UNA
NUOVA VITA
quinto
episodio
di Enemek
Passarono
novanta giorni, da quando Xena tornò in vita, il mare quella
notte era calmo e la luna illuminava la sua grandezza.
Xena e Olimpia mangiarono qualcosa prima di andare a riposare, erano
molto stanche.
Entrambe avevano la propria cuccetta e il dondolare della nave le
aiutava a dormire. Tranne ad Olimpia che quella notte, non ne voleva
sapere di chiudere gli occhi. Non faceva altro che girarsi tra le
coperte. Alla fine riuscì ha rilassarsi e chiudere gli occhi,
ma la sua mente fu nuovamente rapita…
In me che non si dica, si ritrovò in una stanza, non riusciva
a muoversi. Di fronte a lei c’era una colonnina che sorreggeva
un vaso pieno d’acqua. C’era una persona che le parlava
dietro le spalle ma non sentiva cosa le diceva.
Improvvisamente nel vaso apparve l’immagine di due corpi avvolti
da un lenzuolo, la stessa che ebbe l’altro giorno ad occhi aperti.
Si svegliò di scatto, si tirò su notando che Xena non
c’era, scese dal letto andandola a cercare.
La luce del giorno l’accecò, si sentì chiamare
“Corri Olimpia, vieni ad aiutarci” Olimpia si avvicinò,
mentre Xena stava cercando insieme ad altri tre uomini di tirare fuori
dal mare una grande rete. In pochi minuti metà pontile della
nave era invasa da centinaia di pesci. Olimpia si scansò in
tempo per non esserne travolta, gli occhi di Xena erano eccitati per
quella visione “Guarda Olimpia che meraviglia, questo si che
è il paradiso!” l’espressione dell’amica
non era affatto d’accordo. Il forte odore di pesce la nauseava,
così si allontanò andando a sedere dall’altra
parte della nave. Appoggiò i gomiti sul parapetto ammirando
con gioia i modi di fare della sua amica. Com’era euforica ed
eccitata di pulire e sventrare tutto quel pesce. Ma per Olimpia quell’odore…non
le piaceva proprio, per non parlare del movimento della nave.
Si girò guardando in basso le onde del mare che si infrangevano,
Xena la raggiunse “Olimpia? Che cos’hai , ti senti male?”-
“Si, siamo alle solite”-“Il mal di mare?”-“Si
e non solo! Xena puzzi più di un pesce” la donna sorrise
elettrizzata, per lei fu come un complimento “Già lo
so. Dopo mi laverò”-“sarà meglio. Io torno
in coperta. Non mi sento per niente bene”, Olimpia scese giù,
almeno il sonno l’avrebbe aiutata, mentre Xena tornò
con piacere al suo svago.
La giornata passò in fretta, il sole tramontò e Xena
tornò in cabina. Prima di coricarsi nel suo letto, si avvicinò
a quello dell’amica sincerandosi del suo stato. Lei stava lì,
il suo viso così tenero e docile dormiva serenamente, almeno
le sembrava. Le sistemò bene la coperta e le accarezzò
il viso “Senti come sei tutta sudata, spero tanto che il tuo
sonno sia tranquillo”, così andò ha dormire.
Le ore passarono, ma il sonno di Olimpia non era affatto tranquillo.
Di nuovo quella stanza, quella persona, quel vaso con quell’immagine
così intima. Quelle due persone sotto le lenzuola che si muovevano
in un modo così passionale.
All’improvviso la donna che le stava dietro le spalle si spostò
andandole di fronte; Olimpia sgranò gli occhi scoprendone l’identità.
Lo spavento fu grande che si svegliò, aveva il respiro affannato
ed era tutta sudata. Le mancava l’aria così senza fare
troppo rumore uscì. Xena aprì gli occhi. .
Olimpia si appoggiò sul parapetto della nave, il mare era calmo.
Ripensò a quel sogno, si mise una mano sulla fronte come se
volesse alleggerire il peso della sua testa “Ma perché
questo sogno?”, sentì una mano appoggiarsi sulla sua
spalla “Xena?”-“Tranquilla, ancora il mal di mare?”-
“Magari fosse solo quello”-“Vuoi parlarne?”-“Ultimamente
faccio uno strano sogno, avvolte anche ad occhi aperti, mi appaiono
sempre le stesse immagini”-“Di cosa?”-“Sto
in una stanza e non riesco a muovermi, poi mi accorgo che c’è
una persona dietro di me e mi parla ma non riesco a capire le parole,
poi mi mostra in un vaso pieno d’acqua magica una scena…e
non capisco per quale motivo…”-“Sarebbe?”-“Ecco…vedo
due persone che hanno …insomma che hanno atteggiamenti intimi”,
Xena notò il viso dell’amica arrossire “In che
senso?”-“Dai…hai capito benissimo!”-“Che
fanno l’amore?”-“Esatto. Ti sembra normale?E’
così imbarazzante”, Xena sorrise “Olimpia, non
c’è niente di male se fai sogni erotici”-“Già,
se non fosse…”-“Che altro c’è”-“stanotte
ho scoperto chi è quella persona” Olimpia si voltò
verso il mare “Antinea !”, Xena chiuse per un attimo gli
occhi “Olimpia ascolta, non ti devi far condizionare dalla sua
presenza. E’ solo un sogno, dovuto dalla stanchezza, dallo stress
e anche dal viaggio. Lo sai che la nave non ti ha mai fatto bene e
poi tra non molto arriveremo a destinazione, così potrai farmi
conoscere il tuo amico”.
Nel sentire quelle parole, Olimpia sorrise guardando la sua amica
che non smetteva mai di sorprenderla “Hai cambiato idea, perché?”
le chiese Olimpia con un enorme sorriso “Perché è
giusto che conosca i tuoi amici e poi ci tieni così tanto,
no?”. Il sorriso di Olimpia fece tranquillizzare Xena che venne
travolta da un fortissimo abbraccio “Grazie Xena, vedrai quando
lo conoscerai ti piacerà”-“Si certo,ma adesso ci
conviene andare a dormire”,Olimpia non se lo fece ripetere due
volte, andò verso le scale che portavano giù di sotto,
quando si accorse che Xena era rimasta ancora là.
Xena notò come Olimpia si era distesa sentire quelle parole,
aveva dimenticato la preoccupazione che il volto di Antinea le aveva
procurato, ma in quel momento le fu trasmesso “Antinea che cosa
vuoi da Olimpia” disse fra se. Olimpia la chiamò a se
“Dai che aspetti, andiamo!”, Xena si tolse la preoccupazione
in volto e la raggiunse. Troppe cose non andavano bene e adesso aveva
capito che Antinea tramava qualcosa di brutto e questa volta stava
usando Olimpia.
Dopo
alcuni giorni di navigazione trascorsi tranquillamente , arrivarono
in Egitto.
Per tutto il tragitto Olimpia non fece altro che parlare del suo amico
“Sono molto contenta che tu lo conosca ti renderai conto che
non è la persona che pensi tu ”-“Olimpia se ho
cambiato idea è solo per farti contenta, non mi piace quell’uomo”-“Si
è comportato in quel modo , solo per il mio bene. Da lui ho
imparato molte cose. E’ un uomo molto saggio ed è molto
bravo ad usare la forza della mente”-“No ti prego non
mi dire che è un altro come Aiden”-“Xena per favore…Sascia
è buono e molto sensibile. Pensa che un giorno l’ho visto
combattere con diversi uomini ed è stato perfetto, riusciva
a capire la mossa dell’avversario prima ancora che potesse colpirlo,
sai come?”-“Sentiamo”,Xena era esausta di sentirlo
elogiare “Lui mi ha detto che il segreto è quello di
studiare attentamente gli occhi dell’avversario, perché
sono lo specchio dell’anima. Ogni sensazione, secondo lui, la
esterniamo tramite i nostri occhi. E’ molto difficile ci vogliono
anni e anni di meditazione ed esperienza”-“E se dovesse
combattere con un cieco?-“Ma dai, le probabilità che
un cieco possa sfidarlo sono poche, anzi improbabili non credi?”-“Si
ma nella vita ci si può aspettare di tutto”-“E’
vero ma lui ha sempre cercato di usare la ragione che la violenza.
Il suo modo di vivere è quello di capire, valutare e agire
sempre, facendo il bene”-“Perdonami Olimpia ma per me
è difficile credere che sia così buono. Come ha fatto
a diventare braccio destro del faraone?”-“Riesce a dare
un significato ad ogni tipo di sogno”-“Quindi il tuo amico
gioca molto con i pensieri delle persone?”-“Io non direi
proprio così. Xena io capisco la tua titubanza ma lui cerca
veramente di aiutare le persone in difficoltà”-“Specialmente
te a quanto sembra!”.
Olimpia non diede troppo peso al sarcasmo di Xena, dato che la sua
attenzione fu rapita nel notare che dopo ore di cammino, erano arrivate.
“Più
che una casa, sembra una reggia!”disse Xena.
Era un edificio quadrato di due piani, molto grande, circondato da
alte mura di tre metri.
Entrarono superando un enorme cancello, aperto dalla servitù
“Interessante Olimpia, il tuo amico sembra che già sappia
della tua presenza!”, due servi le raggiunsero prendendo le
loro borse senza dire una parola “Veramente sorprendente, dev’essere
rimasto affacciato alla finestra per tutto questo tempo”, Olimpia
la guardò infastidita “Xena smettila non sei affatto
divertente”.
In quel momento una persona le andò incontro “C’è
una grande differenza, nel sperare di vedere qualcuno, dal sentire
nel proprio animo che l’arrivo di questa persona è imminente,
specialmente poi se la persona in questione è la meravigliosa
Olimpia!” .
Si fermò allargando le sue braccia in direzione di Olimpia,
che subito lo salutò andandogli incontro “Sascia, che
gioia rivederti” ( SEAN CONNERY) .
Si abbracciarono “Olimpia mia cara. Sono felice di rivederti
e noto con piacere che il tuo volto è diverso dall’ultima
volta che ci siamo lasciati”-“Perché pensavi che
non sarei più tornata?”-“No assolutamente. Sai
ho fatto quello che tu mi hai chiesto…Mi sono fidato”
l’uomo le prese le mani e le baciò “Nei tuoi occhi
riesco a vedere una luce diversa”, Xena rimase in disparte,
aspettando che questa commedia finisse, senza distogliere lo sguardo
dalla tenerezza che Olimpia donava a quell’uomo “E deduco
che la persona che è riuscita a darti questo dono è
colei che ci guarda con insistenza!”, Xena sempre più
infastidita inarcò il sopracciglio fulminandolo.
Olimpia la chiamò a se “Sascia lei è Xena, la
mia principessa Guerriera” la frase sorprese Xena che ammorbidì
il suo sguardo “Xena che onore, finalmente ti vedo in carne
ed ossa”-“Sascia”-“Sono contento che tu abbia
cambiato idea, gli amici di Olimpia sono i ben venuti…Ma prego
entrate nella mia dimora”.
Sascia fece fare un giro in tutta la casa “Olimpia che dici
facciamo vedere alla tua amica la stanza della sorpresa?”-“ti
sei ricordato?”, Olimpia era sempre più euforica a differenza
di Xena che le urtava la sintonia che vedeva tra di loro “Già
chissà quante altre sorprese ci saranno!” disse tra se.
Dopo aver oltrepassato diverse stanze si fermarono davanti ad una
porta. Sascia si voltò verso Olimpia “Questa è
la tua stanza”, poi indicò la porta accanto “Quella
invece è di Xena. Allora Olimpia io purtroppo devo andare,
il lavoro mi chiama, ma ci vedremo stasera al banchetto. Voi rilassatevi
e fate quello che volete, questa è casa vostra. A presto!”,
Sascia baciò ancora la sua mano e sorrise a Xena “Grazie
Sascia, non preoccuparti la tua ospitalità è sublime,
a stasera” così l’uomo si allontanò.
Olimpia stava per aprire la porta della sua stanza quando si fermò
“Xena la tua stanza è quella là” Xena la
guardò stupita “Olimpia ma che dici? Abbiamo sempre condiviso
la stessa stanza!”-“Lo so, ma adesso che abbiamo la possibilità
di averne una propria, perché non approfittarne” Xena
non riusciva a credere alle sue orecchie, si sentiva messa da parte
ma accettò senza obbiettare la sua decisione, Olimpia entrò
nella sua stanza. Xena raggiunse la sua, era molto grande cuscini
grandi la tappezzavano, c’era un letto ad una piazza e molti
abiti appesi. In un lato della stanza c’era un lungo separé.
Chissà cosa nascondeva, ma fu anticipata “Sorpresa!”-“Olimpia
ma che …” Olimpia le saltò addosso con gran sorriso
che condizionò anche Xena “Oh Xena, dovevi vedere la
tua faccia”-“Avrei voluto vedere te” Olimpia aprì
del tutto il separé “Olimpia ma che razza di stanza è
questa?”-“E’ la stanza della sorpresa. Dove la dama
trova la persona d’amare”-“Cosa?”-“Si,
entri nella stanza senza sapere chi ci sarà e se la persona
è gradita alla vista della donna lei accetta di condividere…”-“Per
questo il tuo letto è più grande del mio?”-“Già
se la dama non accetta, il separé viene aperto fino in fondo
e l’altra persona ritorna nella sua stanza”-“E scommetto
che quest’idea l’ha avuta il tuo amico”-“Allora?
Non trovi che sia una persona eccitante” Xena guardò
sbalordita Olimpia andando verso la finestra “Olimpia mi meraviglio
di te” lei sorrise divertita, ma in quel momento un flasc s’impadronì
della sua mente.
Di nuovo quella scena, Antinea le girava in torno, poi si fermò
dietro di lei, l’afferrò con una mano le circondò
la vita e con l’altra sentì una lama appoggiarsi nel
collo.
Xena si voltò “Olimpia tutto bene?” la mente si
liberò da quell’immagine grazie alla voce di Xena , ma
dopo qualche secondo fu rapita di nuovo da un'altra scena.
Olimpia guardò gli occhi diabolici di Antinea, che all’improvviso
le spruzzò una polvere bianca sul volto.
Xena vide l’espressione dell’amica cambiare, decise di
andarle vicino aumentando il passo. Olimpia incominciò a vedere
la luce intorno a sé affievolirsi e la stanza capovolgersi
del tutto, per non vedere più nulla.
Xena riuscì ha prenderla al volo prima di cadere, priva di
sensi “Olimpia !”.
La prese tra le braccia e l’adagiò sul letto, poi le
rinfrescò la fronte con una pezza bagnata.
Dopo qualche minuto Olimpia aprì gli occhi “Xena, che
è successo?”-“Sei svenuta, tranquilla tra un po’
ti sentirai meglio” Olimpia fissò Xena con dolcezza “Non
preoccuparti, sarà stato lo stress del viaggio”, Xena
notò un tenero sorriso “Che c’è?”
–“Dovrei svenire più spesso”-“ E per
quale motivo?”-“Mi piace quando ti prendi cura di me”,
entrambe si guardarono teneramente, lasciando che il silenzio parlasse
al posto loro.
Bussarono alla porta!
Xena andò a vedere chi fosse, una delle serve le informava
che i bagni erano pronti. Olimpia si alzò dal letto “Benissimo
un bel bagno rinfrescante è quello che ci vuole”-“
Olimpia dovresti riposare ancora un po’”-“No, mi
sento già meglio. Vieni Xena qui ci sono molti abiti, cambiamoci
e mettiamoci qualcosa di più comodo.
Xena non obbiettò, anche se in quel momento in poi l’avrebbe
tenuta d’occhio più di prima.
La giornata proseguì tranquillamente, tra bagni e massaggi.
Giunse la sera e le due donne raggiunsero la stanza dei banchetti,
dove Sascia le aspettava “E’ sempre una gioia vederti
Olimpia”le baciò le mani “Lo stesso vale per te
Xena”.
Trascorsero la serata assaporando diverse pietanze , Xena rimase sulle
sue per tutta la sera, osservando con quanta tranquillità Olimpia
conversava con Sascia. Alla fine l’uomo le diede la buonanotte
“Devo dire Olimpia che non mi aspettavo la tua amica così
taciturna, comunque è meglio che andiate ha riposare è
stata una giornata pesante”-“Si decisamente, per te Xena?”-“Certo”-“Olimpia
ti ricordo che domani in città c’è il mercato
e poi in serata ho preparato una sorpresa, ovviamente per entrambi”-“Sascia
non dovevi, per noi tutto questo è già tanto”-“Olimpia
tu meriti questo ed altro, non è così Xena?”-“Certamente”
la freddezza di Xena incominciò ad infastidire Olimpia. Sascia
non diede peso al suo comportamento, le salutò e le lasciò
sole. Le due donne raggiunsero la loro stanza ma prima di entrare
Olimpia la fermò “Mi faresti un favore?”-“Dimmi”-“Cerca
di essere più socievole”-“Lo sai come la penso”-“Non
m’interessa. E’ gentile con noi e la cortesia va contraccambiata”-“Lo
so, ma non ci riesco”-“Te lo chiedo per favore, sforzati
altrimenti mi pentirò di essere venuta qua con te” la
determinazione sottolineavano le sue parole e Xena non poté
far altro che accettare la sua richiesta. Olimpia entrò nella
stanza “Che fai non vieni a dormire?”-“No, preferisco
fare un giro”-“Si certo come no, buonanotte”.
Sapeva benissimo che sarebbe andata a fare quattro chiacchiere con
Sascia, conoscendola!
Dopo
aver girato per le stanze trovò Sascia fuori in giardino “Notte
pensierosa, Xena?” gli chiese dandole le spalle “Sono
sicura che tu li conosci bene i miei pensieri”, Sascia rimase
in silenzio poi fece un grande respiro “Adoro il silenzio della
notte…Con esso riusciamo a sentire quello che assilla la nostra
mente. Esso ci esorta o ci rimprovera, per ciò che abbiamo
o non abbiamo fatto. La tua mente cosa ti dice riguardo i tuoi rimpianti,
Xena”-“Perché dovrei dirlo proprio a te”-“Per
lo stesso motivo che ti ha condotto da me”-“Sentiamo secondo
il tuo parere”, Sascia si voltò verso la donna “Mi
sai spiegare perché Olimpia è così instabile
emotivamente? Per quale motivo il suo volto emana gioia e tranquillità,
quando poi i suoi occhi sono pieni di lacrime? Secondo te qual è
il grande male che la opprime”. Come avrebbe voluto dare una
risposta a tutte quelle domande, ma purtroppo si accorse che doveva
accettare il suo aiuto per capirlo “Non lo so e intendo scoprirlo”-“Tu
non ti fidi di me”-“Esatto, tu hai cercato di dividermi
da Olimpia, come potrei fidarmi”-“Perché entrambi
vogliamo il suo bene, indipendentemente dalle rinunce che potremmo
dover fare”- “Non capisco ancora quale sia il tuo scopo,
ma lo scoprirò per il bene di Olimpia”-“Spero tanto
che tu ci riesca e poi…io sono in debito con te”-“Per
quale ragione?-“Ogni risposta ha il suo tempo e questa notte
di risposte purtroppo non ne avrai, mi dispiace”, si voltò
allontanandosi ma poi si fermò dandole sempre le spalle “Dovresti
almeno fidarti di lei, non trovi?”-“Avvolte Olimpia si
lascia condizionare troppo dagli affetti, nel valutare gli altri”-“Mi
sembra che anche tu, hai fatto lo stesso con Akemi…”,
strinse i denti, la rabbia per quella risposta “Ti conviene
andare a dormire, Xena. Buonanotte!”, Xena lasciò perdere
non le sembrava il caso di peggiorare le cose, dopo la promessa che
aveva fatto all’amica.
Tornò in stanza, si mise una veste più comoda, si avvicinò
nel grande letto dove Olimpia stava dormendo tranquillamente, così
per paura di poterla svegliare si andò a coricare nel letto
più piccolo. Aspettò un bel po’ prima che i pensieri
che le tartassarono la mente lasciarono posto ad un sonno sperato.
La
luce del giorno illuminava tutta la stanza, Xena aprì gli occhi.
Sentì il braccio destro indolenzito da qualcosa che le aveva
rallentato la circolazione del sangue. Si accorse che Olimpia nel
cuore della notte si era alzata e aveva raggiunto l’amica, dormendo
per tutta la notte appoggiandosi su di lei.
Nel muoversi anche Olimpia si svegliò “Olimpia ma che
ci fai qui?” le disse teneramente “Ancora quei incubi?”-“No,
mi sentivo sola in quel lettone…perché non ti sei sdraiata
sul letto grande”-“Non volevo svegliarti, dormivi così
bene”, Olimpia si alzò lasciando che Xena si riappropriasse
del suo braccio indolenzito “Così impari a non dormire
nel lettone” detto questo Xena le tirò un cuscino, che
Olimpia contraccambiò all’istante, sfociando alla fine
in una guerra a suon di cucinate e di risate.
Dopo aver messo un po’ sotto sopra la stanza, si vestirono e
andarono a fare compre al mercato. Passarono tutto il giorno a trattare
con i mercanti a chi riusciva a farsi fare più sconto, la mattinata
volò in fretta. Tornarono alla villa discutendo dei loro acquisti
“Xena, ammettilo sono stata più brava di te”-“Olimpia
non è la quantità che fa un affare ma la qualità”-
“Certo, infatti io sono riuscita a risparmiare otto monete,
mentre te di venti che ne avevi, te ne sono rimaste solo due”-
“Vediamo mentre io ho fatto rifare i tacchi agli stivali, ho
comprato una nuova sacca ho fatto arrotare la mia spada, tu cos’hai?
Erbe, cremine e profumini, che ne dici chi ha sprecato i propri denari?”-“Xena
ma quello che hai comprato, si può trovare da per tutto. Queste
cremine come le chiami tu, si trovano solo da queste parti e poi ne
parleremo stasera quando io e il mio profumo conquisteremo gl’invitati!”-“
Allora questo è il tuo scopo!”.”Voglio proprio
divertirmi”-“Poi sei riuscita a scoprire qual è
la sorpresa di stasera?”-“ No, so solo che ci sarà
una festa in nostro onore”.
Entrarono in camera e con stupore di Olimpia trovarono molti abiti
per la festa “Per tutti gli dei, Xena guarda quanti sono! E
uno più bello dell’altro”-“Stasera con il
profumo e l’abito farai conquiste”-“Ma che dici,
sai quante donne ci saranno, che faranno esaltare la loro bellezza!”-“Olimpia
non ti sminuire, tu sei una donna molto bella e il tuo animo ti rende
ancora più splendida”, Olimpia rimase in silenzio sorridendo
per il complimento di Xena “Ti ringrazio, non sono abituata
ha sentirti fare dei complimenti”-“Spero solo che non
esageri..”-“Perché?”- “ Bè,
mi ricordo di una fanciulla appena conosciuta, che non faceva altro
che innamorarsi continuamente…”-“Ma che centra quella
fanciulla era piccola e ingenua, adesso è cambiata”,
in quell’istante entrarono otto ancelle che vennero incaricate
da Sascia ad aiutarle nel prepararsi, col disappunto di Xena.
Aprirono il separè dividendosi le due donne, quattro aiutarono
Olimpia e le altre combatterono con Xena che di abbellirsi non ne
voleva sapere.
Alla fine il separé fu tolto e le due amiche si ritrovarono
l’una di fronte all’altra.
Xena rimase senza fiato, aveva già visto la bellezza di Olimpia
risaltata ma in quel modo le toglieva il respiro.
Olimpia aveva un abito bianco di seta, ricamato da fili finissimi
fatti di brillanti, era scollato risaltando le spalle asciutte e un
lungo spacco, le faceva intravedere una gamba perfetta. Le avevano
aggiunto tra i suoi capelli una lunga coda che le scendeva fino la
schiena e alcuni boccoli le addolcivano i lineamenti del viso. Il
trucco era molto leggero risaltando i suoi occhi verde speranza.
“Olimpia …sei veramente bellissima, sembri un'altra”.
Anche Olimpia era rimasta senza fiato nel vedere Xena.
Xena aveva un abito color oro, con una scollatura dietro che le arrivava
dietro il fondo schiena. Aveva in entrambi i lati dei spacchi che
superavano le ginocchia. I capelli erano tirati su ed il trucco le
risaltavano i suoi occhi color cielo.
“Tu invece sei sempre la stessa, splendida come una dea”,
Xena le andò vicino “Olimpia, sai cosa potremmo fare?”
l’amica la guardò incuriosita “Non andiamo alla
festa restiamo qui”-“Ma Sascia si offenderà?”-“No
capirà”.
L’uomo le raggiunse “E’ difficile capire perché
due splendide creature rimangono nascoste, senza deliziare gli occhi
di tante persone”, entrò in camera e Olimpia gli andò
in contro “Sascia che gioia, non credi di trascurarmi ?”-“Hai
ragione Olimpia, mi devi scusare ma gl’impegni sono sempre così
tanti. Siete stupende. Olimpia ho un regalo per te”-“Un
altro!”, Sascia donò ad Olimpia una piccola coroncina
e la pose tra i suoi capelli “Perfetta, adesso sei la principessa
della festa”-“ Oh Sascia te ne sei ricordato!”-“Certo
un piccolo sogno ho voluto realizzare per te. Ma adesso ci conviene
andare”.
Xena non capiva, camminava accanto all’amica. Arrivarono in
un grande salone ma prima di entrare Xena fermò Olimpia “Quale
sarebbe questo sogno?”-“Niente d’importante e il
classico desiderio di tutte le fanciulle, essere per una volta una
principessa ed essere corteggiata”,entrarono nel grande salone
dove si svolgeva la festa “Devo dire che stasera il tuo amico
si è davvero impegnato. Gl’invitati dovranno lottare
per farlo”-“Per quale motivo”-“Siamo le uniche
donne della serata!”. C’erano più di cinquanta
uomini e tutti di nazionalità diversa, Greci, Egiziani, Orientali,
Romani e tutti indossavano i loro abiti tradizionali o le loro armature.
Ma un'altra cosa caratterizzava la festa, ogni invitato aveva una
maschera sul viso.
Sascia si avvicinò “Sono sempre stato del parere che
le persone vanno apprezzate per la loro interiorità che per
la loro bellezza, non vi pare?”, Olimpia era divertita, mentre
Xena era alquanto irritata “Ovviamente la maschera a fine serata
verrà tolta” l’uomo lanciò uno sguardo malizioso
a Xena infastidendola, poi le presentò a gran voce, dando inizio
alla festa.
Le due donne vennero separate da tutti gl’invitati che facevano
ha gara per poter parlare o danzare con loro. Invano riuscivano ad
avvicinarsi per poter scambiare due parole, c’era sempre qualcuno
pronto ha separarle, ma bastava solo uno sguardo per condividere le
loro impressioni. Dopo che la festa aveva preso piede, Sascia presentò
un cantastorie molto famoso “Signori e …Signore voglio
presentarvi un maestro della poesia, ci delizierà con i suoi
canti. Dove l’amore è il sentimento più importante
che valga la pena morire in questo mondo.
E’ con noi Zeros…..”
I presenti applaudirono e una musica incantevole iniziò riscaldando
l’atmosfera della festa.
Sia Xena che Olimpia aspettarono con curiosità, ed il maestro
incominciò il suo canto:
Magari
toccasse a me, prendermi cura dei giorni tuoi, svegliarti sempre con
te e dirti che non invecchi mai…(Xena sorrise pensando a Olimpia)
Sciogliere i nodi dentro di te, le più ostinate malinconie…magari!
(Olimpia sorrise pensando a Xena)
Magari
toccasse a me, ho esperienza e capacità. Trasformista per vocazione
per non morire che non si fa , puoi fidarti ha lasciarmi il cuore,
nessun dolore lo sfiorirà…Magari!
(Xena cercò Olimpia con gli occhi. Lei stava là più
bella che mai,intenta a sentire quelle splendide parole)
Magari toccasse a me, un po’ di quella felicità…Magari…
saprò aspettare te domani e poi domani e poi…domani!
(Olimpia cercò Xena con gli occhi. Lei stava là stupenda
come sempre, presa nel sentire il calore di quelle frasi)
Io
come un ombra ti seguirò, la tenerezza è un talento
mio,non ti deluderò (Olimpia le sentiva sue quelle parole,
avrebbe desiderato pronunciarle lei stessa, ma Xena non la guardava…)
La giusta distanza io sarò come tu mi vuoi, ho un certo mestiere
anch’io ...mi provi (Olimpia si voltò verso il poeta)
mi provi...(Xena guardò Olimpia)
Guerriero,cameriere
all’occorrenza mi do da fare, non mi spaventa niente tranne
competere con l’amore (Xena la guardava in silenzio. Come avrebbe
voluto dirle quelle parole ma Olimpia non la guardava)
ma questa volta dovrò riuscirci guardarti in faccia senza arrossire...Magari
(Xena abbassò lo sguardo, immedesimandosi nelle parole e lo
indirizzò al poeta)
Se
tu mi conoscessi certo che non mi negheresti...due ali
(Olimpia si ricordò di quando stavano nei cieli come arcangeli)
che
ho un gran disordine nella mente e solo tu mi potrai guarire...rimani!
(Xena si ricordò di quando Olimpia decise di andare ad Atene
per studiare teatro e quanto avrebbe voluto chiederle di rimanere
con lei)
Io
sono pronto a fermarmi qui, il cielo vuole così
(Xena guardò di nuovo Olimpia intensamente)
Prendimi al volo e poi non farmi cadere più
(Olimpia si voltò incontrando i suoi profondi occhi blu)
Da questa altezza sai non ci si salva mai...
Mi ami?
(le labbra di Xena pronunciarono la frase) “Magari”
Mi ami?
(le labbra di Olimpia pronunciarono la frase) “Magari”
I loro sguardi continuarono imperterrite a rimanere uniti, non accorgendosi
che la musica era finita e che tutti i presenti applaudirono l’esibizione
del poeta.
Tutto riprese come prima, distogliendo i loro sguardi dall’intrusione
dei presenti, che volevano la loro attenzione.
Dopo qualche minuto di conversazione con un’orientale, Xena
si accorse di aver perso di vista Olimpia. La cercò con lo
sguardo, quando si sentì prendere la mano “Una poesia
stupenda non trovi?”-“Si, meravigliosa come te Olimpia.
Finalmente riesco ha parlarti. Ti diverti?”-“Si non mi
lamento. Sto conoscendo tante persone interessanti, anche se ce ne
sono parecchi un po’ morti, ma almeno attraenti”-“Olimpia,
chi era quella che non guardava solo l’esteriorità”_”Dai
Xena anche l’occhio vuole la sua parte”.
Vennero interrotte da un uomo vestito da greco “Scusate posso,
mia principessa posso chiederle di danzare con me?” (BRAD PITT)
–“Certo perché no!”, Xena inarcò il
sopracciglio sentendosi punzecchiata dall’amica.
Xena venne raggiunta da un uomo alto quasi due metri (la mummia cioè
ARNOLD VOSLOO) “E’ tutta la sera che non faccio altro
che guardarti ed ammirare la tua bellezza. Il desiderio di possedere
il tuo corpo mi sta divorando. Voglio essere il tuo schiavo”
Xena rimase per un attimo allibita, poi con la classica semplicità
e freddezza gli diede una pacca sulla spalla “Vuoi dire che
faresti qualsiasi cosa per me?”-“Immediatamente”,
si avvicinò al suo orecchio “Torna là dov’eri
e continua ha guardarmi”gli regalò un sorrisetto e lo
lasciò, andando a prendere qualcosa da bere.
Sascia la raggiunse “Qualcosa ti turba?-“Si, non capisco
qual è il tuo modo nell’aiutare Olimpia”-“Non
c’è per forza un programma preciso, voglio semplicemente
darle la serenità e la spensieratezza che tu non riesci ha
darle”-“Cos’è che ti rende così sicuro
sui i miei sentimenti per lei”-“Quello che vedo mi basta.
Prova ad osservare Olimpia, stasera è stupenda è corteggiata
da tutta la terra, ride con quella dolcezza che t’ipnotizza.
La sua serenità rallegra il cuore delle persone…Eppure
non c’è stato un attimo che il suo sguardo non ti abbia
cercato. Se guardasse un solo invitato con gli stessi occhi come guarda
te, la perderesti all’istante. Vedi Xena il punto che mi farebbe
cambiare idea su di te stasera, è vedere cosa saresti capace
di fare per lei” .
Xena rimase in silenzio guardando Olimpia nella sua eleganza e tranquillità.
Sascia la lasciò assorta nei suoi pensieri e andò da
Olimpia “Mia dolce principessa sei un incanto stasera”-“Grazie
per il complimento e per tutto quello che fai per me. Ho visto che
stavi parlando con Xena, ma dov’è?”-“La tua
amica è difficile da capire”-“No, non sempre”-“Permetti
questo ballo?”-“Volentieri”, Olimpia e Sascia ballarono
contenti e rilassati, poi altri cavalieri la invitarono alle danze,
ma Olimpia venne distratta dalla preoccupazione di non vedere più
la sua amica.
Mentre ballava ad un tratto si sentì osservata con insistenza,
da un ospite che si trovava in fondo alla sala e non c’era invitato
che ammirasse la sua bellezza. Un mormorio si creò di curiosità
“E quello chi è?”-“Sembra un dio vichingo”-“No
è troppo snello per esserlo, sicuramente è un dio greco”,
l’uomo rimase immobile fissando con i suoi occhi blu mare, quelle
della festeggiata.
Aveva un armatura che scintillava, color argento ed un mantello blu
come i suoi occhi, coperti da una maschera che risaltavano il suo
sguardo profondo. I capelli neri corvino le scendevano liberi e lunghi
per tutta la schiena.
Olimpia si sentì smarrita, non capiva per quale motivo lo sguardo
di quella persona le faceva battere così il cuore. Si voltò
per cercare ancora quella figura, ma si accorse che era sparito.
Salutò il suo cavaliere di turno è andò a bere
qualcosa, quando una voce familiare la fermò “Posso avere
l’onore di poter parlare con la principessa della festa?”,
Olimpia si voltò e la sensazione di stupore la fece sorridere
“Certo perché dovrei negarle ad una persona interessante
e affascinante come voi. Da dove venite?”-“Dalle lontane
terre del nord. Sono stato attirato dalle mille voci che ne descrivono
la vostra bellezza e il vostro incanto”-“Lei mi lusinga”-“Credete
che mi stia burlando di voi?-“No assolutamente è che
voi mi ricordate tanto una persona a me cara. Immaginarla al vostro
posto e sentirla parlare in questo modo, mi stupisce”-“Per
quale motivo? Forse lo avrebbe sempre voluto dire, ma non ha mai trovato
l’occasione adatta per poter spiegare quello che prova”-“E
secondo voi cosa prova?”,l’uomo le stava per rispondere
quando vennero interrotte da un altro invitato “Vogliate scusarmi,
vostra principessa può concedermi questo ballo?” a malincuore
Olimpia accettò per non essere scortese e si allontanò.
Mentre danzava, gli occhi dell’uomo misterioso la seguirono
per tutto il ballo e ne anche Olimpia voleva distogliere la sua attenzione
da un'altra parte.
Finito il ballo ne stava iniziando un altro, quando l’uomo precedette
tutti gli altri, afferrandole la mano e portandola al centro della
sala “Potrei averlo anch’io questo onore?”-“Ma
certo”.
Le due figure splendide seguirono le note leggiadre di una musica
incantevole, ballando l’uno di fronte all’altra senza
toccarsi. Olimpia continuava a rimanere ipnotizzata dal suo sguardo
“Lei guarda sempre le persone in questo modo?”-“Solamente
quelle che mi affascinano. I vostri occhi sono così profondi
che…” in quel momento il ballo prevedeva un contatto e
quando le prese la mano e le circondò la vita potandola vicino
a sé…
un flash la fece barcollare “Olimpia cos’hai?” la
ragazza rimase un po’ stordita “Niente, forse dovrei prendere
un po’ d’aria”.
Si fece accompagnare fuori in giardino, l’uomo preoccupato si
tolse la maschera “Come ti senti, va meglio?”-“Si
adesso va meglio, Xena”.
Dopo qualche secondo Olimpia si meravigliò dell’ambiente
che le circondavano.
Il giardino era stupendo e ben curato e c’erano centinaia di
lucciole che decoravano d’incanto l’atmosfera.
Olimpia sorrise alla scena teatrale che le regalò Xena “Ma
che combini?”-“Già sono una stupida”, Olimpia
cancello il sorriso dal suo volto cercando di non demoralizzarla “No
non dire questo, è stato bello non me lo sarei mai aspettato
da te”, l’umore di Xena fu sollevato “Xena, perché
lo hai fatto?”-“Non lo so, è stato più il
mio istinto ad agire”, Olimpia abbassò gli occhi delusa
da quella risposta, poi la guardò “Posso chiederti una
cosa?”-“Certo”-“ Cosa provi per me”,
Xena si sentì spiazzata “Bè…una forte amicizia
ci lega, giusto?”-“E cosa provi per Antinea?”-“Cosa??
E adesso Antinea cosa c’entra!”-“Per favore rispondimi”-
“Sai benissimo che non provo niente per quella donna”-“Cosa
c’è stato in passato tra di voi?”-“Olimpia
non capisco perché mi fai queste domande”-“Tu prova
solo a rispondermi”.
La confusione assillava la mente di Xena che cercava una risposta
“Olimpia quello che c’è stato tra me e Antinea
ormai è passato e per quanto io mi sforzi di cancellare, non
desidero più provare niente di simile, perché tu mi
hai…”, vennero interrotte da un servo mandato da Sascia
“Scusatemi” Xena lo fulminò “Stiamo parlando
non vedi!”-“Mi scusi principessa, ma la festa reclama
la sua presenza”-“Certo vengo subito”, l’uomo
se ne andò.
Olimpia guardò Xena “Ci conviene continuare un altro
momento “Olimpia dobbiamo parlare”-“No, forse è
meglio smettere. Non devo farti certe domande, scusami”.
Il silenzio le invase, Olimpia andò verso l’entrata,
si voltò verso di lei “Che fai, mi lasci da sola con
tutti questi pretendenti?”, Xena la guardò, Olimpia le
tese la mano “Perché non balli con me tutta la sera?”
le chiese sorridendo.
Xena non potè rifiutare quel dolce invito, dimenticando la
loro piccola discussione “Volentieri” si mise la maschera
e le prese la mano.
Le loro presenze fecero di nuovo parte di quella splendida festa,
Olimpia fece un grosso sospiro guardando gl’invitati “Non
credevo che potesse essere così faticoso tenere a bada tutti
questi uomini. Andiamo a prenderci qualcosa da bere”.
Si avvicinarono al tavolo in bandito da varie prelibatezze e molte
bevande, un invitato un po’ sbadato diede una spinta a Xena,
che andò a spingere Olimpia con la schiena addosso al muro
della sala. Il respiro di entrambi si fermò, per la forte emozione
che provarono nel trovarsi talmente vicine, da poter unire le loro
labbra.
Xena si allontanò facendo pressione con la sua mano sulla parete
ed allontanarsi da Olimpia “Scusami Olimpia, mi hanno spinto!”,
notò i suoi occhi sgranati nel vuoto “Cosa c’è?”-“Sei
tu!” le disse “Ma di cosa parli?”-“Tu”
Olimpia si mise una mano sulla bocca “Olimpia ti prego dimmi
a cosa stai pensando”-“Quel sogno, quelle persone…adesso
le vedo. So chi sono!”-“Ancora quel sogno, Olimpia smettila
di ossessionarti”-“Ma è così vero e se non
è accaduto vuol dire, che accadrà”-“Olimpia
cosa deve accadere?”-“Antinea mi ha fatto vedere che presto
tu e lei andrete …”-“Cosa???”-“Tu stai
con lei” Xena continuava a non capire “Olimpia smettila
è solo un sogno”, quelle parole martellarono la mente
di Olimpia e alla fine si allontanò.
Un cavaliere la invitò a ballare, ma lei non lo considerò,
continuava sconvolta a guardare Xena fin quando non si voltò
e uscì dalla sala.
Xena cercò di raggiungerla ma gl’invitati la trattennero
con le loro mille domande, in particolare un romano ( GEORGE CLOONEY)
la guardò infuriato, credendo di parlare con un uomo “Si
può sapere cosa le hai fatto, vichingo dei miei stivali?”-“Sparisci
non sono affari tuoi!”-“Vogliamo scommettere la tua testa?”,
l’atmosfera si stava scaldando quando Sascia richiamò
l’attenzione dei presenti “Signori vi prego! Un attimo
di attenzione. Purtroppo la principessa non si sente tanto bene, ci
raggiungerà tra non molto. Vogliate nel frattempo assaporare
alcune pietanze, offerte dalle nostre ballerine, giunte da molto lontano”,
battè le mani due volte ed uscirono a ritmo di musica, una
trentina di donne con diversi vassoi in mano.
L’attenzione del romano fu rapito da tutte quelle belle donne,
così Xena ne approfittò per uscire dalla sala “Uomini,
tutti uguali”.
Si accorse che anche Sascia uscì e lo raggiunse percorrendo
un lungo corridoio “Sascia dov’è Olimpia?”,
l’uomo si fermò dandole le spalle “Non credi di
aver fatto abbastanza!”-“Io non ho fatto nulla!”-“Giusto,
hai ragione Xena, è questo il tuo problema, non fare niente
e non dire niente!”-“Che vorresti dire!”-“Dovresti
essere più sincera con lei”-“Lo sono sempre stata”-“Per
come si è conclusa la serata, non direi”-“Non m’interessa
come la pensi, voglio vedere Olimpia, dov’è!”-
“Non preoccuparti sarà lei ha trovarti, se lo vorrà!”,
così si allontanò .
Xena era furiosa, si strappò la maschera gettandola a terra
e andò a cercare Olimpia.
Sascia entrò in una delle tante stanze “Contemplare il
tempo che passa non è la soluzione al tuo problema!”-“E’
vero ma almeno mi aiuta a riflettere”, Sascia si avvicinò
“Cosa ti succede!”, Olimpia si mise una mano sulla fronte
“Sto diventando pazza!”-“Ne vuoi parlare?”,
Olimpia fece un respiro profondo “Da quando Xena è tornata,
una parte di me è al settimo cielo. Sai quanto avevo desiderato
poterla riabbracciare. Ma c’è una parte di me che non
riesce a regolare quest’emozione”-“Cos’è
che ti ha sconvolto?”-“Sapessi Sascia, mi vergogno come
una ragazzina. Ultimamente non faccio altro che fare un sogno, anche
ad occhi aperti e la cosa più imbarazzante è che sogno
di Xena che va ha letto con Antinea e non capisco perché?”,
Olimpia si stava agitando “Vedi Olimpia avvolte ciò che
vediamo, non è quello che sembra”-“Cosa dovrei
fare?”-“Scoprire fino in fondo il motivo di quel sogno”-“No,
non voglio la gelosia mi ucciderebbe”-“Olimpia solo rivivendolo
potrai capire il perché del tuo stato d’animo”-“E
come?”-“In che modo si presenta”-“Ogni volta
che ho un contatto fisico con Xena, una stretta di mano, un…”,
arrossì “Prima alla festa per sbaglio siamo capitate
talmente vicine che c’è mancato poco che la baciassi”-“E
tu avresti voluto?”-“Si mi vergogno ammetterlo ma si.
Avevo il cuore che mi esplodeva”-“Perché non hai
seguito l’istinto del tuo cuore”-“Non lo so, lei
si è allontanata ed io ho avuto quella visione”-“Olimpia
non ci sono altre soluzioni, lo devi fare”.
Xena
aveva ormai perso le speranze, nel cercare l’amica. La festa
ormai era quasi finita, c’erano rimasti pochi invitati.
Tornò nella sala, alcuni servi la stavano ripulendo, Xena si
voltò incontrando il romano di poco fa, ormai ubriaco come
tutti “Ehi…ma tu non sei il vichingo che ha fatto scappare
la mia principessa?”, Xena alzò gli occhi al cielo “Ari
eccolo ”, l’uomo si avvicinò e capendo chi si trovava
di fronte, spalancò la bocca “Ma tu sei…Impressionante,
anche travestita da uomo sei meravigliosa!”, la donna lo guardò
disgustata “Piantala”-“Cerchiamo di recuperare il
tempo perso, vuoi bellezza!”, Xena non gli fece dire nient’altro,
gli mise una mano in fronte “Ma sparisci” e lo spinse,
l’uomo cadde a terra all’indietro.
Xena uscì fuori in quel meraviglioso giardino “Che splendida
serata, poteva essere. Dove sei Olimpia!”, in quel momento sentì
la presenza di qualcuno avvicinarsi “Olimpia! Che gioia vederti.
Come ti senti! Mi dispiace per prima, non volevo…”- “Non
preoccuparti sto meglio. Vorrei che mi facessi un favore”- “Certo
Olimpia, qualsiasi cosa”, Olimpia si avvicinò guardandola
fissa negli occhi “Permettimi di fare una cosa e non chiedermi
nulla, per favore” Xena la lasciò fare.
Olimpia si fermò davanti a lei, le mise una mano tra i capelli
e lentamente l’avvicinò a sé “Lasciami fare…”
Olimpia appoggiò le sue labbra sulle sue, si allontanò
di poco “Lasciami fare”, chiuse gli occhi ed entrambi
assaporarono quel dolce bacio.
Non capirono quanto tempo stava passando, ma volevano assaporarlo
lentamente, come se quell’emozione così forte, non l’avessero
mai provata. Il cuore di Xena batteva sempre di più, le circondò
la vita con la sua mano, per paura che potesse scappare via.
Tutto in quel momento era magico, l’atmosfera, il silenzio le
circondava. Alla fine i loro volti si allontanarono, non si dissero
nulla, la paura di dire qualcosa di troppo stupido, le terrorizzava.
Olimpia abbassò lo sguardo “grazie” e lentamente
si allontanò.
Xena rimase immobile spiazzata da quel gesto così inaspettato.
Dopo qualche secondo tornò in sé, sentì un forte
desiderio di parlare o per lo meno condividere le sue emozioni, incominciando
ha cercarla, ma fu tutto inutile di Olimpia neanche l’ombra.
Xena tornò in stanza, si mise qualcosa di comodo sedendosi
su una sedia davanti alla finestra aspettando il suo rientro.
Il
sole si alzò alto nel cielo, illuminando la stanza e gli occhi
di Xena. Cercò di muoversi per rimettere in moto i muscoli
che le dolevano, per essersi addormentata sulla sedia.
Si voltò notando il letto vuoto e ancora in ordine “Adesso
devo preoccuparmi, Olimpia non è tornata in camera”,
si alzò andando verso la porta e quando l’aprì
fu bloccata da qualcuno “Olimpia! Ma dove sei stata?”,
la ragazza non le rispose aveva uno sguardo assente e gli occhi gonfi
“Olimpia ti ho cercata tutta la notte!”, con un fil di
voce le rispose “Scusami ! Ma sono stanca e vorrei riposare”,
Xena si arrese, l’accompagnò nel letto aiutandola a mettersi
qualcosa di comodo, senza dire nulla, l’aiutò ha sdraiarsi
“Xena…poi parleremo quando vorrai” si distese e
chiuse gli occhi. Xena andò a tirare le tende per oscurare
la stanza “Va bene come vuoi, riposati”.
Xena si sdraiò insieme a lei ,approfittando del sonno perduto.
Adesso che Olimpia le stava accanto era più tranquilla, anche
se tutta la situazione la turbava.
Passarono diversi minuti ma Xena non riusciva ha rilassarsi, così
a voce bassa incominciò a pensare “Olimpia cercherò
di aiutarti, anche se non so come…Voglio vederti sorridere serenamente
come facevi un tempo, voglio sentire ancora i tuoi mille racconti
i tuoi mille pensieri i tanti ragionamenti che facevi per farmi migliorare…e
anche per farmi arrabbiare. Dimmi cosa posso fare, non so più
se la mia presenza ti aiuta o ti disturba. Avvolte fai cose che mi
lasciano confusa ed io… Ti prometto che ce la metterò
tutta, voglio guarire il tuo male, non voglio deluderti”, desiderava
posare la sua mano sulla sua vita ma non lo fece per paura di darle
fastidio “Buon riposo amore mio” Xena chiuse gli occhi
ed in quel momento Olimpia aprì i suoi dandole le spalle, lasciando
scivolare nel suo viso una lacrima.
Metà
giornata volò via mentre le due donne cercavano di riposare.
Xena allungò la mano verso di lei ma si accorse che non c’era.
Aspettò qualche secondo poi stanca del suo comportamento, decise
di andare a fare un bagno, per rilassarsi dalla tensione e dal nervoso
che aumentava. Venne a sapere da una serva che l’amica stava
in compagnia del padrone “Come al solito” così
decise di raggiungerli.
Trovò
Sascia in giardino a meditare “Hai visto Olimpia?”-“Buona
sera Xena! Olimpia ci sta aspettando a tavola”, Xena stava per
andarsene quando Sascia la chiamò “ Cos’è
che ti da più fastidio si può sapere?” Xena si
urtò della sua arroganza “Tu, con quest’aria da
protettore! Sai forse ho sbagliato, pensavo che portarla qui da te,
poteva essere un aiuto, ma ora comprendo che ho fatto uno sbaglio”
Sascia aprì gli occhi e si alzò “Xena quanti sbagli
hai fatto nella tua vita!”-“Molti me ne rendo conto!”-“Davvero!
Ma io intendevo verso Olimpia!”-“Non capisco dove vuoi
arrivare!”-“Cosa si prova a perdere un figlio?”,
Xena lo guardò irritata “E’ meglio che me ne vada,
finirei col metterti le mani addosso”-“Perché non
cerchi mai di capire il suo dolore!”-“Credi che non me
ne importi? Io sto male nel vederla in questo stato, ma non riesco
a capire perché si comporta così”-“Forse
perché non hai mai cercato di capire il suo dolore. Olimpia
è stata violentata da un demone, affrontando una gravidanza
lampo e lottando contro tutti, ma soprattutto contro di te che eri
il suo punto di forza”, Xena alzò la voce “Sascia
stiamo parlando della figlia del male, non potevo dare retta hai sentimenti
di una madre, era in gioco il mondo intero”-“Tu hai agito
come avrebbe fatto chiunque nella tua situazione, ma non hai considerato
le conseguenze? Il dolore che si prova nell’essere la conseguenza
della morte di un figlio! E’ distruttiva! Per Olimpia l’unica
cura per soffocare questo sentimento era la tua presenza. Quando siete
state trasportate ad Illusia l’unica preoccupazione per lei
era essere perdonata da te e non da se stessa”-“Ma Olimpia
non me l’ ha mai detto”-“Certo non voleva affrontarlo
con te, perché sapeva che per te l’argomento si collegava
con tuo figlio Seleuco e non voleva aprire questo male che conosceva
benissimo”-“Lo teneva represso dentro di se”-“Esatto,
anche se è passato del tempo d’ allora, questo dolore
le si presenterà, ogni volta che il suo animo sarà messo
alla prova”, Xena abbassò lo sguardo “L’ho
visto il suo dolore, quando incontrammo AIden”-“E quando
siete state aggredite da cannibali ed è rimasta ferita”.
Xena guardò fisso Sascia “perché mi dici tutte
queste cose?”-“Non volevi delle risposte!”-“Certo,
ma stai parlando di una sofferenza che abbiamo superato”-“Tu
dici? Quel dolore, che opprime la sua vita se ne andrà solo
con la nascita di un figlio, questo lo sai vero?” quella verità
le pesò il cuore “ E invece per te, Olimpia ha voluto
rinunciare ha questa gioia, per starti vicino”, il sarcasmo
dell’uomo le diede fastidio “Sascia vieni al dunque”-“Olimpia
è vulnerabile per questo motivo, una persona sta cercando di
infierire su di lei per dividervi”, il viso di Xena si scurì
“Antinea. Lo sapevo che c’entra qualcosa. Dovrò
toglierla di mezzo una volta per sempre e questa volta riceverà
la cattiveria che ha sempre cercato di tirarmi fuori”-“Ma
tu non puoi fermarla”-“Ma davvero! Sta a guardare cosa
le capita, quando sarà tra le mie mani”-“Mi sembra
che già una volta l’hai uccisa eppure…”-“Sentiamo
cosa dovrei fare!”-“Antinea vuole te, non lei”-“Mi
stai dicendo che dovrei lasciare Olimpia?”-“Non lo faresti
per salvarle la vita?”-“L’ho già fatto una
volta e le conseguenze sono state pessime. La mia mancanza non le
porterà mai gioia, è questo che devi metterti in testa,
te e tutti quelli che cercano di mettersi in mezzo. Il tuo scopo di
aiutare Olimpia è quello di portarmela via e per quanto mi
riguarda, tu sei più pericoloso di Antinea”- “Ma
sai Xena, avvolte devi guardare oltre le apparenze e ragionare sui
fatti accaduti”-“Io non ragiono con un uomo che gioca
con la mente delle persone. Io e Olimpia ce ne andremo”, Xena
si voltò dandogli le spalle “bisogna vedere se Olimpia
ti seguirà” la donna si fermò, poi senza dargli
peso se ne andò lasciandolo solo.
Olimpia
stava nella sala del banchetto aspettando, nel frattempo assaggiava
alcuni frutti esotici mai visti prima. Xena entrò nella sala
fermandosi alla vista dell’amica.
Aveva di nuovo i suoi abiti d’amazzone e notò con meraviglia
quanta, la sua semplicità la rendeva ancora più bella.
Olimpia si voltò accorgendosi di essere guardata ed incontrò
i suoi occhi , una forte emozione seguita da un improvviso senso d’imbarazzo
fece distogliere il suo sguardo.
Xena si avvicinò “Olimpia vorrei parlarti”- “Dimmi
pure” le rispose continuando a guardare il tavolo in bandito
“Stavo pensando di ripartire e tornare in Grecia”, l’amica
si bloccò prima di mangiare un frutto “Davvero? E perché
adesso?”-“Sono già passati diversi giorni, non
credi che sia arrivato il momento di ripartire?”, stranamente
Xena non vide delusione nel suo volto “capisco…va bene.
Domani ce ne andremo”, posò il frutto, si voltò
e mentre si stava allontanando Xena la chiamò e le andò
incontro.
Le poggiò una mano sulla spalla, facendola girare davanti a
se e con l’altra mano le alzò il viso “Olimpia
cosa c’è? Perché non mi guardi? Cosa ti preoccupa?”,
Olimpia sentiva una stretta alla gola, aveva un enorme desiderio di
parlarle, di sfogarsi di scaricare tutto quello che teneva dentro.
Dopo qualche esitazione lo sguardo profondo di Xena la fece demordere
“Xena…vedi io…vorrei che tu sapessi…”
ma fu interrotta dall’entrata di Sascia “Ma guarda…
perfetto ci siamo tutti, possiamo metterci a tavola”, Olimpia
si voltò guardando l’uomo, Xena non ne poteva più
di queste interruzioni e alzò gli occhi al cielo “Lo
sapevo”.
Ma questa volta non stette con le mani in mano “Eh no, scusaci
Sascia ma io e Olimpia abbiamo da fare, torniamo subito” le
prese la mano e la portò fuori dalla sala, in uno dei corridoi.
Xena era molto preoccupata, le poggiò le mani sulle spalle
guardandola dritta negli occhi “Cosa ti succede?”-“Xena,
non preoccuparti è stato solo un momento”-“Olimpia
mi stavi dicendo una cosa”-“Sto attraversando un momento
difficile”-“Questo l’ho capito”-“Ma
non devi preoccuparti, Sascia mi sta aiutando”-“Cosa?
Non dovrei preoccuparmi? Olimpia io voglio aiutarti e non credo che
Sascia ci stia riuscendo”, Xena incominciava ad innervosirsi
e Olimpia era sempre più vaga “Xena perché insisti
nel dire che ho bisogno di un aiuto”-“Perché fai
cose senza senso”-“Tipo?”, Xena fece una pausa “parliamo
dell’altra sera” Olimpia abbassò lo sguardo imbarazzata,
non riusciva a sostenere il suo sguardo. Prese coraggio dopo qualche
secondo e con un tono freddo le rispose guardandola negli occhi “perché
mi fai una domanda se poi, ti rispondi da sola. Quello che ho fatto
non aveva senso. Dimenticalo!”, Olimpia abbassò lo sguardo
e se ne andò.
Xena avrebbe voluto chiarire, ma Olimpia non le diede più retta;
Tornarono nella sala ed incominciarono a mangiare, senza parlare.
Sascia interruppe quel silenzio “Allora, Olimpia domani vorrei
portarvi entrambi in un posto meraviglioso”, Xena rispose con
piacere “Mi dispiace Sascia ma noi domani ce ne andiamo”-“e’
vero Olimpia?” lei fissò il piatto senza rispondere “Vuol
dire che dovremmo anticipare l’altra cosa…”, Xena
guardò incuriosita l’uomo, in quel momento Olimpia si
alzò dalla sedia “Scusatemi ma non ho più fame”
e se ne andò dalla stanza.
Xena fulminò Sascia “Si può sapere, adesso che
cos’è l’altra cosa che devi fare?”-“Lo
saprai molto presto” Xena irritata lasciò la stanza.
Sascia guardò il piatto “E’ proprio vero, quando
dicono che ci vuole pazienza con le donne”.
Nel
frattempo Xena stava girando per tutte le stanze, con la speranza
di trovare la sua amica, ma niente da fare la sua pazienza stava arrivando
a limite. Andò fuori in giardino sperando che l’aria
fresca le poteva donare un po’ di calma.
Tra un paio d’ore il sole, sarebbe tramontato così ne
approfittò per rilassarsi, sdraiandosi nel soffice praticello,
incrociando le braccia dietro la testa . Voleva a tutti i costi trovare
una soluzione; il silenzio, l’aria fresca, la tranquillizzarono.
Sascia
tornò nella sua stanza, non sorprendendosi di trovarci Olimpia
assorta nei suoi pensieri “Preoccupata?”-“Si, molto”-“Olimpia…
solo in questo modo puoi risolvere il tuo problema”-“E
se le farò del male?”-“ Devi fidarti di me, lo
sai che non potrei mai convincerti ha fare del male”-“Lo
so, ma se qualcosa andasse storto?”, Sascia le prese la mano
“Olimpia cerca di fare quello che ti dirò e vedrai che
andrà tutto bene” la ragazza si voltò guardandolo
con dolcezza, mise la sua mano sopra la sua “Mi fido di te,
aiutaci Sascia!”.
Xena
aprì gli occhi accorgendosi che il sole era già tramontato,
un vento gelido attraversò il suo corpo “Accidenti mi
sono addormentata…eppure da molto”, si guardò in
torno alzandosi, appoggiò una mano sull’albero e notò
stranamente che il giardino era completamente buio e anche la casa.
Una strana sensazione di pericolo l’assalì, corse alla
ricerca dell’amica dirigendosi all’entrata della casa
ma la voce di Sascia la fermò “vedo con piacere che ti
preoccupi per lei!”, Xena si voltò “Cosa vuoi ancora”-“fare
due chiacchiere!”-“Mi dispiace ma le tue sono tante e
vuote”-“Perché riesci ha pesarle? E come, con l’altruismo
o l’egoismo?”-“Credo di saper dosare entrambi le
due cose a chi se le merita”-“Davvero? Quindi non sei
mai stata egoista nei riguardi di Olimpia, Immagino!”-“
Tu il nome di Olimpia da domani te lo dovrai dimenticare…”-“Oh
no, questo lo dovresti fare tu, per il suo bene”.
Xena fece un passo verso l’uomo “Vieni al dunque!”-“Mi
domandavo…se riesci ad essere così obbiettiva, riesci
anche a capire o ti sei mai fermata a pensare al dolore che ha passato
Olimpia per colpa tua?” Xena strinse i denti “Ancora con
questa storia?”-“Vedi un conto è pesare le parole,
un conto è vederle”, il braccio di Sascia si allargò
alla sua destra indicando qualcosa.
Gli occhi di Xena si sgranarono,osservando il corpo di Olimpia sorretto
da due pali privo della sua testa. La donna era sconvolta, tutto quello
non aveva senso. Sascia allargò l’altro braccio alla
sua sinistra, facendo apparire una piccola panca dove veniva sorretta,
la testa di Olimpia.
Xena era inorridita, non poteva crederci non voleva crederci. Le sue
labbra e le sue ginocchia incominciarono a tremare “Tu maledetto
stai usando la mia mente per farmi impazzire”-“Forse hai
ragione, ho forse hai torto e quello che stai vedendo è realtà”-“Tu
non puoi averle fatto questo!” il cuore della guerriera batteva
all’impazzata, insieme alla sua mente che le gridava vendetta
“Ho fatto semplicemente quello che Olimpia mi ha chiesto, farti
provare quello che lei ha passato”. La mente di Xena non ragionò
più “Tu sei un mostro, lei si fidava di te”-“Esatto
e anche tu dovresti fidarti” Xena impugnò la spada dietro
di sé la sfilò, puntandogliela contro “Adesso
sarò io ha farti provare quello che tu hai fatto a lei”,
fece due passi veloci verso di lui, quando la sua attenzione fu bloccata
da una risata e l’applauso di una persona dietro di lei “Ma
bene, questo era quello che volevo”, Xena si voltò “
Antinea”.
La donna sorrise soddisfatta per quello che stava vedendo “Il
tuo istinto è sempre lo stesso. Non valuta mai quello che è
giusto o sbagliato”, Sascia intervenne “Saresti stata
capace di uccidermi?”, Antinea rispose “Certo è
il sapore della vendetta, quella che ti divora le ossa e la mente,
portandoti alla pazzia”- “Olimpia non l’avrebbe
mai fatto Xena! Cosa ti ha mai insegnato la tua amica?” Antinea
rispose ridendo “Ad amarla fino al punto di uccidere tutti”.
Le loro voci assillarono Xena che si sentiva impazzire, le forze l’abbandonarono
fino al punto di far cadere la spada a terra. Si guardò le
mani che incominciarono a sanguinare.
Antinea continuava a ridere, le mani sporche di sangue, Xena alzò
lo sguardo incontrando quelli di Sascia che le parlarono dentro la
sua anima “fidati di me”.
Xena
aprì gli occhi di colpo, aveva il respiro affannato, si guardò
in torno…solo un sogno!
Il sole ancora riscaldava l’intera giornata, si guardò
le mani, pulite!
Cercò di calmarsi, eppure tutto le era sembrato così
reale!
Tornò dentro la casa, affrettando il passo per poter vedere
Olimpia. Sentì la voce di Sascia oltre la porta, era sicura
che avrebbe trovato anche la sua amica, così entrò e
infatti dopo tante ricerche riuscì a trovarla.
Entrò senza dire niente, guardava Olimpia allenarsi con una
guardia di Sascia. Il suo corpo era così teso per il combattimento
che la rendeva particolarmente elegante nelle sue mosse. Era migliorata
tantissimo e Xena se ne accorse ancora di più. La guardia che
indossava solo dei pantaloni larghi, aveva il dorso bagnato di sudore,
per la fatica che faceva nel tenere testa a Olimpia e che alla fine
atterrò.
Xena applaudì “Brava! Complimenti Olimpia”, l’amica
si voltò fiera delle sue parole “Ti ringrazio Xena”,
Sascia intervenne “Vieni pure Xena, non rimanere sulla porta”.
La guardia si alzò e si andò a mettere in un angolo
della stanza, Xena era felice di vederla.
Sascia si avvicinò “Stavo pensando, perché non
vi allenate insieme?-“ Perché dovremmo, Olimpia è
diventata bravissima non ha bisogno di allenarsi con me!”, Olimpia
guardò Sascia e con aria interrogativa si rivolse all’amica
“Perché no!”-“Olimpia?”-“Dai
Xena, non farti pregare”, la guerriera rimase un po’ titubante,
ma lo sguardo implorante di Olimpia la fece demordere “E va
bene”. Olimpia era eccitata, si mise subito in guardia, sfilando
i suoi sais, puntando i manici.
Iniziarono quello che doveva essere un allenamento…
Xena non faceva altro che schivare i suoi colpi, per diverse volte
finì a terra, non voleva infierire fisicamente sull’amica.
Sascia si accorse del suo comportamento “Coraggio Xena affronta
Olimpia! Aiutala ad eliminare il suo dolore!”, la donna lo guardò
stupita, cosa centravano quelle parole. In quel momento si accorse
che i colpi che Olimpia le sferrava erano sempre più forti
e veloci, ma la cosa che le incominciò a preoccupare, erano
gli occhi pieni di rabbia.
Olimpia continuava ha scagliarsi sempre di più, quello che
prima doveva essere solo un allenamento stava diventando un proprio
duello.
Involontariamente Xena colpì Olimpia “Scusami non volevo”-“Sta
zitta e combatti” la giovane amazzone era una furia scatenata,
Xena voleva fare qualcosa per calmare la sua amica, ma non ci fù
il tempo necessario per evitare, quello che accadde.
Xena non schivò volontariamente il pugnale di Olimpia, perché
non avrebbe mai pensato che l’amica sarebbe stata capace di
colpirla dalla parte della lama, così vide il sais entrare
nel suo ventre.
Fu un attimo e tutto finì, un dolore lancinante all’addome
le toglieva il respiro. Appoggiò la sua mano, sopra quella
dell’amica che teneva ancora il pugnale. Alzò lo sguardo,
incontrando gli occhi terrorizzati di Olimpia “Xena…io.
Cosa ho fatto?”, il silenzio vagava nella stanza. Si sfilò
lentamente il sais dal corpo, che cadde a terra. Il sangue uscì
velocemente, il dolore era accecante, Xena riusciva ha fatica a respirare.
Olimpia terrorizzata per quello che aveva fatto, fece due passi indietro,
il respiro affannato impediva alla guerriera di parlare. Sascia raggiunse
la sua amica “Olimpia non disperare, questo era quello che doveva
essere fatto. Vieni andiamo via”, così Sascia portò
via Olimpia.
Xena s’inginocchiò, gli occhi incominciarono a chiudersi
e lentamente riusciva a vedere la sua Olimpia, uscire dalla stanza
continuando ha guardarla inorridita.
Avrebbe voluto gridare il suo nome, ma la voce e la forza di reagire
la stavano abbandonando ed alla fine si accasciò a terra.
“No non può accadere questo” ripeté Xena.
Spalancò di colpo gli occhi, scoprendo ancora una volta di
aver fatto un altro brutto sogno. Si alzò “Ma cosa sta
succedendo?”, raggiunse una fontana e si sciacquò il
viso “Qualcuno sta giocando con la mia mente e io so…chi
è”. Lo sguardo della donna era di ghiaccio, era stanca
di questi stratagemmi. Era giunto il momento di affrontarlo una volta
per tutte.
Il
sole tramontò, entrò nella casa percorrendo un corridoio,
che la portò nella stanza dove si trovavano. Aprì la
porta di colpo “Adesso basta! Voglio sapere tutto, altrimenti…”
Xena si bloccò di colpo, notando che la scena che le si presentava
davanti era la stessa del sogno. Olimpia si stava allenando con la
stessa guardia “ Xena…ma che temperamento. Sapevo che
eri una donna esplosiva, ma così è un po’ troppo”
le disse Sascia andandole incontro “Vieni pure, la tua amica
si sta allenando” Olimpia si sorprese della reazione dell’amica
e con aria preoccupata le andò vicino “Che cos’hai?
Cosa ti è successo?” ,Xena era smarrita non sapeva cosa
fare. Quello di prima era stato un semplice sogno? Oppure una premonizione?
Sascia continuò “La tua amica ha bisogno un po’
di considerazione, passate un po’ di tempo insieme…magari
perché non vi allenate insieme?”, Xena reagì bruscamente
spintonando l’uomo “Scordatelo!”, Olimpia si mise
in mezzo tra loro, intuendo che la situazione poteva esagerare “Calmati
Xena, non ti ha chiesto niente di male!”-“Olimpia quest’uomo
sta cercando di farmi impazzire”-“calmati e ragiona”,
Sascia è stato tutto il tempo con me”-“Lui ha un
piano preciso ed io voglio sapere di cosa si tratta”, l’uomo
si fece avanti “E va bene, vuoi delle spiegazioni? Perfetto,
ti dirò tutto quello che vorrai sapere ma solo…”
Xena lo guardò con cattiveria “Solo cosa?”-“Solo…se
duelli con lei e magari la batti, saprai tutto quello che vuoi sapere”-“Ma
guarda, ci avrei giurato che volevi questo”-“Allora lei
rimarrà qui con me per un altro po’ di tempo, se decidi
di non batterti”-“sei solo un miserabile” si stava
per scagliare contro l’uomo ma Olimpia la fermò di nuovo
“Xena, basta! Ma si può sapere perché ti comporti
così? ”-“Olimpia tu non capisci.. Sascia…”,
Olimpia si alterò “Smettila di dirmi sempre queste cose,
io capisco benissimo non sono più una ragazzina”-“Non
intendevo questo!”-“E cosa volevi dire”-“Olimpia,
l’amicizia che ti lega con Sascia non riesce a farti vedere
la realtà. Lui si sta approfittando del tuo stato per infierire
su di noi. Vuole dividerci, lo capisci!”-“Mi dispiace
ma non sono d’accordo. Lui vuole solo il mio bene e a te ti
da fastidio”-“Ma che dici?”, Sascia intervenne “E’
così, per me il bene di Olimpia viene prima di ogni altra cosa”-“Tu
non t’intromettere”-“Cosa sei disposta a fare per
Olimpia?”-“Sta zitto, chiudi quella boccaccia!”,
ancora una volta Olimpia la fermò “Rispondi! Cosa saresti
capace di fare per me?” Xena guardò Olimpia sconcertata
“Tu lo sai che farei qualsiasi cosa per te!”-“Dimostralo,
duella con me!”, Xena sgranò gli occhi questa volta non
poteva acconsentire, era troppo rischioso “No, Olimpia chiedimi
tutto, ma non questo”, la delusione si leggeva negli occhi di
Olimpia “Allora non giudicare le persone che cercano di aiutarmi,
ma giudica te stessa per le volte che non hai voluto esaudire una
mia richiesta”, si voltò e stava per andarsene quando
Sascia la fermò “vedi xena, io non sopporto vedere Olimpia
in questo stato e per questo sono costretto ad aiutarti nel farti
cambiare idea”,
battè le mani due volte.
Si aprì una porta in un angolo della stanza, molto distante
da loro ed uscirono due guardia che portavano con forza una donna.
Sia Olimpia che Xena si voltarono notando con stupore che si trattava
di Evi. Olimpia guardò smarrita Sascia, non capendone la presenza.
Xena sguainò la sua spada in direzione dell’uomo “Questo
è troppo…Come hai osato rapire mia figlia?”, Sascia
andò verso Olimpia la guardò tranquillizzandola “
Fidati di me” poi si voltò in direzione di Xena “Io
non ho rapito nessuno, ho semplicemente invitato tua figlia ha raggiungerci,
perché sapevo che con il suo aiuto, avresti fatto qualsiasi
cosa”-“Tu sei solo un viscido verme, non riuscirai ad
usare mia figlia per i tuoi sporchi piani ”-“Questo dipende
da te, io non voglio farle alcun male, sei tu che mi costringi. Io
voglio semplicemente che tu duelli con la tua amica, in fondo che
male c’è?”-“Questa è una tua richiesta,
non sua! Se le fai del male giuro che ti spello vivo!”-“Xena
ma io non sono un omicida come lo sei stata tu, ma se non mi dai nessun
altra scelta, allora dovrò togliere a tua figlia qualcosa d’importante”,
la mano sinistra di Xena impugnò il chacram “Qual è
la cosa più importante per una messaggera…Se tu non acconsentirai
alla mia richiesta, io farò tagliare la lingua ha tua figlia”.
L’ira di Xena lanciò all’istante l’arma verso
l’uomo “Mi dispiace ma non vivrai per poterlo fare”.
L’arma rotante come per magia, si fermò ad un centimetro
dal suo viso, la situazione si stava complicando, Olimpia sapeva che
Xena rischiava la vita con Sascia, così cercò di dissuaderla
“Xena calmati! Sascia vuole solo un duello, senza chiedere la
vita di nessuno. Gli facciamo vedere chi resiste di più e la
facciamo finita. Ti prego non complicare le cose”, Sascia intervenne
“Come vedi dovrai fare di nuovo una scelta tra Evi e la tua
amica”, ma Olimpia lo sgridò “Smettila Sascia,
lasciala decidere in pace”.
Xena si trovava ancora in un vicolo cieco, cosa poteva fare?
Accettare, così scoprire che quel sogno si stava realizzando?
Una cosa era certa non avrebbe permesso a Sascia di toccare anche
solo con un dito sua figlia, anche se sapeva che le possibilità
di batterlo erano poche.
Il silenzio invase la stanza, Xena era accecata dalla rabbia, ma lo
sguardo rassicurante di Olimpia la fece calmare “E va bene,
facciamo questo duello”, l’amica fece un respiro di sollievo
“ma solo ad una condizione…niente armi, useremo solo i
bastoni”, l’uomo acconsentì. Si misero al centro
della stanza pronte per l’ incontro.
Xena
e Olimpia erano l’una di fronte all’altra i loro occhi
si fissavano cercando di capire chi avrebbe sferrato il primo colpo
“Coraggio Olimpia, fai vedere alla tua amica come sei diventata
brava. Dimostragli che non sei più una sua allieva e ne tanto
meno, una ragazzina” nel sentire queste parole Olimpia sferrò
il primo colpo, seguito da un secondo che Xena schivò entrambi.
Olimpia riprovò ma questa volta più decisi e veloci
, Sinistro-destro poi ancora destro-sinistro, ma Xena le bloccava
con il suo bastone.
Olimpia si girò su se stessa piegandosi e puntando il bastone
sulle caviglie, ma Xena saltò rotando in alto e portandosi
alle spalle sue spalle. La bloccò con il bastone, afferrandogli
il collo senza usare troppa forza e si avvicinò all’orecchio
“Ti arrendi, tesoro!” ma Olimpia non rispose e la colpì
con una gomitata sul fianco, poi cercò di colpirla in volto,
ma Xena l’anticipò roteando di fianco.
Il combattimento si faceva più interessante, Xena era fiera
della bravura dell’amica.
Olimpia stranamente si sentiva carica di una strana euforia che le
saliva sempre più alla testa.
Le due si allontanarono per prendere un po’ di fiato, ma sempre
restando in guardia e roteando i loro bastoni.
Olimpia la guardò con occhi pieni di sfida “Coraggio
non essere timida, anch’io sono capace di schivare i tuoi colpi”-“ho
i miei dubbi”, non digerì questa frase che subito le
sferrò diversi colpi e alla fine uno di loro andò ha
segno “Oh scusami ti ho fatto male?”, la guerriera non
rispose.
Sascia intervenne un'altra volta “Xena devo ricordarti che se
non duellerai come si deve, sentirai le grida di dolore di tua figlia”
Xena si voltò nel guardarlo, Olimpia ne approfittò colpendola
in pieno stomaco e subito al volto, Xena si parò col bastone
e questa volta fu lei a colpire Olimpia sul fianco con un calcio,
scaraventandola a terra “bene così va meglio”,
disse Sascia soddisfatto.
Xena fu presa dal rimorso “Olimpia come ti senti?” gli
andò incontro cercando di aiutarla, l’amazzone reagì
colpendola più volte, aumentando la sua forza.
Xena incominciò ha trovarsi in difficoltà non poteva
schivare ogni colpo, doveva rallentare la forza dell’avversario
colpendo anche lei, ma questo non voleva farlo!
Presero distanza, cercando di prendere un po’ di fiato e Sascia
ne approfittava cercando di caricare l’amica “Coraggio
Olimpia non cedere ,ricorda chi hai di fronte. Si, è la tua
amica ma cosa ha fatto e ha cercato di fare?!”-“Ma che
diavolo sta blaterando” pensò Xena tra se, “Quante
volte ti ha umiliato? Quante volte ti ha messo da parte per aiutare
gli altri!”, le parole dell’uomo stavano aumentando la
rabbia negli occhi di Olimpia “Non reprimere questo dolore!
Sei arrabbiata, per come ti ha trattato all’inizio del vostro
viaggio. Devi lasciarlo uscire fuori, scarica questo dolore”.
Xena guardava inorridita la sua amica nel sentire Sascia “Olimpia
non dargli retta sta cercando di alimentare la tua ira su di me. Tu
non sei così aggressiva, tu hai sempre combattuto la violenza
con l’amore”, l’uomo intervenne “Già
quale amore. Lo stesso che tu hai usato con lei ad Illusia o prima
di allora?”.
Tutti quei ricordi, esplosero nella mente di Olimpia non facendola
più ragionare, afferrò il suo bastone e lo spaccò
in due, scagliandosi contro di lei, con tutta la forza che aveva “Tu
mi hai massacrato di botte e alla fine volevi gettarmi nel vuoto!”
sferrò tre colpi, destro-sinistro e un rovescio con la sinistra,
tutti schivati dalla guerriera “Olimpia calmati è stato
il dolore per la morte di Seleuco”-“Già, lo stesso
dolore che io…” Olimpia non terminò, gli occhi
incominciarono ha lacrimargli “La mia speranza”.
Incominciò di nuovo ha scagliarsi contro, ma prima le gridò
“Combatti, altrimenti la lingua a tua figlia gliela tolgo io”,
Xena non la riconosceva più. Olimpia la colpiva in continuazione,
ma riusciva ha tenergli testa nonostante non usasse la forza. Sapeva
bene che non avrebbe resistito a lungo, la sua amica era migliorata
tantissimo.
Non rimaneva che disarmarla, così le colpì entrambe
le mani facendole cadere i bastoni e la colpì con un cazzotto
in pieno volto, facendola cadere a terra “Olimpia smettila di
rinvangare il passato. Ricordi, l’ abbiamo superato con il perdono
nel nome della nostra amicizia” Olimpia era esausta ma non voleva
cedere per nessun motivo, si alzò fissando Xena “Tu non
hai mai voluto capire il mio dolore”, avanzò di un passo
“Tu, non ti sei mai fidata delle mie intuizioni”, un altro
passo “Tu, mi hai sempre sottovalutato”, si fermò
di fronte “Tu non hai mai capito il vero motivo della nostra
amicizia”. Xena la guardò con tenerezza “Olimpia,
la nostra è più che un amicizia e non dovremmo soffocarlo
in questo modo”-“E’ vero, peccato che tu lo hai
soffocato con il tuo egoismo” afferrò il sais che teneva
nello stivale destro e lo lanciò.
Xena riuscì ha schivarlo, andandosi a conficcare nella parete.
La guerriera non credeva hai suoi occhi, Olimpia aveva avuto l’istinto
di ucciderla, ma dopo qualche secondo capì il motivo…Uno
strano alone d’ energia diabolica si era impadronita dell’amica
“Ma che diavolo…” non riuscì a finire la
frase che Olimpia prese l’altro sais e glielo lanciò
addosso.
La guerriera riuscì a colpirlo con il bastone, facendogli cambiare
direzione , puntando Sascia. L’uomo con l’aiuto della
mente lo bloccò a due centimetri dal viso, facendolo cadere
a terra.
Gli occhi di Olimpia erano pieni di cattiveria, Xena gettò
il suo bastone vedendola disarmata, Olimpia le andò incontro
dandogli un cazzotto “Cosa vuoi capire tu! Hai sempre agito
d’istinto, fregandotene di chi avrebbe potuto soffrire”,
le diede un sinistro.
Xena si asciugò i labbro sporco di sangue “Olimpia perché
stai rinvangando il passato”-“Vuoi che ti parli del presente?
Ti accontento!”, Xena cercava di non reagire, indietreggiando
ad ogni passo dell’amica “Sai cosa si prova a vedere la
morte della persona che si ama?” un altro cazzotto “Sai
quanto dolore si prova a dover bruciare il corpo, per poi raccoglierne
ogni singola cenere?, un secondo cazzotto. Olimpia non riuscì
più a trattenere le lacrime, voleva dirle tante altre cose
cattive ma le parole non uscivano più dalla sua bocca, così
si scagliò nuovamente ma Xena le bloccò la mano “Olimpia
so che ho sbagliato e che ti ho fatto tanto male, ma tu sai quanto
era importante per me redimere me stessa!”-“Certo, più
importante della mia felicità. Ma il mio compito era quello
di assecondare ogni tua decisione, anche se avrei sofferto…impazzito….e
maledetto la tua scelta. Quello che potevo fare era solamente abbassare
la testa ed obbedire. Mi dispiace m,a adesso basta!”, Olimpia
le diede una testata liberandosi dalla sua presa, poi roteò
su se stessa colpendola con un calcio atterrandola “Sai Xena,
avresti potuto evitare tutto questo dolore se solo avessi pensato
un po’,’ anche a me”.
Xena si alzò dolorante “Dimmi Olimpia cosa posso fare
per liberarti da questo male?”, anche Xena cedette alle lacrime
“Andartene e lasciarmi in pace. Odio la tua presenza, odio la
tua faccia, odio i tuoi occhi”, si avvicinò afferrandola
per il collo e la trascinò addosso la parete.
In quel momento, mentre le vomitava quelle orribili parole, Xena vide
negli occhi dell’amica il riflesso di Antinea.
Olimpia continuava a stringere la gola di Xena “Mi hai sempre
messa da parte. Le persone che avevi incontrato venivano sempre prima
di me, Lao Mà, Aristarco. Ti sei sacrificata persino per Callisto,
pur di liberarla dal suo male. Hai sempre detto di amarmi, ma le tue
azioni dicevano sempre il contrario. I fanciulli credono nelle parole,
io sono una donna ormai e credo più nei fatti. Ti ho amato
più della mia vita e ti avrei dato tutto, tu invece sei stata
capace di darmi solo il niente” , Xena non riusciva più
a respirare, sentì la presa allentarsi, desiderava dirle qualcosa,
ma le parole erano inutili. Ormai il perdono non serviva più,
Antinea era riuscita ha impadronirsi dello stato d’animo e la
cosa più dolorosa per Xena, era quella di capire che la rabbia
che stava tirando fuori era giustificata. Non poteva far altro che
parlare con se stessa “Olimpia, perdonami ti prego, per non
aver pensato a te prima di tutto. Non riesco ad eliminare questo tuo
rancore che lentamente ti sta portando via, devo solo accettare il
fatto che ormai non vuoi più che faccia parte della tua vita”,
Xena notò gli occhi di Olimpia guardare il sais infilato sulla
parete accanto a loro “Se per liberarti da questa pazzia devo
nuovamente morire lo accetterò, perché so che non sarà
per mano tua, ma per mano di colei che non si è mai arresa
dal suo scopo di dividerci”.
Olimpia afferrò il sais dalla parete e lo puntò in direzione
di Xena “Questa volta Antinea è riuscita a farmi odiare
da te”, Xena guardò per l’ultima volta lo sguardo
freddo e deciso dell’amica, poi chiuse gli occhi, aspettando
la fine.
Trattenne il fiato nel momento in cui sentì il sais colpire
il suo stomaco.
Ma quello che sentì non fu una lama ha penetrargli la carne…
Aprì gli occhi cercando di capire cosa stava accadendo. Notò
che gli occhi di Olimpia erano sereni, ma subito dopo sorrise dispiaciuta.
Abbassò lo sguardo, accorgendosi che Olimpia l’aveva
colpita con la parte del manico così da non procurarle nessuna
ferita.
Una serenità ed una gioia provò Xena, ma venne bruciato
all’istante da quello che accadde dopo.
Xena guardò gli occhi dispiaciuti dell’amica e fu in
quell’attimo che Xena sentì rimbombare in tutta la stanza
le grida isteriche di Antinea “Uccidila!”.
Quello che accadde fu terribilmente atroce per la guerriera.
La mano di Olimpia spinta da Antinea, che avrebbe dovuto colpire Xena,
si oppose con la volontà dell’amazzone rigirando il pugnale
e scagliarlo su se stessa.
La lama affilata penetrò nel ventre di Olimpia, lasciando agghiacciato
lo sguardo di Xena.
Lentamente
il corpo di Olimpia si accasciò tra le braccia di Xena “No,
no Olimpia!!!” gridò disperata.
“Xena…io non avrei mai…fatto, quello che lei voleva”-“Olimpia
avrei accettato volentieri la morte se significava liberarti da questo
dolore”, respirava con fatica, poi impugnò il sais sfilandolo.
Xena la fece sdraiare, tenendole la testa tra il suo braccio e con
l’altra mano premeva la ferita, ma il sangue le usciva a dirotto.
La guerriera era in preda al panico “Sascia aiutala, fai qualcosa!”
l’uomo non rispose, si limitava a guardarle.
Olimpia cercava con tutte le sue forze di poter parlare “Ascolta…L’altra
sera ho sognato, che ti uccidevo….e non avrei mai accettato…di
vivere con questo rimorso. Tu sei…la mia vita. Come potevo solamente
pensare…di fare una cosa…del genere”, la bocca incominciò
a sanguinare “Olimpia non parlare, ti prego!”-“Sascia
è un amico…ascoltalo. Lui mi ha…promesso che…ci
aiuterà”, Olimpia accarezzò il viso di Xena dolcemente
“Non piangere…vedrai che il …dolore passerà.”
Xena le strinse la mano “Sascia aveva ragione…solo quando
perdiamo…qualcuno, capiamo…quello che ci…lega. Io
ho capito…quando ti ho perso…quanto ti amavo”-“Olimpia
tu sei l’altra metà di me. Sei la cosa più importante
che abbia mai avuto. Hai rubato il mio cuore, anche se avvolte ti
trattavo duramente o ti trattavo da bambina, lo facevo per aiutarti
a vivere perché per me eri importante. Dovevi imparare a vivere
in questo mondo, perché ti amavo…perché ti amo…e
ti amerò per sempre”-“E’ bello…sentirtelo
dire”, Xena si chinò baciandole delicatamente le sue
labbra “Per sempre…rimarrò nel tuo cuore…Questo
è solo…un brutto sogno. Un giorno…ci rincontreremo…e
sarà…per …Sem…pre” la mano di Olimpia,
che prima le accarezzava il viso, scivolò dalle sue mani cadendo
al suolo.
Incredulità…………Smarrimento…………..Assurdità………………….Pazzia………….
In quel momento gli occhi di Xena vennero offuscati dalle lacrime,
che le scendevano incessanti. Strinse a sé il suo corpo, così
tenero e tanto amato “No, no non lasciarmi! Ti prego Olimpia…tu
non devi morire, non tu….non tu”.
Il dolore schiacciava sempre più il cuore della guerriera,
da una realtà agghiacciante.
L’aria divenne irrespirabile.
Solo un caldo silenzio, alla fine le avvolse.
IN UN ALTRO MONDO
Il
buio mi circonda come sempre, cosa darei per vedere anche uno spiraglio
di luce.
Qualcosa sta cambiando dentro di me. Sento la testa pesarmi più
del solito e la stanchezza dominare ancora il mio corpo.