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I giorni dell’amore e della gloria

Di IPPOLITA

XV capitolo

Una cena in casa Sanzio

"L’uomo è una passione inutile"

(Jean Paul Sartre)

La serata lunga e poco gradevole per Anna era sembrata invece lieta ai suoi ospiti: Il colonnello Mayer, Il capitano Klaus Troelscht, il tenente Udo Jungermann e infine la bella Inge, segretaria particolare di Wolf Mayer oltre che amante in carica di Troelscht. Attorno alla tavola splendidamente imbandita dei Sanzio c’erano anche, oltre ai padroni di casa, ai loro tre figli e alla suocera di Anna, la marchesa Erminia Canziani Sanzio, la professoressa Teodora Salimbeni e Magda Sanzio, rispettivamente la madre di Anna e la sorella di Valerio. La cena era ormai giunta al dolce, una torta Sacher preparata in omaggio agli ospiti tedeschi, specialmente per il colonnello Mayer che se ne proclamava molto ghiotto. Anna era bellissima, indossava un abito scuro leggermente scollato che mostrava le sue spalle ampie e perfette, i suoi occhi blu si soffermavano sui visi dei commensali per valutarne gli umori anche perché il suo stava rapidamente alterandosi. Per tutto il tempo la conversazione era stata piacevole, L’affascinante Magda con il suo umorismo brillante e i mille aneddoti dei suoi viaggi aveva saputo animare il trattenimento, anche Teodora con classe era riuscita ad evitare scabrosi o controversi. Ora, però,il capitano Klaus si era messo a filosofare sui destini gloriosi del reich di cui anche gli italiani avrebbero ricavato vantaggi e onori anche se non ne sembravano veramente entusiasti e convinti. "Spiegatemi-disse Klaus-perché mai, per es,

in questa città la gente ci è così ostile, eppure noi ci comportiamo bene, non manchiamo di rispetto a nessuno, non bruciamo i raccolti o violentiamo le ragazze!" "Vi state confondendo-rispose subito Anna- queste cose le hanno fatte di solito gli eserciti invasori e voi invece siete alleati degli italiani!" Mayer fece cenno al giovane Klaus di tacere, quello sciocco stava rischiando di mandare all’aria i suoi progetti malgrado lui fosse stato galante con la dottoressa ,cordiale e tollerante con tutti, complimentandosi perfino con la cuoca! Insomma aveva condotto egregiamente la sua recita ben coadiuvato dal resto della sua comitiva . "Il mio giovane amico si riferisce forse a ciò che è accaduto stamane, al pastore, ma ormai è tutto a posto, mi pare". I commensali sembravano sollevati ma Klaus riprese:"Chi ha un grande progetto come noi non può curarsi delle buone maniere.Pensate che Alessandro Magno o Giulio Cesare o Napoleone fossero gentili? Una grande personalità fa la storia, gli altri devono inchinarsi alla sua grandezza!" "Voi state facendo la storia tutto da solo capitano Troeltsct?" Gli rispose Teodora con sarcasmo. Valerio si alzò e guardando con irritazione la suocera, invitò tutti nel salone azzurro per il caffè. Filippo e Costantino esausti chiesero il permesso al padre di congedarsi, rimase soltanto Alessandra sfacciatamente puntata da Udo che non le toglieva gli occhi di dosso. Una musica di sottofondo li accompagnava piacevolmente"E’ un quartetto di Haydn" disse con aria d’intenditore Mayer rivolgendosi a Inge che non finiva d’ammirare l’arredamento sobrio ed elegante degli ambienti. "Finalmente

arriveremo a una svolta nel fronte orientale colonnello?" Disse inaspettatamente Valerio. La guerra. L’avevano lasciata deliberatamente fuori dalla porta, ma era una presenza troppo ingombrante,non la si poteva ignorare a lungo. " Anche se il contributo dell’esercito italiano è irrilevante I nostri stanno facendo uno sforzo eroico per ribaltare la situazione e sicuramente vinceremo anche questa battaglia, anche se il contributo" replicò asciutto Mayer.

"Del resto noi tedeschi siamo destinati a trionfare, la superiorità della razza ariana sulla slava

è innegabile". "Scusate, ma il concetto di razza non è scientificamente provato-dichiarò Anna- e poi superiorità rispetto a che cosa? Alla forza fisica? All’intelligenza? Noi esseri umani siamo uguali sostanzialmente sotto tutte le latitudini e in qualsiasi epoca storica perchè siamo sempre mossi dalle stesse passioni elementari: l’amore, l’odio, la pietà e il desiderio di potere! Ciò che conta è aiutare gli altri specialmente le persone più indifese".

"Mia moglie è fissata con la protezione dei deboli e dei bisognosi- affermò ironico Valerio-

Anna lo guardò dolorosamente sorpresa mentre Magda, Teodora e Alessandra si sentirono offese dal suo atteggiamento. Più tardi, congedati gli ospiti, Erminia si lagnava con la nipote:"Sembra che tua madre non abbia niente da perdere,non si rende conto di mettere a dura prova la pazienza dei nostri alleati e di far apparire tuo padre come uno sciocco? cosa vuole dimostrare con tutta la sua arroganza di avere la verità in tasca? Non si rende conto della loro superiorità?" Alessandra non replicò, si sentiva a pezzi, il dissidio nella sua famiglia diventava ogni giorno più evidente, meno male che l’amore di Felice la consolava e poi c’erano la scuola e i suoi compagni a tenere accesa in lei una certa speranza.

Nella loro camera da letto Anna e Valerio si accingevano a riposare. La donna osservava il marito che dopo la doccia stava indossando il pigiama, ne aveva scelto con cura uno di seta verde, sì, era un uomo molto attraente:"Dove è finito Valerio?" esclamò a un tratto.

"Che dici cara?"- "Dove è finito l’uomo che ho sposato? Quel giovane che mi ha incantato, tanto fiero, pieno di ideali, così deciso a cambiare il mondo?" continuò con un velo di rimpianto la moglie. "Cambiare il mondo? Cioè l’impresa più sciocca e inutile che un mortale

possa pretendere di fare?" soggiunse Valerio mentre le si avvicinava sensualmente. Le circondò le spalle con le sue braccia mentre le sussurrava seduttivo:"Bisogna adattarsi alle circostanze, essere flessibili per riuscire ad attraversare la vita senza rimetterci le penne".

"Anche a costo di rinnegare se stessi e le persone che ami?" gli replicò lei allontanandosi.

L’uomo la guardò con sorpresa." Stasera mi hai sempre contradetta, anzi, mi hai trattata come una donnetta degna di compatimento e tutto per compiacere Mayer e i suoi compari!"

Valerio si irrigidì ma cercò di mantenersi calmo:"Forse non hai capito, malgrado la tua intelligenza, quanto siano pericolosi questi uomini. Non puoi sfidarli continuamente: vuoi rovinarmi? Vuoi rovinare i tuoi figli? E per chi? Per qualche straccione ignorante che non sa nemmeno stare a tavola!"- "Questi straccioni, come li chiami tu, hanno fiducia in te, toccherebbe a te proteggerli dai soprusi di questi invasori, tu sei il loro podestà" "Bene, tagliò corto Valerio, lo sto facendo a modo mio, e tu mi devi aiutare invece di ostacolarmi con le tue pericolose iniziative come quella di accogliere quei bambini ebrei, sì, quelli che si porta dietro quell’altro incosciente di padre Michele, o pensi che Mayer e Troltscht siano degli idioti?" Anna non rispose, si mise a letto risentita e sconfortata, dal canto suo Valerio si girò dall’altra parte, davvero cominciava a sentire molto fastidio per l’importuno idealismo di sua moglie e pensare che la desiderava e avrebbe voluto finire la serata in modo ben più piacevole dell’attuale.

UNA LETTERA MISTERIOSA

Angelica si preparava per andare a dormire. Achille le si avvicinò facendo le fusa, la ragazza

lo prese in braccio e carezzandolo dolcemente lo chiamava con i nomi più teneri che la sua fantasia le suggeriva:"O principe dei felini, scrigno delle sette bellezze gattesche, ottava meraviglia dei mici!" Lui ricambiava strofinando graziosamente la sua testona rotonda contro il suo collo profumato. I bambini stavano già dormendo, avevano avuto una giornata intensa,

studio, giochi e poi sembrava che avessero stretto nuove amicizie specialmente con il piccolo Ettore Sanzio che ogni giorno di più si affezionava a Daniele, e Tonino Coniglio che praticamente era diventato l’ombra di Nathalie. Angelica ripensava a quello che le era capitato nel giorno che stava ormai declinando: Aveva mandato un mazzo di rose bianche e rosse alla dottoressa Sanzio per ringraziarla, le aveva salvato l’onore e la vita e avrebbe voluto parlarle ancora, ma certamente si sarebbe presentata l’occasione di rivederla. Non sperava di sentirsi già così a suo agio in quella città, e pensare che si trovava lì per caso, ma cos’è veramente la casualità? Ricordava le sue discussioni con il padre che faceva riferimento invece al Tao, al sistema filosofico cinese che parla invece di coincidenze significative, o sincronismo come lo definiva Jung, lo psicoanalista svizzero amico del padre: "L’oggettività è un’illusione, non esiste un osservatore e una cosa osservata nettamente staccati l’uno dall’altra bensì un’interazione fra i due elementi". "Vuoi dire che noi

costruiamo la nostra realtà?" Gerolamo sorrideva, il suo bel viso affilato diventava colmo di amore per lei, per sua figlia. Il ricordo improvviso di suo padre le procurò un’intensa commozione, gli occhi le si riempirono di lagrime, si alzò per prendere un fazzoletto, le ritornarono in mente tanti ricordi, le si riaffacciò, richiamata dall’urto dei sentimenti, la nostalgia mai domata per suo marito. Quanto mai avrebbe potuto vivere ancora un amore così? La sua nuova amica e collega, Vanessa Benvenuti, la esortava ad uscire con qualcuno

dei giovanotti che la corteggiavano, almeno per trascorrere il tempo piacevolmente, ma lei

li trovava tutti insipidi, faceva continuamente dei paragoni con Samuele ma questo non l’aiutava. Ora si presentò al suo cuore un altro viso, un’altra figura: Anna. "Non è come le altre donne" pensò Angelica senza capire perché ma subito si sentì confortata. Tornando a letto urtò contro qualcosa, si chinò e alla luce fioca della lampadina da notte scorse a terra una scatola metallica. La prese, la portò con sé, doveva esserle scivolata mentre disfaceva le valigie. Aprì il contenitore, dentro c’era una grossa agenda di cuoio marrone, la strinse, l’accarezzò, l’annusò, sentì il profumo di suo padre, cominciò a sfogliarla. Era una sorta di diario ma anche qualcosa di più: era la traduzione completa, piena di annotazioni e richiami

che Gerolamo aveva fatto delle pergamene di Olimpia, la poetessa di Potidea, la grande amica, la compagna di Xena. Toccando le pagine del diario Angelica trovò nell’intercapedine della copertina una busta, era una lettera chiusa che il padre aveva indirizzato a lei.

"Mia amatissima figlia,-

se hai in mano questa lettera allora è lapalissiano: io sono morto. Bene allora devi sapere che tuo padre non è mai stato un impostore: le pergamene che ho trovato anni fa ad Alessandria d’Egitto appartengono veramente alla poetessa, al bardo di Potidea, tutto quello che lei racconta è frutto delle sue esperienze e della sua arte. Nondimeno io non ho tradotto

per intero la sua opera, mancano alcuni particolari che si trovano negli originali e che non sono quelli che attualmente saranno in tuo possesso. Le pergamene autentiche sono custodite presso la biblioteca Vaticana ma in realtà vicario e curatore ne è lo studio del notaio Centari, mio prezioso e fidato amico. Quando Natahalie e Daniele avranno rispettivamente venticinque e ventuno anni le pergamene e la loro traduzione completa potranno essere divulgate ma prima d’allora il loro segreto dovrà essere taciuto. Tu sarai , in quel tempo,una donna matura, ancora giovane ma non più giovanissima, avrai raggiunto anche tu l’età appropriata per aiutare i miei nipoti a fare giustizia e a riabilitare il mio nome nel mondo della cultura e della scienza così come credo di meritare.

Angelica adorata, sappi che poche creature sono state amate dai propri genitori come lo sei stata e lo sei tu. L’unica preoccupazione che tua madre ed io abbiamo avuta è sempre stata quella della tua felicità. Siamo sempre stati fieri di te, della tua intelligenza acuta e profonda, della tua bellezza ma soprattutto della tua bontà. Samuele è la persona giusta per te, soltanto con lui ti sentiamo al sicuro, ma se per sventura lui dovrebbe venire a mancare ti prego di non buttarti subito tra altre braccia, anzi, quanto più sentirai passione e irresistibile attrazione per qualcuno tanto più devi resistere, peggio se questo amore sarà ricambiato: DEVI DIFFIDARE DAL TUO CUORE. Non importa se quest’altra persona sarà nobile e degna di te:E’ IL SUO DESTINO CHE NON PUO’, CHE NON DEVE INTRECCIARSI CON IL TUO. Non ami la vita? So quanto ami i tuoi bambini so che vuoi assaporare le gioie dell’esistenza che sono tanto più intense quanto più sono semplici. Tu hai bisogno di uno sposo tranquillo e affettuoso,un porto sicuro piuttosto che una nave vagabonda e avventurosa. Angelica, figlia mia, adesso ti sconvolgerò, ma io per la tua felicità accetterei anche di vederti con una cuoca svizzera purchè fosse pacifica e con i piedi ben saldi sulla terra. Ricordati dell’Odissea: l’ombra di Achille dice ad Ulisse che avrebbe preferito trascorrere cento anni come un oscuro contadino ma godere della dolce luce del sole invece di essere il re delle ombre nell’oscurità triste dell’Ade. La gloria è un’illusione.

Addio, ricordati che ti sono sempre vicino.

Tuo padre.

Angelica rimase turbata, meravigliata, sconcertata. Sembrava che Gerolamo avesse previsto con certezza la sua vedovanza e un incontro successivo che avrebbe dovuto fare:un amore, un grande amore che avrebbe potuto esserle fatale. E cosa nascondevano le pergamene?

Che legame poteva esserci fra lei e il loro segreto? Sorrise involontariamente rileggendo la frase della "cuoca svizzera", sapeva che i suoi genitori erano di larghe vedute ma lei non aveva mai sentito alcun trasporto verso le persone del suo stesso sesso e men che mai "Cuoche svizzere". Si ripromise di rileggerla con calma e sebbene a fatica cercò di addormentarsi.





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