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Incroci

di Route 66

(sesta parte)

Potete scrivermi a questo indirizzo: us.route66@hotmail.it (siate buoni, è il mio primo racconto!).


ALESSANDRIA - EGITTO

Situata nella parte occidentale del delta del Nilo, Alessandria occupa geograficamente un punto favorevole, godendo anche di un clima eccezionalmente salubre.
La jeep entrò nella città emettendo un ultimo rantolo, prima di abbandonare definitivamente le due amiche.
-"Beh, credo che d'ora in poi dovremo contare solo sulle nostre gambe", disse Mac.
-"Ah, che meraviglia! Ho sempre sognato di visitare questa città...la culla della conoscenza!", Kate era sbalordita e si guardava tutt'intorno.
-"Forza, non perdiamo tempo"
-"Tu non ti rilassi mai, vero?"
-"Abbiamo un lavoro da fare"
-"Già, ma ti ricordo che dobbiamo ancora analizzare l'ultima parte del diario, altrimenti andiamo alla cieca. Quindi che ne diresti prima di ristorarci un attimo?! Sono due giorni che viaggiamo nel deserto"
-"Ok, ok! Solo una pausa. E breve!".
Si inoltrarono in un dedalo di stradine affollate da ogni sorta di bancarelle e compratori. Poi un vicolo le immise in una strada principale e l'aspetto della città cambiò radicalmente.
-"Accidenti! Sembra di essere in un altro posto!"
-"Questa parte della città si sviluppa con aspetti europei: grandi viali ed edifici imponenti. Specialmente lungo il fronte marino", disse Mac.
Si fermarono ad un caffè lungo un grande viale alberato e rimasero al tavolino per un pò, sorseggiando del tè.
-"E' magnifico! L'aria che si respira in questa città è...variegata! Ecco il termine giusto. Non c'è un solo tipo di emozione che ti invade!"
-"Già, è la cosa che ho pensato anch'io la prima volta che ho messo piede qui. E' merito del suo carattere cosmopolita, ci sono numerose scuole e musei. Puoi respirare cultura ad ogni passo che fai"
-"Non credevo che la avessi già visitata! In che occasione?"
-"Durante uno dei tanti viaggi di mio padre. Si sta facendo tardi, guardiamo il diario".
Kate pensò che forse non era saggio indugiare sull'argomento e tirò fuori il suo diario. Sfogliò le pagine fino ad arrivare al punto. Mac lesse:
-"E' nel cuore della sapienza che è custodito il giusto cammino". Rimase pensierosa per un pò.
-"E questi?". Kate indicò alcuni simboli che incorniciavano la frase.
-"Non ne ho la più pallida idea. Non sembrano lettere di un qualche alfabeto". Mac appoggiò il mento sul palmo della mano fissando Kate o qualche punto imprecisato dietro di lei. "E' nel cuore della sapienza....nel cuore della sapienza", ripetè a bassa voce tra sè e sè. "Ma certo..."
-"La biblioteca!", esordirono in coro.
-"E' chiaro, siamo ad Alessandria! Forza andiamo!"


La nuova Bibliotheca Alexandrina, che sorge a pochi passi dall'antica sede, si estende su un'area di 80.000 metri quadrati e possiede oltre un milione di testi. Essa ospita sale di lettura, un istituto per il restauro dei libri antichi, una biblioteca per l'infanzia, una scuola d'informatica, sale per riunioni e congressi e un parcheggio sotterraneo di 250 veicoli e depositi.
-"E'...bellissima", Kate era ammutolita.
-"Vedo che poche cose ti lasciano senza parole", disse Mac.
-"La sua forma....", la ragazza inclinò la testa cercando di capire. La donna rise alla sua buffa espressione.
-"Si ispira ad un enorme sole inclinato che sorge dal mare".
Quando entrarono l'immenso spazio interno le circondò. Si diressero in una delle tante sale di consultazione e studio. Un silenzio innaturale regnava in quelle stanze, nonostante decine e decine di persone le affollassero. Occuparono un tavolo in un angolo per non essere osservate. Mentre Kate curiosava, spalancando gli occhi alla vista di quegli scaffali ricolmi di volumi, Mac aprì il portatile e cominciò a lavorarvi vicino. Dopo poco la ragazza ritornò al tavolo.
-"Mac! Dico, hai visto cosa c'è?! O forse dovrei dire cosa non c'è! E' incredibile!"
-"No se consideri che siamo in una biblioteca"
-"Sempre spiritosa"
-"Guarda. Ho inserito quei simboli nel mio database. All'inizio non ne è venuto fuori nulla, ma poi ho notato questo", indicò una serie di segni sullo schermo.
-"Che cos'è?"
-"Un codice. E decriptandolo...", schiacciò un tasto, "esce questo: un sistema binario di numeri"
-"Mi spiace ma la matematica non è il mio forte"
-"Algoritmi. La prima cosa che mi viene in mente è che, dato che tuo padre ci ha sempre fornito punti da seguire nei suoi indovinelli, lo siano anche questi"
-"E allora?"
-"E allora...lo sai che la posizione delle stelle viene indicata anche con gli algoritmi?"


-"Ok, il punto è questo"
-"Mac ti rendi conto che qui non c'è nulla?!"
-"Aspetteremo che la biblioteca chiuda e poi verremo ad analizzare quest'area". Le due ragazze si trovavano in un'affollata sala di lettura, una delle più grandi a giudicare dalla quantità di testi.
-"Cosa? Tu vorresti entrare di nascosto qui e mettere a soqquadro un'intera sala?!"
-"Non io, ma noi"
-"No, indubbiamente sei fuori di testa!"
-"Oh, andiamo, non è la prima volta che violiamo le regole"
-"Già, finchè si trattava di fare a pugni o giocare ai soldatini nella foresta ok! Ma qui...qui siamo nella biblioteca di Alessandria!"
-"Beh, in effetti....c'è un certo non so che!"
-"Mac, piantala di scherzare! Dovesse nevicare nel deserto, io non ti asseconderò!"


-"Allora? Via libera?"
-"Si, puoi venire"
-"Accidenti a me che mi son fatta trascinare in questa follia!"
-"Kate, vuoi finirla di parlare?!"
-"Non sarebbe stato più semplice chiedere al direttore un aiuto?!". Era appena passata mezzanotte, quando col buio che le avvolgeva, le due amiche erano scivolate all'interno dell'edificio.
-"Già! E cosa gli avremmo detto? Mi scusi stiamo cercando qualcosa qui dentro, possiamo frugare?!"
-"Il tuo problema è che non ti fidi affatto delle persone!". Un bagliore illuminò fugacemente la sala. Mac con gesto rapido attirò a sè la ragazza, spingendosi contro uno scaffale e facendole segno di tacere. Restarono in silenzio qualche istante. L'unico rumore che Kate percepiva era il battito del cuore di Mac. O forse era il suo. Cominciava a sentire caldo e ad avvertire una strana sensazione. La voce della donna la ridestò.
-"Era una guardia. Facciamo alla svelta", sussurrò. Si misero all'opera.
-"Cosa dobbiamo cercare?"
-"Non ne sono sicura", la donna si incamminò verso la parete opposta e si fermò a guardare una piantina.
-"E' la pianta della biblioteca"
-"Già...", Mac incrociò le braccia, "...e se quello che cerchiamo non è nella sala, ma sotto? Voglio dire, se non erro una parte della nuova sede è stata costruita nello stesso punto in cui 2.300 anni fa fu eretta la biblioteca"
-"Beh, è un'ipotesi come tante"
-"Vediamo un pò....". Mac cominciò ad aggirarsi per la sala.
-"Che stai facendo?"
-"Sto cercando....", si addentrò dietro uno scaffale nell'angolo più nascosto della sala, "...un qualcosa"
-"Beh, piuttosto vago!". Kate rimase a guardarsi intorno, "D'altronde, lascia che te lo dica, dovresti essere un pò più precisa in queste cose. Non stiamo mica cercando conchiglie, questa è una cosa seria e ci vuole un metodo rigoroso e scrupoloso, ma allo stesso tempo bisogna fare affidamento all'istinto. Certo forse è chiedere troppo da te e....Mac?"
-"Sono qui", Kate seguì la voce e si ritrovò in un sottopassaggio.
-"Mi hai lasciato a parlare da sola come una pazza?! Potevi anche degnarti di avvisarmi!"
-"Kate non essere ridicola, siamo qui per trovare qualcosa, non per fare conversazione"
-"Questo non cambia il fatto che sei una troglodita! Dove siamo finite ora?"
-"E' un sottopassaggio per gli addetti ai lavori. Da qui si accede all'antico sito".
Scesero quei decrepiti scalini e si ritrovarono qualche metro sotto terra, in una saletta formata da archi e colonne.
-"E' incredibile! Non credo abbiano mai pubblicizzato la scoperta di questo posto"
-"Le cose migliori le tengono sempre per loro", Mac accese una piccola fiaccola e si fece luce. "A quanto vedo, si stanno dando da fare con gli scavi"
-"Guarda qui, delle antiche pergamene!"
-"Non toccarle, potrbbero sgretolarsi", la donna andò un pò più avanti.
-"Beh, tutto molto emozionante, ma non capisco cosa voleva dirci mio padre". Mac si guardò intorno, scrutando con attenzione.
-"Guarda. Che diavolo è?"
-"Sembra una porta chiusa ermeticamente"
-"Già. Stona un pò con tutto questo, non trovi?"
-"Beh, stanno facendo degli scavi, è normale trovare tracce recenti"
-"Passami quella piccozza"
-"Non credo riuscirai ad aprirla con un semplice attrezzo"
-"Kate"
-"Ok, va bene! Ma poi non dire che non ti avevo avvisato". Mac posizionò la punta tra le due ante della porta e cominciò a fare pressione.
-"Vuoi che ti aiuti? Mi sembri alquanto deperita"
-"Kate quando sarò sicura che il tuo sarcasmo potrà servirci a qualcosa a quel punto ti chiederò di usarlo, ma fino ad allora...taci!"
-"Ma che gentile! Resto ogni giorno più incantata dai tuoi modi!". Passò qualche minuto di silenzio. L'unico rumore era dato dal cozzare metallico della piccozza sulla porta.
-"Mac?"
-"E ora che altro c'è?"
-"Lascia quella dannata porta, ho sentito dei passi", la ragazza strattonò l'amica e la tirò con sè dietro una nicchia. Dopo qualche secondo videro un operaio dirigersi verso la porta. L'uomo cacciò un tesserino e lo passò attraverso il sensore sul muro, le ante si aprirono ed egli sparì dietro di esse.
-"Beh, è tutto più facile con uno di quelli", sorrise Mac.
-"E ora che si fa"
-"Un'idea ce l'avrei"
-"So bene quali sono le tue idee"
-"Se ne hai una migliore, prego!"
-"Ok, ma cerca almeno di limitare i danni". Le due rimasero nascoste finchè la porta non si riaprì e ne uscì di nuovo l'uomo. Questa volta portava un carrello carico di pacchi.
-"Scusa, sai dirmi dov'è la toilette?"
-"Ma che...?". Un pugno in pieno volto lo stese a terra.
-"Poveraccio, certo tu non hai un minimo di tatto!", esordì Kate.
-"Oh, starà benone. Fra un pò si risveglierà quindi muoviamoci", Mac frugò nelle tasche, prese il tesserino e imitò il gesto dell'uomo. La porta si aprì ancora. Una stanza abbastanza grande, fornita di elettricità, conteneva antichità e manufatti preziosi, accatastati con cura ai lati.
-"Sono tutti siglati e registrati", Mac si era avvicinata ad una statuetta, guardando l'etichetta che penzolava da essa.
-"Pensa che scoperta! Stanno facendo degli scavi qui, è normale! Lo sentivo io che non c'era proprio nulla di misterioso!"
-"No sciocca, queste cose non sono per il museo, ma per il mercato nero"
-"Ma come...? E' sotto gli occhi di tutti, non possono eludere la sorveglianza"
-"E chi dice che debbano farlo?!"
-"Mi stai dicendo che le autorità e la stessa Biblioteca permettono questo?"
-"E' possibile". La donna si diresse verso il fondo della stanza, facendosi largo tra un mucchio di oggetti antichi, "E' sorprendente, ci saranno secoli di storia qui e tutti pronti per essere imballati e spediti chissà dove"
-"Dì la verità, queste sono cose che sfiorano il tuo animo rude, non è così?"
-"Beh, come fai a rimanere insensibile davanti a tutto questo?". La parete di fondo ospitava una scrivania con un computer e un mobile carico di scartoffie. "Sono certa che a ben guardare qui ci sarebbe tanto di quel materiale da far incriminare perfino gli addetti alle pulizie"
-"Già, ma noi siamo qui per tutt'altro"
-"Eppure è un vero peccato!". Le due cominciarono a rovistare.
-"Mac, vieni qui", Kate indicò una cassetta di sicurezza.
-"Ottimo lavoro". Con rapido gesto Mac forzò l'apertura.
-"Che cos'è?"
-"Non lo so, assomiglia alla batteria di un cellulare. E guarda qui, c'è uno dei simboli che ha ricopiato tuo padre"
-"Beh, io proporrei di levare le tende"
-"Ok, prendi il tesserino e apri la porta, io metto questo al sicuro". In breve furono di nuovo nella saletta. "Forza, andiamocene"
-"Ehi, voi due....!", l'operaio aveva appena riaperto gli occhi e si massaggiava la testa dolorante.
-"Ah, si....grazie per l'indicazione", di nuovo un pugno gli fece perdere conoscenza.


-"Che facciamo?"
-"Non lo so. Ho bisogno di analizzare tutto in un posto tranquillo"
-"E io di fare una doccia"
-"Prendiamo una stanza"
-"Olè!"
-"Ma in un motel che non dia nell'occhio"
-"Ecco, lo sapevo! Per un momento ho sperato che volessi sentirti umana anche tu e invece!"
-"Ma io lo sono! Solo che voglio continuare ad esserlo".
Arrivarono in uno sgangherato albergo abbandonato da Dio, appena fuori città. La stanza che il proprietario, un egiziano di mezza età con una benda sull'occhio e aria losca, diede loro era una vera e propria topaia.
-"Meravigliosa, non c'è che dire!", ironizzò Kate.
-"E non hai visto la doccia", le urlò Mac dal bagno.
-"Sai Mac, non credo di aver capito bene per quale ragione dobbiamo soggiornare in queste sottospecie di baracche"
-"Ecco che riemerge il tuo atteggiamento snob"
-"Il mio cosa?! Non credo di aver mai fatto la superiore con nessuno! Dico solo che avrei preferito sostare nel bel mezzo del deserto piuttosto!". Mac riemerse dal bagno e gettò la sua roba sul letto.
-"Ho bisogno del mio pc e nel bel mezzo del deserto come dici tu non ci sono prese della corrente"
-"Beh, io vado a lavarmi! Ho capito che è inutile discutere con te!".
Mac sorrise e si mise al lavoro. Dopo qualche secondo sentì un urlo provenire dal bagno.
-"Kate che succede?!", Mac entrò come una furia e vide l'amica che era salita sul water terrorizzata. "Che hai?!"
-"Uno scarafaggio nella doccia! Io li odio!"
-"Santa pazienza! Ma dico sei matta?! Mi hai fatto prendere un bello spavento!".
Dopo il piccolo inconveniente, Mac era ritornata al pc e Kate se ne stava sdraiata sul letto sgranocchiando arachidi.
-"Allora?"
-"Ma tu non sai far altro che mangiare?!"
-"Devo rimettermi in forze!"
-"Ah, già, dimenticavo che entrare di nascosto in una biblioteca può implicare un consumo di calorie notevole"
-"Prendimi pure in giro! Avrò la mia vendetta"
-"Che sarebbe?"
-"Non puoi saperlo altrimenti che vendetta è?!"
-"Mi raccomando non spremerti troppo le meningi"
-"Ah ah! Hai paura che non riusciresti a difenderti!"
-"Già". Dopo qualche secondo di silenzio Kate esordì:
-"Aspetta un attimo! Tu mi stavi deridendo!"
-"Come scusa?"
-"Tu volevi fare del sarcasmo! Hai detto di non spremermi troppo le meningi, ma in realtà volevi sminuire la mia intelligenza!"
-"Kate, ti assicuro che intendevo esattamente quello che ho detto"
-"Oh, no....li conosco bene i tuoi giochi di parole e sono certa che volevi prendermi in giro!"
-"Senti, sappiamo entrambe che sei una ragazza intelligente, con questa sceneggiata vuoi solo sentirtelo dire"
-"Hmm...sei così irritante!". Kate si alzò e andò alla finestra, "Vado a fare un giretto, perchè sono così intelligente da capire quando è il momento di separarsi!"
-"Non cacciarti nei guai"
-"Oh insomma, perchè diavolo dovrei finire nei guai?! Non ci sono mica insidie dietro ogni angolo!", detto questo uscì dalla stanza.
Mac riprese quello che stava facendo. Dopo qualche minuto sentì bussare alla porta.
-"Mac..."
-"Ah, vedo che non sai cavartela a lungo senza di me", disse senza neanche voltarsi.
-"Mac, senti..."
-"Insomma, che succ...?!", la donna si alzò e vide l'amica alla porta. Era rigida e impaurita. "Ma che hai?". Kate entrò in camera seguita da un uomo piuttosto corpulento che le puntava una pistola alla schiena. Un ometto più basso e tarchiato comparve dietro lo stipite.
-"Posso fare qualcosa per voi?", disse ironica.
-"Dateci quello che avete trovato", parlò l'ometto.
-"Abbassa la pistola amico"
-"Non sono tuo amico e non ho intenzione di scendere a patti"
-"Beh, il vostro è un atteggiamento un pò scortese..."
-"Piantala di parlare o la tua amica fa una brutta fine"
-"Credi che mi importi qualcosa di lei? E' solo una stupida gallina buona a nulla, puoi tenertela!"
-"Ehi, ma che dici?! Sei fuori di testa?!"
-"Oh smettila di gracchiare con quella voce stridula! Sono stufa di te!". Mac le fece un occhiolino. Cominciarono ad insultarsi, dimenando le mani e prendendosi quasi a botte.
-"Ehi ehi! Piantatela!", l'ometto si era avvicinato alle due giovani cercando di calmarle. In quell'istante Mac disarmò l'energumeno e gli piazzò un destro sul muso. Kate era corsa sul letto, aveva afferrato il borsone e lo aveva tirato sull'ometto che, distratto dalla confusione, non aveva badato a lei.
-"Andiamocene forza!", Mac afferrò la sacca e fece calare Kate dalla finestra.
-"Fortuna che siamo al piano terra!", disse la giovane.
Intanto i due si erano ripresi e avevano iniziato a sparare contro di loro. Mac fece appena in tempo a buttarsi fuori.
-"Maledizione! Prendiamole!"
-"Si capo"
-"E allora cosa aspetti, imbecille! Alla macchina!".Uscirono dalla stanza.
-"Insomma, ti avevo detto di non cacciarti nei guai!"
-"Ma come facevo a sapere che ci avrebbero trovate qui?!"
-"Avanti, di qua"
-"E ora come li seminiamo?!". Mac si guardò intorno e poi corse tirandosi dietro Kate.
-"Sai andare a cavallo?", la donna sorrise.
-"Cosa?! No, non se ne parla nemmeno!". Mac era montata su con un balzo.
-"Beh, non hai scelta", la tirò con forza dietro di sè.
-"Oh mio Dio! Piano!"
-"Bene! Inizia la cavalcata! Aah", un colpetto fece partire l'animale a tutta forza.


In breve l'albergo apparve come un miraggio in lontananza. Ma i colpi che riecheggiavano dietro di loro erano tutt'altro che un sogno. La distesa di dune accolse l'inseguimento con la sua sabbia soffice e bollente.
-"Mac ci stiamo allontanando troppo! Non vedo più nulla intorno a noi!"
-"Preferisci finire nelle mani di quei due?!". Gli uomini erano alle loro calcagna e sparavano a raffica da una piccola jeep impolverata.
-"Ci raggiungeranno!"
-"Prendi la pistola che ho alla cintola e spara!"
-"Cosa?! Ma io non so usarla! E poi il cavallo si muove troppo!"
-"Fa come ti dico!". Kate prese l'arma, si girò e provò a puntarla.
-"Il sole mi acceca!"
-"Lascia perdere!", Mac spostò le redini in una sola mano e con l'altra prese una piccola bomba che aveva in tasca.
-"Hai anche bombe a mano?!!"
-"Quando te lo dico tira la sicura e lanciala nella loro direzione". Kate era terrorizzata, ma non se la sentiva di opporsi ancora. L'afferrò.
Mac rallentò il cavallo e lo fece girare appena. "Ora!". Kate la lanciò. Si sentì un boato e si alzò del fumo nero.
-"Non si vedono più", disse la ragazza. Ma qualche istante dopo videro la piccola jeep farsi largo tra la coltre di fumo.
-"No, eccoli che arrivano!". Il cavallo riprese il passo sostenuto di prima.
-"Mac non ce la faremo mai, li abbiamo dietro!". Mac tentò il tutto per tutto, prese la pistola e cominciò a sparare verso la macchina. Ma era tardi: la jeep si avvicinava sepre più. Quando ormai erano a pochi metri di distanza, l'ometto si sporse un pò e fece fuoco, riuscendo a colpire Mac alla gamba.
-"Porc'...!"
-"Oddio! Stai bene?!"
-"Ce la faccio tranquilla!". La donna continuò a governare l'animale, ma in cuor suo sapeva che non potevano riuscire a salvarsi. Dopo poco la jeep le fu accanto. Spararono al cavallo e le due caddero al suolo. Mac cominciava ad avvertire un dolore sempre più forte alla gamba e la vista le si stava appannando. La macchina si era fermata e gli uomini erano corsi verso di loro. Kate andò a fatica verso l'amica per soccorrerla, ma l'uomo più grosso le sferrò un colpo dietro la testa facendola svenire. Mac era stesa e senza forze. Vide il ghigno dell'ometto e poi più nulla.

Un cinguettio di uccelli svegliò la donna. La luce abbagliante del sole le accecò gli occhi, facendole portare una mano sul volto. Quando mosse la gamba ferita, notò che era stata medicata e vide che aveva riposato in un letto, di quelli veri, pulito e candido. Si guardò attorno: una stanza piuttosto grande era ricoperta di arazzi e pareti arabescate. A terra c'erano tappeti colorati e in un angolo delle poltroncine erano sommerse da cuscini variopinti. Un odore d'incenso impregnava l'aria. Si mise seduta nel letto: la gamba le doleva ancora.
Sentì bussare alla porta, che si schiuse lasciando intravedere una figura familiare.
-"Si può?"
-"Ehi"
-"Come stai?", Kate andò a sedersi al suo fianco.
-"Non lo so...direi bene", Mac si massaggiò la testa.
-"Ti dò un pò d'acqua"
-"Grazie".
-"Dove siamo?"
-"Non lo so, ma...guardati attorno! Sembra un paradiso". Mac tentò di alzarsi.
-"Aspetta ti aiuto", Kate l'afferrò per un braccio, posandoselo attorno al collo e circondandole la vita. Si diressero alla finestra.
-"E' magnifico!". La stanza affacciava su un cortile interno, al cui centro spiccava una grande fontana rotonda. Poco dopo bussarono alla porta. Ne entrò un servitore molto cordiale.
-"Il padrone mi manda a dirvi che è lieto di ospitarvi nella sua dimora e farà la vostra conoscenza questo pomeriggio", l'uomo si inchinò e uscì.
-"Caspita, siamo finite in un vero palazzo reale"
-"E' incredibile! I miei amici non ci crederanno"
-"Frena l'entusiasmo. Finchè non faremo chiarezza è meglio non fidarsi".

Le due constatarono presto che non vi era traccia delle loro cose nelle stanze in cui avevano dormito. Indossarono degli abiti che erano stati predisposti per loro e uscirono. Intenzionate a svelare anche questo mistero, seguirono il fedele servitore fino ad una grande sala. Appena l'uomo spalancò le porte, le due amiche rimasero affascinate da tanta bellezza. Un soffitto finemente decorato e spropositatamente alto faceva da tetto ad una sala di grandi dimensioni, anch'essa ricca di arazzi e arabeschi. Una serie di colonne invitava sul portico, dove le grandi aperture affacciavano e i vasi di palme contrastavano con il loro verde il bianco accecante.
-"E'...incredibile", disse Kate.
-"Mi fa piacere che sappiate apprezzare la bellezza", una voce riecheggiò dietro di loro. Le due si voltarono e videro un uomo venirle incontro.
-"Il mio nome è Adjib Huni e sono il padrone del palazzo. Vi prego, sentitevi come a casa vostra"
-"Grazie. Io sono Mac e lei è la mia amica Kate". Si strinsero la mano. L'uomo era scuro e abbastanza alto, avvolto in abiti egiziani di ottima qualità.
-"Bene, vedo che la tua gamba è quasi guarita"
-"Si, beh...va meglio"
-"E' bellissimo il suo palazzo...per quel poco che abbiamo visto", aggiunse Kate. L'uomo sorrise.
-"Venite allora, vi mostro il cortile", si incamminarono per il portico.
-"Come siamo finite qui?", chiese Mac. Videro una grande voliera, in cui varie specie di pappagalli e altri volatili crevano giochi di colori e suoni mai visti.
-"Immagino che dovevate essere davvero in difficoltà, quando i miei uomini che erano in ricognizione vi hanno trovate"
-"Si, in effetti...", sorrise Kate.
-"Fortuna che quei ladruncoli sono scappati non appena li hanno visti. Dopodichè siete state portate qui"
-"Già...ladruncoli...", mormorò Mac, "così...ehm...non avete trovato nulla della nostra roba?"
-"Ah, il vostro bagaglio! Mi spiace, a volte i miei servitori sono fin troppo zelanti! Evidentemente stanno ancora sistemando e pulendo tutto! Ma vi farò restituire le vostre cose oggi stesso". Ora stavano attraversando il cortile interno che avevano visto dalla camera di Mac.
-"E' bellissimo, sembra un giardino botanico!"
-"Si, devo dire che questo è il mio vanto. Sono riuscito a raggruppare specie di piante molto rare qui", l'uomo accarezzò una foglia.
-"Senta, noi le siamo molto grate, ma non vorremmo disturbare. Ce ne andremo stasera stessa", disse Mac.
-"Oh, non dirai sul serio? La tua gamba è ancora in fase di guarigione e ha bisogno di riposo. Resterete qui finchè ne avrete bisogno"
-"Beh...non so", tentennò la donna.
-"Dài Mac, non essere scortese!", le sussurrò Kate.
-"Stasera avrete l'occasione di assaggiare dei piatti eccezionali alla mia tavola"
-"Sentito?!"
-"Va bene, allora. Ma domani se starò meglio andremo via". In quel momento un servitore si avvicinò ad Adjib sussurrandogli qualcosa all'orecchio. L'uomo assentì e poi disse: "Porta un pò di shay per i nostri ospiti". Sul volto di Kate comparve una smorfia come se quella parola fosse stata un insulto. Adjib sorrise, "Non preoccuparti. Gli ho solo ordinato di portarci del tè".


Quando rientrarono nelle proprie camere, entrambe trovarono i loro zaini sistemati con cura. Kate andò nella stanza dell'amica.
-"Hai visto? Ci hanno ridato le sacche"
-"Già! E non manca nulla"
-"Sembra che ti dispiaccia"
-"E' solo che c'è qualcosa che non mi convince"
-"Oh, sempre la solita diffidente! Ma insomma ti rendi conto di dove ci troviamo?!"
-"Si, e mi sembra tutto così...artefatto! Hai notato che non c'è traccia nè di telefoni nè di televisori....insomma sembra che l'evoluzione non sia arrivata qui"
-"Ah, già, dimenticavo che tu preferisci le topaie! Potrebbe essere una sua scelta di vita, non pensiamo subito a male"
-"Senti, indubbiamente ci ha salvato da quei pazzi e ci sta ospitando gentilmente nel suo palazzo, però preferisco lo stesso tenere gli occhi aperti"
-"Va bene, allora, mentre tu tieni gli occhi aperti, io mi concedo un sano relax in questa meraviglia".


Quella sera a cena sembrava di essere ad un sontuoso banchetto reale. C'erano cibi di ogni sorta che imbandivano la lunga tavola rettangolare. Adjib era seduto ad un'estremità, mentre Kate e Mac occupavano un lato del tavolo. Kate stava decisamente scomoda seduta su quei cuscini con le gambe incrociate, ma aveva troppa fame per preoccuparsene realmente. Un cameriere versò del vino nei loro bicchieri e ritornò in disparte.
-"Buon appetito", disse Adjib, inzuppando le dita in una scodella dal contenuto indecifrabile. Mac aveva uno sguardo dubbioso ma, vedendo l'amica mangiare di gusto, si decise ad assaggiare.
-"Hmm...squisito! Cos'è?", chiese Kate.
-"E' kosheri: lenticchie e riso con salsa piccante al pomodoro"
-"Allora, signor Huni...", esordì Mac.
-"Ti prego...Adjib"
-"Si, Adjib...sei un principe o cosa?". L'uomo emise una lieve risatina.
-"No, niente di tutto ciò. Io...sono un imprenditore"
-"Un imprenditore molto in gamba", disse la donna guardandosi intorno, "Di cosa ti occupi, nello specifico?"
-"Mac è scortese...", l'apostrofò Kate, lasciando per un momento le sue patate ripiene.
-"No, lasciala chiedere. La curiosità ha bisogno di essere soddisfatta. Gestisco varie imprese petrolifere e di estrazione"
-"Ah, capisco. Allora tu sei uno dei tanti sfruttatori delle risorse di questo paese che concede il lusso ad una piccola elite?!". Per qualche istante le mani dell'uomo smisero quel piccolo lavorìo che stavano compiendo.
-"Mac! Stai esagerando!". Kate guardò Adjib come se si aspettasse una reazione alla frase, ma l'uomo si limitò a battere lievemente le mani. Un servitore si avvicinò al tavolo versando ancora del vino.
-"Vedo che sei una donna molto impulsiva"
-"Solo quando non sopporto alcune cose". Adjib mise i gomiti sul tavolo e guardò Mac. La sua voce non era affatto alterata.
-"Vedi, l'Africa non è un posto, ma un milione di posti. Al momento comprende circa 47 Paesi, centinaia di etnie e una popolazione totale di 900milioni di persone. Ogni singolo essere umano ha le sue aspirazioni, l'una diversa dall'altra, ma tutti vogliono la stessa cosa: pace. Ciascun uomo vuole un lavoro stabile, sicurezza, istruzione per i propri figli e un buon governo. Io offro loro tutto ciò. E vengo ripagato per questo"
-"Mi sembra una visione delle cose un pò da sindrome di onnipotenza. Quello che offrono le persone come te è solo una miriade di danni ecologici e l'arricchimento di una stretta cerchia di persone"
-"Il problema di voi americani è che credete sempre di essere gli unici a fare della democrazia. Molte popolazioni rurali grazie allo sviluppo delle industrie e all'urbanizzazione si trovano di fronte a nuove opportunità, possono migliorare la loro condizione di vita, aspirare ad una visione più alta"
-"E questa visione più alta comprende anche la diffusione sempre maggiore della povertà, di malattie come l'AIDS, o di conflitti politici, carestie, esodi di massa e persecuzioni tollerate dallo Stato?"
-"Mac basta...", intervenne Kate. Adjib e Mac si guardavano fissi negli occhi in segno di sfida.
-"Si è sempre attenti a guardare la miseria e il degrado, ma mai i veri passi in avanti che si compiono. Un uomo che fa del bene come me è abituato a critiche dure"
-"Non sto dicendo che è sbagliato sfruttare le risorse, ma solo che è sbagliato il modo in cui viene fatto. In molti paesi poveri il petrolio si è rivelato più una maledizione che una fortuna. Prendiamo ad esempio la Nigeria oppure il Ciad che resta uno dei paesi più poveri al mondo. E' chiaro che il ricavato del greggio va nelle tasche di pochi al potere". L'uomo fissò la donna, poi guardò Kate e infine disse:
-"Questi discorsi sono complessi e senza fine. Perchè rovinare una così bella serata tra amici? Avanti, mangiamo".
L'uomo fece segno ad un servitore e questi si avvicinò con altre portate. Poi si rivolse a Kate: "Ora prova questo: stufato di verdure e pollo con contorno di warah enab, foglie di vite ripiene". La ragazza assaggiò tutto con gusto, a differnza di Mac, a cui il discorso acceso aveva fatto passare l'appetito. Continuarono in questo atteggiamento di finta concordia per tutto il resto della cena, cosa che non dispiacque affatto a Kate, la quale ebbe modo di scoprire che lo sahleb altro non era che un gustoso dolce con noci, farina di riso e uova.

Dopo cena Adjib si ritirò nella sua stanza e così fecero anche le due amiche. Camminando nel corridoio che conduceva alle loro camere, Kate riprese il discorso.
-"Mac devo dire che sei stata alquanto scortese con Adjib..."
-"Ti prego Kate non cominciare! Conosco bene le carogne come lui", la interruppe la donna.
-"...ma, stavo per dirti, che hai fatto bene"
-"Come scusa?"
-"Avevi ragione a non fidarti del tutto. E' un tipo arrogante e meschino"
-"Non lo avrei immaginato da come mangiavi con gusto!"
-"Beh, sarebbe stato un peccato non godere di una cena così buona!"
-"Comunque è molto più che un semplice presuntuoso, è uno sfruttatore senza scrupoli che si investe di santità, quando sono proprio le persone come lui le prime a danneggiare il paese"
-"Beh, domani se starai meglio ce ne andremo....anche se avrei tanto voluto approfittare della sala massaggi che c'è qui". Mac sorrise. Arrivarono davanti le camere, situate proprio l'una di fronte all'altra.
-"Allora, buonanotte! Anche oggi è stata faticosa!", disse Kate.
-"Già. Dormi bene. A domani". Mac aprì la porta e se la richiuse alle spalle. Kate sospirò, sparendo nell'oscurità della stanza.

 





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