “Cosa ho fatto, no non è possibile”.
Dopo qualche minuto, sentì la capretta. Colse quell’attimo,
cercando di distrarre la mente. Si alzò in piedi e cominciò
a correre, mentre il suo corpo cercava di farsi spazio tra i cespugli,
la sua mente riviveva quel momento.
Xena
vide la legna bruciare “Evi, Olimpia dov’è?”-
“E’ andata a prendere la capretta, si dev’essere persa”-“Ma
come, prima se la vuole quasi mangiare per uno stivale e adesso la cerca
pure !”-“Non preoccuparti madre, starà qui a momenti,
intanto preparo la carne”, Xena non replicò anche se non
era tranquilla.
Nel
correre troppo veloce, Olimpia inciampò e cadde a terra “Oh
no, la caviglia”,il dolore era fortissimo e non riusciva ad alzarsi.
La pioggia scendeva sempre di più.
Evi
controllava la carne, Xena rimaneva a guardare fuori , nel poter intravedere
l’arrivo dell’amica, ma niente.
“Madre, pensi che Olimpia stia soffrendo ancora, per tutto quello
che è accaduto in passato?”-“Penso proprio di si,
ma non capisco cosa abbia”-“Sei preoccupata”- “Si
e anche adesso, che non ritorna…il sole è tramontato e
tra poco non ci sarà più luce, vado a cercarla”.
La
caviglia si era gonfiata, si sfilò lo stivale “Ecco fatto,
non c’era bisogno di romperlo”.
Il ricordo andò in quell’occasione, in cui Xena tagliò
lo stivale a Olimpia con il chacram, dopo che lei si era fatto male
alla caviglia.
In quel momento la capretta sbucò dietro un cespuglio, tutta
sporca di fango. Anche Olimpia era bagnata e la temperatura stava scendendo
“Oh finalmente ti ho trovato…anzi tu mi hai trovato, capretta!”,un
idea gli sfiorò la mente, doveva trovare il modo di avvisare
Xena, così prese lo stivale e lo tirò davanti l’animale
“Và capretta, torna nella grotta e porta lo stivale a Xena,
corri” ma la capretta rimaneva immobile, continuando a fissarla
“Ti prego, aiutami”, come un cagnolino, la capretta afferrò
lo stivale tra la bocca ed incominciò a farsi strada tra i cespugli.
La
pioggia scendeva sempre di più, Xena cercava di seguire quelle
poche impronte, che la pioggia ancora non aveva cancellato. Incominciò
a chiamare l’amica.
Olimpia
era completamente bagnata, cercava di rialzarsi, ma era inutile. Incominciò
a tremare dal freddo. La notte ormai era scesa, solo i continui lampi
le mostravano quello che la circondava.
Una strana sensazione la invase, guardò una pozzanghera situata
di fronte a lei e vide riflesso, con l’aiuto di un lampo, un corpo
appeso.
Non voleva crederci, non poteva, non ancora, un'altra volta… quella
sensazione di panico e terrore. Si guardò addosso e quello che
vide la sconvolse ancora di più.
Xena
continuava a chiamarla,ma senza risposta. Ad un certo punto, un lampo
le illuminò uno strano oggetto, attaccato ad un albero. Lo raggiunse,
lo prese e lo tirò staccandolo dall’albero, una sensazione
di pericolo avverti in quel momento “Ma questo….è
il pugnale… Olimpiaaa !!!”
Olimpia aveva gli stessi abiti, di quella sera che trovò Xena
decapitata.
Ritornò con lo sguardo nella pozza e lentamente alzò lo
sguardo.
Si accorse che il terribile presentimento di rivivere quel momento,
si era avverato: il corpo di Xena pendeva senza testa, come quella sera.
Olimpia cominciò a tremare “No, non ci credo, non può
essere…Xenaaa!!!”
Xena sentì in lontananza la voce di Olimpia, ma i tuoni le confondevano
la direzione da seguire.
Avvertì dei rumori, si voltò di scatto e vide sbucare
un animale “Ehi…capretta. Ma questo è di Olimpia!
Brava piccolina, portami da lei. Torna da Olimpia!”, la capretta
all’inizio un po’ titubante cominciò a correre, Xena
afferrò lo stivale e la seguì .
Olimpia
era in preda al terrore, l’agitazione la fece rimettere “No,
non è possibile”
Xena
la vide da lontano, corse come un fulmine.
Quando si trovò accanto a lei, cercò di capire cos’era
successo, ma Olimpia non si accorse della sua presenza.
“Olimpia…sei ferita?”, lei tossiva senza dare risposta
“Olimpia dimmi qualcosa ti prego, che cosa è successo!”,
Xena l’abbraccio sentendola tremare dal freddo.
Olimpia alzò lo sguardo fissando il vuoto “Olimpia che
cos’hai?”- “L’hanno uccisa”- “Chi”-
“ L’hanno uccisa in un modo orribile!” -“ Chi,
Olimpia chi?”- “La mia Xena…gli hanno tagliato la
testa”, si chinò ancora una volta vomitando.
Una fitta invase il cuore della guerriera, non si era mai soffermata
a capire quanto duro e violento potesse essere stato quel momento per
lei. L’abbracciò ancora di più, poi cercò
di farla tornare in se “Olimpia, ti prego guardami. Sono qui,
vicino a te”, le prese le mani posandole sul suo viso “Senti,
sono io… Xena, sono viva. Guardami, ti prego Olimpia. Sono qui
accanto a te” piano piano, sentendo la sua voce tornò in
se.
Olimpia sgranò gli occhi, la gioia fu tanta che l’abbracciò
“Sei tornata da me, ti ringrazio!”, Xena avrebbe voluto
continuare a tenerla tra le braccia, ma doveva portarla al riparo,faceva
troppo freddo e il suo corpo tremare tutto “Olimpia, riesci ad
alzarti?”-“No, mi sono slogata una caviglia”-“Tranquilla,
ci penso io. Stai tremando come una foglia, ti porto via di qua”,
la prese tra le braccia e si incamminò verso la grotta, seguita
dalla capretta, che portava di nuovo lo stivale di Olimpia in bocca.
Raggiunsero
la grotta, nel vederle zuppe ed in quello stato, Evi si spaventò
“Madre, cos’è successo?”-“Svelta, prepara
le coperte, vicino al fuoco e prendi alcuni teli, dobbiamo asciugarla”,
Olimpia era di nuovo assente con la mente, aveva gli occhi fissi nel
vuoto e le labbra che le tremavano “Che cosa le è accaduto?”-
“Non lo so. Si è slogata una caviglia, bagna delle bende
dobbiamo fasciargliela”. Intanto Xena le toglieva i vestiti bagnati
“NO, non è possibile” rimase per un attimo stupita
“Cosa c’è madre?”, Xena fissò la schiena
di Olimpia, Evi capì, ma entrambe cercarono di non dargli troppo
peso, continuando ad occuparsi dell’amica.
“E’ freddissima. Vado a cercare altra legna, non ci basterà
per tutta la notte”-“No Evi è inutile, non troverai
un ramoscello asciutto con quest’acqua. Togliti i vestiti e mettiti
accanto a lei, cercheremo di scaldarla noi”.
Evi si sdraiò con Olimpia, che continuava a non dire una parola.
Xena prese i vestiti di Olimpia e li adagiò accanto al fuoco,
per farli asciugare. Sistemò bene le coperte e si sedette li
davanti, aspettando di asciugarsi. Evi le accarezzava la fronte “Si
è addormentata…E così il disegno del tatuaggio era
un drago? Eppure stamani, non c’era come è possibile, madre?”-“Non
lo so, ma so che Olimpia a qualcosa dentro, che deve assolutamente tirare
fuori e io so chi può…anzi chi deve aiutarci .”-“Hai
intenzione di conoscere quel sacerdote?”-“ Si, credo proprio,
che quest’uomo mi dovrà dare delle spiegazioni. Partiremo
domani, se sarà possibile” –“Certo, ti dispiace
madre se io, non vengo?”- “Per quale motivo?”-“E’
meglio che risolviate questo problema tra di voi, preferisco attendere
il vostro ritorno, almeno così posso dedicarmi di più
alla mia opera”- “Come vuoi Evi, non voglio costringerti
a fare qualcosa contro voglia”, Xena si alzò e visto che
si era asciugata e riscaldata diede il cambio a Evi “Puoi andarti
a riposare Evi, mangia pure qualcosa”, Xena si sdraiò accanto
ad Olimpia, che sentendo il calore del suo corpo l’abbracciò,
come un bambino in cerca di protezione.
Evi mise l’ultima legna nel fuoco, mangiò qualcosa e poi
andò a dormire “Buonanotte, Madre” Xena le sorrise
“Buonanotte Evi”, poi strinse a se Olimpia “Buonanotte
Olimpia”.
Come avrebbe voluto che passasse una buonanotte, ma purtroppo non fu
così.
Per quasi tutta la notte Olimpia non faceva altro che agitarsi. Tremava,
parlava nel sonno, ma non sempre Xena riusciva a capire cosa diceva.
La preoccupazione di Xena aumentava sempre di più, perché
questo dolore continuava ad assillare l’amica, perché?
La
pioggia cadeva sempre più forte, i lampi illuminavano l’intero
bosco.
Olimpia si svegliò in preda al panico, si girò ma nella
grotta non c’era nessuno. Si alzò incominciando a cercare
qualcuno.
Aveva paura, ma non capiva di che cosa e di chi…
Corse fuori urlando il nome di Xena, ma niente risposta.
Si sentiva spiata, seguita…ma da chi?
L’affanno la faceva respirare a fatica, voleva capire ma la mente
non ubbidiva.
All’ improvviso, una sagoma di qualcuno le sbarrò la strada.
Un lampo le fece vedere il motivo di quella sensazione di terrore “Che
sciocca, davvero credevi di riuscire ha portarmi via Xena?”- “
Antinea…quand’è che ci lascerai stare!”- “Illusa
se io non posso averla, allora non l’avrai ne anche tu”,
La donna le mostrò quello che teneva tra le mani, la testa di
Xena.
Olimpia cadde in ginocchio esausta, scaricando la sua rabbia “NOOO!!!!!”.
Olimpia
sgranò gli occhi, ritrovandosi di nuovo nella grotta.
Non sentiva più la pioggia cadere. Si era fatto giorno, con un
sospiro di sollievo capì di aver fatto un brutto sogno.
Si alzò leggermente verso il lato destro, davanti a lei Evi dormiva
ancora.
Fece un profondo respiro “Coraggio Olimpia” si ripeté
e con un po’ di timore si girò, nell’altro lato,
scoprendo la sua Xena dormirle accanto. Una gioia immensa le riscaldò
il cuore. Si asciugò velocemente una lacrima che senza volerlo
le scappò.
Si sdraiò lentamente su di un fianco, fissando in silenzio la
sua Xena. Era bella, la serenità invase il suo animo e tra se
pensò “Chissà fino a quando, mi porterò dietro
questa dolorosa paura di perderti”, continuava a fissarla dolcemente.
Il suo sguardo, incominciò a scendere, notando il suo corpo nudo
accanto al suo.
Sorrise imbarazzata, avvicinò la sua mano nel volerla svegliare,
ma appena sentì il calore della sua spalla, un flash le colpì
la mente.
Due corpi su di un letto.
Olimpia si spaventò e ritirò la mano, ma la curiosità
era più forte,così riprovò senza toccare la sua
pelle.
Questa volta le apparve la scena che Antinea, baciò Xena nel
darle l’acqua del monte fuji, per farla tornare in vita “
Guarda Olimpia cosa avresti dovuto fare” cercò subito di
cancellare quella scena e tolse la mano “Che centra Antinea adesso”
si ripeté, poi ricordò la scena del fiume, quando le chiese
se lei e Antinea fossero state insieme “No non ci voglio credere”
ritornò a guardare il volto di Xena e posò la sua mano
sulla sua, la mente di Olimpia fu annebbiata dalla visione di due corpi
che si rotolavano, in un letto ansimando di piacere e ricoperte dal
candido lenzuolo che le legava in quel gioco pieno di passione.
“Buongiorno”, la voce di Xena la riportò alla realtà.
“Buongiorno”-“ come ti senti?”- “ Bene,
ho una fame!”, Xena percepì un leggero imbarazzo “A
cosa pensavi?”- “Niente d’importante”,Olimpia
si alzò e si vestì “Come va la caviglia?”-
“ Mi fa un po’ male, ma riesco a camminare lo stesso. La
tua fasciatura è una mano santa”.
Xena notò, che il tatuaggio era sparito.
La
mattinata trascorse tranquillamente, le tre donne rimisero in ordine
la grotta e fecero i bagagli.
Lasciarono quel posto meraviglioso a malincuore.
Dopo un bel tratto di strada, si accorsero che la capretta si era fermata
ed incominciò a belare. Se ne accorsero e si fermarono “Vieni
capretta, coraggio. Sembra che a paura di qualcosa”- “No
non credo Olimpia”- “ Hai ragione madre, penso che lei rimarrà
qui ad aspettare il suo padrone”- “Pensi che ce l’abbia,
Evi?”, le chiese Olimpia “Credo di si, è addestrata
a fare troppe cose, che farebbe di solito un animale normale”.
Olimpia le andò in contro “Ciao piccolina, mi raccomando
cerca di non farti catturare. Grazie per avermi aiutato, non so cosa
avrei fatto senza di te”.
“Olimpia, dobbiamo muoverci, se vogliamo arrivare al porto prima
del tramonto”-“ Arrivo, Xena”, Olimpia raggiunse le
sue amiche.
“Visto voleva che tu la salutassi”, Olimpia si girò
e vide andar via la capretta tra i cespugli “Che carina, non è
un amore Xena?”- “Gia, andiamo adesso”-“Ma sbaglio
o prima hai detto porto? ”, chiese incuriosita “Non volevi
andare in Egitto?”, Olimpia non credeva alle sue orecchie, cercò
di trattenere la sua gioia, non voleva che la troppo euforia avrebbe
fatto cambiare idea a Xena “AH, bene”.
Arrivarono nel tardo pomeriggio “Aspettatemi qui, vado a sentire
se c’è qualche nave in partenza”, Xena si allontanò
“Vedrai Evi ti piacerà Sascia è un uomo meraviglioso”-“
Se lo dici tu, non ho dubbi. Però mi dispiace…ma io non
vengo. Preferisco, che stiate un po’ da sole ”-“Sei
molto cara, ma lo sai che tua madre gli dispiacerà”- “
Lo sa ed è d’accordo”- “Ma davvero !”,
Olimpia rimase stupita, anche per questa cosa…
Xena ritornò “Buone notizie, c’è l’ultima
nave in partenza proprio adesso”- “Ma Xena, perché
tutta questa fretta? Possiamo pure partire domani”, Evi cercò
di tranquillizzarla abbracciandola “Vieni qui…E’ meglio
così credimi, altrimenti non riuscirei a staccarmi più
da voi”- “Evi ma che dici? Dai vieni con noi”- “Olimpia,
non insistere. Se Evi ha deciso così è perché deve
fare altre cose. Anzi perché non vai a trattare con il comandante
per il prezzo della nave, visto che sei più brava di me”,Olimpia
guardò per sbieco Xena “Ok vi lascio sole. Ci vediamo al
più presto, Evi. Ti voglio bene”-“Anch’io Olimpia,
a presto”, Olimpia prese i vari sacchi e salì sulla nave.
Xena abbracciò Evi, “Mi raccomando non ti cacciare nei
guai”-“Non ti preoccupare, madre. Cercate voi di tornare
entrambe sane e salve. Stai attenta madre, sento una strana forza oscura
che vuole impadronirsi di Olimpia”- “Si hai ragione, la
sento anch’io. Ma cercherò di risolvere questa situazione,
per il bene di Olimpia”.
Così Xena salutò Evi e salì sulla nave.
Xena sapeva benissimo che doveva cercare l’aiuto di qualcun altro,
da sola non ci sarebbe mai riuscita. Ma sarebbe stato difficile fidarsi
di qualcuno, che non era mai riuscita a conoscere.
Quell’ uomo aveva dei strani poteri, aveva una forza mentale enorme,
quando lei era uno spirito, non riuscì mai a comunicare con Olimpia
e ne a vedere cosa faceva tra le mura del suo palazzo.
Ma il suo obbiettivo, era quello di ridare la serenità alla sua
Olimpia, per questo avrebbe dato anche la sua vita.
Il tempo, ancora una volta avrebbe dato le risposte giuste.
IN
UN ALTRO MONDO
Il tempo ormai mi è sfuggito. In questi pochi istanti di lucidità,
sento il mio cuore, battere più forte del solito. Come se solo
adesso, mi rendessi conto di possederne uno. |