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I giorni dell’amore e della gloria

Di IPPOLITA

XIII

LA RABBIA E LA SOLIDARIETA’

IL colonello Wolf Mayer era fuori di sé. Passeggiava per tutta la stanza agitando il frustino come a voler colpire l’oggetto del suo livore." Quella donna, perché non si limita a fare il suo lavoro? Perché deve mettermi continuamente il bastone tra le ruote?" Il suo uditorio, il tenente Jungermann, la sua segretaria Inge e infine il capitano Klaus Troelscht, lo guardavano tra il preoccupato e l’infastidito. "Puoi neutralizzarla se vuoi- interloquì Inge, socchiudendo i suoi gelidi occhi celesti- offrile qualcosa in cambio della sua complicità" "Che cosa? Tu che mi suggerisci?" "Forse di spartire con te il potere" intervenne Klaus. "Non le interessa, anche se con il suo carisma potrebbe facilmente portare la gente dove vuole".

"Già, Anna Sanzio è una donna decisamente fuori dall’ordinario, le basta un’occhiata per capire come è una persona, i suoi pregi, le sue debolezze e anche come medico, vi ricordate come ha salvato la vita al Generale Von Screben..." rifletteva ad alta voce Ernest Jungermann. "Grazie tante, amici miei, siete davvero portentosi, come farei senza le vostre incredibili intelligenze?" sussurrò furioso Mayer-"Lo volete capire che mi state dicendo delle cose che so gia?" urlò, "Voglio un suggerimento sensato, dobbiamo tenerla lontano dai nostri affari ma senza nuocerle. Anna mi piace. La voglio. Quello stupido del conte non la merita, tuttavia, non possiamo più permetterci d’averla nemica. Ecco la questione!" "Per me- disse Inge- la lusinga è l’unica strada, darle ad intendere che abbiamo a cuore il benessere della popolazione" "E, proseguì Klaus- fingere di tenere in maggior conto l’autorità del conte Valerio di cui è pateticamente innamorata". Wolf girò i suoi occhi neri, acuti, infossati, dall’espressione grifagna, verso il giovane, il suo volto pallido assunse una fisionomia addirittura benevola e gli sorrise, Klaus sentì un senso di calore, finalmente qualcuno mostrava d’apprezzarlo. "Bene, amici, disse Wolf, comincerò proprio da stasera, sono a cena dai Sanzio.A proposito, quell’idiota di Sorciano, eliminatelo...un incidente." "Ma, come faremo a procurarci la...merce?" disse cautamente Klaus- "Per le medicine da rivendere al mercato nero e per la morfina non preoccuparti, con Anna dalla nostra parte non avremo più problemi!" Rispose sicuro Wolf- "Ma se per caso il tuo piano non dovesse riuscire?" s’intromise Inge- "Ci penseremo al momento, quello sciocco infermiere sa troppe cose e la nostra affascinante dottoressa conosce troppo bene l’arte di manovrare un uomo a suo piacimento! Non dobbiamo dolerci della sorte di Sorciano, gli esseri come lui vanno soltanto utilizzati e poi buttati via...anzi, tutta questa gente ha senso unicamente perché ci permette di forgiare il nostro nuovo mondo: Il terzo reich!" Così detto i quattro soci si separarono.

Anna guardava teneramente i bambini mentre mangiavano. Suor Caterina era felice, ora potevano tutti quanti affrontare il lungo inverno senza preoccupazione, viveri e coperte non mancavano. La religiosa abbracciò la dottoressa con affettuosa riconoscenza. Anna sorrise un po’ timida. Il suo pensiero andava veloce, c’erano altri rifugi da inventariare, inoltre, l’attenzione doveva restare vigile, gli sciacalli erano sempre in agguato. Padre Michele aveva portato altri due orfanelli, una biondina magrolina ma molto vivace e un ragazzino triste e taciturno: Olivia e Simone. Pensava, la donna, che le sarebbe piaciuto rivedere la ragazza che aveva tirato fuori dai guai, si era congedata forse troppo bruscamente da lei, ma non aveva importanza, sicuramente prima o poi l’avrebbe ancora incontrata. La voce della sua amica la riportò alla realta, le stava dicendo che Mayer sembrava sinistramente interessato ai piccoli, forse sospettava che molti di loro fossero ebrei, le sue incursioni per il momento si limitavano a qualche domanda e a molte occhiate diffidenti. Anna la rincuorò, lei l’avrebbe tenuto a bada, non gli avrebbe mai permesso di nuocere, specialmente a quei bambini.





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