Lieto
fine
di
Xenagabve
I
personaggi Xena,Olimpia, e tutti quelli del telefilm sono della MCA\Universal
pictures,e non voglio infrangere nessun copyright. Ogni commento o
critica è ben accettato, (leggendo forse vi accorgerete che
è la prima volta che scrivo qualcosa, quindi scusatemi per
qualsiasi errore)
Olimpia
è sulla galea diretta verso l’egitto ,i suoi occhi sono
ancora velati di lacrime ma un lieve sorriso si disegna sul suo viso
pechè sa che tuttavia non è sola, sa che Xena non l’abbandonerà
mai e sarà per sempre al suo fianco.
Mancavano
poche ore all’arrivo della galea , era passato quasi un mese
dalla morte di xena, e il dolore era sempre più forte ogni
giorno le mancava di più, aveva fatto una sosta ad amfipoli
per seppellire le sue ceneri, nella tomba di famiglia, per poi rimettersi
in viaggio verso l’egitto
Olimpia si è appena svegliata dopo aver passato notti insonni,
il suo pensiero è sempre rivolto a lei, la sua anima gemella,
mentre si trova nella prua della nave immersa nei suoi pensieri, qualcuno
le si avvicina…
Uomo:ehi!
Olimpia:……..
Uomo: ehi ce l’ho con te!
Olimpia: (olimpia voltandosi, si trova davnti un uomo, robusto
con la barba lunga ma un viso dolce.) hu…
Uomo: tutto bene?
Olimpia: eh… si scusa non ti avevo sentito
Uomo: me ne sono accorto, volevo informarti che la nave sta per attraccare
Olimpia: ah si grazie (dando di nuovo le spalle all’uomo)
Uomo: ok. Senti sei sicura di stare bene?
Olimpia: si è solo che……. (le lacrime stavano di
nuovo sfiorando i suoi dolci occhi , ma lei doveva essere forte, non
poteva continuare a piangere in eterno, e cosi si sforzò di
trattenere le lacrime) sono solo un po’ stanca
Uomo: va bene, se hai bisogno di qualcosa chiamami pure
Olimpia: si grazie.
La
nave stava attraccando, ma olimpia sembrava volesse rimanere su quella
galea. L’uomo si avvicinò di nuovo alla ragazza.
Uomo:siamo
arrivati
Olimpia: si, vado a prendere la mia roba
Quando
scese sotto coperta per prendere le sue cose i suoi occhi si posarono
su quella che fino a poco tempo fa era l’arma di xena, il chakram.
Si avvicinò e lo prese tra le mani e mentre lo guardava rivedeva
tutti i momenti passati insieme alla sua inseparabile amica.
Olimpia:
oh xena, è troppo per me, non ce la faccio, senza di te mi
manchi così tanto!(posò il chakram nella cintola e si
avviò verso l’uscita )
Uomo:
allora ciao, spero di rivederti.
Olimpia: si, ciao e grazie di tutto
Era
in egitto, sapeva che c’era qualcuno che aveva bisogno di aiuto,
almeno così forse si sarebbe tenuta occupata in modo da non
pensare troppo.
Si
recò in una locanda per mangiare qualcosa. Appena ebbe finito
iniziò a cercare il castello si teunisio è li che serviva
il suo aiuto, chiedendo in giro alla gente del posto un uomo le disse
che era all’altro capo del bosco e ci sarebbero voluti due giorni
di cammino, e visto che non aveva un cavallo si mise in marcia.
Era quasi buio così decise di accamparsi nel bosco, mangiò
un pezzo di pane e si mise a dormire, durante il sonno era molto agitata,
sognava sempre xena come era stata uccisa il suo corpo appeso agli
alberi, era da quando era morta che aveva quegli incubi. La mattina
si svegliò presto e si mise in cammino, mentre proseguiva nel
bosco sentì dei rumori, finchè le arrivò una
freccia che le sfiorò il volto, qualcuno la stava attaccando.
Quando gli aggressori la raggiunsero, prese i sais ed iniziò
a combattere diventava ogni giorno più agile, la attaccarono
in due, con molta abilità diede un colpo al viso di uno si
girò su se stessa e con un calcio atterrò anche l’altro,alle
spalle un uomo la stava per colpire me lei si abbasso con uno sgambetto
lo fece cadere a terra si alzò e lo colpì alla testa
facendolo svenire,
ma ne arrivavano altri, era circondata da dieci uomini , erano troppi
, si guardò intorno, estrasse il chakram e lo lanciò
riuscì ad atterrarne ben cinque ma gli altri le si scagliarono
contro non poteva farcela,era a terra e quando stava per arrendersi,
si sentì il galoppo di un cavallo, la persona che vi era sopra
diede un colpo di spada agli uomini che la circondavano, fece salire
olimpia sul cavallo e scapparono insieme, quando finalmente furono
al sicuro, scesero da cavallo, e mentre olimpia stava ringraziando
quella persona per averla salvata la guardò con attenzione,
era una donna era alta dai lunghi capelli neri e grandi occhi azzurri,
quando si incrociarono con gli occhi olimpia smise di parlare quella
donna assomigliava incredibilmente alla sua xena.
Donna:ehi
tutto bene?
Olimpia: s…si è che…. mi ricordi qualcuno.
Donna: a si e chi ti ricordo?
Olimpia: una mia a….amica
Donna: bene…. Hai intenzione di fissarmi ancora per molto?
Olimpia: eh? Oh… scusa non volevo
Donna: no, non preoccuparti
Olimpia: grazie ancora per avermi aiutato
Donna: non c’è problema ne sono felice… allora
come mai quegli uomini ti hanno attaccato?
Olimpia: non lo so… o forse….
Donna: allora?
Olimpia: be vedi qualcuno ha chiesto il mio aiuto,sto andando al castello
di teunisio… e forse i nemici sono stati avvisati.
Donna: capisco…(con uno sguardo strano) anche io sono diretta
li se vuoi possiamo proseguire insieme?
Olimpia: certo mi farebbe molto piacere,a… scusa non mi sono
presentata io sono olimpia
Donna: piacere olimpia io sono lia
Olimpia: allora lia come mai sei diretta al castello di tionisio?
Lia: devo….. incontrare qualcuno (disse pensierosa e con uno
sguardo cupo)
Olimpia: sicura? hai cambiato espressione, tutto bene?
Lia: si è che… nulla
Olimpia: chi devi incontrare?
Lia: non sono affari tuoi
Olimpia: ….hai ragione scusa
Lia: no è solo che… è una lunga storia.
Olimpia: ti ascolto, certo se ti va di parlarne!
Lia: sto andando vendicare la morte dei miei genitori
Olimpia: i tuoi genitori, cosa gli è successo.?
Lia: non so, sono morti quando ero solo una bambina, non so perché
ma zeus mi ha preso sotto la sua ala anche se l’ho visto poche
volte, mi ha dato una nuova famiglia che mi ha cresciuto, finchè
non ho avuto l’età per imparare a combattere, mi ha raccontato
la mia storia dicendo che i miei genitori erano stati uccisi e che
lui era intervenuto per salvare me, mi diede un’armata e quando
fui pronta partii con i miei uomini alla ricerca di quell’uomo
che li ha uccisi, da allora non vidi più zeus ma non ho mai
dimenticato…. devo vendicare i miei genitori.
Olimpia: ti capisco, ma spesso la vendetta non serve a nulla, non
ti fa sentire meglio credimi.
Lia: tu non puoi capire… e comunque non mi importa lo voglio
morto.
Olimpia: invece ti capisco, ci sono passata anche io, i miei sono
stati uccisi a sangue freddo, e come te volevo vendetta, ma quando
mi sono trovata davanti quell’uomo, ho capito che non potevo
farlo, sarei diventata come lui un assassina,…e ora sono contenta
di non essermi sporcata le mani. pensaci a cosa servirebbe spargere
altro sangue?
Lia: se ci sei passata allora sai cosa provo, e sai che non puoi fermarmi.
ascolta tu non mi conosci, io non sono come te, e se vuoi proseguire
insieme ricorda che io ho la mia missione, tu la tua, e non ti deve
interessare quello che faccio ok.?
ora possiamo cambiare discorso? (con una punta di rabbia)
Olimpia: va bene, va bene ok!
Così le due si misero in viaggio insieme, iniziò a calare
la notte e decisero di fermarsi a dormire, così accesero il
fuoco mangiarono e poi si sdraiarono sui loro giacigli
Come al solito olimpia non riusciva a dormire, così si sedette
davanti al fuoco, ed iniziò a pensare, si girò un attimo
verso lia, era incredibile quanto somigliasse alla sua xena, anche
caratterialmente, così i ricordi riaffiorarono nella mente
della donna i flash back della loro storia si accumulavano nella sua
mente, quanti momenti passati insieme ,quanti ostacoli da superare
ma quello che contava è che erano sempre insieme, e adesso…?
Lei non c’era più. Tutte quelle immagini… non ce
la faceva più e scoppiò in un pianto soffocato per non
farsi sentire, ma lia che era ancora sveglia e che aveva assistito
alla scena, si alzò le sedette vicino e le coprì le
spalle con una coperta, olimpia rimase pietrificata, la sua xena lo
faceva sempre per non farle prendere freddo, così si voltò
e rimase a guardare gli occhi di quella donna.
Lia:
ehi cos’ hai ?
Olimpia: niente (mentre ancora singhiozzava)
Lia: dai l’ho capito subito che c’era qualcosa che non
andava , vuoi parlarmene, non ci conosciamo molto ma sono una buona
ascoltatrice, e poi ti fa bene sfogarti un pò
Olimpia: vedi, ho perso la persona più importante della mia
vita e non riesco… non ce la faccio senza di lei…
Lia: parlami di lei, ti farà bene sfogarti un po’.
Olimpia: no, meglio di no è una storia lunga.
Lia: e allora abbiamo tutta la notte (mettendo altra legna nel fuoco)
Olimpia: ok.. (tra una lacrima e l’altra) da dove comincio?
(schiarendosi la voce)
Lia: naturalmente dall’inizio… come si chiamava?
Olimpia: Xena
Lia: x…xena la princ..?
Olimpia: si la principessa guerriera, e la mia anima gemella.
Lia: ti ascolto.
Olimpia: l’conosciuta tanti anni fa, ero solo una ragazzina…
(tra una lacrima e l’altra olimpia raccontò la sua storia
a lia che ne rimase affascinata) abbiamo fatto così tante cose
insieme, era la cosa più importante che avevo l’amavo
e l’amo con tutto il mio cuore, ogni volta che mi sentivo triste,
che avevo paura, lei era li a rassicurarmi , mi bastava guardarla
negli occhi e tutto passava… abbiamo sconfitto tante volte la
morte ma questa volta no (a sentire quelle parole d’amore ,
e nostalgia lia si era rattristata), mi ha lasciata e ora non so più
che fare , mi manca tanto, darei la mia vita pur di rivederla solo
un’altra volta, poterla riabbracciare…(olimpia sembrava
esseri ripresa un po’ si era sfogata finalmente, e stava un
pò meglio)
Lia:
è stupendo davi amarla molto
Olimpia: si, e tu me la ricordi le somigli molto sai?
Lia: be questo deve essere un complimento.
Olimpia: si (abbozzando un sorriso)
Lia: (volgendosi verso l’orizzonte) olimpia è quasi l’alba
dobbiamo incamminarci
Olimpia: si andiamo (mentre si asciugava il volto ancora bagnato dalle
lacrime)
Le
due donne ripresero la marcia verso il castello ancora poche ore e
sarebbero arrivate; lungo il cammino chiacchierarono molto e tra una
risata e l’altra si trovarono alle porte del castello.
Lia:
bene siamo arrivate è giunto il momento di separarci
Olimpia:capisco, bene allora, è stato un piacere conoscerti,
e grazie ancora per avermi salvata, e ricorda le parole che ti ho
detto.
Lia: ci penserò, anche per me è stato un piacere, allora
ciao, spero di rincontrarti
Olimpia: si anche io, ciao
Ognuna
prese la propria strada, e olimpia si diresse all’entrata del
castello per vedere teunisio, subito fu ricevuta.
Teunisio:
e tu saresti la principessa guerriera?
Olimpia: come… be no… cioè si…. insomma ha
importanza?
Teunisio: no, non ne ha visto che hai con te il chakram
Olimpia: haaa… mi chiamo olimpia, allora cosa succede?
Teunisio: vedi è una lunga storia
Olimpia: ho tutto il tempo che vuoi
Teunisio: ti racconterò tutto dall’inizio. vedi, olimpia
circa cinque lustri fa, ero innamorato di una donna, con la quale
avevo avuto una splendida bambina,il problema è che la donna
che amavo era una dea, e quando gli altri dei vennero a sapere dell’unione
di una dea con un mortale si infuriarono, io dovetti nascondere la
mia compagna e mia figlia, ma non ci volle molto perché trovassero
la mia donna e la uccisero, zeus mi tolse anche la bambina ed io caddi
nella disperazione, ma qualcuno mi ha detto che non l’hanno
uccisa, e mi ha tenuto informato sulla sua vita dato che non potevo
avvicinarmi a lei,sono trascorsi anni, ma pochi giorni fa un uomo
mi ha detto che di aver visto mia figlia ninfea da queste parti dice
che è stata rapita dall’armata di lia e io…
Olimpia:lia?
Teunisio: si è una donna guerriera molto spietata è
una semidea, ti prego olimpia aiutami, devo salvare mia figlia, e
solo la principessa guerriera può farcela.
Olimpia:una semidea… be… io veramente (in quel momento
olimpia aveva mille pensieri, possibile che la donna che aveva incontrato
lei e che l’aveva salvata fosse la stessa guerriera spietata
di cui parlava teunisio? se teunisio aveva avuto una figlia con una
dea anche lei era una semidea, lia è stata allevata da zeus,
ma non ha detto di essere una semidea, i pensieri cominciavano a mischiarsi.)
Teunisio:
ti prego!
Olimpia:d’accordo ti aiuterò
Teunisio: grazie, ora devi essere stanca, ti ho fatto preparare una
stanza vai a riposarti
Olimpia: si, grazie.
Olimpia
si sdraiò sul letto ancora pensava a lia, non poteva essere,
mentre pensava si addormentò, la mattina seguente si alzò
presto per andare a vedere l’accampamento dell’armata
di lia doveva escogitare un piano ma soprattutto doveva capire chi
fosse lia veramente.
Quando raggiunse l’accampamento, si trovò davanti un’armata
di circa trenta uomini, non ce l’avrebbe mai fatta da sola.
Olimpia:
oh xena, e adesso che faccio (alzando gli occhi al cielo.)
Uno strano soffio di vento le sfiorò i capelli,
Olimpia: (aveva riconosciuto in qul soffio,xena) grazie tesoro ma
mi servirebbe un’aiuto più concreto di un soffio.
finchè vide lia parlare con un uomo, decise di avvicinarsi
per parlare con lia, stava quasi per raggiungerla quando un soldato
l’attacco, lei estrasse i sais per difendersi, lia che si era
accorta di quello che succedeva le andò incontro.
Lia:
ehi lasciala stare, lei può passare
soldato: si signore.
Lia: olimpia cosa ci fai qui.?
Olimpia: nulla passavo da queste parti, credo che la prossima volta
però ti chiamerò da lontano
Lia: oh… si scusa ma hanno ordini di non far passare nessuno.
Olimpia:me ne sono accorta, ascolta ho bisogno di parlarti
Lia: vieni andiamo nella mia tenda
Appena
furono dentro olimpia fece qualche domanda per capire.
Lia:
allora di cosa mi vuoi parlare?
Olimpia: be vedi, ti avevo detto che dovevo aiutare qualcuno…
Lia: si
Olimpia: potrò sembrarti un po’ brutale ma per caso hai
una prigioniera di nome ninfea
Lia: (lia era pietrificata a sentire quel nome ma non lo diede a vedere)
olimpia per chi mi hai preso io non faccio prigionieri
Olimpia: a no?
Lia: ascolta so che la gente, qui mi considera un assassina ma non
lo sono non so perché questa gente ce l’abbia con me
Olimpia: be devi pur aver fatto qualcosa, altrimenti perché
penserebbero che sei spietata
Lia: è questo che pensano.?
Olimpia: si
Lia: be a dire la verità sono stata qui tre anni fa, per lo
stesso motivo di adesso, solo che non trovai l’uomo che cercavo
cosi per la rabbia saccheggiai il paese, e me ne andai
Olimpia: capisco , e cosa ti fa pensare che adesso lo troverai?
Lia: mi hanno detto di averlo visto
Olimpia: d’accordo allora io vado… un’ultima domanda…
sei una semidea?
Lia: si lo sono, ma tu come fai a..
Olimpia: lascia stare, ci vedremo presto. ciao
Lia: ….. ciao
Olimpia
tornò al castello, qualcosa non quadrava in quella vicenda
c’erano troppe coincidenze, lia era stata adottata da un zeuz
era una semidea, aveva circa cinque lustri e i genitori erano stati
uccisi quando ancora era in fasce, e ninfea era stata rapita da zeus,
da cinque lustri, era una semidea,….. la testa di olimpia inizio
a girare non ci capiva più nulla possibile che ninfea e lia
fossero la stessa persona. Quando si sentirono degli urli provenire
dalla piazza.
Olimpia scese subito a vedere cosa stesse accadendo, quando le si
mostro la seguente scena, un soldato del re teunisio che avanzava
sanguinante
Soldato:
aiutooooo
teunisio: che è successo?
Soldato:acqua
teunisio: portategli dell’acqua, allora cosa è successo?
Soldato: (sorseggiando l’acqua e parlando a fatica) l’anno
presa
teunisio: chi hanno preso?
Diedero
il tempo al soldato di riprendersi così che potesse raccontare
l’accaduto
Soldato:
ero andato all’accampamento di lia come avete chiesto voi signore,
ma quando sono arrivato mi hanno attaccato, lia non era presente e
i suoi uomini mi hanno picchiato,io continuavo a dirgli che volevo
solo parlare, che ero venuto in pace per contrattare la libertà
della principessa ninfea…
(teunisio,
e olimpia insieme ad altri soldati lo stavano ascoltando attentamente)
poi è arrivata una giovane donna ha cercato di salvarmi ed
io sono riuscito a scappare, ma lei no, l’anno presa, e li ho
sentiti dire che ora si sarebbero divertiti con lei, molto meglio
di come potevano fare con me.
Olimpia: non sai chi era questa donna?
Soldato: no,quando le hanno chiesto come si chiamava lei ha risposto,
<sono la messaggera di pac…e>
Olimpia: Evi… no.. no (cominciando a correre verso l’accampamento)
Teunisio: dove vai?
Olimpia : devo salvarla…. Evi sto arrivando…
Appena
arrivata all’accampamento, vide evi la stavano per violentare,
lanciò il chakram verso quegli uomini e poi gli si scaglio
contro con tutta la forza che aveva.
Olimpia
: lasciatelaaaaa!!!! non la toccate…..!!!!!!
Olimpia
era una furia estrasse i sais ed iniziò a combattere finchè
non arrivò lia che fermò tutto.
Lia:
fermi… _(rivolgendosi ai suoi uomini) non vi avevo detto che
lei non dovevate toccarla?
Soldato: ci scusi comandante, ma è lei che ci ha attaccato
Lia: è la verità?
Olimpia: si, ma stavano per violentarla
Lia: (guardando la fanciulla ancora a terra) capisco, ma anche loro
dovranno pure divertirsi in qualche modo.
Olimpia: Come? Ma dove è finita la donna che mi ha salvato
la vita?
Lia: olimpia sono sempre io, ma oltre ad essere una donna sono anche
capo di questi uomini e non posso essere sempre dolce come un gattino,
comunque puoi prendere la tua amica ed andartene
Olimpia: certo lo farò.
Olimpia
si avvicinò ad evi
Olimpia
: mio dio evi stai bene?
Evi: si olimpia… come sono felice di vederti.
Olimpia : anche io lo sono tanto (abbracciandola) vieni andiamocene.
Evi: si
Tornando
verso il castello, olimpia era triste, non aveva ancora pensato a
come dare la notizia della madre ad evi al solo pensiero dell’amica
gli occhi le si velarono di lacrime, evi se ne accorse subito.
Evi: ehi, olimpia tutto bene?
Olimpia : si, ma dimmi tu come mai sei da queste parti?
Evi: mi hanno detto che c’era una donna con un chakram ed ho
pensato che foste voi, tu e la mamma e volevo salutarvi, a proposito,
dove è mia madre e come mai hai tu il suo chakram?
Olimpia: vedi, evi tua madre (non appena pronunciò quelle parole
scoppio a piangere)
Evi: che c’è cosa è successo? Non farmi preoccupare
Olimpia: vieni evi, sediamoci
Le
due donne si sedettero su dei sassi nel bosco
Evi:
allora dove è mia madre?
Olimpia: evi tua madre …….(non riusciva a trovare parole
che rendessero la cosa meno dolorosa) È morta
Evi: che cosa? non è possibile non ci credo, mi stai mentendo….(
con le lacrime che iniziavano a rigarle il volto)
Olimpia la guardava ancora con gli occhi bagnati di lacrime .
Evi: cosa è successo?.
olimpia raccontò tutto quello che era successo a xena.
Evi: non è possibile , come ha potuto, ci ha lasciate, perché?
Perchèèèè?
evi scoppiò a piangere ed abbracciò l’amica, rimasero
così a lungo mentre piangevano, quando si furono sfogate, evi
era pietrificata, ma doveva farsene una ragione.
Olimpia: appena risolta questa storia sarei venuta a cercarti, mi
dispiace così tanto… evi… io
Evi: non preoccuparti, devi aver sofferto molto, mi dispiace solo
di non averla potuta abbracciare un ultima volta.
Evi
cercava di essere forte, come sempre cosi chiese all’amica cosa
ci facesse li
Olimpia:
devo aiutare re tunesio a salvare la figlia, mi aiuti
Evi: certo
Olimpia: bene allora andiamo
Arrivate
al castello, andarono da teunisio
Teunisio: state bene
Olimpia: si grazie
Teunisio: allora notizie su mia figlia
Olimpia: no a quanto pare non è prigioniera di lia
Teunisio: ma è impossibile quell’uomo mi disse che era
all’accampamento di lia stava di spalle parlava con qualcuno
che l’ha chiamata per nome
Olimpia: mmmm…. Devo scoprire qualcosa
Olimpia
decise di tornare all’accampamento della guerriera.
Olimpia:
io vado a parlare con lia, tu vai a riposare sarai stanca.
Evi: no olimpia voglio venire con te non voglio perderti.
Olimpia: no, è una cosa che devo risolvere da sola , non preoccuparti
tornerò presto te lo prometto ok?
Evi: va bene, ma stai attenta.
Le due si abbracciarono, e olimpia si incamminò, ma proprio
all’interno della foresta vide qualcosa una figura che le si
avvicinava.
Lia:
Olimpia,
Olimpia: lia sei tu?
Lia: si sono io
Olimpia:cosa ci fai qui?
Lia: sono venuta a cercarti
Olimpia: perché (con una punta di rabbia)
Lia: devo parlarti
Olimpia: ti ascolto
Lia: scusami per oggi, ma come ti ho detto sono un comandante, non
posso fare vedere il mio lato debole davanti ai miei uomini, spero
la tua amica stia bene.
Olimpia: d’accordo, accetto le tue scuse.
Lia: devo dirti un’altra cosa…
Olimpia: cosa?
Lia: volevo dirti di andare via dal castello, perché all’alba
attaccheremo, non ti ho detto nulla perché so che avresti provato
a fermarmi, ma io devo avere la mia vendetta e teunisio è colui
che ha ucciso i miei genitori.
Olimpia: cosa? Non è possibile, non è stato lui credimi..
Lia: mi dispiace olimpia me ne sono sicura.
Olimpia: sai che proverò a fermarti?
Lia: lo so, ma ora non hai tempo per prepararti alla difesa, tra poche
ore i miei uomini partiranno, volevo darti la possibilità di
andare via te e la tua amica, non voglio farti del male, mi piaci.
Olimpia: grazie, ma non posso accettare
Lia: lo sapevo, allora ci vedremo in battaglia.
Olimpia: ok
Lia
stava allontanandosi, ma olimpia doveva provare una cosa
Olimpia
: ninfea
Lia: (lia era rimasta pietrificata questa volta non era riuscita a
nasconderlo e olimpia se ne accorse) cosa?
Olimpia: lo sapevo, sei tu vero?
Lia: nessuno mi chiama più così da quando avevo 3 anni,
come fai a conoscere quel nome?
Olimpia: non puoi attaccare teunisio!
Lia: perché?
Olimpia: è tuo padre
Lia: ahah questa è bella,
Olimpia: no, ascoltami, zeus ti ha mentito(olimpia spiegò perché
conosceva quel nome e le raccontò la storia di teunesio,)
Lia
era esterrefatta non sapeva cosa pensare
Lia:
no non è vero è tutto inventato
Olimpia: non capisci zeus ha fatto tutto per vendicarsi dell’
unione di tua madre con un umano, e ti prese con se per farti crescere,
e fartelo odiare al punto che sarebbe morto per mano tua.
Lia: no… non è possibile zeus perché? Perché?
(piangendo e urlando al cielo)
Olimpia: ora basta, zeus non c’è più, metti da
parte il rancore e vieni con me lia ti porto da tuo padre
Lia: d…d’accordo
Tornarono
al castello e olimpia portò lia da suo padre,
Teunisio:
Lia
Olimpia: no lei è ninfea
Teunisio: ninfea?
Lia: si sono io
Teunisio: ma come è possibile (guardandola negli occhi la riconobbe
erano gli stessi occhi di quando era ancora una bambina)
Olimpia: bene voi avrete molto da spiegarvi vi lascio soli
Uscendo
dalla stanza olimpia vide evi correrle incontro
Olimpia:
evi cosa…
Evi: (correndole incontro e abbracciandola) mi hai fatto preoccupare,
ma dove sei stata, non farlo mai più, non posso perdere anche
te
Olimpia: ehi, (ricambiando l’abbraccio) è tutto ok d’accordo
sono qui tesoro non preoccuparti.
Intanto
nella grande sala teunisio sta parlando con nifea e dopo averle raccontato
tutto… finalmente padre e figlia si abbracciarono e ancora con
le lacrime agli occhi per essersi ritrovati…
Teunisio:
vieni figlia mia voglio mostrarti una cosa
Lia: cosa?
Teunisio: voglio farti conoscere tua madre..
Lia: ma.. è morta
Teunisio: si ma il suo spirito no.
Teunisio
accompagnò ninfea in una stanza, aprì una piccola finestra
da dove entrò una luce abbagliante ed una sagoma iniziò
ad intravedersi, quando finalmente la luce si affievolì si
scorse la figura di una donna, era bellissima e si avvicinò
a ninfea
Donna:
ninfea bambina mia
Lia: m…madre sei tu
Madre: si tesoro sono io, come sei bella
Lia: madre perché? perché tutto questo?
Madre: mi dispiace tesoro hai dovuto sopportare tutto questo, ma sei
cresciuta sei forte e bella, io purtroppo non ho potuto darti nulla…
Lia: no non è stata colpa tua… tu.. (iniziando a piangere)
Madre: ascolta, tesoro non piangere (anche se lei stessa aveva le
lacrime agli occhi) come madre non posso fare molto ma come dea posso
esaudire un tuo desiderio dimmi quale è la cosa che desideri
di più al mondo
Lia: io… non so, anzi ci sarebbe una cosa ma non so se puoi…
Madre:tutto quello che vuoi tesoro
Lia: vorrei fare un regalo ad un ‘amica che mi ha salvato, vedi……
Madre: è molto nobile il tuo gesto, aspetta un attimo.
La
donna sembrava stesse parlando con qualcuno tramite il pensiero poi
si rivolse alla figlia.
Madre:
ho dovuto chiedere il permesso a qualcuno che è superiore a
noi e mi ha detto che si può fare, ma dovrai rinunciare alla
tua parte divina
Lia: accetto.
Madre: sicura,? sarai una mortale
Lia: è quello che voglio essere, ora ho ritrovato la mia famiglia.
Madre: Bene, (prendendo una piccola ampolla) devi versare le tue lacrime
qui insieme alle mie, poi devi dire alla tua amica che….
Lia: grazie, (prese l’ampolla con le lacrime che erano di un
celeste intenso)… madre potrò rivederti…
Madre: si tesoro, qualcuno lassù ci ha concesso un’occasione,
potremo vederci tutti i mesi quando c’è la luna piena.
Lia: grazie madre
Madre : piccola mia ti voglio bene, ora va porta questa alla tua amica
(porgendole l’ampolla)
Lia
si voltò per andare da olimpia ma prima abbracciò forte
la madre
Lia:
ti voglio bene mamma, ci vedremo presto
Intanto
olimpia ed evi erano in partenza, per raggiungere amfipoli, lia arrivando
di corsa
Lia:
olimpia aspetta
Olimpia: ehi, stavo solo sellando il cavallo sarei venuta a salutarti
Lia: devo parlarti
Olimpia: ok, evi puoi continuare tu?
Evi: certo vai pure
Lia
e olimpia si allontanarono un pò
Olimpia:
che succede?
Lia: nulla va tutto bene, volevo ringraziarti di tutto, e darti questa.
Olimpia: cos’è?
Lia: è una lunga storia non c’è molto tempo, ho
rinunciato alla mia immortalità, voglio vivere qui da mortale,
(dandole l’ampolla) qui ci sono le lacrime mie e di mia madre,
non chiedermi nulla, sarebbe troppo lunga da spiegare, corri solo
ad amfipoli e versale sulle ceneri di xena, non voglio che ti faccia
illusioni, hai poco tempo non so esattamente quanto ma devi versarle
prima che diventino trasparenti
Olimpia: ma… che significa xena …. No non posso xena non
vorrebbe , quelle anime..
Lia: no, ascolta qualcuno lassù ci ha dato il permesso ed ho
rinunciato alla mia parte divina, xena è morta per salvare
le anime quindi per riportarla in vita c’e un prezzo da pagare
perché quelle anime rimangano in pace anche se xena resuscitasse,
e ho pagato io quel prezzo che sinceramente non mi è costato
molto.
Olimpia: io……..(guardandola con occhi pieni di speranza)
grazie, non so che dire..
Lia: non dire nulla, vai, un giorno ci rincontreremo (abbracciandola)
Olimpia: ciao lia grazie di tutto.
Lia : grazie a te e buona fortuna.
Olimpia
ed evi si misero in viaggio verso amfipoli, ma olimpia non disse nulla
ad evi riguardo l’ampolla, non poteva rischiare di illuderla,
e se non avesse funzionato?
Passarono giorni ormai dovevano essere vicine alla cittadina
Olimpia:
evi siamo quasi arrivate
Evi: si, (con un velo di tristezza)
Olimpia: cosa c’è?
Evi: è che non mi sembra vero che non ci sia più e tornare
qui… la sua casa
Olimpia: (olimpia con lo sguardo verso l’ampolla con le lacrime
che erano sempre più chiare tirò un sospiro) dobbiamo
essere forti.
Evi: si hai ragione.
Finalmente
arrivarono, era sempre lo stesso posto accogliente e pieno di vita
Olimpia non perse tempo. La prima cosa che fecero fu andare alla tomba
Appena entrate evi, iniziò a piangere
Evi:
ancora non posso crederci, non è possibile… madre perché?
Olimpia:
( l’abbracciò) devi essere forte, fallo per lei, non
vorrebbe vederti così.
Evi: lo so ma io..
Olimpia: vuoi stare un pò sola con lei?
Evi: no adesso non ce la faccio, magari più tardi
Olimpia : si magari quando ti sarai calmata
Evi: ok andiamo.
Olimpia: ti dispiace se resto ancora un po’?
Evi: certo che no, ti capisco, vado alla locanda ti raggiungo tra
un pò
Olimpia: grazie
Evi: nulla, a dopo
Olimpia
si avvicinò all’urna contenente le ceneri della sua xena
.
Olimpia:
(guardò l’urna, poi prese l’ampolla e ne versò
il contenuto) oh ti prego fa che funzioni, ti prego ti prego.
Quando
l’ampolla rimase vuota, olimpia rimase fissa a guardare l’urna
per qualche minuto, ma non succedeva nulla, così con le lacrime
agli occhi, mentre l’ultima speranza di riabbracciare la sua
amica stava svanendo si voltò per uscire, ma ad un tratto una
forte luce, e poi una voce. si voltò e la vide xena era tornata
era davanti a se non poteva crederci, si portò una mano alla
bocca e scoppiò a piangere
Voce: ehi che fai non mi abbracci?
Olimpia: s…sei tu.? Sei qui? Sei tornata?
Xena: si sono qui
Olimpia si avvicinò lentamente e con una mano le toccò
il viso, per capire se non fosse un’illusione, ma appena si
accorse che non lo era le staltò al collo piangendo forse più
forte di prima
Olimpia: xena…. Mi sei mancata, non mi lasciare più
Xena: non lo farò saremo sempre insieme, ricambiando l’abbraccio
dell’amica
Olimpia
si staccò dalla presa con delicatezza, guardò negli
occhi la sua anima gemella, uno sguardo che diceva più di quanto
potessero fare mille parole
Xena ricambiò lo sguardo, mentre le loro labbra si avvicinarono
l’une alle altre, prima dolcemente, poi con passione.
Olimpia:
non ci lasceremo più vero (abbracciandola, e dandole un altro
bacio sulle labbra)
Xena: no, non ci lasceremo più, ma poca confidenza in due minuti
già mi hai baciato due volte
Olimpia: mi spiace, ma su questo non posso accontentarti
Xena: perché?
Olimpia: perché da oggi ho intenzione di baciarti ogni volta
che ne ho voglia…. Cioè sempre..
Xena: mmm… non mi dispiace l’idea
Olimpia: ne ero certa, non voglio più sprecare altro tempo…
io ti amo xena
Xena: anche io ti amo (uscendo dalla tomba di famiglia abbracciate)
Olimpia : andiamo alla locanda? (il pensiero le cadde su evi) oh no
evi
Xena: cosa? È successo qualcosa ed evi?
Olimpia: no, sta bene è alla locanda, e ti crede morta
Xena: andiamo allora.
Olimpia entrò nella locanda per prima, evi era seduta al bancone,
stava piangendo
Olimpia: evi..
Evi: hu.. a olimpia sei gia qui (mentre si asciugava le lacrime)
Olimpia: evi non piangere..
Evi: lo so ma non ce la faccio..
Olimpia: ascolta (con un sorriso sulle labbra pieno di felicità)
Evi: olimpia come fai ad essere così felice, in questo posto
riesco solo a pensare a lei
Olimpia: evi ascolta, è una storia lunga, e te la dirò
in breve.. ricordi lia?
Evi: si perché
Olimpia: era una semidea, e quando siamo andate via dall’egitto
ha rinunciato alla sua parte divina per ringraziarmi di averle ridato
la sua famiglia, (evi la guardava perplessa non capiva) so che è
difficile da capire ma è la verità.
Evi: ma di cosa stai parlando?
Olimpia: evi io ho ridato la famiglia a lei e lei l’ha ridata
a noi,… scusami se non ti ho detto nulla, ma avevo paura che
non funzionasse e non volevo illuderti, guarda…. entra (rivolta
a xena)
Evi: ma con chi… (xena entrò ed evi non credeva ai suoi
occhi) ma come….
Xena: oh tesoro scusami…
Evi : (in piedi non riusciva a muoversi guardò olimpia che
le sorrise) ma.. sei tu… come.. no non mi interessa, (corse
ad abbracciare la madre la strinse forte a se)
Evi: madre non mi lasciare più..
Xena: non lo farò staremo sempre insieme tu io e olimpia (allargando
un braccio per abbracciare anche l’amica)
Xena: he… io avrei un po’ fame…
Olimpia: sei la solita
Xena: è passato molto dal mio ultimo pasto
Evi: vieni andiamo .
Le
tre donne mangiarono, e subito dopo ripresero il viaggio insieme senza
meta
Xena:
allora dove vogliamo andare?
Olimpia: dove vuoi..
Xena: ci vuole un posto tranquillo dove passere un pò di giorni
in rilassamento totale
Olimpia: non ti sei gia rilassata abbastanza?
Xena: be… ci ho preso l’abitudine, tu che ne dici evi?
Evi: be non cacciatevi nei guai mi raccomando
Xena: come non cacciatevi? Tu non vieni
Evi: ti ho appena ritrovata madre, e voglio passare un pò di
tempo con te, ma ora so che stai bene , qui vicino c’è
un villaggio dove vive un mio amico, vorrei andare a trovarlo vi raggiungerò
tra qualche giorno… cosi voi avrete tempo di.. mm..mm be avete
capito.
Olimpia
e xena si guardarono con complicità, ed imbarazzo poi tutte
e tre si misero a ridere, le tre donne si abbracciarono, e si salutarono.
Xena:
allora ci vediamo tra qualche giorno
Evi: si.ciao
Olimpia : ciao.
Xena
e olimpia di nuovo insieme, ripresero il cammino..
Olimpia:
oh xena ho tante cose da raccontarti, mi sei mancata, a volte ho creduto
di non farcela.
Xena: ce l’avresti fatta comunque.
Olimpia: forse , ma ora sei qui e non voglio perderti di vista neanche
un secondo.
Xena: si olimpia saremo sempre insieme…mmmm.. che ne dici ci
accampiamo per la notte?
Olimpia: ma manca ancora qualche ora prima che faccia buio
Xena: si ma certe cose non si devono fare per forza di notte (con
sguardo malizioso prendendo l’amica con un braccio dietro il
fianco e attirandola al suo corpo. )
Olimpia : (arrossendo un pò si avvicinò alle labbra
di xena e la baciò dolcemente) hai ragione…….(le
sussurrò all’orecchio)