torna all'home page


Incroci

di Route 66

(ottava parte)

Potete scrivermi a questo indirizzo: us.route66@hotmail.it (siate buoni, è il mio primo racconto!).

MIAMI - FLORIDA

La vita frenetica di Miami continuava, nonostante Kate si fosse del tutto dimenticata di quella città. E soprattutto fremevano i preparativi che Julia Walters stava così meticolosamente organizzando.
-"Allora, mia adorata, come procedono le cose?"
-"Oh, il mio ragazzo preferito!". Luke raggiunse la donna tra nastri e nastrini in una grande sala.
-"Bene, vedo che ormai ci siamo"
-"Più o meno. Ma bisogna star dietro a tutti, altrimenti non eseguono nulla secondo il tuo gusto"
-"Eh, si! Che vitaccia!"
-"E tu? Hai nuove?"
-"Notizie dal fronte intendi? Ho sentito Kate l'altro giorno. Dice che hanno una pista, ma non si poteva sbilanciare troppo per telefono".
Julia abbandonò i fronzoli e tirò Luke in disparte.
-"Che vuoi dire? Sanno dov'è?"
-"Calma, Julia. Manca solo una settimana. Credi che, per quanto brave, riescano a tornare qui in tempo?! Andiamo!"
-"Quella donna...tu hai detto che è un'esperta"
-"E lo è. Ma parliamoci chiaro: queste sono cose che anche una squadra ben organizzata faticherebbe a risolvere. Loro non hanno mezzi nè supporto. E poi chi ci dice che Gabriel sia ancora vivo?". Un sorrisetto comparve sul viso del giovane. La donna distese i nervi.
-"Forse hai ragione, ma sarei stata più tranquilla se fossi rimasto con loro per sabotare la missione"
-"Ah Julia Julia! Mi sorprende che per certe cose tu sia di così strette vedute! Siamo nel 2005: non bisogna per forza essere fisicamente in un posto per esserci comunque". Il giovane sorrise e la donna lo guardò compiaciuta.

DAMASCO - SIRIA

Damasco. La splendida capitale della Siria, considerata una tra le più antiche città del mondo. Culla della civiltà e della cultura. Edificata 3500 anni fa in un oasi lungo il fiume Barada, che si divide in 15 fiumicelli intorno ai quali si snodano altrettanti parchi chiamati "giardini della gioia", la città fu per secoli crocevia di importanti rotte carovaniere. Nonostante presenti tratti modernissimi, il suo cuore, occupato dalla splendida città vecchia, è fatto ancora di strette strade tortuose, di bazar e dei suoi mille minareti.
-"E' meravigliosa". Mac si era lasciata trasportare dalla bellezza della moschea davanti a sè.
-"Già", concordò Kate.
-"E' la moschea Omayyade, la più bella e visitata della città, eretta da S. Giovanni Battista tra il 705 e il 715". Le due amiche si voltarono. Dietro di loro un uomo di mezza età sorrideva.
-"Avete bisogno di una guida?"
-"Ehm...veramente...", tentennò Kate.
-"In effetti noi...siamo indecise su cosa visitare per prima", intervenne l'amica.
-"Beh, ora siete qui! Inoltre all'esterno c'è il Mausoleo di Saladino, in molti vanno ad ammirarlo"
-"Si, forse potremmo tornarci al tramonto: so che le cupole dorate offrono uno spettacolo unico in quelle ore", disse Mac.
-"Hmm...ottima intenditrice, senza contare che a quell'ora i visitatori scemano e c'è più calma". Le due si guardarono e sorrisero.
-"Senti, credo che tu possa aiutarci comunque", aggiunse la donna, "abbiamo letto sulla guida della famosa Midhat Pasha, puoi portarci lì?"
-"Ma certo! Questa città non ha segreti per me!".


Al, la guida, aveva americanizzato il suo nome per facilitare le cose ai visitatori stranieri. Come aveva detto lui, ormai i tempi erano cambiati. E aveva ragione: indossava una spiegazzata maglietta di marca su dei jeans non meno conosciuti. A ben guardarsi intorno, in effetti, era raro trovare ancora persone attaccate agli antichi costumi se non nella città vecchia.
L'uomo iniziò a perdersi in un fiume di nozioni, illustrando ogni dettaglio che suscitava un minimo interesse nelle ragazze.
-"Mac...devo dirti che non mi dispiace affatto imparare qualcosa sulla città, ma Al mi sembra un pò troppo preso"
-"Si, beh...abbi pazienza. Dobbiamo continuare a fingerci due turiste"
-"Ok, ma una volta arrivate sul posto proviamo a seminarlo"
-"Kate! Non me lo sarei mai aspettato da te! Tu che sei così ligia al dovere, ora mi proponi una fuga?! Ah, questi giovani d'oggi che rifiutano la cultura!"
-"Insomma, mi state ascoltando o no?!", Al si voltò sgridando le due. Mac e Kate si scambiarono uno sguardo d'intesa e non poterono fare a meno di sorridere.
-"Avanti, riprendiamo". E riattaccò con un elenco di nomi e date storiche.
Verso metà mattinata arrivarono nel punto interessato. C'era molta gente, turisti e non che affollavano la strada e come prima, a tratti, si camminava a fatica. Kate vide alcuni di turisti fare una foto di gruppo e si ricordò della sua macchina fotografica. Era stata così presa dalle tante novità che non aveva badato a fare qualche scatto. Si concesse alcuni passi di distanza da Mac e Al e tirò fuori l'apparecchio.
-"La Midhat Pasha, o Via Recta per i greci, è la via più antica della città. Essa viene citata anche negli Atti degli Apostoli e scorre su un tracciato lungo poco più di un chilometro", Al aveva iniziato a parlare, rivolgendosi a Mac. Kate li vide camminare davanti a sè e sorrise notando come l'amica fingeva di interssarsi al discorso. Approfittò della sua distrazione per scattarle qualche foto. Sarebbero stati dei bei ricordi, una volta....si bloccò...una volta ritornati a casa. Non aveva ancora pensato al fatto che prima o poi questa ricerca sarebbe finita e che ognuno sarebbe tornato alla propria vita. Per qualche secondo divenne cupa, poi la voce di Mac la richiamò. Ci avrebbe pensato in seguito. Ora era lì.
-"Qui possiamo ammirare i resti di un arco romano. Più avanti invece troviamo una zona residenziale, ricca di palazzi lussuosi, come il Bayt Nassan". Mac sbuffò per il caldo.
-"...e più avanti ancora entriamo nel quartiere cristiano....", Kate vide l'amica sfinita e bloccò Al prima che proferisse altro.
-"Ehm...Al, mi spiace tanto interromperti, ma...che ne dici di fare una pausa...prendiamoci qualcosa da bere eh?"
-"Si, ottima idea! Così ricarico le tonsille per dopo! Vi prendo un tè freddo?"
-"Ehm, si grazie mille!", Kate sorrise.
-"Ti ringrazio", disse l'amica.
-"Di nulla, stavo per ucciderlo!"
-"Credo che accetterò la tua proposta di fuga"
-"Ah, sei tornata in te?!"
-"Dobbiamo muoverci per conto nostro ora che siamo qui e Al ci sta portando via tempo"
-"Ok, allora che aspettiamo?!"
-"Kate, prima dobbiamo pagarlo. Poveretto ha parlato per tutto il tempo e ci ha portate fin qui. Gli dirò che abbiamo trovato un paio di amici"
-"Si hai ragione. Devo dire che da quando sto con te ho perso tutte le buone maniere, mentre tu ne stai guadagnando"
-"Non credo proprio. Semmai sta uscendo fuori la tua vera natura...". Kate le rifilò un pizzico sul braccio.
In quel momento arrivò Al con tre bicchieri colmi di tè. Mac non aspettò nel congedarlo, lo ringraziò e pagò una cifra che, a detta dell'uomo, era scontata fino all'osso solo per loro due. Dopo poco, sparì tra la folla, alla ricerca di altri clienti.
-"Di certo sa come accarezzarsi le persone", rise Kate.
-"Beh, solo quelle che non sanno che qui funziona così".
Le due camminarono ancora un pò, poi si fermarono in un posto meno affollato. Percorrendo la retta via il triangolo di luce illuminerà il sommo tra gli inviati. Se possibile, via via che andavano avanti, le frasi diventavano sempre più oscure.
-"Mio padre ha rincarato la dose. Accidenti, per una volta vorrei trovare indizi chiari e semplici"
-"Se è più difficile vuol dire che ci stiamo avvicinando alla meta. Non molliamo ora, ok?". Erano sedute su un muretto e un fiume di gente scorreva davanti a loro.
-"Allora, la retta via è risolta. Cerchiamo di capire cosa sono il triangolo di luce e il sommo inviato", Mac gettò lo sguardo davanti a lei, perdendosi in misteriose riflessioni. Kate puntò l'obiettivo verso una comitiva ferma fuori di una cappella: una donna anziana aveva un'espressione affascinata dalla struttura.
-"Mac guarda"
-"Non ora"
-"Dai, andiamo! Voglio visitare quella cappella, deve essere bellissima!". Prese la mano dell'amica, tirandola con sè. Arrivarono vicino al gruppo, una guida inglese stava illustrando le varie decorazioni esterne. Kate si avvicinò alla donna che aveva visto, sorridendole.
-"Salve! Vedo che parlate inglese. Di dove siete?", Mac rimase sconcertata dall'atteggiamento di Kate.
-"Ma che fai?! Ora attacchi bottone con le vecchiette?!", sussurrò.
-"Oh, che bello! Parlate anche voi la nostra lingua! Noi veniamo da Londra e fa così strano trovare qualcuno che ci capisca!", l'arzilla signora stava sorridendo. Era una vecchina molto solare e Kate fu contagiata subito dalla sua allegria.
-"Io sono Kate e la mia amica è Mac, veniamo dall'America"
-"Oh, che meraviglia! Piacere, io mi chiamo Nora. E tu bella giovane", si rivolse a Mac, "sorridi un pò! Non vedi che posti meravigliosi ci ha concesso Dio?!". Kate trattenne una risatina. Mac aveva incrociato le braccia e si era limitata a sorridere freddamente alla donna.
-"Siete con qualche comitiva?", domandò Nora.
-"Ehm, veramente no! Solo noi due!"
-"Oh, perchè non vi aggregate a noi! La guida non ci baderà!", sorrise ancora, strizzando i due puntini neri dietro le lenti spesse.
-"Veramente non so..."
-"Andiamo! Stiamo per entrare dentro questa magnifica cappella!". Le due acconsentirono, o meglio, Kate acconsentì, trascinandosi dietro una Mac tutt'altro che interessata.
Quando entrarono, la luce diminuì e gli occhi si dovettero abituare alla penombra. In compenso la bellezza del luogo abbagliò tutti e anche Mac alla fine dovette ammettere che ne valeva la pena. Kate vide la vecchina incrociare le mani e sorridere, rimanendo incantata.
-"Non è bellissima?!", le disse Nora.
-"Si, non c'è che dire". Nel frattempo la guida aveva iniziato a parlare. "...questo è l'interno della cappella dedicata a S. Pietro e indica il punto in cui l'apostolo scappò dagli ebrei nascosto in una cesta...."
-"Kate francamente ora che abbiamo visto l'interno....", inziò Mac, ma la giovane la interruppe.
-"Oh, ancora un pò! Non abbiamo visto nulla!"
-"Ragazza mia, perchè non ti rilassi e fai felice la tua amica?!", disse Nora. Mac alzò le braccia rassegnata.
-"....e alzando lo sguardo verso quei rosoni lassù....", la voce della guida condusse il gruppo verso una navata.
-"Oh, è così emozionante trovarsi in questi luoghi santi! Questa cappella trasuda spiritualità! E quel ritratto di S. Pietro, il prediletto tra gli inviati di Dio! Che meraviglia!", la vecchietta stava tirando la manica di Kate, presa dalla gioia.
-"Come ha detto scusi?", intervenne Mac. Nora si voltò verso di lei sorpresa.
-"Che quel ritratto di S. Pietro è meraviglioso"
-"No, non questo. Come lo ha chiamato?"
-"Il prediletto tra gli inviati di Dio! Una persona anche appena religiosa sa che era l'apostolo pr....".
Mac non le diede tempo di continuare, afferrò Kate e si allontanò dal gruppo.
-"Ma che ti prende?! Non è modo di comportarsi con le persone!"
-"Hai sentito?! Che sciocca! L'apostolo Pietro!"
-"Certo, siamo in una cappella dedicata a lui!"
-"Rifletti: apostolo! Ossia..."
-"..inviato!", concluse Kate, "Era logico! E per sommo intende appunto Pietro, il più importante tra i dodici!"
-"Siamo nel posto giusto"
-"Grazie a me, aggiungerei!"
-"Si certo, era sottinteso", la donna cominciò a guardarsi intorno.
-"Si, evita pure di ammettere le mie qualità! Ma un giorno te ne accorgerai e sarà troppo tardi"
-"Francamente quel giorno credo che non ci sarò...quando le nostre strade si divideranno alla fine di questa storia le tue qualità le apprezzerà qualcun' altro", Mac parlava muovendosi tra le colonne e osservando le immagini sante dipinte alle pareti.
Kate rimase qualche secondo in silenzio: perchè quella frase, seppur detta per scherzare, le faceva sentire un nodo in gola? Dopotutto Mac aveva solo detto la verità, prima o poi sarebbe finito tutto e ognuno per sè. Probabilmente la cosa che la lasciava spiazzata era la semplicità con cui l'aveva proferito. Magari lei non si stava facendo tutti quei problemi e aveva ragione. La cosa importante era ritrovare Gabriel, null'altro contava.
-"Kate, mi hai sentito?". La ragazza si ridestò di colpo.
-"Scusa, dicevi?"
-"Tu ti estranei troppo spesso, sai? Comunque sarà meglio rimanere qui, quando i turisti se ne andranno daremo un'occhiata più approfondita"
-"Ok, vado a salutare Nora. Vieni?"
-"Si, arrivo".
Mac vide l'amica attraversare la navata centrale e raggiungere il gruppo, camminando con lo sguardo basso. Certe volte avrebbe voluto davvero entrare nella sua testa per sapere quello che le frullava dentro. Spesso attraversava degli sbalzi d'umore che non era facile capire.
-"Nora, la ringrazio tanto, lei ci è stata di grande aiuto", Mac era comparsa dietro Kate, posandole una mano sulla spalla e stringendo l'altra a quella della vecchina.
La signora sorrise ad entrambe, anche se non era sicura di aver capito di quale aiuto parlassero, e disse loro di passarla a trovare semmai si fossero trovate a Londra.
Col calare del sole calarono anche i visitatori. Mancava poco alla chiusura della cappella, ma le due amiche aspettavano proprio questo.
-"Prego da questa parte, grazie", un ometto in divisa stava spingendo fuori le ultime persone. Mac e Kate, dopo che l'ultimo gruppo si era ritirato, avevano trovato un angolo in cui nascondersi. La guardia spense l'ultima luce e si sentì il rumore sordo del portone. Era il via libera.
-"Ok, fuori"
-"Ah, che bello! Anche stasera un' uscita per negozi! Così mi vizierai!"
-"Non sei stanca dei negozi? A Miami ne vedrai di tutti i tipi! Io invece ti faccio conoscere l'altro lato della medaglia. Che è più affascinante, non trovi?"
-"Si, questo è vero"
-"Allora, cerchiamo di capire che diavolo intende per triangolo di luce", le due si aggiravano per la cappella scrutando e tastando ogni cosa.
-"Forse è una metafora per accennare alla Trinità. Nella religione cristiana il triangolo ricorre spesso e indica proprio la caratteristica di Dio di essere uno e trino"
-"E' possibile. Qui ci sono alcuni riferimenti, guarda questi dipinti", Mac indicò una parete.
-"Ma?"
-"Non lo so....forse è qualcosa di più tangibile..."
-"E se provassimo dietro il dipinto di S. Pietro?". Mac la guardò con fare minaccioso, "Ok, come non detto! Ma nei film succede sempre così!"
-"Già, ma non vuol dire che questa debba diventare una regola a cui attenersi in ogni caso". La donna si andò a sedere per terra, appoggiandosi ad una colonna.
-"E ora che fai?! Ti arrendi così?!"
-"No, ho solo bisogno di sedermi un attimo e mettere insieme le idee". Kate la imitò, mettendosi sugli scalini dell'altare. Guardò l'amica.
-"Mac"
-"Hmm?"
-"Tu...dove abiti? Cioè, avrai pure una casa da qualche parte, non dirmi che vivi sulla tua barca?"
-"Che razza di domanda è questa?!"
-"E'...solo così...tanto per parlare. Se vuoi lasciamo perdere"
-"Ma no, figurati. Tampa"
-"Tampa?! E io che ti immaginavo chissà in che isola sperduta!", Kate le sorrise, "Siamo piuttosto vicine"
-"Accidenti, si. Credo che dovrò trasferirmi allora"
-"Scema! Invece...ogni tanto, magari, potremmo vederci..."
-"Hai la mia foto, guarda quella, no?"
-"Certo che sei antipatica! Qual è il tuo problema?!"
-"Che vorrei riuscire a risolvere l'enigma e tu non me lo permetti"
-"Oh, come non detto! Parlare normalmente tra persone civili sembra essere un'utopia!"
-"Zitta!"
-"Ehi, ora stai esagerando!"
-"Zitta e guarda!". Mac indicò il dipinto di S. Pietro. Pian piano la luce della luna lo stava illuminando attraverso un rosone posto di fronte.
-"La luna. Hai visto? Ci indicherà il punto dove bucare"
-"No sciocca, lo sta illuminando tutto"
-"Beh, allora lo staccheremo tutto".
Mac si allontanò dal dipinto e si diresse verso il rosone.
-"Sai...ouch...non sono...uff...sicura che bisogna trovare qualcosa....dietro il dipinto"
-"Ma che fai?!"
-"Forse....vieni qui, sali sulle mie spalle"
-"Sempre spiritosa!"
-"Niente affatto, muoviti". In breve Kate si trovò in bilico su Mac.
-"E ora? Guardo il panorama?!"
-"No, perchè tra l'altro non sei una piuma. Osserva il rosone. Deve esserci qualcosa che non si inglobi nell'insieme"
-"Io non sarei una piuma?! Hai un bel coraggio! Ti faccio notare che sono anche troppo magra per la mia corporatura! Non mangio da tanto, grazie a te!"
-"Kate, per favore!"
-"Ok, calma! Non ti agitare!". La ragazza cominciò a scrutare e insieme a tastare il grande cerchio colorato.
-"Allora?"
-"Allora mi sembra che i vetrai abbiano fatto un ottimo lavoro"
-"Guarda meglio"
-"Si, si...", sbuffò, "ahi!"
-"Che c'è?"
-"Ho toccato qualcosa di appuntito"
-"Forse è un vetro rotto, sta attenta"
-"No...io...credo che sia questo"
-"Cosa?"
-"Quel qualcosa che non si ingloba col resto. Sembra una piccola piramide di vetro. Sporge dal rosone ecco perchè mi sono graffiata"
-"Ok, prendila"
-"Vediamo....proviamo così". Kate afferrò la piramide tra le dita e la mosse appena, "Si, si muove". Tirò un pò e il piccolo oggetto le finì tra le mani. "Ce l'ho!"
-"Bene...perchè io non ti reggo più!".
Dopo che Mac ebbe ripreso possesso delle sue spalle doloranti, guardò la piramide nel suo palmo.
-"E'...incredibile. Guarda come luccica"
-"Come può...è solo vetro, no?", chiese Kate.
-"Non lo so, ma ora voglio solo uscire di qui".
In breve furono di nuovo all'aperto. Si guardarono attorno e presero a camminare furtivamente lungo la via. La jeep le attendeva in uno spiazzo poco lontano. Kate riamse stupita del silenzio che si udiva: quella mattina la Midhat Pasha era un brulicare di gente, ora tutto taceva. Svoltarono in un vicolo. Solo poche luci erano ancora accese in qualche casa. Mac vide un uomo barcollare davanti a loro.
-"E' ubriaco?", chiese Kate.
-"Credo di si"
-"Fate la carità...". La figura si avvicinò. Era avvolta in un mantello e stava tendendo la mano. "Abbiate pietà di un pover'uomo"
-"Mac...", Kate aspettava un segno dall'amica per capire come comportarsi, ma la donna era perplessa.
-"Date qualche soldo...per favore". La mano tremolante si avvicinò di più e alla luce della luna la ragazza vide un luccichio al polso dell'uomo.
In un istante, prima che questi potesse reagire, Mac gli afferrò il braccio e lo stese.
-"Ma che fai?!", domandò Kate sbalordita.
-"Muoviti!", la donna tirò Kate, trascinandola in un vicolo. Nel frattempo l'uomo si era rialzato e correva nella loro direzione seguito da un paio di tipi loschi.
-"Vuoi spiegarmi?!"
-"Se era davvero un povero, come mai indossava un orologio d'oro?!". Continuavano a correre per le piccole stradine tortuose.
-"La macchina...dov'è?", domandò Kate.
-"Non preoccuparti, ci arriveremo di qua", svoltarono ancora. Per Kate quel dedalo di viuzze non aveva alcun senso.
-"Li abbiamo ancora dietro?"
-"Non pensarci e corri!". Stavano per sbucare sulla via principale, quando due uomini comparvero davanti a loro. Si fermarono. Con un sorriso beffardo, il più alto dei due disse:
-"Vi prego, fate la carità"
-"Mi spiace amico, arrivi tardi. Ho già dato tutto al tuo socio". Mac si gettò su di lui colpendolo prima in faccia e poi allo stomaco. L'amico si unì alla baruffa. Volarono calci e pugni. I due però riuscirono a bloccare la donna al muro.
-"Avanti, non farmi perdere tempo. Dammi l'oggetto". Il tipo più tozzo la teneva ferma contro l'edificio di mattoni, mentre quello che doveva essere il capo aveva cacciato un coltello e stava parlando.
-"Prova a chiedermelo gentilmente", lo sfidò Mac. L'uomo avvicinò il viso al volto della donna.
-"So come essere gentile con una come te"
-"Mac!", urlò Kate spaventata.
-"Oh certo! Peccato che madre natura abbia dimenticato di darti qualcosa", con uno scatto sferrò un calcio all'inguine dell'uomo che la bloccava, poi schivò il coltello che stava per colpirla in faccia, roteò su se stessa e assestò un colpo definitivo anche al tizio più alto.
-"Kate", chiamò l'amica, incitandola a raggiungerla. Corsero ancora qualche minuto, poi giunsero nello spiazzo. Pochi metri e la macchina sarebbe stata la salvezza, ma videro qualcuno muoversi dietro di essa. Un uomo teneva un candelotto in mano.
-"Porc'...", Mac si fermò e così pure Kate dietro di lei. Prima di accendere la miccia l'uomo sorrise.
-"Allontaniamoci!". In quell'istante si sentì un boato. Si gettarono a terra e videro la jeep esplodere.
-"Mac...e ora?!"
-"Corri, Kate! Corri e non fermarti per nessun motivo!".
Le due si alzarono più in fretta che poterono e ripresero la folle corsa. Ora l'unica speranza era trovare un appiglio lungo la via. Non avevano mezzi per scappare nè forza per affrontare uno scontro diretto. Mac si rendeva conto che era una situazione disperata, ma non poteva cedere, per nessuna delle due. Gli zaini in spalla, anche se non eccessivi, le rallentavano. Ormai la notte stava cedendo il passo all'alba e forse questo poteva essere un punto a loro favore. Forse potevano tentare di disperdersi tra la folla giornaliera, anche se chiunque le stesse seguendo doveva essere piuttosto organizzato. Per qualche secondo le due non videro nessuno dietro di loro e si fermarono il tempo di riprendere fiato.
-"Mac...io non ce la faccio...mi dispiace...và senza di me"
-"Stai scherzando? Noi ce ne andremo insieme. Ok, vediamo", accese il GPS, "Manca poco al confine col Libano, ce la possiamo fare. Sta anche facendo giorno. Forza Kate", la guardò negli occhi.
-"Ok".
Ripartirono. Ora le stradine della città vecchia, con i profumi del risveglio, facevano loro da scappatoia. Due uomini erano ancora alle calcagna. Passarono sotto gli archi induriti dal sole, alcuni panni erano stesi e svolazzavano sopra le loro teste. Mac gettò a terra una pila di ceste ricolme di frutta. Un vecchio agitò le mani e urlò qualcosa dietro, ma almeno servì a rallentare gli inseguitori.
Le stradine terminavano spesso con una manciata di scalini e sembrava di girare per un quadro di Escher. Man mano le botteghe stavano prendendo vita, le case aprivano le piccole persiane colorate e gli uomini iniziavano la loro attività mattutina. Ancora frastornati dal sonno, gli abitanti che le due urtavano, faticavano a rendersi conto di quello che accadeva. Mac si appostò dietro un angolo. Appena vide gli uomini sbucare di lì, svuotò sul selciato un'otre di olio e tagliò la corda su cui erano stese delle lenzuola. I due caddero a terra, ricoperti da una manciata di panni e ci misero qualche secondo per rendersi conto che avevano perso di vista le due. Anche se questo piccolo inconveniente aveva dato loro un pò di vantaggio, Mac e Kate stavano correndo ancora a passo sostenuto. Uscendo dalla città vecchia, potevano sperare di trovare qulche mezzo.
Adesso a seguirle erano in tre e ancora diversi dai precedenti. Sembrava quasi che ad ogni angolo ci fossero uomini di ricambio. Di certo c'era parecchio spiegamento di forze.
Finalmente arrivarono in vista del centro. Un traffico, seppur minimo, stava già riempiendo le corsie. Mac chiamò al volo un taxi. Gli inseguitori le videro imbucarsi tra la folla di pendolari e in breve si trovarono anche loro in coda.
-"Dove vi porto?"
-"Ovunque!", disse Mac agitata. Il tassista le guardò stupito dallo specchietto.
-"Ehm, ok...vi va bene qualche moschea?"
-"Muoviti!". Il taxi accelerò all'improvviso, anche se correre per la strada trafficata sarebbe stata un'impresa. I tre, blindati in un'altra macchina poco più dietro, erano alle loro calcagna.
-"Cielo! Quelli non mollano!", disse Kate scrutando tra la fila di macchine.
-"Maledizione! Questo aggeggio non può correre di più?!", Mac era nervosa.
-"Mi dispiace, ma c'è traffico", rispose calmo il tassista.
-"Mac, calmati! Agitarti non servirà!"
-"Non sono agitata! Ho solo fretta!"
-"Vedrai che li semineremo". Mac non rispose. Il suo sguardo incrociò un cartellone pubblicitario lungo la via.
-"Che c'è?", chiese Kate.
-"Portaci al belvedere, presto!", la macchina emise una stridula sgommata, svoltando sulla destra.


MIAMI - FLORIDA

-"Stupido imbecille!". Julia riattaccò la cornetta del telefono con ira.
-"Ehi, ehi! Che succede?"
-"Mi sembra di avere a che fare solo con incapaci!"
-"E' questo il prezzo da pagare quando si è dei leader. Nessuno è alla tua altezza". La donna sorrise e si accese una sigaretta.
-"Stanno combinando un guaio dietro l'altro per l'allestimento della sala. E non parliamo dell'organizzazione della conferenza"
-"Bevi un caffè, ti riprenderai". Appoggiata alla spalliera del letto, Julia guardò il giovane infilarsi la camicia.
-"A volte sono stupita dal tuo distacco"
-"Il segreto del successo è tutto lì. Ma tu dovresti saperlo meglio di me"
-"Già. Credo di stare invecchiando"
-"Queste frasi sono tipiche di chi vuole farsi fare dei coplimenti", il giovane si avvicinò al letto, regalando un bacio alla donna. "Stanotte sei andata bene. Non essere severa con te stessa". Julia rise.
-"Tu sei un vero adulatore. E sai mentire anche molto bene. Mi chiedo come riesci ad eludere l'intelligenza di Kate"
-"Eredità di famiglia", sorrise legandosi la cravatta, "un'arte questa che hai avuto modo di conoscere dal mio vecchio"
-"Oh, Luke, non far rivoltare nella tomba il tuo povero paparino. Lui aveva più classe di te"
-"Si, forse. Peccato che all'epoca non badassi tanto ai dettagli: bastava andare a letto con chiunque non fosse Gabriel, no?". La donna lo fissò con occhi glaciali.
-"Sei così cinico. Se fossi in te starei attento a dire certe cose. Chissà Kate come reagirebbe se sapesse che ti infili nel mio letto".
Luke si avvicinò alla donna sussurrando. "Non vorrai mica minacciarmi?", sorrise ed uscì.


DAMASCO - SIRIA

Il taxi si fermò su una collinetta piuttosto affollata. Da lì era possibile ammirare tutta la città e molti turisti vi facevano tappa per scattare splendide panoramiche.
-"Mac non penso siamo qui per guardare il paesaggio, quindi spiegami". La donna pagò il tassista e cominciò ad affrettare il passo. Sicuramente gli uomini che le seguivano sarebbero arrivati di lì a poco.
-"Hai mai fatto parapendio? E' uno sport meraviglioso", indicò un cartello di fronte a loro.
-"No e non voglio cominciare ora!"
-"Avanti! Useremo un deltaplano, è divertente"
-"Non vuoi richiamare il taxi?! Io davvero non faccio complimenti!"
-"Suvvia Kate! Sono cose che bisogna provare nella vita! Sarà un'esperienza indimenticabile". Giunsero in uno spiazzo. Una scritta indicava la possibilità di affittare paracaduti, deltaplani o alianti. Kate afferrò il braccio di Mac, bloccandola.
-"Sul serio, Mac. E' la prima volta e ho un pò di paura"
-"Sta tranquilla. Ci sono io". La donna vide un movimento tra la folla dietro di loro. "Sbrighiamoci".
In breve entrambe furono imbracate nello stesso sacco e presero il volo, appena in tempo per vedere i tre inseguitori che si dimenavano sulla punta del pendio.
Ora erano come due uccelli, liberi di volare e librarsi sulle correnti ascensionali.
-"Kate, apri gli occhi", le gridò Mac. La ragazza, rigida e tremante, lo fece.
-"O mio Dio! E' incredibile!"
-"Che ti dicevo?!"
-"Mac...è stupendo, meraviglioso...ti senti un dio!".
La donna sorrise e vide Kate emozionata come una bambina additare ogni piccola cosa che sorvolavano.
-"Speriamo di arrivare al mare. Se ci inseguono con l'aliante siamo nei guai". Kate non ascoltò quelle parole, troppo presa com'era a sentirsi finalmente libera. Per la prima volta nella sua vita stava provando un'emozione unica. E non aveva paura. Nonostante sapeva che l'imbracatura fosse ben salda, sentiva che quel sentimento di sicurezza che provava era dovuto a Mac. Stava volando e tra le sue braccia.
La tranquillità durò poco. Alle loro spalle un piccolo aereo da turismo si stava avvicinando.
-"Hmm...evidentemente i deltaplani erano tutti finiti", ironizzò la donna.
-"Oh, no! E io che speravo si arrendessero!"
-"Già! Kate tieniti forte. Ho paura che faremo un viaggetto movimentato"
-"Tanto per cambiare!".
Mac cominciò a muovere la barra di controllo del trapezio, sperando che le correnti non le abbandonassero proprio ora.
L'aereo fu sopra di loro. Per qualche minuto gli uomini si ritrovarono a muoversi a zig-zag per seguire i movimenti sconnessi del piccolo deltaplano.
-"Capo se non stanno ferme, non le prendiamo"
-"Aspetta, proviamo prima con Jack". Il pilota tentò ancora varie volte di mettersi in linea d'aria con loro, ma invano. All'orizzonte intanto il luccichio del mare fece capolino.
-"Ci siamo. Spero solo che possa essere la nostra salvezza", disse Mac.
-"A meno che non arrivi una corazzata americana non vedo come possa esserlo!", sibilò Kate.
-"Bene, vedo che riesci ancora a fare dello spirito! Ci sarà utile prima di morire!". Una corrente portò per caso il deltaplano sopra il piccolo aereo. Le donne videro una figura sporsi dal portello e puntare su di loro una pistola. Un paio di colpi andarono a vuoto. Mac volteggiò ancora qualche minuto in quella posizione, poi si ritrovò di nuovo in basso. Ora avevano raggiunto la costa e il vento era loro favorevole, ma non bastava.
-"Ok, vedi di concludere questa farsa!", disse indignato l'uomo. Il mezzo compì una piroetta e questa volta riuscì a mettersi in posizione. Di nuovo una figura puntò la pistola sul deltaplano, ma questa volta il colpo andò a buon fine. Un foro nella vela dell'ala destra fece sbandare le due amiche, che ora potevano fare ben poco, se non pregare di non schiantarsi.
-"Porc'!". Mac tentò di direzionare il trapezio come meglio poteva ma la corrente era forte. Sarebbero finite contro il picco della scogliera.
-"Mac lanciamoci in acqua!"
-"No, a questa altezza non avremmo scampo! Togliamoci il sacco, quando sarà il momento sgancerò l'imbracatura!"
-"Ma ci schianteremo al suolo!"
-"No! Fa come ti dico!". Il deltaplano perse velocemente quota, andando a volteggiare sulla boscaglia della scogliera.
-"Tieniti forte a me! Ora!". Mac si sganciò dal punto di sospensione della chiglia e si ritrovarono a fendere l'aria come due falchi in picchiata. La macchia attutì la caduta.
-"Tutto ok?", Mac raggiunse Kate poco distante da lei.
-"Qualche acciacco....ma si, direi di si". Aiutò l'amica a rialzarsi. "Ahi! Il mio povero sederino!".
Le due alzarono gli occhi al cielo: il piccolo aereo stava ancora sorvolando gli alberi.
-"Accidenti! Scenderanno. Ci hanno visto atterrare"
-"Ma chi sono? Perchè insistono così?!"
-"Non ne ho idea"
-"Beh, ora non abbiamo molta scelta. Possiamo fare ben poco", Kate guardò l'amica pensierosa, "Non è che la tua barca si trova da queste parti, no eh?". Vide Mac scuotere il capo. "Che hai ancora con te?", domandò di nuovo.
-"Non molto"
-"Non possiamo contattare nessun tuo amico?"
-"Purtroppo il mio palmare era nella jeep". Vide Kate farsi cupa, "Ehi, ce la faremo"
-"Ah, non lo so....forse non questa volta....forse dobbiamo solo ammettere che non possiamo riuscirci", la ragazza si passò una mano nei capelli.
-"No. Non ci siamo mai arrese e non lo faremo ora", Mac aveva assunto un'aria così risoluta che Kate ritrovò coraggio.
-"Ok. Allora che facciamo?". Dietro di loro si sentirono delle voci.
-"Intanto...iniziamo a correre".
Un manipolo di uomini fu alle loro spalle. Kate e Mac si ritrovarono a fuggire per l'ennesima volta. Alcuni fecero fuoco, ma si limitarono a colpire la corteccia degli alberi. La fuga fu breve: la piccola boscaglia fece ben presto posto ad una radura che culminava nel picco roccioso. Le due si fermarono sulla punta e guardarono giù: una scogliera a picco sul mare, alta abbastanza per non lasciare scampo. Le onde facevano a botte con gli scogli, manifestando la loro grandezza.
-"E' finita", disse rassegnata Kate. Gli uomini erano quasi usciti dagli alberi.
-"Kate", Mac continuava a fissare giù e l'amica la guardò, "ti ho promesso che avrei ritrovato tuo padre"
-"Mac...non importa...hai fatto quello che potevi"
-"No, lasciami finire", gli uomini videro le due ferme e si lanciarono nella loro direzione, "te l'ho promesso ed io mantengo fede alle promesse. Non ci prenderanno. Non ora. Ma devi concedermi la tua fiducia per un'ultima volta". La donna la guardò fissa negli occhi.
-"Mac, io mi sono fidata di te dal primo istante. E fino all'ultimo sarà così".
Erano fianco a fianco e Mac alzò la mano sinistra all'amica. Kate la strinse, intrecciando le dita alle sue. La donna sorrise.
-"Pronta?". Kate assentì col capo.
Un istante e si lanciarono nel vuoto.


-"Non si vede nulla, capo"
-"Questa è pura pazzia", disse l'uomo.
-"Non c'è possibilità di salvarsi. Gli scogli non lasciano vivere chi li sfida da quassù". Gli inseguitori fissarono ancora il mare per qualche minuto.
-"Sono andate incontro alla morte come due sciocche!", il capo rimase ancora perplesso, "Eppure non è da lei", commentò fra sè e sè. Si allontanò dagli altri.
-"Continuate a tenere d'occhio il punto. Intanto organizzo una squadra di sommozzatori. Se sono morte, meglio così. Ma abbiamo comunque qualcosa da recuperare", disse freddo.

Quando Kate aprì gli occhi vide il volto pallido di un uomo.
-"Ben svegliata signorina Walters", la voce altrettanto smorta parlò.
-"Hmm...mi fa male la testa"
-"Stia giù. E' già un miracolo che sia ancora viva", la figura vestita di bianco si avvicinò, controllando alcuni apparecchi vicino il letto.
-"Dove sono?...Mac... dov'è la mia amica?"
-"Non deve agitarsi, ha subito un forte trauma", con gentilezza adagiò la ragazza di nuovo sul cuscino.
-"Come sa il mio nome...lei chi è?"
-"Sono il medico di bordo. La nostra imbarcazione vi ha recuperate alla deriva". Kate si portò una mano alla testa: era fasciata. Le faceva male tutto e si sentiva stanca.
-"Mi dica per favore dov'è Mac!"
-"E' viva, stia tranquilla. Sta riposando nella cabina qui a fianco". Kate si rilassò di nuovo. Poi avvertì un certo movimento allo stomaco.
-"Ho fame...credo"
-"Bene! Ottimo segno! Le farò portare qualcosa"
-"Grazie". L'uomo sorrise e uscì.
La ragazza ebbe modo di guardarsi attorno: una cabina spoglia, con il letto dove riposava e un mobiletto su un lato. Gli apparecchi medici e un altro mobile con i medicinali rivelavano il compito a cui era stata adibita.
Sentì delle voci nel corridoio, poi bussarono. La porta si aprì, ma la tendina fissata intorno al letto le impediva la visuale.
-"Spero sia di tuo gradimento". Quella voce. C'era qualcosa di così familiare. Kate si sentì scuotere dentro. Il cuore le cominciò a battere forte. Si issò nel letto meglio che potè. Finalmente la tendina si scostò. Non poteva credere ai suoi occhi. Non poteva essere reale, forse la caduta le stava giocando un brutto scherzo.
-"Piccola mia...". Gabriel Walters con un vassoio in mano e le lacrime agli occhi era davanti a lei, sano e salvo. Lasciò il vassoio sul letto e abbracciò la figlia.
-"Papà....non sto sognando vero?!", Kate stringeva l'uomo, mentre le lacrime le rigavano il viso.
-"No, tesoro". Riamsero abbracciati per un pò, entrambi ancora increduli di tutto. La porta si schiuse ancora.
-"Scusate se disturbo questa riunione di famiglia, ma anche io avrei un certo languorino". Kate vide Mac con una gamba fasciata che le sorrideva. La ragazza ricambiò. Quel momento non lo avrebbe regalato per niente al mondo.

-"Ma non puoi sparire proprio ora che ci siamo ritrovati! Non così!". Kate si era rimessa in piedi e stava tentando di capire qualcosa di tutta la faccenda. Erano nella sala sotto coperta. Mac li osservava seduta sul divano.
-"Mi dispiace Kate. Devo risolvere da solo questa faccenda. Non posso rischiare di metterti in pericolo ancora", afferò uno zaino sul tavolo.
-"Mi sembra un pò tardi per preoccuparsi di questo, no?", esordì Mac. Gabriel si fermò.
-"Si, è vero. Proprio per questo l'ultimo passo lo farò da solo. Avete gli oggetti?"
-"Papà, tu mi devi delle spiegazioni! Non puoi pretendere che mi accontenti di una frase del genere!". L'uomo le si avvicinò sfiorandole la guancia.
-"Hai ragione. Quando tornerò saprete tutto, ma ora ogni minuto è prezioso. Fidati di me", prese la sacca di Mac e si avviò sul ponte. Mac raggiunse Kate.
-"Tutto bene?"
-"Mi sembra un sogno. Non ha nessun senso". L'amica le posò una mano sulla spalla e uscì.
-"Signor Walters", chiamò la donna. L'uomo continuò a camminare, ma Mac lo seguì. "Aspetti. Si rende conto che sua figlia l'ha appena ritrovato dopo aver passato un mese d'inferno?"
-"Si e non voglio che finisca ancora nei guai per me"
-"E' molto bello da parte sua, ma è arrivato un pò tardi. Le sta chiedendo solo una spiegazione. Credo che gliela deve"
-"E tu? Tu non la vuoi?"
-"Ho messo la mia vita in pericolo per ritrovarla, ma è il mio lavoro. Non mi interessa il dopo"
-"Siamo al largo delle coste della Turchia. Un elicottero mi porterà ad Ankara. Lì finirà tutto e poi potremo parlare"
-"Crede che sia facile per lei vederla andare via di nuovo e sapere che forse non tornerà più? Non pensa che vorrebbe sentirsi dire qualcos'altro che un semplice mi dispiace?". L'uomo salì a bordo di un gommone.
-"So che in tutto questo tempo tu sei stata molto più di una compagna di viaggio per mia figlia. Ti ringrazio per averla protetta. Fa che sia al sicuro anche ora". Mac si sporse dalla balaustra e vide il gommone sfrecciare via.


La donna ritornò sotto coperta. Kate la vide rientrare con una faccia indecifrabile.
-"E' andato via vero?"
-"Si"
-"Mac..."
-"Non dire nulla, prendi la tua roba. Lo seguiamo". Kate sorrise: stava per dire la stessa cosa, ma ancora una volta non c'era stato bisogno di farlo.





torna all'home page