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XENA E I TORMENTI DELL’ AMORE
(tit.or. The Last Chance)

(Seconda parte)


INT. STUDIO DI SAFFO/ EST. STUDIO – GIORNO

La porta si apre e Xena viene spinta dentro. La porta si chiude dietro di lei. Per un momento, Xena resta al centro della stanza con gli occhi chiusi e totalmente immobile. Poi, riapre gli occhi e con un ruggito si scatena, riducendo in pezzi il mobile piu’ vicino. Quindi si strappa il collare e il guinzaglio, li appallottola e si dirige alla finestra, scagliandoli fuori con violenza.

Volteggiando in aria come il chakram, il guinzaglio si arrotola intorno al collo di due uomini nella piazza sottostante, riunendoli in un abbraccio che li fa precipitare nella fontana, causando un effetto domino caotico per finire con una folla di persone fradice e inferocite.

XENA: Questo si chiama focalizzare.

Xena sogghigna e di umore migliore si aggira per la stanza ed apre una porta interna. Oltre si vede una stanza molto piu’ bella. Xena entra, sbattendo la porta dietro di se.

EST. UNA CANOA SUL FIUME – POMERIGGIO

Saffo e’ distesa di traverso sulla prua dell’imbarcazione che appare sovraccarica dell’attrezzatura necessaria per un lungo viaggio. Morai sta remando in maniera inesperta.

MORAI: Stavo pensando.
SAFFO: Ancora? Non te lo avevo gia’ detto? Finirai per diventare cieca se continui.
MORAI: Ho lavorato davvero duramente di recente e vorrei proprio trarne un po’ di considerazione.
SAFFO: Non ne abbiamo gia’ discusso?
MORAI: Lo so, ma…
SAFFO: Non credi che io meriti la fama che ho?
MORAI: S..si’, certo che si’.
SAFFO: Quindi per darne un po’ a te, dovrei rinunciare a una parte della mia, giusto?
MORAI: Mi dispiace. Volevo solo chiederti di mettere il mio nome sul programma.
SAFFO: Hai finito quella canzone? Il finale che mi avevi promesso?
MORAI: N..no. Non ancora. Mi sono bloccata su quell’ultimo verso e sembra proprio che non…
SAFFO: Ah, cosi’ io ti affido la mia reputazione e tu non riesci neanche a finire una semplice canzone, e tuttavia vorresti della considerazione?
MORAI: Neanche tu sei riuscita a finirla.

Un’ape ronza intorno alla testa di Morai che la scaccia.

SAFFO: Non e’ questo il punto. Vuoi farmi fare una brutta figura? Dillo, Morai.
MORAI: No, non voglio. Cerchero’ di finirla.

Saffo si distende in una posa concentrata. L’ape diviene piu’ insistente. Morai comincia ad agitarsi scompostamente.

SAFFO: Mi sento molto piu’ rilassata. Forse la vecchia Venere aveva ragione a suggerici di prenderci una vacanza.

Morai scaccia l’ape con il remo con tanta forza che sbilancia la canoa e la fa rovesciare, facendo cadere nell’acqua Saffo, lei stessa e tutta l’attrezzatura.

INT. CAMERA DA LETTO DI SAFFO – POMERIGGIO

Olimpia entra e richiude con difficolta’ la porta in faccia a molte persone vocianti intente a seguirla. Si gira e scorge Xena placidamente a mollo nell’enorme vasca a forma di cuore nel centro dell’appartamento di Saffo.

OLIMPIA: Ehi, vedo che ti sei messa a tuo agio.

Xena la guarda di traverso. Olimpia si avvicina e comincia a massaggiarle il collo.

OLIMPIA: Mi dispiace, Xena. Non credo che intendessero ferirti. E’ solo il loro modo di comportarsi.
XENA: Un modo schifoso per me.

Olimpia, continuando a parlare, si spoglia.

OLIMPIA: Senti, lo so che per te e’ dura recitare un ruolo secondario…
XENA: Questo non c’entra niente.

Olimpia s’immerge nella vasca e nuota lentamente verso Xena. Ha l’aria divertita.

OLIMPIA: La grande Principessa Guerriera nel ruolo di una serva? C’entra eccome, Xena. Ti conosco da troppo tempo.
XENA: Ah si? Sembra che tu ti diverta.
OLIMPIA: Ma a ruoli invertiti, andrebbe bene, vero?

Xena esita, avvertendo una sfumatura di serieta’ nel tono di Olimpia. Prima che possa rispondere, Venere appare nel bel mezzo della vasca, spruzzando acqua su entrambe. Tutt’intorno bolle rosa galleggiano nell’aria.

VENERE: Questa si’ che e’ classe. Voi ragazze vi state comportando alla grande.
OLIMPIA: Non secondo Xena.

Xena rotea gli occhi esasperata.

VENERE: Oooh… siamo irritabili?
XENA: No. Solo non mi piace essere trattata come una scimmietta ammaestrata.
OLIMPIA: Saresti carina con la coda. Avanti, Xena. Su col morale, E’ per una buona causa, ricordi?
VENERE: Accidenti, dimenticavo quanto e’ suscettibile quel suo orgoglio guerriero.

Olimpia comincia a ridere all’espressione di Xena.

XENA: L’orgoglio non c’entra affatto.

Olimpia le accarezza affettuosamente il viso.

XENA: Olimpia…

Olimpia e Venere ridono. Xena le inonda d’acqua.

EST. GIARDINO DI SAFFO – NOTTE

Saffo e Morai attraversano il giardino bagnate fradice.

MORAI: Davvero… Non volevo farlo.
SAFFO(furiosa): Sta… solo zitta e lasciami gocciolare in pace.

INT. SALA DEL BANCHETTO – NOTTE

Olimpia e’ seduta sulla grande poltrona regale di Saffo. Xena e’ su una pila di cuscini accanto a lei. C’e’ un grande ricevimento in corso:danzatrici, danzatori, musici. Senhel e Avain siedono vicini a loro.

SENHEL: Tu scrivi della bellezza dell’amore. Ti comprendo, Saffo, solo che non capisco cosa c’entri con tutto questo.

Senhel indica il sensuale dimenarsi di corpi intorno a loro.

OLIMPIA: L’amore ha molte differenti facce.
SENHEL: L’amore dovrebbe essere un obiettivo spirituale. L’approccio di mia madre e’ tutto sbagliato. Dovrebbe ispirare la gente con la sua bellezza.

Xena ha continuato ad osservare i danzatori bersagliandoli con chicchi d’uva. Ora ascolta mentre Olimpia inizia a spiegare.

OLIMPIA: Ma non e’ questo l’amore. L’amore e’ qualcosa che puo’ ferirti davvero e richiede molto duro lavoro e sacrificio mantenerlo vivo.
SENHEL: Lo fai sembrare come una specie di strana tortura.
OLIMPIA: Puo’ esserlo. Occorre coraggio per amare qualcuno. Ma ne vale la pena.

Lo sguardo di Olimpia si posa su Xena che la guarda a sua volta. Senhel le osserva molto pensieroso.

SENHEL: E’ un concetto interessante. Ci dovro’ riflettere.

Il direttore di scena si siede su un fianco del trono di Saffo, scostando il braccio di Xena.

DIRETTORE(a Xena): Non vorrai rovinare il tessuto.
XENA: Allora, tieni lontano il tuo sedere.
DRETTORE: E’ meglio se fai la brava, o non sarai sculacciata prima di andare a letto.

Xena stringe gli occhi.

OLIMPIA(al direttore): Credimi, e’ meglio se lasci stare.
DIRETTORE: Ahh… chi abbaia non morde.

Xena sta per rispondere. Olimpia le infila velocemente un dolcetto in bocca. Xena serra i denti sulle sue dita.

OLIMPIA: Ahi! Morde eccome e senza avviso.

Xena lascia la mano di Olimpia.

DIRETTORE: Forse dovresti ordinarle una museruola.
XENA: Forse tu dovresti ordinarti una cripta.

Xena si alza e si spolvera gli abiti.

XENA: Vado a cercarmi un osso. Divertitevi.

Xena esce infuriata. Olimpia la guarda andarsene.

INT. STUDIO DI SAFFO – NOTTE

Olimpia entra. Morai e’ seduta allo scrittoio. Olimpia la scambia per Xena.

OLIMPIA: Dovevi proprio farlo?
MORAI: Ti ho gia’ detto che mi dispiace.
OLIMPIA: No, non l’hai fatto. Oh, non importa. Lascia perdere.
MORAI: D’accordo. Vuoi che ti canti qualcosa, o preferisci andare a letto?

Olimpia capisce che c’e’ qualcosa che non va.

INT. CAMERA DA LETTO – NOTTE

Xena entra, vestita dei suoi abiti di pelle. Saffo e’ dentro, indossa biancheria molto sexy e si sta spazzolando i capelli allo specchio.

XENA: Ehi…
SAFFO(senza voltarsi): Va bene, d’accordo, sei perdonata. Ora vieni qui e dammi un bacio.

Xena e’ sorpresa dalla richiesta sfacciata.

XENA: Come?
SAFFO: Mi hai sentita. Vieni qua.

Saffo si gira e fissa Xena. Poi, con un dito, l’invita a d avvicinarsi.

SAFFO: Ooooh… pelle. Sei definitivamente perdonata. E’ il mio compleanno? Avvicinati.

Xena capisce che c’e’ qualche cosa che non va.

INT. STUDIO DI SAFFO – STESSO MOMENTO

OLIMPIA: Che stai facendo?
MORAI: Ti levo gli stivali. Ehi, senti… Ho pensato ad un nuovo poema, mentre tornavamo. Posso recitartelo?
OLIMPIA: Un poema?
MORAI: Si’.

Olimpia mette una mano sulla bocca di Morai e si inginocchia accanto a lei.

OLIMPIA: Va bene. Dove hai trovato il giusquiamo e quanto ne hai preso?

INT. CAMERA DA LETTO DI SAFFO – STESSO MOMENTO

Xena retrocede lentamente nella stanza incalzata da Saffo.

XENA: Aspetta un momento…
SAFFO: Aspettare? Tu entri nella mia stanza a piedi nudi e vestita di pelle e vorresti che aspettassi? In ginocchio!

Saffo si lancia verso Xena che la scansa e fugge fuori dalla porta, totalmente confusa.

INT. STUDIO DI SAFFO – STESSO MOMENTO

MORAI: Perche’ mi credi ubriaca?
OLIMPIA: Mi rubi gli stivali e vuoi recitare poesie.
MORAI: Ma io sono una poetessa!
OLIMPIA: Tu non sei una poetessa.

INT. CORRIDOIO – ATTIMI DOPO

Morai entra nel corridoio inseguita da una confusa Olimpia. Xena entra nel corridoio inseguita da una vogliosa Saffo. Girano tutte all’angolo e si scontrano letteralmente le une contro le altre, atterrando sui loro didietro in una grande ammucchiata. Poi si fissano tra loro esterrefatte.

DISSOLVENZA - FINE PRIMO ATTO

SECONDO ATTO

L’immagine si apre su:

INT. STANZA DA LETTO DI SAFFO – TARDA NOTTE

Xena e Olimpia sono in piedi di fronte a Saffo e Morai. Saffo le osserva affascinata. Si avvicina ad Olimpia e la scruta.

SAFFO: Pazzesco. Assolutamente pazzesco. Non posso credere ai miei occhi. Chi hai detto di essere?
OLIMPIA: Io sono… di passaggio.

Saffo passa oltre ed esamina Xena.

SAFFO: Di passaggio. Uhm, uhm… E tu come ti chiami, bellezza?
XENA: Xena.
SAFFO: Xena… Mi piace. E cosa sei?
XENA: Ho molti talenti.
SAFFO: Oh, ci scommetto che li hai. Ehi, Morai, guarda. Sei tu… con un carattere ed una personalita’. Potrebbe essere interessante.
XENA: Non per molto. Noi ce ne andiamo.
SAFFO: Oh, nel mezzo della notte? Avanti, dormiamoci su. C’e’ un letto grande qui…
OLIMPIA: No, ti ringrazio. Xena e’ molto irrequieta la notte.
SAFFO: Ruba i cuscini?
OLIMPIA: No, li strozza.

Xena e Olimpia escono. Saffo le guarda uscire, molto intrigata.

SAFFO: Non e’ emozionante, Morai?
MORAI: Gia’. Come un colpo in testa.
SAFFO: Oh, andiamo. Le nostre vite avevano bisogno di una piccola scossa, non trovi?

Morai sembra turbata.

INT. STUDIO DI SAFFO – NOTTE – DI SEGUITO

Xena e Olimpia entrano. Stanno entrambe pensando alle loro sosia.

OLIMPIA: Che cosa strana.
XENA: Gia’.

Olimpia osserva il mobile in pezzi.

OLIMPIA: Che sara’ successo?
XENA: Termiti.

Olimpia resta a guardare il macello, poi lancia uno sguardo di sottecchi a Xena e sorride. Xena alza le spalle imbarazzata. Poi gettano le loro coperte sul grande e lussuoso scrittoio di Saffo e si adagiano una accanto all’altra.

OLIMPIA: Ho capito subito che non eri tu.
XENA: Oh si’, anch’io.
OLIMPIA: Voglio dire, tu che ti offri di recitarmi delle poesie… Tutta da ridere.
XENA: E gia’. Esatto.

Rimangono in silenzio per un po’.

OLIMPIA: E tu come hai capito che non ero io?
XENA(pausa): Oh, l’ho capito e basta.

Olimpia la guarda. Xena da’ una scrollata di spalle.

OLIMPIA: Immagino che ci conosciamo troppo bene, eh?
XENA: Beh, dovremmo, dopo tutto questo tempo.

Ancora qualche attimo di silenzio.

OLIMPIA: E’ bello, no?

Xena guarda Olimpia e sorride.

XENA: Si’.

INT. TEATRO DI SAFFO – PALCOSCENICO – MATTINO

Saffo sta scrivendo. Scrive, poi cancella e riscrive. Alla fine accartoccia la pergamena e la getta via. Venere, apparendo, l’afferra al volo.

VENERE: Ehi, piccola! Come va?
SAFFO: Bene, come ad un cane con una zampa sola in una gara di corse. Il meglio che riesco a fare oggi e’ una stupida poesiola con le rime che finiscono in tesoro.
VENERE: Rivoltante.
SAFFO: Avevi detto che mi avresti restituito la mia musa se avessi acconsentito a fare quello che volevi. Allora, dov’e’?
VENERE: Tornera’. Dalle tempo.
SAFFO: Ne sei certa? Cerco dentro di me quella fiamma, ma non la trovo piu’. Non riesco proprio a sentirla.
VENERE: Non arrenderti. Forse hai solo bisogno di rinfrescare un po’ la tua vena.

Venere svanisce. Saffo sembra depressa.

SAFFO: Si’, ho bisogno di qualcosa.

 





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