"Qualche
giorno con Xena e Olimpia"
Mi
trovavo in un bosco con i miei genitori e con mia cugina. Io e mia
cugina passeggiavamo, quando, all’improvviso, è scesa
la nebbia.
Non si vedeva niente.
A un tratto, mi sono accorta di essere rimasta sola e, nonostante
io chiamassi i miei genitori e mia cugina, nessuno mi rispondeva.
Ero molto spaventata.
Ho camminato tanto e, a poco a poco, la nebbia si è diradata.
Ho visto lontano dei riflessi di luce, mi sono avvicinata e ho visto
il sole che si rifletteva in un lago.
Era uno spettacolo meraviglioso.
Poi, ho sentito arrivare qualcuno e mi sono nascosta dietro un albero.
Erano due persone: la prima, con i capelli neri e lunghi e l’altra,
con i capelli corti e biondi.
Erano XENA E GABRIELLE!!!!
All’improvviso mi sento afferrare alle spalle, era un guerriero.
Ho gridato impaurita e Xena, che aveva sentito il mio grido, lanciò
il cerchio rotante, colpendo alla testa il mio aggressore, uccidendolo.
Ero immobile a terra e guardavo il guerriero morto.
Esse mi si sono avvicinate e Gabrielle mi ha chiesto: “Stai
bene?” le ho risposto di si.
Xena mi ha aiutato ad alzarmi e mi ha chiesto il nome.
Io non ho risposto, ma ho raccontato loro quello che mi era successo.
Xena aveva un viso severo, mentre Gabrielle sorrideva.
Abbiamo camminato un po’ insieme, poi Xena ha detto: “Fermiamoci
qui, perché è già notte, domani, all’alba,
ripartiremo”.
Ci siamo sedute intorno a un fuoco e abbiamo mangiato qualcosa.
Xena continuava a guardarmi severamente.
Anche se io sorridevo e le rivolgevo la parola, lei mi ignorava.
A un certo punto, lei dice: “Gabrielle, ora andiamo a dormire,
se no, domani, non vorremo alzarci”.
Gabrielle risponde: “non ho sonno, vai pure a dormire; io parlerò
con lei. Buona notte”.
Xena: “va bene, ma non parlate troppo, buona notte”.
Gabrielle allora, mi raccontò tutte le loro avventure, mentre
tra me pensavo che era inutile, tanto le conoscevo tutte.
“……un’amazzone stava per uccidermi. Si chiamava
V…”, ed io, interrompendola: “Velasca”.
E Gabrielle : “Esatto! Come lo sai?”.
Ed io: “ehm…sono venuta dal….”, ma lei mi
interrompe e dice: “ho capito, ho capito”.
Xena fingeva di dormire e aveva sentito tutto quello che avevamo detto.
Poi, ormai stanche, ci siamo addormentate.
Il
giorno dopo, era una bella giornata e faceva molto caldo.
Abbiamo camminato per molto tempo.
Xena ci precedeva ed io, rivolta a Gabrielle, le ho detto: “forse
sono antipatica a Xena”, ma Gabrielle: “no, no, non ti
preoccupare, è il suo carattere le passerà”.
Ci siamo fermate in cima a una collina, da dove abbiamo visto in lontananza
un paese.
Ho chiesto a Xena che paese fosse, ma mi ha risposto Gabrielle: “Anfipoli”.
Ed io: “Anfipoli!?!, Dove sei nata tu, Xena”.
Lei ha risposto seccamente: “Si! Andiamo”.
Arrivate in paese, siamo entrate in un locale dove lavorava la madre
di Xena.
Ci siamo trattenute fino a sera. Abbiamo mangiato e finito, mi sono
alzata dalla tavola e mi sono seduta vicino al camino, guardando il
fuoco.
Anche Xena e Gabrielle si sono alzate e Gabrielle, rivolta a Xena,
le ha detto: “Perché ti comporti male con lei? E’
una ragazza buona degna fiducia”.
Xena non le ha risposto.
Allora Gabrielle ha preso i piatti dalla tavola e li ha portati in
cucina.
Xena mi ha guardato e mi si è avvicinata, dicendomi: “scusami
se mi sono comportata male con te”.
Io, intimidita, le ho risposto: “figurati, non è colpa
tua”.
E lei a me: “sei gentile…, ma dimmi che cosa conosci delle
nostre avventure?”.
Ed io: “so tutto. Ti dico che i tuoi figli si chiamano Solan
ed Eve”.
A queste mie parole, Xena ha avuto un sussulto ed io ho aggiunto:
“mi dispiace per la morte di tuo figlio per mano di Speranza,
la figlia di Gabrielle”.
Xena, allora, mi ha detto: “Va bene, ti credo”.
Io le ho chiesto ancora: “so che tua figlia Eve è viva.
Ora dove si trova?”.
Lei mi ha risposto: “non lo so, è andata molto lontano,
ma credo che stia bene”.
Xena, appoggiandomi la mano sulla spalla e sorridendo, mi ha detto:
“domani andremo dagli dei dell’Olimpo che potranno aiutarti
a tornare a casa”,
Io ho pensato: “finalmente! Mi ha sorriso!”.
Gabrielle, che dalla cucina aveva visto e sentito tutto, allora mi
ha sorriso.
L’indomani,
al mio risveglio, intontita, ho sceso le scale, ma non c’era
nessuno. Uscita dalla casa ho visto Xena e Gabrielle che si allenavano
in duello.
Gabrielle, vedendomi, mi dice: “Ehi, buongiorno” e Xena:
“hai dormito bene?”.
Ho risposto di si.
Xena, rivolgendosi a me, ha detto: “Vuoi imparare a combattere?”.
Io: “ehm…”, allora Gabrielle mi ha chiesto se avevo
paura ed io ho risposto: “si e no, però, vorrei imparare”.
Allora Xena e Gabrielle si sono messe a discutere su chi di loro dovesse
insegnarmi.
Tutte e due, infine, mi hanno insegnato qualcosa, ma non avevo imparato
bene come loro.
Più tardi siamo andate dagli dei dell’Olimpo, dove è
apparsa, improvvisamente, Afrodite, la quale ci ha detto: “Ciao
ragazze, sono contenta di vedervi” e notando la mia presenza,
ha aggiunto: “chi è quella lì?”.
Gabrielle stava per dire, quando io ho detto : “la dea dell’amore!”.
Allora Afrodite dice: “ Ooh che ragazza!!!” e poi: “in
che cosa posso aiutarvi?”.
Xena risponde dicendo: “lei è venuta dal futuro e vuole
tornare a casa sua. Come si deve fare?”.
Afrodite: “ehm.. è difficile, ora vado a vedere una cosa”.
Detto questo, svanì, ma poco dopo è tornata dicendo
che, al momento, non sarei potuta ritornare al mio tempo, aggiungendo:
“mi dispiace davvero, se trovo qualcosa vi farò sapere”.
Io, senza parlare, ho annuito.
Allora siamo ritornate al lago, dove io ero triste per quello che
aveva detto Afrodite.
A un tratto, sono arrivati dei guerrieri ed io ho chiamato ad alta
voce Xena e Gabrielle che, subito sopraggiunte, hanno iniziato a combattere.
Io non sapevo che fare e guardavo la battaglia, quando ho visto uno
dei guerrieri che stava per scoccare una freccia verso Gabrielle.
Mi sono messa a correre per salvare Gabrielle e sono stata colpita
a una spalla.
Il dolore era fortissimo.
Lo scontro finì con la vittoria di Xena e Gabrielle.
Xena è venuta verso di me e mi ha detto: “tieni duro,
perché devo estrarre la freccia dalla tua spalla”.
Infatti, me l’ha tolta e, odorando la punta, ha detto: “per
fortuna, non è velenosa”.
Gabrielle allora, mi ha chiesto: “perché mi hai salvato?”,
ma io, a questo punto, sono svenuta per il dolore.
Gabrielle mi ha afferrato le braccia per farmi rinvenire, invece,
era mia madre che mi ha svegliato, per andare a scuola.
Non è giusto!!!!! Volevo continuare a sognare per conoscere
la fine della storia.
Tutto questo ho sognato in un solo colpo. Davvero!
By Xenanty