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In
una notte cupa, un gruppo di briganti si stava ubriacando ai piedi
di una collina, dopo aver fatto razzie in un piccolo villaggio.
“Ciò che vedi non è solo morte ma è anche una traccia della mia grandezza! Poiché la potenza di un guerriero si misura nelle sue gesta. E’ questo ciò che sono, un potente guerriero e presto diventerò l’unico dio vivente di questo mondo. Mi manca solo un passo, un piccolo passo: il pugnale che ha il potere di uccidere gli dei. Una volta in mio possesso, mi renderà il padrone di ogni dimensione, il guerriero più grande di tutti i tempi. Quest’arma è ora nelle mani di Xena, un donna che in passato ha fatto delle cose interessanti… viaggiando nel passato ho potuto vederla mentre uccideva decine di innocenti, per puro divertimento ma ora qualcosa l’ha cambiata. Una fanciulla, una sciocca poetessa di nome Gabrielle… Usa i tuoi poteri, Vulnavia, per impossessarti dell'anima di quella ragazza e poi uccidila. Fallo e ti renderò la libertà!" Vulnavia
al suono di quelle ultime parole spalancò gli occhi, inarcando
le labbra in un nuovo sorriso. Xena aveva assistito alla scena, merito di un contadino che, vedendo come quella forza oscura a lui sconosciuta avesse ucciso tutti quegli uomini, era accorso da lei per chiedere aiuto. La Principessa Guerriera pensò subito a Gabrielle, lei era tutta le sua vita. “Gabrielle... non posso batterlo da sola, non ce la posso fare...”. Così si avviò per tornare dalla poetessa. Anche Corifeo aveva visto la stessa scena di Xena e anche lui, pur essendo un dio, ne era rimasto impressionato. Aveva intuito che Xena si sarebbe messa alla ricerca di quella forza oscura per sconfiggerla. Certamente non poteva farcela da sola e lui poteva aiutarla... ne avrebbe ricavato sicuramente qualche vantaggio. Così decise che era arrivato il momento di mostrarsi alla guerriera. Apparve all’improvviso alle spalle di Xena e disse: “Così tu devi essere Xena, la Principessa Guerriera. Oh, che maleducato, non mi sono presentato! Io sono Corifeo, Dio protettore dei ladr...ehm… delle persone ingegnose e dei brigan... scusa, volevo dire condottieri. “ Xena guardò Corifeo: “Cosa vuoi? Come fai a sapere il mio nome?” domandò la donna pronta allo scontro. “Cosa voglio? Beh, è semplice, voglio aiutarti! Oppure pensavi di poter sconfiggere quella forza da sola? Si, è vero che sei probabilmente la più grande guerriera del mondo, ma non penso che questa volta la tua spada basterà. “ rispose Corifeo, poi aggiunse: “Come faccio a sapere il tuo nome? Te l’ho detto, sono un dio!” Xena stette un attimo in silenzio, poi aggiunse: “Hai visto tutto, quindi... si, è vero, non posso combattere questa battaglia da sola, avrò bisogno del tuo aiuto, ma dimmi, Corifeo, cosa vuoi in cambio? Ho conosciuto molte divinità e nessuno fa niente per niente...” disse Xena, ora più rilassata mentre la sua voce assumeva un tono sarcastico. “E’ vero, noi dei non aiutiamo nessuno se non possiamo ricavarci qualcosa. Tuttavia ciò che ti chiedo non ti costerà particolari sacrifici. Voglio aiutarti per la fama! Insomma, sono una divinità minore ma questo ruolo non mi piace affatto! Immagina che figura farò sull’ Olimpo quando si saprà che, insieme ad una valorosa guerriera, ho sconfitto un’ oscura forza! Certo, se ci sarà l’occasione di ‘guadagnare’ anche qualche gioiello o qualche pietra preziosa...” rispose Corifeo. “Sai, il tuo modo di fare è come quello di ogni altro dio dell' Olimpo, e credo ti alletti di più oro e argento che una fama da benefattore, ma poco me ne importa se alla fine di questa storia sarai riuscito a rubare qualche gioiello, l'importante è che tu mi aiuti in questa mia missione. Per prima cosa c'è Gabrielle, hai visto, lei è in pericolo, e prima di tutto dobbiamo proteggerla! Io ora vado da lei, che fai, mi segui o te ne vai per tornare domani e decidere una qualche strategia?” “Ti seguo, sono curioso di conoscere questa Gabrielle!” rispose Corifeo. All'accampamento delle due guerriere Gabrielle aspettava il ritorno di Xena intenta a leggere alcune pergamene in ricordo dei vecchi tempi e delle avventure ormai passate. Xena le si avvicinò: “Gabrielle, purtroppo non ci sono buone notizie... due demoni, potentissimi, forse i più potenti che io abbia mai visto... e...” Xena si fermò un' istante, scansò dal suo viso i suoi lunghi capelli, si mise un' attimo la mano sulla bocca e poi riprese a parlare “... e poi ci sei tu, sei in pericolo!”. Fece un segnale a Corifeo che avanzò dal buio. Allora la Principessa Guerriere riprese a parlare rivolgendosi a Gabrielle ma guardando Corifeo: “Lui ci aiuterà, è una divinità...”. Poi guardò l'amica negli occhi, le prese la mano e con una voce improvvisamente dolce e premurosa continuò: “Non permetterò a nessuno di farti del male...” le sorrise e concluse: “Ora è il caso di riposare, in quanto a te, Corifeo, ci vedremo domani ed elaboreremo un qualche piano!” "In pericolo?" ripeté Gabrielle lasciando cadere a terra le pergamene. "E perché mai queste creature dovrebbero essere interessate a me?". Il bardo lanciò un'occhiata sospettosa a Corifeo e avvicinandosi a Xena, sussurrò: "Non mi piace quel tipo, sei sicura che non sia un alleato di quei demoni? Sai benissimo quanto siano ingannevoli e volubili le divinità". “Non convince neanche me” rispose Xena, ”Ma sicuramente non è un loro alleato, anche se non escludo che abbia a che fare con forze del male!” poi, riprendendo un tono di voce normale le spiegò “Vedi, Gabrielle, a quanto ho capito tu saresti un ostacolo al loro obiettivo, ossia quello di farmi tornare cattiva! Devi stare molto attenta, sono molto forti.” "Forti..."
ripeté la ragazza bionda. "Mai forti quanto te!"
quindi Era scesa la sera. Una luna piena illuminava la foresta dove avevano trovato rifugio Xena, Gabrielle e Corifeo. Gabrielle osservò il fuoco per qualche istante, alla ricerca delle parole giuste per continuare il suo racconto. Spostò gli occhi su Xena e rimase incantata dalla luce che la Luna rifletteva sui capelli della guerriera, illuminandoli di un blu-nero intenso. "...fu stranissimo essere catapultati in un altro mondo, vedere oggetti, abiti, strani carri che si muovevano senza cavalli e che chiamano macchine, e altrettanto strano fu vedere quegli esseri con denti aguzzi combattere contro la Cacciatrice e i suoi amici..." scrisse, poi si interruppe tornando a riflettere. “Ah!Ah!Ah!” scoppiò a ridere Corifeo “Ma che razza di testo è? E tu saresti una poetessa? Ah! Ah! Ah! Un bambino di tre anni saprebbe scrivere meglio!” continuò a ridere in faccia alle due donne poi notando i loro sguardi seri, affermò “ Non mi piace questo genere di letteratura, se vogliamo chiamarla letteratura. Un testo dovrebbe attirare l’interesse delle persone, non addormentarle!” "E quindi tu ti staresti addormentando, eh?" chiese la guerriera con aria di sfida, poi, continuò "Ti faccio risvegliare io a forza di calci se ci tieni tanto!". La guerriera, però pensò che non valeva la pena litigare con un dio che le sarebbe stato di così grande aiuto per delle sciocche battutine, così concluse: "Ah, non vali nemmeno la mia arrabbiatura, senti, facciamo che non te ne esci più con queste esclamazioni e io non ti riduco in polvere, eh ?" Gabrielle
lanciò un'occhiata gelida a Corifeo poi allungò il braccio
"Si, hai ragione tu!" disse Xena all'amica lasciando perdere Corifeo. “Bene. Mi fa piacere che siamo tornati amici, perché sai, noi dobbiamo collaborare o meglio io devo aiutarti contro quella forza oscura… quando ti troverai a sfidarla avrai bisogno di un grande combattente come me!” affermò Corifeo, prendendo una bella porzione di carne dal fuoco e dandogliene un morso. “ Mmm… Non male! Veramente gustosa!” "Si..." disse Xena con un tono evidentemente seccato. Gabrielle
tornò ai suoi scritti, cercando di trovare l'ispirazione Xena aveva ormai terminato la sua lite con Corifeo ed era intenta a riporre spada, chakram e armatura vicino alle pelli che l'avrebbero riscaldata durante la notte. Volse lo sguardo verso Gabrielle, e, vedendo l'amica così spaesata disse: "Gabrielle, cos'è accaduto? Qualcuno ti ha attaccata?" il tono della Principessa Guerriera non era dei più sereni, ma tentava di esserlo.
Corifeo
intuì che ci fosse lo zampino di quella forza oscura nel bizzarro
comportamento di Gabrielle e si spaventò pensando ai guai a
cui stava andando incontro. Era più che mai intenzionato a
fuggire ma il pensiero del pugnale gli diede quel po’ di determinazione
che gli serviva per restare. "Dai, andiamo, me lo dirai dopo" disse Xena all'amica che aveva già dimenticato cosa dirle, poi, vedendo Gabrielle immobile si diresse da lei, e la guardò negli occhi che ora erano assenti: "Gabrielle, cosa c'è? Dobbiamo andare ora!". E così facendo si rimise a cavallo pronta per partire. Gabrielle
guardò Xena salire a cavallo: "Non posso..." Il
fumo proveniente dal villaggio si era ormai dissolto nell'aria, ciò
faceva capire alla guerriera che i saccheggiatori ormai erano andati
via, avrebbe trovato un modo per risolvere in seguito quella situazione,
ora doveva pensare a Gabrielle, quindi si mise ad inseguire l'amica.
Nella mente della guerriera ora correvano tante domande, perché
quella reazione? Cos'era successo? C'era un collegamento tra i demoni
e la reazione di Gabrielle? Era colpa di Corifeo? Xena non sapeva
dare una risposta a nessuna i queste domande. Nel bosco, la Principessa
Guerriera faceva fatica a seguire l'amazzone, gli alberi erano fitti
e la luce del sole non riusciva a illuminare il sottobosco. Gabrielle
si volse, sempre correndo, verso quella donna che la Xena
aveva visto tutta la scena ed ora correva quanto mai aveva corso prima
per salvare l'amica da quel demone di straordinaria bellezza. Era
finalmente arrivata. Vulnavia
non si mosse di un solo passo seppur la spada della Improvvisamente dal villaggio esplose una gigantesca fiamma alta quanto il cielo, al suo sparire il villaggio non esisteva più. Era rimasta solo cenere. Dove prima era quell’incendio spaventoso, apparve Desio a cavallo di un mostruoso, quanto singolare, elegante drago volante a due teste. L’essere sputava fuoco sul bosco, alimentando un terribile incendio che trasformava qualunque cosa toccasse in polvere. La creatura raggiunse presto il piccolo gruppo. Atterrò ponendosi in mezzo a Xena e a Vulnavia. Il semidio scese lentamente dal mostruoso essere. Fece pochi passi verso la Principessa Guerriera, fissandola in modo gelido. “Piacere di conoscerti, Xena. Io sono il grande Desio, figlio di Ares e di una sciocca femmina umana. Hai una cosa che mi appartiene e che vorrei che tu mi dessi, possibilmente senza doverti uccidere.”
“Ah!Ah!Ah!” scoppiò a ridere fragorosamente il semidio: “Mi piace la tua arroganza. Avevo visto giusto nei tuoi riguardi. Sei pronta a tornare la sanguinaria guerriera che eri un tempo? Ho avuto occasione di parlare con le anime delle tue vittime. E’ stato un piacere vedere la disperazione che ancora provano. A causa della loro morte violenta, non sono riusciti a trovare la pace e questo l’ho gradito molto”. Fece una pausa, fissando la Principessa Guerriera, poi, freddamente: “Non pensare a lei“ alludendo a Gabrielle: “Ho deciso che non la riavrai più. E’ stata lei a distruggere la tua grandezza. Con i suoi sciocchi buoni sentimenti è stata capace di cambiarti e annientarti. E’ per questo merita la morte. Ucciderò anche quel mollusco di Corifeo che si nasconde laggiù tra i cespugli e ne ruberò il potere ma non ora. Ti voglio al mio fianco Xena, e ti voglio spietata come un tempo. E voglio anche il pugnale per uccidere gli dei. Dammelo! Te lo ordino!” "Mi spiace deluderti, Desio" disse Xena con sarcasmo. "In tanti lo hanno voluto e la mia risposta è... no! Comunque, per non deludere i tuoi sogni di gloria, sarò felice di ucciderti nel modo più spietato che esista, farò in modo che la tua anima soffra pene perenni...". Xena in ogni caso era preoccupata per la sorte dell'amica, sapeva che Desio era molto forte. Desio sorrise affermando: “E va bene! Il tempo dei giochi e’ terminato. Sarà un piacere combattere contro di te e ucciderti, Xena”. Impugnò una spada lucente e si lanciò a folle velocità verso la Principessa Guerriera. Notò, mentre si avvicinava così rapidamente, lo sguardo stupito della nemica che in confronto si muoveva lentissimamente. Il semidio la colpì con un semplice pugno sullo stomaco, facendola cadere a terra. “Ah! Ah! Ah!” rise Desio, con soddisfazione: “Mi deludi, Xena! Credevo fossi una degna avversaria. Come speri di potermi battere con le tue sole risorse?” "Ah,
nemmeno ti immagini cosa sono capace di fare". Così dicendo
sfoderò il pugnale che era in grado di uccidere gli dei e colpì
Desio allo stomaco: Una maschera di dolore e poi di paura si dipinse sul volto del semidio. Si accasciò a terra, mettendosi una mano sullo stomaco da dove stava zampillando sangue. Lanciò un’occhiata di paura verso Xena. Desio aveva fatto un terribile errore di valutazione. Non aveva pensato che la Principessa Guerriera avesse con se il pugnale. E in ogni caso non si sarebbe mai aspettato di essere ferito da un essere umano. Il drago si avvicinò al semidio, il quale rapidamente vi salì sopra. La creatura, velocemente, prese il volo e si allontanò.
Sul viso della guerriera si dipinse un sorriso, così abbracciò l'amica finalmente tornata ad essere quella di sempre. "Andiamo!" esclamò Gabrielle
chiuse gli occhi, assaporando l'abbraccio di Xena forte e "Non lo so..." disse Xena. "Sono demoni molto forti, dobbiamo stare vicine, non dobbiamo permettere che succeda ancora quel che è successo oggi, abbiamo sconfitto tante avversità, e continueremo a farlo lottando. Dimmi, cosa provavi, come ti sentivi quando eri in balia di quel demone, ricordi qualcosa?"
FINE |
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