Incroci
di Route
66
(settima
parte)
Potete
scrivermi a questo indirizzo: us.route66@hotmail.it (siate buoni,
è il mio primo racconto!).
Anche quella notte
Mac aveva la testa occupata da mille pensieri che non le facevano
chiudere occhio. Ma ormai ci aveva fatto il callo e come al solito
era il vero momento in cui riusciva a riordinare le idee. Anche ora
un turbinio di fatti e considerazioni non ne volevano sapere di starsene
buoni. Stesa su un fianco, fissava le ombre del giardino che creavano
strane figure assieme ai decori del soffitto. Era da poco passata
l'una quando sentì aprire piano la porta.
-"Mac...sei sveglia?", era Kate. La donna alzò appena
la testa, abbastanza per scorgere la figura che faceva capolino nella
stanza.
-"E' che....non riesco a dormire", disse timida. A Mac non
serviva altro. Alzò il lenzuolo di pura seta, senza dire una
parola. Kate entrò e chiuse la porta, andandosi a sistemare
in quell'ansa accogliente. Le braccia di Mac l'accolsero, sprigionando
un calore in cui fu felice di scivolare. Da dietro, sentiva il respiro
calmo dell'amica sulla sua spalla e pensò a come quelle che
ora la circondavano con dolcezza all'occorrenza potevano trasformarsi
in uno strumento micidiale. Si sentiva protetta e si lasciò
cullare per un pò da quella sensazione. In breve si addormentarono
e, per entrambe, fu la prima notte senza incubi da molto tempo.
Il
gracchiare dei parrocchetti nella voliera svegliò Kate. Quando
aprì gli occhi si ritrovò con il volto sulla spalla
di Mac e il braccio attorno alla sua vita. Per un attimo divenne rossa
in volto e si ricompose appena prima che l'amica si destasse.
-"Ehi...buongiorno"
-"B-buongiorno...", rispose imbarazzata Kate, "...mi
spiace di averti dato fastidio...la tua gamba..."
-"Tranquilla, sei stata un angioletto. E io ho dormito finalmente".
Kate divenne rossa ancora una volta e mentre la guardava strofinarsi
gli occhi si accorse che si era come paralizzata lì vicino
a lei. Si alzò di scatto.
-"Allora...io vado a vestirmi...ci vediamo giù per la
colazione", con un balzo felino era già alla porta.
-"Ok, a dopo", la porta si richiuse. Mac si alzò
sbadigliando e sorrise per il comportamento strano della ragazza.
Più tardi le due si ritrovarono in una grande veranda per la
colazione. Kate era già seduta sulla larga sedia di paglia
quando vide arrivare l'amica. Per un secondo si ritrovò a fissarla
suo malgrado. Indossava una camicia bianca di lino su dei pantaloni
color kaki e aveva i lunghi capelli ancora umidi. Era bellissima.
Abbassò lo sguardo, imbarazzata.
-"Scusa, ho fatto una doccia"
-"Non preoccuparti, anche io sono qui da poco"
-"Stamattina ho una fame! Ah, vedo che c'è anche il Times"
-"Già e la colazione è americana!"
-"Secondo me dovrebbe lasciar perdere il petrolio e darsi da
fare come albergatore", disse Mac afferrando una brioche. Kate
sorrise.
-"E' quello che ho pensato anch'io", richiuse il giornale
e mangiò.
Subito dopo aver finito, il cellulare di Kate squillò. Sul
volto di Mac si stampò un'aria interrogativa.
-"Credevo fosse andato e invece...", disse Kate, rispondendo
a quella domanda silenziosa. Aprì lo schermo, "E'...Luke",
guardò Mac come temesse una sua reazione. Ma la donna si limitò
a lasciarla sola.
Più tardi Mac decise che era ora di levare le tende. Si fecero
condurre da Adjib per dirgli della partenza.
-"Oh, mi fa molto piacere che la gamba sia guarita! Tuttavia
mi rammarica dirvi che per la partenza dovrete aspettare almeno fino
a domani. Vedete, l'unico modo per andar via di qui è usare
una delle mie jeep e purtroppo i miei uomini che sono in ricognizione
le hanno prese tutte"
-"Non avete cavalli o cammelli?", domandò Mac.
-"Si, ma sarebbe un rischio. Il mio palazzo è nel bel
mezzo del deserto, circondato da chilometri di sabbia, ci vorrebbe
troppo tempo con gli animali. Senza contare che vi perdereste. Appena
i miei torneranno sarà mia premura farvi accompagnare da uno
di loro". Detto questo le congedò.
-"Perfetto! Siamo bloccate in un palazzo reale al centro del
deserto!", disse Mac alzando le braccia.
-"Detto così sembra invitante!". La donna la fulminò
con lo sguardo. "Ok, ok! Comunque sia non abbiamo scelta! Godiamoci
quest'altro giorno qui dentro".
Mac sospirò e poi disse:
-"Senti io vado nella biblioteca che ho visto ieri passando per
il portico. Ne approfitto per dare un'occhiata"
-"Va bene. Non ti dispiace se io invece vado a farmi fare uno
di quei massaggi...?"
-"Va pure. Ma occhi aperti". Si divisero.
-"Mhmm...che meraviglia!". Kate era stesa a faccia in sotto
su un lettino piazzato al centro di una stanza per il relax completo
del corpo. Una musica zen si diffondeva nell'aria e contribuiva al
rilassamento messo in atto da quell'eccezionale massaggio ayurvedico.
-"Karkaday?", disse ad un tratto l'uomo che la massaggiava.
-"Come scusa?"
-"Karkaday?", ripetè.
-"Ehm..mi spiace, ma non capisco!". L'uomo si allontanò
dal lettino e andò verso un mobile. Kate alzò la faccia
e vide i gesti del giovane.
-"T...Tè?", disse.
-"Ah! Vuoi dire tè! Si ti ringrazio!". Kate assaggiò
con gusto quel tè dolce all'ibisco, meravigliandosi di trovarlo
buono. Ritornò a stendersi.
-"Devo dire che voi sapete davvero come usare le mani",
il giovane si limitò a sgranare gli occhi, non avendo capito
una sola parola. Kate era così rilassata che stava quasi sprofondando
nel sonno, per cui non si accorse affatto che Mac l'aveva raggiunta
e, in silenzio, aveva pregato il massaggiatore di lasciarle sole.
La donna riprese da dove il giovane aveva abbandonato, ma Kate non
sembrò notare la differenza.
-"Hmmm...quando torno a Miami mi regalerò una vacanza
in una beauty-farm....Mac non sa cosa si sta perdendo". L'amica
si trattenne dal ridere e continuò il massaggio.
-"Si, bravo, continua così....ti ha mai detto nessuno
che hai un tocco magico?!"
-"Ma bene! Io mi arrovello la mente per risolvere i misteri e
tu ci provi col massaggiatore?!"
-"Mac! Sei tu?!", Kate sobbalzò e divenne rossa in
volto.
-"E chi altri?!"
-"Sai, non è affatto educato venire di soppiatto e ascoltare
quello che dicono le persone!"
-"Ma davvero?! Questa frase non mi è nuova....! Comunque
sono qui per un altro motivo". Nel frattempo Kate si era avvolta
in un telo e si era alzata, andandosi a rivestire.
-"Ero nella biblioteca a cercare dei testi per confrontare alcuni
simboli del diario e ho notato una cosa"
-"Ehm...cosa?!", Kate era dietro un paravento che tentava
di rivestirsi più in fretta che poteva.
-"Ma che hai?", la testa di Mac fece capolino lì
dietro accorgendosi che il volto dell'amica era diventato color cremisi.
"Guarda che anche io sono una donna. Non dirmi che hai vergogna?!"
-"Eh...scusa...ehm...ti spiace?!", Kate le fece segno di
ritornare dov'era.
-"Oh santo cielo! Comunque sia c'è una finestra ben nascosta
da alcuni scaffali, che affaccia su una parte del palazzo. E' strano,
da fuori non si nota, sembra come se fosse stata occultata. Perchè
rendere un'ala di un edificio invisibile dall'interno?"
-"Cosa speri di trovare?", Kate era comparsa rivestita.
-"Non lo so ma credo che lì ci sia qualcosa.Questa notte
andrò là e tu mi farai da palo"
-"Oh certamente! Non c'è neanche bisogno che tu chieda
più nulla, tanto sono sempre disponibile a darti una mano in
azioni illegali", disse ironica.
La notte non tardò a sopraggiungere. La luna era alta e il
cielo sgombro da nuvole.
-"Perfetto! La serata ideale per frugare!", disse Mac sorridendo.
-"Oddio! Tu sei un caso disperato! Cosa ho fatto di male?!".
Ancora una volta erano entrate di sopiatto in una biblioteca, tanto
che Kate, anche se non l'avrebbe mai ammesso, cominciava a trovare
la cosa eccitante.
-"Piantala di lamentarti. Quando tutta questa storia sarà
finita rimpiangerai i momenti come questo!"
-"L'unica cosa che rimpiangerò è di non aver assunto
qualcun'altro!"
-"Ma dài! Chi credi che avrebbe accettato di seguirti
in questa folle ricerca?!". Le due erano vicino la finestra e
Mac stava sfoderando l'attrezzatura.
-"Certamente avrei trovato qualcuno! Ti spiace farti più
in là?!"
-"Guarda che qui lo spazio è minimo!". A fatica Mac
aveva cacciato dallo zaino un arpione a cui era attaccata una corda
e si era arrotolata alla vita la sua frusta, urtando più volte
contro Kate. La ragazza intanto si era affacciata e aveva notato che
tra i due muri c'era uno strapiombo piuttosto alto.
-"Mac sei sicura? Puoi sempre trovare l'entrata!"
-"Vedi? Lo sapevo che in fondo ci tieni a me"
-"Veramente non vorrei che cadendo rovinassi quel magnifico roseto
laggiù". Erano vicinissime, tanto che se Mac si fosse
abbassata appena, i loro volti si sarebbero sfiorati. La luna le illuminava.
-"Ehi, stai tranquilla. So quello che faccio", Mac si mise
sul davanzale.
-"Io sono tranquilla! Non vedi? L'immagine della serenità!".
Mac sorrise e senza dire altro lanciò l'arpione verso delle
sbarre poste un pò più in alto. Tese la corda per testare
se fosse ben salda e poi si lanciò. Kate ebbe un sussulto.
Vide l'amica fendere l'aria come Tarzan e approdare su un esile cornicione.
-"Mac! Attenta!", disse a bassa voce. La donna le fece segno
di non preoccuparsi. Tenendo un mano ancora sulla corda per non cadere,
con l'altra srotolò la frusta e la lanciò contro la
colonnina della bifora. La frusta si arrotolò e Mac lasciò
la corda. Il passaggio si rivelò piuttosto difficoltoso, tanto
che Kate, nel vedere la donna compiere quelle acrobazie, trasalì
più d'una volta. Poco dopo Mac era sul davanzale opposto. Si
calò nella stanza e scomparve per un pò.
Dopo una buona mezz'ora, Kate, che per tutto il tempo aveva camminato
su e giù per il nervosismo, vide ricomparire la figura dell'amica
alla finestra di fronte. La donna le fece segno di scansarsi e in
breve ritornò così come era andata.
-"Allora? Perchè tutto questo tempo?!"
-"Dobbiamo andarcene di qui". L'unica frase che disse Mac,
mentre arrotolava la fune e con passo svelto si avviava fuori dalla
stanza.
-"Si può sapere che hai trovato?!", le domandò
Kate. La donna le fece segno di stare zitta e di seguirla in camera.
Una volta entrata si chiuse la porta alle spalle e parlò.
-"Prima cosa: non è vero che le jeep sono fuori. Quella
stanza è una specie di quartier generale, una sala controllo:
ha telecamere piazzate in tutto il palazzo. E ho trovato parecchie
cose interessanti sui suoi affari"
-"Ok, può darsi che siano rientrate stanotte"
-"No, Kate! Apri gli occhi!", Mac aveva afferrato le spalle
della ragazza con entrambe le mani, "Ho trovato delle foto...nostre...di
quando eravamo in Sudan con Marvin...e ad Alessandria. Ci sta tenendo
d'occhio da un pò. E vuole tenerci qui". Kate si fece
scura in volto.
-"Cos...? Vuole ucciderci?", disse agghiacciata. Mac si
allontanò, camminando per la stanza.
-"No, no. Lo avrebbe già fatto. Vuole qualcosa, ma tutto
quello che abbiamo poteva benissimo prenderselo, non capisco".
Kate le si avvicinò, posandole una mano sul braccio. Mac la
fissò per qualche secondo, poi disse:
-"Prendiamo la nostra roba e andiamocene. Stanotte". Kate
si limitò ad assentire. In breve si ritrovarono nel corridoio,
strisciando di soppiatto lungo i muri affrescati.
-"Come facciamo a sapere da che parte andare? Questi corridoi
sembrano tutti uguali!", disse Kate.
-"Fidati! Mentre tu ti abbandonavi al relax più completo
io sono andata in avanscoperta"
-"Mi dispiace di non esserti stata d'aiuto, mi sento solo un
peso per te e la missione"
-"Ora non è il momento di pensarci. Vieni". Svoltarono
in un altro corridoio. In fondo, un portoncino ben rinforzato indicava
evidentemente un'apertura verso l'esterno.
-"Ci siamo. Di qui dovremmo trovarci anche verso il parcheggio
delle jeep". Afferrò la maniglia e la porta si aprì.
Ma davanti a loro un Adjib tutt'altro che sorpreso si materializzò.
-"Non riuscite a dormire amiche mie?", disse sarcastico.
Dietro di lui quattro tipi loschi impedivano la fuga.
-"In effetti noi siamo due alla mano...i tuoi letti sono troppo
comodi", rispose Mac.
-"Allora vediamo se nelle celle del palazzo vi troverete a vostro
agio". In un attimo le guardie le afferrarono.
-"Non potevi stare zitta vero?! Io nel mio letto ci dormivo benissimo!"
-"E' per questo allora che l'altra notte sei sgattaiolata nel
mio?". Kate divenne rossa e non rispose.
-"Allora, dove credevate di andare?", disse Adjib.
-"Era una passeggiatina notturna. Sai, noi soffriamo di insonnia",
rispose Mac. L'uomo si avvicinò alle sbarre e guardò
la donna negli occhi.
-"Vedrai come ti passerà la voglia di fare la spiritosa
quando sarai messa ai lavori forzati"
-"Oh, ma come?! Tu non eri il paladino dei più deboli?!
Ecco che la tua vera natura salta fuori"
-"Tu credi invece di essere migliore di me conducendo una vita
da mercenaria e portando una povera ragazza sulla cattiva strada?!".
Mac si limitò a fissarlo con sguardo di sfida. Kate si avvicinò
alle sbarre.
-"Adjib, ti prego lasciaci andare. Ti chiediamo scusa!"
-"Hmm...si beh, forse su di te un pensierino potrei farcelo",
disse sfiorando il volto di Kate.
-"Non toccarla, brutto animale!", Mac afferrò il
braccio dell'uomo e lo tenne bloccato tra le sbarre. In quell'istante
due guardie aprirono la cella e la allontanarono, malmenandola. La
lasciarono lì stesa ed uscirono. Kate le andò vicino,
prendendola tra le braccia. Poi disse rivolta ad Adjib:
-"Insomma perchè fai così?! Tu ci hai salvate e
ora ci tratti come nemiche!"
-"No...non l'ha fatto", disse Mac, "...tu non ci hai
salvato...quegli uomini lavoravano per te, non è vero?".
Adjib sorrise. Ora si era messo a sedere su una sedia, come se fosse
uno spettatore.
-"Quelli stupidi incapaci non hanno saputo neanche portare a
termine un semplice incarico. Ma hanno pagato per questo". Kate
era allibita.
-"Che cosa vuoi?"
-"Il manufatto"
-"Ma potevi prenderlo quando ci hai trovate, perchè aspettare?!",
chiese ancora la ragazza.
-"Perchè non è riuscito a capire come usarlo. Sperava
che lo facessimo noi ", rispose Mac.
-"Già, già, già. Devo ricredermi, sai? In
fondo non sei così sciocca come sospettavo. Beh, in effetti
mi aspettavo un pò più di sveltezza nel fare questo
lavoro. Ma non preoccupatevi, qui dentro avrete tutto il tempo che
volete", si alzò.
-"Aspetta! Risolto l'enigma ci lascerai andare?!", domandò
Kate. L'uomo si limitò a fissarla divertito e scomparve.
-"Grazie per avermi difeso". Kate era inginocchiata davanti
a Mac e le premeva una benda sul labbro ferito.
-"E' solo un pazzo schifoso"
-"Tieni questa premuta qui", le disse prendendo un altro
pezzo di stoffa.
-"Ahi!"
-"Ora non fare la bambina. Non sei tu la donna forte della situazione?!",
Mac aveva il volto imbronciato.
-"Cos'è questa faccia? Che ti è preso?", le
domandò ancora Kate. Mac si voltò per non far apparire
i suoi stati d'animo.
-"E' che...i tipi come lui mi irritano"
-"E' solo questo?"
-"E non sopporto quello sguardo...come ti ha guardato. Volevo
ucciderlo". Kate la fissò e sorrise.
-"Mac non puoi sempre pensare di vincere tu nelle sfide. Non
che abbia vinto lui, certo. Comunque mi fa piacere che tu mi abbia
a cuore, ma non c'è bisogno di uccidere per me". Le strinse
la mano e poi si alzò, "Penso che dovremmo dargli quello
che vuole, non abbiamo scelta"
-"C'è sempre una scelta"
-"Beh, ora come ora ha lui il coltello dalla parte del manico.
Cerchiamo di capire che cos'è quell'oggetto". Kate vide
il volto noncurante dell'amica.
-"Mac, tu sai già cos'è, non è vero?"
-"E' un microchip criptato, l'ho scoperto l'altro giorno analizzandolo
al pc"
-"Magnifico! E quando volevi mettermi al corrente?!"
-"Non ce n'è stata occasione, ci hanno sorpreso in albergo
e poi siamo finite qui"
-"Beh, non dirmi che da quando abbiamo messo piede nel palazzo
non c'è stato un momento...."
-"Kate te l'avrei detto, volevo capirci qualcosa di più"
-"Allora? Cosa contiene?"
-"Non ne ho idea. Dovrei decriptarlo"
-"Che situazione!", Kate ritornò a sedersi per terra.
Mac si alzò e andò vicino le sbarre, guardandosi intorno.
-"Ok, usciamo da questo inferno"
-"Che vuoi fare?"
-"Chi avrebbe mai detto che un semplice regalo di diciotto anni
si sarebbe rivelato utile?!". Mac si slacciò dal polso
l'orologio.
-"E come pensi di usarlo? Ipnotizzando le guardie?!", disse
rassegnata Kate.
-"Hmm...in effetti non è male come idea, ma non abbiamo
tutto questo tempo". La donna schiacciò alcuni tasti e
si sentì un sibilo acuto.
-"Questi tuoi continui bip cominciano a preoccuparmi". Dopo
pochi secondi un raggio partì da un piccolo perno del quadrante
e cominciò a fondere la serratura della cella.
-"Questa poi! Un raggio laser?! E io che credevo fossero trucchi
da film!", disse stupita Kate.
-"La realtà è molto meglio". Poco dopo la
cella si aprì.
Questa volta la fuga non ebbe imprevisti. Senza troppi problemi le
guardie furono messe k.o. e le due amiche lasciarono il palazzo.
-"Dobbiamo fare in fretta, non ci metteranno molto a capire che
siamo scappate"
-"Già e da quanto ho capito Adjib non è uno sciocco,
avrà diversi appoggi nella zona", disse Kate.
-"Brava, vedo che cominci a capire come funziona il gioco"
-"Mac, mi spiace di essere stata solo un peso in tutto questo
tempo"
-"Ehi, è normale che tu non sappia come muoverti in queste
situazioni. Ma fino ad ora non sei stata un peso. Quando questo accadrà...beh,
ti lascerò da qualche parte!"
-"Cosa?! Saresti capace di farlo?! Oh, non ci riusciresti, hai
troppo bisogno di me!"
-"E per cosa scusa?"
-"Beh, ad esempio, senza di me non mangeresti mai!"
-"Si, questo è vero. Il tuo stomaco ci porta puntualmente
dove c'è cibo", risero. Mentre la jeep si muoveva veloce
tra le dune, il vento recava una dolce brezza. Di notte l'escursione
termica dava il sollievo tanto bramato durante il giorno.
-"Kate, passami il GPS nella sacca, voglio sapere dove siamo".
La ragazza prese il navigatore satellitare e lo accese.
-"Ti ringrazio. Ora cerca di riposare, fra poco farà giorno"
-"Non vuoi fermarti e dormire un pò anche tu?"
-"No, meglio di no. Appena troverò un posto sicuro ci
accamperemo".
Quando si svegliò, Kate si ritrovò addosso la giacca
dell'amica. Guardandosi intorno vide che la jeep era stata parcheggiata
in un piccolo prato circondato da alberi e chiuso da un'alta parete
rocciosa. Seduta su un masso, vide l'amica intenta a lavorare col
suo portatile. La raggiunse.
-"Buongiorno. Non eri tu quella che criticava Luke di stare sempre
davanti ad un pc?"
-"Beh, in questo caso è davvero necessario per la nostra
salvezza. Tieni"
-"Caffè? E da dove salta fuori?"
-"L'ho creato con degli strumenti hi-tech". Kate la fissò
incerta. "Scherzavo! L'ho semplicemente comprato". La ragazza
ne bevve un sorso.
-"Che fai?"
-"Ho riversato i dati del GPS sul pc per delineare l'area in
cui siamo e i possibili percorsi. E poi ho provato a decriptare il
chip, ma ci vuole ancora del tempo"
-"Hai già fatto tutto questo? Mi sento fuori posto"
-"Perfetto! Perchè mentre io ora mi rilasso in quella
bella sorgente naturale che ho scovato, tu vai a prendere un pò
di legna per il fuoco"
-"Di quale sorgente parli?", disse Kate incuriosita.
-"Una piccola fonte d'acqua in cui IO e ripeto IO, andrò
a farmi un bel bagno. E quando torno voglio trovare una ricca fascina
di legna"
-"Uffa! Non è giusto! Mac lo sai quanto desideri lavarmi!"
-"Beh, mi dispiace, ma i turni sono i turni"
-"Dài! Fa la brava!". Kate aveva incrociato le mani,
implorandola.
-"No!"
-"Ti prego! Ti prego! Ti prego!"
-"Mi raccomando attenta a dove metti i piedi!"
-"Tiranna!".
Le acque cristalline della sorgente avevano avvolto Mac nella loro
frescura. Nuotare le era sempre piaciuto perchè si sentiva
libera. Suo padre una volta le aveva detto che ogni uomo era legato
ad un elemento naturale. Così come alcuni uomini si sentivano
liberi volando, lui trovava se tesso navigando. Mac non sapeva con
precisione a quale elemento appartenesse: forse a tutti, o a nessuno.
Quando le capitava di rilassarsi, cosa molto rara, riusciva a svuotare
del tutto la mente ed ora era uno di quei momenti. Aveva passato il
resto della nottata pensando, mentre guidava. Pensando a come era
iniziata quella storia, ai posti che avevano visto, gli indizi trovati.
Pensando alle persone incontrate, a Luke, a Marvin e Kim. Pensando
a Kate. Da un pò di tempo sentiva qualcosa dentro che non sapeva
come chiamare. Era più felice, più attenta, e una scossa
le attraversava corpo e mente. Era come se si fosse svegliata dal
torpore in cui viveva. Le emozioni erano tornate a far parte di lei.
Probabilmente era tutto merito della missione, era tanto che non partiva
per occuparsi di qualcosa che la coinvolgesse a tutti i livelli e
ora questa storia era capitata a fagiolo.
Ma tutti questi pensieri appartenevano alla sera prima. Ora si era
abbandonata alla quiete che c'era tutt'intorno.
-"Aiutooo! Mac aiutami!". Le ultime parole famose.
La voce di Kate la fece sobbalzare. Come un lampo uscì dall'acqua
e si arrampicò per la roccia. Quando arrivò alla jeep
non trovò nessuno, poi sentì un tonfo. Ritornò
alla sorgente e vide Kate che nuotava amabilmente e ridacchiava.
-"Brutta....! Mi hai ingannata!"
-"Già! Ti avevo detto che mi sarei vendicata!"
-"Mi hai fatto spaventare! I tuoi scherzi sono di cattivo gusto!"
-"Ma sono gli unici in cui posso sperare di farti cadere! Sei
molto arguta!", si immerse, "Comunque avevi ragione, qui
l'acqua è fantastica". Kate vide la donna su una roccia,
illuminata dal sole: probabilmente era uno scherzo della luce, ma
le appariva perfetta e bellissima.
-"Ora conoscerai la mia di vendetta!". Si tuffò dalla
roccia alta e fu in acqua. In breve si ritrovarono a schizzarsi e
farsi i dispetti come due ragazzine.
Mentre Mac si godeva un pò di sole sdraiata su una roccia,
Kate andò a prendere qualche ramo per il fuoco. Quando ritornò
vide l'amica, il volto coperto dal suo inseparabile cappello, che
doveva essersi addormentata. Decise di lasciarla riposare. Si sdraiò
sull'erba morbida, le mani dietro la nuca.
-"Papà...che cosa è successo? Tutti questi indizi,
i posti da cui scappi...". Chiuse gli occhi e un'improvvisa pace
la avvolse. Era da tanto che non riusciva a stare qualche minuto con
se stessa.
-"E' strano trovare un pò di tranquillità dopo
giorni così intensi. Potrei quasi scordarmi di tutto e restare
così". Mentre sorrideva, il pc emise un suono stridulo.
-"Ecco che ci risiamo! Qualche altra diavoleria di Mac!".
Si alzò e andò alla jeep. Vide sullo schermo una serie
di numeri trasformarsi in lettere.
-"Bravo piccolo, continua così, avanti!". Finalmente
il computer stava decriptando il microchip. Qualche secondo dopo la
frase fu completa.
-"Percorrendo la retta via il triangolo di luce illuminerà
il sommo tra gli inviati", la ragazza rimase accigliata. "Tutto
qui?! Tutto questo tempo per una frase senza senso?!"
Passò all'incirca un'ora, il sole stava calando e Mac non dava
impressione di volersi svegliare. Kate le si avvicinò e le
alzò il cappello dal volto, restando a guardarla dormire.
-"Povera Mac, dovevi essere davvero stanca. Stai mettendo tutta
te stessa in questa ricerca e non so come avrei fatto se...",
le parole le morirono in gola, "....se non ti avessi mai incontrata".
Con le dita le sfiorò una guancia. Ancora una volta si sorprese
ad arrossire. Se avesse capito quello che da qualche tempo a questa
parte le stava accadendo, di certo avrebbe risolto un altro enigma.
Qualcosa che non aveva nulla a che fare con la solidarietà
per la condizione comune in cui si trovavano era cresciuto in lei,
anche se preferiva non affrontare la cosa con se stessa. Ogni qual
volta si ritrovava a pensarci si imponeva di darsi da fare per la
missione. Fin quando avrebbe potuto evitare di leggersi dentro lo
avrebbe fatto. L'ambiente in cui aveva vissuto le aveva imposto determinate
qualità, prima fra tutte la completa razionalità. E
ormai sempre più raramente si abbandonava ai suoi sentimenti
più profondi. La mano di Mac afferrò il polso dell'amica
con uno scatto fulmineo che la fece trasalire.
-"Ti piace così tanto guardarmi dormire?"
-"Sc...scusami tanto Mac...è..è che...", era
stata presa alla sprovvista, "ecco non sapevo se svegliarti o
meno...."
-"Calmati, sbaglio o sei un pò agitata?", sorrise.
Nel vedere quel riso beffardo Kate si mise sulla difensiva.
-"Tu...sei così...ah, che nervi!"
-"Ehi, ma che ti prende? Che ho detto?!"
-"Niente, niente", Kate era ritornata giù dalla roccia
e camminava agitando le mani freneticamente, "eccoti la tua legna,
la sera sta calando, accendo il fuoco!"
-"Certo che sei lunatica!", Mac si alzò, si rimise
il cappello e scese fino alla macchina sbadigliando.
-"Io sarei lunatica? Parla miss troglodita!"
-"Senti calmati, mi sono appena svegliata e vedere te che sei
una scossa elettrica mi innervosisce"
-"Oh, povera piccola! Potresti subire dei danni cerebrali!",
cominciò a buttare fuori dalla jeep le coperte per la notte
e i cibi in scatola. Una coperta finì in faccia a Mac.
-"Si può sapere che hai?!"
-"Non ho nulla, NULLA! Guarda, non vedi come sono serena?! Siamo
ancora vive, abbiamo trovato un posto tranquillo, ho risolto la frase
e c'è da mangiare! Cosa posso volere di più?!".
Kate disse tutto di corsa, poi si incamminò verso un punto
imprecisato.
-"Beh, si, in effetti...", dopo qualche secondo, "Ehi
ehi, aspetta un attimo", Mac le afferrò un braccio prima
che se ne andasse, "Hai risolto la frase? Vuoi dire che il pc
ha finito la decifrazione?"
-"Come?"
-"Tu poco fa hai detto che hai risolto la frase"
-"Si, tra le altre cose"
-"E me lo dici così?!"
-"E' l'unica lingua che conosco, mi dispiace!"
-"Kate"
-"Scusa".
Dopo aver cenato Mac prese il pc e lesse l'indizio. Kate le espose
la sua idea.
-"Quando avevo circa quindici anni mio padre viaggiava spesso.
Era un periodo in cui l'azienda aveva parecchi committenti esteri
e all'inizio era lui ad intrattenere rapporti con loro. Beh, una volta
ritornò dalla Siria. Mi mostrò le foto di quel posto
magnifico e mi disse di essere stato in una terra magica. Raccontò
delle città che aveva visitato, specie di Damasco, la capitale.
Una meraviglia creata dall'uomo, come disse lui. Tra le tante moschee
e minareti che vide, mi narrò anche di essere stato lungo la
via più antica della città, che esisteva già
in epoca greca: la Via Recta"
-"Certo, la famosa Midhat Pasha. O Street Called Straight, inglesizzata,
ma preferisco di gran lunga i nomi precedenti. Pensi che voglia riferirsi
a quella?". Kate aveva notato come Mac era rimasta attenta ad
ascoltarla: c'erano momenti, in cui non si rendeva antipatica, che
riuscivano ad essere in sintonia.
-"Beh, non ne sono certa, ma potrebbe essere. E non mi è
venuto in mente di meglio"
-"Bene, domani andremo in Siria", si alzò afferrando
la coperta. Kate rimase piuttosto sorpresa.
-"Come scusa? Ti accontenti della mia versione?"
-"Perchè pensi che le tue idee non siano buone? A me la
soluzione che hai dato sembra credibile! E poi non costa nulla tentare,
ormai siamo in ballo".
Il fuoco divorava avidamente i rami che gli venivano offerti. Le fiamme
che danzavano sui loro volti creavano dei giochi di luce sulla parete
rocciosa a cui erano appoggiate. Kate era rimasta a fissare il falò
con aria assorta.
-"Che c'è?", chiese Mac.
-"Niente"
-"Questa risposta non è più credibile come la prima
volta che me l'hai rifilata"
-"Mac?"
-"Hmm?".
Kate si voltò e la guardò negli occhi. I suoi erano
velati e Mac se ne accorse, ma non disse nulla, aspettò che
parlasse.
-"Dimmi la verità. Pensi che mio padre sia vivo? Non metto
in dubbio che lo troveremo, ma...."
-"Kate, se tuo padre ha solo un briciolo della forza e dell'intelligenza
che hai tu, sta pur certa che è ancora vivo". Disse queste
parole con la consapevolezza del loro significato e non per far piacere
all'amica. Una lacrima rigò il suo volto.
-"Vieni qui". Kate andò a raggomitolarsi tra le braccia
di Mac, che avvolse entrambe nella sua coperta. Ora l'unica cosa che
sentiva era tanto calore, ma non sapeva se attribuirlo realmente al
fuoco. Dal canto suo Kate sapeva che in quel preciso istante non aveva
bisogno d'altro, tutt'intorno non c'era più nulla se non loro
due e quel falò.
-"Mac...non devi consolarmi per forza...il fatto che ti abbia
assunto non implica questo", disse la frase quasi esitando, per
paura di rovinare quel momento. Il suo volto era immerso nel maglione
dell'amica e nel parlare non ebbe la forza di alzare lo sguardo.
-"Infatti. Ma ora non sono in servizio". Kate sorrise e
si addormentò.
La mattina dopo si svegliò in macchina. Evidentemente Mac aveva
deciso di non perdere tempo e di partire alle prime luci dell'alba.
Nonostante la scomodità dei sedili, si destò col sorriso
sulle labbra. Nell'inseguire indizi e tracce si stava perdendo il
meglio di quei posti. Chiunque avrebbe pagato per girare tutti quei
paesi ed ora lei aveva avuto quella possibilità. Doveva rilassarsi
e godersi lo spettacolo. Almeno, adesso che non c'erano fughe o sparatorie
poteva permetterselo. Guardò il paesaggio che le passava davanti,
mentre il vento le scompigliava le ciocche bionde. Sembrava di vivere
nelle storie de "Le mille e una notte". Si voltò
dall'altro lato e vide Mac che guidava. La donna le sorrise. Ormai
aveva la certezza di trovarla sempre accanto a lei e, se doveva essere
sincera, quella certezza non le dispiaceva affatto.