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UNA NUOVA VITA

ottavo episodio

di Enemek

I pensieri di Xena si erano annullati,non voleva capire, ragionare o cercare di trovare una spiegazione. La sua paura più grande si era manifestata e l’unica cosa che poteva fare, era quella di accettare questa realtà.
Xena incominciò a ridere dal nervoso “perché proprio adesso…proprio adesso che avevo finalmente deciso per il bene di entrambe…proprio adesso….devo rinunciare a te”.
Oda rimase in silenzio, si rendeva conto che in quella situazione era meglio non dire nulla.
Dopo un po’ sentì un cavallo avvicinarsi nella loro direzione.
Era Amos.
Oda lo vide “Ci manca pure lui adesso”.
Il giovane si spaventò non vedendo Olimpia “Xena….Oda….cos’è successo?” scese da cavallo di corsa, Oda gli andò incontro cercando di allontanarlo da Xena, che fissava il terreno
“Oda dov’è Olimpia?”-“E’ andata via…”-“Cosa…no non è possibile… Xena!! Perché non l’hai fermata?”. Amos scansò Oda e andò davanti alla guerriera aspettando qualche risposta.
Il sorriso di Xena scomparve sentendo la voce del ragazzo, le pulsazione del suo cuore le sentiva esplodere nella testa “Tu!” si alzò lentamente, arrivando ad incontrare gli occhi accusatori di Amos.
Ma quelli della guerriera non erano affatto piacevoli
“Io mi fidavo di te” Amos non capì
“Ma di che parli”-“Tu mi hai preso in giro…e hai tradito la mia fiducia”-“Ma che dici…Xena lo sai che non potrei mai”.
Questo era troppo, l’istinto della guerriera esplose, dandogli un cazzotto in pieno viso.
Amos barcollò frastornato “Ma che ti prende?”-“Tu sei un lurido bastardo” seguì un altro cazzotto che l’atterrò e subito dopo un calcio in pieno stomaco. Oda chiuse gli occhi nell’immaginare il dolore del poveretto
“Alzati….Bastardo!” Amos cercò di riprendere fiato, rimanendo a terra.
Xena lo afferrò e lo tirò su “Sarai soddisfatto, vero?”-“Non….sò….di cosa parli”-“Parlami del vostro segreto,Amos”
seguì in cazzotto e cadde a terra “Avanti…quando pensavi di dirmelo” Amos si allontanò prendendo del tempo per riprendere fiato
“Io…avrei voluto, credimi…..Ma Olimpia….non voleva” il parlare faceva innervosire ancora di più la guerriera
“Adesso non incolpare Olimpia, viscido verme!” Amos si rialzò, Xena gli diede un altro cazzotto ma Amos riuscì a schivare. Ne arrivò un altro e schivò anche quello
“Xena…cerca di ragionare, ti prego”.- “Anche tu dovevi farlo” e questa volta andò a segno con un destro, un sinistro e un calcio in pieno volto, scaraventandolo per dieci metri.
Oda cercò di fermare Xena “Basta…così lo ammazzi”-“Oh,no…non preoccuparti, non renderò orfano quel bambino”
Xena afferrò Amos per le vesti “Tu hai approfittato della situazione e questo non ti fa onore” gli diede una testata in pieno volto facendolo barcollare all’indietro
“sai cosa faremo…Adesso noi andiamo a salvare Olimpia e poi…”
Amos cercava nel frattempo di riprendere fiato, il suo viso era diventato una maschera di sangue.
Xena avanzava e Amos indietreggiava
“Arrivati al villaggio, tu sposerai Olimpia come del resto volevi arrivare, giusto?”
gli si avventò dandogli un altro cazzotto.
Amos cadde a terra, Xena lo tirò su aspettando una sua risposta “Vorrei…ma non posso”
Xena lo fulminò “Risposta sbagliata” di conseguenza una ginocchiata in pieno stomaco.
Amos si chinò appoggiando il volto sulla spalla di Xena “Adesso caro mio…” lo scostò da lei guardandolo negli occhi
“tu non ti tiri indietro. Pensaci un po’…Che mi rispondi?”-“Non è quello che vuole Olimpia”-“E certo…adesso dai la colpa a lei…sei proprio un bastardo…Sei un uomo o no!”
una ginocchiata nelle parti basse e Amos cadde a terra immobile dal tremendo dolore.
Xena si allontanò, andò verso Argo e tirò fuori dalla sacca una corda.
Oda si avvicinò preoccupata “Che vuoi fare?”-“Niente di che, torniamo al villaggio”
Xena raggiunse Amos ancora dolorante
“Dato che tu sei l’uomo e sei tu che prende le decisioni in famiglia, ti farai rispettare o per lo meno ti prenderai le tue responsabilità di padre, se non vuoi fare il marito” Xena gli legò i piedi
“Ma se non vorrai fare ne anche il padre…” Xena afferrò la corda salì su Argo legando la fune nella sella “Allora…non credo che tu non abbia ragione di vita”.
Oda afferrò la gamba della guerriera “Così lo ammazzi”-“Questo non è un tuo problema. Dipende da lui, se cambia idea sposando Olimpia io scendo e lo slego, altrimenti…”.
Amos cercò di trovare la forza di rispondere “Non posso come te lo devo dire”-“Allora vuoi proprio morire!!”-“Xena…c’è una ragione…”gridò Amos .
Xena si voltò incuriosita “Sentiamo”-“Non sono io il padre”.
Xena rimase un attimo in silenzio, poi… “Ma tu senti questo…bastardo e anche bugiardo. A mio parere, tu meriti questo ed altro”.
Xena stava per partire al galoppo, quando Oda si mise di fronte al cavallo
“Adesso smettila”-“Togliti Oda o lego anche te” Xena era in preda all’odio “Basta così Xena”
Oda fissò negli occhi Argo, facendolo indietreggiare
“Che diavolo stai facendo al mio cavallo!” dopo qualche secondo Argo si sdraiò a terra privo di sensi.
Xena scese al volo “Adesso la pagherai anche per questo”
Oda alzò le braccia e scaraventò Xena senza averla toccata.
La guerriera rimase stupita, già in passato fu colpita in quel modo da Lao Mà
“Adesso basta. E’ giunto il momento che tu sappia come sono andate le cose”-“Di che stai parlando”-“Di quello che è accaduto. Ma prima ti devi calmare,altrimenti non saprai niente”.
Xena ci pensò e cercò di calmarsi.
Oda nel frattempo raggiunse Amos e lo slegò “Come stai?”-“Bene, sto bene” Amos guardo a fatica Oda “Grazie”.
In quel momento Oda si ricordò le parole di Sascia dette qualche ora fa ( “se non andrai insieme a loro…quel ragazzo troverà la morte”)

“Coraggio è tutto finito” Xena li guardò infastidita “Allora?”
Oda le andò di fronte “Cerca di non usare quel tono con me, capito!”
Xena la fissò senza risponderle, Oda la invitò a sedersi e ad incrociare le gambe
“Adesso userò la tua mente per farti rivivere quello che è accaduto. E’ importante che tu ti rilassi. Concentrati e libera la tua mente, chiudi gli occhi”
Amos cercò di riprendersi senza fare rumore, assistendo alla scena
“Non potrai infierire sulle persone che vedrai, perché nessuno ti potrà vedere e ne sentire. Ma la vivrai in prima persona, andiamo indietro….”
Xena chiuse gli occhi “ Andiamo indietro…Tu e Olimpia che arrivate ad Anfipoli….indietro….
Tu e Olimpia che scendete dalla nave….indietro…..
In Egitto alla festa di Sascia….. indietro……
Tu che riacquisti la memoria….indietro….
prima che inizi la festa di Antinea….
Xena aprì gli occhi.
La guerriera si trovò seduta con le gambe incrociate in una stanza molto familiare.
Si alzò e vicino la finestra vide Evi. Indietreggiò sentendo i passi di qualcuno che entrò dalla porta “Olimpia!”
la ragazza era scossa e agitata “Basta, non ce la faccio più, Evi”
cercò conforto tra le sue braccia.
In quel momento Amos entrò nella stanza pieno di speranza e trovò Olimpia abbracciata ad Evi
“ Olimpia, ascolta…una cosa fantastica…” la sua reazione aggredì Amos “ Basta ! Non resisto più, non ce la faccio più. È troppo… vederla così, finalmente viva, vera e così diversa…così sconosciuta, che per me è troppo” – “Olimpia ascoltami. Xena ha ricordato il tuo nome e questo vuol dire tanto”- “Vuoi dire che si ricorda di me?”- “ No, neanche lei se lo spiega”, sembrava che quelle parole avessero calmato Olimpia. Ma la realtà era ben diversa dal desiderio, che la sua rabbia l’esplose dentro “Lo vedi è inutile, non faremo in tempo”- “ Ma perché devi essere così negativa, devi insistere per il bene di Xena”- “E a me chi ci pensa?”, Olimpia si girava intorno come se volesse trovare quello che aveva perso di più caro
Xena guardava in silenzio ed impressionata di poter rivivere una parte della vita della sua amica.
Olimpia si sedette su un sedia, ma l’agitazione era tanta che non riusciva a stare ferma.
Xena sorrise dispiaciuta notando la sua agitazione “Povera Olimpia ti ho fatto proprio tribolare… Quanto sei dolce”
“No, basta non rimango ancora un altro po’ –“ Non puoi andartene adesso” – “ Perché no! Come pensi mi sia sentita quando ho sentito come parla di Antinea, come pensi mi senta nel vederla in quello stato…è finita Amos, io non ce la faccio è troppo per me, non lo sopporto”, Amos la fermò posando le sue mani sulle sue spalle “ Olimpia è adesso che devi resistere, Xena ci ha dato una speranza, non puoi mollare proprio adesso”, Olimpia si scostò dalla sua presa “Smettila d’infierire su di me, non abbiamo nessuna possibilità, Antinea è più forte di noi” – “ Vuoi dire che è più forte di te!”- “Pensala come ti pare, io me ne vado”- “ NO tu non te ne vai”, Olimpia ed Amos incominciarono ad alzare sempre più la voce ed Evi restava in disparte a guardarli, “ Non te lo permetterò”- “ Provaci”.
Evi stufa della scena a cui stava assistendo si mise in mezzo tra loro due
“Adesso basta! Smettetela, sembrate due ragazzini in litigio”, Amos cercò di parlare ma anche Olimpia voleva dire la sua “ Sto cercando di far capire che Olimpia sta commettendo un grosso errore, se rinuncia proprio adesso” – “ Ah si ? Bè ti ringrazio del tuo interesse ma so decidere da sola, quello che è bene per me”, rincominciarono a discutere “ Basta, smettetela, anche un sordo vi sentirebbe!”.
Trascorsero qualche secondo di silenzio.
“ Adesso con calma, mi dite tutto quello che è accaduto in quella stanza”, ma non aveva considerato che entrambi erano euforici per quello che era successo ed ansiosi di raccontarglielo, così che sia Amos che Olimpia iniziarono a parlare contemporaneamente, non facendo capire niente alla povera Evi.
La confusione accecò la testa di Evi che esplose “Basta! Non ci capisco niente in questo modo…! Adesso parlerà Olimpia e poi parlerai tu Amos, con calma…e senza urlare”.
In alcuni casi Evi sapeva essere molto convincente e solo così riuscì a capire come erano andati i fatti.
Amos spiegò come Xena si era ricordata del nome di Olimpia “ E adesso lei vuole mollare…ma dico siamo impazziti?”, Olimpia fulminò Amos “ Vuoi ricominciare?”, Evi alzò gli occhi al cielo .
Amos ricominciò la discussione con Olimpia “ Si perché, a volte non sembri affatto cresciuta” –
“ Senti chi parla…abbiamo il maestro e non ce ne siamo accorti, forse tu ti sei montato la testa, a parer mio”- “Almeno io la uso”.
Evi era veramente stanca “ Vi prego…smettetela”, Amos continuò
“Ma lei vuole andarsene”, Evi fulminò Amos per fargli capire di tacere “ Qui non andrà via nessuno”, si avvicinò verso di lei “ Ascoltami Olimpia, lo so che fa male tutto questo…ma te lo chiedo per favore, resisti insieme a me.
Non è facile vedere mia madre insieme a quella donna e vorrei tanto che tornasse quella di un tempo. Manca poco, il tempo ci darà la risposta, se falliremo…allora rinunceremo al nostro sogno. Ma adesso che c’è uno spiraglio di luce…ti prego lotta insieme a noi…insieme a me, per la nostra Xena”, Evi strinse le mani di Olimpia e la donna contraccambiò con un forte abbraccio
“ Scusami Evi, avevo dimenticato che è anche il tuo sogno”- “ Vedi Olimpia è un buon segno che mia madre abbia quest’emozioni senza spiegarsene il motivo. Il suo vuoto sarà presto ricoperto dai ricordi e tu Olimpia non devi cedere adesso”- “ No non lo farò”, Olimpia si girò verso Amos
“ Scusami Amos non volevo attaccarti così”, il giovane le sorrise dolcemente
“Olimpia non preoccuparti so quanto stai soffrendo per tutto questo. Farò di tutto per vedere il sorriso di nuovo nel tuo volto”, le accarezzò il viso ed entrambi si scambiarono un tenero abbraccio.
La situazione finalmente era tornata alla normalità, tutti e tre erano più determinati di prima, pronti per affrontare quella situazione impossibile.
Amos cercò di accelerare i tempi “ Adesso cosa facciamo?”, Evi che sembrava la più decisa prese in mano la situazione “Ci muoviamo a modo mio, Amos portami da mia madre, tu Olimpia è meglio che rimani qui e non ti muovere, qualsiasi cosa accada, va bene?”, Olimpia annuì.
“Che vuoi fare Evi?”- “Niente di tanto complicato Amos, dirle semplicemente la verità”, così uscirono dalla stanza.
dopo qualche minuto Olimpia andò verso la finestra “Sarà successo sicuramente qualcosa, non ce l ‘ha faccio più, devo uscire di qua, altrimenti impazzisco” andò verso la porta “No Olimpia, Evi ti ha detto di non uscire”
Olimpia aprì la porta, ma Antinea la fermò “Quanta fretta!Dove credi di andare!-
“Antinea”
Xena sgranò gli occhi, quella presenza non le diceva niente di buono
“Olimpia vattene!” ma l’amica indietreggiò e Antinea chiuse la porta.
Olimpia rimase immobile al centro della stanza, aspettando quello che Antinea le avrebbe detto.
“Non credere di portarmi via Xena, proprio adesso che mi appartiene”-“ Xena non appartiene a nessuno. E’ lei che decide con chi vuole stare”.
Antinea la fissava con cattiveria “Credi di vincere non è così?”- “ Lotterò fino alla fine per riaverla”, Antinea le girava intorno, poi con la forza della sua mente le fece vedere una cosa
“Sai, penso proprio che prima che canti vittoria tu debba vedere” Olimpia non capiva.
Antinea alzò il braccio indicando il letto che stava nella stanza e come per magia le coperte presero forma di due corpi “ Questo è quello che la tua amica, se così si può definire, ha fatto ultimamente”, gli occhi di Olimpia erano increduli, non riusciva a vederne i volti, perché erano coperti, ma i lamenti di piacere di Xena le davano alla testa.
Antinea stava sfruttando la situazione “ Cosa pensi che sia amore o solo sesso? Ma che importa…cosa sia, per noi due…l’importante è provare queste emozioni, no?”
Quei corpi che si muovevano lenti, le davano il volta stomaco pensando a loro due.
Olimpia completamente esausta e fuori controllo,afferrò le coperte e le tirò via con tutta la forza…
Xena era senza parole, non poteva essere lei con Antinea. Era perfettamente cosciente di quel periodo così vuoto e andare a letto con qualsiasi altra persona era impensabile “No Olimpia non crederle quelle è un immagine inesistente, non esiste.. ti vuole ingannare”
Olimpia non poteva credere alle parole di Antinea, voleva vedere ma il letto disfatto dalla sua rabbia non le fece vedere nulla.
“Tu menti…stai giocando con i miei sentimenti”, Antinea sorrise alla disperazione di Olimpia
“La gelosia è una brutta bestia, non è vero? Ti entra dentro come un coltello e non ti fa respirare, così cerchiamo delle verità false per non impazzire…Povera Olimpia, quanto ti fa male tutto questo…”. Olimpia vagava per la stanza cercando di trattenere i suoi pensieri i suoi dubbi. Poi si fermò e voltandosi verso Antinea e sorrise “Se stai cercando di farmi odiare Xena perché è venuta a letto con te, non ci riuscirai. Se è successo non ha importanza, perché Xena non era lei…e poi anche se fosse esiste il perdono”.
Xena sorrise teneramente sentendo queste parole. Antinea fissò Olimpia “Anche se non ci crederai anch’io la penso come te, la perdonerei se venisse da me , anche se in passato ho visto questa scena” Antinea tirò via il lenzuolo che stava sul letto e come per magia la visione di quelle due persone ripresero forma e Olimpia le vide ancora… scoprendo i loro volti.
Due corpi, nudi , che ansimavano, che si amavano.
“Ma siamo io e Xena!” – “Già non ti senti più male non vero?” Antinea si avvicinò mettendosi dietro a Olimpia e con uno scatto afferrò il suo braccio bloccando ogni suo movimento e con l’altra le toccava il ventre “Come pensavo…una nuova vita sta crescendo dentro di te” sentite queste parole trovò la forza di liberarsi e si allontanò dalla donna “Che diavolo stai dicendo…non ti permetto di dire certe cose”-“Non le direi mai queste cose… come le chiami tu , se non fossero vere”- “Non so di cosa stai parlando”-“Sto parlando del regalo che ti ha voluto fare non so chi…ma a permesso che questo tuo desiderio si avverasse”-“Quale desiderio?”- “Un figlio….tuo e di Xena” .
Olimpia sgranò gli occhi “Ma come può essere” Xena rimase immobile ad ascoltare le due donne.
“Semplice…grazie all’aiuto del vostro amico Xena è riuscita ad entrare nel suo corpo e poi successivamente ad entrare nel tuo…” disse schifata nelle parole finali.
“Incredibile non trovi…come dire.. un dono di una divinità…che poteva benissimo farsi gli affari suoi” Olimpia continuava a non credere e in quei momenti si accarezzava la pancia.
“Un bambino mio e suo…” Antinea rimaneva a guardare il volto della donne illuminarsi di una gioia inaspettata. Ed in quel momento ne uscì tutta la sua cattiveria “E’ una bella notizia non è così…Non vedi l’ora di andare da lei e dirglielo… non è così…” – “Puoi contarci”- “Sai è qui che mi sorprende la tua ingenuità nel credere che io non farò nulla per impedirtelo” Antinea aprì la mano e fece vedere una polvere bianca “sai cos è questa? Una maledizione….fatta con le ceneri di tua figlia Speranza, che ho conservato gelosamente per tutto questo tempo sapendo che prima o poi mi sarebbero servite” Olimpia sgranò gli occhi inorridita “Vedi cara la mia Olimpia , non potrei mai stare con le mani in mano e vedervi finalmente felici e per giunta coronare il vostro sogno più impensabile” Olimpia rimaneva in silenzio, accarezzando preoccupata il suo ventre, ma la gioia che provava in quel momento era troppo grande per capire il piano diabolico di Antinea. Ma la parola “tuo figlio morirà” la fece rinsavire. Xena guardò Antinea con odio “Tu non oserai”.
Antinea sorrise notando il volto di Olimpia diventare cupo “Vedo che la faccia da ebete che avevi pochi secondi fa è sparita” la donna le girava in torno soddisfatta “Ebbene si, cara la mia amazzone…la vita di tuo figlio dipenderà dalle tue parole. Prova ha dire a Xena che stai aspettando un figlio tutto vostro e lo vedrai uscire dal tuo corpo”- “Ma se non spiego a Xena che questo figlio è suo e non di…” un attimo di silenzio, Xena sgranò gli occhi “Amos”. Antinea scoppiò in una risata e Olimpia capì “Amos…tu vuoi che Xena creda che questo figlio è di Amos e non suo…mi lascerà” Olimpia si mise una mano sulla fronte la disperazione la stava facendo impazzire. Sapere una cosa del genere avrebbe fatto soffrire la sua Xena.
“Ma che brava che sei. La vita è fatta di scelte, lo sapevi no.. Vuoi che tuo figlio nasca? Allora rinuncia a Xena. Non vuoi perderla? Niente figlio”- “Ma certo…quella sera che Xena entrò nel corpo di Amos… Oddio vuol dire che io e Amos abbiamo…”- “certo altrimenti come poteva accadere il concepimento. Era troppo bello se fosse stato tuo e di quel bamboccio”-“E’ di Xena perché in quel momento c’era il suo spirito la sua essenza. Ecco perché vedevo lei, sentivo lei” Olimpia era in preda alla felicità ma che veniva divorata all’istante da una terribile scelta “Non ho parole per come hai studiato il tutto”- “E’ vero un piano fantastico ed eccitante non trovi?” Antinea era troppo soddisfatta e felice, la sua risata rimbombava nella testa della guerriera che aprì gli occhi al presente.

Xena aprì gli occhi, ritornando alla realtà.
Oda si alzò “Adesso sai la verità” e andò da Amos “Fammi vedere questo naso”
Xena era sconvolta, ma nello stesso tempo una gioia immensa le stava invadendo l’anima
“ma com’è possibile” - “Semplice, qualcuno con doni particolari a voluto esaudire una vostra richiesta” rispose Oda mentre medicava Amos “ma io non ho mai pregato che…insomma… mi sarebbe piaciuto… ma è una cosa impossibile …” - “allora si vede che questa divinità a voluto accontentare Olimpia, visto che lo desiderava più di ogni altra cosa”
Xena era impressionata, questo era un sogno divenuto realtà.
Oda controllava la faccia di Amos “ma lo sai qual è la cosa più brutta in tutta questa storia? Dovresti essere grata a questo ragazzo perché se non era per lui sarebbe stato tutto diverso e invece guarda come l’ hai conciato” Xena si rese conto di quello che aveva fatto.
Si alzò e andò verso di lui “Non ho parole per scusarmi con te, Amos…io” - “no, non devi anch’io avrei reagito così, per Olimpia”-“Vieni che ti sistemo il naso, ti farà un po’ male ma poi ti passerà” Xena drizzò il naso al ragazzo “adesso che facciamo?”chiese Amos.
Oda risvegliò Argo e Xena lo sistemò “Voi tornate al villaggio, io vado a sistemare una faccenda una volta per tutte” montò a cavallo, ma Oda la fermò
“Xena ascolta” - “che c’è” - “ti chiedo solo una cosa”- “cosa?” - “Non devi uccidere Antinea” –
“Mi stai chiedendo la luna lo sai?” - “Ti prego è importante, se tieni a Olimpia tu non ucciderla”-“Vedrò cosa posso fare, comunque dovrai spiegarmi anche questa”
Oda si scansò e fece partire Xena al galoppo.

Antinea entrò nella stanza di Olimpia
“Perfetto il mio piano sta funzionando” -“Che vuoi dire?” - “Xena sta arrivando ed è carica di odio, quindi penso proprio che oggi sarò una delle sue tante vittime”-
“Adesso ho capito tutto, tu vuoi che Xena ti uccida!”-“esatto, strano vero?.
Lo deve fare altrimenti la mia maledizione non potrà adempiersi”-
“Hai calcolato ogni cosa”-“Certo… voi riuscite sempre a rimediare ad ogni mio tentativo e questo non deve succedere.Adesso però ti devo salutare, ma ci rivedremo molto presto, Olimpia”
Antinea uscì e chiuse la porta a chiave, Olimpia andò verso l’uscita sbattendo i pugni sulla porta “Non puoi farlo Antinea”
la disperazione si trasformò in un pianto disperato “Che tu sia maledetta….Antinea….che tu sia maledetta”.

Xena arrivò al castello, superò il ponte levatoio che trovò già abbassato.
Nel castello non c’era l’ombra di nessuno “E così mi stai aspettando…meglio così risolveremo subito la questione” disse tra se.
Xena scese da cavallo ed entrò.
La sala principale del castello era deserta, tranne il trono occupato dalla presenza di Antinea “Finalmente ci rivediamo…e questa volta da sole”-“Non sono venuta per incontrare te, ma per riprendermi qualcosa che mi appartiene”-“E che a te, interessa particolarmente, adesso…non è cos’ì?”-“Sarei venuta lo stesso. Devi finirla di metterti tra me e Olimpia. Adesso poi non hai più possibilità di dividerci” –“Io non ne sarei così sicura, lo sai quali sono le mie intenzioni?”-“Non m’interessano”
Xena si voltò andando a cercare Olimpia, ma Antinea non glielo permise
“Sai…visto che tu non ne vuoi più sapere di dominare il mondo insieme a me , ho deciso di cambiare il mio condottiero e quale persona più adatta se non un bambino concepito da due donne!” Xena si bloccò e voltandosi la fulminò
Antinea incominciò ad avvicinarsi lentamente “Non trovi , che sarebbe inusuale?. Un bambino che prende lo spirito di dominatrice della prima madre, dove la rabbia, la destrezza, scorre nelle sue vene e una forza alimentata dalla voglia di vivere cerca di controllare quel male che pensiamo di dover eliminare e che invece aspetta solo di essere alimentato”-“Se hai fatto del male ad Olimpia”-“No, ma che scherzi..lei aspetta il mio condottiero, l’uomo che dominerà il mondo”-“Chi ti dice che sarà un dominatore”-“Ah è vero…dimenticavo di dirti che è un maschio.Quindi è perfetto!”-“Tu non riuscirai ha vederlo”-“prova ha impedirmelo…una volta nato, Olimpia non mi servirà più!”
detto questo Antinea si scagliò su Xena afferrandola sul collo.

Olimpia cercava un modo per uscire da quella stanza. Quando le venne in mente un idea…


Antinea stringeva sempre di più, Xena cercava di dimenarsi ma inutilmente
“ E stupendo quando hai tra le mani la vita di un essere umano. Ma tu questa sensazione la conosci, non sono certo io ad insegnartelo. Tu sei come me…il male è dentro di te…lo hai deciso tu ricordi? Quando uccidesti il corpo del capo delle amazzoni, tu mi hai donato la tua vita e non potrai liberarti più di me”
Xena si lasciò cadere all’indietro e scaraventò Antinea con la forza delle gambe .

Olimpia legò tutte le lenzuola che riuscì a trovare formando una corda. Poi lentamente, cercando di stare molto attenta si calò entrando nella finestra al livello di sotto.

Xena si rialzò riprendendo a fatica il respiro
“Se pensi che ti lascerò rovinare la nostra esistenza ti sbagli di grosso”
Antinea si rialzò in un lampo “L’unica cosa che puoi fare è uccidermi, per impedirmelo…perché questa volta cara la mia Xena, tu non mi servi più”
prese una spada e attaccò Xena che schivò ha fatica i suoi colpi
“Sono due le cose, Xena o mi uccidi oppure…MUORI” Antinea gli sferrò un calcio in pieno stomaco scaraventandola dieci metri lontano.

Olimpia riuscì ad entrare nella stanza. Dopo di ché corse fuori cercando di raggiungere l’amica.

Xena si rialzò sfilò la sua spada dal fodero ed incominciarono a combattere senza sosta
“ Ti ho sempre battuto, Antinea”-“Strano a me non risulta”

Olimpia entrò nella sala, senza farsi vedere, vide Antinea e Xena duellare con le loro spade. Si
avvicinò sempre di più.

Le donne incrociarono le loro armi
“Sai Xena perché non vogliono che tu mi uccida?”-“Sentiamo”-“perché se tu lo farai condannerai te stessa ad una vita di dolore e sofferenza”-“la mia sofferenza è vederti, Antinea”
con un colpo le tolse la spada facendola cadere a terra, trovandosi con le spalle al muro senza via di scampo “E adesso, cara la mia Antinea ti saluto di cuore”
alzò la sua spada per infilzarla quando…
Olimpia si mise tra lei e Antinea “no ferma non farlo”
un flash invase la mente di Xena.
Il sogno fatto tempo fa si stava avverando e con questo anche una tremenda sensazione di pericolo invase il suo istinto
“Olimpia togliti….lo devo fare per il bene nostro”-“No se lo farai la maledizione si avvererà”-“Olimpia io voglio vivere in pace insieme a te…con nostro figlio”
nel sentire queste parole Olimpia si commosse “Allora lo sai!”-“Si e sono la persona più felice di questa terra”-“Allora non macchiare questa gioia con il sangue di Antinea”
Xena si fermò un attimo e gli occhi di Olimpia che le erano mancati per troppo tempo la fecero ragionare, così alla fine abbassò la spada
“Va bene, come vuoi tu” le allungò la mano, ma prima che Olimpia potesse prenderla…
Antinea si alzò in piedi dietro Olimpia.
Xena vide che Antinea nascondeva un pugnale sotto la manica della sua veste.
Antinea si scaraventò con tutto il corpo verso di lei e Xena involontariamente alzò la punta della sua spada, trafiggendola.
Xena si sentì in colpa per aver fatto accadere qualcosa contro la sua volontà.
Antinea le si accasciò addosso “Visto, non ci voleva poi così tanto. Tutto andrà come previsto” detto questo Antinea cadde a terra priva di vita.
Xena si rialzò fissando il corpo di Antinea “Per la prima volta mi dispiace che sia morta, non volevo credimi Olimpia” si voltò verso l’amica
“Lo so è stato un incidente,non importa” Olimpia guardò Xena
“Abbracciami, Xena” dopo diverso tempo riuscirono a ritrovarsi “Abbracciami forte! Ho paura ho tanta paura”-“Non ti devi preoccupare, andrà tutto bene adesso ci sono io e nessuno ci farà del male” Olimpia stringeva forte Xena, quando vide gli occhi di Antinea aprirsi e sentì la sua voce dentro la sua mente
“ Io se fossi in te non sarei così sicura.la mia maledizione ti colpirà ” Antinea rise per un attimo per poi dissolversi nel nulla.
Una folata di vento fece disperdere le sue vesti.
Olimpia era terrorizzata “Andiamo via di qua!”.
Così le due donne lasciarono il castello.

Camminarono in groppa ad Argo.
Olimpia imbarazzata interruppe quel silenzio che era sceso tra di loro
“ Xena…cosa pensi di questa storia?”-“Che è una storia meravigliosa” circondò la vita di Olimpia con le sue mani.
Fece fermare argo e avvicinò la sua bocca sull’orecchio di Olimpia
“E la cosa più straordinaria è…che è solo nostro” in quell’attimo il bambino si mosse nel ventre della donna “Xena hai sentito?”-“Si è bellissimo, come sempre”-“Ha sentito le tue mani, sa chi sei!”-“Già sarà fortunato ad avere due madri che lo colmeranno d’amore”-“Che ne sai che sarà un lui, potrà essere anche una lei!”-“Si è vero…ma uno di solito parla sempre al maschile. Tu che vorresti?”-“Non ho preferenze, voglio solo che stia bene”- “Bhè penso che dai calci che ha dato penso proprio che scoppi di salute”
Xena fece ripartire Argo “Ma se dovessi scegliere?”-“Mi piacerebbe che fosse un maschio, biondo con i tuoi occhi”-“Ma potrebbe avere anche i tuoi, perché i miei?”-“Perché li adoro”
Xena la strinsi delicatamente dandole un bacio sulla spalla “Xena mi fai morire così”-“Ok non lo faccio più”-“Aspetta che arriviamo, no!” –“Certo ,come no”.

Arrivarono al villaggio in piena notte.
Xena scese aiutando anche Olimpia, andarono verso la casa di Amos, bussarono e Evi aprì la porta “Olimpia! Madre!” saltò di gioia nel vederle e le fece accomodare.
Era l’ora della cena , Virgilio si alzò e anche Amos.
Sascia rimase seduto ad aspettare il suo turno, nel salutare le loro amiche.
Olimpia abbracciò tutti, poi vide Amos “Santo cielo, Amos chi ti ha ridotto così?”-“Non è niente è stato solo un malinteso” Olimpia si voltò fulminando Xena “Sei stata tu?”-“Olimpia ero arrabbiata…”-“Lasciamo stare, facciamo i conti dopo” Xena sbuffò alzando gli occhi al cielo.
Quando Olimpia si accorse della presenza di Sascia, le lacrime le uscirono senza volerlo “Sascia? Sei venuto alla fine!” l’uomo si alzò e Olimpia le andò incontro abbracciandolo “Sascia è morta…Antinea è morta!”-“Lo so, Olimpia calmati adesso non ci pensare. Lo faremo quando sarà necessario.Sono qui per questo ricordi? Per aiutarvi” l’uomo le asciugò il viso.
Evi cercando di riportare un atmosfera tranquilla, aggiunse altri due posti a tavola.
Così quella cena fu caratterizzata dalle varie esperienze, da come Virgilio e Amos si erano incontrati; come Xena aveva gonfiato di botte Amos e tutto condito tra le risate.
Ma nessuno riuscì a chiedere come erano andati i fatti della mote di Antinea.
“Aspettate ma, qui manca Alti?”chiese Olimpia “Non esiste nessuna Alti”-“Ma che dici Xena?”-“E’ così, Alti non era altro che Oda, travestita dalla sorella di Antinea”-“E perché l’avrebbe fatto?” in quel momento intervenne Sascia “Perché ti doveva aiutare a non avere paura di Antinea”-“Ma certo, perché altrimenti nel suo stato si sarebbe agitata”-“esatto Xena”-“E’ stata tua l’idea, giusto?”-“Diciamo che Oda è buona e cara, ma prima che decide di fare una cosa per gli altri, bisogna pregarla”-“ma lei dov’è?”-“E’ tornata in Egitto aveva il fondo schiena a pezzi” disse Sascia trascinando tutti in una tranquilla risata.
Quella sera Olimpia si sentiva tranquilla e protetta,era circondata dalle persone che più voleva bene, cos’altro poteva chiedere?
Forse che quella tranquillità potesse durare più allungo, anche perché sapeva che quello che avrebbe affrontato nel futuro, non sarebbe stato così facile e tranquillo.
Ma per lei bastava anche viverlo per poco.
Guardò xena ridere e scherzare e tra sé si disse che non avrebbe mai potuto ricevere un dono più grande di quello di far nascere una vita con la persona che amava.

Passarono tre mesi da allora.
Gli abitanti di Anfipoli aiutarono le due donne a costruire una casetta, situata tra la fine del villaggio e il fiume.
Xena aveva deciso che nel periodo della gravidanza Olimpia non avrebbe fatto nessuno sforzo, cercando di farla riposare tranquillamente.
La sera Xena leggeva le sue pergamene e avvolte ne discutevano giocherellando tra di loro.
Evi rifiutò la proposta di matrimonio di Virgilio, ma lui non si arrese nell’accompagnarla nel suo giro missionario che aveva deciso di intraprendere.
Sascia si trasferì al villaggio aspettando la nascita del bambino.
Un giorno Sascia e Olimpia passeggiarono nel bosco
“Come ti senti Olimpia?”-“Sono felice, sto passando un periodo meraviglioso, come me lo sarei sempre sognato…e vorrei tanto che non finisse mai”-“Sto cercando di trovare una soluzione”-“Ti ringrazio, se non ci fossi tu mi sentirei persa”-“Olimpia devi tirare fuori tutto il tuo coraggio.Il tempo sta per finire e non sappiamo cosa accadrà”-“Non importa quello che succederà a me, voglio solo che il bambino viva…è troppo importante ”-“Lo so…Ascolta Olimpia, quando partorirai cercherò di ostacolare Antinea con tutti i miei mezzi…ma so già che non riuscirò a fermarla”-“mancano ancora trenta giorni, e poi ogni momento sarà quello definitivo…per questo voglio godermelo sempre di più. Adesso però raggiungo Xena al fiume, ci vediamo Sascia”-“A dopo Olimpia”

Olimpia raggiunse Xena che si stava rilassando facendo un bagno, l’acqua non era fredda, il sole era molto caldo.
Olimpia si sedette sotto l’ombra di un albero, Xena la vide “Ehi tesoro vieni…l’acqua è perfetta ”-“No grazie non mi va di bagnarmi e poi adesso è quasi ora di mangiare”-“va bene, altri dieci minuti e poi esco” Olimpia sorrise “Me lo dici con un tono, come se ci dovessi credere…Sembra una bambina”.
Olimpia aspettò più di mezzora, alla fine si stancò “Io me ne vado”-“aspetta Olimpia…altri cinque minuti”-“No poi diventano altri venti” Olimpia si alzò, la pancia era evidente ma non tanto grossa da impedire movimenti normali.
Fece qualche passo, quando ad un certo punto Olimpia sentì una voce dentro di sé “E così vorresti goderti questi giorni…E se non ci fosse più tempo?” Olimpia sgranò gli occhi, avrebbe riconosciuto questa voce tra mille “Antinea…che vuoi fare, il tempo non è arrivato”-“No cara il tempo lo posso modificare a mio piacere”-“Avevamo un accordo”-“Noi? E quando, io non faccio accordi di nessun tipo…e poi anche se fosse…ho cambiato idea”.
Una fitta al ventre colpì Olimpia che si appoggiò sull’albero.
Cercò di non farsi prendere dall’agitazione e cominciò a respirare “lasciami in pace Antinea!” urlò il suo nome sopraggiungendo un'altra contrazione.
Xena sentì Olimpia urlare e corse in suo aiuto uscendo dall’acqua
“Xena!”-“Olimpia sto arrivando” Olimpia si piegò in ginocchio, Xena la raggiunse “Calmati Olimpia”-“Xena è ancora presto”
Xena l’aiutò ad alzarsi, e vide il terreno dove stava Olimpia bagnato “No Olimpia il tempo è finito si sono rotte le acque”-“No...perché?” la giovane incominciò ha piangere, Xena non capiva tutta la sua agitazione “Olimpia calmati è normale, il bambino ormai è fatto non c’è nessun pericolo per lui…e’ ansioso di vederti”
Xena cercò di farla tranquillizzare “No non deve nascere adesso. Xena non voglio che nasca tra la polvere, andiamo a casa”-“Certo Olimpia con calma, coraggio”.
Xena l’aiutò a camminare ma le doglie sopraggiunsero più frequenti e più forti, così la prese in braccio “Hai ragione…nostro figlio non nascerà tra la polvere” così la portò nel fiume.
Entrò in acqua fino ad arrivare sopra le ginocchia.
La portò in un punto dove l’acqua era più calma “Visto, te lo avevo detto che ti saresti fatta un bagno ”-“Xena non è pericoloso?”-“No…lui c’è cresciuto nell’acqua, rilasserà lui e anche te, fidati” Xena la fece mettere in ginocchio, con le gambe divaricate. Poi sentì sotto il ventre di Olimpia,sorridendo “senti…dammi la mano,questa è la testa, sta per uscire…” Olimpia provò una sensazione meravigliosa, il suo primo contatto con il piccolino, era una gioia immensa
“Coraggio Olimpia devi spingere, ha bisogno del tuo aiuto per uscire” Olimpia guardò Xena intensamente “hai ragione è tempo che lui ci veda…ti amo Xena, adesso e per sempre”
Xena continuava a non capire lo strano comportamento di Olimpia.
Un'altra doglia fece urlare Olimpia, che le afferrò le braccia sempre più forte.

Amos andò a cercarle per avvisare che il pranzo era pronto.
Quando le vide capì che qualcosa di strano stava succedendo, così si precipitò in loro aiuto
“Che succede?”- “Amos… sta nascendo. Mettiti dietro a Olimpia” il ragazzo fece tutto quello che le diceva Xena “Forza Olimpia un ultimo sforzo ci siamo quasi. Mettici tutta la forza lo senti manca poco…” Olimpia era esausta ma felice, mancava veramente poco e l’avrebbe stretto tra le sue braccia.
Respirò lentamente, prese tutto il fiato che le serviva e urlò con tutta la forza.
Xena sentì scivolare tra le sue mani il bambino, l’afferrò tirandolo fuori dall’acqua.
Olimpia si rilassò sorretta da Amos commosso dalla gioia.
Il volto di Xena era raggiante “E’ bellissimo …è un maschietto Olimpia” le disse posando il piccolo tra le braccia di Olimpia, baciandole la fronte.
Olimpia nonostante il dolore fisico appena provato, il vedere e stringere tra le braccia il piccolino le fece dimenticare ogni cosa ; anche se aveva già in passato provato cosa volesse dire diventare madre con Speranza, il suo cuore fu invaso da un emozione fortissima e smisurata.
Xena era euforica nel vedere la sua amata diventare di nuovo madre e questa volta senza avere la coscienza turbata dal dover decidere della vita del proprio piccolo.
Amos corse a casa nel preparare il letto, riscaldare dell’acqua e dare la bella notizia.
Xena prese Olimpia tra le braccia che a sua volta teneva il piccolo
“Come ti senti?”-“Benissimo, è un espressione troppo povera per descrivere come mi sento. Xena la forza che riesci a trasmettermi è enorme, anche adesso stando tra le tue braccia…mi sento completa, non potrei mai vivere senza di te” Xena sorrise per le belle parole che le disse.
Arrivarono a casa, Amos le aprì la porta e sdraiò Olimpia nel letto.
Olimpia fissò lo sguardo nell’angolo della casa “Che c’è?” Xena si voltò notando Sascia seduto a terra con le gambe incrociate , come se stesse in meditazione
“Amos che diavolo ci fa Sascia qui?”-“Non lo so, quando sono arrivato lui stava già lì e non riesco a svegliarlo”-“Ci penso io” ma Olimpia la fermò “No lascialo fare, quando si sveglierà cambierà tutto”-“Olimpia…ancora segreti con lui?”
Olimpia guardò il piccolo che le afferrò un dito “Sascia ti dirà tutto. Ormai le scelte sono state fatte”-“Quali scelte?” Olimpia non rispose ma guardò il piccolo con serenità.
Il bambino incominciò a piangere “dai fallo attaccare che ha fame” le disse Xena cercando di voltare l’attenzione su quelle frasi che l’avevano infastidita.
Amos era affascinato dalla bellezza di Olimpia, in quel momento la vide cambiata, Adesso era una madre che allattava il suo inestimabile tesoro.

Olimpia gli sorrise “Adesso mi rendo conto che potrei uccidere mille persone per questo piccolo tesserino, oppure sacrificare volentieri la mia vita per lui” disse con voce serena.
Ma poi fu distratta dalla figura di Sascia che incominciò ad agitarsi
“Xena ascoltami. Qualsiasi cosa accadrà ricorda sempre che le scelte che ho fatto le ho fatte per il vostro bene e che …” Olimpia incominciò a piangere “ e che niente mi separerà da voi.Io sarò sempre con te” Xena le accarezzò il viso “ Olimpia dai non fare così, è tutto finito”- “Xena ricordati che ti amo oggi e per sempre”-“Si lo so, anch’io Olimpia per sempre” le loro mani s’intrecciarono.
Sascia si svegliò, ed il silenzio invase la stanza.


Sascia si alzò e si avvicinò nel letto, Olimpia con le ultime forze che aveva lo guardò
“Grazie ancora per tutto quello che hai fatto per me, Sascia”.
Il piccolo si era addormentato e Xena lo prese tra le braccia, facendo sdraiare Olimpia
“Sono stanca”
Xena diede il piccolo ad Amos e aiutò Olimpia “Adesso riposati, devi stare in forma”
Sascia bloccò Amos “Riportalo da lei prima che si addormenti” Amos non capì, ma fece come le disse l’uomo, distese il piccolo accanto alla madre.
Olimpia baciò delicatamente la testa di suo figlio “Xena dobbiamo dargli un nome..”-“certo decidi tu”-“desidero chiamarlo Sol”-“Strano, una vocina dentro il mio cuore me l’aveva detto che lo avresti fatto…Grazie Olimpia” la giovane chiuse gli occhi e si addormentò.
Xena li coprì con il lenzuolo ad entrambi per non fargli prendere freddo, sorridendo felicemente.
Qualcuno bussò alla porta, Amos aprì
“Oda? Sei tornata!” la donna entrò “Sono arrivata tardi?”-“E’ nato…ed è un bellissimo bambino” disse Amos fiero come un padre.
Oda si avvicinò nel letto di Olimpia ed incominciò a piangere “perché…perché” Xena la guardò stranita “Oda che diavolo farnetichi”-“Perché questa fine?”
Xena incominciò ad innervosirsi, un presentimento le stava crescendo dentro l’anima
“Oda smettila, non è morta”-“Certo…hai ragione. E’ meglio che vada ha cercare una nutrice per il piccolo”-“Oda stai scherzando con la mia pazienza, smettila non serve nessuna nutrice” nonostante le parole di Xena Oda uscì dalla stanza “fa come ti pare” disse Xena cercando di calmarsi.
Sascia si avvicinò alla guerriera “Mi dispiace Xena” stranamente senza il suo volere le lacrime scesero nel suo viso, asciugandole all’istante “ma che diavolo…se non la piantate tutte e due giuro che vi sbatto fuori” anche Amos guardava con aria interrogativa la situazione “Questo è il giorno più bello di Olimpia, dovete essere contenti anche voi”
Sascia freddò gli animi dei presenti “Questo è l’ultimo giorno di vita di Olimpia” Xena si voltò cercando di fermare la sua reazione che gli puntò un dito contro “Attento la mia pazienza ha un limite”-“vieni Xena usciamo. Dobbiamo parlare è ora che tu sappia tutta la verità”.
Sascia uscì con Xena al quanto infastidita , e si addentrarono nel bosco.
L’uomo gli camminava davanti, dopo un po’ stufa del suo silenzio Xena lo raggiunse afferrandolo ad una spalla per farlo parlare, ma l’uomo prese la sua mente portandola in un'altra dimensione.
Xena si ritrovò nella stanza del castello di Antinea “Basta con queste scene, l’ho già vista, dovete smetterla tu e Oda di giocare con le menti delle persone, hai capito Sascia?” l’uomo non gli rispose e Xena si soffermò ancora in quella situazione.

Antinea girava intorno ad Olimpia “Ebbene si, cara la mia amazzone…la vita di tuo figlio dipenderà dalle tue parole. Prova ha dire a Xena che stai aspettando un figlio tutto vostro e lo vedrai uscire dal tuo corpo”- “Ma se non spiego a Xena che questo figlio è suo e non di…” un attimo di silenzio, Xena sgranò gli occhi “Amos”. Antinea scoppiò in una risata e Olimpia capì “Amos…tu vuoi che Xena creda che questo figlio è di Amos e non suo…mi lascerà” Olimpia si mise una mano sulla fronte la disperazione la stava facendo impazzire. Sapere una cosa del genere avrebbe fatto soffrire la sua Xena.
“Ma che brava che sei. La vita è fatta di scelte, lo sapevi no.. Vuoi che tuo figlio nasca? Allora rinuncia a Xena. Non vuoi perderla? Niente figlio”- “Ma certo…quella sera che Xena entrò nel corpo di Amos… Oddio vuol dire che io e Amos abbiamo…”- “certo altrimenti come poteva accadere il concepimento. Era troppo bello se fosse stato tuo e di quel bamboccio”-“E’ di Xena perché in quel momento c’era il suo spirito la sua essenza. Ecco perché vedevo lei, sentivo lei” Olimpia era in preda alla felicità ma che veniva divorata all’istante da una terribile scelta “Non ho parole per come hai studiato il tutto”- “E’ vero un piano fantastico ed eccitante non trovi?” Antinea era troppo soddisfatta e felice, la sua risata rimbombava nella testa.
Olimpia era inorridita non poteva crederci “Come posso fare” si ripeteva mentre Antinea la guardava divertita “Puoi sforzarti quanto ti pare non c’è nessuna soluzione”-“E se io ti uccidessi?” Antinea scoppiò in una risata. Xena si accorse che la scena continuava.
“Davvero tu vorresti uccidermi? Tu…”-“Xena lo farà sicuramente anche se non saprà la verità sul bambino”-“Si in questo hai perfettamente ragione, ma ricorda che qui stiamo parlando di una maledizione con i fiocchi” Xena commentò “parla maledetta”- “vedi cara la mia Olimpia se io dovessi morire per mano tua o per mano di Xena cosa che vorrei fortemente, la mia anima andrà direttamente all’aldilà aspettando la morte di tuo figlio che avverrà”-“Che diavolo stai dicendo?”-“Hai capito benissimo, se io muoio tuo figlio è morto. A meno che, tu non voglia sacrificarti per lui” Olimpia non credeva hai sui orecchi, si sedette sul bordo del letto per non cadere dallo shock “vuoi dire che quando mio figlio nascerà io morirò dandolo alla luce?”-“esatto,farai questo meraviglioso regalo alla tua Xena, e la cosa più bella sarà quella di non sapere chi realmente sia suo figlio”-“Non credere che io sacrifichi la mia vita senza dire a Xena la verità, lo lascerò scritto”-“Si puoi fare come ti pare una volta morta, questo proprio non m’interessa”.
Xena rimaneva in silenzio senza fiatare il piano diabolico di Antinea era sorprendentemente disumano e orribile per la gioia di Olimpia che desiderava questo figlio più di ogni altra cosa “per questo Oda mi disse di non uccidere Antinea….” Olimpia incominciò a piangere in silenzio cercando di soffocare la sua disperazione “Povera Olimpia non sai quanto sia al settimo cielo vederti in questo stato, ma se tu rinunciassi a Xena e partissi con Amos la maledizione si annullerebbe”-“E tu cosa ci guadagneresti”-“Io avrei la certezza che in un'altra vita sarei al fianco suo, senza te di mezzo naturalmente. Avrai una famiglia stupenda per sempre e nelle vite future, ma le vostre vite non s’incontreranno mai più”-“la maledizione è tutta una scelta in pratica”- “esatto tesoro, la vita è fatta di scelte”-“Mi stai chiedendo di rinunciare a Xena per nostro figlio, oppure il contrario”-“Già” .
Xena non ci vide più dalla rabbia sfilò la sua spada cercando di ucciderla “Antinea sei una donna morta maledetta” colpì ripetutamente la donna senza che accadesse nulla, esausta cadde in ginocchio vicino a Olimpia, che si asciugò il viso “ Sarò di nuovo madre e non farò di nuovo lo stesso terribile sbaglio” Xena guardò Olimpia sapendo già la sua risposta “Speranza è morta per causa mia, anche se in quella circostanza la sua morte doveva avvenire, questo bambino non morirà per mia scelta, vivrà insieme a Xena e per me questa è la gioia più grande”.
Xena chiese gli occhi sconfitta nel sentire le sue parole.

La mente di Xena tornò al presente, era demoralizzata, delusa , stanca e scoraggiata.
Fissava un punto non preciso del terreno.
Sascia si avvicinò “Adesso conosci tutta la verità”-“perché solo adesso?”- “Perché Olimpia ha voluto così”-“Ha portato questo peso per tutto questo tempo senza che io potessi…”
Xena incominciò a camminare allontanandosi dall’uomo “Xena queste sono state le sue ultime volontà”-“sta zitto…non dire nient’altro”
Sascia non aggiunse altro e la lasciò sola.
“Perché Olimpia…non puoi lasciarmi, non puoi farlo un'altra volta”
Xena cercò di buttare il peso che le schiacciava il cuore.
Urlò con tutta la sua forza.
Sia Oda che Amos sentirono le sue urla, ed il bambino incominciò a piangere “Oda che cosa sta succedendo?”-“Siedi Amos adesso te lo spiego”.
Xena cadde a terra in ginocchio, credeva che in quel modo riusciva a liberarsi di quell’angoscia che non la faceva respirare, invece il dolore non cessava.

Sascia entrò in casa trovando Amos sconvolto “Ti prego Sascia dimmi che si può fare qualcosa per Olimpia”-“mi dispiace ma non c’è niente da fare. Anch’io vorrei trovare una soluzione ma non esiste”. Amos si sedette lasciando che il silenzio lo aiutasse a non pensare.
Passarono diverse ore e Xena non si vedeva, Amos uscì e andò a cercarla.
La guerriera stava seduta per terra con le spalle appoggiate ad un albero, aveva gli occhi gonfi ed il viso in lacrime.
Amos gli si fermò di fronte “Cosa stai facendo?” ma non ebbe nessuna risposta
“perché stai perdendo tempo?”-“vattene Amos…non c’è più niente da fare” Amos si precipitò afferrandola ed alzandola di peso “Smettila di piangere e fai qualcosa”-“Cosa posso fare io…se ne anche Sascia non ci riesce”-“Sascia? Ma tu non sei lui…quando hai duellato con lui chi ha vinto? Chi dovrebbe avere tutta la forza possibile per salvare Olimpia?”-“Amos cosa credi che stia facendo…sto cercando di vedere se c’è una soluzione…ma Antinea questa volta l’ha studiata perfettamente”-“ma santi lumi…tu non sei o no Xena la principessa guerriera che sconfigge il male”-“Adesso non sono più nessuna…e il male ha sconfitto me”.
Amos fu disgustato da quelle parole che reagì dandole un pugno sul viso, facendola cadere a terra “Colpisci pure Amos se questo ti fa stare meglio, colpisci” il ragazzo pianse a dirotto “NOOO, non è questo che mi fa star meglio. Xena non puoi che il sogno di Olimpia, quello di crescere il suo bambino non si realizzi…ti prego fai qualcosa non ti devi arrendere, questo non può essere il suo destino” Xena lo guardò senza rispondergli
“va bene vuol dire che ci proverò io…e anche se dovessi morire…non m’importa almeno avrò tentato l’impossibile”così il giovane si allontanò.

Il sole stava tramontando, Oda aveva trovato una nutrice che stava allattando il bambino.
La porta si aprì e Xena entrò esausta e stanca. Aveva il viso sofferente e gli occhi gonfi, guardò il piccolo “portalo via, adesso non voglio vederlo” sia Oda che Sascia non si opposero.
Xena si sedette accanto al corpo di Olimpia, accarezzandola “Ma è ancora viva?”- “Si sta spengendo lentamente” le disse Sascia “Non posso rinunciare così a lei, ci dev’essere un modo per cambiare questa situazione” il silenzio che c’era non era la risposta positiva che Xena voleva sentire.
Alla fine Oda non resistette più “Oh santo cielo, basta! Adesso devi dirglielo” Xena la guardò “Dirmi cosa?”-“Che c’è un tentativo” ma Sascia la riprese “Oda smettila ne abbiamo già parlato e lei non vuole” Xena si alzò e andò verso l’uomo “Lei chi?”-“Sono state le ultime volontà di Olimpia ed io intendo rispettarle”-“Vuoi dire che c’è un modo?”-“Si ma è impossibile che ci riesca, per questo Olimpia mi ha fatto giurare che non te l’avrei rivelato…lei non vuole”-“Sascia ti prego se c’è una sola possibilità io voglio tentare”-“Lo so e anche Olimpia sapeva che avresti detto questo” Xena sorrise nervosamente
“Davvero” prese il chacram e se lo puntò sulla gola “Allora vediamo se così ti convinco. Se non mi fai tentare giuro che mi uccido. E tu sai che non sto scherzando”
Sascia la guardò preoccupato, sapeva che diceva la verità “E va bene…c’è un solo modo per salvare Olimpia ed è quello di usare la forza della mente, per poter uccidere Antinea. Ma non è facile, non sappiamo come agirà quella donna è troppo furba”-“Non importa, se c’è solo una possibilità devo sfruttarla. Cosa devo fare?”
Sascia e Oda misero il tavolo accanto al letto di Olimpia dove fece sdraiare Xena
“Sascia ho già affrontato Antinea in un duello mentale so cosa devo fare non preoccuparti” – “Questa volta è diverso, Olimpia è nelle mani di Antinea…” lo sguardo della guerriera tranquillizzarono un po’ il vecchio saggio “Va bene Xena, tentiamo. Adesso cerca di liberare la mente, niente pensieri niente sensazioni. Dobbiamo cercare Olimpia”
Xena chiuse gli occhi e si concentrò.
Aprì gli occhi e si trovò in un'altra dimensione. Si trovava in un lungo corridoio, tutto illuminato da una luce bianca e non riusciva ha vederne la fine. Cominciò a camminare, ad un certo punto vide una persona da lontano, stava seduta e aveva in dosso una lunga veste bianca. Più si avvicinava e più si rese conto che quella persona era Olimpia.
Le corse accanto, mettendosi in ginocchio davanti a lei “Olimpia sono io mi senti?”
Ma la donna era come ipnotizzata, non rispondeva.
Xena si sedette accanto “Olimpia guardami sono qui” Olimpia tornò in sé e guardandola negli occhi si alzò in piedi, la gioia esplose in un abbraccio, felici di essersi trovate.
“Xena che ci fai qui?”-“Sono venuta ha prenderti”-“No non puoi è pericoloso , te ne devi andare”-“No non me ne vado senza di te”-“Xena questa è la mia vita, o presa questa decisione per il bene di tutti e tre”-“No mi dispiace ma questo non è un bene per me”-“Lo dovrai accettare lo stesso”-“Ascolta Olimpia tu sei tutto per me come potrei vivere ”-“Adesso è tutto cambiato non sei sola c’è Sol con te,una di noi due deve vivere”-“No no è cambiato nulla. Lui è importante è parte di noi, ma non è te. Ti prego Olimpia non farmi questo, fammi provare”-“Non puoi provare l’impossibile, tu qui rischi la vita, lo vuoi capire?”-“mi dispiace deluderti ma io ho già deciso”-“No questa volta voglio che tu accetti la mia decisione”-“Olimpia ma ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo? Tu vuoi che io cresca Sol da sola è questo che desideri?”-“Io desidero che tu viva nient’altro”-“ma guarda…abbiamo lo stesso desiderio”-“smettila Xena”-“Tu non puoi chiedermi di lasciarti morire, almeno tentiamo”-“ Tentare significa anche abbandonare Sol” Xena la guardò “Xena pensi che in tutto questo tempo non ci abbia pensato e ripensato insieme a Sascia ad una possibile soluzione?”-“Questo vuole Antinea che tu ti esponga ad ogni pericolo per poter tentare anche solo per una sola opportunità. Ed io non voglio”-“ma Olimpia”-“No adesso basta. Voglio che tu te ne vada, prima che Antinea si faccia viva”
Xena la guardò “Vuol dire che farò a modo mio, aspetterò Antinea”
Xena si sedette e Olimpia si arrabbiò “perfetto, allora mi spieghi che senso a il mio sacrificio?”-“Olimpia io sono sbalordita per la decisione che hai preso. Solo una persona che ama intensamente può prendere certe decisioni. Ma mi chiedo perché bisogna sacrificarsi, perché dobbiamo darla vinta ad Antinea?”-“perché questa volta non abbiamo soluzioni”-“ma se non ci proviamo non potremmo mai saperlo”-“Xena io voglio che…”-“No sono stanca che il nostro rapporto deve sempre sacrificarsi per qualcosa, io voglio vivere, ma vivere con te ed insieme al meraviglioso dono che è Sol” anche Olimpia pensava le stesse cose di Xena.
Più il tempo passava ed il pericolo aumentava, Olimpia sapeva benissimo che Xena non avrebbe ceduto, c’era solo un modo.
Dopo qualche minuto di silenzio Olimpia si voltò guardando dolcemente Xena “promettimi che se le cose si mettono male tu tornerai indietro…non voglio che Sol rimanga orfano” – “ ti prometto che sistemerò questa situazione una volta per tutte” Xena si avvicinò nel darle un bacio, quando all’improvviso le arrivò un cazzotto in pieno volto, facendola barcollare all’indietro
“ Eccomi qua, mi aspettavi Xena!”
Quando la guerriera si riprese…Antinea le stava davanti “dove hai portato Olimpia?”- “Ma perché devi sempre preoccuparti di quella tipa, mi sono stancata delle vostre smancerie, siete patetiche”-“Io invece credo che tu vorresti starci nei panni di Olimpia in questi momenti”
Xena si avvicinò “Perché non ci fai un favore e non ci lascia stare in pace!” le restituì il cazzotto.
Antinea la guardò sorridendo “Questa è l’ultima volta che mi tocchi”-“Davvero vediamo” si avvicinò ma Antinea schivò il suo destro, il sinistro ma Xena la sorprese con un calcio in pieno stomaco, ma non fu Antinea ad andare a terra.
Xena sgranò gli occhi “Olimpia?” la donna giaceva a terra dolorante “Santi lumi Olimpia, stai bene?”-“Si tranquilla, dimmi che non l’hai fatto apposta!”-“Ma che dici? Certo che no”-“Scherzavo”
Xena l’aiutò ad alzarsi ma non fece in tempo a difendersi che Antinea appari dandole una testata in pieno viso “Sorpresa!” Xena indietreggiò ma Antinea non le dava spazio “Fatto male?” le diede un altro destro “Sai sto cercando di eliminare tutta la mia collera” la colpì con un sinistro “Così almeno sarò più rilassata nella mia prossima vita” un altro destro, ma Xena schivò dandole per istinto un cazzotto…ma prima che potesse toccarla, Olimpia prese le sembianze di Antinea.

Oda notava il corpo di Xena agitarsi e sanguinare “Cosa sta accadendo Sascia?” l’uomo stava davanti al corpo di Xena tenendole la testa , tenendo un contatto mentale e aiutarla ad avere una forza maggiore.

“Dannazione” si rimproverò Xena “Xena…te ne devi andare non abbiamo scelta” disse a fatica Olimpia. Prima che Xena potesse parlare, Antinea ritornò nel corpo di Olimpia “perché te ne dovresti andare? Non sono d’accordo”-“ Sei una bastarda”-“Io non mi definirei così, ma sono una persona molto astuta ed intelligente”
Antinea avanzava lentamente e Xena indietreggiava, cercando di prendere del tempo per poter capire “Infatti questa volta sei stata proprio brava, hai studiato ogni piccolo dettaglio. Allora facciamo un patto, se tu lasci vivere Olimpia, io verrò con te”
Antinea si fermò pensando “davvero faresti questo? Il sogno della mia vita…Peccato che dopo tutte le volte che ti ho implorato, alla fine sei diventata un sogno andato in fumo, mi dispiace” le diede un altro cazzotto “Si può sapere cosa vuoi?”-“Niente di particolare, una cosa molto piccola, tuo figlio” Xena afferrò il pugno di Antinea precedendola e sfilò la sua spada, ma all’improvviso l’arma le scomparve tra le mani “Dimenticavo di dirti Xena che qui le armi non esistono e non funzionano” una ginocchiata sullo stomaco fece piegare la guerriera, poi la colpì con un destro, un sinistro a ripetizione terminando con un calcio rotante in pieno viso. Xena sbalzò a terra, esausta.

Oda corse a prendere una tanica con dell’acqua ed una benda “La sta massacrando, se continua così si farà ammazzare” Il volto di Xena era una maschera di sangue “Sascia fai qualcosa!”-“Non posso fare niente. Xena sa come comportarsi…già l’ha vissuta una situazione del genere e ne è uscita vincente. Deve solo ricordare quanta forza ha la mente”

Xena si rialzò dolorante, ma la rabbia che aveva dentro non riusciva a dominarla “Allora capisci che qui deve uscire un vincitore?” Antinea si avvicinò di più “Se mi uccidi potrai vivere con il tuo bambino ma senza ovviamente la tua amichetta, ma se invece ti uccido io non devi preoccuparti per tuo figlio, mi prenderò cura io di lui…è un bel piano non trovi?” l’arroganza di Antinea le diede alla testa, strinse il collo di Antinea e puntò il suo pugno pronto per essere caricato nella direzione del suo viso, ma Xena si fermò giusto in tempo, prima di colpire la sua amica che aveva preso il posto di Antinea.
Olimpia capì che non c’era nulla da fare “basta ti prego vattene. Hai provato e non c’è soluzione. Io non voglio che Sol venga allevato da lei…lo capisci adesso!!!”-“Non…alleverà mai nostro figlio” Antinea tornò e le diede un altro cazzotto “Perché non dovrei prendermi cura io del bambino? E tu allora? Ne hai avuti due e ne anche uno sei riuscita ad allevare? Pensi di essere una madre migliore di me? Bisogna che io provi non trovi?-“Questi non sono affari tuoi”-“Invece si mia cara…perché tu stai per morire, oppure vuoi vivere…Avanti prova a colpirmi, coraggio, uccidimi Xena così ucciderai anche Olimpia! Non capirai mai quando io sarò presente” Antinea si fermò allargando le braccia, la guerriera si alzò e le andò vicino. Cercò di anticipare ogni sua mossa ma Antinea la precedette, Xena le diede uno schiaffo ed il suo corpo si materializzò in Olimpia.
Ma prima che Olimpia si girò per guardare Xena, tornò Antinea “Come sei gentile” e gli diede una cazzotto sul viso ed un calcio in pieno stomaco da farla cadere a terra. In quell’istante Olimpia
Sostituì le sembianze di Antinea e corse accanto alla guerriera accovacciandosi a terra tenendole il volto “Ti prego Xena , basta…ti supplico vattene da qui, non vedi che ti sta massacrando, per favore non possiamo fare nient’altro” la guerriera cercava di respirare cercando di tranquillizzare Olimpia, ma in cuor suo sapeva che Antinea questa volta aveva vinto. “Olimpia come faccio ha rinunciare a te”-“Basta, ti prego te lo chiedo con tutto il cuore, se mi ami te ne devi andare” Xena la guardò disperata “Ma come fai ha chiedermi una cosa del genere” .
In quel momento Antinea si materializzò “Te lo chiede e basta” le afferrò i capelli tirandogli la testa all’indietro “Ubbidisci alla tua amichetta” con tutta la forza fece sbattere la fronte della guerriera sul pavimento. Xena si muoveva dolorante, Olimpia riapparve ma questa volta piangendo cercava di indietreggiare da lei “Vattene per favore, vattene”. Xena chiamò Antinea guardandola fissa negli occhi le disse “Prima di ucciderti voglio salutare Olimpia, permettimi almeno questo”-“Oh ma certo…un ultimo desiderio. Ma un momento chi ti dice che mi farò uccidere..”
Antinea riportò le sembianze di Olimpia, che indietreggiò all’istante “Sta lontano Xena, non devi avvicinarti” Xena le allungò la mano alzandosi da terra “Vieni qui Olimpia voglio salutarti” la donna si mise una mano nella bocca cercando di fermare le sue lacrime , non avrebbe mai voluto sentire quelle parole di arresa da parte di Xena, ma sapeva che era la cosa migliore .
Afferrò la mano di Xena, portandola tra le sue braccia “hai ragione, è una situazione impossibile, dobbiamo arrenderci”-“Almeno ci abbiamo provato” Xena le diede un bacio sulla fronte e poi le asciugò il viso “Saresti stata una madre fantastica”-“Lo sarai tu per me”-“Ti amo ,Olimpia oggi più di ieri, sarai per sempre..” ma fu Olimpia ha terminare la frase “nel mio cuore”. Si strinsero forte,
i loro volti si avvicinarono, le loro labbra si toccarono…Un ultimo bacio unì le loro vite.

Oda non capiva quel silenzio “Che succede?”-“E’ finito… il duello è finito”disse Sascia
Oda non capiva “Ma Sascia se il duello è finito perché non si svegliano…Ma che sta facendo Xena?”- “Sta baciando Antinea”-“COSAAA”

Xena incominciò ha desiderarla,sentiva una forte passione invadere il suo corpo. La sua mano accarezzò la sua gamba, facendole salire lentamente la sua veste.
Sentì la delicata pelle di Olimpia invadere di desiderio la sua anima…
La passione stava accendendo sempre di più le loro labbra…
La mano di Xena saliva sempre su, sfiorandole un seno…
Scese lentamente arrivando all’ombellico….per poi…

“Ma che sta facendo Xena?” continuava a chiedere Oda disperata “Sta baciando Antinea”-“MA SAI DIRE SOLO QUESTA COSA”.

Antinea aveva approfittato della situazione, non avrebbe desiderato un addio così speciale…da non parteciparvi.
All’improvviso un dolore allucinante al fianco stordì Antinea, che si staccò dalle labbra di Xena “Ma come…”-“Pensavi davvero di vincere?”
Antinea si staccò lentamente da Xena “pensavi veramente di potermi fregare? Conosco tutto di Olimpia anche il suo sapore e conosco già questo mondo. Un mondo dove è la mente a governare e tutto è possibile e sai cosa voglio Antinea?”
Xena spostò la sua mano, trasformatasi in un pugnale “Che tu ci lasci in pace” il pugnale conficcato nel suo ventre diventò una spada, uscendo dalla schiena. Antinea sgranò gli occhi dal fortissimo dolore “Ci…rivedremo…in un'altra….vita..”-“Come desideri, ma in questa mi hai veramente stancato”.
Xena sfilò la spada “Questo è da parte mia per tutto il male che hai fatto passare a Olimpia” con tutta la forza le tagliò la testa.
Un forte vento colpì Xena che cadde in ginocchio. Dopo qualche istante il corpo di Antinea scomparve .La mano di Xena tornò normale. Si voltò ma di Olimpia neanche l’ombra.
Incominciò a chiamarla ma lei non rispondeva, ad un certo punto Xena sentì la voce di Sascia
“Va bene così Xena, adesso calmati e chiudi gli occhi….concentrati ….. rilassati”
Xena aprì gli occhi, ritrovandosi il viso di Oda felice.
L’aiutò ad alzarsi “Brava sei stata bravissima” ma Xena non le diede importanza che andò subito vicino al corpo di Olimpia “Sascia perché non si sveglia?”-“Devi darle un po’ di tempo, infondo lei non sa come sono finite le cose”-“Vuoi dire che lei sta ancora…” la donna ripensò a quel’ attimo di tenerezza avvenuto pochi istanti fa. Così appoggiò di nuovo le sue labbra sulle sue.
Sascia consigliò a Oda di uscire e lasciarle sole.
Un sogno fu per Xena sentire ancora una volta le sue labbra e una gioia immensa provò nel sentirle muoversi. Delicatamente Olimpia sfiorò il volto di Xena “Ciao…come ti senti?”-“Xena…sei viva?”-“Si siamo vive…tutte e due”-“Le tue labbra sono miracolose” Xena sorrise liberando alcune lacrime “Questa volta sono d’accordo con te”
Tutto era finito per il meglio, ma non sarebbero finiti per loro i guai, ma l’importante adesso era stare finalmente insieme…tutte e tre.
Olimpia si tirò su con l’aiuto di Xena “Vado ha prendere Sol” Xena aprì la porta e trovò sia Oda che Sascia origliare “Sascia…mi meraviglio di te”-“Ma veramente io…”
In quel momento venne Amos con in braccio Sol, Xena fece entrare tutti quanti.
Olimpia riabbracciò Sol che le si attaccò al seno
“Ehi piccolo mio, ti sono mancata?” Xena le sedette accanto, ammirando la sua famiglia.
Olimpia la guardò “grazie”-“per cosa?”-“Per aver tentato l’impossibile”-“Olimpia per me l’impossibile è non amarti”.

Passarono diversi mesi, Olimpia si ristabilì e tutto procedeva tranquillamente.
Un giorno Olimpia, Xena insieme al piccolo Sol stavano facendo una passeggiata e parlavano tra loro. “Xena…che ne pensi di come sono andate le cose”-“In che senso?”-“Si insomma, questo Enemek ti è piaciuto come ha creato la storia?”-“Si devo dire che ha molta fantasia”-“ma secondo te chi è stata la divinità che ci ha regalato Sol ?”-“Questo non lo so…”-“Pensi che potremmo scoprirlo?”-“Questo non dipende da noi”-“E’ vero bisognerebbe chiederlo a Enemek”-“No ti prego Olimpia adesso voglio stare un po’ tranquilla, altrimenti inventerà un'altra storia e noi staremo di nuovo a cercare di uscire da altre situazione critiche”-“Hai ragione, però mi piace questo Enemek”-“Olimpia è una donna”-“E tu che ne sai, lo conosci?”-“No, ma se dovessi parlarci gliene direi quattro”-“E perché?”-“Come perché, mi ha fatto colpire da Amos senza che io restituissi il gesto”-“Si ma ti ricordi come lo hai conciato?”-“Olimpia è stato l’istinto di un cuore ferito. E poi…mi ha fatto baciare Antinea” Xena si pulì la bocca “Adesso sembri Corilo”-“Vorrei vedere te…che schifo se ci penso mi sento svenire”-“però ne è valsa la pena”-“Già”- “Mi sa che scriverò a Sascia”-“per cosa?”-Per rintracciare Enemek”-“Olimpia no”-“E dai…non adesso è ovvio tra un po’ di tempo…tra dieci lune”-“Cosaaa, minimo un lustro. Come ha fatto Enemek nel finire questo racconto”-“E te che ne sai che è finito”-“Appunto…se tu non gli chiedi nulla, non gli si accenderà il lume di scrivere”-“Dai Xena trenta lune”-“NO”-“e va bene io non chiederò nulla se tu non andrai a pescare”-“Olimpia ma sei impazzita…questo è un colpo basso”-“No cara, si chiama parità. Tu non vuoi che io scriva ad Enemek, io non voglio che tu peschi. Si chiama accordo,mi pare giusto” Xena si fermò guardando la disinvoltura di Olimpia che continuava a camminare con il piccolo “Che bella giornata, non trovi Xena?”-“No è una pessima giornata”.
Olimpia si fermò, voltandosi incominciò a ridere “hei Xena per fortuna che oggi ho voglia di patate…tu per caso hai voglia di una gigantesca trota?”-“No e anche se fosse c’è Amos che pescherebbe per noi”-“Ehm…no Xena la clausola include…pescare e mangiare,non te l’avevo detto?” Xena alzò gli occhi al cielo “dai Xena non staremo troppo tempo senza pesce ne sono convinta” Xena camminava agitandosi “Ma tu guarda…e noooo Olimpia!” la guerriera cadde in ginocchio disperata
“Xena dai…andiamo a casa,guarda che brutta impressione stai dando a tuo figlio, per dei pesci..”





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