L’oscurità
della luce
Lisa & Valeria
Desclaimer: Scriviamo questo racconto “a due mani”. Oltre
a scrivere, abbiamo interpretato i personaggi: (Come consuetudine,
ripetiamo che le figure di Xena e Gabrielle, come quelle di qualunque
altro personaggio del tf che vi sembrerà d’individuare
nel nostro racconto, appartengono alla MCA/Universal Pictures e che
non vogliamo infrangere alcun Copyright). Valeria interpreta Michelle,
mentre Lisa, Alex.
Tirando le somme, il nostro è un miscuglio tra una normale
ff ed un gioco di ruolo.
La storia è ambientata nel 2100, a New York e verrà
pubblicata ad episodi, speriamo di non dovervi far attendere troppo,
faremo del nostro meglio.
Vi ricordiamo, inoltre, che nel testo sono presenti scene d’intimità
fisica e spirituale tra donne, oltre che a scene di violenza. Quindi
se la cosa vi crea fastidio, non leggete.
Per qualsiasi tipo di commento, i nostri indirizzi e- mail, sono:
lisatheamazon@libero.it
& daddy78@intefree.it
(rispettivamente di Lisa e Valeria).
Buona lettura!
Capitolo Primo: La solitudine.
Il
ticchettio delle dita che tamburellano sulla scrivania laccata di
bianco, risuona nella stanza immersa nella semioscurità.
Un uomo dalla divisa pulita e ben stirata è seduto dietro la
scrivania sulla sua poltrona in pelle girevole. Poco distante il New
York Time giace abbandonato accanto al posacenere, un articolo in
prima pagina annuncia con lettere cubitali: “L’amazzone
misteriosa colpisce ancora!”.
L’uomo compie un giro di trenta gradi con la sedia e guarda
fuori, dall’ampia finestra. E’ al settantesimo piano e
da lassù gode uno splendido panorama di New York. L’uomo
afferra una bottiglia di whisky estraendola da un piccolo frigorifero
e versa il liquido in un bicchiere di cristallo finissimo. Per alcuni
istanti osserva il fluido denso poi, i suoi occhi tornano a scrutare
il panorama.
New York è immersa in una sottile nebbia che si va diradando
pian piano, man mano che il sole del mattino sale all’orizzonte.
S’intravede lo scheletro di quello che un tempo fu il simbolo
per eccellenza della “grande mela”: la statua della libertà,
abbattuta dopo lo scoppio della terza guerra mondiale. La città
non è più quel caleidoscopio contenitore di luci, colori,
divertimento e speranze che era un tempo, la regina del capitalismo
ha chinato il suo capo e questa volta per sempre.
L’uomo beve il suo drink tutto d’un fiato, poi preme il
pulsante del citofono che è posto sulla scrivania: “Che
fine hanno fatto quei due, è da mezz’ora che li aspetto!”
dice irritato.
Una voce di donna risponde dall’altro capo: “Stanno arrivando
signor Jolie”.
“Bene!” taglia corto il capo della polizia.
“Sarà bene che abbiate delle scuse plausibili”
dice tra sé. *Maledetta Amazzone, intralci sempre i miei piani.
Ma chi sei in realtà?*, poi preso da un momento di rabbia getta
il giornale a terra.
Qualche istante dopo i due poliziotti fanno il loro ingresso nel suo
studio.
Solo allora l’uomo afferra un telecomando super sofisticato
e aziona il dispositivo per sollevare l’avvolgibile della grande
finestra e una tiepida luce comincia ad illuminare la stanza.
I due poliziotti stanno sull’attenti, impettiti e con lo sguardo
fisso.
“Scusi il ritardo, signore - dice il più anziano dei
due. - Siamo stati trattenuti per via di una rapina, signore”.
Il capo della polizia estrae un sigaro da una scatola di legno, lo
accende e alzatosi dalla sua sedia si avvicina ai due uomini.
Osserva il primo poliziotto, quello che ha parlato, gli occhi verdi
di Gerard Jolie sembrano ipnotizzare l’agente che prova un senso
di disagio.
Il capo della polizia si porta il sigaro alla bocca, aspira il fumo
e poi lo getta in faccia al poliziotto, dopo sorridendo, passa ad
osservare il secondo.
“Ebbene - dice voltando le spalle ai due. - Cosa avete da dire
a vostra discolpa, agenti Maxwell e Philip?”.
I due restano in silenzio, il più giovane, Philip, si passa
la lingua sulle labbra aride.
Il capo della polizia si volta nuovamente verso i due agenti: “Che
cazzo avete da dire in proposito?” urla. Poi raccoglie il giornale
da terra e lo sventola davanti alle facce dei due.
“Due agenti del vostro calibro!”. Gocce di sudore imperlano
la fronte dei due poliziotti.
“Due agenti con alle spalle anni di carriera! Meritereste di
andare a pulire i cessi!” poi s’interrompe cercando di
riacquistare un po’ di calma.
“Perché vi siete fatti scappare quella puttana? Volete
gentilmente rispondermi?” quindi abbozza un sorriso.
“Quella donna è molto astuta, ci ha preso di sorpresa,
signore” dice Maxwell.
“Di sorpresa?” ripete Gerard Jolie e scoppia in una sonora
risata.
I due agenti abbozzano anch’essi un sorriso guardandosi divertiti.
“Non ridete! - urla infine il Capo battendo violentemente il
pugno sulla scrivania. - Siete dei luridi incapaci. I cittadini ci
deridono dopo questa ennesima storia! Quella fottuta amazzone, come
si fa chiamare e la sua merdosa organizzazione che si nasconde chi
cazzo sa dove, sta oscurando il buon nome della polizia! E questo
solo perché ogni tanto noi ci andiamo giù pesante”.
Gerard Jolie si porta il sigaro alla bocca: “Dopo tutto i poliziotti
devono farsi rispettare… non è così?” quindi
lancia un’occhiata ai due agenti che annuiscono senza parlare.
“Bene, spero che questo spiacevole fatto non si ripeta un’altra
volta”.
“Non si preoccupi signore - risponde l’agente Maxwell.
- Le assicuro che non accadrà più”.
“Oh, che bello! - dice sorridendo il Capo. - Adesso sono molto
più sollevato”, ma poi il suo volto muta espressione
facendosi cupo.
“Idiota! Sai cosa me ne faccio della tua parola? Te la spedisco
su per le chiappe e te la faccio uscire dalle orecchie!” alcune
gocce di saliva invadono la faccia di Maxwell.
“Adesso andatevene, toglietemi dalla vista le vostre facce schifose,
prima che mi facciano vomitare sul tappeto persiano”.
I due agenti salutano Jolie con un gesto della mano ed escono dalla
stanza.
Una volta restato solo il Capo spegne il sigaro e rivolto alla stanza
vuota dice: “Devo trovare un modo per incastrarti Amazzone,
nessuno può fregare Gerard Jolie”.
“Che stronzo!” sbotta Philip una volta che la porta dello
studio del Capo si è chiusa alle loro spalle.
Maxwell lancia un’occhiata all’agente, ma prima di rendersene
conto lo vede rovinare a terra battendo violentemente la schiena contro
il tavolo posto al centro della sala d’aspetto. Gerard Jolie,
sulla soglia della porta, si massaggia il pugno lievemente indolenzito.
“Hai scelto il momento sbagliato per aprire la bocca agente
Philip, spero che così ti ricorderai chi comanda qui dentro”
poi richiude la porta mentre Maxwell estrae un fazzoletto e tampona
il naso sanguinante del ragazzo.
Un
uomo corre nella buia, quasi spettrale sera d’inizio marzo.
Ora si trova davanti ad un enorme edificio. Una sola insegna fluorescente
fornisce una fioca fonte d’illuminazione. Quest’insegna
indica il nome dell’edificio: “Banca di Greenwich”.
L’uomo si stringe sul petto il gilet mimetico e cerca, con qualche
difficoltà, di collegare dei cavetti elettronici, posti lungo
il suo corpo.
Una macchina, sfrecciando con immensa rapidità si sta avvicinando
al luogo dove l’uomo si destreggia con il proprio strano “accessorio”.
Improvvisamente, una grossa moto nera sorpassa la macchina ed arriva
nell’ormai plurinominata strada. Data la gran velocità,
il guidatore della moto è costretto a compiere una notevole
sgommata, una manovra da veri professionisti, fermandosi, orizzontalmente,
a poco più di cinque centimetri dallo strano uomo.
Il motociclista estrae una pistola dal fodero, stretto alla gamba
destra e spara, senza esitare, all’uomo che, come paralizzato,
crolla a terra, con gli occhi sbarrati nel vuoto.
Con un istante di ritardo, arriva anche l’autovettura, alimentata
da energia nucleare, quasi come ogni altro mezzo di trasporto.
Il petrolio è quasi totalmente esaurito e quel poco che ne
resta è praticamente introvabile ed il prezzo di esso è
incredibilmente elevato.
La persona che guidava la moto, cioè una splendida donna, alta,
dal fisico perfetto e dai lunghi capelli corvino (un metro ed ottanta
di bellezza pura) scende dalla sua vettura, mentre lo stesso fanno
i due uomini che sedevano nell’auto.
Questi, una volta scesi, puntano verso la donna le loro armi. Uno
di questi fa fuoco ed il getto laser dell’arma super sofisticata,
si proietta verso la motociclista che, prontamente, lo schiva e fa
fuoco, a sua volta, con la propria arma, colpendo prima l’aggressore
ed immediatamente anche l’altro uomo.
La sua arma è una modernissima XS500, una pistola dell’ultima
generazione che immobilizza temporaneamente gli arti.
La donna si volta di scatto, estraendo, contemporaneamente, dal fodero
allacciato alla coscia sinistra, una pistola “vecchio stampo”,
a pallottole. Un solo sordo colpo, al petto dell’uomo che per
primo aveva colpito.
*Kamikaze di merda, volevi la morte? Eccoti accontentato*
Pensa la spietata guerriera.
Dopo aver osservato per un istante il sangue fuoriuscire copioso dalla
ferita dell’uomo, la donna sposta la propria attenzione verso
gli altri due uomini.
“E di voi, fottutissimi poliziotti di merda, cosa dovrei fare?”
La sua voce è piena di rancore e di disprezzo verso questi
individui che neanche conosce. Forse per indifferenza, o per mancata
voglia di portare avanti un qualcosa di apparentemente inutile, si
limita a sferrare un potente calcio nello stomaco di entrambi gli
agenti.
Fasciata nel suo abito di pelle nera, sale sul proprio spettacolare
bolide ed innescandolo con il tacco in metallo dello stivale che indossa,
parte ad una velocità allucinante.
La misteriosa guerriera sparisce nel nulla, così com’è
apparsa.
Un
lampo illumina l’ampia finestra che si trova in fondo alla sala,
ne segue un tuono che squarcia il cielo scuro. Nella biblioteca, alti
scaffali in legno colmi d’ogni genere di libri corrono uno parallelo
all’altro, mentre una parte è occupata da lunghi tavoli
anch’essi in legno. Schermi di computer accesi emanano una luce
fluorescente mentre una macchina fotocopiatrice continua a svolgere
il suo metodico lavoro.
Il grande orologio a cucù appeso sulla parete dietro al bancone
dove trova posto il bibliotecario, risuona nel silenzio come lo stridio
di una cornacchia notturna. “Devo chiudere…” esclama
il bibliotecario.
Una ragazza dai lunghi capelli biondi, l’unica presente, alza
gli occhi dal libro di poesie che sta leggendo con avidità.
Ha passato tutto il pomeriggio in quella biblioteca per terminare
una ricerca di medicina molto importante, ma poi si è immersa
nella poesia, la sua grande passione e non si è accorta dell’orario.
“Oh cavolo!” impreca balzando in piedi dopo aver visto
le lancette dell’orologio. “Le nove? Porca vacca, porca
vacca”, afferra i suoi libri e gli appunti che nella fretta
le cadono a terra.
“Maledizione!” dice con voce isterica cercando di raccogliere
i fogli. Infila tutto nel suo zaino e si precipita giù per
le scale salutando il bibliotecario con un “Sera” stentato.
Salta gli scalini a due a due, ma poi si ferma sulla soglia del grande
portone in noce e con aria affranta osserva la pioggia che cade fitta
dal cielo.
*Non ho neanche l’ombrello* Pensa. La ragazza guarda con timore
la strada che deve percorrere fino alla fermata dell’autobus:
è buia e isolata. Non era mai restata così a lungo in
biblioteca, di solito usciva quando il sole stava tramontando e lì
intorno era pieno di studenti che si avviavano verso casa.
“Te la sei cercata Michelle Jolie - dice ad alta voce. - E se
domani avrai l’influenza potrai solo prendertela con te stessa
e così addio all’esame della prossima settimana”:
Sbruffando si dirige vero la fermata dell’autobus, consulta
gli orari facendo scorrere il dito lungo la tabella.
“Dannazione!” la ragazza batte il pugno della sua mano
destra sulla tabella degli orari e poi starnutisce. Si stringe nelle
spalle ed alza gli occhi al cielo, la pioggia è così
fitta che lei è già fradicia: i pantaloni di jeans sono
divenuti pesanti e aderenti come una seconda pelle e la maglietta
bianca attillata è diventata trasparente, a tale punto che
è visibile il reggiseno di pizzo bianco. Aveva deciso di non
indossare la giacca quel giorno perché faceva caldo nonostante
fosse appena marzo.
Poi Michelle scorge poco distante un portone, qui, al riparo dalla
pioggia, estrae il suo cellulare dallo zaino, lo asciuga come può
dall’acqua che è passata attraverso la stoffa e compone
il numero di Leonardo, il suo ragazzo, ma il telefono si spegne.
“Accidenti, batteria scarica! Ma cosa succede, la sfortuna non
ha altro da fare che rompere le palle a me? Devo cercare un telefono”.
Si guarda intorno ma neanche l’ombra di una cabina telefonica
e non può neppure chiedere aiuto al bibliotecario perché
ormai avrà già chiuso.
Allora intravede un’insegna in una via latrale, poco illuminata.
“Dio ti ringrazio, un bar aperto” dice sospirando e vi
si dirige.
Da dentro il locale arriva una musica assordante, fuori loschi individui
discutono seduti sulle loro moto lucenti.
“Lawless” sussurra Michelle, leggendo l’insegna
del locale. “Che nome insolito per un…” poi la ragazza
scorge la locandina di una donna svestita con sotto la scritta “Il
piacere che tu cerchi abita qui”. Michelle spalanca gli occhi
e si guarda i vestiti, imbarazzata dall’idea di entrare in un
posto del genere con quell’abbigliamento diventato così
sexy suo malgrado.
*Non ho altra scelta* dice tra sé e si avvicina al buttafuori.
L’uomo, una montagna di colore di 1,90 centimetri, osserva Michelle
con un ghigno impassibile: “Sei sicura d’essere maggiorenne?”
dice infine.
La ragazza sorridere divertita: “Oh, non pensare male, io ho
solo bisogno di un telefono per chiamare il mio ragazzo perché
ho perso l’autobus” intanto il suo volto si colora di
un rosso acceso. “… e non posso tornare a casa”.
“Senti bella” replica l’omone. “Non mi importa
di sapere le tue vicissitudini, fammi vedere la tua carta d’identità
così finiamo questa pagliacciata e tu puoi entrare a fare quella
telefonata”.
Michelle fa cenno di aspettare un attimo e comincia a frugare nello
zaino alla ricerca del portafoglio, dopo qualche istante la ragazza
fa il suo ingresso nel locale di streaptease e subito viene investita
dall’odore acuto d’alcool e sigarette. La giovane si guarda
attorno, attonita.
“Mio Dio” commenta mentre scorge un telefono, posto vicino
al bancone del bar. Al suo passaggio degli uomini la apostrofano con
dei fischi d’approvazione , Michelle, abbassa il capo rigando
dritto mentre diventa rossa in volto.
La
particolare donna dalla moto che pare un fulmine, con maggiore tranquillità,
arriva davanti ad un locale. Nel piccolo piazzale che è situato
davanti ad esso, vi sono svariate macchine e moto, e la donna vi parcheggia
la sua.
Aprendosi la giacchetta di pelle e lasciando così intravedere
un reggiseno nero che fascia le sue generose forme, la donna entra
con passo deciso nel locale.
L’interno di questo ricorda la cultura orientale di un mondo
del quale non vi è quasi più traccia. Il mistico del
passato mescolato allo psichedelico del presente.
Il locale è tremendamente affollato: gente strafatta di sostanze
stupefacenti, gente ubriaca al limite e coppie etero od omosessuali
che si divertono tra loro.
Circa al centro del locale vi è un palco rialzato ove ballerine
indossanti solo un ristretto bikini, si muovo sensuali, intrattenendo
il pubblico.
La donna si ferma un istante ad osservare le spogliarelliste ma la
sua attenzione viene immediatamente richiamata da una voce che pronuncia
il suo nome: Alex.
Il suo nome, per intero, è Alexandra Lawless, chiamata però,
appunto, Alex.
Ella si volta e si trova davanti una donna dai capelli castani e ricci
e dagli occhi del medesimo colore. La donna, anch’essa una ballerina
del locale, indossa un abito scosciato e scollato, che non lascia
molto spazio all’immaginazione.
Le due donne s’appartano in una piccola saletta interna.
Alex: “Cosa c’è, Alba?”
Alba: “E’ da tre giorni che mi eviti! Si può sapere
cosa cazzo ti prende?”
Alex: “Non mi va la tua compagnia”
Alba: “Perché mi tratti così, Alex? Porca puttana
non mi puoi dire che è tutto finito!”
La voce d’Alex è fredda e non traspira alcun tipo d’emozione,
come l’espressione inequivocabile dei suoi splendidi occhi cerulei.
In Alba, invece, è evidente lo stato d’agitazione, dato
dalla situazione nella quale si trova.
Alex: “Tra noi non c’è niente. Era solo sesso e
mi ha stufato anche quello.”
Alba: “Sei una stronza!”
Le inveisce contro, urlando, la ragazza, mentre Alex, sembra quasi
annoiata da una scena che ormai è abituata vivere.
Non è difficile innamorarsi di lei, così incredibilmente
bella, selvaggia e astuta, con quell’alone di mistero che la
rende così intrigante.
Alex, però, arrivata all’età di trent’anni,
non ha mai conosciuto l’amore.
Con la fama di “bad girl” e di “conquistadores”,
è davvero una donna singolare.
Monologo
interiore di Alex
<<Mi sveglio con la testa confusa e dolorante. Forse sono i
postumi della sbornia di ieri sera o, forse, la miriade di pensieri
che s’affollano nella mia mente.
Domande che cercano risposta, quesiti che attendono una soluzione,
enigmi da svelare, sentimenti ed emozioni a oltranza.
Mi guardo allo specchio e oltre all’innegabilmente bella donna
che tutti vedono, scorgo l’immagine della mia anima, riflessa
nei miei occhi.
Solo io so cosa c’è dentro me, a nessuno è concesso
leggere il mio spirito.
A volte mi soffermo a pensare al significato dell’intera esistenza.
Nasciamo, conduciamo la nostra vita costernata di niente e moriamo.
Potrei sembrare illuminista, fedele al <<materialismo meccanicistico>>,
per questa mia frase, ma non è così. Io credo. Credo
in una vita dopo la morte, credo nella reincarnazione.
Una volta una zingara che si professava veggente, mi disse che sono
uno spirito antico.
Lo credo anch’io. Sento d’aver vissuto, affrontato e superato
così tante cose che non possono essere tutte riassunte in una
vita.
A volte sento un vuoto terribile, dentro, come se mi mancasse una
parte di me stessa.
Allora mi dico che è forse l’amore a mancarmi.
Oh, no, non può essere. Ho bandito l’amore dal mio cuore,
sin da quando ho avuto la consapevolezza di esso.
Consapevolezza, ecco cos’ho. Consapevolezza di me stessa, degli
altri e del mondo. Non so, però, se questo è un bene
o un male.
Mi definisco trasgressiva e selvaggia.
Ho, però, un mio, personale, codice d’onore.
Credo che a questo mondo, siamo tutti uguali, indipendentemente dal
sesso, dal colore della pelle, dalla sessualità o da altri
bigotti e trogloditi concetti moralisti che per secoli, millenni,
la società ha imposto.
Sono contraria al generalizzare continuo e perenne perché,
anche se tutti uguali in quanto esseri umani, siamo tutti diversi,
in quanto singoli individui.
Negli ultimi secoli, la gente, a mio parere, ha tentato d’annullare
la propria personalità, cercando d’amalgamarsi con il
resto della gente, seguendo canoni dettati dalle mode del periodo.
“Quando la moda cambia, le pure cambia, continuamente, scioccamente…”
professava una cantante del 2000, se non erro.
Da quando conosco e capisco me stessa, ho sempre cercato di migliorarmi,
di crescere interiormente.
E’ dallo spirito che l’uomo trae la propria forza.
Ed io sono forte, un’amazzone dell’anima.
Non credo che a questo mondo ci sia giustizia e non credo nel destino.
Il destino ce lo costruiamo da soli. Oltre a questo, costruisco da
sola la mia giustizia e la seguo, pronta a battermi contro tutto e
tutti per difendere i miei ideali e le mie credenze.
Nella vita ho sempre cercato un qualcosa che mi facesse andare avanti.
Ho ed ho sempre avuto bisogno di un qualcosa per il quale valesse
la pena vivere.
Durante il cammino della mia vita, ho trovato svariate fonti per il
voler vivere, queste, però, sono sempre state fonti momentanee.
Quel qualcosa che mi aveva dato la forza e la voglia d’alzarmi
al mattino e combattere, dopo un po’ s’affievoliva o,
addirittura, svaniva.
In questi momenti, calavo in un profondo stato di depressione. Mi
sento vuota, come se mi fosse stata succhiata via la mia linfa vitale.
Poi, fortunatamente, o forse no, arrivava nella mia vita qualcos’altro
che mi spingesse a voler vivere.
Ora, questo qualcosa c’è, ma non so cos’è.
Vivo le mie giornate saziando il mio lato oscuro che, se posto su
una bilancia in contrapposizione con il mio lato “puro”,
vincerebbe. Di poco, ma vincerebbe.
La felicità è solo una concezione utopica dell’essere,
un’illusione appagante ma mai stabile e duratura.
Sono dell’idea che la vita non sia un problema da risolvere,
ma un mistero da vivere.
La chiave del viverla è una sola parola: essere.>>
Capitolo
secondo: L’incontro
Michelle
s’avvicina al telefono, posto in un angolo appartato, dove il
rumore della musica e gli schiamazzi, sono meno forti. La ragazza
sta per afferrare la cornetta del ricevitore, quando viene attirata
da alcune voci femminili: sembra una discussione molto animata.
Il vociare proviene da una saletta interna, la giovane s’avvicina
e si sporge per vedere cosa stia accadendo. Scorge Alex e Alba e riesce
a percepire chiaramente tutto quello che le due si stanno dicendo.
Quando la ballerina s’allontana furiosa, Michelle si ritrae
per non essere scorta dalla donna ma quando la vede comparire le si
para davanti, bloccandole il passaggio.
Alex osserva lo strano comportamento della sconosciuta e soprattutto
il suo abbigliamento ma, entro un istante, perde interesse per lei:
ha ben altri casini per la testa, ai quali pensare e si sposta cercando
un varco per passare.
Michelle, nonostante abbia di fronte una montagna alta 1.80 cm contro
i suoi miseri 1.65, non si muove ed alla fine sbotta “Ti sembrano
cose da dire ad una persona?”
Alex: “Prego?”
Michelle: “La tua amica… ti pare che si debbano trattare
così le persone? Non ti hanno insegnato che il rispetto viene
prima di tutto?
Alex: “Ed a te non hanno insegnato a farti gli affari tuoi?”
Michelle: “Non quando si tratta di gente che soffre, allora
sono anche affari miei!”
Alex sbuffa, rinunciando, divertita dalla situazione, all’idea
d’andarsene.
Michelle: “Non sbuffare! –ed alza l’indice verso
Alex- Sono stanca di sentire dire che ognuno deve farsi i fatti propri,
è per questo che il mondo va a rotoli!”
Alex: “Ci sono cose più gravi, ragazzina.”
Michelle: “E cosa faresti se capitasse a te?” Dice ponendosi
le mani sui fianchi.
Alex: “A me non può succedere.”
Michelle: “ Oh! Pure arrogante! Irrispettosa ed arrogante, che
accozzaglia perfetta! Non vorrei essere al tuo posto per niente al
mondo!”
Dopo aver alzato gli occhi al cielo, Alex ribatte “ Se ti preoccupa
tanto quella sciaquetta, va a consolarla. A quanto pare sei la reincarnazione
di Madre Teresa di Calcutta!”
Michelle scoppia in una risata “No di certo, ma neppure tu lo
sei… decisamente no” Ed i suoi occhi cadono sulla provocante
scollatura di Alex che, accortasi della direzione dello sguardo della
ragazza, sorride divertita.
Michelle: “Ecciù”
Alex: “Al posto di fare la paternale e giudicare qualcuno che
neanche conosci, pensa ad asciugarti, sei gracilina, prenderai freddo,
ragazzina.”
Michelle: “Non sono una ragazzina! –replica la biondina
con voce alterata- E com’è che ora ti preoccupi della
mia salute?”
Alex: “Non sei la nuova ballerina, tu?” replica, squadrandola
dalla testa ai piedi.
Michelle: - dopo essere scoppiata in un’altra, sonora risata-
“Io, la nuova ballerina? Ma fammi il piacere, non lavorerei
in questa topaia lercia e dimenticata da Dio neanche per tutto l’oro
del mondo! Ehy, per chi mi hai preso?” dice, infine, con la
faccia dura.
Alex: “Hai ragione, tesoro, non puoi salire sul palco, sei solo
una ragazzina.” Conclude, con un sorriso beffardo.
Michelle: - alzando il pugno destro verso Alex- Ti ho detto che non
sono una ragazzina!”
Alex: “Che temperamento” Dice alzando le braccia al cielo,
in segno di resa.
*Che buffa!* Pensa divertita.
Michelle: “Lascia perdere – scuote la testa- E’
solo tempo perso” Conclude e quindi si volta verso il telefono
per chiamare il fidanzato.
Per alcuni istanti Alex osserva la biondina dall’alto in basso,
con il deciso intento di metterla in imbarazzo. Dopo qualche istante
la ragazza si stacca dalla cornetta e si rivolge, seccata, ad Alex
“Hai finito di farmi le lastre? Vuoi andartene da qualche altra
parte? Le telefonate sono cose private!”
“Ok, ok” Replica veloce Alex, sparendo nella folla.
Alcuni istanti più tardi, Michelle, più sollevata, riattacca
la cornetta al ricevitore. “Bene –dice tra sé e
sé- Fra poco tutto questo sarà solo un brutto ricordo”.
Quindi, starnutendo di nuovo, s’avvia verso il bancone.
Nel passare tra la folla s’imbatte in un grasso uomo dalla barba
incolta, che le urla “Hey, baby, ti va di fare quattro salti?”
Poi emette un sonoro rutto.
“Che gesto soave - dice Michelle abbozzando un sorriso forzato-
Tu sai proprio come conquistare una donna!”
L’uomo annuisce e, sorridendo, mostra degli orribili denti quasi
neri.
“Adesso purtroppo non posso, ho molta sete, ma tieniti nei paraggi,
più tardi non si sa mai…”
Lo incalza Michelle scomparendo, successivamente, tra la folla.
Raggiunto il bancone bar si siede su uno sgabello ed ordina una birra.
“Credevo che i ragazzini preferissero il latte o le bibite gassate
agli alcolici.” Dice Alex comparendo, come per magia e sedendosi
accanto a Michelle.
Michelle: “Chi sei tu, la reincarnazione del mago Oudinì?”
Alex sorride divertita.
Michelle: “Non credo d’averti invitata a sedere vicino
a me” Continua la giovane.
Alex: “Vuoi rilassarti, ragazzina? Perché non la finisci
di stare sulla difensiva e non ti lasci un po’ andare?”
Michelle: “Mai! E non sono una ragazzina!”
Alex si volta a guardare le ballerine mentre Michelle pensa che, tutto
sommato, neanche lei è stata il massimo della cordialità.
Quindi fa per parlare ma poi rinuncia.
“Che spettacolo disgustoso” Dice la giovane dopo qualche
minuto, guardando le ragazze su palco.
Alex: “Tu dici?” Risponde tenendo gli occhi incollati
su una delle due che ancheggia, sensuale.
Michelle: “Ma sì, sono orrende! – dice, indicandole-
Vedi che non sanno neppure ballare? Il capo di questo locale ha dei
gusti orribili.”
Alex: “Magari sono brave in altre cose…” Controbatte,
sensualmente.
Michelle abbozza un sorriso forzato, un po’ imbarazzata.
Michelle: “E poi, a dirselo tra noi… - la ragazza si volta
verso Alex ed incontra i suoi meravigliosi occhi cerulei. Una strana
sensazione la invade, tanto da portarla a tagliare corto – Lascia
perdere” Conclude.
Alex: “Dimmi, tesoro, ti ascolto.” Sussurra la donna con
voce sensuale, volta ad imbarazzare Michelle ancora di più
La ragazza accusa il colpo, sente un brivido partirle dal fondo della
schiena e raggiunge il collo e, in un attimo, il suo volto si colora
di un rosso acceso. La biondina resta in silenzio per qualche istante,
dimenticando ciò di qui stava parlando ma poi, all’improvviso,
si ricorda e ribatte “Non hanno il fisico! –ed indica
la ragazza sulla quale Alex aveva messo gli occhi- Ha la pancia ed
anche un po’ di cellulite!”
Alex guarda la ballerina attentamente, aggrottando le ciglia poi passa
ad osservare Michelle e si sofferma, con lo sguardo, sul reggiseno,
visibile attraverso la maglietta ancora bagnata. Accortasi dello sguardo
predatorio della donna, Michelle incrocia le braccia sul petto, con
l’intento di coprirlo.
Alex, sempre più divertita, si avvicina alla ragazza e, con
voce estremamente sensuale, le sussurra all’orecchio “Stai
forse cercando di dire che sapresti fare di meglio?”
Michelle si fa ancora più rossa, diventando quasi viola.
Michelle: “No, beh, dico solo che…” Ma prima che
la ragazza possa finire la frase, Alex l’afferra per una mano
e la trascina verso il palco.
Michelle: “Che cosa stai facendo? No, no… Tu non puoi
farlo!”
Alex: “Sì che posso, il locale è mio”
Michelle spalanca gli occhi “Tuo? Non t’azzardare a…”
Alex spinge la biondina sul palco ed un riflettore abbagliante punta
su di lei, lasciando oscurata la sala.
Alex: - stringendo la giovane per un polso, rivolta alla folla- “Gente,
ecco a voi la nuova stella della lap dance… - rivolta a Michelle
– Come ti chiami?”
Michelle si libera dalla presa di Alex e scende dal palco mentre la
donna alza le spalle, il pubblico applaude divertito.
Una voce si alza tra la folla: “Alex, dovresti domarla quella
puledra prima di farla salire sul palco!” Quest’esclamazione
è seguita da una risata d’approvazione da parte del pubblico,
mentre Alex alza i pollici, concordandola.
Michelle, seduta in un angolo, ansima molto imbarazzata mentre tutto
torna “alla normalità”.
Alex: “Tutto ok?” chiede a Michelle, avvicinandosi.
Michelle: - sollevando il volto paonazzo “Come ti sei permessa?
Chi ti credi d’essere per trattare le persone così? Tu
non mi conosci neanche e ti prendi la briga di trascinarmi su un palco
dove quelle ragazze senza alcuna morale mostrano i seni e… e…
e le loro parti intime a uomini vogliosi di sesso!”
Alex: - alzando un sopracciglio- “Ora la mia coscienza ha assunto
un gran peso. Sono pentita. –dice con espressione falsamente
angelica.- Dai, stavo solo scherzando!”
Michelle: - aggrottando le ciglia e riacquistando un po’ di
calma- “Non mi piacciono simili scherzi” Quindi fugge,
nascondendosi tra la folla.
La giovane esce dal locale, non ha cessato di piovere. Michelle s’allontana
di qualche metro, riparandosi sotto ad un portico.
Poco dopo Alex le compare, ancora una volta, davanti.
Alex: “Non ti dona, il musone. “
Michelle: “Lasciami in pace, per favore” Dice sbattendo
a terra i piedi, con l’intento di scaldarsi.
Alex emette solo un mugugno e fa per andarsene ma Michelle riprende
a parlare. “Non hai proprio altro da fare? Hai detto che sei
il gestore di quel locale? Allora perché non vai dentro e cerchi
di renderlo più accogliente o… o… perché
non ti vai a fare un super alcolico che ti atterra per tutto il resto
della serata? O meglio ancora, perché non ti vai a fare qualche
ragazzina, ma ragazzina davvero, non avrai di certo problemi a trovarne
una sei così… provocante e…”
Alex, che nel frattempo s’è avvicinata a Michelle, le
prende il volto tra le mani.
“Quanto diavolo parli?” Le sussurra per poi poggiare le
proprie labbra su quelle della giovane.
La ragazza, per un istante, asseconda la donna, il mondo pare scomparirle
attorno, il rumore della pioggia si cancella e tutto è silenzio.
La donna cerca d’introdurre la propria lingua nella bocca di
Michelle ma non appena la giovane s’accorge del tentativo, allontana
Alex da sé.
Alex: “Non fare la verginella, era evidente che non ti dispiaceva.”
Michelle: “Tu sei totalmente fuori!”
In quell’istante, una macchina si ferma a pochi metri dalle
due donne e fa luce con i fari. Michelle vi corre in contro e, prima
di entrarvi, fa per dire qualcosa ad Alex ma questa la precede e la
liquida, spedendole un canzonatorio bacio.
Subito dopo, la vettura s’allontana, sparendo nella notte.
Monologo
interiore di Michelle.
<<I giorni passano che quasi non me ne accorgo, a volte sono
così simili l’uno all’altro che mi chiedo ne non
sia vittima di qualche incantesimo che mi costringe a ripetere il
medesimo giorno, se non fosse per piccoli impercettibili cambiamenti.
Aspetto sempre che arrivi un giorno in cui la mia vita potrà
cambiare, in cui avrò una grande occasione, ma mi accorgo che
tutto dipende da me, che se voglio qualcosa devo raggiungerlo solo
con le mie forze.
L’idea di una vita sempre uguale mi angoscia e mi attanaglia
come una morsa sempre più stretta, ma poi alzo gli occhi al
cielo, non ci accorgiamo di quanto sia bello, a dire il vero non ci
accorgiamo più di molte cose, questa distesa infinita di azzurro
che ci sovrasta quasi a proteggerci, che ci osserva come una guardia
fraterna, mi fa tornare la serenità.
C’è stato un periodo, successivo allo scoppio della terza
Guerra Mondiale, in cui la gente sembrava aver cambiato idea sul mondo,
avevano visto così da vicino la distruzione che dopo non passava
giorno che non ringraziassero Dio di tutto ciò che era stato
loro donato, ma l’uomo dimentica molto facilmente, purtroppo,
e adesso ognuno è tornato alla vita frenetica di tutti i giorni.
Nella mia vita mi sono sempre posta un obiettivo: fare qualcosa per
gli altri per poter dire che nel mio piccolo la mia vita è
servita davvero a qualcosa. Molte volte ci si domanda cosa si possa
fare, io rispondo cominciamo dalle persone che ci stanno intorno,
donando loro anche un semplice sorriso. Vedo nei volti della gente
una grande tristezza, non si sentono più le risate ed è
un peccato perché il sorriso è una delle cose più
belle al mondo.
Le persone sembrano stanche e annoiate da una vita che corre via troppo
veloce. Una vita che sembra essere avara di momenti felici e generosa
di momenti tristi. Ma per questi pochi attimi felici vale la pena
di esistere. Se la vita fosse solo rose e fiori perderemmo il senso
di quei momenti felici e subentrerebbe l’abitudine, una dimostrazione
è molto semplice: riflettete sul perché ci accorgiamo
di quanto abbiamo voluto bene a una persona solo quando la perdiamo?
Perché viene interrotta quella magia e quella serenità
che ci viene donata dall’altro.
Una cosa che ho imparato dalla vita è di non dare mai niente
per scontato, anche una cosa apparentemente tale come un “Ti
voglio bene” a un amico. L’uomo scrive poesie da secoli
piene di parole romantiche e dolci ma non riesce quasi mai a dire
a voce quello che prova, mi chiedo perché. Eppure si è
invasi da una tale serenità quando si riescono a esprimere
i propri sentimenti e dopo non si vorrebbe più smettere a rischio
di diventare ripetitivi. Sempre meno, nella nostra società,
riusciamo ad esprimere quello che proviamo, si teme un rifiuto, di
essere feriti e allora si preferisce non dire, quante volte le persone
indugiano nel dire “Ti amo” per timore di esporsi, di
apparire troppo vulnerabili di fronte alla persona verso cui si prova
tale sentimento, ma se si ama una persona non dovremmo preoccuparci
di essere feriti perché lei ci ama quanto e come noi la amiamo.
Il fatto è che dire “Ti amo” è l’espressione
più diretta per dire che quella persona è tutto e che
questo amore è puro e vero e questo è un grave rischio
perché espone alla sofferenza.>>
“Nell’amore
vi è sempre un vinto: colui che ama di più”
(Franz
Blei)
Il
giorno seguente, dopo un’altra faticosa giornata passata sui
libri, Michelle decide di concedersi un po’ di relax, conciliando
il divertimento, con un po’ di sano movimento per il corpo.
Così, la ragazza, si reca in una palestra, situata nel centro
città.
Dopo un’estenuante ora d’aerobica e spinning, Michelle
si dirige verso gli spogliatoi.
*Una bella doccia è ciò che mi ci vuole per rigenerarmi*
pensa, aprendo la porta del camerino.
La giovane indossa degli aderenti panta jazz rossi ed una maglietta
bianca, a maniche corte. Una volta spogliatasi di tutti gl’indumenti
ed avvoltasi in un accappatoio bianco, entra nella sezione “bagno”,
interna allo spogliatoio.
Assorta nei suoi pensieri, non fa caso al rumore dell’acqua
che proviene dall’unica cabina doccia presente e, ancora “tra
le nuvole” ne apre la porta.
Con immenso stupore, si ritrova davanti Alex, intenta a farsi la doccia.
Dopo un attimo di sbigottimento, Alex s’accorge di chi ha di
fronte e scoppia, divertita e per niente imbarazzata, in una fragorosa
risata mentre Michelle, rossa in volto come un peperone, richiude
la porta della doccia, velocemente.
“Tu? Anche qui? Mi perseguiti!” le urla poi, appoggiandosi
al lavandino, ancora imbarazzata ed agitata.
Da dentro la doccia si sentono ancora le risate di Alex che dopo un
istante, una volta calmatasi, chiede a Michelle “Ragazzina,
mi passeresti l’asciugamano o preferisce che esca così?”
Alle parole di Alex, il rossore diventa di nuovo padrone delle gote
della giovane che, voltandosi da un’altra parte, apre la porta
della doccia e lancia l’asciugamano alla donna, per poi rivolgersi
a lei “Lo vuoi capire che non sono una ragazzina?! – poi,
dopo un attimo d’esitazione, continua- E non sono neanche la
tua schiava!”
Alex, attorcigliatasi l’asciugamano addosso, esce dalla doccia
rispondendo a Michelle “Eppure potrebbe essere divertente…Come
hai detto di chiamarti?”
I lunghi capelli neri, ora bagnati, le ricadono sul seno e lungo la
schiena, risaltando, grazie al profondo contrasto, l’acceso
blu dei suoi occhi.
*Oh, mamma, quant’è bella!* Pensa Michelle dopo averla
velocemente squadrata dalla testa ai piedi. Riprendendosi dal momento
d’ intontimento, secca, risponde ad Alex. “Non sono affari
tuoi, mi sembra.”
“Che sola, ragazzina!” esclama Alex alzando gli occhi
al cielo e sbuffando.
Stacca dei vestiti da un attaccapanni ed uscendo dal bagno, con tono
falsamente premuroso dice “Per non tramortirti troppo vado di
là a cambiarmi, guarda come sono gentile!”
Ad ogni parola di Alex, Michelle si sente sempre più punta
nell’orgoglio e così, reagisce alle provocazioni della
donna, con tono aspro. “Gentile??? Sei sicura di sapere il significato
di questa parola? No, non credo. Sicuramente ti starai sbagliando
con arrogante, altezzosa… Ahhhhh, basta, è meglio che
vada a farmi la doccia!”
E detto ciò, si chiude nella cabina doccia, mentre Alex, evitando
di risponderle, si chiude alle spalle la porta del bagno.
“Dovresti fare un corso accelerato di buone maniere!”
Le urla dietro Michelle, ancora inviperita.
Mentre l’acqua calda la rilassa e la coccola, Michelle pensa
ad Alex.
*Boriosa ed arrogante, presuntuosa. Ma chi si crede di essere? Cavoli…
è così sexy!*
Resasi conto dei suoi pensieri, Michelle arrossisce per l’ennesima
vola e scuote la testa, per cacciare dalla mente fantasie che non
vorrebbe mai avere.
Intanto Alex si veste ed inizia ad asciugarsi i lunghi capelli con
il fon. Mentre Michelle, avvolta nel suo accappatoio, esce dalla doccia,
la donna, indossando dei jeans neri, degli stivali ed il reggiseno,
rientra nel bagno. “Senti ragazzina, non so perché tu
sia così acida, ma hai sbagliato persona con la quale prendertela.”
Non è sua abitudine battibeccare così, ma la situazione
la diverte e far arrabbiare quella ragazza, la diverte ancora di più.
*Ho un notevole ascendente su di lei* pensa, trattenendo un sorriso.
“Sbagliato persona? –le chiede Michelle cominciando ad
asciugarsi i capelli con il piccolo fon super potenziato, attaccato
alla parete del bagno- Non credo… se sono acida con te è
perché ieri mi hai fatta salire sul palco. Mi hai quasi rotto
il polso! E poi… poi, quel bacio… mi spieghi che significato
aveva?”
“L’unico modo per chiuderti la bocca” replica, alzando
un sopracciglio e stringendo a sé, con irruenza, Michelle,
per poi sollevarla lievemente da terra, sbatterla contro il muro e
baciarla con impeto.
Michelle, che assolutamente non si aspettava una tale mossa, cerca
di divincolarsi, poi, per un istante, cede al bacio di Alex, mandando
a fan culo tutti i dubbi, i rancori ed i pensieri che una tale situazione
porta. Riprendendo coscienza delle cose, dopo un breve istante di
cedimento, con violenza, Michelle spinge via Alex da sé, per
poi urlarle “Ma sei impazzita? Co… cosa vuoi dimostrare?”
“Nulla, come ieri, volevo solo chiuderti la bocca. Me la cavo,
non trovi? A dire il vero me la cavo con parecchie cose.” Replica
Alex, superba, portandosi i capelli all’indietro.
Michelle si sente scossa dalla situazione e dal modo di fare prorompente
della bellissima Alex. Per mantenere la sua posizione, cerca di darsi
un tono, rispondendo bruscamente “Perché non lo chiedi
ad una delle ragazze che lavorano nel tuo locale? Sono convinta che
loro sapranno dirti se sei brava o no.”
A dire il vero, anche Michelle ha una risposta, sulla quale non affiora
neanche un minimo dubbio: la tipa bacia davvero bene.
Sorridendo, per la risposta della ragazza, Alex continua a punzecchiarla
“Eddai, ragazzina, te la prendi troppo, ti va il sangue alla
testa se fai così. Me lo dici sì o no, il tuo nome?
Oppure ti accontenti di questo?”
Riprendendo ad asciugarsi i capelli, con una lieve smorfia stampata
sul volto, le risponde “Michelle –assumendo, poi, un tono
pungente- Ora che lo sai, sei contenta?”
Facendo finta di pensarci un attimo su e, dopo aver emesso un forzato
mugugno, Alex non le risparmia l’ennesima battuta. “Sono
convinta che potresti rendermi più felice… Comunque piacere,
Alex” conclude, poi, porgendole la mano.
Dopo essersi schiarita la voce, per l’imbarazzo, Michelle continua
questo <<botta e risposta>>
“Com’è che adesso vuoi diventare mia amica?”
“Amica? –chiede Alex, con tono interrogativo e canzonatorio-
Chi ha mai detto che io da te voglia un rapporto di tale intimità
spirituale, la mia era solo cortese presentazione, cherie”
Michelle non ci può credere, per l’ennesima volta, quella
maliarda stronza l’ha fregata.
Non sapendo come replicare, le dice le prime cose che le passano per
la tesa “Sei così… così… così
terribilmente piena di te! Un’antipatica boriosa!”
“Oh, così mi ferisci!” Replica la donna, recitando,
con voluta evidenza, la parte di chi è stato profondamente
ferito. Tornando nello spogliatoio, Alex s’infila velocemente
una camicia bianca e, subito successivamente la sua lunga giacca di
pelle nera per poi uscire dalla stanza, salutando Michelle con un
fugace cenno della mano.
.Michelle aggrotta le ciglia, quando si accorge che Alex sta per andarsene
sente l’impulso irrefrenabile di fermarla, vorrebbe continuare
quella conversazione, anche se la donna è così maledettamente
sicura di sé ammette che starebbe con lei ore e ore continuando
quella scena di botta e risposta. *Ma cosa posso dirle* Pensa mentre
Alex sta per uscire dallo spogliatoio, alla fine pronuncia la prima
frase che le viene in mente .“Ey… vai già via?”
ma subito dopo si rende conto di aver fatto un grosso errore, *Così
penserà che mi dispiace* dice tra sé, ma ormai non può
più farci niente, quindi aspetta la risposta della donna, mentre
i suo volto diventa ancora una volta rosso.
“Sì - risponde Alex, - Perché ti dispiace forse?
Se vuoi rivedermi, sai dove trovarmi” Quindi sorride. Michelle
di nuovo ferita le risponde: “No, non mi dispiace, mi accertavo
solo di sapere se avrei dovuto vedere la tua faccia ancora a lungo
qui in giro o se te ne stavi andando una volta per tutte”.
“Sì, come no… - dice divertita Alex- Adios bambola”
quindi esce dallo spogliatoio.
Capitolo terzo: La vita solitaria.
Alexandra
esce dalla palestra, un po’ confusa. Non sa spiegarsi il suo
stato d’animo, è divertita dagli ultimi eventi accaduti
e trova “la ragazzina” veramente carina ed interessante.
Così angelica e pudica, il suo opposto, ma anche capace di
tirare fuori gli artigli per difendere le sue convinzioni.
*Bella ed ammirevole* pensa Alex, tra sé e sé, mordendo,
con la propria moto, la superstrada che porta a casa sua. Entro breve
giunge a destinazione.
Ella vive in un quartiere lugubre, costernato da casolari semi abbandonati,
alcuni, addirittura, in uno stato di degradazione.
Il suo condominio è un edificio grigio, di circa sessanta/settanta
piani. L’appartamento d’Alex è al trentaduesimo.
Entrata in casa (composta da due camere, una cucina, una piccola entrata
ed un bagno) nota suo fratello, stravaccato sul divano della propria
camera.
Con tono seccato evitando i preliminari tipici di un discorso di cortesia,
Alex si rivolge a lui.
Alex: “Ti hanno licenziato di nuovo, Antonio ?” (il ragazzo
è chiamato da tutti Tony, solo Alex, quando intende rimproverarlo,
lo chiama con il suo nome per intero.)
Tony: - smettendo per un istante di sorseggiare la quarta birra della
serata- Sì”
Sul volto di Alex si legge tutta la forza di volontà che sta
impiegando per sopprimere la rabbia, che entro un istante si tramuta
in stanchezza dovuta ai perenni casini con suo fratello ed in generale,
con la vita.
La conversazione è interrotta, prima che possa degenerare,
da un suono del computer che indica l’arrivo d’un messaggio.
Come riprendendo possesso di se stesso, Tony fa per alzarsi ma Alex,
con forza, lo ri-spinge sul divano.
Alex: “Sei sicuro che questi contatti non siano rintracciabili?
Non voglio rischiare il culo per la tua fottutissima negligenza.”
Tony: “Sicuro al cento percento. Non c’è neanche
la minima possibilità che qualche figlio di puttana, sbirro
o troione malvivente che sia, possa rintracciarci. Relax, sorellina.”
Nonostante la totale incapacità di Tony di svolgere, per più
di una settimana, un qualsiasi normale lavoro, Alex è consapevole
del fatto che, nel proprio campo, il fratello sa il fatto suo.
E’ un vero genio dell’informatica, fatto parecchio strano
per un venticinquenne considerato “un disastro ambulante”
e che ha passato gli ultimi dieci anni della sua vita bevendo e sniffando
ogni tipo di schifezza, senza alcun ritegno.
Infondo, però, per alcuni lati, Alex e Tony sono simili.
Il ragazzo si alza e si dirige al computer, per visionare il messaggio.
<<Ore
3.00 a.m., vecchio porto, incontro per scambio materiale pornografico>>
A
piè di pagina vi è anche un allegato contenente la lista
di tutti i nomi dei partecipanti a quest’incontro.
Con ribrezzo verso queste “persone”, Alex vede che fra
i partecipanti all’incontro, vi sono anche alcuni agenti delle
forze dell’ordine.
“Schifosi, viscidi vermi, avranno quel che si meritano.”
Dice Alex, con voce bassa.
Dopo un bel bagno caldo, che è servito a rilassarla e, dopo
aver indossato degli stretti pantaloni elasticizzati neri, con una
maglia del medesimo colore, a collo alto, Alex cerca d’intavolare
un discorso serio con Tony.
Alex: “Dovremmo parlare…”
Tony: “La vedo dura, le parole non sono il nostro forte.”
Alex: “Già –e tira un profondo sospiro per poi
continuare, cambiando, però, discorso- Prima della missione,
andiamo al locale, non possiamo stare tutta la sera, appostati al
porto.”
Tony: “Perfetto, dirò ed Elizabeth ed agli altri di raggiungerci
là”
Detto ciò, Alex finisce di prepararsi, anche se nei modi, nel
carattere e negli interessi non è la femminilità fatta
a persona, ci tiene molto alla cura di se stessa, abbigliamento e
trucco compreso.
Intanto Tony avverte gli altri della “banda” per poi,
lasciare la casa, insieme a sua sorella.
Circa un quarto d’ora dopo, i due si trovano già nel
locale di Alex, brulicante, come al solito, di gente.
Noah, migliore amico di Tony, già siede al bancone e sorseggia
un Power Mix, drink super alcolico, dissolubile nell’organismo,
entro un’ora.
Dopo i consueti saluti di routine, Alex, Noah e Tony intavolano un
discorso, preparando un piano per la loro missione.
Noah è un uomo sulla trentina, dall’aspetto esile e simpatico
e dai modi tranquilli e meticolosi. Nessuno potrebbe mai sospettare
che una persona così a modo, possa trasformasi, quando in azione,
in una spietata belva cacciatrice.
Con circa una mezz’ora di ritardo, ecco arrivare Elizabeth.
In passato fu amante di Alex, la loro fu una storia intensa, forse
l’unica, per Alex, dove, oltre all’attrazione fisica,
c’era qualcosa di più.
Poi, però, le cose erano cambiate, ma questa è un’altra
storia.
Con quei lunghi capelli rossi e ricci e quegli occhi verdi, quasi
fosforescenti e quella sua camminata ancheggiante, Elizabeth risulta
davvero una bella donna.
Dopo aver salutato tutti, dedica un sorriso speciale ad Alex che ricambia,
un po’ forzatamente.
Sono circa le 22. Intorno alle 24, Tony e Noah si fanno distrarre
dalle ballerine che, “generosamente” dedicano particolari
attenzioni ai due uomini, ormai clienti fedeli.
Ancora seduta al bancone, Alex sorseggia l’ennesimo drink della
serata. Nel casino assurdo del luogo, un silenzio di tomba la circonda.
Elizabeth, appoggiandole una mano sul braccio, le parla.
Elizabeth: “C’è qualcosa che non va? Posso fare
qualcosa per te?”
Alex, assorta nei suoi pensieri, non sente neanche le parole dell’amica
che, però, insiste per richiamare la sua attenzione.
Elizabeth: “Alex!” –
Alex: - finalmente la donna guarda la sua interlocutrice- “Scusami,
non ci sto molto con la testa”
Elizabeth: - dopo averle gentilmente sorriso come per dirle <<non
preoccuparti>>, cerca d’attaccare discorso- “Come
sta Angelina?”
Alex: - tristemente- “Non so niente di lei, da mesi, ormai.”
La conversazione muore qui perché Alex si alza e, leggermente
barcollante per il troppo alcool e qualche pastiglia, s’avvicina
ad una giovane donna, che non le ha tolto gli occhi di dosso, sin
dal suo arrivo.
Questa, totalmente impasticcata, è seduta, in maniera scomposta,
su un divanetto. Alex le s’inginocchia addosso, a cavalcioni,
baciandola prima sulle labbra per poi dedicarsi al suo collo. Intanto,
con le mani, palpa con vigore, i suoi seni, dai capezzoli inturgiditi.
Le mani della giovane corrono, sensualmente, lungo la schiena di Alex.
Le infila poi le mani nella maglietta, stringendo la pelle della donna
con forza, per poi graffiarla. Alex sembra gradire la cosa, il mugugno
che segue l’azione ne è la prova. La ragazza, velocemente,
porta le sue mani sul posteriore di Alex che, prima che ella possa
continuare, la ferma di scatto. Questa, contrariata, la guarda seccatamente,
esprimendo con lo sguardo il suo disappunto per l’essere stata
fermata.
Alex la bacia di nuovo e per poco, le loro lingue giocano freneticamente
tra loro, poi interrompe di nuovo il contatto per concludere quel
bacio appassionato, mordendo il labbro inferiore della sua sconosciuta
ed occasionale partner.
Alex: “Come ti chiami?”
Ragazza: “Melissa.”
Alex: “Allora vieni con me, Melissa.”
Un sorriso si dipinge sul volto di Melissa, data l’ambiguità
della frase. Alex si fa seguire in una delle camere che si trovano
al piano di sopra…
Saziate le sue voglie sessuali, circa per l’una e mezza di notte,
Alex torna al piano di sotto. Ora non resta altro che dirigersi al
porto dove li attenderanno alcuni loro compagni ed un duro scontro.
Usciti dal locale, i quattro s’accomodano nella McLaren FL69,
l’autovettura di Alex che siede al posto di guida. La sua è
una macchina sportiva, a due porte ma capace d’ospitare quattro
persone, ha nove marce ed una potenza massima di 500km/h.
Tony occupa il posto accanto ad Alex mentre Elizabeth e Noah siedono
dietro.
I quattro arrivano al porto ed entro breve, giungono sul luogo anche
altri membri della loro compagnia.
Alex, appoggiata al cofano della sua macchina, fuma una sigaretta
ed attende il momento per entrare in azione. Tony controlla la scena
dell’incontro con il suo binocolo a lente super potenziata,
capace di scorgere anche piccoli, piccolissimi particolari fino ad
una distanza di mille metri, anche al buio.
Puntualmente, per le 3.00, tutti e venticinque gli uomini attesi,
sono arrivati al porto: è il momento d’entrare in azione.
Alex, dalla loro postazione, lancia tra il gruppo “degli schifosi”
una bomba dalla capacità di togliere la vista e coloro che
ne assorbiscono il gas, entro i primi cinque secondi dal suo scoppio.
Alex: - subito dopo averla lanciata- “cinque, quattro, tre,
due, uno… AZIONE!”
Urla la donna, partendo spedita con in mano due laser uzi, cioè
un particolare tipo di pistola laser che agisce, provocando il disfunzionamento
dell’organo che viene a colpire. Un’arma micidiale, dunque.
Gli uomini aggrediti, in preda al panico, si strofinano gli occhi
o cercano, con armi in mano, di colpire qualcuno degli aggressori.
Uno degli uomini grida : “Sono <<i guerrieri>>!”
Alex riconosce tra i pedofili, Karl McChaise, medico pediatra. Con
la furia negli occhi, la donna gli si avvicina, brandendolo per la
gola e sbattendolo contro la parete di un casolare davanti al quale
era fermo come un allocco.
Alex: “Brutto schifoso porco! –e lo colpisce con forza
in volto.- Un pediatra, essere spregevole e pervertito!”
La donna gl’inveisce contro con rabbia e ribrezzo.
McChaise: - parlando a fatica per la stretta e digrignando i denti
per il dolore- replica “Troia!”
Alex: - con rabbia crescente, cercando, però, di mantenere
un tono lucido e controllato- “Troia? Lo conosci il significato
di questo termine, animale? Lo conosci? –inveisce contro McChaise,
sbattendogli la testa contro il muro- Troia uguale donna che, in cambio
di soldi, esegue prestazioni sessuali. Ti pare che lo stia facendo?
Rispondimi, pezzo di merda!”
L’uomo non resiste più dal dolore e riesce ad emettere
solo un misero: “stronza”
Sentito ciò, Alex scoppia un una beffarda risata.
Alex: “Sì, molto stronza”
E, con un movimento veloce e deciso, gli spezza il collo. Alex si
volta e vede un uomo, barcollante che sta cercando d’allontanarsi.
*Bel vantaggio quello di combattere contro dei neo ciechi* Pensa.
Alex fischia all’uomo, per attirare la sua attenzione, questo
si volta verso la donna che, immediatamente, gli spara un getto fra
gli occhi.
I quell’istante un altro uomo, alto sul metro e novanta le si
para davanti.
Uomo 2: “La moda degli occhiali da sole mi ha portato fortuna.
Mi sarebbe sempre piaciuto fare sesso con la famigerata Amazzone…
Vorrà dire che ci penserò dopo averti uccisa”
Alex: “Non ti conviene neanche pensarlo”
Alex alza un sopracciglio in segno di sfida. L’uomo l’attacca,
e la colpisce con un destro ma lei, prontamente, lo colpisce due volte
di seguito allo stomaco. Girandosi su sé stessa per aumentare
la potenza del colpo, Alex colpisce con un calcio l’uomo la
dove egli è più sensibile.
Per la violenza del colpo e per il dolore, questo indietreggia lievemente,
Alex n’approfitta e sferra un calcio in pieno volto all’uomo,
facendolo cadere a terra. Estraendo un pugnale dall’anfibio,
Alex s’accovaccia su di lui.
Alex: “Come si sente il tuo cazzino ora che è a contatto
con il mio corpo? Spero bene, perché è l’ultima
emozione che prova.”
Detto questo, un sorriso compiaciuto le compare sul volto, mentre
amputa di netto l’organo sessuale dell’uomo che, per il
dolore, urla a squarciagola.
Alex: “Evirato… eri stato avvisato”
Lo apostrofa canticchiando per poi sparargli con il laser uzi, in
testa. Un altro uomo le si sta avvicinando, barcollante. Alex s’alza
lasciando il cadavere del bestione immerso nel sangue.
Senza neanche pensarci su, colpisce con il laser uzi prima l’uomo
che ha di fronte e poi un altro che stava mettendo in difficoltà
Tony.
Così, entro neanche un quarto d’ora, tutti e venticinque
gli uomini giacciono morti, a terra.
Alex: “Potere ai Guerrieri!”
Urla la donna, esaltata dall’operazione perfettamente riuscita.
Entro le due ore che seguiranno, dopo qualche altra bottiglia di birra
e svariate sigarette, Alex e Tony, tornano a casa, soddisfatti e vincitori.
Tony: “Sei la più bastarda, sei troppo una grande sorella!”
Conclude Tony, mentre Alex cerca di aprire la porta di casa, sorridendo
agli apprezzamenti del fratello.
Nell’aula
tutto è silenzio, si sente solo il ticchettio delle lancette
dell’orologio che scandiscono i secondi. Si sta svolgendo un
esame, gli studenti sono assorti nel loro lavoro. Michelle alza gli
occhi dal suo foglio ancora bianco e si guarda attorno: è tutto
così innaturale, i suoi compagni sembrano statue di cera, il
professore in piedi dietro la cattedra osserva un punto impreciso
della stanza. All’improvviso qualcuno fuori suona il clacson,
Michelle si alza dalla sedia e va alla finestra: “Alex!”
urla attraverso il vetro mentre il suo volto si illumina di felicità,
poi, con la mano, saluta la donna. Un istante dopo il vetro della
finestra è scomparso, Michelle si getta nel vuoto e, planando,
cade tra le braccia di Alex.
Le loro labbra si uniscono in un bacio sensuale. La ragazza sorride
dolcemente guardando la sua compagna negli occhi. Un istante dopo
i loro corpi nudi si uniscono, le loro mani si cercano sfiorandosi,
le loro lingue giocano insieme. Michelle, ansimando, abbraccia Alex
ma quando apre gli occhi con terrore si accorge che il letto è
circondato da tanta gente che con facce inquisitorie addita la due
donne, in prima fila, illuminati da una luce soffusa, ci sono Leonardo
e il padre di Michelle.
“Papà” dice la ragazza ma dalla sua bocca non esce
alcun suono, poi l’uomo estrae dal giubbotto una pistola, Alex
si volta e osserva l’uomo con un sorriso beffardo…
“Sbang!”.
Michelle si sveglia di soprassalto. Nella stanza tutto tace. Si guarda
attorno e riconosce la sua camera da letto. Al suo fianco Leonardo
dorme, il suo volto è sereno e tranquillo.
La giovane si passa una mano tra i capelli: “Mio Dio!”
sussurra, poi si getta distesa sul letto. “Che cosa ho sognato”,
percepisce il suo cuore che batte all’impazzata nel petto.
“Non posso crederci, quel sogno mi ha eccitata!”.
Michelle scende dal letto, il contatto dei suoi piedi nudi con il
pavimento freddo la sveglia dal torpore, e si reca in bagno.
Apre il rubinetto dell’acqua e si deterge il volto, quindi osserva
la sua immagine riflessa nello specchio.
“Sembrava reale. Dio mio sembrava davvero che stessi facendo
sesso con quella donna”, un nuovo stato di eccitazione invade
la ragazza. Scuote la testa, cercando di liberarsi di quei pensieri
e torna a letto, l’orologio segna le tre del mattino, si infila
sotto le coperte.
Cinque ore dopo una mano le sfiora una spalla, Michelle sobbalza svegliandosi
e subito si ricorda del suo sogno.
“Scusa amore, non volevo spaventarti” dice Leonardo in
ginocchio al fianco della ragazza.
Il ragazzo è a torso nudo, ha un fisico statuario con addominali
ben torniti, frutto di una ginnastica molto dura che ha dovuto fare
per entrare nella polizia prima come agente semplice, poi come pupillo
del padre di Michelle.
“Leonardo, sei tu” sussurra la ragazza abbozzando un sorriso.
L’uomo si avvicina per baciarla sulle labbra ma lei sposta il
volto e si limita ad abbracciarlo, mentre la invade una sensazione
di disagio. Leonardo accetta l’abbraccio e la stringe forte
a sé, poi, lasciandola, indica il comò dove c’è
un vassoio: “La colazione, principessa”.
Michelle si alza dal letto: “Ti ringrazio Leo, ma devo scappare,
ho lezione e sto facendo tardi”, quindi lancia un bacio al ragazzo
e scompare in bagno.
“Mich, ricordati della cena di stasera!” urla Leo. “Abbiamo
appuntamento alle otto”.
“Va bene” risponde la ragazza. “Non temere non lo
dimentico”.
Poco
dopo, Michelle scende dall’autobus assieme ad altre tre compagne,
le ragazze discutono della lezione d’anatomia che quella mattina
non ci sarebbe stata.
Michelle assorta nei suoi pensieri, rivive ogni attimo dei momenti
passati con Alex, poi, come rinvenendo da un torpore, scorge la sua
amica Alison, un’alta ragazza di colore, intenta a parlare con
altre ragazze e le corre incontro.
“Alison!” la chiama Michelle.
La ragazza le regala un ampio sorriso: “Ciao, bambola, siedi
un po’ con me, ti va?”
Michelle annuisce, le due giovani trovano posto su un basso muretto
nel giardino che circonda l’università. Il sole del mattino
è caldo e il cielo è di un azzurro… *che mi ricorda
gli occhi di Alex* pensa tra sé la ragazza.
“Alison, ho bisogno di parlarti” dice Michelle con voce
rotta dall’agitazione.
“Ey baby, che cosa ti succede, pare che ti sia morto qualcuno.
Non è che tu e Leo avete litigato?”.
La giovane incontra gli occhi marroni della sua amica e balbettando
risponde: “Sì, no, cioè non esattamente…”
poi sbuffa.
Alison aggrotta le ciglia. “Mi sembri un po’ confusa ragazza
mia, lo sai che con me puoi parlare liberamente.”
Michelle comincia a giocherellare con un laccio del suo zaino in maniera
frenetica e poi dopo un bel respiro, racconta ad Alison dei suoi incontri
strani ed eccitanti con Alex e del suo sogno.
Alison ascolta mentre il suo volto a ogni parola cambia espressione
assumendo un’aria sempre più incredula e divertita, per
poi sbottare, una volta conclusa la storia, in un sonoro: WOW!
“Non ho mai fatto sogni così eccitanti, cosa prendi per
dormire cara?” dice scherzando.
“Alison!” la rimprovera Michelle. “Non scherzare,
questa è una cosa seria”.
“No, questo è semplicemente amore”.
“Amore?” ripete la giovane dai biondi capelli.
“Sì, amore, sai cos’è, vero? E se vuoi è
anche sesso, passione, voglia di cambiare, è evidente che questa
tipa ti attrae più del tuo Leo e non ti biasimo visto il modo
in cui ti ha conquistata”.
“Lei non mi ha conquistata!” dice imbronciata Michelle.
“La verità fa male è? Ok, tu non ami quella donna
e io appena esco di qui incontro la più bella ragazza che esista
sulla faccia della terra che sorridendomi, con sensualità,
si spoglia”.
“Ma com’è possibile, io non ho mai provato attrazione
per una ragazza…” continua Michelle.
“E questo cosa vuol dire? La provi adesso per la prima volta,
c’è sempre una prima volta. Anche io prima di conoscere
la mia ex correvo solo dietro agli uomini, poi, Dio ti ringrazio,
mi sono domandata cosa cavolo ci trovavo in loro e sai cosa mi sono
risposta?”
Michelle scuote la testa.
“Niente!” risponde Alison. “E così ho lasciato
perdere il sesso forte, quello debole è molto più forte
di quello forte e… ma basta, sto divagando, come al solito”.
Un’aria affranta compare sul volto di Michelle.
“Ok, allora quando me la presenti?”
“Presentartela? Ma io neppure la voglio rivedere!”
“Oh, sì che vuoi ti si legge negli occhi, assieme a quell’altra
cosa che da quando l’hai vista non fa altro che balenarti in
mente”.
“E sarebbe? Oh Alison, signorina so tutto, illuminami!”
“Semplice, andarci a letto, scopartela!” quindi sorride.
Michelle spalanca gli occhi e getta lo zaino addosso all’amica:
“Ma che cavolo dici!”.
“Il sogno che hai fatto n’è la prova, non ci vuole
uno scienziato per capirlo. Da quanto tu e Leo non lo fate?”
“Saranno fatti miei, che dici?” risponde seccata la bionda
ragazza.
“Ok, quando Michelle va sulla difensiva vuol dire che c’è
sotto qualcosa, sarà un mese come minimo”.
Michelle sussurra qualcosa.
“Come hai detto scusa?” domanda Alison.
“Sono due mesi…”
Alison spalanca gli occhi.
“Due mesi?” sbotta la ragazza.
“Sì, due mesi, hai capito benissimo!” urla Michelle.
“Sono due mesi che non facciamo l’amore!”.
Poi Michelle rossa in volto, si accorge di aver urlato così
forte da attirare l’attenzione di tutti i presenti.
“Ops!” dice Alison. “Cara, non c’era bisogno
di farlo sapere a tutta l’università, prima non me lo
vuoi dire e poi lo comunichi ai quattro venti, non si fa così
tesoro…Come vedi il tuo rapporto con Leo non funziona più
indipendentemente da quello che ti sta succedendo adesso. Puoi fingere
che non sia così – continua- Ma tu, Mich, sei partita
per questa ragazza che hai detto si chiama?”
“Alex” taglia corto Michelle.
“Oh! Già il nome mi attizza un casino!”.
Michelle le lancia un’occhiata.
“Tranquilla non te la rubo, mica! -. Dopo una breve pausa Alison
continua. - E comunque ti assicuro che anche Alex è partita
per te”.
“Tu dici?” chiede in un misto di incredulità e
contentezza.
“Ma certo bambola, nessuno può resisterti, hai due occhi
così dolci e verdi che incanterebbero anche Medusa, hai un
fisico da atleta, insomma sei una gran figa, lasciatelo dire da chi
se ne intende e poi con quel caratterino, chi ti resiste?”
Dall’edificio sopraggiunge il suono di una campanella.
“Adesso devo andare” dice Alison alzandosi. “Ho
lezione, ci sentiamo e tienimi informata”, poi alzando i pollici
in segno di vittoria conclude: “La piccola Michelle che cambia
sponda! Che notizia bomba, dovrebbero saperlo tutti, tanto già
sanno che è da due mesi che non fai sesso!” poi strizzando
l’occhio si allontana.
Michelle scuote la testa sorridendo: “Che pazza” sussurra,
poi i suoi pensieri sono rapiti da Alex mentre un vento caldo le scompiglia
di capelli. Le compare davanti agli occhi il sogno fatto quella notte,
il volto di suo padre e di Leo. Come avrebbero reagito se avesse detto
loro che provava qualcosa per una donna? Erano entrambi uomini comprensivi
e generosi ma di fronte a una notizia del genere… Mille paure
assalgono Michelle che sbuffa alla ricerca di una soluzione, mentre
intorno a lei il vociare degli studenti va riducendosi.
L’unica soluzione che trova è quella di soffocare i suoi
sentimenti per Alex: “Forse è solo una cosa passeggera,
oggi ho talmente tanto da fare che sono sicura non penserò
neanche un momento a lei”. Con questa convinzione, un po’
più sollevata, Michelle entra in Facoltà.
Ma le cose non vanno meglio, così, per tutto il giorno non
fa altro che vedere il volto di Alex in ogni ragazza che incontra,
sente continuamente la sua voce chiamarla e ogni volta il suo cuore
sobbalza per l’emozione.
A metà mattinata decide di rifugiarsi in bagno e qui si trova
ancora una volta a parlare con la sua immagine riflessa nello specchio:
“Lei manco penserà a te, voi due siete troppo diverse,
tu sei così tranquilla e normale, lei invece è una casinista,
lavora in quel locale, avrà avuto mille storie, ti prenderebbe
solo in giro Michelle, ti sfrutterebbe per vedere cosa si prova a
stare con una ragazza più giovane e magari così diversa
dal genere che lei frequenta, poi si libererebbe di te come ha fatto
con l’altra ragazza del locale”, ma poi torna a dire:
“E se cambiasse? Se s’innamorasse davvero di me e cambiasse?
Infondo è stata lei a baciarmi tutte e due le volte. Sì
è vero, siamo diverse ma chi dice che non abbiamo anche qualcosa
in comune? Magari scopro che anche lei adora la poesia… e poi
l’amore non guarda in faccia nessuno!”.
Allora Michelle alza gli occhi verso il soffitto e recita un verso
di Romeo e Giulietta, che lei adora: “L’amore è
sempre bendato e ha da riconoscere senza gli occhi i sentieri che
menano il compimento dei suoi desideri… Oh! Ella è ricca
di bellezza…” poi, dopo aver riflettuto inventa un suo
proseguo: “Ella è forte e decisa, avvampo di calore e
di ardore nel vederla. Ha occhi azzurri come il cielo d’estate,
ma il suo animo è impavido come quello di una guerriera”.
All’improvviso la porta del bagno si spalanca ed entra una ragazza.
Michelle salta dalla paura, il suo volto si colora di rosso e, imbarazzata
esce dal bagno.
“Devo essere impazzita” dice tra se e rientra in aula.
Il sole sta tramontando, Michelle è seduta in fondo all’autobus,
assorta nei suoi pensieri.
Guarda fuori dal finestrino, il paesaggio corre veloce, poi, sul vetro,
si materializza il volto di Alex.
“Oh, no, ancora tu!” Esclama.
Un’anziana signora, seduta qualche posto più avanti si
volta a guardare. La giovane, abbozza un sorriso facendo finta di
nulla.
Improvvisamente, come un fulmine che illumina il cielo, si ricorda
della cena delle otto di cui le aveva parlato Leonardo, la mattina.
*Porca vacca* Pensa tra sé e sé e controlla l’orologio:
sono le sette e mezza.
Quando Michelle fa il suo ingresso in casa non trova nessuno. Sul
tavolo, in cucina, un bigliettino del fidanzato, dice “Sono
andato alla cena, a quanto pare te ne sei scordata”
“Mi dispiace” Sussurra Michelle alla stanza silenziosa,
poi si lascia cadere su una delle sedie.
*Accidenti, non riesco a pensare a nulla che non sia Alex!* Ricordatasi
di qualcosa, corre in camera da letto e fruga tra i vestiti, nel suo
armadio, finché le sue dita non toccano una piccola scatola
in legno.
Michelle si siede sul letto ed estrae dal contenitore un guanto di
pelle nera che Alex aveva dimenticato in palestra, il giorno prima.
Lo stringe al petto mentre il suo cuore comincia a battere più
forte; ne respira il profumo e dopo un attimo d’esitazione lo
avvicina alle labbra e lo bacia.
“Che bambina che sono –dice ad alta voce- Sembra che sia
la prima volta che m’innamoro… eppure non avevo mai provato
sensazioni simili”
Dopo un secondo ripone il guanto nella scatola.
“Ma io non sono innamorata”
Decisa ad aspettare Leonardo, Michelle si siede in salotto, facendo
zapping tra i vari canali della tv ma, poco dopo, s’addormenta.
Si risveglia nel suo letto con al fianco il fidanzato, che la osserva.
Leonardo: “Buongiorno, amore”
Michelle: - sorridendo- “Che ore sono?”
Leonardo: “ E’ presto”
Michelle: “Come sono finita nel letto? Com’è andata
ieri sera? Scusami tanto se non ci sono venuta, non avrei fatto in
tempo.”
Leo non risponde, i suoi occhi sembrano spogliare Michelle che indossa
una sottoveste molto sensuale.
Leonardo: “Non mi sono divertito molto, mi sei mancata. Ti piace
la sottoveste che ti ho messo? Ieri sera dormivi così bene
che non ti ho voluta svegliare.
Michelle: - ancora sorridendo- “E così ne hai approfittato
per spogliarmi…”
Leonardo: “Come sei bella” le sussurra.
Il ragazzo accarezza delicatamente il collo della giovane e poi abbassa
il laccio della veste, s’avvicina a lei e la bacia una prima
volta delicatamente, una seconda con passione.
Michelle chiude gli occhi e nella sua mente ricompare il pensiero
di Alex, allora la ragazza si stacca dal fidanzato.
*Non posso* risuona la voce della coscienza nella sua mente.
Leonardo corruga la fronte mentre osserva Michelle alzarsi dal letto
e sistemarsi l’abito.
Leonardo: “Che ti succede?”
Michelle: “Niente, è solo che non mi va, adesso.”
Leonardo: “Fino a due mesi fa non mi avresti mai detto una frase
del genere.”
La voce della ragazza pare irritata mentre quella di Leo, triste.
Michelle, sentendo le parole ed il tono della voce del ragazzo, viene
avvolta da un senso di colpa.
Michelle: “Lo so, Leo, ti chiedo solo un po’ di tempo.
Sto attraversando un momento non bello."
Il ragazzo s’alza dal letto e si pone davanti alla giovane,
le accarezza i biondi capelli.
Leonardo: “Se solo tu mi dicessi cosa t’opprime…”
Michelle: “Ho bisogno di spazio”
Leonardo: “Che vuoi dire?”
Michelle: “Ho bisogno d’aria, Leo!” Urla un po’
irritata, quindi si dirige nel giardino.
L’abitazione nella quale Michelle e Leo vivono, già da
un anno, è molto grande e lussuosa. Il ragazzo guadagna bene,
da quando è diventato il pupillo di Gerard Jolie, capo della
polizia di New York, nonché padre di Michelle.
La giovane si accoccola sulla sdraio, osservando la piscina vuota
e si dondola lievemente.
Qualche istante più tardi, Leonardo compare al suo fianco porgendole
un bicchiere di succo d’arancia e si siede sulla sdraio accanto.
Michelle afferra il bicchiere.
Michelle: “Scusami, Leo.” Dice, affranta.
Il ragazzo sorseggia il suo succo.
“E’ anche questo esame… sono un po’ nervosa
per martedì.” Continua a scusarsi Michelle mentre pensa
che la scusa è davvero convincente.
Leonardo: “Vedrai che andrà bene”
Michelle: “Lo spero” Dice sospirando.
Leonardo: “Adesso devo prepararmi –dice alzandosi- Sono
di pattuglia con tuo padre.”
La ragazza annuisce e lo segue con lo sguardo mentre rientra in casa.
Quella mattina, Michelle decide di fare visita a sua madre.
Il cimitero è un tappeto di margherite a tra gli alberi soffia
un leggero venticello. La ragazza depone il mazzo di fiori sulla tomba
della madre e a lungo contempla la sua foto.
“Mamma, cosa mi succede? Perché mi sta capitando questo?
Non penso che a lei.”
Il volto di Margareth Jolie, stampato sulla fotografia, appare sereno
e sorridente.
“Cosa devo fare?” Sussurra Michelle mentre una lacrima
le solca il volto. La ragazza s’inginocchia dinanzi la tomba
e comincia a pregare.
*Nessun
problema per Leonardo che è di pattuglia* Pensa un po’
dopo, Michelle, mentre cammina freneticamente lungo il breve tratto
che dalla fermata dell’autobus la conduce a casa. La ragazza
ha calcolato tutto e si sente eccitata come una bambina alla quale
è stato promesso un giocattolo nuovo.
“Stasera vado al locale di Alex!” Dice decisa ed ad alta
voce, mentre il suo cuore sobbalza nel petto.
Sono le otto quando la chiave entra nella serratura del portone di
casa. Michelle fa il suo ingresso nell’abitazione e nota che
le luci sono accese. Passa nel salotto e trova la tavola apparecchiata
e due candele accese. Alle sue spalle compare Leonardo vestito in
smoking, con una bottiglia di champagne in mano.
Michelle: “Ma cosa…”
Leonardo: “Rimpiazziamo la mancata cena di ieri.”
Michelle: “Ed il tuo lavoro?”
Leonardo: “Tuo padre mi ha dato un permesso.”
Michelle osserva Leonardo: decisamente attraente nel vestito nero,
con camicia bianca e cravatta nera, i capelli castano chiaro tirati
all’indietro e trattenuti dal gel e quegli occhi verdi che la
guardano con affetto.
Poi Michelle pensa al proprio abbigliamento “Dovrei cambiarmi”
Leonardo: “No, sei bella anche così!
Il poliziotto prende la mano di Michelle e la bacia dolcemente, i
due si siedono sul divano ed il ragazzo stappa la bottiglia di champagne
per poi versarlo nei bue bicchieri.
Leonardo: “A noi”
I due bevono un po’, poi Leo afferra il bicchiere di Michelle
e li posa entrambi su un piccolo tavolo vicino. Infine preme “play”
sullo stereo e nella stanza si diffonde una leggera e piacevole musica.
Leonardo: “Vuole concedermi questo ballo?” Dice inchinandosi
davanti alla giovane. Michelle annuisce e gli porge la mano.
I due cominciano a ballare: Leo cinge con le mani i fianchi di Michelle,
poco dopo con la mano destra, le sposta i capelli e la bacia sul collo.
Prede il volto della ragazza tra le sue mani e s’avvicina per
baciarla ma lei s’allontana.
Michelle: “Scusami, Leo, non ora.
Leonardo: “Ma cosa c’è che non va, Mich? Mi eviti
e non vuoi neppure che ti tocchi!”
Il tono della sua voce è seccato.
All’improvviso davanti a Michelle si materializza l’immagine
di Alex che litiga con la ballerina del locale.
Michelle: “Mi dispiace, Leo, ho bisogno di tempo, te l’ho
detto.”
Leonardo: “E credi che questa risposta mi basti? Percepisco
il tuo distacco e ci sto male! Io ti amo, Michelle, ho bisogno di
sentirti presente, di sentire le tue carezze e che sono al primo posto
nei tuoi pensieri.”
A queste parole la mente della giovane corre di nuovo ad Alex.
Leonardo: “Non puoi tenermi in questa specie di limbo, aspettando
che ti torni il buon umore!”
Michelle: “Hai perfettamente ragione, Leo, ma io non so più
cosa provo.”
Leonardo: “Non sai più cosa provi… per me? - Conclude
il ragazzo con il volto stralunato- Bene! – Urla. La sua voce
acquista un accento stridulo.- C’è un altro?”
Michelle guarda il suo fidanzato con aria affranta.
Michelle: “Perché quando qualcuno non è più
sicuro del proprio rapporto si deve sempre pensare che ci sia qualche
altra persona?”
Leonardo: “Perché, non succede sempre così?”
Michelle: “A volte sì, a volte c’è dell’altro,
altre è più complicato.”
Leonardo: “Più complicato? –ripete Leo- Che vuol
dire, Mich?”
Michelle non risponde. Leonardo annuisce, sconsolato e guarda altrove:
la tavola imbandita, le candele che lentamente bruciano.
Leonardo: “Ok, perfetto! – esclama, infine- Me ne vado,
visto che qui non sono più gradito!”
Afferra la giacca ed in un momento di rabbia, getta a terra uno dei
due bicchieri con dentro lo champagne.
Poco dopo, il portone di casa si chiude, sbattendo forte, un quadro
ed il lampadario in salotto oscillano per alcuni istanti. Michelle
siede sul divano, un senso di sollievo misto a colpa si mescolano
nel suo animo e nella stanza il cd continua a suonare la musica.
Un’ora dopo, lo squillo del telefono sveglia la ragazza. Michelle,
un po’ smarrita, fatica a ricordare cosa sia successo, si alza
dal divano e va verso il ricevitore ma quando sta per afferrarne la
cornetta, questo cessa di suonare.
Michelle controlla l’orologio: sono le dieci.
*Mi devo essere addormentata* Pensa.
Viene sopraffatta da un senso d’eccitazione enorme: è
sola, nessuno può trattenerla e non può perdere altro
tempo. Cerca di riordinare le idee, va in camera da letto e svuota
l’armadio, alla ricerca di qualcosa di sexy ma non troppo, poi
si getta sotto la doccia.
Dieci minuti dopo, con un asciugamano in testa e canticchiando una
canzone, ritorna in camera da letto, s’infila un paio di pantaloni
in pelle, degli anfibi comprati il giorno prima, un completino intimo
nero in pizzo ed una maglietta nera, aderente e trasparente, senza
maniche per guardarsi, infine, allo specchio, sorridente e divertita.
Torna in bagno e si asciuga i capelli. Tornata, poi, in camera s’infila
una camicetta stretta e, con soddisfazione, alza entrambi i pollici,
in segno di vittoria.
Afferra la cornetta del telefono e compone il numero del Taxi Point,
richiedendo una vettura per un quarto d’ora dopo.
Una volta riattaccato corre in bagno ed estrae un vecchio beauty case
rimasto “nella polvere” per quasi due anni, a parte rare
occasioni di grand’importanza. E questa è un’occasione
di grand’importanza, quindi è arrivato il momento di
mettere alla prova le sue abilità di truccatrice. Senza esagerare
pone un po’ d’ombretto marrone sulla palpebre, matita
nera, rimmel ed anche un po’ di fard sulle guance.
Si reca in camera, afferra la scatola contenente il guanto, le chiavi
di casa, spegne le candele che per buona parte si sono consumate ed
esce dall’abitazione. Fa un profondo respiro e si “getta”
giù per le scale.
Capitolo
quarto: Il nuovo inizio.
Mezz’ora
dopo il taxi parcheggia poco distante dal locale d’Alex.
“E’ sicura di voler scendere qui? –chiede il tassista-
Non per farmi i fatti suoi, ma questo non è il luogo più
indicato per una ragazzina.”
Michelle lancia un’occhiata fulminante all’uomo, afferra
i soldi e glieli consegna.
“Grazie, ma so quello che faccio” Gli risponde, scendendo
dalla vettura.
Michelle s’avvia lungo il marciapiede, verso il locale.
“Ehy, bellezza! –urla un ragazzo che si sta fumando una
canna- Cerchi compagnia?”
Michelle tira dritto e giunta davanti al locale si ritrova di fronte
lo stesso buttafuori della volta precedente.
“Salve amico, ti ricordi di me?” Gli chiede.
L’uomo abbassa lo sguardo osservando la piccoletta e si limita
ad aprirle la porta.
“Grazie” dice, sorridendo, Michelle, ed entra
Il solito frastuono la invade. Cerca di farsi strada fra la gente
ma ad un certo punto il suo cammino viene fermato da un ragazzo che
sta per vomitare.
“Mio Dio” Esclama Michelle e conviene con sé stessa
sul fatto che non vuole più stare lì, decide d’andarsene
ma quando afferra la maniglia la porta s’apre ed entra Alex.
“Chi si vede, la ragazzina” Esclama la donna non appena
si trova davanti Michelle. Il
cuore della ragazza sobbalza. Alex è molto bella: indossa dei
pantaloni a 3/4 neri, infilati negli anfibi ed una maglietta rossa,
con una fila di bottoncini. La maglietta è così aderente
che sembra che la generosa scollatura stia per scoppiare.
I suoi capelli sono lievemente mossi il che, aggiunto al rossetto
marrone/rosso che ha sulle labbra, le dà un tocco più
selvaggio, che le dona terribilmente.
Michelle per un istante interminabile squadra Alex dalla testa ai
piedi mentre le sue guance si colorano di un rosso accesso.
“Ciao” le risponde la giovane che nel frattempo si è
persa nel azzurro degli occhi di Alex.
Alex: “Mi era sembrato che questo posto non ti piacesse.”
Michelle: “Infatti”
Alex: “ Nessuno ti trattiene, questa non è serata per
ciarlare di sciocchezze. Ho altro da fare.”
Michelle è sorpresa e ferita dall’atteggiamento freddo
e pungente di Alex ma cerca ugualmente di portare avanti il suo discorso.
Michelle: “Beh, anch’io ho cose più importanti
da fare che mettere piede in questo lurido locale ma, scusa tanto
se sono venuta per restituirti il guanto che avevi lasciato in palestra.
Alex: - con aria interrogativa, alzando un sopracciglio.- “E'
per riportarmi il guanto che ti sei vestita più o meno come
mi vesto io? Tesoro, mi piaci anche se sei te stessa” L’apostrofa
la donna con scherno.
Michelle diventa rossa come un peperone e muove le labbra senza dire
niente “Io...Io” balbetta, imbarazzata. Poi, riprendendosi,
controbatte “Quante volte mi hai visto per sapere che abiti
porto e come sono? E soprattutto chi ti dice che mi sono vestita così
per te?”
Alex: “Non l’ho detto. Visto che ti trovo in difficoltà
a formulare anche una semplice scusa, te lo do io il mio numero, così
non sarò costretta a farti la respirazione bocca a bocca, quando
sverrai dopo essere diventata paonazza almeno altre quattro volte.”
Dice, porgendole un bigliettino da visita. Prima che la ragazza possa
replicare, in qualsiasi modo, Alex ci ripensa, porta il bigliettino
alle labbra, vi stampa un bacio ed infine lo porge a Michelle.
Michelle: “Sai cosa me ne faccio io del tuo numero?” ribatte,
punta nell’orgoglio, la ragazza.
Quindi fa per strappare il biglietto ma poi pensa al fatto che se
ora si trova al locale, a bisticciare con Alex è solo perché
l’ha voluto, perché da giorni, ormai, non riesce a pensare
ad altro che non sia quella meravigliosa donna che ha davanti.
Alex s'accorge che è il momento giusto per sfoderare altre
carte, di risorse ne ha molto e ne è pienamente consapevole.
Prende tra le sue una mano di Michelle e, con tono dolce e sensuale,
le dice “Non arrabbiarti, non sono cattiva, sono solo un po’
stronza. Tu mi piaci.”
Quelle ultime parole si ripetono nella testa di Michelle come un'eco.
La ragazza si perde negli occhi di Alex ma non riesce a dire nulla,
è troppo emozionata.
Così è Alex a prendere la parola “Se vuoi, fatti
sentire, Michelle” e le bacia la mano.
Questo gesto colpisce profondamente Michelle che, afferrando Alex
per un braccio, la ferma “Ti prego, non te ne andare, non voglio
perdere questo momento.”
Alex guarda Michelle negli occhi e, prendendole le mani tra le sue,
la conduce attraverso la folla.
Il cuore di Michelle sobbalza ancora ha la sensazione di vivere in
un altro mondo.
Cercando di farsi spazio tra la folla che c'è nel locale, Alex
conduce Michelle verso le scale, quando un uomo, alto, robusto e con
un’aria virile si rivolge a lei “Ehi, Alex, quand’è
che scoperai pure me?” “Quando rinascerò cogliona!”
E, spingendolo con forza, se lo toglie da davanti, arrivando dinanzi
alla scale. Rivolgendosi a Michelle cambia tono di voce “Scusa,
fanno parte di me, i casini continui...”
Michelle non ha neppure sentito cosa era accaduto, persa com'è
negli occhi di Alex e inebriata dal suo profumo.
“Sei bellissima” le sussurra Alex, prima di baciarla,
delicatamente, sulle labbra.
Le due donne salgono le scale ed arrivano al primo piano, dove ci
sono delle camere usate dalle ballerine “per arrotondare la
paga”.
Alex prende in braccio Michelle. Il cuore della ragazza non sta più
al suo posto mentre si sente la testa totalmente andata in panne.
Alex, con un calcio ben assestato, spalanca la porta della stanza,
arredata con gusto, dove, al centro, vi è un gran letto matrimoniale.
Michelle percepisce più acuto il profumo d’Alex nella
stanza.
La donna fa scendere Michelle che fino a quel momento aveva portato
in braccio e le toglie la giacca di pelle nera, poi la spinge sul
letto
Alex si avvicina sensuale come una pantera a Michelle mentre lei si
perde nei suoi occhi azzurri.
Le labbra delle due donne si sfiorano, prima una poi due volte, si
cercano ma non si toccano in un gioco di resistenza, poi alla fine
Alex apre la bocca e con ardore bacia Michelle avidamente, mentre
la giovane le cinge il collo con le braccia.
Il bacio si fa intenso, le loro lingue giocano sfiorandosi e lottando
in un’estasi di piacere. Poi Alex bacia il collo di Michelle,
per poi passarci la lingua calda e umida.
La donna passa poi ad accarezzare il petto di Michelle e comincia
a sbottonarle la sua camicetta. La ragazza, in preda alla frenesia,
cerca di aiutare Alex a sfilare la camicetta ma si lega con le maniche
e tutte e due sorridono divertite. Alla fine la camicetta atterra
sul pavimento. Alex, ora, si sofferma ad osservare la maglietta nera
trasparente che lascia intravedere il reggiseno di pizzo anch’esso
nero, poi senza più esitare la sfila di dosso a Michelle.
La giovane è al tempo stesso eccitata e molto nervosa, con
voce impercettibile sussurra: “Alex, io non sono mai stata con
una ragazza”, a quelle parole diventa rossa in volto e il suo
cuore sussulta.
Alex sorride e poi risponde: “Non preoccuparti, lasciati andare”.
La donna infila le mani sotto la schiena di Michelle per sganciarle
il reggiseno che, un attimo dopo, fa compagnia alla camicetta e alla
maglia sul pavimento.
Alex osserva i seni della ragazza, sono rosei e sodi anche se un po’
piccoli. Il cuore di Michelle batte così forte che è
convinta che la donna possa sentirlo.
Alex le accarezza i seni con le mani mentre torna a baciare la giovane
con passione, poi morde il labbro superiore di Michelle che, in preda
all’estasi, sembra non accorgersene.
Alex, lentamente, scende andando a succhiare i capezzoli del seno
della ragazza che subito si fanno più rosei e si induriscono,
poi gioca con essi passandoci sopra la lingua più volte e stuzzicandoli
con le dita.
Michelle inarca la schiena e, presa dall’estasi, si lascia scappare
un grido. “Non fermarti” sussurra poi con voce suadente.
Ed Alex non ha alcun’intenzione di fermarsi. Si drizza a metà
busto, a cavalcioni, avendo tra le sue, le gambe di Michelle. Da lassù
Alex contempla la giovane per qualche istante: il suo corpo è
ben tornito con gli addominali che si contraggono per il respiro fattosi
più pesante.
Michelle si solleva portandosi alla stessa altezza di Alex, afferra
le mani della donna e le unisce alle sue, poi infila le proprie mani
sotto l’attillata maglietta della donna, e accarezza i suoi
seni percependo i capezzoli dritti sotto il reggiseno, infine sfila
la maglia ad Alex, ne respira il profumo inebriante e poi la getta
via. Allora Alex spinge Michelle giù costringendola a distendersi
di nuovo.
Alex comincia a slacciare il primo bottone dei pantaloni di Michelle,
poi il secondo, poi il terzo, la giovane sente mille brividi che le
attraversano la schiena quando percepisce il contatto delle mani di
Alex su quella parte di lei più intima, protetta solo dalle
mutandine.
Alex sfila i pantaloni di Michelle, poi quasi perdendo interesse,
torna a baciare la ragazza sulle labbra. Pian piano, però,
fa scendere la propria mano destra lungo tutto il corpo di Michelle
per poi infilarla nelle mutandine della giovane. A quel contatto estraneo
Michelle morde il labbro inferiore di Alex che si ritrae per un istante.
“S… scusami” sussurra Michelle. La donna si limita
a scuotere il capo e torna a baciarla.
La mano di Alex continua ad accarezzare il sesso di Michelle poi,
aiutandosi con l’altra, sfila le mutandine gettandole in aria.
Adesso Michelle è completamente nuda.
La donna si distende a fianco di Michelle e infila la sua gamba destra
tra quelle della ragazza per poi tornare a baciarla.
Intanto la mano destra di Alex corre lungo la coscia della giovane,
su e giù, a volte avvicinandosi alla sua parte più intima
per poi allontanarsi subito dopo. Infine, con decisione, la donna
penetra Michelle con un movimento rotatorio del dito medio entra ed
esce a ripetizione.
La giovane afferra Alex per le spalle e vi affonda le unghie, mentre
il respiro di entrambe si fa più intenso.
Michelle inarca la schiena e allarga le gambe per facilitare la penetrazione,
poi Alex, oltre al medio, introduce anche l’indice e continua
a muovere le dita all’interno. Un gemito si blocca nella gola
della biondina che raggiunge l’orgasmo. Perle di sudore inondano
la fronte della ragazza che bacia con ardore colei che le ha fatto
toccare il cielo con un dito.
“E’ bellissimo” sussurra ancora una volta.
Alex toglie le dita da dentro Michelle e le passa sul corpo della
giovane, l’odore del sesso si diffonde nella stanza, il suo
corpo trabocca di sensualità e di piacere: i suoi seni sono
più grandi, i capezzoli dritti, i suoi occhi sono diventati
di un verde intenso e il suo volto ha assunto un’espressione
di eccitazione mai provata.
Ma il gioco non è ancora finito.
Alex, ansimando, bacia di nuovo Michelle, poi, con la lingua, accarezza
il mento della ragazza, poi il collo, scendendo piano tra i seni ma
non si ferma, accarezza lo stomaco e poi l’ombelico. Michelle
ha capito quel’ è l’obiettivo di Alex e viene invasa
da un calore enorme.
Alex scivola dentro Michelle con la lingua e la giovane chiude gli
occhi in preda all’estasi.
La lingua della donna gioca dentro Michelle succhiando ardentemente
il nettare che emana dal sesso della ragazza. Poi Alex sostituisce
la lingua con le dita e così per varie volte finché
Michelle non raggiunge di nuovo l’orgasmo. Un ennesimo urlo
di piacere le esce dalla gola e poi, sfinita e sudata, si lascia andare.
Poco dopo Alex stramazza sul letto a fianco di Michelle ansimando.
Per un po’ si sente solo il respiro affannoso delle due donne,
poi Michelle vuole che anche Alex provi quello che ha provato lei,
vuole eccitarla e portarla all’orgasmo così tante volte
da sfinirla. Quindi la giovane si getta sopra la donna e le sussurra:
“E’ stato bellissimo”, poi tira fuori la lingua
e la passa sull’orecchio, un brivido attraversa la schiena di
Alex mentre Michelle le morde il lobo.
“Adesso tocca e me” torna a sussurrare.
Michelle lascia scivolare dolcemente le sue mani sui seni di Alex
decisamente più prosperosi. Alex accarezza il volto ancora
giovane di Michelle e i suoi biondi capelli. La ragazza sgancia il
reggiseno alla donna e non appena vede i suoi seni è invasa
da un enorme calore, eccitazione e imbarazzo si mescolano dentro di
lei.
Michelle massaggia i seni di Alex con le sue mani bollenti, poi avvicina
le sue labbra al capezzolo e lecca piano la zona intorno prima dell’uno,
poi dell’altro, i capezzoli stimolati cominciano a drizzarsi,
solo allora Michelle comincia a morderli e poi li succhia avidamente
finché non diventano rossi e gonfi.
Poi con mani un po’ insicure sgancia l’unico bottone dei
pantaloni di Alex e abbassa la lampo, intravede il tanga che indossa
e viene investita da un nuovo stato di eccitazione. L’aria si
sta facendo bollente e Michelle è talmente calda che vorrebbe
strapparsi la pelle di dosso. Sfila i pantaloni di Alex, ma, improvvisamente
qualcosa la blocca, uno stato d’insicurezza le impedisce di
andare avanti.
Guarda Alex con grandi occhi interrogativi e poi sussurra: “Non
ci riesco!”.
Alex, distesa supina sul letto, coprendosi il volto con una mano,
scoppia in una fragorosa risata mentre Michelle, sente il mondo crollarle
addosso e una vergogna ed un imbarazzo terribili assalirla.
“Cazzo, è la prima volta che mi succede una cosa simile,
starò invecchiando e diventando un cesso se qualcuno non riesce
neanche a fare sesso con me!” Esclama Alex, mordendosi il labbro
inferiore per trattenere le risa.
A questo punto Michelle non ce la fa più, si sente troppo imbarazza,
le lacrime cominciano a caderle copiose lungo il volto, mentre con
una voce tremolante si rivolge alla donna “Mi dispiace Alex,
volevo che tu provassi le bellissime sensazioni che ho provato io
e invece… che stupida sono stata”.
A questo punto Alex dispiaciuta per Michelle, si tira su, s’inginocchia
accanto alla ragazza, cercando di “pulirle” il volto dalle
lacrime. “Non fare così, forse sono troppo irruente per
te, vedrai che la prossima volta andrà meglio.”
Michelle appoggia la testa contro il petto di Alex che, nonostante
si trovi un po’ impacciata in una tale situazione, accarezza
i capelli della ragazza, con una mano e la tiene abbracciata, con
l’altra.
“Alex…” sussurra Michelle.
“Mmm?” Mugugna Alex.
“Ti voglio bene” le dice Michelle, accoccolandosi tra
le sue braccia.
Capitolo
quinto: Vivere insieme.
Qualche
ora dopo, la moto d’Alex si ferma bruscamente davanti alla casa
di Michelle che le siede dietro, stringendosi forte a lei.
Michelle: -scendendo- “Cavoli, che guida, ringrazio Dio d’essere
ancora viva!”
Alex: “Ehi, so guidare benissimo!”
Michelle: “Sì, sì… sei solo terribilmente
spericolata! –dice con un sorriso per poi continuare –Prendo
qualche vestito e poi andiamo, ok?”
Alex: “Sì. Vai tu, t’aspetto qui.”
Michelle: “Sì, forse è meglio.”
Durante il tragitto dal locale alla casa di Leonardo, Michelle ha
press’a poco spiegato ad Alex come stanno le cose con Leo. Michelle
ha chiesto ad Alex d’accompagnarla a prendere lo stretto necessario
a casa per poi portarla dalla sua più cara amica, Alison.
Una decina di minuti dopo che Michelle era entrata in casa, eccola
riapparire sulla soglia del portone.
Michelle: “Hai visto che brava? –esclama gettando a terra
i due giganti borsoni colmi d’abiti e chissà cos’altro-
Leo non c’era, per fortuna!”
Alex: “Dicesi <culo>” Afferma cingendo Michelle
alla vita per poi baciarla con passione.
Circa venti minuti dopo, le due donne, arrivano in una larga strada
semi illuminata: il quartiere delle case popolari. E’ in una
di queste che, al terzo dei trenta piani, vive Alison.
Michelle: - scendendo dalla moto- Quando ti rivedo?”
Alex: “Domani alle dieci?”
Michelle: “Sììììì! –esclama
felice, abbracciano Alex- Buonanotte mia Dea!”
Alex: “Buonanotte” Risponde la donna baciando Michelle
sulle labbra.
Un fischio d’approvazione le interrompe, facendo loro alzare
lo sguardo verso l’alto.
Michelle: “Alison!” Urla all’amica che osservava
molto interessata la scena.
Alex: “Va, prima che la tua amica impazzisca nel voler sapere
cos’è successo”
Michelle vorrebbe baciare ancora la sua amata Alex ma sa che se lo
facesse non potrebbe più staccarsene, così, raccogliendo
tutta la forza di volontà ed il buon senso, dato l’orario
e cioè le tre dell’alba, entra nel palazzo mentre Alex
scompare, velocemente nella notte.
Nonostante
la stanchezza, Michelle è troppo eccitata per dormire sa che
l’attende un intero giorno da passare con Alex. La mattina dopo
Michelle controlla l’orologio. “Fra un’ora sarà
qui!” dice, sorridendo. Alison, che lavora in un fast food,
è già uscita di casa, quindi ora, Michelle è
sola, con i suoi pensieri.
Non si è mai sentita così elettrizzata, il suo cuore
batte forte, come se dovesse sostenere un esame, continua a rivedere
il volto di Alex, desidera ardentemente baciarla sulle labbra, perdersi
in lei e con lei. Ha vissuto mille volte tutta la giornata che l’aspetta,
in mille modi diversi ed ognuno con sensazioni sempre nuove.
Raccoglie i suoi biondi capelli in una coda e, guardandosi allo specchio
del bagno, lascia che alcuni ciuffi le ricadano ai lati. Torna a guardare
l’orologio, la lancetta dei minuti s’è spostata
d’una tacca.
Passa le mani sotto l’acqua per inumidire i capelli, una volta,
poi di nuovo ma, accidentalmente, urta una bottiglietta di profumo
che cade nel lavandino aprendosi e versandone il contenuto.
“Dannazione!” Impreca, mentre il profumo inonda la stanza.
Michelle fa scorrere un po’ d’acqua e poi va ad aprire
la finestra.
Si reca in camera e s’allaccia le scarpe, poi, correndo, va
in cucina e controlla l’orologio: la lancetta si è spostata
di tre minuti.
Indossa i guanti e finisce di lavare i piatti, canticchiando. Alza
lo sguardo verso l’orologio, un quarto d’ora è
trascorsa, ne restano solo tre quarti poi Alex sarà lì
da lei.
Passa ad asciugare i bicchieri, depone il primo sul tavolo, poi anche
il secondo ma non s’accorge che, per metà, sporge nel
vuoto e quando lo lascia, cade a terra. I suoi occhi seguono la discesa
come in una scena al rallentatore, poi si frantuma.
“Porca vacca! - Impreca di nuovo- Devo stare calma, calma, calma.”
Afferra la scopa “Ora scopo…ehm, cioè, spazzo via
tutto!” Michelle ci fa rossa in volto e sospira.
Si siede sul divano in salotto ed afferra un giornale, dopo un secondo
accende la tv e senza interesse, fa zapping tra i canali, spegne la
tv e s’alza per guardare dalla finestra. E’ una bellissima
domenica mattina e per strada c’è tanta gente.
Sospira e controlla l’orologio: mezz’ora.
“Questa attesa mi distrugge!” Dice.
Torna in bagno e si riguarda allo specchio.
“Le piacerò, così?” Si chiede.
La giovane indossa un paio di jeans blu scuro, una maglietta di cotone,
celeste e senza maniche, con una scollatura sul davanti e, sopra,
un maglioncino sempre di cotone, ma leggermente felpato con cappuccio,
di colore grigio. Michelle adora il grigio.
Torna in salotto e si siede sul divano letto. Alza lo sguardo verso
l’orologio ed il suo cuore comincia a battere forte, manca solo
un minuto.
Dall’improvviso il campanello suona, la giovane salta in piedi.
“Ok, Michelle, con calma” Ricontrolla l’orologio
*E’ puntuale – pensa- Dovrei farla aspettare? Con gli
uomini funziona, ma Alex è una donna… e se poi si stufa
e va via?* La giovane sbarra gli occhi alla sola idea, corre in cucina
per prendere lo zaino, ma ci ripensa e va prima in camera di Alison,
a prendere la giacca in jeans. Subito dopo corre a prendere lo zaino
a va alla finestra del salotto.
Eccola, è lì, appoggiata alla sua moto. *Mio Dio –
pensa Michelle- Com’è bella, ed è mia… Ma
che cavolo sto pensando?*
Alex alza lo sguardo verso la finestra e guarda la giovane da dietro
gli scuri occhiali da sole. Indossa dei pantaloni neri, ed una maglietta
scollata a “V”, del medesimo colore e la sua nera giacca
di pelle.
Una freccia colpisce Michelle dritta al cuore, alza la mano e fa cenno
che sta arrivando.
*Sembra tranquilla – pensa- Perché io sono agitata?*
Si domanda con ironia.
Apre il portone di casa ed una luce abbagliante le ferisce gli occhi.
Cammina lungo il vialetto di mattoni bianchi, altre volte solcato
dai suoi passi e si ferma davanti al cancello che dà sulla
strada. Solo quello la divide da lei, solo un cancello, sarebbe in
grado d’abbatterlo, ci riuscirebbe, tanta è la forza
e l’eccitazione che corre lungo il suo corpo.
Apre il cancelletto ed esce, ma si scorda dello scalino ed inciampa,
guarda subito Alex e diventa rossa.
“Devono averlo aggiunto solo ultimamente…” Dice,
ma sa benissimo che è sempre stato lì.
S’avvicina ad Alex, la distanza che la divide da lei sembra
non finire mai.
“Ciao!” Le dice mentre il suo volto s’illumina.
Alex ricambia il sorriso e, dopo essersi alzata gli occhiali ed averli
sistemati sulla testa, a mò di cerchietto, cinge a sé
Michelle per poi darle un bacio sulle labbra.
“Buongiorno” Esclama infine.
Il cuore sobbalza nel petto di Michelle appena Alex la cinge tra le
sue braccia e la bacia, poi si stacca delicatamente dalla donna e
le sorride dicendo: “Buongiorno”, quindi l’abbraccia
e in un orecchio le sussurra con voce dolce: “Resterei così
per tutta la mia vita, senza bere, né mangiare, solo abbracciata
a te” poi le stampa un bacio su una guancia.
“Non riuscirei a non toccare alcool per più di qualche
ora” Replica soave Alex ma, accorgendosi dello sguardo interrogatorio
di Michelle, liquida la propria affermazione stampandole un altro
bacio sulle labbra.
“Dimmi qualcosa di te, Michelle.” Cambia velocemente discorso
Alex.
“Ti parlerò di me quanto vuoi, ma solo dopo che saremo
lontane da qui, dove mi porti di bello?” dice raggiante Michelle.
“In un posto speciale” Risponde Alex, salendo sulla moto.
Entro venti minuti dalla partenza, le due donne arrivano alle sponde
di un piccolo lago, nei pressi "delle porte" di New York.
Scendendo dalla moto, Alex si rivolge, soddisfatta, a Michelle “Che
te né pare?”
Michelle scende dalla moto e i suoi occhi si illuminano, mentre sulla
sua bocca si disegna un ampio sorriso: “WOW! – dice- E’'
bellissimo, mio Dio, che posto incantevole, sembra di essere in un
luogo magico!”. La giovane si volta verso Alex e la abbraccia
“E' meraviglioso” ripete.
Alex: “Sei sempre così? Intendo, così gentile
e carina?”
“Bè, con te lo sono mille volte di più!”
quindi afferra Alex per una mano e la fa scendere dalla moto. “Andiamo,
andiamo a vedere il lago più da vicino”. Le due donne
s'avvicinano al lago. L'acqua appare di un azzurro cristallino, che
si contrappone con il verde acceso della piccola erbetta che vi cresce
sulle sponde. Questo luogo sembra abbandonato dalla tecnologia, dall'evoluzione
della storia, da ogni fattore che caratterizza il mondo moderno. E'
un luogo bello e genuino, s'addice perfettamente a Michelle.
La ragazza osserva felice quel bel panorama, quando Alex interrompe
i suoi pensieri “Ora potrei sapere qualcosa di te?” le
chiede.
Michelle fa cenno di aspettare, afferra lo zaino, che fino ad allora
aveva portato dietro le spalle, ed estrae una coperta, la stende sul
prato e poi afferra le mani di Alex: “Sediamoci - dice.- Cosa
vuoi sapere di me?” chiede infine.
Alex si siede di fronte a Michelle, incrociando le gambe. Dopo essersi
portata i capelli all'indietro, appoggia il volto sulla mano ed alza
gli occhi al cielo. Infine esclama “Potresti iniziare col dirmi
quanti anni hai, cosa fai nella vita, cosa ti piace fare... Qualsiasi
cosa.”
“Ho 23 anni, già…confessa sembro più piccola,
ma non saresti la prima che me lo dice... cosa faccio nella vita...
medicina, studio alla Colombia University, non so se la conosci, sono
al terzo anno e... bè - quindi arrossisce.- Nel tempo libero
mi piace leggere e comporre poesie”.
Alex: “L'età non vuol dire nulla. Quali sono i tuoi autori
preferiti? Io ho una gran passione per Saffo, il che però sembra
scontato.”
“Ma è meraviglioso! - urla Michelle. - Mi piacciono gli
autori italiani come Giacomo Leopardi, ma non ne ho uno in particolare
a dire la verità. Amo molto anche il teatro, Shakespeare soprattutto,
adoro Giulietta e Romeo... ho da poco finito di leggere Otello”
“Oh Romeo, Romeo, perché sei tuo Romeo? Rinnega tuo padre
e rifiuta il tuo nome... - recita Alex con tono sognante interrompendosi
però bruscamente, per poi cambiare discorso- Io adoro Tennessee
Williams, era capace di leggere l'animo umano come nessun altro sapeva
fare.”
Michelle guarda Alex a bocca aperta, mentre i suoi occhi si accendono
di una luce intensa “Alex... - la ragazza diventa rossa in volto-
Sei una persona stupenda- poi le getta le braccia al collo- Io...
ho scritto una poesia per te... però non è un granché,
forse non dovrei neppure leggertela...”
Alex ricambia l'abbraccio di Michelle. “Mi farebbe piacere sentirla”
le dice, scostandole una ciocca di capelli dal volto.
A quel gesto lo stomaco di Michelle si attorciglia su se stesso. “Okey..
spero ti piaccia” dice la giovane, quindi afferra un foglietto
che aveva nella tasca posteriore dei jeans e legge:
“Per me sei il sole e il mare,
la mia stella polare.
Il mio punto di riferimento,
sei la mia gioia e il mio tormento.
Sei la mia luce
vorrei perdermi in te senza aver mai pace.
Riempi le mie ore,
il tuo nome ho inciso sul cuore.
Sogno il tuo contatto sulla mia pelle,
i tuoi occhi lucenti come stelle.
Sento la tua voce suadente
risuonare nella mia mente.
Immagino i tuoi baci sulle mie labbra
leggeri come granelli di sabbia.
Il cielo mi parla di te,
il vento, le stelle, il sole e non c'è un perché.
Ma forse... sai cos'è?
queste cose sono splendide, come te”.
Michelle accartoccia il foglio e resta in silenzio.
“Wow - esclama Alex mentre l'espressione del suo volto esprime
lo stupore che prova- Non so cosa dire...grazie, sei bravissima.”
Riesce poi a dire, un po' imbarazzata per la situazione.
“Grazie, ma è merito tuo se riesco a scrivere queste
cose, tu sei la mia Musa ispiratrice...- quindi abbraccia ancora una
volta Alex e le stampa un bacio sulle labbra- Ti amo” Le sussurra,
guardandola dritta negli occhi.
Sentendo quelle parole, l'espressione di Alex cambia. Si stacca da
Michelle e scuote la testa.
“Non donare la tua anima a chi non la merita. Cerca di conoscere
chi hai di fronte, prima di fidarti.” Le dice poi, con tono
freddo.
Michelle corruga la fronte, non appena sente le parole di Alex abbassa
lo sguardo, poi si alza da sedere e dà le spalle alla donna
fingendo di essere interessata al lago.
Anche Alex s'alza e s'avvicina a Michelle, evitando, però,
un qualsiasi contatto fisico.
“Non voglio farti soffrire, sembri una persona meravigliosa,
sono una stronza piena di casini, non ti merito.”
Michelle, si volta, osserva Alex negli occhi e poi sorride “Io
adoro le persone piene di casini, non te l'ho detto?” dice sussurrando,
poi cinge il collo di Alex con le braccia e la bacia con passione.
Alex stringe a sé Michelle mentre pensa che, durante il cammino
della sua vita incasinata, sembra aver incontrato una persona davvero
speciale.
“Da quando ci siamo conosciute mi ripeti che la tua vita è
incasinata, ma cosa vuol dire?” dice la giovane.
Alex: - dopo aver tirato un profondo sospiro- E' una storia lunga
- si limita a dire la donna, preoccupandosi di cambiare discorso,
in fretta.- Cos'altro mi dici di te? Fai qualche sport?"
Dice prendendo da terra un sasso, per lanciarlo con forza in mezzo
al lago.
“Ma come? - dice Michelle avvicinandosi ad Alex e girandole
un po' intorno.- Mi meraviglio di lei, la sua mente è così
labile da non ricordare dove ci siamo incontrate la seconda volta?”
“Tesoro, nella palestra che frequento ci sono almeno dieci discipline
diverse e c'è anche la sezione massaggi e perfino quella dedicata
alla cura estetica del corpo. Di conseguenza le possibilità
sono infinite.” Risponde Alex, risoluta.
“E dimmi...- dice con voce sensuale Michelle avvicinando la
sua bocca all'orecchio di Alex. -Tu ti dedichi alla cura del tuo corpo?
- La giovane gira intorno alla donna e le osserva il suo di dietro...
– Allora?”
Alzando un sopracciglio Alex risponde, divertita. “Tu che ne
dici? Se non basta la vista, puoi affidarti anche ad altri sensi...”
“Ad esempio? A quali altri sensi potrei affidarmi?” dice
Michelle divertita.
“I sensi sono cinque, vedi quali potrebbero servirti, in questa
missione...” Risponde Alex, con tono provocatorio, incrociando
le braccia dietro la schiena di Michelle.
Michelle alza gli occhi al cielo per pensare “Dunque... il gusto...
- quindi delicatamente afferra la testa di Alex, la porta vicino alla
sua e le stampa un bacio sulle labbra. - Poi il tatto... mooolto importante-
dice sorridendo e con violenza depone le sue mani sul sedere della
donna.- Dimmi guerriera, quanti anni hai? Non ti ho chiesto ancora
niente... e perché hai aperto un locale così... bizzarro?”
“Trenta fra qualche giorno. - Risponde sorridendo, per la piacevole
posizione nella quale si trova- Ho aperto quel locale per guadagnare
bene. Sai, la gente è porca... a proposito, com'è il
mio fondoschiena?”
Michelle diventa rossa in volto “M..molto sodo!” dice
balbettando.
“Frutto d'anni d'arti marziali. Non mi hai ancora detto che
sport pratichi. Oltre al sesso, intendo” Replica la donna.
Michelle si fa di nuovo rossa in volto: “Mi piace il kung fu...
non lo pratico da molto però... ma sta attenta a come ti comporti
che potresti ritrovarti legata e imbavagliata e dopo non saprei cosa
potrebbe accaderti - dice sorridendo. - Comunque adoro e sempre adorerò
il calcio... in realtà sono un vero maschiaccio!”
“Non l'avrei mai detto” Replica sorpresa Alex, risiedendosi,
sulla piccola coperta. Michelle segue l'esempio di Alex e torna a
sedersi. “Ti va di fare qualcosa di divertente?” chiede
“Tesoro, se me lo chiedi così come posso dirti no?”
Risponde Alex, con un tocco di malizia. La giovane sorride capendo
di aver detto una frase un po' ambigua: “Intendevo fare un gioco,
il gioco della verità ad esempio... così magari riuscirò
a farmi dire qualcosa di più su di te... misteriosa donna che
mi hai rubato il cuore” e le lancia un bacio.
“Mmm... Lo trovo compromettente, altamente compromettente. -
risponde pensierosa, per poi cambiare tono, assumendo l'aria di chi
ha in mente un piano- Però... accetto solo ad un patto e cioè
che, se una delle due non vorrà rispondere, si dovrà
togliere qualcosa. Un piccolo pegno in cambio della momentanea immunità.
Lo trovo leale.”
Michelle sorride divertita: “Va bene, però credo che
allora risponderò molto poco... - quindi strizza l'occhio alla
donna. - Comincio io ok? -. La giovane pensa un attimo e poi con occhi
lucenti dice: - mi piacciono molto i tatuaggi quando sono addosso
ad un'altra persona tu ne hai in qualche posto... particolare?”
“Ehy, io sono particolare ovunque! Comunque, per rispondere
alla domanda, ne ho uno sul basso ventre ed è un simbolo giapponese
che indica "Equilibrio e forza dello spirito", uno sul polso,
ed è un tribale, ed uno sopra al mio caro fondoschiena ed è
un drago che custodisce uno ying yang. Sono stata esauriente?”
Chiede Alex
“Uno sul basso ventre? - replica Michelle, avvicinandosi alla
donna con fare suadente. - Mi piacerebbe vederlo e anche quello sul
tuo fondo schiena”
“Giù le mani - replica Alex, decisa, afferrando i polsi
di Michelle- Ora tocca a me... A letto sono meglio io o il caro Leo?”
Il tono della voce di Alex concorda pienamente con l’espressione
provocatoria del suo volto.
“Ti interessa davvero tanto saperlo? - chiede Michelle, quindi
senza nessuna esitazione risponde- Tu, senza alcuna ombra di dubbio,
non c'è neppure paragone”
“Queste sono cose che mi gasano l'ego - Risponde la donna tirando
un profondo respiro compiaciuto. Cambiando posizione, s'appoggia al
petto di Michelle- Prego, tocca a te” Conclude.
La giovane sente il cuore sobbalzare nel petto, quindi con un po'
d’esitazione cinge Alex con le sue braccia. “T’interessa
così tanto avere buone prestazioni a letto? – chiede.-
Dimmi, sei mai andata in bianco, tu?”
Lanciando un'occhiata fulminante a Michelle, Alex si siede, si toglie
la giacca e gliela pone. “Mi rifiuto” Le dice, infine,
sbottonandole due bottoni della giacchetta.
Michelle ride a crepapelle poi dice “Questo vuol dire che sei
andata in bianco... non è vero? E' capitato anche a te, la
sensuale, sexy, eccitante Alex...”. “Ragazzina, se non
ho risposto è per non metterti a disagio ma visto che sottolinei
la cosa: no, non sono mai andata in bianco.” Le risponde la
donna.
“Non avevo dubbi, stavo solo scherzando - quindi si avvicina
assumendo uno sguardo dolce. - Tu non sbagli mai!”
“Che adulatrice!” Esclama Alex, prendendo tra le sue,
la mano destra di Michelle. Inizia quindi a scrutarla attentamente
e l'accarezza con l'indice per poi esordire “La tua mano dice
che sei bella dentro - quindi la guarda negli occhi, per poi infilare
le braccia dentro alla giacchetta, facendo correre sensualmente le
dita sui fianchi di Michelle - Però a me sembri molto bella
anche fuori” Conclude poi, baciandola sul collo.
Mentre Alex fa scorrere il dito sulla mano di Michelle un brivido
attraversa tutta la sua schiena. “Ti ringrazio” sussurra
la giovane con un filo di voce, non si aspettava quella mossa, quindi
si lascia andare quando la donna la bacia sul collo e un nuovo brivido
le corre lungo la schiena. Alex s'inginocchia di fronte a Michelle
e le accarezza il volto con una mano, baciandole delicatamente le
labbra. Bruscamente interrompe questa serie di dolci effusioni per
spingere, inaspettatamente, Michelle a terra, montandole sopra. Porta
le braccia di Michelle, sopra la sua testa, bloccandole con forza,
per poi porre una schiera di baci sul suo corpo, a partire dall'interno
del braccio, per arrivare al collo. Alex sente la passione padrona
del suo corpo, si sente come drogata dagli occhi smeraldini e dal
dolce profumo di Michelle.
Michelle sospira, poi si alza un poco da terra e incontra le labbra
di Alex baciando la donna con passione. Poi cerca di liberarsi dalla
presa ma, non riuscendovi sussurra con voce sensuale “Fa di
me quello che vuoi” e guarda la donna con occhi quasi diabolici.
“Potresti pentirtene, a volte perdo il controllo.” Le
risponde Alex, con tono sensuale. Quindi, decisa a dar prova, ancora
una volta, della sensazionale amante che sa essere, aiuta Michelle
a togliersi la giacchetta ed anche il maglioncino, mentre la ragazza
si scalcia via le scarpe.
Alex si struscia lungo il corpo di Michelle, per arrivare a dedicarsi
al suo ventre. Dopo avervi stampato una serie di baci, stringe con
forza la vita della ragazza, per poi continuare il massaggio, infilando
la mano sotto alla maglietta e facendola salire lentamente, fino al
seno. Dopo aver giocato con i bordini del reggiseno in pizzo, estrae
la mano dalla camicia e prende tra le sue mani il volto di Michelle
“Che sortilegio mi hai mai fatto?” Le chiede, da una distanza
di si e no due centimetri. “Ho usato un potente filtro d'amore...
adesso sei in mio potere” dice sorridendo Michelle. La giovane
afferra il volto di Alex tra le mani e con ardore passa la sua lingua
sulle labbra della donna, poi la bacia con sensualità inserendo
la lingua all'interno della sua bocca. Infila le mani all'interno
della maglia e lentamente le passa sulla schiena di Alex poi si ferma
e slaccia il reggiseno.
Alex inspira profondamente, per poi mordere il labbro inferiore di
Michelle, sganciandole a sua volta, il reggiseno, per poi toglierle
sia la maglietta che l’indumento intimo. Quindi fa scorrere
velocemente le sue mani verso il seno della ragazza, per palparlo
con vigore, sentendo, entro beve i capezzoli d'ella inturgidirsi sotto
al gioco delle sue mani.
Michelle inarca la schiena e sospira di piacere, poi afferra la maglia
di Alex e la toglie di dosso alla donna quindi tira via il reggiseno
lanciandolo lontano “Fammi provare le stesse sensazioni della
volta scorsa... anzi - quindi sospira avvicinandosi all'orecchio di
Alex- Mille volte di più” quindi passa la lingua all'interno
dell'orecchio della donna e le morde il lobo.
“Farò del mio meglio” Risponde Alex, sbottonando
i jeans di Michelle, per poi passare la sua lingua sull'ombelico della
ragazza e sflilarle velocemente i pantaloni e le mutandine. Quindi
Alex s'abbassa, lasciando correre la mano lungo la gamba di Michelle,
fino ad arrivare alla caviglia. Mentre il respiro della ragazza si
fa sempre più veloce ed ansimante, Alex risale lungo il suo
corpo, baciandone e mordicchiandone prima la caviglia, poi il polpaccio,
fino ad arrivare all'interno coscia. Alex raggiunge la parte più
intima di Michelle ed inizia a stuzzicare il suo clitoride, sentendola
pronta e bagnata. La donna sistema una gamba della ragazza, sulla
sua schiena, senza però distogliere la sua attenzione dal piacevole
lavoro che sta compiendo. Dopo aver continuato, per un po', quel gioco
di preliminari, penetra, con la lingua, Michelle, mentre questa, invasa
dal piacere, stringe la coperta, lasciandosi trasportare dalla frenesia.
Dopo esser' entrata ed uscita più volte da Michelle, Alex la
sente venire, sotto al suo tatto. La donna inizia a deporre un'altra
serie di baci, prima sull'addome, poi sulla vita della bionda ragazza,
per poi dedicarsi di nuovo ai suoi rosei seni, massaggiandoli con
vigore mentre assapora ogni millimetro della sua pelle, baciando il
collo di Michelle, con avidità.
In quell'istante gli occhi di Michelle brillano come un lampo e assumendo
un'espressione quasi diabolica, la ragazza avvicina le sue labbra
all'orecchio di Alex e le sussurra “Non avresti dovuto stuzzicarmi
così, adesso ne pagherai le conseguenze!”, quindi afferra
la donna per le spalle e le fa compiere una rotazione in modo che
adesso è Alex ad essere sotto. Michelle le monta a cavalcioni
e afferra un foulard che è sempre legato al suo zaino ed è
un portafortuna. Lo passa sotto il collo di Alex e stringendo i due
lati si avvicina alla donna e la bacia con passione, poi la benda.
“Che fai adesso che non vedi?” le sussurra la giovane.
Alex non risponde ma sorride divertita, quel gioco le piace. La biondina
comincia a baciare la donna sul collo con passione facendo in modo
che possa percepire la sua lingua toccare la pelle della donna, poi
scende piano verso il ventre senza interessarsi dei suoi seni. Sbottona
i pantaloni della donna e li abbassa, quindi li sfila, poi torna a
sussurrare “Finalmente vedrò il tuo tatuaggio”,
Michelle comincia a passare la lingua sui contorni del disegno che
si trova sul basso ventre, poi afferra il tanga e con i soli denti
lo abbassa. Torna a baciare Alex sulle labbra, mentre con le mani
toglie il tanga. Fa scorrere la sua mano destra lungo tutto il corpo
della donna mentre con la sinistra massaggia uno dei due seni.
Fa scivolare la mano all'interno della coscia e poi comincia ad accarezzare
il sesso della donna. Infine entra dentro Alex ma non fino in fondo,
uscendo ed entrando e accarezzando, poi, aggiunge l'indice e la penetra
roteando le dita all'interno, poi esce di nuovo e rientra ancora una
volta. Mentre fa questo succhia avidamente i due capezzoli della donna.
Alex ansima e respira velocemente, il trattamento di Michelle le piace.
Un po' di violenza, nel rapporto, la eccita terribilmente. La ragazza
è brava, sa toccare i tasti giusti, per esaltare Alex. Michelle
continua per qualche istante a penetrare la donna, cosicché,
anch'ella, viene raggiunta dall'orgasmo. Alex cerca le mani di Michelle
e, una volta trovatele, la richiama a se. Le due donne si scambiano
un altro bacio, colmo di passione. Le loro lingue intraprendono una
sensuale danza tra loro che però viene interrotta da Alex che,
velocemente, ribalta Michelle, facendola di nuovo stare sotto. Fatto
ciò, si toglie l'occasionale benda e, dopo aver passato la
propria lingua sulle proprie labbra, si rivolge a Michelle, con tono
di sfida. “Cosa credevi di fare? Qui comando io...” Quindi
pone una mano sul collo di Michelle, per poi rafforzare la presa.
Intanto si perde nell'inebriante profumo della sua pelle e dei suoi
capelli, inspirandone il più possibile. Passa la lingua sulle
labbra di Michelle e le morde il labbro superiore. Fa correre la sua
mano lungo il corpo della ragazza, lasciando, lungo il tragitto, il
segno del suo dominio, sotto forma di sottili graffi, dovuti allo
scorrere delle sue unghie. Arriva, con la mano, fino alla coscia di
Michelle che sposta la gamba, per incrociarla con quella di Alex che
"per marcare il territorio" si preoccupa anche di lasciare
un succhiotto sul collo della ragazza. Conclude la serie d'effusioni,
ponendo un ultimo, fugace bacio, sulle labbra di Michelle.
I due corpi giacciono uno accanto all'altro, i respiri delle due donne
echeggiano nel silenzio. Michelle pone la testa sulla spalla di Alex
e poi, guardando il cielo azzurro dice “E' stato bellissimo”,
poi bacia la donna su una guancia.
La giovane si solleva sui gomiti osservando Alex che nel frattempo
si è accesa una sigaretta. “Dove hai imparato a leggere
la mano?”
Alex inizia a vestirsi, s'infila l'intimo, i pantaloni, le scarpe
e la maglietta mentre lo stesso fa Michelle. Una volta vestita, Alex
si siede accanto alla ragazza e, scompigliandole i capelli, le da
un bacio sulla guancia. “Anche per me - le risponde- E' stata
una donna che ho frequentato, ad insegnarmi a leggerla.”
Michelle sorride e abbraccia stretta stretta Alex “E che mi
dici... hai sempre lavorato in quel locale?” continua.
Alex è sorpresa dall'atteggiamento di Michelle, la trova così
carina, così gentile e premurosa, così pulita. Il suo
opposto. Lasciando i suoi pensieri, fa sedere Michelle sulle sue gambe,
in modo da trovarsela di fronte ed in braccio. “Ho cambiato
vari lavori, prima d'aprire il locale. L'ho acquistato solo tre anni
fa, quando ho trovato i soldi.”
Michelle osserva Alex dritta negli occhi, poi le accarezza il volto
delicatamente e appena la donna ha finito di parlare la bacia sulle
labbra. “E in quali altri lavori ti sei cimentata?” chiede
“La lista è lunga” Risponde Alex, freddamente,
cercando e volendo evitare una situazione troppo confidenziale. Rimmetendosi
la giacca e gli occhiali, le chiede “Andiamo a mangiare da qualche
parte? Sempre che tu voglia ancora la mia compagnia.”
Michelle sospira “Certo che voglio ancora la tua compagnia...
- quindi afferra Alex per un braccio e le dice, avvicinandosi a lei
- Io voglio solo la tua compagnia”
Alex sorride, quasi sconsolata dall'infinita dolcezza di Michelle.
Salendo sulla moto, chiede alla ragazza “Hai qualche preferenza
su dove andare, principessa?”
Michelle alza gli occhi al cielo per pensare, poi sorride “Che
ne dici di andare a trovare la mia amica Alison? Lavora al fast food
in Ston Road”
“Ok - risponde Alex, senza esitare- Siamo anche vicine. A proposito,
che ha detto ieri la tua amica?”
Michelle sale dietro ad Alex “Da quel poco che ha visto le sembri
un tipo molto deciso e forte e devi essere anche un bella donna -
quindi sorride.- E io dico che tu non sei bella, ma bellissima!”
“Se continui ad adularmi così il mio ego sarà
così esaltato che non lo si saprà più far tornare
con i piedi per terra” Risponde Alex, sorridendo, mentre fa
partire la moto, a gran velocità.
Entro una decina di minuti, le due donne arrivano dinanzi al fast
food dove lavora Alison.
Michelle apre la porta del locale seguita da Alex che si toglie gli
occhiali da sole.
Alison è dietro il bancone quando scorge le due donne. “O
mio Dio! – sussurra, poi urla - Capo mi prendo dieci, anzi no,
venti, anzi no tutto il giorno di pausa!”
*Michelle che viene con la sua nuova ragazza, cavoli dove ho messo
la telecamera? Questo è lo scoop più sensazionale dovrò
avvertire il telegiornale? Mmm meglio di no!* pensa.
“Alison” la chiama Michelle sorridendo.
“Ciao bambola!” dice ricambiando il sorriso, poi osserva
Alex.
“Questa è Alex” dice Michelle.
Alex alza la mano in segno di saluto. “Salve” Esordisce
infine, guardando Alison negli occhi.
“Ciao - risponde Alison. - Sediamoci tutte insieme” quindi
afferra Michelle sotto braccio e le sussurra: “Ma dove l'hai
pescata quella? Mio Dio, Michelle, è una strafigona! Che curve,
che tett.. em…occhi”, quindi lancia un'occhiata alla giovane
rendendosi conto i aver fatto una gaffe.
“Alison, ti rendi conto di quello che hai detto?”
“Che ho detto? Sono un essere umano anche io!”
Alex si copre il volto con una mano, cercando di rendere il meno evidente
possibile il fatto che sta quasi pisciandosi sotto dalle risa. Le
tre donne si siedono ad un tavolo, Alex e Michelle l'una accanto all'altra,
mentre Alison di fronte alle due.
“Finalmente conosco di persona la grande Alex.. - quindi Alison
si avvicina alla donna e le dice in modo che senta anche l'amica -
Mi ha fatto una testa che non ti dico.. Alex di qua, Alex di là”
Michelle le lancia un'occhiata fulminante.
“Che c'è di male?” replica Alison, alzando le mani
- Ordiniamo da mangiare?” Le due annuiscono.
“A te cara Mich doppia razione, mi pare di capire che oggi ti
sei data parecchio da fare” quindi si tocca il collo nella zona
dove Michelle ha il succhiotto.
Alex guarda Michelle e nota il mega succhiotto che ha sul collo. Trattenendo
di nuovo le risa, si rivolge a Michelle “Vuoi il fard, tesoro?
- poi, guardando Alison, continua- Non ti sfugge niente, che occhio,
bambola” E le fa l'occhiolino.
Alison punta il dito verso Alex e sorridendo replica “Puoi dirlo
forte”
“Bè, visto che voi due andate così bene d'accordo
io posso pure andarmene...” dice spazientita Michelle.
“Ma dai, Michelle, dov'è il tuo sense of humour?”
Le chiede Alex, appoggiandole una mano sulla gamba.
“Dai piccola, stavamo solo scherzando, sai che mi diverto a
farti arrabbiare” replica Alison.
Notando che Michelle tiene ancora il broncio, Alex, dopo averle accarezzato
i capelli, le dà un delicato bacio sulla guancia, dicendole,
a bassa voce. “Non tenermi il muso, ti preferisco sorridente.”
- Detto ciò, s'alza e si toglie la giacca, appoggiandola sulla
sedia.- Vado in bagno” Esordisce infine.
Alison aspetta che Alex sia abbastanza lontana da non sentire, poi
dice strizzando l'occhio a Michelle “Bel tipino è?”.
“Sì” sorride la giovane.
Alison: “Raccontami qualcosa com'è?”
Michelle si guarda in giro poi fissa l'amica negli occhi “A
letto è una bomba!”
Alison sospira “Lo immagino!”
“E' sexy, sensuale, oddio ti incanta con quegli occhi e quelle
mani... che.. che ti toccano da ogni parte e senti come un calore
che passa e quella sua bocca, la sua lingua e poi il suo corpo su
di me… la voce e...” Mich si interrompe diventando rossa
come un peperone.
“Ho afferrato il concetto” dice Alison e poi scoppia a
ridere.
Michelle: “Però, a volte è strana...”.
L'amica corruga la fronte.
Michelle: “E' molto taciturna e più volte mi ha ripetuto
che ha una vita incasinata e certe volte sembra scontrosa... non so”
Alison: “Che ti importa, quando fai sesso mica devi parlare!”
“Alison!- La rimprovera Mich - Io amo Alex, non ci sto solo
per fare sesso, spero che tu lo abbia capito...”
Alison: “E lei?”
Michelle: “Cosa?”
Alison: “Lei sta con te perché ti ama?”
Michelle: “Ovvio, che domande che fai... Alex mi ama anche se
non lo dà a vedere, è una tipa dura ma a volte si vede
da alcune facce o espressioni che mi ama” e gli occhi mi Michelle
si illuminano.
Alison: “Però ricorda, se Alex ti fa un torto dovrà
vedersela con me...”
Michelle: - sorride -“ Non mi farà mai del male”
Alison fa cenno che sta tornando Alex.
Alex, siedendosi, rivolge un veloce sguardo prima a Michelle e poi
ad Alison quindi, scuotendo la testa, esclama “Se avete altro
da dire sul mio conto posso tornare in bagno per qualche altro minuto.”
“Abbiamo già detto abbastanza, Amore...” dice sorridendo
Michelle a le dà un tenero bacio sulle labbra.
“Che adorabili –dice Alison, sorridendo.- Vado a prendere
da mangiare” quindi si dirige verso il bancone
Alex tira un profondo sospiro per poi estrarre il cellulare dalla
tasca della giacca ed iniziare a trafficare con esso.
Alison arriva con un vassoio ricolmo di hamburger e patatine. “Ecco
a voi” dice l'amica distribuendo il cibo. Michelle addenta un
panino con grande voracità.
“Wow! Ehi bambola” dice Alison. “Credevo tu avessi
già saziato la tua fame!”
Michelle a quelle parole comincia a tossire diventando rossa in volto,
mentre Alison scoppia a ridere.
Finito di mangiare Alex propone di andare a fare shopping e Mich invita
anche Alison che, con piacere si aggrega alle due.
Il sole sta ormai cedendo il passo all'oscurità, quando le
tre donne escono dal più grande e noto centro commerciale di
New York.
Il tempo, questa sera, accenna l'imminente avvicinarsi dell'estate.
Il termometro segna circa 16 gradi centigradi il che, misto ad una
buona dose d’insistenza da parte di Alison, ha permesso ad ella,
ad Alex e Michelle, d'indossare le particolari tenute che portano.
Alex sensuale e sexy come non mai, indossa una maglietta aderente
di colore nero, con un notevole scollo davanti che mette in mostra
il suo seno prosperoso, con le maniche a 3/4, pantaloni di pelle aderenti
che evidenziano il suo sodo e rotondo fondoschiena ed ai piedi un
paio di stivali a punta. Michelle, messa da parte la sua aria da giovane
e perbene ragazza universitaria, indossa una maglietta aderente bianca,
davanti è strappata e lascia intravedere il reggiseno bianco,
anche sulle maniche è strappata. Indossa una mini gonna in
jeans, a vita bassa, evidenziata ancor più da una cintura borchiata
e scarpe basse con punta in metallo di colore bianco. Alison indossa
una maglia rossa con scollo e maniche 3/4 che lascia intravedere l'ombelico,
sul quale brilla un pearcing, pantaloni neri aderenti e scarpe nere.
Michelle ed Alison tengono in mano due sacchetti, contenenti gli abiti
che indossavano precedentemente, mentre Alex parla al telefono. Qualche
istante dopo, conclusa la conversazione telefonica, la donna, si rivolge
alle ragazze “Era mio fratello, mi ha chiesto d'andare nel nuovo
locale che hanno aperto non molto distante da qui. Che ne dite, andiamo?”
Chiede, riponendo il microscopico cellulare nella tasca.
Nonostante
dalla tecnologia di quest'epoca ci s'aspetti di tutto, è sorprendente
cosa un telefonino riesca a fare: ad iniziare dalle semplici mansioni
classiche a lui adibite, può fungere da alimentatore d'energia,
da telecamera, da televisione, da computer... insomma, chi più
ne ha più ne metta! Prima dello scoppio della Terza Guerra
Mondiale (avvenuto nel 2056), la prima fiorente e super raffinata
tecnologia, ha subito dei gravi danni, in ogni suo settore. L'intero
mondo è cambiato. Sembra essere retroceduto.
“Sì
Alex! Mi piacerebbe molto poter conoscere tuo fratello, finalmente...
- dice Michelle entusiasta. Chissà com'è... sicuramente
sarà bello quanto te”.
Alison sorride e scuote la testa, poi a bassa voce dice all'amica
“Sei proprio innamorata è”
La biondina sorride “Alison ci vediamo davanti al locale, tanto
hai capito dov'è, vero?”.
L'amica annuisce e si avvia verso la sua vettura.
Michelle ed Alex si dirigono verso la moto, la donna si ferma davanti
alla vettura e la biondina le cinge i fianchi da dietro, baciandola
sul collo, poi le si pone davanti e la bacia sulle labbra.
“Mio fratello è un disastro ambulante!- Replica sorridendo.
- Che tenuta sexy, stasera... Dovrò bendare Tony! -esclama-
Tony è il nome di mio fratello.” s'affretta a specificare,
Alex.
Michelle abbraccia Alex “Anche tu sei molto sexy, ma tu lo sei
sempre...”
“Cosa devo fare io con te?” Chiede Alex, rassegnata ai
continui complimenti da parte di Michelle, salendo sulla moto, seguita
dalla ragazza.
Entro neanche un quarto d'ora, le due donne arrivano davanti ad un
edificio dalle pareti trasparenti, che rendono visibile l'interno.
L'edificio, detto "Palazzo del divertimento", conta quattro
piani.
L'interno è diviso in settori: vi è quello dedicato
allo sport, in tutte le sue più strane diramazioni, quello
al cinema, allo shopping, ai vari ristoranti e vi sono perfino due
sale giochi. Il quarto piano è esclusivamente dedicato alla
discoteca. Visto dall'esterno, questo piano appare come gli altri
ma dall'interno è molto diverso: i vetri, esternamente trasparenti,
internamente sono oscuranti ed insieme ai vari "effetti speciali"
donano il classico aspetto notturno al luogo.
Michelle scende dalla moto e scorge Alison che sta chiudendo la sua
vettura, poi tutte e tre insieme, entrano nel palazzo.
Salgono al quarto piano e si soffermano davanti alla sala "Dark".
Dopo aver pagato le entrate, fanno il loro ingresso nel locale. La
sala è molto grande, non appena entrate nel luogo le tre vengono
assalite da una musica havey metal, mentre grosse luci proiettano
i loro colori intensi sul pavimento e sulle pareti.
“Wow musica spaccatimpani! - urla Alison eccitata. - L'adoro”.
Le donne si fanno largo tra la gente, due ragazzi seduti su un ampio
divano sono intenti a baciarsi, donne sensuali si muovono ancheggiando
vicino a un gruppo di giovani Alcune persone vestite in nero con lunghi
cappotti di pelle e capelli lunghi bevono birra seduti a un tavolo.
“Mi piace questo posto!” Concorda Alex. In quell'istante,
un ragazzo alto, con il fisico ben scolpito, dai capelli castani e
gli occhi chiari, s'avvicina alla tre e, con un sorrisetto ebete sul
volto, passa un braccio attorno alla vita d'Alex.
Michelle lancia un'occhiata interrogativa ad Alison che alza le spalle,
quindi si affianca ai due e sorridendo dice “Alex, vuoi presentarci
il tuo amico?” quindi lancia un'occhiata fulminante al tipo.
“E questa chi è? - Chiede il ragazzo, squadrando Michelle.
Poi si stringe di più ad Alex, per esclamare- Un'altra che
s'insinua tra noi!” Alex lo guarda con espressione comprensiva,
annuendo con la testa.
Michelle sente lo stomaco torcersi quando il ragazzo stringe più
a sé Alex. “Ehi, ti consiglio di toglierle le mani di
dosso, a meno che tu non voglia trovarti all'altro capo del mondo!”
dice con faccia dura la giovane.
“Michelle - la richiama Alex, cambiando espressione - E' mio
fratello!” esclama sorridendo.
“Incantato!” Dice Tony, inchinandosi davanti a Michelle,
mentre ridacchia divertito.
Michelle spalanca gli occhi e diventa rossa in volto.
“T...tuo fratello? - balbetta.- Mi dispiace- dice al ragazzo.-
Io non sono così, cioè non mi permetterei mai... non
so che cosa mi è preso”
Alison le si avvicina e ridacchiando dice “Mich, non ti facevo
così cattiva”
“Non scusarti, ti abbiamo provocata noi! - Risponde il ragazzo-
Quindi sei tu la nuova fiamma della sorellona!”
In cambio della sua affermazione, ottiene una gomitata fra le costole
da parte di Alex che s'affretta a cambiare, ancora una volta, argomento.
“Uomini... - sintetizza, facendo spallucce- Questo coso è
Tony. Tony, loro sono Michelle ed Alison.”
“Piacere!” Esclama il ragazzo, facendo apparire per l'ennesima
volta, un sorriso stupido sul suo volto.
“Ciao Tony, piacere di conoscerti, sì, come avevo immaginato
carino quanto la sorella” dice sorridendo Michelle, quindi porta
le mani attorno al collo di Alex e le dà un bacio sulla guancia.
Alison annuisce “Gli uomini non portano mai niente di buono,
come le nuvole minacciose all'orizzonte”
“Nooooooo, tutte contro di me!” Si lamenta Tony. Alex
lo interrompe ed afferra Michelle per un braccio “Andiamo a
bere qualcosa.” Le dice. La sua figura si confonde nell'oscuro
del locale, mentre Michelle appare come un angelo finito per sbaglio
negli Inferi. Gli sguardi della gente, vengono attratti dalla bellezza
delle due donne e dall’evidente divergenza tra loro.
L'allegra combriccola trova posto ad un tavolo, qui la discussione
si anima intorno al tema del femminismo e degli uomini, tra una chiacchiera
e l'altra, le birre e super alcolici finiscono con grande rapidità,
a bere di più sono Alex e il fratello, mentre Mich, alla sua
seconda birra è già su di giri, un po' come Alison che,
da qualche, minuto ha adocchiato una ragazza seduta al bancone.
Alison e Tony siedono l'uno accanto all'altro e commentano le varie
ragazze che passano. La differenza tra loro è così palese:
Tony, nei suoi commenti, rasenta la volgarità, mentre Alison
espone i propri pareri con decisione ma finezza.
Alex e Michelle parlano tra loro, quando una donna, d'improvviso,
afferra il volto di Alex tra le mani e le stampa un bacio sulle labbra.
Costei è Elizabeth.
“Ciao Eliz!” Esclama Alex dopo un momento di sorpresa.
“Buona sera, mia amazzone.” Risponde la donna.
Michelle spalanca gli occhi di fronte a quella scena, il suo stomaco
si attorciglia su sé stesso, sente un calore invaderle il volto
“Alex...” La sua voce si strozza mentre a stento cerca
di mantenere la calma.
Alison guarda Michelle preoccupata.
“C... chi è questa donna?” sussurra Michelle, con
voce tremolante.
*Porca puttana!* Pensa Alex, resasi conto della situazione. Prende
tra le sue una mano di Michelle e guardandola negli occhi, con voce
ed espressione seria e rassicurante, le risponde “E' l'unica
amica - accentua il tono della voce su quest'ultima parola- che ho.-
Quindi le sposta i capelli dal viso e poi continua- Mi credi?”
Michelle si perde negli occhi azzurri di Alex, mentre la calma torna
a impadronirsi della giovane, la quale ancora visibilmente scossa
dall'accaduto si limita solo ad annuire.
Alison guarda la scena ed osserva interessata la donna che si è
unita al gruppo.
“Salve a tutti! - Esclama Elizabeth, rompendo il silenzio che
s'è formato all'interno del gruppo. - Alex, non mi presenti
le tue amiche?”
Prima che la donna possa prendere parola, Tony risponde, al suo posto
“La mora è Alison che da quando l'ho conosciuta non fa
altro che insultare ogni uomo, me compreso e la biondina è
Michelle, la protetta di Alex, come vedi.”
Elizabeth annuisce, lanciando uno sguardo poco gentile a Michelle,
mentre Alex fulmina con lo sguardo suo fratello.
“Io mi chiamo Elizabeth, piacere di conoscervi” Esclama.
“Voi uomini per anni, anzi per secoli avete insultato le donne,
adesso tocca a noi - replica Alison e sorride ad Elizabeth. - Ciao,
piacere di conoscerti”
Michelle osserva la donna e i suoi occhi cadono sulla sua scollatura
provocante “Piacere” si limita a dire freddamente.
Alex finisce di bere l'ennesimo drink e sente che tutto quell'alcool
comincia a farle effetto. Noncurante della testa che gira lievemente,
s'alza, rivolgendosi a Michelle “Andiamo un po' a ballare?”
Michelle sollevata dall'idea di allontanarsi da Elizabeth non se lo
fa ripetere due volte e segue Alex, lanciando un'occhiata ad Alison
che annuisce strizzandole l'occhio.
Le due donne si dirigono al centro della pista da ballo, facendosi
spazio tra la gente. Una musica ritmata suona, potente ed incalzante.
Alex e Michelle iniziano a ballare, muovendosi a ritmo. Michelle sembra
avere qualche problema con la minigonna che, ad ogni ancheggiamento,
sembra scivolare sempre più su. “Qualcosa non va?”
Chiede Alex, allacciando le braccia intorno alla vita della ragazza.
Senza aspettare una risposta da parte di Michelle, Alex la bacia sul
collo, assaporando, ancora una volta, il sapore delicato della sua
pelle.
Michelle si lascia stingere e inclina il collo per rendere più
facile l'azione ad Alex. Si sente così strana, così
leggera, avvicina la sua bocca all'orecchio della donna e sussurra
“Credo di aver bevuto un po' troppo” quindi ride.
Stringe le braccia intorno al collo di Alex e comincia a strusciare
il suo corpo contro quello della donna, i suoi fianchi si muovono
sinuosi e i suoi seni sfiorano la zona appena sotto il petto di Alex.
“Il che è solo un bene” Replica Alex che, dopo
qualche secondo di "rodaggio", incalza il movimento di Michelle.
Con le mani accarezza i bordi della gonna e della maglietta della
ragazza per poi infilare una mano dentro a quest'ultimo indumento,
e continuare il suo gioco lungo la schiena di Michelle. Qualche fischio
d'approvazione fa rendere conto alle due di stare dando spettacolo.
Ad Alex ciò non dispiace, anzi, la stimola ancora di più.
Qualche istante dopo, Tony s'avvicina alle due. “Alex, ti devo
parlare.”
“Proprio ora?” Chiede seccata la donna.
“E’ importante!” Insiste il ragazzo.
Alex si stacca da Michelle e fa per seguire suo fratello, quando Elizabeth
la cinge da dietro, appoggiandole le mani sui fianchi e la testa sulla
sua spalla, mentre Alex pone le proprie mani su quelle dell'amica.
“Alex! - la richiama Tony- possiamo andare?”
La donna, scuotendo il capo, come per scacciare lo stordimento dalla
testa, segue il fratello e s'allontana tra la folla.
Michelle di fronte al gesto di Elizabeth sente il sangue ribollirle
nelle vene, digrigna i denti e tra se dice *Adesso mi hai proprio
rotto*. Afferra la donna per una spalla,. Elizabeth si volta con aria
interrogativa allora Michelle sbotta “Senti tesoro, mi hai un
po' rotto tu con quelle mani sempre addosso ad Alex, sarà il
caso che tu la finisca di girarle attorno come un gatto innamorato.
Si dà il caso che Alex sta con me...” Quindi punta il
pollice contro il petto.
“Uhhhh, sono spaventata! Sta con te? Ah sì? E per quanto?
Uno, due, tre giorni? Quando si sarà stufata del tuo corpicino
- Elizabeth s'interrompe un istante- Sei bella, non lo si può
negare, ma ogni volta, Alex torna da me.”
Quelle parole canzonatorie colpiscono Michelle dritte al cuore “Non
mi pare che a te abbia riservato dei grandi trattamenti, anzi mi pare
che ti abbia appena considerato, può darsi che Alex torni da
te, un giorno, ma se lo fa e poi si comporta così... scusami
ma non c'è da esserne troppo felici!” ribatte divenendo
rossa in volto mentre la rabbia si fa strada dentro di sé.
Il volto d'Elizabeth s'incupisce. Guarda a terra, mentre i rossi e
ricci capelli, le coprono il viso. Dopo un istante, alza la testa
e, con occhi lucidi, risponde a Michelle “Il perdono nasce da
un calcolo del cuore: spesso è più facile superare l’orgoglio
che continuare a vivere con la sconfitta d'un amore spezzato. L'ho
letto su un libro di Alex ed è la verità.”
“Quindi tu mi stai dicendo che sei disposta a concedere ad Alex
delle scappatelle con altre donne e che tu tutte le volte la perdoni
per questo? Vuoi farmi credere che Alex è così crudele
da farti soffrire tutte le volte e da usarti senza alcuno scrupolo?
Bè mi dispiace ma non posso accettare una cosa simile, così
offendi Alex dandole dell'insensibile e della menefreghista! - Poi
scuote la testa. - No, tu mi dici questo solo perché vuoi che
la lasci!”
“Alex è padrona di se stessa, fa quello che vuole. Apri
gli occhi, il mondo non è puro come lo vedi.” Risponde,
secca, Elizabeth.
Prima che una della due possa aggiungere qualsiasi altra cosa, ricompare
Alex, con in mano un bicchiere contenente chissà quale super
alcolico.
“Scusate ma Tony ne ha sempre una. - esclama per poi rivolgersi
ad Elizabeth- E' rimandato a domani.”
La donna dai capelli rossi annuisce e subito s'allontana tra la folla.
“Ti sono mancata?” Chiede poi Alex a Michelle.
Michelle punta Alex come un felino, le si avvicina e le afferra il
volto tra le mani quindi la bacia con passione infilando la lingua
dentro la bocca della donna, poi fa scivolare le sue mani lungo il
corpo di Alex e le pone sul sedere.
“Wow, che accoglienza!” Esclama Alex, sorpresa.
Porge il bicchiere ormai vuoto ad un uomo che le passa accanto, senza
sapere chi sia e, dopo aver scostato i capelli dal volto di Michelle,
ricambia il bacio, afferrando la ragazza con irruenta passione.
In quell'istante il dj elettronico, fa partire una musica orientaleggiante.
“Te l'ho mai detto che ho origini persiane e libanesi?”
Chiede Alex, mentre l'espressione del suo volto indica che ha in mente
qualcosa...
Michelle scuote la testa e guarda con aria felina Alex, per poi soffermarsi
prima sul suo seno e dopo sul suo sedere
Alex inizia a muoversi in maniera sensuale, improvvisando una danza
del ventre, tipica del suo luogo natio. Questa danza è nelle
sue vene e l'interessamento dei molti presenti è la prova che
l'esegue molto bene. I suoi capelli le arrivano quasi fino al sedere,
accentuando ancor di più le sue rotondità. Alex guarda
Michelle negli occhi con sguardo predatore, incalzata dai fischi e
dagli apprezzamenti dell'occasionale pubblico. S'avvicina alla ragazza
e comincia a strusciarvisi contro, con il preciso e chiaro intento
d'eccitarla e provocarla.
Michelle accompagna il movimento di Alex, poi le porta le braccia
al collo e fissa gli occhi azzurri della donna con occhi lucidi di
un verde smeraldo e sorride divertita.
Tony, sentendo il casino che proviene dalla pista, si fa spazio tra
la folla, seguito da Alison e nota la sorella intenta ad "esibirsi
"
“Grande! - urla Tony- E' mia sorella, è mia sorella!”
Grida, divertito.
Ancora non soddisfatta, Alex inizia a tirarsi su la maglietta mentre
il pubblico si fa sempre più partecipe.
Michelle pone le sue mani su quelle di Alex e lentamente le fa scivolare
verso il basso con l'intento di coprirla, poi si gira dando le spalle
alla donna e continua a strusciare il suo sedere contro Alex. Michelle
passa poi un braccio intorno al collo di Alex, sempre dando le spalle
alla donna e continua a muoversi.
“Ma porca....!- sbotta Alison. - Ma non è che qualcuno
mi ha cambiato Michelle? Ma guarda come ancheggia, chi l'avrebbe mai
detto... quanto sono sexy... ma che cavoli dico lei è mia amica...
nessuno ha una telecamera?” dice mordendosi un’unghia
e guardandosi attorno.
Alex si libera dalla presa di Michelle, la stringe a sé con
forza e s'immerge, con lei, in un bacio da cinema.
D'improvviso, senza esitare, si toglie la maglietta e la lancia in
faccia al fratello “Cosa guardi, idiota! Incestuoso!”
Gli urla ridendo, mentre questo fa partire un fischio, seguito da
parecchi altri.
“Sei grande!” Urla un uomo.
Michelle spalanca gli occhi nel vedere la maglia di Alex volare via
e si volta verso l'uomo che ha urlato alla sua donna che è
grande “Se non la finisci di dire queste cose ti spacco quel
muso capito?!”. Poi come rinvenendo si guarda attorno alla ricerca
di Alex. La afferra per un braccio e le dice “Adesso basta Alex,
hai dato anche troppo spettacolo, andiamo via! - quindi trascina la
donna con sé e incrocia lo sguardo stupito ed eccitato di Alison.
- Che guardi? Prendi la maglia di Alex e andiamocene!”
“Michelle, che diavolo fai? Stavo solo scherzando!” Protesta
Alex, inchinandosi di tanto in tanto, agli applausi della gente, mentre
procede, condotta da Michelle, verso l’uscita.
“Hai scherzato abbastanza... non mi piace che tu ti faccia vedere
nuda davanti a questa gente...” dice continuando a camminare.
“Ma perché non la lasci in pace!” urla un uomo
grasso al passaggio del gruppetto.
Michelle affida Alex ad Alison e poi guarda in faccia l'uomo, con
aria di sfida “ Perché non ti fai un po' di cavoli tuoi?”.
L'uomo spalanca gli occhi e fa per dare un pugno alla giovane che
però praticando il kung fu riesce a schivare, quindi volta
le spalle all'uomo ed esce seguita da Alex, Alison e Tony.
“Porca troia, Michelle, che cattiva! Wow! - esclama Tony divertito
e sorpreso dalla presa di posizione della ragazza. - Alex, sta attenta
a come ti comporti o la piccoletta ti fa il culo!” Dice, poi,
rivolto alla sorella. Alex annuisce sorridendo mentre si rimette la
maglietta.
Il gruppetto esce dal locale.
"Wow, Mich non mi sono mai divertita tanto - dice Alison eccitata.
- quando lo rifacciamo?"
Michelle lancia un'occhiata fulminante all'amica, poi improvvisamente
vede il mondo che comincia a muoversi, si afferra la testa tra le
mani e la scuote come a scacciare un cattivo pensiero.
*cavoli, mi gira tutto*.
Quindi si appoggia ad Alex.
“Stai male, Michelle?” Le chiede Alex, sorreggendola.
“Mi sa che non è abituata a bere la nostra fatina”
Continua Tony, circondando le spalle di Alison con il braccio.
“E' solo un giramento di testa- sussurra ad Alex. - Mi passerà.”
Alison intanto lancia un'occhiata a Tony “Tesoro, farò
finta di non aver visto quello che hai fatto, se togli subito il tuo
braccio dalle mie spalle”
“Ok, ok, relax, bambola!” Esclama Tony, spostandosi.
“Che nasca una nuova coppia?” Chiede Alex a Michelle,
cingendole la vita e dandole un bacio vicino alle labbra.
Michelle scoppia a ridere “Non è possibile, Alison odia
così tanto gli uomini che se scoprisse di amarne uno preferirebbe
farsi suora!- Poi abbraccia Alex e guardandola dritta negli occhi
- Ho voglia di te” poi la bacia.
Alex sorride per l'affermazione di Michelle e rende il bacio più
profondo. Senza staccarsi dalla ragazza, la fa indietreggiare, finché
Michelle non si trova con le spalle al muro dell'edificio. Quindi
la donna inizia a far correre le mani lungo il corpo di Michelle,
come se stesse esplorando un nuovo territorio. Alex fa scivolare la
mano destra dentro nella maglietta della ragazza, accarezzandone la
pelle prima con delicatezza, quasi sfiorandola, per poi rafforzare
il contatto e stringerla con passione.
Alison spalanca gli occhi e sussurra “Queste due mi faranno
crepare... Mio Dio!” quindi alza gli occhi al cielo.
Michelle infila le sue mani dentro la maglia di Alex e le accarezza
la schiena, mentre la sua lingua avida di baci si muove dentro le
bocca di Alex.
Alex, improvvisamente, solleva Michelle, facendo in modo che la ragazza
incroci le gambe sulla sua schiena e le braccia al collo. Alex accarezza
la coscia di Michelle, facendo scivolare, velocemente, la mano sotto
alla gonna.
“Oh, mio Dio...” Sussurra Tony ad Alison.
Michelle sospira in preda ad un’eccitazione mai provata, poi
sussurra “Alex... non qui”
Alex mugugna qualcosa, staccandosi da Michelle.
“Come vuoi” dice freddamente.
Poi, un po' barcollante si dirige alla sua moto.
*Porca puttana, quanto ho bevuto!* Pensa, sentendo la testa che gira
e gira.
Michelle resta attaccata al muro per qualche secondo come se ancora
avesse la sensazione di sentire Alex su di sé, poi si rende
conto che la donna si è allontanata. “No, no! - dice
dirigendosi verso la sua compagna. - Tu stasera non guidi, verrai
a dormire da me e da Alison”
“Che cosa? Oh, no! Me la cavo benissimo da sola, grazie.”
Risponde bruscamente.
Michelle afferra Alex per una mano e la trascina verso di sé,
quindi le prende il volto tra le mani e le sussurra “Ti prego
Alex, non salire sulla moto, considera questo mio invito come una
possibilità per stare insieme, infondo dormiremo nello stesso
letto e lì saremo sole” quindi alza le sopracciglia.
“Va bene, mamma. - Esclama Alex sospirando, quindi si rivolge
a Tony - Non combinare troppi casini, fratellino, non voglio venirti
a prendere al pronto soccorso anche oggi, ok?”
“Io non posso dormire da Alison?” Chiede Tony, con un’espressione
angelica sul volto.
Alison guarda Tony con un'espressione interrogativa.
“Se ti va di dormire sul divano…anche io ho un letto matrimoniale
ma non ho alcuna intenzione di dividerlo con te” quindi la ragazza
si avvicina a Tony e gli dà una pacca sulla guancia.
“E’ pazza di me! - Esclama Tony- Starò buono, Alex,
prometto, anche se mi sentirò solo a rimorchiare senza di t...”
Improvvisamente s'accorge di stare dicendo una grandissima cazzata
e tenta di coprire le sue parole con dei colpi di tosse. Saluta le
ragazze con un fugace “Ciao” e s'allontana mentre Alex,
un po' imbarazzata, si porta i capelli all'indietro.
Alison alza la mano per salutare Tony poi rivolta alle due “Bene,
in carrozza, vi riporto al castello, principesse”, quindi le
tre donne si avviano verso la macchina.
Alex si siede dietro, mentre Mich sta per sedersi accanto al posto
di giuda, occupato da Alison, però la donna la ferma, afferrandola
per un braccio ed invitandola, così, a sedere dietro.
Michelle l'asseconda e si siede accanto a lei. Alex le monta praticamente
sopra ed inizia a riempirla di sensuali baci, prima sul collo, poi
sul petto...
Michelle comincia ad ansimare, si sente talmente eccitata da dimenticare
completamente che Alison sta in macchina con loro.
La giovane accarezza le gambe di Alex, fino a raggiungere l'interno
coscia, poi accarezza il volto della donna e la bacia con passione.
I suoi occhi si aprano e incontrano quelli di Alison che sta guardando
dallo specchietto retrovisore.
Michelle si stacca dalla sua compagna e urla.
“Alison! Sei appena passata con il rosso!”.
L'amica frena bruscamente e voltatasi verso le due dice “Cavoli,
Mich come puoi pensare che possa guidare se voi due dietro vi state
mangiando vive! Scusami Mich, dammi un po' di tregua!”.
La giovane annuisce e prendendo il volto di Alex tra le mani le sussurra
“Alex, non possiamo comportarci così...”
Alex sbuffa, si sistema la maglietta poi, sporgendosi verso Alison,
le dice “Ti dispiace accostare per un po' perché Mich
è un po' troppo schizzinosa.”
“Tesoro, se mi accosto, e voi continuate a fare quello che state
facendo, non rispondo più di me - quindi Alison riaccende il
motore. - E' meglio andare a casa”.
Alex alza le mani in segno di resa, quindi s'appoggia, di peso, al
sedile mentre Michelle guarda fuori dal finestrino dell'auto.
Entro breve, le tre, arrivano davanti casa di Alison.
Non appena arrivate in casa, Michelle si getta sul divano “La
mia testa continua a girare” dice.
“Mich da quanto non bevevi?” chiede l'amica appoggiandosi
alla porta del salotto.
“Da troppo, Al, troppo”
“Io sto benissimo! - Esclama Alex entrando praticamente ondeggiando,
in casa. Dopo aver lanciato le scarpe in un angolo, la donna s'appoggia
al divano.- Hai qualcosa da bere?” Chiede infine, rivolta ad
Alison, guardandosi intorno.
“Aspetta, guardo nel frigo...” Risponde la ragazza.
“Alison!” la chiama Michelle, quindi fa cenno di no.
Mich si alza dal divano e va verso Alex, le prende la mani tra le
sue e le dice “Hai bevuto abbastanza, adesso andiamo a letto”
ma pronuncia l'ultima parola con una tale enfasi, che diventa rossa
come un peperone, per poi lanciare una fugace occhiata ad Alison che
sorride divertita.
“Se pur di non farmi bere mi distrai con sesso sfrenato, divento
astemia!” Esclama Alex, maliziosamente.
A quelle parole Michelle diventa di nuovo rossa. Alison tossisce “Ragazze
io vado ad infilarmi il mio pigiamino, voi fate quello che volete...
beate voi” quindi sospirando se ne va.
Alex pare neanche sentire le parole della ragazza ed appena questa
entra nella sua stanza, la donna monta, a cavalcioni, sopra Michelle.
“Far ubriacare la gente non è l'unico modo che conosco
per far girare la testa...” Dice alla ragazza, da una distanza
di sì e no qualche centimetro.
“Credo che tu sia brava a fare tutte e due le cose - sorride
Michelle per poi dare un bacio ad Alex. - Aspettami un secondo, vado
a prendere qualcosa che ti possa stare per stanotte... anche se...”
*nuda non staresti male* pensa, quindi si alza dal divano e scompare
in camera.
Poco dopo ricompare con addosso una sensuale camicia da notte rosa
addosso e una maglietta in mano.
“Tieni tesoro, questa è per te” e la porge ad Alex.
“Grazie - le risponde Alex, afferrando la maglietta- Vado in
bagno.”
Conclude, dirigendosi verso tal luogo.
Michelle osserva il sedere di Alex, mentre questa si allontana e si
morde il labbro superiore, Alex si scontra con Alison che sta sopraggiungendo
con addosso uno strano pigiama con paperelle.
“Scusa” dice Alison alzando le mani.
“Che pigiama hai?” chiede Michelle ridendo.
“Ma cosa vuoi !? - risponde Alison ricambiando il sorriso –
E’ bellissimo!”
Quando, qualche minuto dopo, Alex esce dal bagno, Michelle ed Alison
stanno ancora chiacchierando.
La donna si presenta alle due con indosso solo il suo completino intimo
tutto in pelle nera.
Notando lo sguardo "evident allupated" di Alison, che la
squadra dalla testa ai piedi, Alex abbraccia con forza la ragazza,
dicendole, con tono sensuale “Buonanotte paperella”. Conclude
il tutto facendole l'occhiolino.
Alison rimane impassibile alzando gli occhi al cielo, poi si volta
verso Michelle e sorride alzando le spalle “Non ho fatto niente
- si giustifica, notando lo sguardo assassino di Michelle. - Buona
notte...” conclude sorridendo e si allontana dalle due sussurrando
“Via! Qui c'è aria di tempesta!”.
“Alex! Mi spieghi cosa stai facendo?” chiede la giovane
alla donna mentre il suo volto si tinge di rosso.
“Io? Nulla!” Esclama Alex, con aria innocente, appoggiandosi
al muro e portandosi indietro i lunghi capelli.
“Sei venuta di qua mezza nuda e poi hai abbracciato Alison...
- quindi incupita, Michelle distoglie lo sguardo da Alex e si siede
sul divano - A volte non ti capisco proprio...” dice scuotendo
la testa.
“E con questo? Ci vedi qualcosa di male? Io no.”
Le risponde la donna, dirigendosi verso l’attaccapanni ed estraendo,
dalla tasca della giacca, una sigaretta che poi accende.
Michelle: “Qualcosa di male? Bè io sì- dice voltandosi
verso Alex. - Insomma, tu stai con me giusto? Perché vai a
stuzzicare le altre?”
Alex: “Non venirmi a fare la predica per una simile stronzata,
non ha senso.”
Michelle spalanca gli occhi “Una stronzata? E quali sono le
cose che per te non sono stronzate? Bere fino a sputare il fegato
e cambiare ragazza ogni due secondi!”
“Se pensi questo, cosa ci fai ancora nelle mie vicinanze?”
Risponde Alex, mantenendo la calma, con un tono ed un'espressione
a dir poco glaciale.
“Infatti me lo sto chiedendo anche io e sai cosa mi rispondo?
- e una lacrima solca la guancia della giovane. - Perché ti
voglio bene, perché penso sempre a te, perché sei importante...”poi
sentendo come se il cuore le si spaccasse nel petto, si porta una
mano alla bocca e abbassando gli occhi colmi di lacrime corre in camera
da letto.
Alex si porta una mano alla fronte, ed inspira profondamente, quindi
s'infila la maglietta che le aveva precedentemente dato Michelle.
Fatto ciò, si posiziona davanti alla porta, ora chiusa, della
camera della ragazza. “Mi fai entrare, per favore?” Le
chiede.
Michelle è distesa sul letto e la lacrime cadono copiose bagnando
il cuscino, appena sente la voce di Alex, tenta di asciugarsi gli
occhi e poi va ad aprire la porta, quindi si siede di nuovo sul letto.
Alex s'inginocchia davanti a Michelle e le accarezza la guancia, con
l'intento di eliminare dal suo volto le lacrime.
“Mi dispiace, non volevo farti stare male.” Le dice, infine,
a bassa voce.
Michelle guarda Alex con occhi rossi, il pianto li ha resi ancora
più verdi, tira su con il naso e scuote la testa. “No,
è anche colpa mia, non posso costringerti a essere diversa
da come sei, non sarebbe neanche giusto”.
“Vuoi che me ne vada? Una come me è meglio perderla che
trovarla.” Replica la donna.
Michelle scuote la testa “Dici sempre così, ma non fai
niente per cambiare, dici che da una come te è meglio stare
alla larga... perché non fai qualcosa perché questo
non succeda?”
“Forse perchè mi vado bene così.” Risponde,
secca, Alex.
“Non vorresti avere una vita più normale? Una persona
accanto che ti voglia bene, un po' di tranquillità?”
continua Michelle.
“Non voglio parlare di questo” Risponde Alex, per poi
alzarsi ed appoggiarsi alla finestra, guardando fuori.
Michelle si alza dal letto e si avvicina ad Alex “Perché
non provi a parlarne con me, io non ti farei mai del male, prova a
fidarti, sono sicura che dopo ti sentiresti meglio”
Alex: “Non c'è nulla da dire. La tua compagnia mi piace
ma non ho bisogno di una madre o di una psicologa e, in ogni caso,
di qualcuno che voglia cambiarmi. Se ti vado bene così, ok,
se no, conosco la strada per uscire.”
“Io non ho alcuna intenzione di farti da madre o da psicologa,
ti voglio bene e vorrei vederti soffrire il meno possibile...- poi,
dopo un attimo di esitazione. - Ma a quanto pare chi deve soffrire
qui sono io...” quindi torna a sedersi sul letto.
“Non ti obbligo a fare nulla.” Le risponde, Alex, dirigendosi
in salotto.
“Infatti! - urla Michelle saltando in piedi - Non sei tu ad
obbligarmi, è il mio cuore che non la smette di battere per
te, è la mia mente che si rifiuta di pensare a qualsiasi altra
cosa che non sia tu, sono le mie labbra che reclamano continuamente
i tuoi baci, sono le mie mani che chiedono di toccare la tua pelle,
sono le mie orecchie che non vogliono ascoltare altro all'infuori
della tua voce... per me è impossibile pensare di stare senza
di te... adesso”
Alex non risponde, si limita a guardare Michelle negli occhi per poi
avvicinarlesi piano e darle un casto bacio sulle labbra.
Michelle prende tra le sue le mani di Alex e si lascia andare a quel
tenero bacio, mentre le lacrime tornano a cadere lungo le sue guance.
“Alex... io non posso immaginare cosa succederebbe se ti perdessi
- sussurra guardando la donna negli occhi. - Forse ne morirei.”
Alex accarezza il volto di Michelle “Non ci credo ma quello
che hai detto è bellissimo lo stesso.”
“Dovresti crederci - sorride debolmente Michelle. - Perchè
è la verità. Se Cupido esiste veramente mi deve aver
trafitto con una freccia mille volte più potente di quella
usata per ogni altro innamorato...- poi stampa un nuovo bacio sulle
labbra di Alex. - ... perchè non ho mai provato quello che
provo con te”
Alex sorride, toccata dalle parole di Michelle. “Non so cosa
dire...” Le dice dopo un attimo d'esitazione.
Michelle guarda Alex dritto negli occhi poi scuote la testa “Non
devi dire niente”, poi sorridendo la bacia sulle labbra e abbracciandola
la fa distendere sul letto. Michelle le si sdraia sopra e continua
a baciarla.
Fuori dalla stanza Alison sospira *Quelle due mi faranno morire, per
fortuna ora sembra si sia appianato tutto* quindi torna in camera.
Alex ricambia i baci di Michelle, non riuscendo o meglio, volendo,
mettervi troppa passione o qualsiasi altro sentimento.
La donna pensa a ciò che le ha detto la ragazza. *Come può
essersi innamorata di me? Non l'ho illusa, non ho fatto nulla... Ed
ora? Merda, sono un casino!*
Michelle osserva Alex e le sorride dolcemente “Sei così
maledettamente bella...” poi poggia la sua testa sulla spalla
della donna e le passa un braccio sul petto, abbracciandola, poi chiude
gli occhi.
“Sei la persona più pura che abbia mai conosciuto - le
risponde Alex, accarezzandole i capelli. Dopo un attimo di silenzio,
continua- Anche se ho le sensazione di avertelo già detto.
Buonanotte.”
Michelle sorride, poi stringe Alex ancora più forte “Buonanotte”,
le sussurra infine.
Il
sole del mattino sveglia la ragazza che con la mano cerca la sua donna,
ma non trova nessuno, allora apre gli occhi e si guarda attorno. La
maglietta che Alex aveva indossato giace piegata sul letto “Dove
sei finita?” sussurra la giovane corrugando la fronte.