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L’eredità di Xena

di P. Motta

Ho sempre pensato a Xena Principessa Guerriera come ad un’opera seminale. In parole povere un’opera che contiene in sé i “semi” di un cambiamento nel panorama cine-televisivo. Kill Bill, Il Signore degli Anelli e Troy sono sicuramente dei film che le devono molto, seppure sotto aspetti diversi. Che cosa, però, ha dato al piccolo schermo il telefilm interpretato da Lucy Lawless? Ci sono delle serie TV che ne raccolgano l’eredità? Ritengo di poterne illustrare almeno tre che, nonostante tutte le differenze, possono dirsi orientati verso tematiche xenite: Angel, Farscape e Birds of Prey. Tutte e tre sono attualmente terminate negli USA, ma sono in larga parte inedite in Italia (solo Angel è sbarcato con le prime stagioni su Fox). Essendoci degli spoilers nelle seguenti schede, quanti non li amano sono pregati di non continuare la lettura.


ANGEL
Durata: dal 1999 al 2004 (5 stagioni)
Ideato da Joss Whedon e David Greenwalt
Autori principali: David Greenwalt, Tim Minear, Jeffrey Bell, Joss Whedon, David Fury
Registi principali: David Greenwalt, Tim Minear, James A. Contner, Joss Whedon, Jeffrey Bell, James Withmore Jr.
Cast: David Boreanaz [Angel], Charisma Carpenter [Cordelia Chase],Glenn Quinn [Doyle], Alexis Denisof [Wesley Windham-Price], J. August Richard [Charles Gunn], Amy Acker [Fred]

Si tratta di uno spin-off proprio come Xena. Se la Principessa Guerriera è stata sviluppata in tre episodi della stagione iniziale di Hercules, Angel è stato presente addirittura nelle prime tre stagioni di Buffy (1997). I due hanno in comune, inoltre, il vivere entrambi un cammino di redenzione.
Il perfido vampiro Angelus, dopo aver insanguinato l’Europa per almeno due secoli, commette l’errore a fine Ottocento di uccidere una giovane zingara. La tribù di quest’ultima decide di scagliare contro il mostro la più atroce maledizione che esista per un non morto, restituirgli l’anima. Nasce così Angel, un vampiro buono che vive nel rimorso per il male fatto agli umani. Un elemento rende però questo principe della notte, interpretato dal bravo David Boreanaz, una figura particolarmente emblematica, il fatto che è condannato praticamente ad una sofferenza eterna. Se infatti dovesse avere anche un solo istante di vera e assoluta felicità, la maledizione si spezzerebbe e lui ritornerebbe ad essere il sanguinario Angelus. Nonostante elementi così cupi, le avventure vissute da Angel prima in Buffy e poi nella sua serie autonoma, sono contraddistinte da una forte dose di humour. Altro elemento che lo avvicina alla nostra beneamata guerriera.
Già Buffy, telefilm sviluppato in contemporanea a Xena, presentava degli aspetti in qualche modo affini (per esempio i combattimenti acrobatici, l’umorismo e la grande attenzione ai personaggi femminili). Per di più la serie della bionda cacciatrice di vampiri coniuga spesso l’horror con forti contaminazioni fantasy, rappresentate da duelli all’arma bianca, incantesimi, demoni e divinità degni di un gioco di ruolo. In Angel tali somiglianze con lo “xenaverso” si accentuano: se in Hercules e Xena si realizzavano spesso episodi che sconfinavano in generi diversi dal fantasy (il western, il musical, l’horror, la parodia demenziale, ecc.), la serie dedicata al “vampiro con l’anima” si presenta come una vera e propria fusione del fantasy con altri generi. Il protagonista gestisce un’agenzia investigativa nella moderna Los Angeles, dove però demoni mostruosi e altre strane creature si muovono fianco a fianco degli umani, perfettamente integrati nella società senza suscitare nessuno sconcerto. Possiamo facilmente trovare mostri bere al tavolo di un bar, lavorare in un ufficio oppure condurre attività illecite. In particolare Angel e compagni devono vedersela con il potente studio legale Wolfram & Hart, continuamente coinvolto in loschi affari e che sembra gestito direttamente dall’inferno. Come avrete capito, qui si danno la mano poliziesco, legal thriller, orrore e commedia. Il mix di generi appare quindi più estremo rispetto ai lavori di Rob Tapert che restano più ancorati al filone del “sword and sorcery”.
Anche l’umorismo qui prende una direzione diversa: se gli episodi di Xena si dividono in seri e comici, sia quelli di Buffy che quelli di Angel tendono a far coesistere questi due registri in maniera più stretta. Il loro produttore esecutivo e ideatore Joss Whedon ha fatto ormai un marchio di fabbrica il riuscire a far apparire realistiche e persino drammatiche situazione ai limiti del delirio. Per esempio i diabolici avvocati al servizio delle tenebre contro cui combatte Angel o il sindaco che pratica la magia nera nella terza stagione di Buffy, oscillano tra l’essere figure satiriche dell’alta borghesia e inquietanti espressioni della corruzione e perversità nascoste dietro una facciata di normalità. Al contrario la Principessa Guerriera non ha dovuto quasi mai fronteggiare nemici dalle sfumature grottesche: nonostante in alcune puntate Marte abbia dei momenti comici, personaggi come Callisto, Cesare e Speranza, non concedono spazio al sorriso.
Un’altra differenza sta nel fatto che i telefilm di Rob Tapert, tra forme femminili messe in evidenza, comicità molto plateale e omaggi-rifacimenti di film famosi, finiscono per cadere qualche volta nel kitsch. Probabilmente chi non apprezza lo xenaverso ha finito per identificare ciò con un segno di bassa qualità. Bisognerebbe però tenere presente che Tapert e molti suoi collaboratori vengono dall’ambiente dei B-movie oppure da quello delle serie di puro intrattenimento in voga negli anni ’80. Pregi e difetti di Hercules e Xena vanno quindi vista in rapporto a quello delle opere a basso budget e al background dei loro autori. In tale ambito questi due telefilm si distinguono come opere realizzate ottimamente al di là degli inevitabili limiti. Sicuramente Joss Whedon per le sue opere non solo non ha avuto a disposizione un budget maggiore (prova ne sono certi effetti speciali tra i migliori del piccolo schermo), ma anche l’esperienza maturata nel cinema hollywoodiano. Un approccio diverso al lavoro deriva anche dalla giovane età sua e di David Greenwalt e Tim Minear, due registi-sceneggiatori che per certi versi sono i veri autori delle prime stagioni di Angel.
Finora abbiamo parlato parecchio anche di Buffy. Perché, però, considerare proprio la serie del vampiro buono un epigono di Xena? In fondo nel telefilm della cacciatrice c’è persino una love-story omosessuale tra le streghe Willow e Tara, altro elemento fortemente xenita. Cosa rende particolarmente vicino Angel a Xena? Semplice, come già accennato, stiamo parlando di un telefilm incentrata su un personaggio molto dark in cerca di redenzione. Redenzione operata dall’amore e dall’amicizia. Come la Principessa Guerriera era aiutata dalla presenza di Olimpia al suo fianco, allo stesso modo Angel può contare con i suoi soci nell’agenzia investigativa che gestisce. Tra essi l’aspirante attrice Cordelia, l’esperto di demoni Wesley, il dinamico Gunn e la dolce Fred .Per di più nella terza stagione il tormentato character si trova alle prese con un figlio, Connor che gli viene portato via appena nato e che in seguito si ritrova davanti adolescente come nemico. Non vi ricorda il tempestoso rapporto tra Xena e Eve? C’è persino un arcinemico, Daniel Holtz, che vuole vendicare la sua famiglia sterminata proprio da Angel, quando era ancora Angelus. Un ammazza- vampiri vagamente “Callisto-style” insomma!
Non scordiamo, infine, la qaudrilogia nella seconda stagione composta dagli episodi Belonging, Over The Rainbow, Through The Looking Glass, There’s No Place Like Plrtz Glrb. Qui il vampiro e i suoi amici finiscono in una dimensione parallela, chiamata Pilea, che è un universo medievaleggiante popolato da bellicosi demoni che considerano gli umani animali domestici (li chiamano addirittura mucche!). Pilea sembra un surrogato del mondo di Xena. Non a caso in un dialogo il nostro personaggio preferito viene citato esplicitamente. Assistiamo persino alla scena classica degli amici morti che vengono bruciati su una pira funeraria. Sebbene la colonna sonora in questa sequenza copra le voci dei personaggi, si può notare come uno dei presenti stia cantando, esattamente come fatto da Lucy Lawless in tanti episodi del suo telefilm.

FARSCAPE
Durata dal 1999 al 2003 (4 stagioni)
Ideato da Rockne S. O’Bannon
Autori principali: David Kemper, Rockne S. O’Bannon, Justin Monjo, Richard Manning
Registi principali: Andrew Prowse, Rowan Woods, Ian Watson, Tony Tilse
Cast: Ben Browder [John Chricton], Claudia Black [Aeryn Sun], Virginia Hey [Zhaan], Anthony Simcoe [D’Argo], Gigi Edgley [Chiana], Wayne Pygram [Scorpius], Lani Tupu [Crais/voce di Pilot] Jonathan Hardy [voce di Rygel]

Non potevamo non scrivere riguardo ad una serie che viene dall’Oceania, esattamente come la nostra beneamata Xena Warrior Princess: si tratta di Farscape, un telefilm nato da una coproduzione con l’Australia della statunitense casa produttrice, Jim Henson Company (Muppet Show, Labyrinth).
La vicenda ruota attorno ad un astronauta terrestre dei giorni nostri, John Chricton, che, risucchiato da un tunnel spaziale durante un volo sperimentale, si ritrova proiettato in una regione sconosciuta dell’universo. Qui su pianeti popolati dalle più incredibili creature aliene, si sta diffondendo il dominio di un’organizzazione militare dei Peacekeepers (letteralmente i Custodi della Pace). Preso di mira da un ufficiale Peacekeeper, Chricton è costretto ad aggregarsi ad un gruppo di ex prigionieri: tra di essi ci sono l’irascibile guerriero D’Argo, la sacerdotessa Zhaan e Rygel, mostriciattolo egocentrico ma in passato monarca di un intero pianeta (!). La strana combriccola fugge a bordo del leviatano Moya, una vera e propria astronave vivente capace di provare sentimenti, di pensare e persino di riprodursi.
Tra guerrieri, santoni, tiranni, forze mistiche, re e imperi, il telefilm presenta numerose rimembranze fantasy, pur essendo completamente fantascientifica quanto ad impostazione generale. In questo si avvicina un po’ alla saga di Star Wars. Vengono però introdotte diverse innovazioni, partendo dall’incentrare la vicenda su fuggiaschi dalla condotta morale non integerrima, a spingere i quali è il bisogno di sopravvivere anziché gli alti ideali. I loro rapporti interpersonali sono turbolenti, essendosi trovati a viaggiare insieme non per scelta, ma per colpa delle circostanze. In aggiunta a loro si uniscono spesso anche degli ex nemici; alcuni come la Peacekeeper Aeryn Sun sono presenti a bordo di Moya fisicamente, altri come il malvagio Scorpius in maniera più sottile: per la precisione attraverso un duplicato della sua personalità innestato nella mente del povero Chricton, durante la sua prigionia avvenuta nell’episodio Nerve. Questo “clone neurale” di Scorpius pare essere la versione psicologica dei “corpi estranei” tanto amati dal fanta-horror. Ma in pratica tutto Farscape è un corpo estraneo, siccome in esso bizzarri alieni sono personaggi dal forte impatto emotivo, mentre i Peacekeepers, appartenenti alla razza d’aspetto umano dei sebaceani, sono freddi tiranni travestiti da pacificatori. In ciò non manca un riferimento all’attuale politica estera perseguita dall’Occidente nei paesi arabi.
Ad avvicinare la serie allo xenaverso sono anche le partecipazioni straordinarie in alcuni episodi degli attori David Franklin (Bruto) e Marton Csokas (Aristarco/Borias), ma soprattutto la presenza nel cast fisso di Claudia Black. Questa bravissima interprete dai tratti molto duri ha partecipato a due puntate di Hercules ed è stata una delle tre amazzoni protagoniste del naufragato prequel di Xena, Amazon High, riciclato parzialmente nel mediocre episodio Lifeblood. La Black veste in Farscape i panni della combattiva Aeryn Sun, una ex Peacekeeper ricercata per essere stata a contatto con un essere di una specie sconosciuta (Chricton). Costretta alla fuga con l’equipaggio di Moya, Aeryn sembra inizialmente anteporre la disciplina militare ad ogni sentimento, ma, poco per volta, finirà per scoprire di poter essere “molto più che un soldato”: non solo la vedremo solidarizzare sempre più coi compagni di fuga, ma addirittura iniziare una burrascosa love-story con l’astronauta terrestre. Nell’interpretare questo character che oscilla tra grinta e sensibilità, Claudia Black utilizza molta dell’esperienza accumulata sul set dei lavori di Rob Tapert. L’unica differenza è forse che la ex Peacekeeper sembra prediligere le pistole laser e le battaglie a bordo del suo temibile velivolo, battezzato Predatore, ai combattimenti corpo a corpo.
Già Aeryn da sola è una degna erede della Principessa Guerriera; persino la sua lenta evoluzione ricorda quella della mitologica eroina (entrambe si troveranno addirittura incinte ad un certo punto!). Non mancano, però, anche rimandi ancora più espliciti, tipo la presenza a partire dalla fine della stagione iniziale di un’aliena, Chiana, che lancia a volte un grido beduino veramente “alla Lucy Lawless”. Esiste persino un episodio, That Old Black Magic che si rifà ai tarocchi proprio come il primo musical The Bitter Suite. Le somiglianze sono pure a livello stilistico: le sequenze comico-grottesche che paiono rubate da un cartone animato; l’inserimento, rispettivamente nel fantasy e nella fantascienza, di un maggiore elemento “fisico”, mettendo in luce il sesso, il cibo e persino le funzioni fisiologiche dei personaggi; l’uso abbondantissimo dei movimenti di macchina, finendo per realizzare inquadrature davvero insolite; infine li accomuna la tendenza a rielabora generi o pellicole famose. Per esempio abbiamo l’episodio DNA Mad Scientist riprende il mito di Frankenstein, oppure I, E.T. dove si fa un richiamo esplicito a E.T. di Spielberg. A partire dalla seconda stagione si faranno poi sempre più frequenti certi siparietti, nei quali Chricton, a causa del clone neurale che gli è stato impiantato, si trova alle prese con il doppione di Scorpius in ambienti legati ai suoi ricordi della Terra. In tali sequenze oniriche, sempre comunque ben inserite nella narrazione, vediamo di volta in volta situazioni riecheggianti Le Iene, Dracula, Baywatch, Il Settimo Sigillo di Bergman e quant’altro l’immaginario collettivo moderno abbia da offrire.
I siparietti “mentali” uniti ad episodi completamente sognati dal protagonista, stile Don’t Get Fool Again, Revenging Angel e John Quixote, dimostrano una certa vocazione all’onirismo e all’introspezione psicologica, molto insolita nell’attuale panorama televisivo. In ogni caso è anche questo che fa di Farscape un vero cult.



BIRDS OF PREY
Durata: dal 2002 al 2003 (1 stagione)
Ideato da Laeta Kalogridis
Autori principali: Laeta Kalogridis, Melissa Rosenberg, Adam Armus, Nora Kay Foster, Adam Horowitz, Edward Kitsis
Registi principali: Brian Robbins, Michael Katelman, John T. Kretchmer, Joe Napoletano
Cast: Ashley Scott [Helena Kyle/The Huntress], Dina Meyer [Barbara Gordon/Oracle], Rachel Skarsten [Dinah Lance], Sherman Moore [Jesse Reese], Mia Sara [Dr. Harleen Quinzel], Ian Abercrombie [Alfred], Mark Hamill [voce del Joker]

Nato sulla scia del fenomeno televisivo di Smallville, il telefilm che rielabora le avventure di Clark Kant/Superman, oltre che dal successo cinematografico del genere supereroico, Birds of Prey prende spunto da un fumetto spin-off di Batman.
La vicenda si svolge nella metropoli di New Gotham City. L’Uomo-Pipistrello, da sempre difensore della città sembra svanito nel nulla, e il Joker ha cominciato una vendetta ai danni di chi gli era più legato. Cat-Woman/Selena Kyle e Bat-Girl/Barbara Gordon cadono entrambe sotto i colpi del ghignante villain. La prima muore, mentre la seconda sopravvive costretta però su una sedia a rotelle. Barbara non si dà per vinta e, assunta l’identità dell’Oracolo, rintraccia Helena, la figlia che Cat-Woman aveva avuto da Batman. La ragazza, come la madre, è una “metaumana” dotata di facoltà tipiche dei felini (sensibilità, agilità e forza sovrumane). Addestrata dall’Oracolo, Helena può iniziare una lotta al crimine col nome di battaglia di The Huntress. Alle due si aggiunge in seguito Dinah Lance, un’altra metaumana con poteri di precognizione ed un temibile urlo ultrasonico. Le tre donne iniziano così il sodalizio delle Birds of Prey, letteralmente gli uccelli da preda, per difendere New Gotham.
Sfortunatamente questo è stato il telefilm meno longevo tra quelli qui esaminati, solo una stagione. Ciò nonostante l’apprezzamento, fra gli altri, del regista Tim Burton, cui si devono due ormai leggendari film su Batman. Il grosso difetto è stato forse quello che non tutti gli spettatori sono talmente “batmaniaci” da conoscere certi riferimenti molto sottili al fumetto: già le tre Birds costituiscono tutto sommato dei personaggi minori nella saga del Cavaliere Oscuro; l’idea di mettere Bat-Girl su una sedia a rotelle viene direttamente dalla graphic novel Killing Joke di Alan Moore, mentre dietro al personaggio della psicanalista Harleen Quinzel con la quale si confida Helena, si riconosce Harley Quin, la compagna del Joker, ideata da Paul Dini per il cartone animato di qualche anno fa.
Nonostante ciò, il raggruppare una ex eroina, l’Oracolo, un’eroina attuale, The Huntress e una ragazza, Dinah, che avrebbe le potenzialità per diventare una nuova combattente per la giustizia (notare che Dinah Lance è nell’universo fumettistico DC l’identità segreta della superdonna Black Canary). Ad impreziosire maggiormente il prodotto va notata la collaborazione di Mark Hamill, lo storico interprete della trilogia classica di Star Wars, che presta la sua voce al Joker, come già aveva fatto nella serie animata, citata poco sopra. Inoltre nel ruolo di Barbara Gordon/Oracolo c’è Dina Meyer, protagonista femminile di alcuni cult-movie, quali Marlowe- Omicidio a Poodle Springs, Dragon Heart, Johnny Mnemonic e Starship Troopers.
Di sicuro uno xenita, anche se non conosce molto l’universo di Batman, o più in generale dei supereroi sfornati dalla casa editrice DC Comics, potrebbe rimanere affascinato da Birds of Prey. Esattamente come nel nostro telefilm preferito, eroine e villain sono in maggioranza donne battagliere che mettono in minoranza l’elemento maschile. Nei rapporti fra le protagoniste non mancano tocchi di lesbismo. Se aggiungiamo che l’Oracolo fa spesso uso di un arma che somiglia più al chakram che non al boomerang a forma di pipistrello usato dal Cavaliere Oscuro, si capisce quanto non sia casuale la presenza tra gli sceneggiatori di Adam Armus e Nora Kay Foster, due autori ben noti ai fan di Xena ed Hercules.

 




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