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Incroci

di Route 66

(seconda parte)

Potete scrivermi a questo indirizzo: us.route66@hotmail.it (siate buoni, è il mio primo racconto!).

MIAMI - FLORIDA


Julia Walters era intenta a farsi fare la manicure, quando il maggiordomo entrò e avvisò che la signora Shepard l'aspettava in salotto.
-"Falla salire qui, Gilbert". La donna in questione era una delle tante riccone che erano entrate nell'alta società sposando un facoltoso imprenditore. Un pò come lei, insomma, ma Julia si riteneva qualche gradino più in alto di loro per il semplice fatto che, mentre le sue amiche passavano le giornate nell'ozio più puro, lei le passava nell'ozio "impegnato", come amava definirlo. Julia era considerata come una specie di first lady: si applicava nell'amministrazione dell'azienda di famiglia e nella cura della sua immagine. Così si era creata una certa riverenza nei suoi riguardi tra le signore dell'alta società, che le permetteva di spadroneggiare incontrastata su tutte.
-"Mia cara! Sei splendida! A quanto vedo i tuoi impegni non offuscano la tua radiosità!"
-"Vorrei poter dire anche io lo stesso di te, Mary! Qual buon vento?"
L'ospite si accomodò su un divanetto senza neanche aspettare l'invito della padrona di casa. "Oh, Julia! Sono passata per vedere come stavi! Sai in città le voci girano...al club tutti sanno di tua figlia!"
Julia fece segno alla ragazza di lasciarle sole. Mary Shepard era a tutti gli effetti una stupida. Nè più nè meno in confronto alle altre che la donna non poteva soffrire, ma forse tra tutte era la più sincera e di certo, con il ruolo che rivestiva, non poteva inimicarsela.
-"Ma certo! La sua ultima mostra è stata un successo!"
-"Oh mia cara! Sai bene che non mi riferisco a quello! Ho pensato di passare per evitarti un confronto diretto al club con le altre...loro hanno meno tatto in queste cose". Tacque per qualche minuto, poi riprese: "Julia cara, se tuo marito torna..."
La donna si voltò e la guardò negli occhi: "Non preoccuparti Mary"
-"Oh, non ne posso fare a meno! Se lui ricomparisse entro un mese..."
-"Come ti ho appena detto, ho la situazione sotto controllo. La cerimonia si terrà. E fra un mese esatto", disse spazientita.

STRETTO DELLA FLORIDA

-"Capisco".
Kate aveva appena finito di esporre la sua storia e Luke stava tentando di attaccare il suo portatile ad una rozza presa.
Erano sotto coperta, seduti attorno ad un tavolo e avevano già ovviato al rito delle presentazioni.
-"Insomma è come cercare un ago in un pagliaio", disse Mac, incrociando le braccia.
-"E' quello che ha detto anche il signor Colin, ma sono decisa più che mai a ritrovarlo"
Il "signor Colin", pensò dentro di sè Mac, e le scappò un sorriso.
-"Naturalmente possiamo pagare, se è quello che la preoccupa", aggiunse Luke.
-"Non è questo il punto. L'impresa non è delle più facili, potremmo restare a cercarlo per mesi senza nessun risultato. Di questi tempi i pezzi grossi americani sono i più quotati"
-"Cosa intendi?", il volto di Kate si oscurò.
-"Vuole dire che potrebbero esserci di mezzo anche i terroristi", rispose Luke posando la batteria sul tavolo.
Mac si alzò e andò verso un piccolo frigo.
-"Volete qualcosa da bere?". I due rifiutarono. "Non vi spiace vero?", senza aspettare risposta prese un birra e cominciò a sorseggiarla.
-"Senti, so che non è come andare al luna park ma io voglio trovare mio padre e se anche non sei disposta ad aiutarmi lo capirò, ma comunque contatterò qualcun altro. Farò ciò che devo fare".
Kate era seria, ma allo stesso tempo il suo volto esprimeva paura e timore per tutta la situazione più grande di lei. Mac la fissò negli occhi: verde smeraldo, come pochi ne aveva scrutati.
-"Per me non c'è problema", disse risoluta, come se il solo guardare quei gioielli fosse stato l'incentivo per agire. "Analizzeremo meglio le foto e partiremo quanto prima. Vi sistemerete nella mia cabina e io dormirò qui. Dobbiamo fare delle provviste, comprare il necessario. Non sarà uno scherzo, perciò dimenticatevi la bella vita e cominciate a fare i conti con i problemi". I due la guardavano come se fossero due reclute appena arrivate in caserma. "Ognuno darà una mano per qualunque cosa ci sia da fare, non adagiatevi sugli allori. Ora vado a sistemare alcune cose e poi ci rivediamo qui".
Non appena la donna scomparve Luke disse: "Sissignore! Ma dove crede di stare? In guerra?!"
-"Forza Luke, invece di scherzare aiutami con la valigia".

La mattinata era trascorsa cercando ti trovare anche solo un dettaglio su quelle stampe che indicasse la rotta da intraprendere. Alla fine Mac aveva notato qualcosa: sullo sfondo di una di esse, una particolare pianta aveva catturato la sua attenzione. Dopo una breve ricerca, aveva concluso che si trattava di una specie tipica del Messico. Quando venne sera la barca prese il largo verso le coste messicane, ma i passeggeri erano già piuttosto stanchi.
-"Accidenti a queste maledette zanzare!", Luke era uscito sul ponte e si era appena seduto vicino a Mac. Sul volto della giovane comparve un sorriso beffardo.
-"Cos'è? Ti faccio ridere, vero? E' da quando sono salito a bordo!"
-"Non è colpa mia se hai rifiutato il mio aiuto nel salire"
-"Non mi riferisco a quello. Intendo dire che è dall'inizio che ridi di me, non è così?", inclinò la testa per poter capire cosa c'era sul volto della ragazza, intenta a scrutare il mare.
Mac si voltò e lo guardò prima di fare un sorso dalla sua bottiglia di whiskij, poi disse: "Ne ho visti tanti di tipi come te"
-"E che tipo sarei?"
-"Sei sicuro di volerlo sapere? A volte alcune rivelazioni possono lasciare il segno"
-"Ti prego, illuminami!"
-"Credi che aver fatto soldi sia la tua massima realizzazione, ma prima o poi dobbiamo fare i conti con noi stessi. Anche tu, che ora ti credi il padrone del tuo piccolo mondo spietato, ti troverai al cospetto della tua anima, sempre se ne hai una"
-"Bene, vedo che queste bottiglie di whiskij sono sempre di qualità peggiore"
-"Non mi piaci", Mac guardò l'uomo negli occhi con volto serio.
-"Se proprio lo vuoi sapere, non mi piaci neanche tu. E' meglio aver messo in chiaro le cose fin da subito, almeno sappiamo fin dove possiamo spingerci". Detto questo l'uomo si alzò e fece per entrare: "Buona notte, signor capitano".


AGUASCALIENTES - MESSICO

L'indomani, di mattino presto, l'imbarcazione raggiunse la costa messicana e attraccò in una piccola insenatura a qualche chilometro di distanza da Tampico.
-"Cosa facciamo ora?", disse Kate carica di energie dopo un sonno rinvigorente.
-"Raggiungiamo Tampico e poi cerchiamo un volo che ci porti all'interno della regione"
-"Non era più facile attraccare nel porto della cittadina? Ora come arriviamo fin lì?!", Luke si era svegliato con un diavolo per capello: le zanzare non gli avevano dato tregua.
-"E' meglio non esporre troppo la barca, non si sa mai". La frase lasciava intendere che il discorso era chiuso. Dopotutto l'esperta era lei.
Giunti in città, tra la folla del viavai mattutino, i tre si misero alla ricerca di un elicottero da fittare. Dopo vari tentativi, l'unico disponibile si rivelò un simpatico vecchietto sulla settantina che gestiva un piccolo hangar ridotto piuttosto male.
-"Venite pure, vi mostro i miei gioielli!", parlava veloce e intercalava al suo inglese improvvisato parole messicane. In compenso però sorrideva sempre.
-"Sarà una caratteristica di questa gente" disse Kate, "da quando siamo qui non fanno altro che sorriderci"
-"So che è difficile da credere, ma è ancora possibile trovare persone gentili. Andiamo", Mac seguì il vecchietto nell' hangar, aprendo la strada agli altri tra una montaglia di rottami. Appena entrati rimasero a bocca aperta.
-"Cos..?! E quella specie di libellula marcia dovrebbe alzarsi in volo con noi tre sopra?!", Luke fu il primo a dar voce ai suoi pensieri.
-"Ecco! Questo è perfetto per voi!", il vecchio indicò una carcassa di ferro vicino l'entrata.
-"In effetti...forse è meglio prendere un mezzo via terra", aggiunse Kate, cercando di abbozzare un sorriso poco convinto davanti al vecchio che li guardava ridendo. Mac aveva le mani sui fianchi e un volto che la diceva tutta sulla sua idea di prendere quel rottame.
-"Non se ne parla. Di autobus ce ne sono pochi e comunque non arrivano dove vogliamo", tacque e si avvicinò al mezzo scrutandolo ed entrandovi.
-"Non è messo poi così male", aggiunse dopo averlo esaminato per grosse linee. "Quanto vuoi?", si rivolse al vecchio per contrattare. Luke era uscito fuori a prendere aria e Kate lo raggiunse.
-"Ehi, tutto bene?"
-"Accidenti! Qui il cellulare non prende!", tirò fuori un fazzoletto per asciugarsi il sudore e coprirsi la testa.
-"Andiamo Luke rilassati! Mac se la sa cavare e ha detto che quell' elicottero volerà!". Da lì si sentiva la voce della donna che discuteva col vecchio: "Cosa? Stai scherzando? E' troppo per questo ferro vecchio! Per quanto ne so potremmo non arrivare a mezz'aria!"
Kate guardò Luke: "E' solo un modo per abbassare il prezzo!", disse mostrando un sorriso nervoso.
Dopo mezz'ora di contrattazioni, i tre erano finalmente in volo.
-"Non immaginavo che sapessi pilotare anche un elicottero", disse Kate seduta accanto a Mac.
La donna abbozzò un sorriso e con un cenno della testa indicò Luke dietro di loro che mordeva il suo fazzoletto stropicciato. "Lui come sta?".
-"Non sopporta gli aerei e tutto ciò che vola. Ha le vertigini". Mac sorrise, come se quella situazione che l'uomo non riusciva a gestire, fosse una piccola rivincita.
-"Ne vedremo delle belle", aggiunse e Kate la scrutò come se a parlare fosse stato un oracolo.

Dopo un oretta, Mac avvistò il paesino e si preparò per l'atterraggio. "Mi raccomando, per la gente noi siamo turisti appassionati di botanica, venuti ad ammirare alcune piante del posto".
-"Pensi che possano insospettirsi?", domandò Kate.
-"Meglio non rischiare". Lasciarono l'elicottero alla pista di atterraggio fuori del paese e si incamminarono.
-"Cosa cerchiamo?", disse Luke che ora aveva ripreso il colorito in faccia.
-"Qualsiasi indizio che possa essere collegato a suo padre. Dividiamoci per un pò. Kate tu vai all'ufficio informazioni turistiche e chiedi quelle particolari piante dove sono reperibili; Luke prova a chiedere nei vari hotel della zona senza dare troppo nell'occhio: se è stato qui forse ha soggiornato in uno di essi. Io vado nei bar, di solito si trova sempre qualcosa. Ci rivediamo qui fra mezz'ora. E non cacciatevi nei guai".
Detto questo la comitiva si divise. Mac girò per un pò e, dopo aver fatto un buco nell'acqua ovunque, decise di provare con l'ultimo bar in cui non era ancora entrata. Era forse il più malandato e i volti che lo affollavano erano certo poco raccomandabili. L'insegna, quasi del tutto sparita, recava il nome della cittadina e pure l'interno, a differenza dei locali più moderni, richiamava lo stile della vecchia gente del luogo. Appena entrò un gruppo di uomini in fondo alla sala si girò a fissarla. Si guardò intorno e poi decise di sedersi al bancone. Il puzzo di alcool invadeva il locale, nonostante fosse mattina.
-"Cosa le porto, bella donzella?". Il barista, un uomo grosso e con lunghi baffi si sporse sul bancone rivolgendosi alla donna.
-"Un whiskij, grazie"
-"Subito!", prese la bottiglia e cominciò a versarlo nel bicchiere, lanciando sguardi indagatori alla giovane. "Ecco"
-"Che hai da guardare?", lo sfidò Mac, prima di buttare giù tutto d'un fiato la bevanda.
-"Sei nuova di qui. Turista in cerca d'avventura?"
-"Già. E tu sei un vero osservatore. Ne vedrai di gente che passa da queste parti", la giovane lo guardava con fare incuriosito.
-"Beh, come si dice, dei bar la gente non ne può fare a meno...non posso lamentarmi". Le versò ancora da bere.
-"Cerchi qualcosa in particolare? Forse vuoi fare un escursione?", il barista era un tipo furbo che sapeva il fatto suo.
-"In effetti qualcosa cerco. Forse tu puoi aiutarmi", cacciò da una tasca la foto che le aveva dato Kate, "Hai visto quest'uomo per caso?".
L'uomo guardò la foto e poi disse: "Non so...come ti ho detto ne passa di gente di qui..."
Mac prese del denaro e con abile tocco lo mise nel grembiule del barista, come un esperto prestigiatore. "Forse, se ci pensi bene qualcosa ti viene in mente".
L'uomo fece segno alla donna di spostarsi per parlare. "In effetti...ho visto quel tizio circa tre settimane fa. E' entrato nel mio bar per poco, il tempo di bere qualcosa".
-"Accidenti che memoria di ferro!". L'uomo, un pò timoroso, per giustificarsi aggiunse:
-"Me lo ricordo perchè appena lo vidi mi sembrò un pò strano"
-"Che vuoi dire?"
-"Beh, si comportava in modo sospetto. Si guardava intorno e anche per bere fece tutto di corsa. Aveva persino lasciato i due hombre che erano con lui fuori ad aspettarlo....come se facessero da sentinelle"
-"Hai notato dell'altro? Non so, qualcosa che aveva con sè, ti ha detto qualcosa?". L'uomo la guardò e si lisciò i baffi: Mac sapeva leggere tra le righe e cacciò dell'altro denaro. Dopo averlo messo al sicuro, parlò di nuovo:
-"Aveva un piccola valigetta con lui e pensai che doveva essere importante per come se la stringeva sotto il braccio. Dopo aver bevuto mi ha chiesto come poteva fare per raggiungere la foresta alle spalle della città, poi si è affrettato ad aggiungere che era un ricercatore. Io gli ho detto che un camioncino una volta al giorno passava da quelle parti per far rifornimento di frutta e che caricava anche persone. Tutto qui"
-"Ti ringrazio amico, mi sei stato di grande aiuto", Mac uscì dal bar e si avviò verso la piazzetta per incontrare gli altri.


Si era fatta l'ora di pranzo ormai e i tre decisero di fermarsi in una trattoria per riempire lo stomaco. Finito di mangiare, fecero il punto della situazione.
-"Ok", disse Mac, "Kate?"
-"Beh, all'ufficio informazioni a dir la verità erano un pò sospettosi quando ho chiesto notizie sulla flora locale così ho finto di essere un fotografa naturalistica, che poi non era del tutto una bugia! Quando hanno visto la macchina si sono tranquillizzati un pò e mi hanno detto che nella foresta qui alle spalle si trova quello che cerco e che si può raggiungere con un cam..."
-"Un camincino che passa una volta al giorno in città", la donna finì la frase, "Luke?"
-"Niente di niente! Negli alberghi non c'era traccia di tuo padre", disse guardando Kate.
-"Io qualcosa ho trovato", aggiunse Mac, e raccontò della chiacchierata col barista.
-"O cielo! Chi erano quegli uomini? Spero che..."
-"Calma, mettiamo insieme quello che abbiamo. Dunque, negli hotel non c'è traccia di lui quindi probabilmente ha dormito altrove: accampato nella foresta o in una casa fuori mano; era con due uomini che forse lo aiutavano in quello che faceva, non penso che siano stati due rapitori altrimenti non si sarebbero fatti vedere in città, nè gli avrebbero lasciato tenere quello che portava con lui. La valigetta è un'altra incognita: cosa conteneva? Qualcosa da nascondere? O forse qualcosa che doveva consegnare? La foto che abbiamo è stata scattata dopo che è stato in quel bar. Tutto lascia pensare ad una sola cosa".
Kate la guardò con timore. "Cosa?!".
Mac ingurgitò l'ultimo bicchiere d'acqua e disse: "Sta scappando".

-"Scappa....ma da cosa?", Kate stava pensando ad alta voce e camminava avanti e indietro.
-"O forse da chi", la corresse Mac, seduta su un muretto di mattoni quasi del tutto abbattuto. Luke si era allontanato per una chiamata di lavoro.
-"Di cosa si occupa l'azienda di tuo padre?"
-"Tecnologia informatica, perchè?"
-"Beh, forse la sua fuga c'entra qualcosa con quello che faceva. Che tu sappia aveva nemici?"
-"Non lo so, non penso. Certo quando sei a capo di una tra le aziende più ricche del paese è inevitabile avere qualcuno contro". Mac guardò Luke.
-"Ma lui non stacca mai?!"
-"E' tipico di Luke, non può vivere senza lavoro"
-"Hmm...sarà un fidanzato molto assente allora?"
-"Cos...? Ah, ti riferisci a noi! No, vedi...come posso spiegarti? E' complesso il nostro rapporto...non siamo veramente fidanzati"
-"Vuoi dire che state tentando di riallacciare il vostro rapporto?"
-"No, in effetti, stiamo tentando di essere una coppia da poco, solo da qualche mese, prima eravamo buoni amici e lo siamo ancora solo che..."
-"Ok, fermati, stop! Odio le cose troppo complicate e francamente non mi interessa affatto cosa siete". In quel momento ricomparve Luke.
-"Tutto a posto! Cosa si fa ora?"
-"Seguiremo lo stesso percorso che ha fatto il signor Walters, cercando qualcosa che ci indichi quale è stato il suo prossimo passo".
Zaini in spalla, i tre si inoltrarono nella foresta. La vegetazione era rigogliosa e una leggera pioggerella iniziò a cadere nel primo pomeriggio, rendendo il verde ancora più lucente. La stradina che li portava all'interno si districava tra chilometri e chilometri di monotono fogliame. Ogni tanto si vedevano alberi da frutto e gli uccelli facevano sentire la loro presenza emettendo suoni strani o fruscii sulle fronde. Giunsero ad una radura dove gli alberi lasciavano posto ad una distesa d'erba bassa.
-"Quella parete di rocce lì in fondo...è quella della foto...guarda!", Kate mostrò la foto a Mac.
-"Andiamo, lì c'è qualcosa". Accelerarono il passo.
-"Guardate, le stesse erbe della foto", Luke ne colse un fascio.
-"Qui la roccia si apre verso l'interno. State dietro di me". Mac si inoltrò nell'apertura della parete e accese un fiammifero per farsi luce.
-"Non toccate nulla e attenti a dove mettete i piedi"
-"Capito Luke? Vedi di non scivolare come sulla barca!"
-"La pianti? Vuoi vedere come ti faccio cadere io?!"
-"Zitti! e ascoltate". I due rimasero qualche attimo in silenzio.
-"Io non sento nulla", disse Luke.
-"Sembra...uno scroscio", Kate protese le orecchie.
-"Già, è acqua. Però qui la roccia si interrompe"
-"Forse è un ruscello sotterraneo o solo l'eco di una cascata nelle vicinanze", aggiunse Luke, tentando di risolvere il dubbio per poter uscire quanto prima di lì.
Mac si era staccata dal gruppo e aveva raggiunto la parete di fondo, scrutandola con attenzione. "O forse un eccezionale effetto ottico! Guardate!".
La donna indicò un passaggio che si celava dietro la parete: la caverna proseguiva. Non appena svoltarono si trovarono davanti come una saletta formata dalle rocce con al centro una piccola cascata che la divideva in due.
-"Beh, ora è davvero un punto morto", disse Luke.
-"E' incredibile, questo ruscello interno in tempi passati doveva essere più abbondante per aver scavato tutto questo"
-"Guardate qui! Ci sono segni di un fuoco...forse mio padre ha dormito qui, si è nascosto in questa grotta!", Kate si accovacciò per sparpagliare quel che rimaneva del falò. "E questo?". Una radice scendeva lungo la parete e male si integrava con i ciuffi d'erba che spuntavano tra le rocce.
-"Aspetta, lascia fare a me", Mac si avvicinò e la tirò con forza. Un pezzo di roccia cadde ai loro piedi, lasciando visibile un buco nella parete.
-"Qui c'è un foglio", Kate lo prese e lo aprì. Sopra, con una scrittura familiare ai suoi occhi, vi erano scarabocchiati alcuni numeri e una parola: Ictinike.
-"Che diavolo vorrà dire?", incalzò Luke.
-"Beh, qualunque cosa sia, qui non caveremo altro. Ritorniamo a Tampico e decideremo il da fare".


-"E' tipico di lui"
-"Come?". Kate e Luke sedevano sul divanetto a bordo della nave ed erano sfiniti.
-"Intendo dire che è tipico di mio padre parlare per enigmi, è un vero appassionato".
Mac arrivò dalla cabina di comando. "Coordinate", disse sventolando alcuni fogli davanti ai loro nasi.
-"Scusa?"
-"Quei numeri sul foglio della grotta sono delle coordinate. Ci sta lasciando delle tracce". Kate si raddrizzò di scatto e divenne tutt'orecchi.
-"Per quanto riguarda quella parola, Ictinike, non sembra voglia dire granchè....a parte questo", mostrò una ricerca ai due, che ora l'avevano raggiunta al tavolo. "Nella mitologia di una tribù Sioux, è il bugiardo figlio del sole, considerato abile guerriero. Non dice molto, elenca alcuni miti che lo riguardano e aggiunge che, nei racconti delle sue avventure, temi dominanti sono inganno e tradimento. Tutto qui"
-"Ora che ci penso, prima che sparisse mio padre stava leggendo alcuni testi riguardanti la mitologia americana. Lui è un grande appassionato della materia, ma sinceramente non so come questo possa aiutarci". I tre rimasero un attimo pensierosi, poi Mac disse: "Beh, per il momento seguiremo questa pista, ai miti penseremo poi"
-"Bene, allora dove si va?", chiese Luke.
-"In Ecuador gente"
-"Magnifico!", sibilò il giovane con fare canzonatorio. Kate si gettò a peso morto sul divano e poco dopo crollò.

Si svegliò che era mattina presto. La barca aveva preso il largo quella stessa sera e ora navigava a pieno ritmo lungo il litorale messicano. In breve avrebbero attraversato il canale dello Yucatan e si sarebbero trovati in acque caraibiche.
Si stropicciò gli occhi e rimase qualche minuto seduta. Solo ora si era davvero soffermata a guardare l'interno della barca: non era eccessivamente grande, ma ci si stava bene; il tavolo rettangolare al centro della stanza era il fulcro di tutto l'ambiente; ai lati c'erano il divanetto su cui aveva riposato, un unico mobile che fungeva sia da libreria sia da riposto e un piccolo frigorifero. La stanza poi su un lato si apriva sulla piccola cucina che, ci avrebbe giurato, Mac non aveva mai usato. Il pensiero le cacciò un sorriso. Entrambe le stanze si affacciavano quindi sullo stretto corridoio che conduceva da un lato alla cabina del capitano e alla sala motori, dall'altro al posto di comando. Alle pareti vi erano varie fotografie che raffiguravano la donna con altre persone: forse amici, forse parenti. C'erano molte carte geografiche e da navigazione su cui talvolta erano fissate delle graffette colorate: posti in cui era stata? rotte da seguire? Kate, a dispetto di come tutto ciò potesse apparire ad un primo approccio, percepiva che l'ambiente, se non la stessa Mac, avesse un calore insito. Raggiunse il ponte. Luke aveva lasciato il portatile acceso e stava parlando al cellulare, così pensò di non disturbarlo. Si incamminò verso la sala comandi.
-"Buongiorno"
-"Ehi, alla buon'ora", Mac sedeva davanti il piano comandi e stava sfogliando delle carte.
-"Da quanto sei in piedi?", domandò Kate.
-"Non credo che possa definirsi orario quello in cui mi alzo!"
-"Mi spiace farti fare questo tour de force", Kate si era seduta accanto a lei e cercava di sembrare meno assonnata di quanto ancora non fosse.
-"Non preoccuparti, sono abituata"
-"Mi fai sentire in colpa"
La donna la guardò e sorrise: "Qualcuno dovrà pur guidare questo affare e il buon senso mi dice che nè tu nè Luke siete i più adatti". Kate rise.
-"Qual è il tuo lavoro? Cos'è, sei un'investigatrice, una cacciatrice di tesori, un'archeologa?"
Mac continuò a fissare davanti a sè: "Diciamo che preferisco definirmi un'esploratrice professionista"
-"Tutto qui?"
-"Che altro vuoi che ti dica?"
-"Beh, qualcosa di te, della tua vita"
-"Non è molto interessante, sai?"
-"Questo lascialo dire a chi ti sta di fronte".
Mac sorrise: quella ragazza era un concentrato di curiosità e tenacia, non avrebbe mollato facilmente.
-"Non capisco cosa puoi trovarci di interessante nel curriculum vitae di un semplice capitano di ventura"
-"Guarda che più fai così più mi incuriosisci"
-"Così come?!"
-"La misteriosa! Avanti, racconta qualcosa!", le aveva afferrato il braccio, scuotendolo con forza.
-"Ok, ok! Ma piantala o finiremo per perdere la rotta!".
La donna ritornò seria, "Dunque, da dove cominciare....mio padre era un semplice pescatore che adorava viaggiare: è da lui che ho appreso l'amore per il mare; mia madre gestiva un ristorante. Anche se tra loro c'è stato un rapporto difficile e sempre in contrasto, mi hanno cresciuta come meglio potevano, donandomi l'unica cosa che contasse davvero, oltre all'amore: la capacità di riuscire a cavarmela in ogni circostanza", Kate la scrutava assorta.
-"C'è stato...? Ora non è più così? Hanno divorziato?", chiese la ragazza. Sul viso di Mac comparve un sorriso beffardo.
-"No...non proprio. Mio padre, dopo aver bevuto un'ennesima volta, tirò le cuoia durante una tempesta in mare. E mia madre....beh, lo vide andar via nello stesso modo in cui molti anni addietro era arrivato da lei". La donna si fece scura in volto.
-"Mi dispiace"
-"Non importa. E' stato tanto tempo fa". Rimasero qualche istante in silenzio, poi Mac aggiunse: "Hai già fatto colazione?"
-"Ora che mi ci fai pensare comincio ad avvertire un certo languorino!"
-"Beh, allora andiamo. Anche il mio stomaco comincia a brontolare!"

MIAMI - FLORIDA

Non c'era nulla di meglio, per Julia Walters, che lasciarsi servire dalle comodità che la tecnologia offriva. Secondo questo principio aveva comprato la sua fantastica vasca idromassaggio con quattro getti sincronizzati effetto cascata e ben cinque differenti programmi di bagno. E sempre secondo questo principio aveva scelto con cura le costose macchine superaccessoriate che riempivano il vialetto della sua villa. Tuttavia ora non riusciva proprio a capire come uno stupido cellulare potesse avere campo solo a tratti o morire del tutto in determinate zone della Terra.
-"Insomma mi senti o no?!"
-"Ora si, ho attivato la connessione satellitare. Ma qual buon vento mia cara Julia?!"
-"Bando alle ciance! Luke mi serve un favore"
-"Hmm...Julia Walters che chiede un favore a me?! E' proprio vero che la razza umana sta cadendo in un baratro senza fine!"
-"Piantala di fare l'idiota! A che punto siete con le ricerche?"
-"Seguiamo una pista. Il favore di cui parlavi?"
-"Beh", la donna tentennò un attimo come se volesse ritornare sui suoi passi, poi riprese: " Tu sai che da quando mio marito è scomparso ho assunto io le redini dell'azienda"
-"Ma certo e allora?"
-"Insomma...se mio marito ricomparisse io tornerei ad essere quella che ero prima, la moglie di Gabriel Walters, e non più solo Julia Walters, come sono ora. Beh, sai che io penso al bene della società e bisogna ammettere che negli ultimi tempi mio marito l'aveva abbandonata per viaggiare...diciamo che con me gli affari sono ritornati in carreggiata...."
-"Cosa vuoi Julia?"
-"Tra un mese esatto mi autoeleggerò nuova presidentessa dell'azienda...il termine scadrà allora e voglio che mio marito non compaia. Insomma prima di quella data non deve ritornare!"
-"Wow! E chi se lo aspettava da te! Mi auguro capirai però...che per un favore del genere deve esserci una ricompensa che sia all'altezza..."
-"E sia! Avrai quello che vuoi, naturalmente sempre nei limiti del possibile"
-"Benone! Allora è deciso! Mi spiace ma ora devo andare, arriva tua figlia".
Julia posò il ricevitore e sospirò. Anche quella era fatta.


CANALE DI PANAMA

Ormai erano trascorsi tre giorni di viaggio quando la barca giunse in prossimità del canale di Panama: una volta attraversato, ecco che davanti a loro si sarebbe stagliata l'immensa distesa dell'Oceano Pacifico.
Era la giornata più luminosa da quando erano partiti: probabilmente era il mare a fare quest'effetto, ma Kate si sentiva raggiante come il sole. Si era affacciata appena dal parapetto del ponte, quanto bastava per vedere il mare cristallino solcato dallo scafo. Allungò una mano per toccare la schiuma bianca e uno schizzo d'acqua le bagnò l'intero viso. Sorrise e quando si voltò una scena la lasciò senza fiato: un gruppo di delfini seguiva la barca, come per fare una gara di velocità con essa. Di tanto in tanto li vedeva schizzar fuori in salti acrobatici di una precisione mai vista e riusciva a sentire i loro richiami.
-"Luke, corri! Vieni a vedere che meraviglia!". Il giovane era seduto sotto coperta e come al solito lavorava davanti al pc. Si limitò a grugnire qualcosa:
-"Kate abbi pazienza! Non vedi che ho da fare? Sono giorni che vediamo il mare e ancora trovi stupefacente questa monotonia?!".
La ragazza non rispose e decise di fare un giro per il ponte. Di solito aveva sempre sofferto il mal di mare e quando le sue amiche le proponevano una gita in barca se la dava a gambe, ma ormai erano giorni che navigavano e, a parte qualche piccolo malessere iniziale, cominciava a trovarsi a suo agio. Arrivò a poppa e le giunse distintamente il suono di una canzoncina. Si fece avanti e vide Mac seduta con una canna da pesca in mano che fischiettava, i piedi appoggiati al parapetto e il cappello calato sul volto. Non l'aveva sentita arrivare, così rimase ad ascoltarla, trattenendo una risatina.
-"Di Giovanni re fra un millennio e più ancor si parlerà...fiuuu fiuu fiiuuu...fenomeno d'incapacità, nei libri di storia lui sarà il re più fasullo d' Inghilterra!". La donna sobbalzò sentendo un applauso alle sue spalle e una risata farsi sempre più divertita.
-"Porc'..! Non ti ha detto nessuno che non si arriva alle spalle della gente?!", Mac incastrò la canna in modo da non farla cadere e si mise in piedi davanti a Kate con le braccia incrociate.
-"Scusa, non ho osato interromperti! Eri troppo divertente!", la ragazza non riusciva più a controllare la sua risata e mancava poco che si piegasse in due.
-"Vuoi smetterla di ridere così?! E' solo una canzoncina! Non hai mai visto Robin Hood?!"
-"E' solo...tu che canticchi un motivetto del genere...ah aha ah ah...oddio scusa!"
-"Ah, roba da matti! Non solo mi disturbi mentre pesco, e la pesca poi richiede concentrazione assoluta, ma ti prendi anche la briga di deridermi!"
-"No, dài! Non te la prendere, non ti sto prendendo in giro!"
-"Se pensi di continuare così per molto ti avverto che dovrai andartene da un'altra par...Porc'!", la donna si accorse che la lenza stava tirando."Vieni, aiutami!".
Insieme afferrarono la canna e Mac cominciò a tirare e ad arrotolare il mulinello contemporaneamente. Molti minuti di combattimento all'ultimo sangue dopo, issarono a bordo una cernia di dimensioni considerevoli.
-"Bene! Stasera pesce, sempre se si fa prendere...accidenti", Mac cercava di tenerla ferma con le mani mentre Kate le sfilava l'amo dalla bocca. A quel gesto il pesce tentò di divincolarsi, schiaffeggiando il volto della donna con forza. Kate non potè trattenersi e rise di gusto.
-"Ah, ah. Divertente. Davvero molto divertente", sibilò Mac con volto imbronciato.

Il problema più grande quella sera non era tanto decidere come cucinare la cernia, cosa che comunque per i presenti era indifferente. Quello che crucciava Luke era trovare una pentola che la contenesse.
-"Possibile che non hai una pentola decente per cucinare?!", mugugnò a Mac.
-"Scusa tanto se invece di fare lo chef di bordo sono stata assunta per ritrovare una persona scomparsa!"
-"Non c'è bisogno di essere così acidi, dopotutto mi sono offerto gentilmente di farvi da mangiare!"
-"Oh, povero Luke! Pensa che dramma dover staccare qualche ora da quel dannato portatile"
-"Senti, a quanto pare io con quel dannato pc ci lavoro e il mio lavoro è questione di responsabilità e precisione, cose di cui tu forse ignori il significato". Luke aveva lasciato stare la dispensa e si era parato davanti a Mac in segno di sfida. Dal canto suo, la donna non desiderava altro che mettergli le mani addosso dal primo giorno e questa era un'occasione ottima per farlo.
-"Stammi a sentire brutto pezz..."
-"Ok, ok! Basta così! Luke per favore torna ai fornelli e tu Mac vai in cabina, ti chiamerò quando è pronto!", Kate era giunta nel momento esatto in cui stava per partire un destro per il bel volto del giovane e la sua capacità di porre fine alle dispute, perfezionata nel corso degli anni, si era rivelata anche ora provvidenziale. Dopo che la donna se ne fu andata, Kate disse:
-"Insomma Luke, che ti prende?!"
-"Non la sopporto! Crede di essere chissà chi e dà ordini come se stesse distribuendo caramelle! Non mi piace affatto!"
-"Stammi bene a sentire, forse lei ha un carattere difficile, ma da quando siamo a bordo tu sei teso come una corda di violino e le tue battute continue non giovano certo all'atmosfera! Non ho intenzione di restare in questo clima per tutto il viaggio: dobbiamo convivere per un pò noi tre, perciò ti consiglio di finirla e ora!".
Kate non era mai stata così risoluta con Luke, non era mai capitato di discutere per qualcosa tra di loro, era la prima volta che il giovane la vedeva sotto questa luce e decise che era meglio non dar fiato alla bocca.
La ragazza raggiunse la cabina di Mac ed entrò. La donna era stesa sul letto, il cappello calato sugli occhi, che faceva rimbalzare una pallina sulla parete.
-"Posso?"
-"Ormai sei già entrata"
-"Se vuoi vado via"
-"No. No...scusa". Kate si mise seduta su una sedia in un angolo e rimase ad aspettare.
-"Ok, forse mi stavo scaldando troppo, ma...accidenti!...non lo sopporto affatto!"
-"Me ne sono accorta!"
-"E' un arrogante e prepotente, non posso stare a contatto con gente con la puzza sotto il naso come lui, ho come una repulsione!"
-"Devo dire che sapete giocarvi bene la partita entrambi!". Mac la guardò e capì di dover fare un passo indietro.
-"Proverò a starmene buona....anche se lui dovrà girarmi alla larga perchè io ci riesca"
-"Senti, magari lui è un pò orso, ma è solo perchè non sopporta di essere comandato da una donna. Non è cattivo, ma non può immaginare che noi donne possiamo non aver bisogno di loro"
-"E' un bell'esemplare di maschilista dell'ultima generazione a quanto vedo"
-"Già, beh...a parte questo è un bravo ragazzo. Si è dovuto sudare tutto per arrivare dov'è"
-"Ah, dimenticavo...la mammina che lo protegge. E' il pupillo di tuo padre e il tuo protetto...devo dire che si è saputo mantenere a galla"
-"Mac"
-"E' solo...è solo che non so come tu faccia...a stare con uno come lui". La pallina aveva smesso di rimbalzare ed era calato un silenzio strano nella stanza.
-"Avanti, andiamo a mangiare, ormai sarà quasi pronto", Kate si alzò e sorrise alla donna, come se quella frase non fosse mai stata pronunciata.





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