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La pietra di Kronos

del Gruppo Yahoo Xena r.p.g.

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Olimpia si trovava a percorrere il mare per la prima volta da sola, per la prima volta senza Xena.
Durante il percorso trovò un caro amico, Virgilio, la sua presenza la confortò.
Olimpia doveva tentare un'ultima impresa, un'impresa di cui si rendeva conto la gravità.
Sconvolgere l'assetto del tempo. Tutta la sua disperazione valeva l'incognita di questa impresa?
E se facendo questo avesse provocato qualcosa di irrimediabile?
Doveva tentare, la sua vita non aveva più un senso ormai.
Avrebbe potuto riportare in vita Xena, rivedere il caro Corilo, avrebbe potuto rivederlo anche Virgilio..
Questa impresa era a fin di bene, dovevano andare avanti, non serviva indugiare, non ora.
_______

Erano arrivati da poco in Grecia, Virgilio le mostrò alcune pergamene riguardanti un possibile cammino per trovare la pietra di Kronos.
Olimpia doveva discutere con lui la strada da intraprendere.

Finalmente approdarono in Grecia e scesero dalla Galea. Virgilio mostrò sulla
mappa, ad Olimpia, il percorso più breve per arrivare al santuario
dove avrebbe dovuto trovarsi la pietra di Kronos. Si doveva imboccare un
sentiero che sale lungo la montagna del santuario. Per arrivare al
sentiero bisognava prima, però, attraversare una fitta foresta dove
vivevano delle popolazioni barbare; si diceva che fossero molto pericolose.
Virgilio non sapeva se fosse il percorso migliore, si sarebbe potuto anche aggirare la
foresta ma ci sarebbero voluti diversi giorni. Virgilio aspettò di vedere cosa ne pensava
Olimpia.


Xena tempo addietro aveva parlato a Olimpia delle popolazioni barbare.
Purtroppo essendo molto numerose e belliche avrebbero avuto la meglio in poco tempo su di lei e Virgilio .
Dovevano essere molto cauti in questa missione
Olimpia disse : "Virgilio, il nostro compito è entrare in possesso della pietra di Kronos, il tempo non deve interessarci, una volta avuta la pietra potremo giostrarlo a nostro piacere."
Aggirarono la foresta lungo la costa, in una settimana circa sarebbero stati a destinazione.

Così Olimpia Virgilio decisero di aggirare la foresta per evitare i
barbari. Camminarono per una settimana finchè della foresta non
rimanevano che pochi alberi lontani; all'orizonete già si vedeva il
monte del santuario di Kronos. Ma ad un tratto... un bivio ed un
mercante fermo a far riposare i sui cavalli. I due eroi chiesero
informazioni riguardo i due sentieri: uno portava ad ovest, al monte
dove sorgeva il santuario di Kronos; l'altro a sud, alla città di
Dodona.
Virgilio disse: "Io direi di fermarci a riposare a Dodona, dopo tutto
abbiamo camminato per una settimana e la pietra di Kronos può anche
aspettare un giorno in più."

Era ormai il tramonto quando Olimpia e Virgilio arrivarono al Santuario dove era custodita la pietra di Kronos, ma entrambi non curanti della fatica del viaggio decisero di entrare nel posto sacro e finalmente poter portare a termine la loro missione.
Olimpia era convinta di quello che faceva, stanca e ormai vinta dalla disperazione si lasciò guidare dai sentimenti, e dalla determinazione di Virgilio.
La pietra di Kronos era custodita da due enormi statue di marmo, chi tentasse di avvicinarsi senza puri intenti sarebbe stato fulminato dai loro occhi vitrei.
Olimpia tentennò, ebbe paura che i suoi intenti non sarebbero stati a fin di bene per l'umanità, ma che sarebbero stati interpretati come egoistici e superficiali.
Ormai però quel che era fatto era fatto e in passato il fato non era stato giusto nei suoi confronti, nei confronti di Virgilio e, soprattutto, non era stato corretto nei confronti di Xena.
Si accorse che non aveva più nulla da perdere, prese per mano Virgilio per dargli forza e ricevere forza da lui e si addentrarono nel lungo corridoio che li distanziava dall' ambita pietra.
Lenti, con gli occhi chiusi camminarono l'uno di fianco all'altra e quegli attimi sembrarono interminabili.
Si trovarono dall'altra parte del corridoio ancora con gli occhi chiusi, non credevano ai loro occhi, ce l'avevano fatta!
La pietra di Kronos era davanti ai loro occhi.

Olimpia esitava a prendere la pietra, aveva paura... "Coraggio"
Virgilio le sussurro nell'orecchio, cercava di incoraggiarla ma aveva
paura anche lui. Posò la mano sull'elsa della spada e si guardò
introno. Le statue erano molto inquietanti, era come se li stessero
guardando. In effetti era proprio così...

Olimpia si rese conto che le due statue erano ormai pronte per sferrare il loro attacco pochi secondi prima evitato.
Non c'era più tempo per indugiare, Olimpia e Virgilio si gettarono insieme sulla pietra che appena toccata iniziò a lanciare scintillii e lampi.
I due si guardarono intorno, la scena che gli si presentò davanti era un qualcosa di incredibile;
tutta la realtà che avevano visto sino a poco prima si stava lentamente sgretolando, come se una gomma gigantesca stesse cancellando ogni cosa davanti ai loro occhi per lasciar soltanto il vuoto.
Una sensazione di terrore invase gli animi dei due giovani.
Come da un sogno si risvegliarono chissà dopo quanto tempo, chissà come.
Xena era al loro fianco.

Xena era al loro fianco. Olimpia e Virgilio non credevano ai loro
occhi; ma prima che capissero cosa gli era successo sentirono una
voce e subito dopo entrò... Corilo. Virgilio era commosso.
Virgilio: "Padre, sei vivo."

Olimpia quando vide Xena cercò a stento di trattenere le lacrime <Xena sei di nuovo fra noi!Non puoi neanche immaginare quanto tu ci sia mancata, quanto tu mi sia mancata. Questa volta niente e nessuno potrà più dividerci, non starò più ai patti di morte giustizia e destino.
Questa è una nuova occasione per tutti noi. Deve andare diversamente.>
Olimpia abbracciò Xena e subito dopo abbracciò il suo caro amico Corilo, da tanto troppo tempo la morte li aveva separati, un destino malvagio nei loro confronti che gli aveva tolto gli amici e la famiglia durante quei 25 anni di ibernazione. Ora tutto doveva cambiare.

Corilo era appena apparso. Era il Corilo di un lontano passato. Quindi non poteva riconoscere Virgilio. Quando lo chiamò "padre", Corilo, confuso si voltò per vedere con chi stava parlando ma non gli riuscì di vedere nessuno in quel santuario. Ricordava di avere visto Xena e Olimpia morire, Marte che le portava via e Ottaviano che si prendeva cura della piccola Evi. Dopodiché era partito alla loro ricerca perché dentro di sé aveva sempre sentito che prima o poi avrebbe rivisto le sue amiche. Ben presto si ritrovò abbracciato a Olimpia. Corilo non riusciva a capire. Ma era felice. "Ma allora siete vive ! Lo sapevo ! Ma ditemi come... che cosa..." Corilo era commosso e non riusciva a fare domande. Continuò a ripetere più volte " Eh ! Lo sapevo ! "

<Si Corilo.Lo sapevi e hai visto giusto, finalmente ci siamo tutti riuniti. Tu non puoi capire chi sia questa persona, si chiama Virgilio. Corilo è tuo figlio.> Olimpia tentava di parlare piano per non confondere Corilo, voleva spiegargli tutta la situazione per intero.
<Noi veniamo dal futuro, io...noi...abbiamo dovuto sconvolgere il tempo per riportarvi indietro. Era l'unico modo, è difficile da spiegare, ma...era necessario, capisci?>

Xena restò senza parlare, era confusa, non capiva. Vide Olimpia, la sua Olimpia: la sollevò da terra e la strinse forte a sè. Poi, guardandosi attorno un dubbio si insinuò tra i suoi pensieri e la sua voce si fece estremamente seria e preoccupata:
- "Olimpia, so di essere stata lontano da molto tempo, inevitabilmente molti fatti sono sfuggiti al mio controllo.. Mah.. Tu e Virgilio..???" -
Una certa gelosia mista a rabbia si stava impossessando della Principessa Guerriera che lanciava sguardi taglienti al figlio di Corilo....
Xena si voltò e vide il famosissimo Cuciniere:
-" Corilooooooooooo!?"-
E rivolgendosi a tutti li esortò:
- "Vi prego spiegatemi!!!"-
Dopodiché, pensando che fosse una finzione ad opera del dio della guerra inizio ad urlare:
- " Maaaaaaarrrrrrrteeeeeeeeeeeeeeee.......!

Marte, si trovava in quel momento fra due belle ragazze nel suo
tempio, occupato in faccende bel lontane dal mondo della guerra,
carezze e baci sensuali lo distoglievano da quelle che erano le sue
occupazioni quotidiane....il dio della guerra di quel momento, non
era quello semi-redento innamorato a tal punto di Xena da rinunciare
anche alla sua immortalità, ma era il grande Marte, spietato e forte,
onnipotente, alla ricerca sempre dell'alleanza e dell'amore della
Principessa Guerriera. In un attimo, una voce, la voce di quella che
era senza dubbio la sua preda preferita e tanto ambita, e alla quale
non avrebbe mai rinunciato, lo stava chiamando. Si sentì come
languire dentro, e lasciò di colpo le due ragazze per precipitarsi
dove lei lo chiamava. La sorpresa fu grande, non si riusciva a capire
niente della situazione che si presentava, e Marte seccato disse "che
bella riunione di famiglia, che succede? spero avrai un bel motivo
Xena per avermi distolto dalle mie occupazioni..." e le lancio
un'occhiata alla Principessa che la spogliava, all'improvviso,
completamente....poi giratosi verso Virgilio disse "e questo chi è?"
e si piegò a baciare la mano di Xena..

Virgilio: "Come chi sarebbe questo? Mi chiamo Virgilio, figlio di
Corilo il Magnifico, persona molto più nobile e coraggiosa di te, dio
della guerra." Ma mentre Virgilio insultava il bellicoso (anche se
così non sembra) Marte, le due statue, ora animate si avvicinavano
con aria minacciosa.

Corilo era confuso, non ricordava di avere un figlio, tanto meno dell'età di Virgilio. Ma a questo avrebbe pensato dopo. Ora, rivedere Marte, il dio che poco tempo prima, gli aveva portato via le sue uniche amiche, gli fece ribollire il sangue. Non glielo avrebbe lasciato fare una seconda volta, non ora che le aveva appena ritrovate. Il suo volto si contrasse dalla rabbia. Impugnò la sua spada.
Urlò :" Maledetto !". E si scagliò contro il dio della guerra, incurante delle conseguenze.

Marte mollò subito la mano di Xena e si girò verso Corilo non capendo
il motivo di tutta quella rabbia. Si scostò di colpo e lanciò un
calcio sulla schiena di Corilo facendolo sbattere contro il muro.
Poi, ridendo, si girò ancora verso Xena, mentre Virgilio e Olimpia
corsero in difesa del povero Corilo sanguinante in viso, e gridò "non
so cosa sia successo a tutti voi, ma non ho tempo da perdere, e tu
Xena faresti bene a seguirmi, e a riprendere finalmente la tua strada
al mio fianco e comunque cerca di avere buoni motivi prima di
chiamarmi ancora..." e all'improvviso se ne andò. Xena gli fece una
smorfia con la bocca,un ghigno quasi di sfida, poi corse verso Corilo
e finalmente Olimpia le mise le braccia attorno al collo piangendo.


Olimpia abbracciò Xena, voleva spiegarle tutto, anche se lei non capiva ancora bene la dinamica delle cose.
<Xena, ascoltami, devi sapere che io e Virgilio veniamo dal futuro, ti abbiamo riportato indietro usando la pietra di Kronos, in questo modo sono tornati tantissimi altre persone del nostro passato, come il nostro caro amico Corilo. E Marte è diverso perché è il Marte del passato. Abbiamo sconvolto gli avvenimenti del tempo, a questo punto potremmo trovarci davanti anche..>
Olimpia non voleva pronunciare quel nome, il nome di sua figlia, una ferita mai rimarginata.
<E' come se dovessimo ricominciare tutto daccapo.. ma non importa, so che il destino non è stato giusto né con te né con Corilo, l'importante è che noi siamo tutti di nuovo insieme.>

Xena fissando Olimpia negli occhi con tono solenne disse:
-" I nostri Destini grazie a Te sono nuovamente legati, e questa
volta niente e nessuno potrà dividerci; Ti ringrazio infinitamente di
avermi riportata in Vita. " -

La Principessa Guerriera, dopo aver abbracciato nuovamente la sua
Olimpia, avanzò verso Virgilio

- " Se adesso sono qui è anche merito tuo, te ne sarò per sempre
riconoscente " -

Virgilio era molto contento di rivedere Xena così si abbracciarono.
Ma era ancora più contento di rivedere Corilo, suo padre, morto
davanti ai suoi occhi.
Gli si avvicinò e lo abbracciò.

Corilo ancora sofferente per lo scontro con Marte, si commosse all'abbraccio di Virgilio. Olimpia poco prima gli aveva detto che si trattava di suo figlio e Corilo dopo averci pensato un po' non lo trovò del tutto impossibile, malgrado dimostrasse almeno venticinque anni. Ricordò, infatti, di quando con Melania e Autolico si presero cura di un bambino che nell'arco di un giorno era diventato un adulto.
"Non preoccuparti, figliolo. Ora c'è qui tuo padre a difenderti." disse a Virgilio come fosse un poppante.
Fiero del suo comportamento paterno si voltò verso le sue amiche e chiese loro "Ora che cosa facciamo ? Combattiamo contro i giganti ? Salviamo qualche città dai briganti ? Ci battiamo contro qualche mostro ? Coraggio ! Corilo il magnifico non vede l'ora di passare all'azione, come ai vecchi tempi !"

Intanto altrove due altre vecchie conoscenze die Xena e dei suoi
amici erano tornate in vita. Nel tempio di Marte Callisto e Speranza
erano intente a discutere la loro vendetta contro Xena.
"Ah Speranza, quella stupida di Olimpia senza saperlo ha fatto
tornare dall'aldilà anche noi due...peggio per lei, questa volta
sconfiggeremo Xena, tu e io insieme saremmo invicibili! Ma guarda,
sono risorta persino come semidea, cosa potrei chiedere di meglio?"
disse Callisto con la sua ironia di sempre.
"Spero che anche per te Speranza le cose non siano cambiate, anche tu
nutri lo stesso odio di una volta contro Xena e soprattutto contro
tua madre Olimpia, non é così?"

"Certo callisto, non preoccuparti, il mio odio verso Xena è
accresciuto molto da quando ha causato la morte della mia
creatura...non vedo l'ora di vederla soffrire, dobbiamo trovare per
lei la più atroce delle torture..."
Ma mentre diceva ciò Speranza pensava ad Olimpia, chiedendosi se in
tutto quel tempo potesse aver cambiato idea sul suo conto
"in fondo" pensò "è pur sempre mia madre, forse riuscirò a
convincerla a stare dalla mia parte, magari le sarò mancata durante
questi lunghi anni...avrà mai pensato a me?"
Ma Speranza riemerse dai suoi pensieri sentendo che Callisto la stava
chiamando.

"Speranza, Speranza! Ah meno male, ti sei risvegliata! Non mi dire
che stavi pensando ad Olimpia. Ti sei dimenticata tutto quello ti ha
fatto? Lei non ti vuole bene, non te ne ha mai voluto, per lei esiste
solo Xena...ma noi le annienteremo tutte e due. Però stavo pensando
che avremmo bisogno di aiuto. Potremmo proporre a Marte e ad Athos di
unire le forze per distruggere Xena. Insieme saremo inbattibili, Xena
non avrà più nessuna possibilità." Callisto esplose in una risata
terrificante, piena di odio e vendetta

"certo Callisto, hai ragione: non dobbiamo correre rischi, quindi più
siamo forti meglio è. Tu dici di chiedere aiuto a Marte e a suo
cugino? non è una cattiva idea, ma dobbiamo assicurarci che siano
dalla nostra parte... Marte!! mostrati a noi!!"

Xena osservò tutti i suoi compagni, ancora una volta le brillavano gli occhi dalla gioia; passando una mano tra i capelli di Olimpia e scrutandola minuziosamente da cima a fondo la trasse a sè cingendole il collo con il suo poderoso braccio. - " Bene mie cari.. Dopo quelle colline a cinque miglia da qui c'è una Taverna, proprio accanto al Tempio di Bacco.. Che ne dite di brindare con dell'ottimo nettare? Per questa volta offro io!" - La compagnia acconsentì festosamente : si incamminarono. Xena con una briglia teneva ben saldo Argo che pareva essere incantato dal suono della sua voce;

Olimpia accettò con entusiasmo la proposta di Xena:
<Ehy niente alcolici, lo sai che non li reggo molto bene....>
Dopo aver ricevuto un' occhiata simpatica da tutta la compagnia disse
<Ok ok, per questa volta credo proprio potremo lasciarci andare..in fondo l'occasione...>
A questo punto Olimpia si rese conto di avere ancora in mano la pietra di Kronos, pensò che sarebbe meglio metterla da qualche parte, ma nessun posto sarebbe stato sicuro...
Pensò anche che se fosse finita in mano a Marte, oppure
<...un momento, se Xena, Corilo son in vita..questo vuol dire che anche ...Callisto!!!
Oddio non può essere tornata in vita anche lei e...>
Un atroce sospetto le si infilò nella mente provocandole dolore. Senza curarsi degli amici che la stavano ascoltando disse ad alta voce <Speranza!!!>.

Xena e gli altri si erano messi in viaggio ma a pochi passi dal santuario, i nostri eroi trovarono una città. Olimpia e Virgilio, al suo posto, prima avevano notato solo dei ruderi. Probabilmente la città era tornata dal passato grazie alla pietra di Kronos. I membri della compagnia entrarono in una taverna, presero posto a un tavolo e iniziarono a bere.
Corilo, tenendo tra le mani un boccale di sidro, si rivolse a Virgilio :" Figliolo ! E' bene che tu sappia chi è realmente tuo padre. Mi sono sempre battuto valorosamente contro ogni ostacolo per sconfiggere chiunque compisse delle ingiustizie. Hai mai sentito parlare di Callisto ? Era una semidea crudele e invincibile finché non ha trovato sulla sua strada Corilo il grande !"
Corilo si mise a ridere, leggermente brillo e compiaciuto di sé poi il suo sguardo incontrò quelli delle amiche e aggiunse :"Cioè finché non ha trovato sulla sua strada noi tre..." era ancora in imbarazzo " Ma ne riparleremo un'altra volta."
Due energumeni che stavano fissando la compagnia da quando aveva fatto la sua entrata nella taverna si alzarono dal loro posto vicino al banco e si diressero minacciosi verso Xena e gli altri. Afferrarono per il collo Corilo, improvvisamente.
Uno di loro disse :"Ceneo ! Da quanto tempo !"
L'altro aggiunse :"Già. Da quando ti abbiamo incaricato di uccidere re Alceo e sei sparito con il bottino, dimenticandoti di mantenere la parola data."
Corilo, con voce soffocata, si difese timidamente :"C'è un equivoco. Non sono Ceneo. Sono suo fratello gemello."
I due briganti risero e lo trascinarono via.
"Divertente ! In effetti, sembri un idiota conciato in quel modo. Vieni. Ti portiamo a prendere una boccata d'aria."

Marte comparve all&#8217;improvviso intento a duellare con suo cugino
Athos, pesonaggio intrigrante, bionda divinità scandinava, di forza e
bravura nell&#8217;arte della guerra pari a Marte. Dopo aver sferrato un
colpo con la spada verso il cugino lo spinse per liberarsene e si
precipitò subito verso Callisto puntandone la spada alla sua
gola. &#8220;Voi, nel mio tempio!&#8221; che ci fate qui? Cosa vi ha spinto=
a
rifugiarvi da me? Poi si girò verso Speranza, o meglio per lui era
Olimpia, visto che non aveva mai conosciuto la figlia del dio del
male in età, per così dire "adulta", ma ne aveva solo sentita
nominare l'esistenza..quindi abbandonò Callisto e si diresse verso
Speranza, urlando "e Xena? dov'è? Callisto!!!! è opera tua questa?"
poi rimessa via la spada disse "quale onore, a cosa devo la tua
gradita presenza Olimpia?" e rivolse uno sguardo alquanto malizioso
al cugino Athos che sempre aveva avuto un debole per Olimpia.

athos ricambiò lo sguardo di marte e si appoggiò a una colonna incrociando =
le
braccia"Olimpia....finalmente sei qui da sola.Qual buon vento!"Athos si
avvicinò a Speranza esibendo un sorriso affascinante "È tanto che non ci si=

vede" e allungò la mano per sfiorare la guancia della fanciulla

Xena e Olimpia si guardarono negli occhi... di nuovo quel Ceneo!
Come poteva essere così simile a Corilo nell'aspetto e rivelarsi un individuo così gretto!
Olimpia tentò di risolvere la situazione:
<Ok ragazzi, abbiamo tutti avuto una giornata pesante, cerchiamo di collaborare! Non ho voglia di discutere, ma possiamo assicurarvi che questo non è assolutamente Ceneo.
Insomma guardatelo, vi sembrerebbe mai capace di uccidere un re e di rubargli il bottino??>
Tenendo bene in mostra i sai e dando una pacca sulla robusta spalla di xena voleva far capire ai loschi figuri che era meglio allontanarsi e lasciarli in pace.
<Quindi > continuò Olimpia con sguardo sufficiente < perché non ve ne andate e lasciate in pace il nostro amico?> e qui sollevò una sopracciglia <o dobbiamo proprio intervenire?>
Olimpia da ultimo diede un' occhiata a Xena che continuava a sorseggiare il suo sidro tranquillamente pensò <Bè se è tranquilla vuol dire che i tizi non la preoccupano.. tanto meglio..>

"non mi toccare" disse Speranza con voce sprezzante.
"io non sono Olimpia, ho solo il suo aspetto..Olimpia è mia madre:io
sono Speranza, la figlia del signore del'eterno fuoco. Sono qui con
callisto per parlare di affari con te marte".
Solo in quel momento si accorse che la mano che aveva cercato d
sfiorarla apparteneva ad un dio ke non conosceva: "e tu chi saresti?"

athos arretrò subito un po confuso"cosa.......?"osservò intensamente
speranza "è incredibile !sei uguale a quella splendida creatura che è tua
madre!" poi il dio biondo gonfiò il petto,pose le mani ai fianchi e disse"i=
o sono
athos ,il dio guerriero delle regioni del nord!non riconosco tuo padre,non =
so
chi sei! Ma ti avverto ragazzina ,non osare sfidare nè me nè mio cugino
marte... te ne pentiresti! "poi si rivolse a Marte con fare sprezzante" stra=
na
gente qui in Grecia Marte!"

"E tu chi saresti, fanciulla ? La donna di Ceneo ?" chiese uno dei due briganti a Olimpia, scuotendo la testa di Corilo. "Interessante ! Se vuoi daremo una lezione anche a te !" Risero i due energumeni mentre stringevano il collo di Corilo che tentava invano di liberarsi.
"Perché, invece non ci sediamo e sistemiamo tutto con una bella bevuta ? Vi offro un boccale di vino di quello buono !" tentò Corilo con voce soffocata.
"Silenzio, Ceneo !" lo picchiò uno dei due, lanciandolo verso il banco e facendogli perdere momentaneamente i sensi. "Ora ci occuperemo della tua donna. Sta a guardare." Dissero i due, che non si erano accorti che Corilo era svenuto. I due briganti impugnarono i loro coltelli e si lanciarono verso Olimpia.

<Dannazione, mai un momento di pace!> pensò Olimpia fra sè e sè.
Impugnando i Sai in posizione di difesa dalla parte del manico, si avvicinò a Corilo e constatato che stava relativamente bene gli diede un pezzo di stoffa per asciugarsi il sangue dal naso, poi si diresse contro i due energumeni.
<Ok ragazzi, vi avevo avvertiti ma avete voluto fare di testa vostra..ora vedrò di farvi capire una volta per tutte che colui che avete atterrato non è Ceneo. E se serviranno le cattive..>
Così disse Olimpia che ormai aveva perso la pazienza.
Si scagliò contro i due energumeni, che erano decisamente grossi, ma si intuiva facilmente che dovessero essere lenti nei movimenti e molto goffi, così andò subito a colpire in basso sullo stomaco del primo dei due, subì il colpo abbastanza bene, così decise di colpire un poco più in basso..

Quello dei due briganti che fu colpito da Olimpia si piegò in due per il dolore.
L'altro brigante le disse :"Maledetta ! Ti farò pentire di aver colpito mio fratello Fidone !" e si lanciò, furioso verso la ragazza cercando di colpirla con il coltello.
Corilo avrebbe voluto intervenire ma non si era ancora rialzato da terra.

Xena era seduta, stava osservando da qualche istante la scena. Si alzò, prese il calice, lo portò alle labbra, diede un un ultimo sorso al suo sidro preferito e asciugandosi la bocca con il dorso della mano disse: - "Adesso mi avete stancata!!!" Il tavolo di legno massello le ostacolava il passaggio; vi saltò sopra e si gettò su colui che aveva il coltello : lo disarmò, poi, una volta a terra, lo prese a calci fino a farlo urlare, quindi gli rifilò un colpo ben assestato in fondo alla nuca da farlo tramortire. - " Bene, questo è sistemato" -


I due briganti erano ormai fuori gioco.
Corilo si alzò dal suo posto, premendo il pezzo di stoffa sul naso sanguinante.
Cercando di nascondere il dolore, sorrise e disse con entusiasmo alle amiche :"Li abbiamo sistemati questi due briganti ! Come ai vecchi tempi, eh ?"
Corilo si accorse che gli occhi di tutti erano puntati su di lui e i suoi amici :"Niente paura ! Ci abbiamo pensato noi !"
Riprese il suo boccale di sidro. Ne bevve un sorso ed esclamò :"Veramente delizioso !"

Marte era molto incuriosito da tutta questa faccenda e sorpreso! si
rivolse alla figlia del Signore dell'eterno fuoco "cos'avete in mente
voi due? io e Athos non abbiamo tempo da perdere, e comunque stanno
succedendo cose strane in questi ultimi tempi e forse è giunta l'ora
che qualcuno faccia un pò di chiarezza! parla ora!"

Xena prese per una gamba il brigante tramortito e lo trascinò per tutta la taverna; appena giunta fuori, lasciò quel corpo addormentato sotto una quercia: era certa che il suo compare sarebbe passato a ritirarlo. Non voleva più avere niente a che fare con quei due e soprattutto, era fermamente intenzionata a proseguire i festeggiamenti.
Virgilio non diceva una parola ed Olimpia aveva ancora addosso molta rabbia. Xena chiamò l'Oste e ordinò ancora del Sidro. Si sedette accanto ad Olimpia; le accarezzò i capelli e con un sorriso le chiese
: - " Tutto bene?" -

<Si certo, tutto bene Xena, grazie per averlo sistemato..> disse Olimpia cercando di nascondere la rabbia.
Prese il bicchiere con il sidro che le porse Xena e diede un grosso sorso che la stordì per un momento <Dannazione, Olimpia non esagerare col sidro!!> disse tra sè e sè, <Non vorrai ripetere l'esperienza dei semi di papavero!Xena non ne sarebbe stata contenta..>
Fece un sorriso a Xena che la guardava con uno sguardo interrogativo e poi arrossendo abbassò gli occhi quindi diresse lo sguardo verso Corilo e gli chiese <Corilo come va il naso?>.
Poi ripensò alla comparsa di Marte, <Chissà cosa avrà voluto prima!Bella domanda Olimpia, penso che tra poco lo scopriremo, purtroppo sempre troppo tardi per prevederlo..D'altronde che divinità sarebbe quella che lascia prevedere le sue azioni..> Così pensando prese un altro sorso di sidro.

"Inizia a far calmare questo bestione, e insegnali a portare rispetto
x ki è + potente d lui" dicendo ciò lanciò un occhiataccia ad Athos...
"Comunque io e Callisto abbiamo subito grandi torti da parte d xena e
non vediamo l'ora di poterci vendicare...la nostra idea era di
prepararle una trappola, ma per attuarla abbiamo bisogno del tuo
aiuto, o grande dio della guerra."
Poi, rivolta a Callisto: "La mia idea era questa: io vado con Marte a
scovare xena mentre tu resti con questo bell'imbusto a preparare
tutto. Sei d'accordo?"

Callisto cominciava ad essere annoiata dalla conversazione con Marte
e Athos. Stavano solo perdendo tempo prezioso, mentre Xena e suoi
amici erano chissà dove. Questa volta non dovevano sfuggirgli.
"Certo che sono d'accordo Speranza. Basta che fate presto, sono
stanca di aspettare. Va, e portami qui Xena, non vedo l'ora di
vederla soffrire, come io ho dovutuo soffrire per causa sua. Quando
avrò finito con lei desidererà di non essere mai nata. AHAHAHAH!"
La risata terrificante di Callisto risuonò in tutto il tempio di
Marte. Era un suono assordante, ma la semidea sembrava non
accorgersene, il suo unico desiderio era distruggere Xena.

athos era sempre piu adirato e si rivolse a marte"ma come osano queste
pazze presentarsi qui e darci degli ordini?E TU!!"rivolgendosi a speranza"n=
on
riconosco il tuo cosidetto padre,non mi interessa!SPARISCI!prima di
assaggiare la mia giusta punizione!"athos furioso avanzò verso speranza
portando la mano all"elsa della spada

"non osare neppure avvicinarti, moscerino!! Callisto, controlla che
non intralci il nostro piano, cerca di persuaderlo con i tuoi modi
gentili... Marte! andiamo a cercare xena. Hai idea di dove possa
essere?"

"Non ti preoccupare Speranza, questo bell'imbusto lo tengo a bada io,
vedrai che smetterà presto di fare l'arrogante." Poi rivolgendosi
direttamente ad Athos disse: "Devi ancora imparare chi é Callisto.
Con me non si scherza, é meglio che fai come dico o io, perché
altrimenti farai la stessa fine di Xena...Per quanto riguarda Xena,
conoscendola sono sicura che sarà da qualche parte a festeggiare il
suo ritorno con i suoi stupidi amici."

"no,non eè possibile"disse athos scuotendo la testa"minacciati da 2
sgualrinelle e tu"voltandosi verso marte"accetti tutto questo?dammi una man=
o
a insegnarli chi siamo" =

Marte aveva il volto corrucciato ma incuriosito, e disse, senza mai
togliere lo sguardo da Speranza:"no, non accetto minacce da nessuno,
ma prima voglio sentire cosa hanno da offrirmi queste due, se
l'alleanza con la figlia dell'eterno fuoco può essere vantaggiosa
anche per noi. Posso trovare Xena in qualsiasi momento e so bene
anche ora dove si trova, ma se dobbiamo combatterla è giusto
stendere
un piano, e capire come muoversi! Xena è furba e non si fa
sorprendere tanto facilmente...ma ha il suo punto debole, ed è sempre
lo
stesso, e dovremmo concentrarci su di esso: Olimpia, la quale
certamente non si aspetta di trovarsi di fronte sua figlia."

Sua figlia...sentendo Marte pronunciare quelle parole, Speranza sentì
come una stretta allo stomaco e ripensò a quanto le sarebbe piaciuto
comvincere sua madre a passare dalla sua parte...
"nessuno ti sta minacciando...sei libero di non aiutarci, ma pensaci
bene:quante volte, per colpa di xena, hai visto fallire un tuo piano?
Quante energie hai sprecato, e quanti tuoi valorosi uomini sono morti
solo perchè si trovavano sulla sua strada? Non ti piacerebbe
vendicarti? e poi una volta uccisa xena noi tre, io callisto e tu,
comanderemo il mondo e sarai libero di scatenare tutte le guerre che
vorrai...ma decidi in fretta, non abbiamo tutta la giornata per te!"
poi disse, rivolta a callisto:"se marte accetta preferisco che sia tu
ad andare con lui a rapire mia madre...cioè, volevo dire Olimpia. ti
va bene?"

Olimpia si era seduta, la calma era tornata.
Eppure qualcosa non andava, <ma cosa questa volta??> pensò.
Poi rivolgendosi a Xena che stava bevendo a grandi sorsi il suo amato sidro:
<Xena senti, cosa pensi volesse Marte?Che stia preparando qualcosa?Ho come delle sensazioni, cioè non ho fatto nessun sogno premonitore, ehm per forza, sono sveglia, ma non so..è come se sentissi che qualcosa sta per accadere.>
In quel mentre le venne in mente Speranza come se telepaticamente le due si stessero pensando.
Pensò a quella notte in cui era sola nella foresta a pregare per Speranza, la prima notte in cui l'aveva dovuta abbandonare alle acque..la prima notte in cui quella speranza che aveva trovato se n'era poi andata.
E ripensò alla preghiera <So che sei qui da qualche parte, mio tesoro, mio amore, ti scongiuro fa la brava..>.
<Come si può chiedere alla creatura delle tenebre, la figlia di Dahak di fare la brava?>pen sò.
E Olimpia provò tanta amarezza perchè il suo fallimento come madre non se l'era mai perdonato. Pensava che forse avrebbe potuto aiutarla come aveva fatto con Xena, quando era piccola, insegnargli a distinguere il bene dal male.
Ma ormai era andata così,era troppo tardi. E Xena era sempre stata al suo fianco nonostante avesse perso ciò che le era più caro per colpa sua, Seleuco..neanche quello si era mai perdonata.
Alla fine della preghiera se l'era ritrovata accanto, sempre vicino, sempre a confortarla nel momento del bisogno, nonostante tutto..
<Speranza ormai è perduta, non posso farmi sorprendere da questi pensieri e da questi sentimenti, devo vendicare tutte le brave persone che sono morte per la sua cattiveria e quella di suo padre, Seleuco, il dolore di Xena.>.< Speranza, non avrei mai voluto combatterti, mai..ma tutto quello in cui credo mi ha spinto a farlo tutte le volte che i nostri cammini si sono incrociati e..anche questa volta..>.

Xena osservava pensierosa l'inquietudine di Olimpia, non poteva fare a meno di notare il suo sguardo assente, nel vuoto. Bevve l'ultimo sorso di sidro e si voltò verso l'amica :
- " Olimpia, non ti devi preoccupare, qualsiasi cosa possa architettare il dio della guerra noi sapremo affrontarla adesso che siamo di nuovo insieme - "
Le sorrise e con un'infinita premura le strinse forte la mano. Xena si alzò, e rivolgendosi ai compagni di ventura esclamò:
- " Bene, direi che possiamo metterci in cammino" -
In quel momento una folata di vento sbattè con grande potenza la porta della Taverna: un'aria gelida si infiltrò all'interno del locale; la pioggia iniziò a cadere sempre più fitta, accompagnata da un susseguirsi di tuoni e lampi.
- " Sembra che il tempo non sia dei migliori" -
disse Xena rivolgendosi ai suoi commensali. Mentre parlava osservò ancora Olimpia: stesso sguardo, identica tristezza a quella di qualche istante prima.
- " Corilo, Virgilio, Olimpia, sarà opportuno fermarci qui per stanotte, se non ricordo male l'oste posside qualche stanza per queste evenienze" -

"Hai sentito Marte?! Credo che Speranza ti abbia spiegato molto bene
cosa ci guadagni aiutandoci in questo affare. Non te ne pentirai. Una
volta che Xena sarà fuori dalla circolazione, niente ci potrà più
fermare," gli occhi di Callisto si illuminarono come quelli di una
bambina "...ma ci pensi, un mondo in cui regna solo la cattiveria, la
guerra...questo é quello che tutti noi desideriamo! Pensa bene alla
nostra proposta Marte."
Callisto si rivolse ora a Speranza: "Sono sicura che Marte accetterà,
e in questo caso faremo come vuoi tu. Io andrò con lui a rapire
Olimpia, però che non ti saltasse in mente di diventare sentimentale,
non ti dimenticare che anche lei é una nostra nemica...almeno per
adesso...la potremmo sempre fare convertire," concluse Callisto
sorridendo malignamente.

L'oste si presentò subito pregustando il guadagno della serata..
Con la tempesta minacciosa in arrivo molti si erano rifugiati nella famosa taverna del Centauro.
Avvicinandosi alla combriccola esordì dicendo:
<Bene ragazzi, ho 2 stanze libere che fanno proprio per voi, il bagno è in ogni piano, quindi non avete problemi.Ah una cosa stasera ho della clientela importante quindi per favore niente rumori di notte, sapete cosa intendo!>mentre finiva la frase diede un colpetto col gomito a Corilo <a parte gli scherzi, la gente qui vorrebbe dormire quindi voi due>riferendosi alla coppia Xena-Virgilio <Andateci piano, siete belli muscolosi, potreste anche sfondarmi il letto!> poi guardando Corilo e Olimpia <No, voi due mi sembrate abbastanza calmi..> Sicchè vide Corilo diventare tutto rosso e gli disse <Ehy amico, qualche problemino con le donne?Ho dei rimedi eccellenti!Per pochi danari sarai vispo come un pesce per tutta la notte !senza esagerare ovvio> Poi prendendo sotto braccio i due uomini disse <Sapete anche io con mia moglie avevo qualche problemino, poi...ma venite venite che vi faccio vedere>.
<Per tutti gli dei ma cosa avrà mai capito quell'oste!!!> disse Olimpia guardando Xena che era molto divertita, mentre Corilo e Virgilio cercavano di liberarsi dalla stretta dell' oste irriguardoso.

Marte, non dovette riflettere molto sulla proposta di Callisto,
aggiunse "io non volgio uccidere Xena, è la mia migliore guerriera,
l'ho voluta così, l'ho creata io, la mia intenzione è quella di
riaverla al mio fianco, perchè il nostro destino insieme, e solo con
lei potrò finalmente governare il mondo. Ho armate che aspettano solo
che essere guidate da bravi guerrieri..." poi si girò verso Athos e
disse "vieni cugino, ora ci sarà da divertirsi, l'odio di Callisto
per Xena ci potrà essere utile al pari di un'armata di Valkirie. Sò
dove trovarla, sento la sua presenza, andiamo" ...

Corilo era visibilmente eccitato al solo pensiero di passare una notte con Olimpia: pupille dilatate, tremolio alle gambe e viso paonazzo; Xena tratteneva a stento il riso. Mentre l'oste guidava Corilo e Virgilio tra le stanze buie e fredde, la Principessa Guerriera si avvicinò ad Olimpia e le sussurrò.. - " Tienimi il gioco... Stasera dormirai con la sottoscritta.. Non temere!!"Xena con fare risoluto si schiarì la voce e solennemente chiamò l'Oste.- " Buon uomo, forse lei non sa che la fanciulla in questione è una Vergine! Guardi.. Osservi, la chioma bionda,- accarezzò i capelli di Olimpia - gli occhi color cielo.. Costei è pura! Io sono la sua Tutrice, e per tanto è mio compito proteggere la sua integrità! Non posso permetter certo di farla riposare con questo Dongiovanni - additando Corilo- "la compagnia era esterrefatta.

Athos non era per niente convinto""mmmh io non mi fido di queste 2" disse
fissando in particolar modo callisto"però"aggiunse con un sorrisetto"dove c=

xena c"è olimpia e chissà.....marte mentre tu ti occupi di xena perchè non
lasci a me la biondina?magari ci divertiamo!"

Corilo, infastidito, con uno scatto, si liberò dalla stretta dell'oste :"E lasciami andare !".
Dopodiché salì le scale e sparì in una stanza.

<Si si!Infatti!> si affrettò a confermare Olimpia <Sono molto molto vergine..> e così dicendo mandò un'occhiata divertita e ammiccante a Xena.
<La mia tutrice bada alla mia purezza, è stata incaricata di farlo dal mio futuro sposo il princepe di Sassonia, lo conoscete?>
<Bè, ecco, a dire il vero io..non mi sembra..> disse l'oste imbarazzato.
<Ma come non conoscete uno degli uomini più potenti al mondo??Oh che disonore..se passerà di qua gli dirò sicuramente di non fermarsi a questa locanda!>
Sicchè l'oste si affrettò subito a rimediare al danno fatto <NO no, mia signora, ora che me lo fate ricordare l'ho sentito, certo tutti conoscono il vostro futuro sposo, per pietà non ditegli una tale cosa, potrei certamente rimediare a questo spiacevole inconveniente!Venite signore vi porto nella stanza migliore dell'albergo, vi tratteremo da ospiti di riguardo voi e i vostri amici, seguitemi.>
Con fare soddisfatto Olimpia guardò Xena che le stava sorridendo. Del resto parlare era sempre stata la sua più grande dote..e anche questa volta si era dimostrata una..dote preziosa..
<Bene> continuò dicendo all'oste, <per questa volta credo che ti perdonerò, ma che non si ripeta!>.
L'oste fece strada e la combriccola iniziò a seguirlo.

L'oste stava illustrando alla compagnia la storia della sua locanda, le vicissitudini che si erano succedute e i misteri che si celavano nelle crepe delle sue fredde pareti. Il Locandiere era un uomo piuttosto basso, quasi del tutto calvo; i pochi capelli rimasti erano di un bianco giallastro. Portava dei grossi baffi che ogni tanto arricciava con il pollice e l'indice della mano destra mentre i suoi piccoli occhi da mercante scrutavano dall'alto in basso ogni cliente. Le mani erano anch'esse piccole e tozze. Sotto il suo corposo pancione vi era una cintura a cui teneva legato un mazzo di robuste chiavi di acciaio; su ognuna di esse vi era inciso un numero, quello indicante la camera.
Xena osservava compiaciuta la scena e non perdeva alcun dettaglio di quel buffo personaggio. La Principessa Guerriera avanzava baldanzosa nei corridoi tetri e pregni di aromi indefiniti mentre l'oste continuava la presentazione della Locanda.
Ad un tratto l'Oste si fermò innanzi ad una robusta porta in massello; porse la chiave della stanza a Xena e invitò le due eroine ad entrare . Xena non si lasciò pregare e trascinò Olimpia in quella graziosa quanto semplice dimora mentre Corilo e Virgilio seguivano l'oste come incantati dalle leggende che erano indissolubilmente legate alla Locanda.
Intanto fuori il vento continuava a soffiare e la pioggia a scrosciare.
- " La temperatura non è delle migliori, temo che il freddo non concilierà il sonno!"
Detto questo, Xena attaccò la fiaccola al muro; la luce era soffusa. Iniziò a togliersi la pesante armatura che pezzo dopo pezzo venne appoggiata su un panchetto di fianco al letto. Quindi la Principessa Guerriera rimase con il solo corpetto che si sfilò con un rapido gesto una volta entrata sotto le coperte.
Olimpia aveva ancora quel terribile sguardo assente e pensieroso. Xena la osservò per qualche istante e disse:
- " Credo che si sia fatto tardi, adesso chiudi la porta a chiave e vieni qui con me... " -

"come osi parlarmi così?? come ti permetti di venire nel mio tempio e
dare ordini al dio della guerra?" Marte era infuriato, non accettava
il tono arrogante di Speranza...allora sguainò la spada e velocemente
gliela puntò alla gola, ma la figlia di Dahak con la forza del
pensierò scaraventò la spada altrove. Marte spostò Speranza con un
cerchio di energia e lei stava rispondendo al colpo quando lui la
fermò dicendo "fermati! noi abbiamo bisogno di voi, come per voi è
indispensabile il nostro aiuto". Riuscirò a riavere Xena..e colpiremo
all'alba, quando meno se lo aspettano, ma è encessario che venga
anche Speranza, e che inizi a incolpare Olimpia di avere ucciso sua
figlia, e di aver preferito l'amore di Xena a quello della sua
bambina. Olimpia si sentirà in colpa e qell'insignificante biondina
inizierà ad odiare Xena, e lei ritornerà da me! potremmo chiedere
l'aiuto anche delle furie, ma questo dopo che Olimpia avrà visto
Speranza"....

<Si certo> Rispose Olimpia a Xena e così facendo chiuse la porta con tre o quattro giri di chiave <Non si sa mai> Pensò..
La stanza era illuminata dalla piccola fiaccola e Olimpia stava abituando i suoi occhi alla penombra.
Lasciò indietro tutti i pensieri e le preoccupazioni, <inutile rovinarsi la serata..>
Si lavò in fretta il viso con l'acqua che trovò nella bacinella accanto al letto, poi asciugatasi iniziò a slacciarsi il corpetto superiore, poi la gonna, infine si adagiò sotto le coperte.
Subito si rincuorò sentendo il morbido materasso sotto il suo corpo, era da tanto tempo che non dormiva in un letto, quasi non riusciva a ricordarsi l'ultima volta.
Subito i pensieri andarono alla notte precedente e a quelle precedenti ancora, era sola, Xena era morta per salvare le anime che il suo passato aveva condannato.
Olimpia si girò di scatto come per assicurarsi che la principessa guerriera fosse lì e che la serata non fosse stato un sogno.
Er a lì al suo fianco, voleva controllare se dormisse, ma non riusciva, Xena era girata dall'altra parte e non poteva scrutare le espressioni del suo volto.
Il freddo era micidiale, nonostante fosse la stanza migliore della taverna, alcuni spifferi passavano attraverso la grande vetrata che dava su un imponente vista nella vallata a sud.
Olimpia si avvicinò molto lentamente a Xena per non svegliarla, pensò che forse se si fosse avvicinata avrebbe avuto meno freddo..
Ma appena il suo corpo toccò quello di Xena si accorse che era sveglia perchè al contatto la guerriera fece un balzo.
<Ehm scusa Xena, non volevo svegliarti..solo c'è un freddo..>

Poco dopo essere entrati nella loro stanza, Virgilio riprese tutta la sua roba e disse che partiva. Corilo sembrò stupito :"Ma, figliolo ! Ci siamo appena ritrovati ! Dobbiamo parlare !"
Ma Virgilio insistette per andarsene. Anche lui come Olimpia non era tranquillo per aver visto apparire Marte nel santuario di Kronos e voleva indagare per suo conto senza coinvolgere né il padre né il resto della compagnia. Nonostante le parole di Corilo, Virgilio lasciò la Taverna del Centauro durante il cattivo tempo.
Corilo si mise a letto, preoccupato.
Pensò a Melania. Le aveva fatto visita qualche giorno prima. Corilo era passato dalle sue parti per cercare Xena e Olimpia. Aveva trovato Melania e avevano cominciato a parlare del futuro. Entrambi erano cucinieri e avrebbero potuto mettere su una taverna così da strappare Melania a quella vita, (una taverna che avrebbe avuto nome Xena e Olimpia in onore delle sue migliori amiche, naturalmente), poi si sarebbero sposati e avrebbero avuto un figlio a cui Corilo avrebbe raccontato tutte le sue nobili gesta. Non sapeva che dopo appena qualche giorno avrebbe incontrato suo figlio e per di più già adulto. La prossima volta che avrebbe visto Melania si sarebbe lamentato con lei per la troppa fretta !"

Così Virgilio, malgrado volesse rimanere col padre, si incamminò: doveva
scoprire il perchè dell'apparizione di Marte. Si diresse prima verso il
tempio di Kronos, ma poi pensò che non avrebbe trovato nulla, così deviò
verso il tempio di Marte ed entrò. Sentiva delle voci, una era sicuramente
quella di Marte le altre non le riconosceva; così, benchè non riuscisse a
sentire il loro discorso, si nascose dietro una grossa colonna.
Improvvisamente non si sentivano più le voci così si sporse per guardare:
vide una donna identica ad Olimpia, Marte, una guerriera e un guerriero.
Purtroppo però anche loro lo videro.

Xena si voltò di scatto, un brivido le percorse rapidamente la schiena..
- " Olimpia! Ma sei sicura di essere ancora viva? Considerando la tua temperatura corporea non si direbbe" -
- " Umh"-
Xena sorrise, si scostò un po' le coperte di dosso e si alzò; prese quindi due pietre che giacevano accanto alla porta, si avvicinò alla fiaccola e la spense battendo i sassi sulla fiamma. Adesso la stanza era illuminata solo dal soave bagliore della luna. La Principessa Guerriera guardò il cielo ed i suoi astri; aveva nostralgia delle foreste, del contatto vivo e selvaggio con la natura; stava perfettamente comoda in quella locanda, ma il suo essere reclamava l'aria fresca della notte, i suoi sensi imploravano quei luoghi a lei così familiari.
Tornò dentro il letto, con estrema cura coprì il suo corpo e quello di Olimpia assicurandosi che fosse ben protetto dal freddo. Accarezzò molto lentamente le chiome bionde e lucenti dell'amica, le prese le mani conducendola a sè e la strinse forte in un poderoso abbraccio.
Con voce sommessa la Principessa Guerriera disse:
- "Adesso dimmi.. A cosa stai pensando?" -

<Stavo pensando alle scorse notti.. sai Xena da quando ci conosciamo ho sempre dormito con te..e insomma..ma basta, ciò che importa è che quello sia passato.>
Olimpia era completamente rilassata in quel momento, finalmente il freddo le era passato, ovvio aveva la guerriera praticamente addosso. Pensò che non le era mai capitato di averla così vicino in una situazione del genere. Del resto Xena era cambiata tantissimo, all'inizio era cauta, non amava il contatto fisico, anzi lo evitava accuratamente, poi piano piano Olimpia le aveva fatto cambiare idea, con i suoi modi dolci e teneri, le aveva talvolta preso la mano e l'aveva abbracciata quando ne sentiva più bisogno, la prima volta fu durante la morte di Talo, Xena era completamente rigida quando Olimpia le si attaccò al collo piangente, ma del resto non volle allontanarla.
Poi piano piano xena si era abituata a questa nuova forma di contatto, e ormai non ci faceva più caso, anzi talvolta se lo desiderava anche lei si lasciava andare.
Poi si accorse di stringere ancora le mani di Xena e giocherellando con le sue dita iniziò a dire:<Guarda che so benissimo quello a cui stai pensando!ti manca l'aria aperta, d'altro canto stanotte non potevamo passarla fuori ti pare?piove e diluvia..e poi per una volta...non penserai di disabituarti vero?>
Ma Xena aveva lo sguardo perso nel vuoto, anzi non nel vuoto, stava fissando le labbra di Olimpia mentre si muovevano, quasi senza ascoltarla, Olimpia così decise di tacere, le sembrava che le labbra di Xena si avvicinassero sempre di più. Chiuse gli occhi e..
SBAM!La porta si spalancò e per la forza data rimbalzò indietro colpendo la persona che vi era dietro.
<Corilo??!!>
<Oh caspita Corilo ti sei fatto male?> Olimpia balzò giù dal letto, troppo tardi per ricordarsi che era svestita alchè Corilo rimase con uno sguardo da ebete a fissarla..
<Per tutti gli dei Corilo non fissarmi così! e poi non si usa bussare?? ma COSA E' SUCCESSO??>

A Corilo ci volle un po' per riprendersi per la portata in faccia, ma questo fu niente in confronto a quanto impiegò per rinsavire dopo aver visto Olimpia svestita. Si ricordò la causa che lo aveva spinto a entrare nella stanza delle amiche, all'alba.
Disse, preoccupato :" Virgilio ha lasciato la taverna. Ha detto che sarebbe andato al tempio di Marte. Temo per la sua vita."

Olimpia si coprì con un lenzuolo.
<Oh no!Questo non sarebbe dovuto accadere.> pensò Olimpia, ma per rincuorare Corilo:
<Non preoccuparti io e Xena faremo di tutto per salvarlo, ma ora dobbiamo correre! e in fretta!>
Poi rivolgendosi a Xena <Xena, hai un piano?temo che Marte abbia già scoperto Virgilio.
Dobbiamo salvarlo..>. Mentre diceva così Olimpia afferrò la gonna e il corpetto, alzò gli occhi e vide Corilo che la guardava attentamente sorridendo.
<Ehm Corilo, potresti gentilmente girarti dall'altra parte mentre mi vesto?>

Corilo era esterrefatto per l'insensibilità mostrata da Olimpia :<<Come puoi chiedermi di mettermi a girare come un matto dall'altra parte mentre tu ti vesti quando la mia mente di guerriero è offuscata dalla disperazione ! ?>>
Corilo, imbronciato, cercò di tirarsi su di morale, fissando Olimpia, e sospirando per i tristi pensieri.

Olimpia gli mandò una delle sue occhiate, dicendo <mmh d'accordo!> poi iniziò a vestirsi
incurante degli amici che la stavano guardando <In fondo ho detto che dovevamo fare in fretta vero? dunque non c'è tempo per gli imbarazzi, questa poi!>
In un attimo Olimpia era pronta.

Olimpia si vestì molto in fretta. Questa poca cura nel vestirsi dell'amica fu un'eventuale causa di tristezza per Corilo. Xena era ancora stesa e sembrava non aver intenzione di alzarsi. Corilo e Olimpia le lanciarono un'occhiata interrogativa. La principessa guerriera non sembrava di buon umore e Corilo si chiese se Virgilio non avesse fatto meglio ad aspettare un momento più opportuno per mettersi nei guai.

Appena Callisto vide l'intruso corse verso di lui. Virgilio non ebbe
neanche il tempo di muoversi. Callisto aveva già sguainato la spada e
gliela puntava direttamente alla gola. In questo momento avrebbe
potuto ucciderlo facilmente, ma prima voleva almeno sapere di chi era
il sangue che avrebbe sparso!
"Chi sei, e cosa ci fai qui? Farai meglio a rispondermi in fretta se
non vuoi che ti tagli la gola."

Virgilio era terrorizzato non riusciva a dire una parola ma alla fine si
fece coraggio e disse: "Mi chiamo Virgilio, figlio di Corilo il Magnifico,
dovresti conoscerlo è un grande guerriero."

Appena Callisto ebbe sentito la risposta di Virgilio non poté
trattenere le risate, a furia di ridere rischiava di rimanere senza
fiato..."Corilo un grande guerriero...questa si che é buona. Sto già
tremando!" Tenendo sempre d'occhio si avvicinò all'orecchio di Marte
e sussurrò: "Forse potrebbe tornarci utile. Potremmo prenderlo come
ostaggio. Sono sicura che Xena, Olimpia e quell'imbranato di Corilo
lo staranno già cercando, così saranno loro stessi a venire da noi,
di loro spontanea volontà."

Marte era seccato, irritato dalla presenza di Virgilio. "Questa non
ci voleva" pensò tra se..."proprio ora che stavo andando ad avvisare
Xena del complotto di queste due..." Sorrise a Callisto e disse "sono
d'accordo con te mia cara, quest'idiota potrebbe diventarci utile! un
bell'ostaggio prezioso gioverà a nostro favore. Legalo alla colonna,
e guai a te se lo uccidi! ora io e Athos ce ne andiamo, abbiamo una
piccola faccenda da sbrigare. Al mio rientro andremo da Xena e tutto
dovrà procedere come previsto".

Athos osservava la scena perplesso cosa<voleva fare il cugino?si avvicinò a=

marte ,gli pose una mano sulla spalla e gli sussurrò in un orecchio"Marte è=

meglio che ce ne andiamo da qualche parte dove mi spiegherai con calma
cosa
sta succedendo e cosa hai intenzione di fare!non sono molto contento di
essere alleato di queste due!"

Xena strusciando il volto sul cuscino si voltò molto lentamente verso la porta; sbadigliò. Con una mano si stropicciò gli occhi ed esclamò:
- " Corilo! Che ci fai tu qui? Cos'hai combinato questa volta? Sai bene che odio essere interrotta quando dormo! " -
Xena aveva le sopracciglia incurvate, digrignava un po' i denti e una sensazione di pesantezza, data dal mancato riposo la rendeva estremamente irritabile.
Si rivolse ancora al cuciniere:
- " Adesso però non voglio sapere nulla, esci subito da qui, devo vestirmi!!! Aspetta fuori dalla stanza, mi spiegherai dopo.. "-
Concluse il dialogo scagliando un panchetto di legno addosso a Corilo.

Il panchetto, disgraziato come era, colpì Corilo proprio in testa. Il guerriero cadde a terra, privo di sensi a quanto pare, anche se in quel momento poteva vedere tante belle stelline dai colori sgargianti che roteavano allegramente davanti ai suoi occhi. Più in là nel tempo, avrebbe raccontato alle amiche, che, in quell'occasione, per mezzo del panchetto, aveva viaggiato nel tempo e nello spazio, facendo osservazioni eccezionali.

<Ci vogliamo muovere?> urlò Olimpia.
<E Corilo per tutti gli dei, smettila di giocare!>

Xena si stupì della reazione di Olimpia
- " Olimpia, adesso cosa ti prende?Non hai motivo di scaldarti tanto! Piuttosto spiegami la ragione per cui Corilo ha fatto irruzione nella nostra camera!!" -
Così dicendo la Principessa Guerriera immerse le mani nel catino ed iniziò a prepararsi.

Xena si stupì della reazione di Olimpia - " Olimpia, adesso cosa ti prende?Non hai motivo di scaldarti tanto! Piuttosto spiegami la ragione per cui Corilo ha fatto irruzione nella nostra camera!!" - Così dicendo la Principessa Guerriera immerse le mani nel catino ed iniziò a prepararsi.


<Mi svegliano, ehm, si,ecco, mi svegliano nel cuore della notte, vi mettete tutti quanti a giocherellare e non posso neanche alterarmi un minimo.> Disse Olimpia accompagnando le parole con gesti. <Vabè ok ok, scusatemi..è solo un pò di stanchezza che mi tiro dietro da qualche giorno.>

Marte rispose al cugino a bassa voce per non farsi udire dalle altre
due :"ho in mente un piano, te ne parlo al tuo tempio, vieni
andiamo..", poi si rivolse alle due donne e ripetè "ci assentiamo per
una breve faccenda, mi raccomando che quest'idiota non venga neanche
sfiorato se non volete assaggiare la mia ira" e velocemente entrambi
gli dei della guerra sparirono. Ricomparvero al nord, in uno dei
tempi di Athos, con a guardia delle splendide valkirie. Marte andò a
sedersi vicino al trono del cugino e disse :"anchio non mi fido di
quelle due, Xena la voglio al mio fianco viva e non morta ma penso
che faremmo bene a stare al gioco e far finta di essere con loro.
sarebbe il caso che ora andassimo ad avvisare Xena del complotto,
così imparerà a fidarsi di nuovo di me, e saprò finalmente
riconquistarla, e poi ci sbarazzeremo della figlia dell'eterno fuco e
di quella pazza di Callisto." intralcerebbero solo i miei piani.

Corilo si risvegliò. Si accarezzò il bernoccolo. Si mise a sedere e vide il panchetto diviso in due parti precise. Fu felice di constatare che, nello scontro, era stato il perfido arredo ad avere la peggio. Aveva sempre ammirato i sistemi rapidi di Xena e pensò che in un combattimento con Callisto o battendosi contro l'armata di Marte, tirare un panchetto in testa all'avversario avrebbe potuto essere d'aiuto. Tuttavia non riuscì a comprendere come avrebbe potuto aiutare un padre che implorava disperato il suo aiuto per il figlio prigioniero del dio della guerra. Aveva forse voluto mostrargli come avrebbe usato la sua grinta di guerriera per liberare Virgilio. Era l'ipotesi più plausibile.
Vide che le due guerriere stavano chiacchierando tra loro, allegramente.
Corilo si alzò in piedi e si rivolse a Olimpia, cercando di ricordare alle due il motivo della sua presenza nella loro stanza :<< Ma, e non andiamo a salvare Virgilio ?>>

<Si certo stiamo arrivando!> disse Olimpia dando un'occhiata a Xena che vide ancora molto assonnata.
<Xena che ti prende oggi? vuoi che ti aiuti a svegliarti?...eheh, se vuoi..ci penso io!> e Olimpia guardò maliziosamente la bacinella di acqua gelata, poi rivolse uno sguardo scherzoso, ma molto dolce a Xena. Olimpia aveva visto che la guerriera era di cattivo umore, voleva tirarla un pò su, magari scherzando..
<Inizia a nasconderti! Perchè se ti prendo ti faccio il bagno!>Olimpia le saltò addosso cercando di immobilizzarla, tentativo vano ovviamente, e lei lo sapeva bene.

Athos si sdraiò su un triclinio,fece un gesto a una ancella che subito port=
ò ai 2
dei 2 coppe di vino"marte mi sembra un buon piano ma....tu avrai xena e io
che si guadagno???"athos si alzò e si avvicinò al cugino"sia ben chiaro che=
la
mia ricompensa sarà olimpia,non le farai del male in ogno caso!"il dio nord=
ico
sorrise"sono sicuro che olimpia sarà felice di sedere al mio fianco...è una=

guerriera,una poetessa ,ha dimosrato un gran coraggio ed è una spendida
fanciulla!il mio tipo!Forza cuginetto andiamo da xena e cerca di essere
convincente con lei!"Athos si rabbuiò"quelle 2 ...callisto e la figlia di q=
uella
divinità sconosciuta....mi preoccupano!"

Olimpia si dimenava scivolando come un'anguilla sopra il corpo umido della Guerriera che, china, sopra un grande catino, accuratamente si massaggiava le braccia prestando particolare cura ai suoi poderosi bicipiti. Si voltò abbozzando un sorriso ad Olimpia. La Guerriera stava riacquistando il suo abituale vigore; pareva che l'acqua, come una pozione incantata, cancellasse a poco a poco lo stordimento. Si immerse nel liquido tiepido e cristallino e lanciando uno sguardo un po' ambiguo alla Poetessa esclamò:
" - Mhh.. Vuoi veramente svegliarmi? Perchè non vieni anche tu? L'oste è stato così generoso a concederci tutto questo.. Sarebbe veramente un peccato non utilizzare degnamente un catino all'altezza delle terme Romane! - "

<Si perchè no?d'altronde dovrei svegliarmi anche io...e intanto potrei svegliare completamente te!>
Olimpia si buttò nel catino, apprezzando sotto il suo corpo il tepore dell'acqua che la abbracciava. <sai Xena hai avuto proprio una bella trovata!dai, vieni qui che ti insapono le spalle e non iniziare a darmi i pizzicotti eh!eheh nell'acqua fanno male!>
Olimpia iniziò ad insaponare la schiena della guerriera prestando particolare cura nello spostare i lunghi capelli neri e nel pulirle perfettamente il collo, sentendo che xena sotto il suo tocco si rilassava si tranquillizzò anche lei, non voleva sentirla nervosa, per niente al mondo!
Questa volta per scherzare le diede lei un pizzicotto nel posteriore, e Xena fece un balzo <Ecco, vedi che fa male!non mi vuoi mai credere!> poi si accorse dell'occhiata scherzosa e vendicatrice che le stava lanciando l'amica e disse: <No Xe, non vorrai!Stavo scherzando..non guardarmi in quel modo!ehy te l'ho fatto piano!Non...>

Le cure della poetessa ebbero un benefico effetto su Xena.
La Guerriera rise; meditò quindi un'appropriata vendetta.
Con uno scatto felino strinse nelle sue mani i polsi dell'Amazzone
ostacolandole ogni tipo di movimento. Si mise a cavalcioni sopra il
corpo di lei ed iniziò a muovere l'acqua freneticamente per
schizzare l'amica mentre con sinuosi movimenti di anche la spingeva
verso il bordo del Catino. Un po'di liquido traboccò dal recipiente.
Il contatto con la sua pelle pareva rendere ancora più calde quelle
acque; sui loro corpi nudi si sparsero intensi brividi che dalla
schiena si diramavano in ognuna delle parti rimanenti. Ridevano, e
scherzando si fissavano intensamente, ogni loro sguardo era una
conferma, un messaggio che soltanto loro due potevano codificare.
L'intesa era perfetta......


Olimpia si rese conto di essere completamente bloccata, Xena teneva
saldamente stretti i suoi polsi, mentre le sue gambe erano bloccate
da quelle della guerriera che era seduta a cavalcioni esattamente
sulle sue cosce.Si trovò in un momento contro il bordo del catino,
provò a liberarsi, ma la guerriera non aveva la benchè minima
intenzione di lasciarla andare, quindi decise di guardarla
intensamente negli occhi e vide tenerezza mista a malizia nei suoi
occhi.
Olimpia era completamente "bagnata",dalla testa ai piedi xena l'aveva
schizzata di acqua e anche Xena era fradicia.
Le fece un sorrisetto molto audace e Xena allentò per un momento la
stretta ai polsi, così decise che avrebbe dovuto continuare su questa
strada se voleva resistere alla sua forza, sperare di batterla era
impossibile..
Iniziò a sussurrarle dolcemente nell'orecchio <Xena...xena...>
soffiando gentilmente.
La stretta si allentò ulteriormente, lo sguardo di Xena era perso in
quello di Olimpia.

Marte si alzò dal trono, lanciò per terra il bicchiere di vino,
e
guardò Athos "vieni è giunta l'ora andiamo da Xena, so dove
trovarla..." e prima di andare si avvicinò ad una delle valchierie
più belle, le cinse la vita con le braccia e l'attirò con
violenza
a se, baciandola sulle labbra e lasciando questa estasiata "però
cugino, carine le tue guerriere" detto questo chiuse gli occhi e dal
tempio di Athos si ritrovarono entrambi alla taverna "Tu stai qui a
Xena ci devo pensare da solo, cerca di tenermi lontano quel guerriero
inutile che si portano sempre dietro, per quanto riguarda Olimpia,
fanne quello che vuoi.." detto questo scomparve e si ritrovò nel
catino, dietro ad un tendone, per non essere visto dalle due. Era
certo che Xena l'avrebbe sentito arrivare, come sapeva che si sarebbe
adirata, ma spesso lui, provocava alla guerriera sentimenti ambigui
misti di odio e amore, o meglio, forte eccitazione fisica, ed era
quello che voleva in questo momento. Era curioso di vedere se Xena
non avrebbe detto niente ad Olimpia pur sapendo di avere Marte dietro
alle spalle, o gli avrebbe puntato la spada alla gola.


Xena ad un tratto si bloccò: il suo istinto le diceva che qualcosa
era cambiato rispetto a pochi secondi prima. La Guerriera lasciò
delicatamente i polsi dell'amica e si voltò verso la finestra, in
direzione della tenda di raso blu. Si notava tra le pieghe un
rigonfiamente piuttosto inusuale per quel tipo di tessuto. Xena con
cautela sporse il braccio dal catino riuscendo ad afferrare per lo
schienale la sedia su cui era appoggiato il chacram. Prese l'arma e
la lanciò in direzione della sommità superiore del tendaggio. Il
disco di acciaio rapidamente squarciò la preziosa stoffa che cadde
leggera sul pavimento. Nulla. Soltanto bianche pareti si celavano
dietro di essa. La Guerriera allora chiuse gli occhi concentrandosi
al meglio sulle sue percezioni uditive. Non si sbagliava, in quella
stanza vi erano ben 3 corpi che respiravano. Il terzo pareva un fiato
possente, estremamente virile, maschio. Xena sorrise maliziosamente:
aveva appena avuto la conferma che Marte era presente.


Marte, che per un momento era riuscito a sparire durante il lancio
del chakram ricomparve dietro a Xena. Olimpia si alzò di scatto
impaurita e insultandolo, Xena invece aveva come l'impressione che
la sua visita non fosse venuta per nuocere, o per lo meno era curiosa
e cosciente che lui non le avrebbe mai fatto del male. Marte le era
dietro e le appoggiò le mani sul collo delicatamente per poi scendere
fino al seno dove Xena prontamente gliele fermò trattenendole però.
Xena stava per reagire, e prontamente Marte si abbassò e le sussurrò
nell'orecchio "devo parlarti di una questione che ti interesserà
molto, specialmente alla tua amica.." e dopo questo la baciò
delicatamente sul collo.


Corilo stava camminando nel corridoio. Stava pensando a come Olimpia svestita avesse potuto distrarlo. Era un ottimo trucco che poteva essere usato anche nel corso di una battaglia. Se Olimpia si fosse fatta vedere nuda da Marte, il dio della guerra si sarebbe distratto e Corilo avrebbe potuto sconfiggerlo e salvare Virgilio. Sembrava un'ottima idea. Entrò nella stanza di Xena e Olimpia. Corilo constatò che stavano usando esattamente questo stratagemma per sconfiggere Marte.
<<Xena, Olimpia non preoccupatevi! Vi salverò io!>> urlò Corilo, correndo verso di loro.
Ma il pavimento era "bagnato" e scivolò, centrando il catino.
Quando si riprese si ritrovò davanti a Olimpia e la guardò con ammirazione.
<<I miei complimenti, Olimpia. Sei una grande guerriera. Le tue strategie di battaglia sono davvero ottime.>>


Athos si fece avanti e vide marte piacevolmente occupato e corilo a terra"e=

sarebbe questo il guerriero di cui mi dovevo occupare? di un po marte è un
insulto?"poi si voltoò verso olimpia.Vedendola il dio nordico sfoderò il su=
o
miglior sorriso incrociò le brccia(x far vedere i muscoli)e si avvicinò all=
a
poetessa "Salve biondina!nn sai quanto sono contento di vederti....cosi!"e
allungò la mano x accarezzale il collo e seguire la curva del seno =

<Le mie strategie Corilo??sono forse quelle strategie che stai fissando con tanto piacere??>
Disse Olimpia a Corilo, poi alzò gli occhi e vide una figura a lei del tutto nuova.
Un uomo, alto più di Xena circa come Marte, ma molto diverso da lui, a parte il fisico che in entrambi era virile e possente.
Un uomo, forse un Dio pensò, dai lineamenti gentili e taglienti, due occhi azzurri come la neve in un paesaggio nordico, capelli biondi lunghi accomodati con ampie onde sulla sua testa che incorniciavano un viso perfetto su di un collo ben proporzionato.
<Chi sei tu?>. Olimpia pensò che non l'aveva visto entrare dalla porta, dunque era apparso, questo significava solo una cosa, che era un Dio anche lui. Per Marte non aveva mai provato simpatia, spesso le incuteva timore, invece questo uomo, così delicato nei lineamenti le dava sicurezza, non aveva paura, ne era affascinata.
Poi lo sentì parlare e pensò "biondina?? ma cosa si è messo in testa!!", senza neanche accorgersene sentì le sue mani sul suo collo scendere lentamente e con suadenza, una serie di brividi iniziarono a salire e scendere dalla sua schiena, poi cercò di riflettere per un attimo, a mente fredda, meravigliandosi delle emozioni che sentiva per una persona mai vista prima.
<Aspetta, aspetta..> il dio non tolse le mani, Olimpia le bloccò con le sue, <Aspetta un momento, non credi di dovermi qualche presentazione?> sentì che le sue mani bloccate nel punto in cui lei aveva deciso di fermarle iniziarono a massaggiare le spalle nude della poetessa facendole perdere per un momento il filo del discorso e.. tutto il resto.
<Oh insomma basta! Ora per favore non toccarmi perché se no io...cioè tu...insomma presentati!!>

Athos si fermò e guardò olimpia negli occhi"sei bellissima bambina!
piu di tutte le valchirie che conosco,la tua pelle mi ricorda la neve
che imbianca le montagne,i tuoi occhi sono color dei fiordi delle mie
terre e i tuoi capelli sono come il sole quando torna a splendere
dopo la lunga notte!io sono Athos dio del nord e tu ....mi hai
conquistata bambina" Athos si era accorto del turbamento suscitato in
olimpia e già se la immaginava nel suo tempio ,tra le sue
braccia ,sdraiati su una pelle d"orso
bianco....

Corilo vide che sia Xena che Olimpia erano tra le braccia dei loro nemici, gli dei della guerra. Li stavano tenendo impegnati. Era chiaramente il segnale per lui.
<<Ho capito tutto, ragazze !>> gridò.
Prese i due mezzi panchetti e li tirò sulle divine teste di Athos e Marte. Dopodiché cercò per la stanza qualunque oggetto potesse essere usato per continuare l'operazione.
Scagliò contro i due, nell'ordine :

un vaso ;
una brocca d'acqua ;
i due guanciali del letto ;
indumenti intimi femminili non meglio identificati ;
alcune pergamene ;
una statuina di pessima fattura ;
una seconda statuina raffigurante l'oste ;
e un topo.

Tutto questo divertendosi e urlando come un matto.

Athos si vide arrivare addosso degli oggetti che rischiavano oltre che a
colpirlo, di far del male a olimpia. Si girò in modo da mettersi davanti a ol
impia
e urlò verso corilo"Idiota cosa credi di fare! ti dovevo schiacciare prima
moscerino!!!"schioccò le dita e lanciò verso il povero corilo un lampo di l=
uce
blu che sbatté il guerriero contro il muro

Marte si stava irritando. Guardò Athos con la rabbia negli
occhi "cosa ti avevo detto prima!!?? di tenermi lontano quell'idiota
e invece tu che fai? il cascamorto con la biondina!" tirò via le
mani dal petto di Xena e si avvicinò a Corilo scaraventandolo a sua volta
contro il muro. "siamo qui per parlare di una questione che riguarda
tutti noi, anche te sottospecie di guerriero!! vediamo di darci una
calmata se non volete che vi fulmini tutti!" e tirò fuori la spada
puntandola alla gola di Corilo per spaventarlo, ma poi si girò a
fissare Xena, abbassando la punta dell'arma, e i suoi occhi che prima
erano pieni di rabbia ora esprimevano desiderio e passione per quella
donna che tanto voleva.

<<So benissimo che cosa vuoi dirci, Marte !>> esclamò Corilo, afflitto <<Vuoi vantarti del fatto che hai catturato Virgilio, lo hai chiuso in una segreta, gli hai infilato gli spilli nelle carni, gli hai tagliato la testa e infine lo hai ucciso. Povero figlio mio. Il figlio che ho visto ieri dopo... cioè il figlio che ho visto ieri per la prima volta. Morto e senza testa.>> avvilito dalle sue stesse parole, Corilo si prese la testa tra le mani e pianse disperatamente.

Xena si era prontamente coperta il corpo bagnato con un telo di lino, il quale le aderiva come una seconda pelle lasciando intravedere le sue sinuose forme. La Guerriera aveva ormai perso quei preziosi momenti di intimità con l'amica; adesso davanti a lei aveva il suo amato - odiato Marte e intorno: Corilo, Olimpia ed un guerriero biondo che si mostrava molto interessato alla Poetessa di Potidea. Xena aveva le mani sui fianchi, i capelli tirati indietro ancora gocciolanti.. La quiete di qualche attimo prima era inesorabilmente svanita. - " Suppongo che dalle vostre parti non sia usanza bussare alla porta per sapere se sia lecito entrare! " - riprese rivolgendosi al cuciniere -" Corilo, cosa stai dicendo? Perchè stai insinuando che Virgilio sia stato rapito da Marte?" - Xena non riusciva a capire il senso di quella situazione. - " Adesso, qualcuno di voi mi dia delle spiegazioni !!! " - Detto questo trascinò un separè davanti al catino, terminò il suo bagno, si asciugò ed indosso rapidamente l'armatura. - " Vi ascolto! " - Un'occhiatina inequivocabile volò come un fulmine dritta nello sguardo di Marte.

<Bambina??>,<Se credi che essere un Dio ti dia il diritto di chiamarmi bambina, sbagli di grosso mio caro Dio del nord!> disse Olimpia molto stizzita verso questo affascinante uomo che le dava della bambina <ecco, mi crede una bambina...detesto essere chiamata in quel modo!!> pensò fra sè e sè.
Poi vide l'intervento repentino delle due divinità su Corilo e si alzò in piedi uscendo dall'acqua.
<Ma cosa diavolo vi sta prendendo a tutti?Si può sapere?? Volete informarci di qualcosa? Questa stanza mi sembra davvero troppo affolata!>
Il Dio del Nord e Corilo fissavano attentamente Olimpia senza dire una parola, <Oh, devo averli lasciati senza parole, vedi Olimpia, basta usare un tono un pò minaccioso e..un momento, ma dove stanno guardando questi due??> pensò Olimpia quando finalmente realizzò di essere completamente nuda.
Quindi la poetessa si girò per vedere Xena che le stava mandando un'occhiata piena di gelosia per essersi mostrata in quel modo.
<Oh bene> disse Olimpia rituffandosi in acqua <Oh grande Dio del Nord potresti passarmi un asciugamano?....>

"piu che volentieri"rispose Athos"vuoi che ti aiuti ad
asciugarti?"

&#8220;Ahhhhhhh, quanto sei patetico Corilo!&#8221; gridò alterato il dio d=
ella
guerra. &#8220; Quello che tu chiami essere tuo figlio è stato talmente
stupido da farsi prendere immediatamente. La mia visita qui ha lo
scopo di informarvi di una cosa che interesserà voi tutti. La figlia
del testimone di Dahak (e qui Marte lanciò uno sguardo divertito e
malizioso, ad Olimpia, quasi a provocarla) e Callisto sono nel mio
tempio e hanno chiesto l'aiuto mio e di Athos per uccidere Xena. Noi
siamo stati al gioco, ma è nel mio interesse personale non allearmi
con Speranza, per me, la sua forza, è una minaccia e non ho bisogno
di rivali ma di alleati (e qui ricambiò lo sguardo di Xena). Ora
Callisto attende il nostro rientro per poter ripartire alla ricerca
di te, Xena. So di per certo che non ti fidi di me, ma non hai altra
scelta! Per una volta voglio aiutarti e non mettermi contro di te&#8221;
l'intenzione di Marte era chiara, aiutare Xena solo per
riconquistarla e poter dominarla a sua volta. Non aveva timore di
Speranza, ne tantomeno di Callisto, ma Xena era la sua ossessione ed
era disposto ad averla a tutti i costi, o con lui o contro di lui, e
avrebbe preferito ucciderla piuttosto che non averla mai. Marte era
pronto a ritornare al Tempio&#8230;

Athos si guardò intorno"già è ora di muoversi!quelle 2 sono da sistemare e=

qualcosa mi dice che ci divertiremo un bel po ,,,,,se qualcuno nn rovinerà =
la
festa con azioni da idiota"e qui lanciò uno sguardo inequivocabile a
corilo"forza andiamo!"Athos attese che le guerriere si rivestissero schioccò=

entrambe
le
dita e si ritrovarono nel tempio di marte nascosti dietro a una tenda rossa=
"ehi
cuginetto nn fai gli onori di casa?"

<<Athos, ascolta ! Il tuo problema>> disse Corilo, con tono tecnico, come se avesse una chiacchierata in sospeso con il cugino di Marte <<e' che non sai riconoscere il vero talento. Secondo me un vero guerriero deve sempre tenere gli occhi aperti.>> e sbatté la faccia contro una colonna.

Athos si rivolse incredulo a olimpia" scusa ma questo ce l"ho dobbiamo
proprio portare dietro?"e sguainò la spada

<Ehm, si..insomma Corilo è ormai uno di famiglia..> disse a Athos che mentre la guardava sollevò un sopracciglio. Poi si rivolse a Marte che ancora la stava guardando dopo averle detto quella frase su sua figlia. <So già che Speranza è qui.Qualcosa me lo diceva..Ormai è acqua passata, lei è l'incarnazione del male venuta sulla terra per portare morte e distruzione.
Maledico il giorno in cui l'ho messa al mondo.>disse Olimpia reprimendo un sentimento di angoscia che le saliva e le bloccava la gola.
Guardò Xena come per cercar conforto.
<Io sono pronta a fare quel che devo fare> riprese Olimpia e continuò la frase tra sè e sè, "ancora una volta".

Callisto era sempre più impaziente. Ormai era trascorso un bel pò di
tempo da quando Marte e Athos avevano lasciato il tempio, e ancora
non avevano fatto ritorno. Si diresse verso Speranza che era intenta
a sorvegliare Virgilio: "Ormai quei due imbecilli sarebbero già
dovuti tornare. Non so se cominciare a preoccuparmi. Infondo Marte ha
sempre nutrito un particolare interesse per Xena...non mi
sorprenderei se ci avessero tradite. Dobbiamo essere preparate a
qualsiasi cosa Speranza, se Marte e suo cugino oseranno mettersi
contro di noi, se ne dovranno pentire! Possiamo distruggere Xena
anche senza il loro aiuto." Gli occhi della semidea si illuminarono e
sul suo volto comparve un orribile sorriso...in quell'istante sentì
un rumore provenire da dietro una tenda: "Sei tu Marte?" Urlò
Callisto con voce assordante.

Speranza stava Sorvegliando Virgilio quando Callisto arrivò e le
espose i suoi dubbi sulla lealtà di Marte ed Athos: anche lei aveva
pensato ad una simile ipotesi, ma l'aveva subito scartata, pensando
che solo il suo nome bastasse a comandare Marte.
"Callisto, ascoltami: forse hai davvero ragione e quei due babbei
sono corsi da Xena, ma ricordati che noi siamo molto più forti di
loro, senza contare l'aiuto che può darmi mio padre...Tutto quello
che dobbiamo fare e nascondere Virgilio in un luogo sicuro e poi
attendere che arrivino Xena e gli altri. A questo punto io mi
occuperò di Olimpia e tu terrai a bada gli altri, ricordandogli che
noi abbiamo Virgilio...non potranno farti nulla, mentre io cercherò
di convincere mia madre a tornare da me..."
L'ultima frase fu coperta da un rumore che proveniva da dietro una
tenda. Speranza disse:
"Presto Callisto, nascondi Virgilio, poi torna subito qui. Io intanto
vado a vedere che succede..."

Xena osservava Olimpia: la poetessa mostrava una certa inquietudine
mista a paura.
La Guerriera avanzò di qualche passo andando in direzione di Marte;
con un gesto lo chiamò a sé. Marte e Xena si erano appartati dietro
un capitello di marmo.
- " Bene, adesso spiegami il modo in cui vorrai aiutarci.. "-


Corilo sporse la testa a scopo ricognitivo dalla tenda rossa. Incrociò subito lo sguardo di Speranza che gli elargì un sorriso generoso. Corilo ricambiò cortesemente, sorpreso dall' alto livello di educazione mostrato dalla nemica. Tornò dietro alla tenda, con il volto ancora sorridente. Poco dopo, le armi in omaggio al tempio di Marte presero vita e sembrarono prendere in antipatia Corilo e i suoi compagni di avventura.
Fu inseguito da una spada furiosa che non vedeva l'ora di infilzarlo. Dovette scappare come il vento perché sentì la punta della lama nella schiena. Ma anche la spada sembrava essere in difficoltà, in effetti, per quanto furente non riusciva a raggiungere Corilo che non poteva che esserne contento. Vide che stava entrando nel tempio una sacerdotessa, che sembrò non dare importanza alla battaglia che vi si stava svolgendo.
<<Attenta ! E' pericoloso !>> gridò Corilo.
La fanciulla continuò a passeggiare, tranquillamente. Inseguito dalla spada, che, come lui, cominciava a dare segni di sfinimento, corse verso la sacerdotessa, trascinandola dietro una colonna.
<<Non ti sei accorta di quello che sta accadendo ? >> la spada cadde a terra. Corilo riprese fiato e continuò davanti allo sguardo tranquillo della giovane donna <<Guarda ! Quelle laggiù sono le due semidivinità Callisto e Speranza. Credimi, non hanno un buon carattere ! Infatti, non appena hanno visto me e i miei amici ci hanno mosso contro tutte queste stupide armi !>>
Corilo si affacciò per una seconda occhiata esaminatrice e vide che Callisto stava portando via Virgilio.
Corilo uscì fuori dal nascondiglio, tremante.
Gridò, con quanta forza aveva in corpo :<<Lascia stare mio figlio.>>
Callisto, divertita, gli lanciò contro una gigantesca fiammata incenerendo ogni cosa trovasse sul suo passaggio. Corilo, paralizzato dallo stupore, si senti tirare indietro dalla sacerdotessa, appena in tempo per salvarsi.

Dopo aver tratto in salvo Corilo e averlo portato in un luogo sicuro,
Angelica fece cenno a Corilo di riprendere fiato e di calmarsi. Poi alla
fine con voce calma e soave si presentò.
"Sono Angelica e sono arrivata dalla Normandia. So benissimo chi è Callisto
che spero non mi abbia notata! Io sono immortale ed è per questo che le armi
non mi possono fare nulla." Fissò Corilo per qualche istante e vide che
nonostante fosse interessato a ciò che lei gli stava dicendo era preoccupato
per suo figlio. "Tu devi essere Corilo e la persona che Callisto stava
portando via era tuo figlio vero?".
Angelica, anche se viveva in Normandia, conosceva benissimo le persone che
ruotavano intorno a Xena grazie alla sua amica Venere.

Virgilio, immobile presso Callisto, osservò terrorizzato Corilo che correva inseguito da una pericolosa spada. Lo vide sparire dietro una colonna, riapparire e scomparire di nuovo tra una spaventosa fiammata di Callisto
Il giovane urlò, atterrito :<<Padre ! Padre mio !>> con soddisfazione delle due nemiche.

Corilo annuì alle parole di Angelica dicendo :<<Aaa... eee...>> visto che non aveva sentito nulla e che stava fissando, sgomento la spaventosa battaglia tra le sue amiche e le armi che venivano mosse dalla mente di Speranza.
<<Sacerdotessa >> Corilo si voltò verso di lei senza guardarla <<non vorrei sembrarti scortese ma questo non è il momento di fare conversazione. Le mie amiche stanno correndo un rischio mortale e Corilo il grande deve intervenire !>>
Si preparò spiritualmente allo scontro con un lungo sospiro di rassegnazione e partì all'attacco. Di nuovo Angelica lo trattenne per la collottola, strozzandolo leggermente.

"Aspetta!" esclamò la sacerdotessa tirando indietro Corilo sperando di non
fargli molto male "Non essere precipitoso! Non puoi andare perché Callisto
non esiterebbe a farti fuori e per quanto riguarda Virgilio non gli faranno
niente. Lo stanno trattenendo per ricattare Xena.".
Angelica mise un braccio sulla spalla di Corilo per dargli conforto e per
calmare la sua agitazione.
"Corilo...so che Xena è ritornata in vita grazie a Olimpia...saresti in
grado di portarmi da lei? Ho delle rivelazioni importanti da dirle riguardo
la vita di tutti....." Angelica si fermò per riprendere fiato e per dire la
finale esplosiva "..e tua e di Virgilio!"

"Callisto, muoviti! Non abbiamo tempo da perdere...In questo tempio
c'è troppa confusione, non dobbiamo distrarci dal nostro obbiettivo
finale: uccidere Xena!"
Speranza attese che Callisto trascinasse Virgilio fuori dalla stanza,
poi, con l'aiuto dei suoi poteri, fece franare tutte le porte
d'uscita della stanza e richiamò a sé tutte le armi che giacevano
inutilizzate come ornamento del tempio.
Infine urlò :"Marte! Athos! Lo sappiamo che siete qui...e crediamo che
ci abbiate portato anche qualche gradita visita... Se pensavate di
ingannarci vi sbagliavate! Vi consiglio di venire subito TUTTI fuori
dal vostro nascondiglio, disarmati, altrimenti sarà il caro Virgilio
a pagarne le conseguenze...e non solo lui!" Così dicendo scagliò una
spada nella direzione in cui aveva visto Corilo l'ultima volta.


Callisto trascinò Virgilio nella stanza accanto. Dopo averlo
incatenato per bene al muro si rivolse a lui con voce
sprezzante: "Non cercare di scappare, tanto é inutile non potrai
sfuggirmi. Ti sarà inutile anche chiedere aiuto ai tuoi amici, loro
non possono sentirti...Lo senti tutto questo frastuono di là...credo
che Speranza li stia intrattenendo un pò." Vedendo lo sguardo
sconcertato di Virgilio Callisto non poté trattenere la suo orrenda
risata.

<<Callisto, ti avverto ! Non sperare di battere Xena !>> disse Virgilio, guardando con odio la potente nemica <<Lei ti sconfiggerà ! E quando lo avrà fatto mi farò tante belle risate alla tua faccia !>>.
Era fuori di sé dalla rabbia e non avendo la possibilità di muoversi, l'unica cosa che poteva fare era quella di innervosire Callisto prima dello scontro con la principessa guerriera, in modo da renderla meno pericolosa.

Corilo, impettito come un vero eroe rispose ad Angelica :<< Sacerdotessa, certo che ti scorterò da Olimpia ! Non potevi fare scelta migliore ! Corilo il magnifico non ha paura di niente. Callisto e Speranza sono solo due dilettanti !>>
Terminata la frase, Corilo e Angelica udirono un sibilo che precedette l'arrivo della spada scagliata da Speranza e che si piantò nel muro, a qualche centimetro dalla schiena di Corilo.
<<Come dicevo, sono due dilettanti... >> continuò, ma la sua sicurezza sembrava essere diminuita all'improvviso <<... e non hanno una grande mira !>>

Callisto era molto infastidita dalla spudoratezza di Virgilio. Come
poteva un semplice umano osare rivolgersi a lei, che era una
semidivinità, in questo modo? La sua rabbia ormai non aveva più
limiti, se il suo obbiettivo principale non fosse stato quello di
acciuffare Xena avrebbe ucciso Virgilio all'istante.
"Ti consiglio di tenere la bocca chiusa se non vuoi morire prima del
tempo! A quanto pare ancora non hai capito chi sono io, con me non si
scherza. Se mi fai perdere la pazienza sarà peggio per te. Xena é
solo una povera illusa, lei non può fare niente contro di me." Tanto
per dare più enfasi alle sue parole Callisto lanciò una fiamma dal
dito indice che mancò Virgilio per un pelo.

Virgilio lanciò un urlo di terrore. Non credeva di uscirne vivo, questa volta. Dopo che il fuoco di Callisto fu dissolto, il giovane non ebbe più il coraggio di aprire bocca. Se la semidea lo avesse ucciso, lui non avrebbe potuto più rivedere suo padre né le sue amiche Xena e Olimpia.

"Molto bene, vedo che hai capito il messaggio", disse Callisto
compiaciuta. Poi si voltò perché Virgilio non notasse l'ansia che si
era creata sul suo volto. Le cose stavano andando bene, la sua nemica
era più vicina che mai...solo che Callisto si trovava nella stanza
accanto, mentre Xena e gli altri si trovavano nel tempio. Purtroppo
la porta che vi conduceva era bloccata. Callisto pensò tra sé e
sé: "Devo assolutamente trovare il modo di uscire di qui, altrimenti
non mi rimane che aspettare che Speranza si accorga che sono rimasta
bloccata qui dentro e mi tiri fuori."

Corilo seguito da Angelica uscì allo scoperto. Si avvicinò ad Olimpia che, sembrava un po' nervosa.
Corilo non capiva perché l'amica fosse irritata. Anzi non era proprio quello il momento di perdere tempo dando sfogo ai sentimenti.
<<Olimpia, insomma, ma che cos'hai ? Lascia che ti presenti la sacerdotessa Angelica. Mi ha espressamente chiesto se potevo portarla da te. Ti deve parlare di argomenti molto importanti. >>
Si voltò, cercando l'approvazione della nuova venuta, che sembrava però avere come unico pensiero quello di conferire a Olimpia.

<Si, sono molto nervosa amico mio...Tanti lustri son passati dall'ultima volta che vidi Speranza.. Corilo, tu pensi sia colpa mia se Speranza è diventata la personificazione del male?
Forse..se io l'avessi amata, se le fossi stata vicina..> Disse Olimpia rivolgendosi a Corilo, poi continuò:<sai, pensavo di aver superato la cosa, ma il vedermela davanti per l'ennesima volta..> Olimpia presa dallo sconforto abbracciò Corilo.

"Olimpia!" esclamò Angelica interrompendo la disperazione della ragazza che staccandosi da Corilo si mise a guardarla. La Sacerdotessa si avvicinò a Olimpia e con grazia iniziò a parlarle
"Olimpia..non è colpa tua se Speranza è passata al male. Credimi...non è colpa tua! Inoltre non è del tutto finito.. Speranza è ancora ricuperabile...tutto quello che devi fare è farti capire da lei...dovreste trovare la maniera per parlare...".
Angelica notò che Olimpia guardava sia lei che Corilo e nonostante il fatto che avrebbe voluto continuare a parlare, pensò che era meglio non invadere così presto un terreno troppo personale.

Speranza stava continuando a lanciare tutto quello che le capitava
verso il nascondiglio dei suoi nemici...
"Vorrei proprio sapere dove è andata a cacciarsi Callisto!" poi si
ricordò di aver chiuso tutte le porte e capì di aver così escluso
Callisto dalla battaglia: "qui non posso continuare da sola, ma se mi
distraggo anche solo un momento xena potrebbe passare al
contrattacco...vorrà dire che Callisto dovrà sbrigarsela da sola...e
poi, con lei fuori dai piedi, il piacere di uccidere xena sarà solo
mio!"
E mentre pensava ciò, scagliò una grossa armatura verso la tenda.

<Sacerdotessa, come fate a sapere...> Olimpia rimase stupita dalle parole della Sacerdotessa, ma per la prima volta nella sua vita da quando ebbe Speranza si sentì sollevata, finalmente qualcuno le dava appunto quella speranza che aveva perso il giorno in cui aveva ucciso sua figlia avvelenandola.
<E' ancora recuperabile?ma io..> Olimpia era nella più completa confusione, si sentiva in dovere di aiutare sua figlia, ma sentiva anche la responsabilità ancora forte sulla morte di Seleuco.
<Guarda con i tuoi occhi cosa sono riuscita a creare> diresse lo sguardo verso Speranza che non sembrava neanche essersi accorta di lei, nel furore della battaglia.<Così somigliante a me, fisicamente, anzi la mia coppia perfetta, ma così diversa nell'animo..
E' piena di odio, vuole vendetta, anche verso di me.Per favore aiutami tu..non so più cosa fare..> rivolse la sua supplica alla sacerdotessa, e la guardò intensamente, perchè le dava sollievo e con lei si sentiva sicura.

Marte era dietro al capitello di marmo, nell'androne del Tempio,
stava iniziando a spiegare a Xena cosa intendesse fare per aiutarla
quando un rumore di battaglia si sentì provenire dall'interno del
Tempio. I due guerrieri si fissarono negli occhi per un istante poi
Marte, ridendo, disse "forse ora non è il momento più opportuno per
parlare, vieni, immagino che i tuoi amici non abbiano ricevuto una
calorosa accoglienza" e si precipitò con Xena a vedere cos'era
successo, entrambi con la spada sguainata.

Xena ripose la spada nuovamente nel fodero. Con aria circospetta
avanzava lentamente. Si voltò e guardando Marte gli chiese:
- " Dimmi, dov'è Olimpia?" -

Marte ridendo ancora disse:" è difficile che sappia dov'è la tua
Olimpia visto che sono stato sempre con te, comunque guarda davanti a
te (e indicò Speranza), potresti chiederlo benissimo a lei...magari è
proprio lei Olimpia. E ridendo si dileguò per ricomparire vicino ad
Athos.

Corilo accarezzò delicatamente il bel viso dell'amica.
Con un sorriso incoraggiante, le disse : <<Andiamo, Olimpia ! Speranza non è poi così male ! Magari sa essere anche simpatica !>>
In quel momento, Speranza pensò bene di colpire alla nuca Corilo con un elmo.
Lui si voltò.
Le urlò :<< Smettila maledetta !>> poi guardò con la coda dell'occhio Olimpia e si corresse :<<Volevo dire... Graziosa fanciulla, che ne diresti di smettere di lanciarmi addosso gli oggetti ? Che gli dei ti benedicano >>

Prima che Speranza apparisse, le parole così sofferte di Olimpia erano penetrate intensamente nell'animo della Sacerdotessa, che, nonostante il fatto di essere una perfetta sconosciuta per la ragazza, voleva ad ogni costo dire le parole giuste per farla stare meglio.
"Olimpia...cara...io conosco bene la vostra storia...la tua e quella di Xena.. Venere mi ha raccontato tutto di voi" Angelica si avvicinò ad Olimpia e le accarezzò dolcemente la guancia "Le vie degli dei sono infinite e la fortuna di trovare la giusta via del nostro destino è alquanto difficile. Alcuni ci riescono presto a trovarla ma altri più tardi. Speranza si trova in un momento che per lei è difficile tutto....ha molte cose che deve chiarire e risolvere con sé stessa. Tu che sei sua madre potresti aiutarla a darle delle risposte e per farlo devi parlare con lei.....sola con lei". Sorrise. In quel momento apparve Speranza....."Fallo adesso Olimpia!" gridò Angelica incoraggiando la ragazza a parlare con sua figlia.

Olimpia regalò un sorriso a Corilo, che si dimostrava sempre così affettuoso e leale con lei, poi ascoltata la sacerdotessa, senza aprir bocca annuì alle sue parole ringraziandola con lo sguardo e con i suoi occhi che celavano lacrime.
Quindi accompagnata dallo sguardo dei due amici iniziò a dirigersi verso Speranza, che, accecata dall'odio era completamente intenta a scagliare colpi mortali verso i suoi amici.
<Basta> gridò Olimpia a Speranza e dicendo così si mise esattamente davanti alla figlia, con le braccia aperte, quasi a formare uno scudo protettivo per tutti coloro che aveva dietro.
<Basta> disse con tono di voce più remissivo <Se vuoi colpire qualcuno, coraggio, inizia da me.>. Chiuse gli occhi e pensò "Perdonami Xena, perdonami..a questo punto non posso più tornare indietro. Accetterò qualsiasi sorte il destino vorrà darmi".

Uno stiletto dall'aria minacciosa, stava per colpire Corilo quando si fermò a mezz'aria, indeciso.
Corilo esclamò :<<Quella Speranza... !>> emettendo un sospiro di sollievo.
L'arma gli cadde su un piede, facendogli male. Si prese il piede tra le mani e cominciò a saltellare, nessuno avrebbe saputo spiegarne il perché , neanche lui.
Si voltò e si ritrovò faccia a faccia con la principessa guerriera. Corilo, da bravo guerriero, si ricompose .
Le disse, abbozzando un sorriso per nascondere la smorfia di dolore :<< Xena, stavo... controllando la solidità del pavimento del tempio. Hanno fatto un ottimo lavoro, davvero !>>

Marte assisteva a tutta la scena un po' in disparte, seduto sul suo
trono con Athos, divertito dall'incontro di Speranza con Olimpia...ma
ormai il gioco si stava facendo lungo e lui iniziava a stancarsi,
allora si alzò in piedi e gridò "BASTA!!! non permetto che nel mio
tempio si diano ordini che non siano i miei..." poi resosi conto che Callisto con Virgilio era sparita e le porte di una parte del
tempio chiuse alzò le mani in direzione di esse e con un lampo di
energia le aprì....

Finalmente le porte si aprirono. Callisto che mentre aspettava che
qualcuno la tirasse fuori si era seduta sul pavimento, si alzò di
immediatamente...ora era più decisa che mai a farla finita una volta
per tutte con Xena...e poi in seguito avrebbe dovuto anche fare
quattro chiacchiere con Speranza, che evidentemente aveva voluto
allontanarla per avere tutto il divertimento per sé. Mentre si
apprestava ad uscire dalla stanza si voltò per controllare che
Virgilio non potesse sfuggire. Dopo essersi assicurata che non poteva
scappare entrò nuovamente nel Tempio di Marte. Il volto di Callisto
si illuminò e sul suo viso apparve un sorriso radioso, il suo sguardo
aveva appena incrociato quello di Xena.

Xena guardò Corilo con aria minacciosa, infastidita dal suo
comportamento pasticcione vista la serietà della situazione. Si
trovava di fronte a Olimpia e Speranza e temeva per la vita della sua
adorata compagna...intanto con l'apertura delle porte da parte di
Marte era necessario bloccare Callisto e salvare Virgilio. Guardò
subito Corilo "corri a distrarre Callisto, intanto devo cercare di
portar via Olimpia...vaiiiiii" purtroppo, alla vista di Speranza, si
risvegliò in Xena, forte il dolore per la perdita di Seleuco, e il
suo odio la fece urlare di dolore e con un salto si mise davanti ad
Olimpia per difenderla e con la spada sguainata verso
Speranza "...maledetta pagherai per tutto il male che ci hai fatto!!"


Athos era quasi divertito dalla situazione. Finalm=
ente
un po di azione! Però ora la sua olimpia era in pericolo e xena ,in fondo, er=
a
solo una mortale! Il dio si portò vicino a xena pronto a intervenire x difen=
dere la
"biondina" guardò marte e gli disse "allora cugino vieni a divertirti o no? =

"Infondo si tratta solo di una semidea che può lanciare fuoco con le mani ! Per qualunque persona è un'impresa impossibile ma non per Corilo il grande !" mormorò Corilo tra sé avviandosi verso la nemica.
Quando si trovò a poca distanza da Callisto, cercò di mostrarsi più minaccioso gli fosse possibile.
Impugnando la spada, esclamò :<< Lascia immediatamente questo tempio e, forse non ti ucciderò !>>

Callisto scoppiò a ridere. Non poteva credere alle parole di Corilo.
Dopo essersi ripresa un pò rispose: "Oh grande Corilo...ti prego non
uccidermi, risparmiami la vita, abbi pietà di me!" Poi scoppiò
nuovamente a ridere: "Credi davvero di farmi paura con quel tuo
atteggiamento da grande guerriero?! Levati di torno e fammi passare
se non vuoi finire arrosto!" ordinò Callisto con tono minaccioso.

Angelica, che aveva visto arrivare la principessa guerriera, era impaziente
di parlare con lei. Tutto il destino del mondo dipendeva da questo!!! Ma ora
Xena era occupata a combattere Speranza insieme a Olimpia dopo che lei aveva
raccomandato a Olimpia di parlare con sua figlia. Si fece avanti tra Xena e
Speranza innervosendo la guerriera che non capiva chi lei fosse...

"Basta...Xena...non sono questi metodi.. Olimpia sa quello che deve fare!"
Angelica fissò Olimpia sperando che lei intervenisse prima che Xena la
facesse nera!


<Si, so quello che devo fare> disse Olimpia rivolgendosi alla sacerdotessa e poi guardando negli occhi Xena.
<Xena, lasciami tentare.. devo farlo..>
Speranza era sul punto di ascoltare sua madre, ma le varie intromissioni, specialmente l'intromissione di Xena l'avevano fatta andare su tutte le furie e senza pensarci un attimo scagliò contro Olimpia un colpo che la gettò a terra indietro di 10 metri.
<Devi sempre anteporre questa guerriera primitiva a tua figlia?? E' così che vuoi parlare? Sei una sciocca madre se pensavi di intenerirmi con quello sguardo dolce e quei modi remissivi! Io ti odio ti ho dato spesso la possibilità di metterti dalla mia parte, MAI hai accettato! MAI!E tutto per stare con quella donna, che ti ha separato da me!> dicendo così Speranza scagliò un colpo contro Xena che distratta dalla caduta di Olimpia subì il colpo e finì addosso a Corilo.
Olimpia prese le difese di Xena e iniziò <Speranza, xena n on c'entra in tutto questo. IO ti ho sempre amata.. Che io muoia in questo momento se non ti ho amata con tutta me stessa, sei mia figlia..Speranza per carità, rinnega tuo padre, io ti mostrerò la via dell'amore, ti farò vedere come è bella e radiosa la pace dell'anima! Ti supplico figlia mia, se provi qualche sentimento per me, dimmi solo che tenterai..>
Speranza a quel punto era completamente combattuta, doveva dare ascolto alla madre che sempre l'aveva abbandonata per stare con Xena? Doveva seguirla e iniziare un cammino che era contrario alla sua natura? Olimpia vedeva questo barlume di speranza per convertirla e le prese le mani. Speranza non abituata al contatto fisico si spaventò e senza controllo, di nuovo la gettò indietro urlandole contro <Non toccarmi! Tu non sai proprio niente! Mio padre mi ama! Lui mi è stato vicino! mai lo rinnegherò! ti rispetto perché sei mia madre, ma non ti seguirò! non tentare di convincermi!>.
Olimpia rimase a terra, allibita dall'odio della figlia, distrutta dal dolore morale. Pensò: "questo capitolo non avrà mai fine. dovrà sempre fare parte dei miei incubi. No, sarà sempre il mio incubo".

In un momento di distrazione, Corilo aveva agito in modo impavido. La minaccia e la risata folle di Callisto, lo riportarono alla dura realtà.
Disse, con una certa fatica, dato che i suoi denti battevano per la paura:<<Dovresti valutare meglio la mia generosa proposta. Non essere uccisi può sempre tornare utile nella vita ! Pensa alla vecchiaia. Potrai vedere i tuoi nipotini e ripensare con nostalgia al momento in cui ho deciso di lasciarti in vita.>>
Si aspettava che ,da un momento all'altro, Callisto lo attaccasse. Invece fu Xena a buttarsi addosso a Corilo e farlo cadere a terra.
<<Xena ma che fai ? E pensare che Callisto si stava quasi arrendendo !>> mentì Corilo, dandosi delle arie.

Dopo aver scagliato sua madre lotano da lei, Speranza rimase immobile
al centro della stanza.Nella sua testa combattevano 2 pensieri
opposti:l'amore ke provava x la madre cercava sempre + d dominarla ma
l'odio ke provava x il suo rifiuto era forte. Poi improvvisamente,
senza nemmeno accorgersene, si avvicinò alla madre e la aiutò a
rialzarsi.
"tutto bene?"

Olimpia si alzò molto cautamente, cercando di non fare movimenti rapidi e di non toccarla.
La guardò semplicemente negli occhi, le aveva già detto tutto a parole, i suoi occhi dicevano il resto. A questo punto aspettava solo una sua risposta. Una risposta alle sue suppliche e una risposta all'amore che le stava offrendo.
<Dipende tutto da te> disse ermeticamente Olimpia. Poi il suo sguardo cercò quello di Xena.

Xena si ritrovò catapultata all'indietro addosso a Corilo, a pochi
passi da una Callisto inferocita che non aveva altra idea che far
fuori Corilo. Si scrollò il guerriero di dosso massacrandolo con
lo
sguardo "che avevi intenzione di fare? volevi farti uccidere? ora la
distraggo io corri a liberare tuo figlio! muovitiiii!!" però lo
sguardo della guerriera era rivolto ad Olimpia che vedeva sempre
più
in difficoltà con Speranza..intanto Marte chiamato in causa dal
cugino Athos non esitò ad avvicinarsi a Xena "spostati, ci
pensiamo
noi a Callisto, non ho nessuna intenzione di farmi distruggere il
tempio
da quella pazza.." e sorrise alla guerriera infastidito da tutta
questa
situazione, e si mise,
insieme ad Athos, a rispondere al fuoco di Callisto.
Xena, intanto, corse verso Speranza "spostati Olimpia, le sue sono
tutte fantasie, come fantasia è una bontà inesistente finta
solo per
portarti dalla sua parte!" e sempre con la spada sguainata, senza
ascoltare le parole di Angelica si precipitò a colpire Speranza"

<Xena aspetta, non credi che dovremmo darle un' altra possibilità?Io potrei aiutare Speranza a sconfiggere il suo lato negativo, proprio come ho fatto con te, proprio come abbiamo fatto con Eve! Forse il rivivere questo episodio non è un caso, forse è stato fatto apposta per dare a tutti noi un'altra possibilità..>


--- In Xena_r_p_g@y..., "ares_great" <ares_great72@h...> ha scritto:
> Xena fece cadere Speranza per terra e con la spada le puntava la
> gola "Noooo Olimpia!!! quest'infame ha ucciso mio figlio e non
> esiterà a fare lo stesso con noi...è un diavolo come suo padre e la
> sua piccola parte buona verrà sempre soffocata da tutto il male che
> ha dentro. spostati Olimpia e lasciami finire il mio lavoro"
intanto
> Marte e Athos accerchiarono Callisto sempre più in modo che per lei
> difendersi era diventato impossibile, Marte si rivolse al
cugino "che
> ne dici Athos? meglio portarla con noi nell'Averno?"...

Callisto divampava dalla rabbia. Non poteva accettare l'idea di
essere sconfitta, umiliata ancora un'altra volta! Callisto continuava
a lanciare fiamme, ma ormai il Dio della Guerra e suo cugino la
accerchiavano e contro di loro non poteva nulla. Questa volta avevano
vinto loro...ma non gli sarebbe andata bene per molto, la sete di
vendetta di Callisto era insaziabile, e prima o poi avrebbe
raggiunto il suo scopo, di questo era certa.
Comunque prima di arrendersi al suo destino diede un ultimo
avvertimento a Speranza, notando che i suoi sentimenti erano sempre
più combattuti: "Speranza, non dimenticare quello che ci eravamo
prefisse. Non farti incantare da quella stupida di tua madre. Lei non
ti vuole bene, vuole soltanto distruggerti, non fidarti di lei!"


Corilo intanto corse nella stanza dove Callisto aveva incatenato Virgilio alla parete, gridando a squarciagola :<<Figliolo ! Sto arrivando! Non ti muovere!>>
Come solo un grande eroe sa fare, prese le chiavi che Callisto aveva lasciato a terra e liberò Virgilio.
<<Padre ! Mi hai salvato !>> esclamò Virgilio.
Dopo aver scambiato qualche parola, i due corsero fuori della stanza per vedere se Xena e Olimpia avessero bisogno di aiuto.

si "rispose athos"è ora di finirla=
! Questa battaglia mi
ha stancato1"


Marte scaraventò Speranza addosso alla colonna un attimo dopo la
liberazione di Virgilio e lentamente insieme ad Athos si avvicinava a
lei....

Corilo vide una zuffa confusa in cui prendevano parte Callisto Speranza, Marte, Athos e Xena. Voleva unirsi a loro perché l'idea lo divertiva ma allo stesso tempo pensò che non fosse il caso combattere contro qualcuno che fosse una divinità. Si limitò quindi a urlare all'amica :<<Xena ! Fagli vedere chi sei !>>
La principessa guerriera non sembrava curarsi dell'incitamento di Corilo e gli fece un cenno con la testa indicandogli Olimpia.
Corilo si accorse che la ragazza era rimasta immobile a fissare Speranza mentre questa veniva colpita.
Corilo trascinò fuori del tempio Olimpia mentre Virgilio metteva in salvo Angelica.

Speranza era immobile di fronte alla madre, non sapeva cosa fare,
quando xena le puntò la spada alla gola. Subito dopo fu scagliata da
Marte contro una colonna del tempio:
"Ma che sto facendo? Callisto ha ragione, mia madre mi odia, non sta
facendo nulla per salvarmi...e ora quegli stupidi dei si sono messi
contro di me...non devo più pensare a mia madre, farlo mi indebolisce
e basta, e se voglio uccidere xena ho bisogno di tutte le mie
forze..."
poi disse ad alta voce:"Mi dispiace madre, il nostro discorso lo
riprenderemo un'altra volta. Callisto, arrangiati come puoi"
poi uscì dal tempio correndo

Olimpia rimase immobile dinanzi a Speranza, voleva dirle un'ultima cosa, ma niente le venne alle labbra. Decise di tacere.
Improvvisamente sentì una mano sulla spalla, era Corilo che la incitava ad uscire dal tempio, Olimpia era molto confusa, ma tanto sollevata dal vedere una presenza amica. Xena in quel momento era impegnata a combattere e non riusciva neppure a vederla.
Ascoltava le parole di Corilo che fluivano nella sua testa senza riuscire a trovare una collocazione precisa, le sembrava che parlasse una lingua incomprensibile, le girava la testa.
In quello stesso istante si accorse di essere fuori dal tempio. La vista della foresta, del verde le riportò completamente i sensi respirò a pieni polmoni poi rivolgendosi a Corilo disse un semplice ma sentito <Grazie..>

Marte ed Athos accerchiarono Callisto la quale furiosamente stava
combattendo contro Xena. La semidea, vedendosi in difficoltà, con un
salto si lanciò sopra un palchetto alle spalle di Xena la quale la
stava per raggiungere quando Marte la bloccò da una spalla
dicendole "lasciala noi, ormai non può più fra niente" ma
l'intenzione di Callisto era quella di sparire e non certo farsi
rinchiudere nell'Averno. Allora Xena si precipitò fuori dal tempio e
vi trovò Olimpia assorta a guardare una foresta ormai che si scuriva
al morire del giorno. Le si avvicinò piano, da dietro, e cingendole
la vita con le braccia le baciò il capo. "Scusami per prima, scusa la
mia violenza, le mie parole, ma purtroppo Speranza ti ha già portato
via una volta da me, e solo il pensiero di quella voragine con te
abbracciata a lei che cadevi, mi ha sconvolto, come mi sconvolgeva il
pensiero del mio Seleuco morente per mano sua. Non ce l'ho fatta mia
dolce anima, ad ascoltarti, perdonami è vero hai redento anche me ma
sono convinta che lei sia una cosa totalmente diversa, perdonami!"

Olimpia la guardò dolcemente negli occhi, <Non devi scusarti Xena, io non devo perdonarti niente.. Come vedi l'unica che ha sbagliato e che continua a sbagliare sono sempre e soltanto io, non è tua la colpa. Ma lo sai che darei ancora mille e mille volte la mia vita se servisse per salvare la tua, in quello non ho sbagliato.> Poi abbassò gli occhi <Ora non sbaglierò più.Lei non è mia figlia, è figlia del maligno. Non è mia figlia.>

Corilo lanciò un'occhiata piena di soddisfazione al tempio, ed esclamò, soddisfatto :<< Siamo tutti fuori ! Devo dire che sono stato veramente fantastico !>>
Abbracciò le amiche e festeggiò cantando la sua ballata :<<
Sono un guerriero Detto il magnifico
Sono un gran girovago
Se incontro il nemico Certo lo combatterò
Con la mia splendida
Splendida spada
Vittoria -- vittoria io avrò
Ooooohhhh
>>
Inutile dire che queste parole rimasero leggendarie in quella zona.

Fine





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