Questo
racconto non rispetta la trama originale. L'ho trovato in un cassettino,
l'ho scritto quando non avevo ancora il PC e di Xena non avevo mai cercato
niente in internet ne avevo visto solo poche puntate. Non sapevo ancora
che Olimpia fosse Gabrielle, così ho deciso di lasciarle il nome
in italiano. Spero possa essere comunque una cosa carina
se così
non fosse si può protestare qui: e-mail, cristinaf1@libero.it
Era
ancora piena notte quando Olimpia si svegliò disturbata da Xena,
si voltò verso di lei. Era sdraiata accanto a lei ma si divincolava,
Olimpia gli si avvicina e cerca di calmarla. Xena si sveglia di soprassalto
con lo sguardo disperso nel vuoto, come se guardasse immagini orrende.
Per un istante guarda Olimpia poi appoggia le mani a terra, i capelli
nerissimi le coprono il volto, rimane così, immobile, per alcuni
istanti. Olimpia non sa come reagire, gli passa un braccio sulla schiena
e le chiede cosa fosse successo.
-Cosa hai visto? Ora è tutto finito, calmati ti prego, non posso
vederti così.
Xena non risponde, dalla sua guancia cade a terra una lacrima che asciuga
subito con una mano. Senza guardare Olimpia si alza lentamente in piedi
e si allontana:
-Perdonami, vado a farmi un giro
Non l'aveva mai vista piangere, questa cosa la lasciò sbigottita.
Erano ormai tre anni che condividevano insieme la vita, prima di allora
Xena era una persona completamente diversa. A quell'epoca le persone
potevano uccidere sfuggendo facilmente alla giustizia; lei aveva ucciso
molte persone e l'ultima era stato il compagno della stessa Olimpia
è stata la reazione di Olimpia a sconvolgerla. Xena lo uccise
senza motivo, forse perché gli stava particolarmente antipatico.
Quando Olimpia vide cosa era successo, corse verso Xena, furente la
buttò a terra e riuscì a puntargli un pugnale alla gola
chiedendogli:
-Perché?!
Xena le rispose con un sogghigno:
-Hai mai ucciso qualcuno?
Quella sensazione di forza e supremazia
che ti avvolge
cosa c'è di più appagante quando
ti senti scoraggiata?
Olimpia la guardò con orrore; ripagarla con la stessa moneta
era inutile se le motivazioni erano quelle:
-Il perdono
Gettò via il pugnale e andò ad inginocchiarsi accanto
al corpo del suo compagno. Xena non capì, poteva ucciderla senza
alcun problema. Non l'ha fatto, le ha detto quella parola. Voleva sapere
perché, ma soprattutto come avesse fatto a non desiderare vendetta.
Andò da lei, s'inginocchiò accanto a lei, confusa, le
disse che sarebbe tornata per constatare se quello che le aveva detto
era ciò che pensava davvero o era solo una reazione momentanea.
Tornò e da allora sono sempre state insieme. Xena da allora era
sinceramente pentita del male fatto fino a quel giorno e promise che
avrebbe fatto del tutto per redimersi, facendo del bene, qualsiasi cosa
potesse aiutare gli altri l'avrebbe fatta, così è stato.
Olimpia l'aveva aiutata con la sua bontà, con la sua purezza
di spirito e con la sua saggezza. Quegli incubi però la disorientavano,
c'era qualcos'altro che probabilmente non sapeva, doveva fare qualcosa
per lei, a tutti i costi. Si alzò in piedi cominciando a camminare
su e giù, si mordeva le unghie continuando a pensare ma non trovava
una soluzione per quanto si sforzasse
era inutile, non riusciva
a trovarne una. Era agitatissima, stava quasi per impazzire, per mettersi
ad urlare quando sentì qualcuno che la chiamava, si girò
ma non c'era nessuno, o meglio, non vedeva nessuno, così minacciò
chiunque avesse parlato di farsi vedere immediatamente ma quella voce
si limitava a chiamarla:
-Io sono lo spirito delle acque, dolce come la rugiada, impetuoso come
la corrente. Dì questo a Xena, dille che un tempo ho avuto sogni
ed incubi, che ho superato gli incubi grazie ai sogni e dille che lei
fa ancora parte dei miei sogni.
Quella voce non poteva essere di un essere umano, la sentiva come se
partisse dalla sua testa e la sua eco gli attraversava tutto il corpo.
Non voleva credere a quello che aveva appena sentito, ma non poteva
ignorarlo. Si sdraiò di nuovo, spaventata da quella voce, rimase
immobile per ore finché Xena non tornò. Xena si sedette
al suo posto davanti al fuoco, chiamò Olimpia dicendole che era
tornata e poteva anche salutarla ora ma Olimpia non le rispose. La guardò,
era sdraiata con gli occhi fissi al cielo, gli passò una mano
davanti agli occhi ma non reagiva. Si spaventò e cominciò
a scuoterla:
-Olimpia! Olimpia, cosa it sta succedendo? Rispondimi!
Olimpia tornò in sé ma rimase spaesata, al momento diceva
di non sapere dove si trovava, poi la guardò negli occhi e l'abbracciò,
Xena le disse:
-Cosa ti è successo? Qualcuno è stato qui? Stai bene?
Rispondimi!
La sua non era rabbia, era paura, la prese per i polsi chiedendogli
ancora cosa fosse successo. Olimpia le rispose con voce tremante, come
spaventata:
-Lo spirito delle acque, dolce come la rugiada, impetuoso come la corrente,
mi ha chiesto di dirti che un tempo ha avuto sogni ed incubi, che ha
superato gli incubi grazie ai sogni
Xena ne rimase colpita ma non ci pensò, Olimpia la preoccupava,
le carezzò il viso:
-Va bene, ora però stai tranquilla, hai bisogno di riposare,
ci sono io qui con te, cerca di dormire, ci penseremo più tardi,
te lo prometto.
Si sdraiò insieme a lei finché non si addormentò,
poi si sedette di fronte al fuoco chiedendo a sé stessa:
-No, non è possibile! No!
Prese la testa fra le mani ricordando il tempo trascorso con Lao Ma,
ma lei ormai era morta, lei stessa l'aveva vista morire. Era morta per
causa sua, prima di Olimpia aveva fatto di tutto per cercare di cambiarla
ma lei era sorda alle sue parole, la sua anima era sorda, per colpa
sua era stata condannata a morta, lei l'aveva tradita. Non credeva alla
purezza delle sue parole, non credeva nei buoni sentimenti, così
le provò che è sempre il male ad avere la meglio. Non
aveva fatto niente per salvarla. In quegli anni si era perdonata tutto
grazie ad Olimpia, tranne quello. Non gli aveva mai ravvoltato niente
di Lao Ma, come poteva sapere quelle cose? Non credeva a niente che
non potesse essere toccato con mano, quello che Olimpia le aveva detto
lo aveva forse letto da qualche parte o qualcun altro a sua insaputa
gli aveva parlato di Lao Ma, semplice no?
Questa cosa non la convinceva fino in fondo ma Olimpia le vuole un bene
dell'anima, si sarebbe inventata qualsiasi cosa pur di aiutarla
ma finora non le aveva ancora mentito.
Mille pensieri le affollavano la mente, fino a farla quasi esplodere.
Meglio non pensarci, far finta di niente.
Olimpia si svegliò dopo un paio d'ore, Xena era lì di
fronte a lei, il suo viso era ancora tanto stanco
:
-Come ti senti?
Le chiese Xena. Olimpia la guardò, poi si guardò intorno,
rimase immobile a pensare, non rispose alla domanda, si alzò.
Intorno c'era un'atmosfera fredda. Olimpia era ancora turbata da quello
che le era successo, sperava che Xena le avesse creduto, non lo sapeva,
ma la conosceva abbastanza bene, sapeva di non avere molte speranze,
perciò per ora decise di non toccare l'argomento. Vista com'era
andata la nottata Xena decise di farci salire Olimpia su Argo. Trascorse
circa un'ora di cammino quando Olimpia sentì di nuovo quella
voce:
-Olimpia, ti prego, non spaventarti.
Olimpia cercò di fare finta di niente, chiuse gli occhi. Xena
stava camminando davanti a lei, poi la voce continuò:
-A volte le persone credono impossibili cose che semplicemente non hanno
mai visto.
-Se non sto impazzendo, posso chiederti cosa vuoi da me?
- Sì
il mio nome è Lao Ma, ho conosciuto Xena alcuni
anni fa. Quando l'ho incontrata, come te ho voluto farle capire che
il suo modo di vivere era sbagliato, volevo toglierla dall'oscurità
per riportarla alla luce. Vedevo qualcosa in lei di molto grande, sentivo
in lei una forza notevole che volevo porre al servizio del bene. Non
ho avuto fortuna, sono stata tradita da lei e condannata a morte. Tu
hai fatto quello che non è riuscito a me. Il suo rimorso è
questo, non riesce a perdonarsi di non aver capito al momento giusto
quello che doveva fare ed ora tu vuoi aiutarla.
-Perché non mi ha detto niente! Avrei potuto fare qualcosa!
-Ognuno di noi ha dei segreti che spesso devono rimanere tali, per non
sentirci deboli davanti agli occhi degli altri, ma anche davanti ai
nostri.
-Cosa posso fare io allora? Voglio che si liberi da tutti i suoi incubi,
a qualsiasi prezzo.
-Non sarà facile, dille perché sono qui, dille questo:
controllare gli altri vuol dire potere, controllare gli istinti, conoscere
se stessi. Dovrebbe portarla sulla strada giusta, se così non
fosse ci sarebbe un'altra soluzione, ma è rischiosa per te, faresti
di tutto per aiutarla?
-Sono disposta a darle la vita se questo potesse servire
-
Il tuo animo è nobile, è stata molto fortunata
ad averti incontrata.
-
Bhe anch'io te lo assicuro.
Quando riaprì gli occhi trovò Xena di fronte a lei che
la guardava:
-Mi spieghi cosa sta succedendo? Ti metti anche a parlare da sola ora?
-So che ti sembrerà assurdo ma non stavo parlando da sola.
-Va bene, ma io non vedo qualcuno qui intorno, chi sarebbe la persona
in questione?!
-Tempo fa conoscevi qualcuno di nome Lao Ma
Xena rimase a guardarla con occhi assenti, era come se avesse ricevuto
una pugnala, le parole che aveva sentito quella stessa notte erano sue,
qualcuno doveva averle parlato di lei.
-Chi ti ha parlato di lei? Non è comunque un argomento che vorrei
discutere con te, spero che tu non voglia continuare!
La guardò dall'altra parte evitando di continuare quel discorso.
-Controllare gli altri significa potere, controllare gli istinti, conoscere
se stessi, mi ha detto che questo ti avrebbe portata sulla strada giusta
Xena le rispose con ira:
-Ti ho detto che non voglio parlarne!
Poi, con tono più malinconico:
-Anzi, te lo chiedo, non so da dove siano arrivate queste parole; stanotte
mi hai detto che io faccio ancora parte dei suoi sogni
Lei si
aspettava molto da me, io non l'ho ascoltata e per colpa mia è
morta. E' inutile che tu mi dica queste cose, non so chi te abbia dette,
sappi solo che io non cerco il perdono di nessuno
sono io che
non posso perdonarmi
non potrò mai farlo, è inutile
che tenti di aiutarmi in questo modo, tu non c'entri niente con questa
storia, vorrei che ne rimanessi fuori. Io con te sto bene, da quando
ti ho conosciuta ho ritrovato la voglia di vivere, sono felice con te
e voglio che anche tu lo sia.
-Xena! Ma io ti ho vista piangere questa notte!
-Mi dispiace, ma mi basta guardarti negli occhi, vedere la tua serenità
per farmi passare tutto quanto, mi basta averti vicina
Quelle parole le entrarono nel cuore, fino in fondo all'anima, scese
da cavallo con gli occhi pieni di lacrime, le si avvicinò timidamente
per abbracciarla. C'era un calore dolcissimo attorno a loro in quel
momento, Olimpia era grata a Xena per quello che le aveva detto, proprio
per quel grande affetto che aveva per lei voleva di più.
-Tu non mi credi, vero? Pensi che quelle cose te abbia dette solo per
cercare di farti stare un po' meglio
-No, vorrei solo
Olimpia l'interruppe posandogli l'indice sulle labbra sussurrandogli
all'orecchio:
-Io credo che la serenità non sia un dono, ma una meta da raggiungere
Chiuse gli occhi chiedendo a Lao Ma di far qualsiasi cosa per convincerla
che la voce che sentiva era veramente di Lao Ma.
Erano ancora avvolte da quel dolce abbraccio, Xena sentiva le braccia
di Olimpia intorno a lei che l'abbracciavano ma d'un tratto la strinsero
troppo forte. Guardò il volto di Olimpia, era diventato rigido,
per qualche istante tutto il suo corpo diventò rigido, aveva
gli occhi sbarrati ma non la stava più guardando, urlò
il suo nome con terrore. Il suo corpo cadde tra le sue braccia esanime,
con gli occhi chiusi. Che cosa stava succedendo?! La prese in braccio
posandola lentamente a terra, continuava a chiamarla ma non le rispondeva
più.
-Olimpia! Olimpia! Svegliati! Ti prego, non lasciarmi sola
Poi urlò al cielo:
-Perché! Ho già pagato per i miei errori! Chiunque tu
sia! Perché mi stai facendo questo?!
Dalla bocca di Olimpia uscì il suo nome
-Xena!
Ma la voce non era la sua, aveva già sentito quella voce molto
tempo prima, ma non era possibile, era Lao Ma, proprio lei, come se
il suo spirito fosse entrato nel corpo di Olimpia. Rimase immobile di
fronte a lei, sentì un vento gelido attraversagli il corpo.
-No, Xena, tu non devi più pagare.
Quello spirito che aveva preso il corpo di Olimpia la guardava con espressione
serena.
-Lao Ma, tu sei davvero Lao Ma? Quanto
Ho sempre desiderato poterti
rivedere di nuovo, sapevo che non era possibile e questo mi distruggeva;
non poterti chiedere perdono
-Ho visto quello che hai fatto in questo tempo, quello che sei diventata
è molto di più di ciò che speravo quando ti ho
incontrata e il tuo pentimento l'ho vissuto ogni giorno. Ciò
che ci accade dipende da noi ma spesso è inevitabile.
-Quello che ero, quello che ho fatto, mi provoca tuttora ribrezzo, come
posso dimenticare
il male che ho fatto
le persone che ho
ucciso
come posso dimenticare te; se non fosse stato per colpa
mia saresti ancora viva! Avresti potuto fare ancora tanto per gli altri,
eri straordinaria.
-Ogni giorno triste è un giorno perso, quando hai incontrato
Olimpia lei ti ha subito indicato la strada giusta, l'hai intrapresa
ma solo verso gli altri, perdona te stessa. Io sono sempre con te, ogni
giorno, ricordati sempre dello spirito delle acque.
-Non so se
Lao Ma l'interruppe, le mise una mano sul viso in modo da fargli chiudere
gli occhi:
-Guarda dentro di te, non it sto chiedendo di dimenticare
Chiudendo gli occhi Xena vide le stesse scene che accompagnano da tempo
i suoi incubi, poi vide Lao Ma:
-Guarda cosa sei ora
Vede Olimpia che la abbraccia e digli che le vuole bene, vede volti
felici di persone che ha aiutato, vite che ha salvato, persone che ha
consolato, poi vede di nuovo Lao Ma che le indica di guardare alle sue
spalle. C'è una distesa d'erba verde attorniata da montagne con
cascate stupende, sente il frusciare del vento che carezza l'erba, sente
il rombo delle cascate, guardò il cielo azzurro con poche nuvole
bianche, sentiva gli odori più buoni e dolci, si sentiva parte
di tutta quella bellezza.
Quando riaprì gli occhi si sentiva leggera, serena come il cielo
che stava guardando poco prima.
-Riempiti di desiderio e vivrai solo di illusioni, liberati da ogni
desiderio e comprenderai il grande mistero delle cose
ora ho capito
il senso di questa frase.
-Quando sei in difficoltà chiudi gli occhi e libera la tua anima.
Si sedette accanto ad Olimpia, la prese tra le braccia e le carezzò
il viso finché riprese coscienza. La guardò un po' spaesata.
-Cosa è successo?
Lao Ma?
Xena le rispose commossa:
-Sì.
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