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UNA NUOVA VITA

quinto episodio

di Enemek

Passarono novanta giorni, da quando Xena tornò in vita, il mare quella notte era calmo e la luna illuminava la sua grandezza.
Xena e Olimpia mangiarono qualcosa prima di andare a riposare, erano molto stanche.
Entrambe avevano la propria cuccetta e il dondolare della nave le aiutava a dormire. Tranne ad Olimpia che quella notte, non ne voleva sapere di chiudere gli occhi. Non faceva altro che girarsi tra le coperte. Alla fine riuscì ha rilassarsi e chiudere gli occhi, ma la sua mente fu nuovamente rapita…
In me che non si dica, si ritrovò in una stanza, non riusciva a muoversi. Di fronte a lei c’era una colonnina che sorreggeva un vaso pieno d’acqua. C’era una persona che le parlava dietro le spalle ma non sentiva cosa le diceva.
Improvvisamente nel vaso apparve l’immagine di due corpi avvolti da un lenzuolo, la stessa che ebbe l’altro giorno ad occhi aperti.
Si svegliò di scatto, si tirò su notando che Xena non c’era, scese dal letto andandola a cercare.
La luce del giorno l’accecò, si sentì chiamare “Corri Olimpia, vieni ad aiutarci” Olimpia si avvicinò, mentre Xena stava cercando insieme ad altri tre uomini di tirare fuori dal mare una grande rete. In pochi minuti metà pontile della nave era invasa da centinaia di pesci. Olimpia si scansò in tempo per non esserne travolta, gli occhi di Xena erano eccitati per quella visione “Guarda Olimpia che meraviglia, questo si che è il paradiso!” l’espressione dell’amica non era affatto d’accordo. Il forte odore di pesce la nauseava, così si allontanò andando a sedere dall’altra parte della nave. Appoggiò i gomiti sul parapetto ammirando con gioia i modi di fare della sua amica. Com’era euforica ed eccitata di pulire e sventrare tutto quel pesce. Ma per Olimpia quell’odore…non le piaceva proprio, per non parlare del movimento della nave.
Si girò guardando in basso le onde del mare che si infrangevano, Xena la raggiunse “Olimpia? Che cos’hai , ti senti male?”- “Si, siamo alle solite”-“Il mal di mare?”-“Si e non solo! Xena puzzi più di un pesce” la donna sorrise elettrizzata, per lei fu come un complimento “Già lo so. Dopo mi laverò”-“sarà meglio. Io torno in coperta. Non mi sento per niente bene”, Olimpia scese giù, almeno il sonno l’avrebbe aiutata, mentre Xena tornò con piacere al suo svago.
La giornata passò in fretta, il sole tramontò e Xena tornò in cabina. Prima di coricarsi nel suo letto, si avvicinò a quello dell’amica sincerandosi del suo stato. Lei stava lì, il suo viso così tenero e docile dormiva serenamente, almeno le sembrava. Le sistemò bene la coperta e le accarezzò il viso “Senti come sei tutta sudata, spero tanto che il tuo sonno sia tranquillo”, così andò ha dormire.
Le ore passarono, ma il sonno di Olimpia non era affatto tranquillo.
Di nuovo quella stanza, quella persona, quel vaso con quell’immagine così intima. Quelle due persone sotto le lenzuola che si muovevano in un modo così passionale.
All’improvviso la donna che le stava dietro le spalle si spostò andandole di fronte; Olimpia sgranò gli occhi scoprendone l’identità.
Lo spavento fu grande che si svegliò, aveva il respiro affannato ed era tutta sudata. Le mancava l’aria così senza fare troppo rumore uscì. Xena aprì gli occhi. .
Olimpia si appoggiò sul parapetto della nave, il mare era calmo. Ripensò a quel sogno, si mise una mano sulla fronte come se volesse alleggerire il peso della sua testa “Ma perché questo sogno?”, sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla “Xena?”-“Tranquilla, ancora il mal di mare?”- “Magari fosse solo quello”-“Vuoi parlarne?”-“Ultimamente faccio uno strano sogno, avvolte anche ad occhi aperti, mi appaiono sempre le stesse immagini”-“Di cosa?”-“Sto in una stanza e non riesco a muovermi, poi mi accorgo che c’è una persona dietro di me e mi parla ma non riesco a capire le parole, poi mi mostra in un vaso pieno d’acqua magica una scena…e non capisco per quale motivo…”-“Sarebbe?”-“Ecco…vedo due persone che hanno …insomma che hanno atteggiamenti intimi”, Xena notò il viso dell’amica arrossire “In che senso?”-“Dai…hai capito benissimo!”-“Che fanno l’amore?”-“Esatto. Ti sembra normale?E’ così imbarazzante”, Xena sorrise “Olimpia, non c’è niente di male se fai sogni erotici”-“Già, se non fosse…”-“Che altro c’è”-“stanotte ho scoperto chi è quella persona” Olimpia si voltò verso il mare “Antinea !”, Xena chiuse per un attimo gli occhi “Olimpia ascolta, non ti devi far condizionare dalla sua presenza. E’ solo un sogno, dovuto dalla stanchezza, dallo stress e anche dal viaggio. Lo sai che la nave non ti ha mai fatto bene e poi tra non molto arriveremo a destinazione, così potrai farmi conoscere il tuo amico”.
Nel sentire quelle parole, Olimpia sorrise guardando la sua amica che non smetteva mai di sorprenderla “Hai cambiato idea, perché?” le chiese Olimpia con un enorme sorriso “Perché è giusto che conosca i tuoi amici e poi ci tieni così tanto, no?”. Il sorriso di Olimpia fece tranquillizzare Xena che venne travolta da un fortissimo abbraccio “Grazie Xena, vedrai quando lo conoscerai ti piacerà”-“Si certo,ma adesso ci conviene andare a dormire”,Olimpia non se lo fece ripetere due volte, andò verso le scale che portavano giù di sotto, quando si accorse che Xena era rimasta ancora là.
Xena notò come Olimpia si era distesa sentire quelle parole, aveva dimenticato la preoccupazione che il volto di Antinea le aveva procurato, ma in quel momento le fu trasmesso “Antinea che cosa vuoi da Olimpia” disse fra se. Olimpia la chiamò a se “Dai che aspetti, andiamo!”, Xena si tolse la preoccupazione in volto e la raggiunse. Troppe cose non andavano bene e adesso aveva capito che Antinea tramava qualcosa di brutto e questa volta stava usando Olimpia.

Dopo alcuni giorni di navigazione trascorsi tranquillamente , arrivarono in Egitto.
Per tutto il tragitto Olimpia non fece altro che parlare del suo amico “Sono molto contenta che tu lo conosca ti renderai conto che non è la persona che pensi tu ”-“Olimpia se ho cambiato idea è solo per farti contenta, non mi piace quell’uomo”-“Si è comportato in quel modo , solo per il mio bene. Da lui ho imparato molte cose. E’ un uomo molto saggio ed è molto bravo ad usare la forza della mente”-“No ti prego non mi dire che è un altro come Aiden”-“Xena per favore…Sascia è buono e molto sensibile. Pensa che un giorno l’ho visto combattere con diversi uomini ed è stato perfetto, riusciva a capire la mossa dell’avversario prima ancora che potesse colpirlo, sai come?”-“Sentiamo”,Xena era esausta di sentirlo elogiare “Lui mi ha detto che il segreto è quello di studiare attentamente gli occhi dell’avversario, perché sono lo specchio dell’anima. Ogni sensazione, secondo lui, la esterniamo tramite i nostri occhi. E’ molto difficile ci vogliono anni e anni di meditazione ed esperienza”-“E se dovesse combattere con un cieco?-“Ma dai, le probabilità che un cieco possa sfidarlo sono poche, anzi improbabili non credi?”-“Si ma nella vita ci si può aspettare di tutto”-“E’ vero ma lui ha sempre cercato di usare la ragione che la violenza. Il suo modo di vivere è quello di capire, valutare e agire sempre, facendo il bene”-“Perdonami Olimpia ma per me è difficile credere che sia così buono. Come ha fatto a diventare braccio destro del faraone?”-“Riesce a dare un significato ad ogni tipo di sogno”-“Quindi il tuo amico gioca molto con i pensieri delle persone?”-“Io non direi proprio così. Xena io capisco la tua titubanza ma lui cerca veramente di aiutare le persone in difficoltà”-“Specialmente te a quanto sembra!”.
Olimpia non diede troppo peso al sarcasmo di Xena, dato che la sua attenzione fu rapita nel notare che dopo ore di cammino, erano arrivate.

“Più che una casa, sembra una reggia!”disse Xena.
Era un edificio quadrato di due piani, molto grande, circondato da alte mura di tre metri.
Entrarono superando un enorme cancello, aperto dalla servitù “Interessante Olimpia, il tuo amico sembra che già sappia della tua presenza!”, due servi le raggiunsero prendendo le loro borse senza dire una parola “Veramente sorprendente, dev’essere rimasto affacciato alla finestra per tutto questo tempo”, Olimpia la guardò infastidita “Xena smettila non sei affatto divertente”.
In quel momento una persona le andò incontro “C’è una grande differenza, nel sperare di vedere qualcuno, dal sentire nel proprio animo che l’arrivo di questa persona è imminente, specialmente poi se la persona in questione è la meravigliosa Olimpia!” .
Si fermò allargando le sue braccia in direzione di Olimpia, che subito lo salutò andandogli incontro “Sascia, che gioia rivederti” ( SEAN CONNERY) .
Si abbracciarono “Olimpia mia cara. Sono felice di rivederti e noto con piacere che il tuo volto è diverso dall’ultima volta che ci siamo lasciati”-“Perché pensavi che non sarei più tornata?”-“No assolutamente. Sai ho fatto quello che tu mi hai chiesto…Mi sono fidato” l’uomo le prese le mani e le baciò “Nei tuoi occhi riesco a vedere una luce diversa”, Xena rimase in disparte, aspettando che questa commedia finisse, senza distogliere lo sguardo dalla tenerezza che Olimpia donava a quell’uomo “E deduco che la persona che è riuscita a darti questo dono è colei che ci guarda con insistenza!”, Xena sempre più infastidita inarcò il sopracciglio fulminandolo.
Olimpia la chiamò a se “Sascia lei è Xena, la mia principessa Guerriera” la frase sorprese Xena che ammorbidì il suo sguardo “Xena che onore, finalmente ti vedo in carne ed ossa”-“Sascia”-“Sono contento che tu abbia cambiato idea, gli amici di Olimpia sono i ben venuti…Ma prego entrate nella mia dimora”.
Sascia fece fare un giro in tutta la casa “Olimpia che dici facciamo vedere alla tua amica la stanza della sorpresa?”-“ti sei ricordato?”, Olimpia era sempre più euforica a differenza di Xena che le urtava la sintonia che vedeva tra di loro “Già chissà quante altre sorprese ci saranno!” disse tra se.
Dopo aver oltrepassato diverse stanze si fermarono davanti ad una porta. Sascia si voltò verso Olimpia “Questa è la tua stanza”, poi indicò la porta accanto “Quella invece è di Xena. Allora Olimpia io purtroppo devo andare, il lavoro mi chiama, ma ci vedremo stasera al banchetto. Voi rilassatevi e fate quello che volete, questa è casa vostra. A presto!”, Sascia baciò ancora la sua mano e sorrise a Xena “Grazie Sascia, non preoccuparti la tua ospitalità è sublime, a stasera” così l’uomo si allontanò.
Olimpia stava per aprire la porta della sua stanza quando si fermò “Xena la tua stanza è quella là” Xena la guardò stupita “Olimpia ma che dici? Abbiamo sempre condiviso la stessa stanza!”-“Lo so, ma adesso che abbiamo la possibilità di averne una propria, perché non approfittarne” Xena non riusciva a credere alle sue orecchie, si sentiva messa da parte ma accettò senza obbiettare la sua decisione, Olimpia entrò nella sua stanza. Xena raggiunse la sua, era molto grande cuscini grandi la tappezzavano, c’era un letto ad una piazza e molti abiti appesi. In un lato della stanza c’era un lungo separé. Chissà cosa nascondeva, ma fu anticipata “Sorpresa!”-“Olimpia ma che …” Olimpia le saltò addosso con gran sorriso che condizionò anche Xena “Oh Xena, dovevi vedere la tua faccia”-“Avrei voluto vedere te” Olimpia aprì del tutto il separé “Olimpia ma che razza di stanza è questa?”-“E’ la stanza della sorpresa. Dove la dama trova la persona d’amare”-“Cosa?”-“Si, entri nella stanza senza sapere chi ci sarà e se la persona è gradita alla vista della donna lei accetta di condividere…”-“Per questo il tuo letto è più grande del mio?”-“Già se la dama non accetta, il separé viene aperto fino in fondo e l’altra persona ritorna nella sua stanza”-“E scommetto che quest’idea l’ha avuta il tuo amico”-“Allora? Non trovi che sia una persona eccitante” Xena guardò sbalordita Olimpia andando verso la finestra “Olimpia mi meraviglio di te” lei sorrise divertita, ma in quel momento un flasc s’impadronì della sua mente.
Di nuovo quella scena, Antinea le girava in torno, poi si fermò dietro di lei, l’afferrò con una mano le circondò la vita e con l’altra sentì una lama appoggiarsi nel collo.
Xena si voltò “Olimpia tutto bene?” la mente si liberò da quell’immagine grazie alla voce di Xena , ma dopo qualche secondo fu rapita di nuovo da un'altra scena.
Olimpia guardò gli occhi diabolici di Antinea, che all’improvviso le spruzzò una polvere bianca sul volto.
Xena vide l’espressione dell’amica cambiare, decise di andarle vicino aumentando il passo. Olimpia incominciò a vedere la luce intorno a sé affievolirsi e la stanza capovolgersi del tutto, per non vedere più nulla.
Xena riuscì ha prenderla al volo prima di cadere, priva di sensi “Olimpia !”.
La prese tra le braccia e l’adagiò sul letto, poi le rinfrescò la fronte con una pezza bagnata.
Dopo qualche minuto Olimpia aprì gli occhi “Xena, che è successo?”-“Sei svenuta, tranquilla tra un po’ ti sentirai meglio” Olimpia fissò Xena con dolcezza “Non preoccuparti, sarà stato lo stress del viaggio”, Xena notò un tenero sorriso “Che c’è?” –“Dovrei svenire più spesso”-“ E per quale motivo?”-“Mi piace quando ti prendi cura di me”, entrambe si guardarono teneramente, lasciando che il silenzio parlasse al posto loro.
Bussarono alla porta!
Xena andò a vedere chi fosse, una delle serve le informava che i bagni erano pronti. Olimpia si alzò dal letto “Benissimo un bel bagno rinfrescante è quello che ci vuole”-“ Olimpia dovresti riposare ancora un po’”-“No, mi sento già meglio. Vieni Xena qui ci sono molti abiti, cambiamoci e mettiamoci qualcosa di più comodo.
Xena non obbiettò, anche se in quel momento in poi l’avrebbe tenuta d’occhio più di prima.
La giornata proseguì tranquillamente, tra bagni e massaggi. Giunse la sera e le due donne raggiunsero la stanza dei banchetti, dove Sascia le aspettava “E’ sempre una gioia vederti Olimpia”le baciò le mani “Lo stesso vale per te Xena”.
Trascorsero la serata assaporando diverse pietanze , Xena rimase sulle sue per tutta la sera, osservando con quanta tranquillità Olimpia conversava con Sascia. Alla fine l’uomo le diede la buonanotte “Devo dire Olimpia che non mi aspettavo la tua amica così taciturna, comunque è meglio che andiate ha riposare è stata una giornata pesante”-“Si decisamente, per te Xena?”-“Certo”-“Olimpia ti ricordo che domani in città c’è il mercato e poi in serata ho preparato una sorpresa, ovviamente per entrambi”-“Sascia non dovevi, per noi tutto questo è già tanto”-“Olimpia tu meriti questo ed altro, non è così Xena?”-“Certamente” la freddezza di Xena incominciò ad infastidire Olimpia. Sascia non diede peso al suo comportamento, le salutò e le lasciò sole. Le due donne raggiunsero la loro stanza ma prima di entrare Olimpia la fermò “Mi faresti un favore?”-“Dimmi”-“Cerca di essere più socievole”-“Lo sai come la penso”-“Non m’interessa. E’ gentile con noi e la cortesia va contraccambiata”-“Lo so, ma non ci riesco”-“Te lo chiedo per favore, sforzati altrimenti mi pentirò di essere venuta qua con te” la determinazione sottolineavano le sue parole e Xena non poté far altro che accettare la sua richiesta. Olimpia entrò nella stanza “Che fai non vieni a dormire?”-“No, preferisco fare un giro”-“Si certo come no, buonanotte”.
Sapeva benissimo che sarebbe andata a fare quattro chiacchiere con Sascia, conoscendola!

Dopo aver girato per le stanze trovò Sascia fuori in giardino “Notte pensierosa, Xena?” gli chiese dandole le spalle “Sono sicura che tu li conosci bene i miei pensieri”, Sascia rimase in silenzio poi fece un grande respiro “Adoro il silenzio della notte…Con esso riusciamo a sentire quello che assilla la nostra mente. Esso ci esorta o ci rimprovera, per ciò che abbiamo o non abbiamo fatto. La tua mente cosa ti dice riguardo i tuoi rimpianti, Xena”-“Perché dovrei dirlo proprio a te”-“Per lo stesso motivo che ti ha condotto da me”-“Sentiamo secondo il tuo parere”, Sascia si voltò verso la donna “Mi sai spiegare perché Olimpia è così instabile emotivamente? Per quale motivo il suo volto emana gioia e tranquillità, quando poi i suoi occhi sono pieni di lacrime? Secondo te qual è il grande male che la opprime”. Come avrebbe voluto dare una risposta a tutte quelle domande, ma purtroppo si accorse che doveva accettare il suo aiuto per capirlo “Non lo so e intendo scoprirlo”-“Tu non ti fidi di me”-“Esatto, tu hai cercato di dividermi da Olimpia, come potrei fidarmi”-“Perché entrambi vogliamo il suo bene, indipendentemente dalle rinunce che potremmo dover fare”- “Non capisco ancora quale sia il tuo scopo, ma lo scoprirò per il bene di Olimpia”-“Spero tanto che tu ci riesca e poi…io sono in debito con te”-“Per quale ragione?-“Ogni risposta ha il suo tempo e questa notte di risposte purtroppo non ne avrai, mi dispiace”, si voltò allontanandosi ma poi si fermò dandole sempre le spalle “Dovresti almeno fidarti di lei, non trovi?”-“Avvolte Olimpia si lascia condizionare troppo dagli affetti, nel valutare gli altri”-“Mi sembra che anche tu, hai fatto lo stesso con Akemi…”, strinse i denti, la rabbia per quella risposta “Ti conviene andare a dormire, Xena. Buonanotte!”, Xena lasciò perdere non le sembrava il caso di peggiorare le cose, dopo la promessa che aveva fatto all’amica.
Tornò in stanza, si mise una veste più comoda, si avvicinò nel grande letto dove Olimpia stava dormendo tranquillamente, così per paura di poterla svegliare si andò a coricare nel letto più piccolo. Aspettò un bel po’ prima che i pensieri che le tartassarono la mente lasciarono posto ad un sonno sperato.

La luce del giorno illuminava tutta la stanza, Xena aprì gli occhi. Sentì il braccio destro indolenzito da qualcosa che le aveva rallentato la circolazione del sangue. Si accorse che Olimpia nel cuore della notte si era alzata e aveva raggiunto l’amica, dormendo per tutta la notte appoggiandosi su di lei.
Nel muoversi anche Olimpia si svegliò “Olimpia ma che ci fai qui?” le disse teneramente “Ancora quei incubi?”-“No, mi sentivo sola in quel lettone…perché non ti sei sdraiata sul letto grande”-“Non volevo svegliarti, dormivi così bene”, Olimpia si alzò lasciando che Xena si riappropriasse del suo braccio indolenzito “Così impari a non dormire nel lettone” detto questo Xena le tirò un cuscino, che Olimpia contraccambiò all’istante, sfociando alla fine in una guerra a suon di cucinate e di risate.
Dopo aver messo un po’ sotto sopra la stanza, si vestirono e andarono a fare compre al mercato. Passarono tutto il giorno a trattare con i mercanti a chi riusciva a farsi fare più sconto, la mattinata volò in fretta. Tornarono alla villa discutendo dei loro acquisti “Xena, ammettilo sono stata più brava di te”-“Olimpia non è la quantità che fa un affare ma la qualità”- “Certo, infatti io sono riuscita a risparmiare otto monete, mentre te di venti che ne avevi, te ne sono rimaste solo due”- “Vediamo mentre io ho fatto rifare i tacchi agli stivali, ho comprato una nuova sacca ho fatto arrotare la mia spada, tu cos’hai? Erbe, cremine e profumini, che ne dici chi ha sprecato i propri denari?”-“Xena ma quello che hai comprato, si può trovare da per tutto. Queste cremine come le chiami tu, si trovano solo da queste parti e poi ne parleremo stasera quando io e il mio profumo conquisteremo gl’invitati!”-“ Allora questo è il tuo scopo!”.”Voglio proprio divertirmi”-“Poi sei riuscita a scoprire qual è la sorpresa di stasera?”-“ No, so solo che ci sarà una festa in nostro onore”.
Entrarono in camera e con stupore di Olimpia trovarono molti abiti per la festa “Per tutti gli dei, Xena guarda quanti sono! E uno più bello dell’altro”-“Stasera con il profumo e l’abito farai conquiste”-“Ma che dici, sai quante donne ci saranno, che faranno esaltare la loro bellezza!”-“Olimpia non ti sminuire, tu sei una donna molto bella e il tuo animo ti rende ancora più splendida”, Olimpia rimase in silenzio sorridendo per il complimento di Xena “Ti ringrazio, non sono abituata ha sentirti fare dei complimenti”-“Spero solo che non esageri..”-“Perché?”- “ Bè, mi ricordo di una fanciulla appena conosciuta, che non faceva altro che innamorarsi continuamente…”-“Ma che centra quella fanciulla era piccola e ingenua, adesso è cambiata”, in quell’istante entrarono otto ancelle che vennero incaricate da Sascia ad aiutarle nel prepararsi, col disappunto di Xena.
Aprirono il separè dividendosi le due donne, quattro aiutarono Olimpia e le altre combatterono con Xena che di abbellirsi non ne voleva sapere.
Alla fine il separé fu tolto e le due amiche si ritrovarono l’una di fronte all’altra.
Xena rimase senza fiato, aveva già visto la bellezza di Olimpia risaltata ma in quel modo le toglieva il respiro.
Olimpia aveva un abito bianco di seta, ricamato da fili finissimi fatti di brillanti, era scollato risaltando le spalle asciutte e un lungo spacco, le faceva intravedere una gamba perfetta. Le avevano aggiunto tra i suoi capelli una lunga coda che le scendeva fino la schiena e alcuni boccoli le addolcivano i lineamenti del viso. Il trucco era molto leggero risaltando i suoi occhi verde speranza.
“Olimpia …sei veramente bellissima, sembri un'altra”.
Anche Olimpia era rimasta senza fiato nel vedere Xena.
Xena aveva un abito color oro, con una scollatura dietro che le arrivava dietro il fondo schiena. Aveva in entrambi i lati dei spacchi che superavano le ginocchia. I capelli erano tirati su ed il trucco le risaltavano i suoi occhi color cielo.
“Tu invece sei sempre la stessa, splendida come una dea”, Xena le andò vicino “Olimpia, sai cosa potremmo fare?” l’amica la guardò incuriosita “Non andiamo alla festa restiamo qui”-“Ma Sascia si offenderà?”-“No capirà”.
L’uomo le raggiunse “E’ difficile capire perché due splendide creature rimangono nascoste, senza deliziare gli occhi di tante persone”, entrò in camera e Olimpia gli andò in contro “Sascia che gioia, non credi di trascurarmi ?”-“Hai ragione Olimpia, mi devi scusare ma gl’impegni sono sempre così tanti. Siete stupende. Olimpia ho un regalo per te”-“Un altro!”, Sascia donò ad Olimpia una piccola coroncina e la pose tra i suoi capelli “Perfetta, adesso sei la principessa della festa”-“ Oh Sascia te ne sei ricordato!”-“Certo un piccolo sogno ho voluto realizzare per te. Ma adesso ci conviene andare”.
Xena non capiva, camminava accanto all’amica. Arrivarono in un grande salone ma prima di entrare Xena fermò Olimpia “Quale sarebbe questo sogno?”-“Niente d’importante e il classico desiderio di tutte le fanciulle, essere per una volta una principessa ed essere corteggiata”,entrarono nel grande salone dove si svolgeva la festa “Devo dire che stasera il tuo amico si è davvero impegnato. Gl’invitati dovranno lottare per farlo”-“Per quale motivo”-“Siamo le uniche donne della serata!”. C’erano più di cinquanta uomini e tutti di nazionalità diversa, Greci, Egiziani, Orientali, Romani e tutti indossavano i loro abiti tradizionali o le loro armature. Ma un'altra cosa caratterizzava la festa, ogni invitato aveva una maschera sul viso.
Sascia si avvicinò “Sono sempre stato del parere che le persone vanno apprezzate per la loro interiorità che per la loro bellezza, non vi pare?”, Olimpia era divertita, mentre Xena era alquanto irritata “Ovviamente la maschera a fine serata verrà tolta” l’uomo lanciò uno sguardo malizioso a Xena infastidendola, poi le presentò a gran voce, dando inizio alla festa.
Le due donne vennero separate da tutti gl’invitati che facevano ha gara per poter parlare o danzare con loro. Invano riuscivano ad avvicinarsi per poter scambiare due parole, c’era sempre qualcuno pronto ha separarle, ma bastava solo uno sguardo per condividere le loro impressioni. Dopo che la festa aveva preso piede, Sascia presentò un cantastorie molto famoso “Signori e …Signore voglio presentarvi un maestro della poesia, ci delizierà con i suoi canti. Dove l’amore è il sentimento più importante che valga la pena morire in questo mondo.
E’ con noi Zeros…..”
I presenti applaudirono e una musica incantevole iniziò riscaldando l’atmosfera della festa.
Sia Xena che Olimpia aspettarono con curiosità, ed il maestro incominciò il suo canto:

Magari toccasse a me, prendermi cura dei giorni tuoi, svegliarti sempre con te e dirti che non invecchi mai…(Xena sorrise pensando a Olimpia)
Sciogliere i nodi dentro di te, le più ostinate malinconie…magari! (Olimpia sorrise pensando a Xena)

Magari toccasse a me, ho esperienza e capacità. Trasformista per vocazione per non morire che non si fa , puoi fidarti ha lasciarmi il cuore, nessun dolore lo sfiorirà…Magari!
(Xena cercò Olimpia con gli occhi. Lei stava là più bella che mai,intenta a sentire quelle splendide parole)

Magari toccasse a me, un po’ di quella felicità…Magari…
saprò aspettare te domani e poi domani e poi…domani!
(Olimpia cercò Xena con gli occhi. Lei stava là stupenda come sempre, presa nel sentire il calore di quelle frasi)

Io come un ombra ti seguirò, la tenerezza è un talento mio,non ti deluderò (Olimpia le sentiva sue quelle parole, avrebbe desiderato pronunciarle lei stessa, ma Xena non la guardava…)
La giusta distanza io sarò come tu mi vuoi, ho un certo mestiere anch’io ...mi provi (Olimpia si voltò verso il poeta) mi provi...(Xena guardò Olimpia)

Guerriero,cameriere all’occorrenza mi do da fare, non mi spaventa niente tranne competere con l’amore (Xena la guardava in silenzio. Come avrebbe voluto dirle quelle parole ma Olimpia non la guardava)
ma questa volta dovrò riuscirci guardarti in faccia senza arrossire...Magari
(Xena abbassò lo sguardo, immedesimandosi nelle parole e lo indirizzò al poeta)

Se tu mi conoscessi certo che non mi negheresti...due ali
(Olimpia si ricordò di quando stavano nei cieli come arcangeli)

che ho un gran disordine nella mente e solo tu mi potrai guarire...rimani!
(Xena si ricordò di quando Olimpia decise di andare ad Atene per studiare teatro e quanto avrebbe voluto chiederle di rimanere con lei)

Io sono pronto a fermarmi qui, il cielo vuole così
(Xena guardò di nuovo Olimpia intensamente)
Prendimi al volo e poi non farmi cadere più
(Olimpia si voltò incontrando i suoi profondi occhi blu)
Da questa altezza sai non ci si salva mai...
Mi ami?
(le labbra di Xena pronunciarono la frase) “Magari”
Mi ami?
(le labbra di Olimpia pronunciarono la frase) “Magari”


I loro sguardi continuarono imperterrite a rimanere uniti, non accorgendosi che la musica era finita e che tutti i presenti applaudirono l’esibizione del poeta.
Tutto riprese come prima, distogliendo i loro sguardi dall’intrusione dei presenti, che volevano la loro attenzione.
Dopo qualche minuto di conversazione con un’orientale, Xena si accorse di aver perso di vista Olimpia. La cercò con lo sguardo, quando si sentì prendere la mano “Una poesia stupenda non trovi?”-“Si, meravigliosa come te Olimpia. Finalmente riesco ha parlarti. Ti diverti?”-“Si non mi lamento. Sto conoscendo tante persone interessanti, anche se ce ne sono parecchi un po’ morti, ma almeno attraenti”-“Olimpia, chi era quella che non guardava solo l’esteriorità”_”Dai Xena anche l’occhio vuole la sua parte”.
Vennero interrotte da un uomo vestito da greco “Scusate posso, mia principessa posso chiederle di danzare con me?” (BRAD PITT) –“Certo perché no!”, Xena inarcò il sopracciglio sentendosi punzecchiata dall’amica.
Xena venne raggiunta da un uomo alto quasi due metri (la mummia cioè ARNOLD VOSLOO) “E’ tutta la sera che non faccio altro che guardarti ed ammirare la tua bellezza. Il desiderio di possedere il tuo corpo mi sta divorando. Voglio essere il tuo schiavo” Xena rimase per un attimo allibita, poi con la classica semplicità e freddezza gli diede una pacca sulla spalla “Vuoi dire che faresti qualsiasi cosa per me?”-“Immediatamente”, si avvicinò al suo orecchio “Torna là dov’eri e continua ha guardarmi”gli regalò un sorrisetto e lo lasciò, andando a prendere qualcosa da bere.
Sascia la raggiunse “Qualcosa ti turba?-“Si, non capisco qual è il tuo modo nell’aiutare Olimpia”-“Non c’è per forza un programma preciso, voglio semplicemente darle la serenità e la spensieratezza che tu non riesci ha darle”-“Cos’è che ti rende così sicuro sui i miei sentimenti per lei”-“Quello che vedo mi basta. Prova ad osservare Olimpia, stasera è stupenda è corteggiata da tutta la terra, ride con quella dolcezza che t’ipnotizza. La sua serenità rallegra il cuore delle persone…Eppure non c’è stato un attimo che il suo sguardo non ti abbia cercato. Se guardasse un solo invitato con gli stessi occhi come guarda te, la perderesti all’istante. Vedi Xena il punto che mi farebbe cambiare idea su di te stasera, è vedere cosa saresti capace di fare per lei” .
Xena rimase in silenzio guardando Olimpia nella sua eleganza e tranquillità. Sascia la lasciò assorta nei suoi pensieri e andò da Olimpia “Mia dolce principessa sei un incanto stasera”-“Grazie per il complimento e per tutto quello che fai per me. Ho visto che stavi parlando con Xena, ma dov’è?”-“La tua amica è difficile da capire”-“No, non sempre”-“Permetti questo ballo?”-“Volentieri”, Olimpia e Sascia ballarono contenti e rilassati, poi altri cavalieri la invitarono alle danze, ma Olimpia venne distratta dalla preoccupazione di non vedere più la sua amica.
Mentre ballava ad un tratto si sentì osservata con insistenza, da un ospite che si trovava in fondo alla sala e non c’era invitato che ammirasse la sua bellezza. Un mormorio si creò di curiosità “E quello chi è?”-“Sembra un dio vichingo”-“No è troppo snello per esserlo, sicuramente è un dio greco”, l’uomo rimase immobile fissando con i suoi occhi blu mare, quelle della festeggiata.
Aveva un armatura che scintillava, color argento ed un mantello blu come i suoi occhi, coperti da una maschera che risaltavano il suo sguardo profondo. I capelli neri corvino le scendevano liberi e lunghi per tutta la schiena.
Olimpia si sentì smarrita, non capiva per quale motivo lo sguardo di quella persona le faceva battere così il cuore. Si voltò per cercare ancora quella figura, ma si accorse che era sparito.
Salutò il suo cavaliere di turno è andò a bere qualcosa, quando una voce familiare la fermò “Posso avere l’onore di poter parlare con la principessa della festa?”, Olimpia si voltò e la sensazione di stupore la fece sorridere “Certo perché dovrei negarle ad una persona interessante e affascinante come voi. Da dove venite?”-“Dalle lontane terre del nord. Sono stato attirato dalle mille voci che ne descrivono la vostra bellezza e il vostro incanto”-“Lei mi lusinga”-“Credete che mi stia burlando di voi?-“No assolutamente è che voi mi ricordate tanto una persona a me cara. Immaginarla al vostro posto e sentirla parlare in questo modo, mi stupisce”-“Per quale motivo? Forse lo avrebbe sempre voluto dire, ma non ha mai trovato l’occasione adatta per poter spiegare quello che prova”-“E secondo voi cosa prova?”,l’uomo le stava per rispondere quando vennero interrotte da un altro invitato “Vogliate scusarmi, vostra principessa può concedermi questo ballo?” a malincuore Olimpia accettò per non essere scortese e si allontanò.
Mentre danzava, gli occhi dell’uomo misterioso la seguirono per tutto il ballo e ne anche Olimpia voleva distogliere la sua attenzione da un'altra parte.
Finito il ballo ne stava iniziando un altro, quando l’uomo precedette tutti gli altri, afferrandole la mano e portandola al centro della sala “Potrei averlo anch’io questo onore?”-“Ma certo”.
Le due figure splendide seguirono le note leggiadre di una musica incantevole, ballando l’uno di fronte all’altra senza toccarsi. Olimpia continuava a rimanere ipnotizzata dal suo sguardo “Lei guarda sempre le persone in questo modo?”-“Solamente quelle che mi affascinano. I vostri occhi sono così profondi che…” in quel momento il ballo prevedeva un contatto e quando le prese la mano e le circondò la vita potandola vicino a sé…
un flash la fece barcollare “Olimpia cos’hai?” la ragazza rimase un po’ stordita “Niente, forse dovrei prendere un po’ d’aria”.
Si fece accompagnare fuori in giardino, l’uomo preoccupato si tolse la maschera “Come ti senti, va meglio?”-“Si adesso va meglio, Xena”.
Dopo qualche secondo Olimpia si meravigliò dell’ambiente che le circondavano.
Il giardino era stupendo e ben curato e c’erano centinaia di lucciole che decoravano d’incanto l’atmosfera.
Olimpia sorrise alla scena teatrale che le regalò Xena “Ma che combini?”-“Già sono una stupida”, Olimpia cancello il sorriso dal suo volto cercando di non demoralizzarla “No non dire questo, è stato bello non me lo sarei mai aspettato da te”, l’umore di Xena fu sollevato “Xena, perché lo hai fatto?”-“Non lo so, è stato più il mio istinto ad agire”, Olimpia abbassò gli occhi delusa da quella risposta, poi la guardò “Posso chiederti una cosa?”-“Certo”-“ Cosa provi per me”, Xena si sentì spiazzata “Bè…una forte amicizia ci lega, giusto?”-“E cosa provi per Antinea?”-“Cosa?? E adesso Antinea cosa c’entra!”-“Per favore rispondimi”- “Sai benissimo che non provo niente per quella donna”-“Cosa c’è stato in passato tra di voi?”-“Olimpia non capisco perché mi fai queste domande”-“Tu prova solo a rispondermi”.
La confusione assillava la mente di Xena che cercava una risposta “Olimpia quello che c’è stato tra me e Antinea ormai è passato e per quanto io mi sforzi di cancellare, non desidero più provare niente di simile, perché tu mi hai…”, vennero interrotte da un servo mandato da Sascia “Scusatemi” Xena lo fulminò “Stiamo parlando non vedi!”-“Mi scusi principessa, ma la festa reclama la sua presenza”-“Certo vengo subito”, l’uomo se ne andò.
Olimpia guardò Xena “Ci conviene continuare un altro momento “Olimpia dobbiamo parlare”-“No, forse è meglio smettere. Non devo farti certe domande, scusami”.
Il silenzio le invase, Olimpia andò verso l’entrata, si voltò verso di lei “Che fai, mi lasci da sola con tutti questi pretendenti?”, Xena la guardò, Olimpia le tese la mano “Perché non balli con me tutta la sera?” le chiese sorridendo.
Xena non potè rifiutare quel dolce invito, dimenticando la loro piccola discussione “Volentieri” si mise la maschera e le prese la mano.
Le loro presenze fecero di nuovo parte di quella splendida festa, Olimpia fece un grosso sospiro guardando gl’invitati “Non credevo che potesse essere così faticoso tenere a bada tutti questi uomini. Andiamo a prenderci qualcosa da bere”.
Si avvicinarono al tavolo in bandito da varie prelibatezze e molte bevande, un invitato un po’ sbadato diede una spinta a Xena, che andò a spingere Olimpia con la schiena addosso al muro della sala. Il respiro di entrambi si fermò, per la forte emozione che provarono nel trovarsi talmente vicine, da poter unire le loro labbra.
Xena si allontanò facendo pressione con la sua mano sulla parete ed allontanarsi da Olimpia “Scusami Olimpia, mi hanno spinto!”, notò i suoi occhi sgranati nel vuoto “Cosa c’è?”-“Sei tu!” le disse “Ma di cosa parli?”-“Tu” Olimpia si mise una mano sulla bocca “Olimpia ti prego dimmi a cosa stai pensando”-“Quel sogno, quelle persone…adesso le vedo. So chi sono!”-“Ancora quel sogno, Olimpia smettila di ossessionarti”-“Ma è così vero e se non è accaduto vuol dire, che accadrà”-“Olimpia cosa deve accadere?”-“Antinea mi ha fatto vedere che presto tu e lei andrete …”-“Cosa???”-“Tu stai con lei” Xena continuava a non capire “Olimpia smettila è solo un sogno”, quelle parole martellarono la mente di Olimpia e alla fine si allontanò.
Un cavaliere la invitò a ballare, ma lei non lo considerò, continuava sconvolta a guardare Xena fin quando non si voltò e uscì dalla sala.
Xena cercò di raggiungerla ma gl’invitati la trattennero con le loro mille domande, in particolare un romano ( GEORGE CLOONEY) la guardò infuriato, credendo di parlare con un uomo “Si può sapere cosa le hai fatto, vichingo dei miei stivali?”-“Sparisci non sono affari tuoi!”-“Vogliamo scommettere la tua testa?”, l’atmosfera si stava scaldando quando Sascia richiamò l’attenzione dei presenti “Signori vi prego! Un attimo di attenzione. Purtroppo la principessa non si sente tanto bene, ci raggiungerà tra non molto. Vogliate nel frattempo assaporare alcune pietanze, offerte dalle nostre ballerine, giunte da molto lontano”, battè le mani due volte ed uscirono a ritmo di musica, una trentina di donne con diversi vassoi in mano.
L’attenzione del romano fu rapito da tutte quelle belle donne, così Xena ne approfittò per uscire dalla sala “Uomini, tutti uguali”.
Si accorse che anche Sascia uscì e lo raggiunse percorrendo un lungo corridoio “Sascia dov’è Olimpia?”, l’uomo si fermò dandole le spalle “Non credi di aver fatto abbastanza!”-“Io non ho fatto nulla!”-“Giusto, hai ragione Xena, è questo il tuo problema, non fare niente e non dire niente!”-“Che vorresti dire!”-“Dovresti essere più sincera con lei”-“Lo sono sempre stata”-“Per come si è conclusa la serata, non direi”-“Non m’interessa come la pensi, voglio vedere Olimpia, dov’è!”- “Non preoccuparti sarà lei ha trovarti, se lo vorrà!”, così si allontanò .
Xena era furiosa, si strappò la maschera gettandola a terra e andò a cercare Olimpia.
Sascia entrò in una delle tante stanze “Contemplare il tempo che passa non è la soluzione al tuo problema!”-“E’ vero ma almeno mi aiuta a riflettere”, Sascia si avvicinò “Cosa ti succede!”, Olimpia si mise una mano sulla fronte “Sto diventando pazza!”-“Ne vuoi parlare?”, Olimpia fece un respiro profondo “Da quando Xena è tornata, una parte di me è al settimo cielo. Sai quanto avevo desiderato poterla riabbracciare. Ma c’è una parte di me che non riesce a regolare quest’emozione”-“Cos’è che ti ha sconvolto?”-“Sapessi Sascia, mi vergogno come una ragazzina. Ultimamente non faccio altro che fare un sogno, anche ad occhi aperti e la cosa più imbarazzante è che sogno di Xena che va ha letto con Antinea e non capisco perché?”, Olimpia si stava agitando “Vedi Olimpia avvolte ciò che vediamo, non è quello che sembra”-“Cosa dovrei fare?”-“Scoprire fino in fondo il motivo di quel sogno”-“No, non voglio la gelosia mi ucciderebbe”-“Olimpia solo rivivendolo potrai capire il perché del tuo stato d’animo”-“E come?”-“In che modo si presenta”-“Ogni volta che ho un contatto fisico con Xena, una stretta di mano, un…”, arrossì “Prima alla festa per sbaglio siamo capitate talmente vicine che c’è mancato poco che la baciassi”-“E tu avresti voluto?”-“Si mi vergogno ammetterlo ma si. Avevo il cuore che mi esplodeva”-“Perché non hai seguito l’istinto del tuo cuore”-“Non lo so, lei si è allontanata ed io ho avuto quella visione”-“Olimpia non ci sono altre soluzioni, lo devi fare”.

Xena aveva ormai perso le speranze, nel cercare l’amica. La festa ormai era quasi finita, c’erano rimasti pochi invitati.
Tornò nella sala, alcuni servi la stavano ripulendo, Xena si voltò incontrando il romano di poco fa, ormai ubriaco come tutti “Ehi…ma tu non sei il vichingo che ha fatto scappare la mia principessa?”, Xena alzò gli occhi al cielo “Ari eccolo ”, l’uomo si avvicinò e capendo chi si trovava di fronte, spalancò la bocca “Ma tu sei…Impressionante, anche travestita da uomo sei meravigliosa!”, la donna lo guardò disgustata “Piantala”-“Cerchiamo di recuperare il tempo perso, vuoi bellezza!”, Xena non gli fece dire nient’altro, gli mise una mano in fronte “Ma sparisci” e lo spinse, l’uomo cadde a terra all’indietro.
Xena uscì fuori in quel meraviglioso giardino “Che splendida serata, poteva essere. Dove sei Olimpia!”, in quel momento sentì la presenza di qualcuno avvicinarsi “Olimpia! Che gioia vederti. Come ti senti! Mi dispiace per prima, non volevo…”- “Non preoccuparti sto meglio. Vorrei che mi facessi un favore”- “Certo Olimpia, qualsiasi cosa”, Olimpia si avvicinò guardandola fissa negli occhi “Permettimi di fare una cosa e non chiedermi nulla, per favore” Xena la lasciò fare.
Olimpia si fermò davanti a lei, le mise una mano tra i capelli e lentamente l’avvicinò a sé “Lasciami fare…” Olimpia appoggiò le sue labbra sulle sue, si allontanò di poco “Lasciami fare”, chiuse gli occhi ed entrambi assaporarono quel dolce bacio.
Non capirono quanto tempo stava passando, ma volevano assaporarlo lentamente, come se quell’emozione così forte, non l’avessero mai provata. Il cuore di Xena batteva sempre di più, le circondò la vita con la sua mano, per paura che potesse scappare via.
Tutto in quel momento era magico, l’atmosfera, il silenzio le circondava. Alla fine i loro volti si allontanarono, non si dissero nulla, la paura di dire qualcosa di troppo stupido, le terrorizzava. Olimpia abbassò lo sguardo “grazie” e lentamente si allontanò.
Xena rimase immobile spiazzata da quel gesto così inaspettato.
Dopo qualche secondo tornò in sé, sentì un forte desiderio di parlare o per lo meno condividere le sue emozioni, incominciando ha cercarla, ma fu tutto inutile di Olimpia neanche l’ombra.
Xena tornò in stanza, si mise qualcosa di comodo sedendosi su una sedia davanti alla finestra aspettando il suo rientro.

Il sole si alzò alto nel cielo, illuminando la stanza e gli occhi di Xena. Cercò di muoversi per rimettere in moto i muscoli che le dolevano, per essersi addormentata sulla sedia.
Si voltò notando il letto vuoto e ancora in ordine “Adesso devo preoccuparmi, Olimpia non è tornata in camera”, si alzò andando verso la porta e quando l’aprì fu bloccata da qualcuno “Olimpia! Ma dove sei stata?”, la ragazza non le rispose aveva uno sguardo assente e gli occhi gonfi “Olimpia ti ho cercata tutta la notte!”, con un fil di voce le rispose “Scusami ! Ma sono stanca e vorrei riposare”, Xena si arrese, l’accompagnò nel letto aiutandola a mettersi qualcosa di comodo, senza dire nulla, l’aiutò ha sdraiarsi “Xena…poi parleremo quando vorrai” si distese e chiuse gli occhi. Xena andò a tirare le tende per oscurare la stanza “Va bene come vuoi, riposati”.
Xena si sdraiò insieme a lei ,approfittando del sonno perduto. Adesso che Olimpia le stava accanto era più tranquilla, anche se tutta la situazione la turbava.
Passarono diversi minuti ma Xena non riusciva ha rilassarsi, così a voce bassa incominciò a pensare “Olimpia cercherò di aiutarti, anche se non so come…Voglio vederti sorridere serenamente come facevi un tempo, voglio sentire ancora i tuoi mille racconti i tuoi mille pensieri i tanti ragionamenti che facevi per farmi migliorare…e anche per farmi arrabbiare. Dimmi cosa posso fare, non so più se la mia presenza ti aiuta o ti disturba. Avvolte fai cose che mi lasciano confusa ed io… Ti prometto che ce la metterò tutta, voglio guarire il tuo male, non voglio deluderti”, desiderava posare la sua mano sulla sua vita ma non lo fece per paura di darle fastidio “Buon riposo amore mio” Xena chiuse gli occhi ed in quel momento Olimpia aprì i suoi dandole le spalle, lasciando scivolare nel suo viso una lacrima.

Metà giornata volò via mentre le due donne cercavano di riposare.
Xena allungò la mano verso di lei ma si accorse che non c’era. Aspettò qualche secondo poi stanca del suo comportamento, decise di andare a fare un bagno, per rilassarsi dalla tensione e dal nervoso che aumentava. Venne a sapere da una serva che l’amica stava in compagnia del padrone “Come al solito” così decise di raggiungerli.

Trovò Sascia in giardino a meditare “Hai visto Olimpia?”-“Buona sera Xena! Olimpia ci sta aspettando a tavola”, Xena stava per andarsene quando Sascia la chiamò “ Cos’è che ti da più fastidio si può sapere?” Xena si urtò della sua arroganza “Tu, con quest’aria da protettore! Sai forse ho sbagliato, pensavo che portarla qui da te, poteva essere un aiuto, ma ora comprendo che ho fatto uno sbaglio” Sascia aprì gli occhi e si alzò “Xena quanti sbagli hai fatto nella tua vita!”-“Molti me ne rendo conto!”-“Davvero! Ma io intendevo verso Olimpia!”-“Non capisco dove vuoi arrivare!”-“Cosa si prova a perdere un figlio?”, Xena lo guardò irritata “E’ meglio che me ne vada, finirei col metterti le mani addosso”-“Perché non cerchi mai di capire il suo dolore!”-“Credi che non me ne importi? Io sto male nel vederla in questo stato, ma non riesco a capire perché si comporta così”-“Forse perché non hai mai cercato di capire il suo dolore. Olimpia è stata violentata da un demone, affrontando una gravidanza lampo e lottando contro tutti, ma soprattutto contro di te che eri il suo punto di forza”, Xena alzò la voce “Sascia stiamo parlando della figlia del male, non potevo dare retta hai sentimenti di una madre, era in gioco il mondo intero”-“Tu hai agito come avrebbe fatto chiunque nella tua situazione, ma non hai considerato le conseguenze? Il dolore che si prova nell’essere la conseguenza della morte di un figlio! E’ distruttiva! Per Olimpia l’unica cura per soffocare questo sentimento era la tua presenza. Quando siete state trasportate ad Illusia l’unica preoccupazione per lei era essere perdonata da te e non da se stessa”-“Ma Olimpia non me l’ ha mai detto”-“Certo non voleva affrontarlo con te, perché sapeva che per te l’argomento si collegava con tuo figlio Seleuco e non voleva aprire questo male che conosceva benissimo”-“Lo teneva represso dentro di se”-“Esatto, anche se è passato del tempo d’ allora, questo dolore le si presenterà, ogni volta che il suo animo sarà messo alla prova”, Xena abbassò lo sguardo “L’ho visto il suo dolore, quando incontrammo AIden”-“E quando siete state aggredite da cannibali ed è rimasta ferita”.
Xena guardò fisso Sascia “perché mi dici tutte queste cose?”-“Non volevi delle risposte!”-“Certo, ma stai parlando di una sofferenza che abbiamo superato”-“Tu dici? Quel dolore, che opprime la sua vita se ne andrà solo con la nascita di un figlio, questo lo sai vero?” quella verità le pesò il cuore “ E invece per te, Olimpia ha voluto rinunciare ha questa gioia, per starti vicino”, il sarcasmo dell’uomo le diede fastidio “Sascia vieni al dunque”-“Olimpia è vulnerabile per questo motivo, una persona sta cercando di infierire su di lei per dividervi”, il viso di Xena si scurì “Antinea. Lo sapevo che c’entra qualcosa. Dovrò toglierla di mezzo una volta per sempre e questa volta riceverà la cattiveria che ha sempre cercato di tirarmi fuori”-“Ma tu non puoi fermarla”-“Ma davvero! Sta a guardare cosa le capita, quando sarà tra le mie mani”-“Mi sembra che già una volta l’hai uccisa eppure…”-“Sentiamo cosa dovrei fare!”-“Antinea vuole te, non lei”-“Mi stai dicendo che dovrei lasciare Olimpia?”-“Non lo faresti per salvarle la vita?”-“L’ho già fatto una volta e le conseguenze sono state pessime. La mia mancanza non le porterà mai gioia, è questo che devi metterti in testa, te e tutti quelli che cercano di mettersi in mezzo. Il tuo scopo di aiutare Olimpia è quello di portarmela via e per quanto mi riguarda, tu sei più pericoloso di Antinea”- “Ma sai Xena, avvolte devi guardare oltre le apparenze e ragionare sui fatti accaduti”-“Io non ragiono con un uomo che gioca con la mente delle persone. Io e Olimpia ce ne andremo”, Xena si voltò dandogli le spalle “bisogna vedere se Olimpia ti seguirà” la donna si fermò, poi senza dargli peso se ne andò lasciandolo solo.

Olimpia stava nella sala del banchetto aspettando, nel frattempo assaggiava alcuni frutti esotici mai visti prima. Xena entrò nella sala fermandosi alla vista dell’amica.
Aveva di nuovo i suoi abiti d’amazzone e notò con meraviglia quanta, la sua semplicità la rendeva ancora più bella. Olimpia si voltò accorgendosi di essere guardata ed incontrò i suoi occhi , una forte emozione seguita da un improvviso senso d’imbarazzo fece distogliere il suo sguardo.
Xena si avvicinò “Olimpia vorrei parlarti”- “Dimmi pure” le rispose continuando a guardare il tavolo in bandito “Stavo pensando di ripartire e tornare in Grecia”, l’amica si bloccò prima di mangiare un frutto “Davvero? E perché adesso?”-“Sono già passati diversi giorni, non credi che sia arrivato il momento di ripartire?”, stranamente Xena non vide delusione nel suo volto “capisco…va bene. Domani ce ne andremo”, posò il frutto, si voltò e mentre si stava allontanando Xena la chiamò e le andò incontro.
Le poggiò una mano sulla spalla, facendola girare davanti a se e con l’altra mano le alzò il viso “Olimpia cosa c’è? Perché non mi guardi? Cosa ti preoccupa?”, Olimpia sentiva una stretta alla gola, aveva un enorme desiderio di parlarle, di sfogarsi di scaricare tutto quello che teneva dentro. Dopo qualche esitazione lo sguardo profondo di Xena la fece demordere “Xena…vedi io…vorrei che tu sapessi…” ma fu interrotta dall’entrata di Sascia “Ma guarda… perfetto ci siamo tutti, possiamo metterci a tavola”, Olimpia si voltò guardando l’uomo, Xena non ne poteva più di queste interruzioni e alzò gli occhi al cielo “Lo sapevo”.
Ma questa volta non stette con le mani in mano “Eh no, scusaci Sascia ma io e Olimpia abbiamo da fare, torniamo subito” le prese la mano e la portò fuori dalla sala, in uno dei corridoi.
Xena era molto preoccupata, le poggiò le mani sulle spalle guardandola dritta negli occhi “Cosa ti succede?”-“Xena, non preoccuparti è stato solo un momento”-“Olimpia mi stavi dicendo una cosa”-“Sto attraversando un momento difficile”-“Questo l’ho capito”-“Ma non devi preoccuparti, Sascia mi sta aiutando”-“Cosa? Non dovrei preoccuparmi? Olimpia io voglio aiutarti e non credo che Sascia ci stia riuscendo”, Xena incominciava ad innervosirsi e Olimpia era sempre più vaga “Xena perché insisti nel dire che ho bisogno di un aiuto”-“Perché fai cose senza senso”-“Tipo?”, Xena fece una pausa “parliamo dell’altra sera” Olimpia abbassò lo sguardo imbarazzata, non riusciva a sostenere il suo sguardo. Prese coraggio dopo qualche secondo e con un tono freddo le rispose guardandola negli occhi “perché mi fai una domanda se poi, ti rispondi da sola. Quello che ho fatto non aveva senso. Dimenticalo!”, Olimpia abbassò lo sguardo e se ne andò.
Xena avrebbe voluto chiarire, ma Olimpia non le diede più retta;
Tornarono nella sala ed incominciarono a mangiare, senza parlare. Sascia interruppe quel silenzio “Allora, Olimpia domani vorrei portarvi entrambi in un posto meraviglioso”, Xena rispose con piacere “Mi dispiace Sascia ma noi domani ce ne andiamo”-“e’ vero Olimpia?” lei fissò il piatto senza rispondere “Vuol dire che dovremmo anticipare l’altra cosa…”, Xena guardò incuriosita l’uomo, in quel momento Olimpia si alzò dalla sedia “Scusatemi ma non ho più fame” e se ne andò dalla stanza.
Xena fulminò Sascia “Si può sapere, adesso che cos’è l’altra cosa che devi fare?”-“Lo saprai molto presto” Xena irritata lasciò la stanza.
Sascia guardò il piatto “E’ proprio vero, quando dicono che ci vuole pazienza con le donne”.

Nel frattempo Xena stava girando per tutte le stanze, con la speranza di trovare la sua amica, ma niente da fare la sua pazienza stava arrivando a limite. Andò fuori in giardino sperando che l’aria fresca le poteva donare un po’ di calma.
Tra un paio d’ore il sole, sarebbe tramontato così ne approfittò per rilassarsi, sdraiandosi nel soffice praticello, incrociando le braccia dietro la testa . Voleva a tutti i costi trovare una soluzione; il silenzio, l’aria fresca, la tranquillizzarono.

Sascia tornò nella sua stanza, non sorprendendosi di trovarci Olimpia assorta nei suoi pensieri “Preoccupata?”-“Si, molto”-“Olimpia… solo in questo modo puoi risolvere il tuo problema”-“E se le farò del male?”-“ Devi fidarti di me, lo sai che non potrei mai convincerti ha fare del male”-“Lo so, ma se qualcosa andasse storto?”, Sascia le prese la mano “Olimpia cerca di fare quello che ti dirò e vedrai che andrà tutto bene” la ragazza si voltò guardandolo con dolcezza, mise la sua mano sopra la sua “Mi fido di te, aiutaci Sascia!”.

Xena aprì gli occhi accorgendosi che il sole era già tramontato, un vento gelido attraversò il suo corpo “Accidenti mi sono addormentata…eppure da molto”, si guardò in torno alzandosi, appoggiò una mano sull’albero e notò stranamente che il giardino era completamente buio e anche la casa.
Una strana sensazione di pericolo l’assalì, corse alla ricerca dell’amica dirigendosi all’entrata della casa ma la voce di Sascia la fermò “vedo con piacere che ti preoccupi per lei!”, Xena si voltò “Cosa vuoi ancora”-“fare due chiacchiere!”-“Mi dispiace ma le tue sono tante e vuote”-“Perché riesci ha pesarle? E come, con l’altruismo o l’egoismo?”-“Credo di saper dosare entrambi le due cose a chi se le merita”-“Davvero? Quindi non sei mai stata egoista nei riguardi di Olimpia, Immagino!”-“ Tu il nome di Olimpia da domani te lo dovrai dimenticare…”-“Oh no, questo lo dovresti fare tu, per il suo bene”.
Xena fece un passo verso l’uomo “Vieni al dunque!”-“Mi domandavo…se riesci ad essere così obbiettiva, riesci anche a capire o ti sei mai fermata a pensare al dolore che ha passato Olimpia per colpa tua?” Xena strinse i denti “Ancora con questa storia?”-“Vedi un conto è pesare le parole, un conto è vederle”, il braccio di Sascia si allargò alla sua destra indicando qualcosa.
Gli occhi di Xena si sgranarono,osservando il corpo di Olimpia sorretto da due pali privo della sua testa. La donna era sconvolta, tutto quello non aveva senso. Sascia allargò l’altro braccio alla sua sinistra, facendo apparire una piccola panca dove veniva sorretta, la testa di Olimpia.
Xena era inorridita, non poteva crederci non voleva crederci. Le sue labbra e le sue ginocchia incominciarono a tremare “Tu maledetto stai usando la mia mente per farmi impazzire”-“Forse hai ragione, ho forse hai torto e quello che stai vedendo è realtà”-“Tu non puoi averle fatto questo!” il cuore della guerriera batteva all’impazzata, insieme alla sua mente che le gridava vendetta “Ho fatto semplicemente quello che Olimpia mi ha chiesto, farti provare quello che lei ha passato”. La mente di Xena non ragionò più “Tu sei un mostro, lei si fidava di te”-“Esatto e anche tu dovresti fidarti” Xena impugnò la spada dietro di sé la sfilò, puntandogliela contro “Adesso sarò io ha farti provare quello che tu hai fatto a lei”, fece due passi veloci verso di lui, quando la sua attenzione fu bloccata da una risata e l’applauso di una persona dietro di lei “Ma bene, questo era quello che volevo”, Xena si voltò “ Antinea”.
La donna sorrise soddisfatta per quello che stava vedendo “Il tuo istinto è sempre lo stesso. Non valuta mai quello che è giusto o sbagliato”, Sascia intervenne “Saresti stata capace di uccidermi?”, Antinea rispose “Certo è il sapore della vendetta, quella che ti divora le ossa e la mente, portandoti alla pazzia”- “Olimpia non l’avrebbe mai fatto Xena! Cosa ti ha mai insegnato la tua amica?” Antinea rispose ridendo “Ad amarla fino al punto di uccidere tutti”.
Le loro voci assillarono Xena che si sentiva impazzire, le forze l’abbandonarono fino al punto di far cadere la spada a terra. Si guardò le mani che incominciarono a sanguinare.
Antinea continuava a ridere, le mani sporche di sangue, Xena alzò lo sguardo incontrando quelli di Sascia che le parlarono dentro la sua anima “fidati di me”.

Xena aprì gli occhi di colpo, aveva il respiro affannato, si guardò in torno…solo un sogno!
Il sole ancora riscaldava l’intera giornata, si guardò le mani, pulite!
Cercò di calmarsi, eppure tutto le era sembrato così reale!
Tornò dentro la casa, affrettando il passo per poter vedere Olimpia. Sentì la voce di Sascia oltre la porta, era sicura che avrebbe trovato anche la sua amica, così entrò e infatti dopo tante ricerche riuscì a trovarla.
Entrò senza dire niente, guardava Olimpia allenarsi con una guardia di Sascia. Il suo corpo era così teso per il combattimento che la rendeva particolarmente elegante nelle sue mosse. Era migliorata tantissimo e Xena se ne accorse ancora di più. La guardia che indossava solo dei pantaloni larghi, aveva il dorso bagnato di sudore, per la fatica che faceva nel tenere testa a Olimpia e che alla fine atterrò.
Xena applaudì “Brava! Complimenti Olimpia”, l’amica si voltò fiera delle sue parole “Ti ringrazio Xena”, Sascia intervenne “Vieni pure Xena, non rimanere sulla porta”. La guardia si alzò e si andò a mettere in un angolo della stanza, Xena era felice di vederla.
Sascia si avvicinò “Stavo pensando, perché non vi allenate insieme?-“ Perché dovremmo, Olimpia è diventata bravissima non ha bisogno di allenarsi con me!”, Olimpia guardò Sascia e con aria interrogativa si rivolse all’amica “Perché no!”-“Olimpia?”-“Dai Xena, non farti pregare”, la guerriera rimase un po’ titubante, ma lo sguardo implorante di Olimpia la fece demordere “E va bene”. Olimpia era eccitata, si mise subito in guardia, sfilando i suoi sais, puntando i manici.
Iniziarono quello che doveva essere un allenamento…
Xena non faceva altro che schivare i suoi colpi, per diverse volte finì a terra, non voleva infierire fisicamente sull’amica. Sascia si accorse del suo comportamento “Coraggio Xena affronta Olimpia! Aiutala ad eliminare il suo dolore!”, la donna lo guardò stupita, cosa centravano quelle parole. In quel momento si accorse che i colpi che Olimpia le sferrava erano sempre più forti e veloci, ma la cosa che le incominciò a preoccupare, erano gli occhi pieni di rabbia.
Olimpia continuava ha scagliarsi sempre di più, quello che prima doveva essere solo un allenamento stava diventando un proprio duello.
Involontariamente Xena colpì Olimpia “Scusami non volevo”-“Sta zitta e combatti” la giovane amazzone era una furia scatenata, Xena voleva fare qualcosa per calmare la sua amica, ma non ci fù il tempo necessario per evitare, quello che accadde.
Xena non schivò volontariamente il pugnale di Olimpia, perché non avrebbe mai pensato che l’amica sarebbe stata capace di colpirla dalla parte della lama, così vide il sais entrare nel suo ventre.
Fu un attimo e tutto finì, un dolore lancinante all’addome le toglieva il respiro. Appoggiò la sua mano, sopra quella dell’amica che teneva ancora il pugnale. Alzò lo sguardo, incontrando gli occhi terrorizzati di Olimpia “Xena…io. Cosa ho fatto?”, il silenzio vagava nella stanza. Si sfilò lentamente il sais dal corpo, che cadde a terra. Il sangue uscì velocemente, il dolore era accecante, Xena riusciva ha fatica a respirare. Olimpia terrorizzata per quello che aveva fatto, fece due passi indietro, il respiro affannato impediva alla guerriera di parlare. Sascia raggiunse la sua amica “Olimpia non disperare, questo era quello che doveva essere fatto. Vieni andiamo via”, così Sascia portò via Olimpia.
Xena s’inginocchiò, gli occhi incominciarono a chiudersi e lentamente riusciva a vedere la sua Olimpia, uscire dalla stanza continuando ha guardarla inorridita.
Avrebbe voluto gridare il suo nome, ma la voce e la forza di reagire la stavano abbandonando ed alla fine si accasciò a terra.
“No non può accadere questo” ripeté Xena.
Spalancò di colpo gli occhi, scoprendo ancora una volta di aver fatto un altro brutto sogno. Si alzò “Ma cosa sta succedendo?”, raggiunse una fontana e si sciacquò il viso “Qualcuno sta giocando con la mia mente e io so…chi è”. Lo sguardo della donna era di ghiaccio, era stanca di questi stratagemmi. Era giunto il momento di affrontarlo una volta per tutte.

Il sole tramontò, entrò nella casa percorrendo un corridoio, che la portò nella stanza dove si trovavano. Aprì la porta di colpo “Adesso basta! Voglio sapere tutto, altrimenti…” Xena si bloccò di colpo, notando che la scena che le si presentava davanti era la stessa del sogno. Olimpia si stava allenando con la stessa guardia “ Xena…ma che temperamento. Sapevo che eri una donna esplosiva, ma così è un po’ troppo” le disse Sascia andandole incontro “Vieni pure, la tua amica si sta allenando” Olimpia si sorprese della reazione dell’amica e con aria preoccupata le andò vicino “Che cos’hai? Cosa ti è successo?” ,Xena era smarrita non sapeva cosa fare. Quello di prima era stato un semplice sogno? Oppure una premonizione?
Sascia continuò “La tua amica ha bisogno un po’ di considerazione, passate un po’ di tempo insieme…magari perché non vi allenate insieme?”, Xena reagì bruscamente spintonando l’uomo “Scordatelo!”, Olimpia si mise in mezzo tra loro, intuendo che la situazione poteva esagerare “Calmati Xena, non ti ha chiesto niente di male!”-“Olimpia quest’uomo sta cercando di farmi impazzire”-“calmati e ragiona”, Sascia è stato tutto il tempo con me”-“Lui ha un piano preciso ed io voglio sapere di cosa si tratta”, l’uomo si fece avanti “E va bene, vuoi delle spiegazioni? Perfetto, ti dirò tutto quello che vorrai sapere ma solo…” Xena lo guardò con cattiveria “Solo cosa?”-“Solo…se duelli con lei e magari la batti, saprai tutto quello che vuoi sapere”-“Ma guarda, ci avrei giurato che volevi questo”-“Allora lei rimarrà qui con me per un altro po’ di tempo, se decidi di non batterti”-“sei solo un miserabile” si stava per scagliare contro l’uomo ma Olimpia la fermò di nuovo “Xena, basta! Ma si può sapere perché ti comporti così? ”-“Olimpia tu non capisci.. Sascia…”, Olimpia si alterò “Smettila di dirmi sempre queste cose, io capisco benissimo non sono più una ragazzina”-“Non intendevo questo!”-“E cosa volevi dire”-“Olimpia, l’amicizia che ti lega con Sascia non riesce a farti vedere la realtà. Lui si sta approfittando del tuo stato per infierire su di noi. Vuole dividerci, lo capisci!”-“Mi dispiace ma non sono d’accordo. Lui vuole solo il mio bene e a te ti da fastidio”-“Ma che dici?”, Sascia intervenne “E’ così, per me il bene di Olimpia viene prima di ogni altra cosa”-“Tu non t’intromettere”-“Cosa sei disposta a fare per Olimpia?”-“Sta zitto, chiudi quella boccaccia!”, ancora una volta Olimpia la fermò “Rispondi! Cosa saresti capace di fare per me?” Xena guardò Olimpia sconcertata “Tu lo sai che farei qualsiasi cosa per te!”-“Dimostralo, duella con me!”, Xena sgranò gli occhi questa volta non poteva acconsentire, era troppo rischioso “No, Olimpia chiedimi tutto, ma non questo”, la delusione si leggeva negli occhi di Olimpia “Allora non giudicare le persone che cercano di aiutarmi, ma giudica te stessa per le volte che non hai voluto esaudire una mia richiesta”, si voltò e stava per andarsene quando Sascia la fermò “vedi xena, io non sopporto vedere Olimpia in questo stato e per questo sono costretto ad aiutarti nel farti cambiare idea”,
battè le mani due volte.
Si aprì una porta in un angolo della stanza, molto distante da loro ed uscirono due guardia che portavano con forza una donna.
Sia Olimpia che Xena si voltarono notando con stupore che si trattava di Evi. Olimpia guardò smarrita Sascia, non capendone la presenza. Xena sguainò la sua spada in direzione dell’uomo “Questo è troppo…Come hai osato rapire mia figlia?”, Sascia andò verso Olimpia la guardò tranquillizzandola “ Fidati di me” poi si voltò in direzione di Xena “Io non ho rapito nessuno, ho semplicemente invitato tua figlia ha raggiungerci, perché sapevo che con il suo aiuto, avresti fatto qualsiasi cosa”-“Tu sei solo un viscido verme, non riuscirai ad usare mia figlia per i tuoi sporchi piani ”-“Questo dipende da te, io non voglio farle alcun male, sei tu che mi costringi. Io voglio semplicemente che tu duelli con la tua amica, in fondo che male c’è?”-“Questa è una tua richiesta, non sua! Se le fai del male giuro che ti spello vivo!”-“Xena ma io non sono un omicida come lo sei stata tu, ma se non mi dai nessun altra scelta, allora dovrò togliere a tua figlia qualcosa d’importante”, la mano sinistra di Xena impugnò il chacram “Qual è la cosa più importante per una messaggera…Se tu non acconsentirai alla mia richiesta, io farò tagliare la lingua ha tua figlia”. L’ira di Xena lanciò all’istante l’arma verso l’uomo “Mi dispiace ma non vivrai per poterlo fare”.
L’arma rotante come per magia, si fermò ad un centimetro dal suo viso, la situazione si stava complicando, Olimpia sapeva che Xena rischiava la vita con Sascia, così cercò di dissuaderla “Xena calmati! Sascia vuole solo un duello, senza chiedere la vita di nessuno. Gli facciamo vedere chi resiste di più e la facciamo finita. Ti prego non complicare le cose”, Sascia intervenne “Come vedi dovrai fare di nuovo una scelta tra Evi e la tua amica”, ma Olimpia lo sgridò “Smettila Sascia, lasciala decidere in pace”.
Xena si trovava ancora in un vicolo cieco, cosa poteva fare?
Accettare, così scoprire che quel sogno si stava realizzando?
Una cosa era certa non avrebbe permesso a Sascia di toccare anche solo con un dito sua figlia, anche se sapeva che le possibilità di batterlo erano poche.
Il silenzio invase la stanza, Xena era accecata dalla rabbia, ma lo sguardo rassicurante di Olimpia la fece calmare “E va bene, facciamo questo duello”, l’amica fece un respiro di sollievo “ma solo ad una condizione…niente armi, useremo solo i bastoni”, l’uomo acconsentì. Si misero al centro della stanza pronte per l’ incontro.

Xena e Olimpia erano l’una di fronte all’altra i loro occhi si fissavano cercando di capire chi avrebbe sferrato il primo colpo “Coraggio Olimpia, fai vedere alla tua amica come sei diventata brava. Dimostragli che non sei più una sua allieva e ne tanto meno, una ragazzina” nel sentire queste parole Olimpia sferrò il primo colpo, seguito da un secondo che Xena schivò entrambi.
Olimpia riprovò ma questa volta più decisi e veloci , Sinistro-destro poi ancora destro-sinistro, ma Xena le bloccava con il suo bastone.
Olimpia si girò su se stessa piegandosi e puntando il bastone sulle caviglie, ma Xena saltò rotando in alto e portandosi alle spalle sue spalle. La bloccò con il bastone, afferrandogli il collo senza usare troppa forza e si avvicinò all’orecchio “Ti arrendi, tesoro!” ma Olimpia non rispose e la colpì con una gomitata sul fianco, poi cercò di colpirla in volto, ma Xena l’anticipò roteando di fianco.
Il combattimento si faceva più interessante, Xena era fiera della bravura dell’amica.
Olimpia stranamente si sentiva carica di una strana euforia che le saliva sempre più alla testa.
Le due si allontanarono per prendere un po’ di fiato, ma sempre restando in guardia e roteando i loro bastoni.
Olimpia la guardò con occhi pieni di sfida “Coraggio non essere timida, anch’io sono capace di schivare i tuoi colpi”-“ho i miei dubbi”, non digerì questa frase che subito le sferrò diversi colpi e alla fine uno di loro andò ha segno “Oh scusami ti ho fatto male?”, la guerriera non rispose.
Sascia intervenne un'altra volta “Xena devo ricordarti che se non duellerai come si deve, sentirai le grida di dolore di tua figlia” Xena si voltò nel guardarlo, Olimpia ne approfittò colpendola in pieno stomaco e subito al volto, Xena si parò col bastone e questa volta fu lei a colpire Olimpia sul fianco con un calcio, scaraventandola a terra “bene così va meglio”, disse Sascia soddisfatto.
Xena fu presa dal rimorso “Olimpia come ti senti?” gli andò incontro cercando di aiutarla, l’amazzone reagì colpendola più volte, aumentando la sua forza.
Xena incominciò ha trovarsi in difficoltà non poteva schivare ogni colpo, doveva rallentare la forza dell’avversario colpendo anche lei, ma questo non voleva farlo!
Presero distanza, cercando di prendere un po’ di fiato e Sascia ne approfittava cercando di caricare l’amica “Coraggio Olimpia non cedere ,ricorda chi hai di fronte. Si, è la tua amica ma cosa ha fatto e ha cercato di fare?!”-“Ma che diavolo sta blaterando” pensò Xena tra se, “Quante volte ti ha umiliato? Quante volte ti ha messo da parte per aiutare gli altri!”, le parole dell’uomo stavano aumentando la rabbia negli occhi di Olimpia “Non reprimere questo dolore! Sei arrabbiata, per come ti ha trattato all’inizio del vostro viaggio. Devi lasciarlo uscire fuori, scarica questo dolore”.
Xena guardava inorridita la sua amica nel sentire Sascia “Olimpia non dargli retta sta cercando di alimentare la tua ira su di me. Tu non sei così aggressiva, tu hai sempre combattuto la violenza con l’amore”, l’uomo intervenne “Già quale amore. Lo stesso che tu hai usato con lei ad Illusia o prima di allora?”.
Tutti quei ricordi, esplosero nella mente di Olimpia non facendola più ragionare, afferrò il suo bastone e lo spaccò in due, scagliandosi contro di lei, con tutta la forza che aveva “Tu mi hai massacrato di botte e alla fine volevi gettarmi nel vuoto!” sferrò tre colpi, destro-sinistro e un rovescio con la sinistra, tutti schivati dalla guerriera “Olimpia calmati è stato il dolore per la morte di Seleuco”-“Già, lo stesso dolore che io…” Olimpia non terminò, gli occhi incominciarono ha lacrimargli “La mia speranza”.
Incominciò di nuovo ha scagliarsi contro, ma prima le gridò “Combatti, altrimenti la lingua a tua figlia gliela tolgo io”, Xena non la riconosceva più. Olimpia la colpiva in continuazione, ma riusciva ha tenergli testa nonostante non usasse la forza. Sapeva bene che non avrebbe resistito a lungo, la sua amica era migliorata tantissimo.
Non rimaneva che disarmarla, così le colpì entrambe le mani facendole cadere i bastoni e la colpì con un cazzotto in pieno volto, facendola cadere a terra “Olimpia smettila di rinvangare il passato. Ricordi, l’ abbiamo superato con il perdono nel nome della nostra amicizia” Olimpia era esausta ma non voleva cedere per nessun motivo, si alzò fissando Xena “Tu non hai mai voluto capire il mio dolore”, avanzò di un passo “Tu, non ti sei mai fidata delle mie intuizioni”, un altro passo “Tu, mi hai sempre sottovalutato”, si fermò di fronte “Tu non hai mai capito il vero motivo della nostra amicizia”. Xena la guardò con tenerezza “Olimpia, la nostra è più che un amicizia e non dovremmo soffocarlo in questo modo”-“E’ vero, peccato che tu lo hai soffocato con il tuo egoismo” afferrò il sais che teneva nello stivale destro e lo lanciò.
Xena riuscì ha schivarlo, andandosi a conficcare nella parete. La guerriera non credeva hai suoi occhi, Olimpia aveva avuto l’istinto di ucciderla, ma dopo qualche secondo capì il motivo…Uno strano alone d’ energia diabolica si era impadronita dell’amica “Ma che diavolo…” non riuscì a finire la frase che Olimpia prese l’altro sais e glielo lanciò addosso.
La guerriera riuscì a colpirlo con il bastone, facendogli cambiare direzione , puntando Sascia. L’uomo con l’aiuto della mente lo bloccò a due centimetri dal viso, facendolo cadere a terra.
Gli occhi di Olimpia erano pieni di cattiveria, Xena gettò il suo bastone vedendola disarmata, Olimpia le andò incontro dandogli un cazzotto “Cosa vuoi capire tu! Hai sempre agito d’istinto, fregandotene di chi avrebbe potuto soffrire”, le diede un sinistro.
Xena si asciugò i labbro sporco di sangue “Olimpia perché stai rinvangando il passato”-“Vuoi che ti parli del presente? Ti accontento!”, Xena cercava di non reagire, indietreggiando ad ogni passo dell’amica “Sai cosa si prova a vedere la morte della persona che si ama?” un altro cazzotto “Sai quanto dolore si prova a dover bruciare il corpo, per poi raccoglierne ogni singola cenere?, un secondo cazzotto. Olimpia non riuscì più a trattenere le lacrime, voleva dirle tante altre cose cattive ma le parole non uscivano più dalla sua bocca, così si scagliò nuovamente ma Xena le bloccò la mano “Olimpia so che ho sbagliato e che ti ho fatto tanto male, ma tu sai quanto era importante per me redimere me stessa!”-“Certo, più importante della mia felicità. Ma il mio compito era quello di assecondare ogni tua decisione, anche se avrei sofferto…impazzito….e maledetto la tua scelta. Quello che potevo fare era solamente abbassare la testa ed obbedire. Mi dispiace m,a adesso basta!”, Olimpia le diede una testata liberandosi dalla sua presa, poi roteò su se stessa colpendola con un calcio atterrandola “Sai Xena, avresti potuto evitare tutto questo dolore se solo avessi pensato un po’,’ anche a me”.
Xena si alzò dolorante “Dimmi Olimpia cosa posso fare per liberarti da questo male?”, anche Xena cedette alle lacrime “Andartene e lasciarmi in pace. Odio la tua presenza, odio la tua faccia, odio i tuoi occhi”, si avvicinò afferrandola per il collo e la trascinò addosso la parete.
In quel momento, mentre le vomitava quelle orribili parole, Xena vide negli occhi dell’amica il riflesso di Antinea.
Olimpia continuava a stringere la gola di Xena “Mi hai sempre messa da parte. Le persone che avevi incontrato venivano sempre prima di me, Lao Mà, Aristarco. Ti sei sacrificata persino per Callisto, pur di liberarla dal suo male. Hai sempre detto di amarmi, ma le tue azioni dicevano sempre il contrario. I fanciulli credono nelle parole, io sono una donna ormai e credo più nei fatti. Ti ho amato più della mia vita e ti avrei dato tutto, tu invece sei stata capace di darmi solo il niente” , Xena non riusciva più a respirare, sentì la presa allentarsi, desiderava dirle qualcosa, ma le parole erano inutili. Ormai il perdono non serviva più, Antinea era riuscita ha impadronirsi dello stato d’animo e la cosa più dolorosa per Xena, era quella di capire che la rabbia che stava tirando fuori era giustificata. Non poteva far altro che parlare con se stessa “Olimpia, perdonami ti prego, per non aver pensato a te prima di tutto. Non riesco ad eliminare questo tuo rancore che lentamente ti sta portando via, devo solo accettare il fatto che ormai non vuoi più che faccia parte della tua vita”, Xena notò gli occhi di Olimpia guardare il sais infilato sulla parete accanto a loro “Se per liberarti da questa pazzia devo nuovamente morire lo accetterò, perché so che non sarà per mano tua, ma per mano di colei che non si è mai arresa dal suo scopo di dividerci”.
Olimpia afferrò il sais dalla parete e lo puntò in direzione di Xena “Questa volta Antinea è riuscita a farmi odiare da te”, Xena guardò per l’ultima volta lo sguardo freddo e deciso dell’amica, poi chiuse gli occhi, aspettando la fine.
Trattenne il fiato nel momento in cui sentì il sais colpire il suo stomaco.
Ma quello che sentì non fu una lama ha penetrargli la carne…
Aprì gli occhi cercando di capire cosa stava accadendo. Notò che gli occhi di Olimpia erano sereni, ma subito dopo sorrise dispiaciuta.
Abbassò lo sguardo, accorgendosi che Olimpia l’aveva colpita con la parte del manico così da non procurarle nessuna ferita.
Una serenità ed una gioia provò Xena, ma venne bruciato all’istante da quello che accadde dopo.
Xena guardò gli occhi dispiaciuti dell’amica e fu in quell’attimo che Xena sentì rimbombare in tutta la stanza le grida isteriche di Antinea “Uccidila!”.
Quello che accadde fu terribilmente atroce per la guerriera.
La mano di Olimpia spinta da Antinea, che avrebbe dovuto colpire Xena, si oppose con la volontà dell’amazzone rigirando il pugnale e scagliarlo su se stessa.
La lama affilata penetrò nel ventre di Olimpia, lasciando agghiacciato lo sguardo di Xena.

Lentamente il corpo di Olimpia si accasciò tra le braccia di Xena “No, no Olimpia!!!” gridò disperata.
“Xena…io non avrei mai…fatto, quello che lei voleva”-“Olimpia avrei accettato volentieri la morte se significava liberarti da questo dolore”, respirava con fatica, poi impugnò il sais sfilandolo.
Xena la fece sdraiare, tenendole la testa tra il suo braccio e con l’altra mano premeva la ferita, ma il sangue le usciva a dirotto.
La guerriera era in preda al panico “Sascia aiutala, fai qualcosa!” l’uomo non rispose, si limitava a guardarle.
Olimpia cercava con tutte le sue forze di poter parlare “Ascolta…L’altra sera ho sognato, che ti uccidevo….e non avrei mai accettato…di vivere con questo rimorso. Tu sei…la mia vita. Come potevo solamente pensare…di fare una cosa…del genere”, la bocca incominciò a sanguinare “Olimpia non parlare, ti prego!”-“Sascia è un amico…ascoltalo. Lui mi ha…promesso che…ci aiuterà”, Olimpia accarezzò il viso di Xena dolcemente “Non piangere…vedrai che il …dolore passerà.” Xena le strinse la mano “Sascia aveva ragione…solo quando perdiamo…qualcuno, capiamo…quello che ci…lega. Io ho capito…quando ti ho perso…quanto ti amavo”-“Olimpia tu sei l’altra metà di me. Sei la cosa più importante che abbia mai avuto. Hai rubato il mio cuore, anche se avvolte ti trattavo duramente o ti trattavo da bambina, lo facevo per aiutarti a vivere perché per me eri importante. Dovevi imparare a vivere in questo mondo, perché ti amavo…perché ti amo…e ti amerò per sempre”-“E’ bello…sentirtelo dire”, Xena si chinò baciandole delicatamente le sue labbra “Per sempre…rimarrò nel tuo cuore…Questo è solo…un brutto sogno. Un giorno…ci rincontreremo…e sarà…per …Sem…pre” la mano di Olimpia, che prima le accarezzava il viso, scivolò dalle sue mani cadendo al suolo.

Incredulità…………Smarrimento…………..Assurdità………………….Pazzia………….
In quel momento gli occhi di Xena vennero offuscati dalle lacrime, che le scendevano incessanti. Strinse a sé il suo corpo, così tenero e tanto amato “No, no non lasciarmi! Ti prego Olimpia…tu non devi morire, non tu….non tu”.
Il dolore schiacciava sempre più il cuore della guerriera, da una realtà agghiacciante.
L’aria divenne irrespirabile.
Solo un caldo silenzio, alla fine le avvolse.


IN UN ALTRO MONDO

Il buio mi circonda come sempre, cosa darei per vedere anche uno spiraglio di luce.
Qualcosa sta cambiando dentro di me. Sento la testa pesarmi più del solito e la stanchezza dominare ancora il mio corpo.








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