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L’amore non chiede perché di Luisinha A Gabry fonte immensa della mia ispirazione, IMPORTANTE: Consiglio la lettura ad un pubblico adulto La storia è di mia personale invenzione qualunque riferimento a cose o persone è casuale Il titolo è ripreso dall’omonima canzone di Celine Dion ed è solo in riferimento alla sua bellissima composizione il motivo per cui l’ ho scelto. Questa breve frase risulta infatti la migliore x esprimere il senso del mio racconto. E’ ambientato ai giorni nostri Buona
lettura!!! CAPITOLO 1- ESTREMI Auckland, New Zeland Erano le 8:00 ad Auckland in New Zelanda, quando la sveglia si mise a suonare e Kate rispose con un assonnato brontolio di rimando a quell’aggeggio elettronico che ogni mattina la riportava alla realtà. Tuttavia, sapeva che non poteva rimanere ancora a letto, doveva assolutamente alzarsi e rimettersi al lavoro, ormai anche per lei il tempo era diventato denaro. Da quando aveva intrapreso la carriera della scrittrice, infatti, era riuscita a pubblicare solo due libri poco interessanti che non sarebbero certo diventati best-seller di livello mondiale. Eppure, nonostante questi piccoli insuccessi e le critiche di parenti e amici che avrebbero voluto per lei un futuro ben diverso, Kate sapeva nel profondo del suo cuore che questo lavoro era quello giusto, che non avrebbe potuto fare nient’altro se non scrivere, solo che per il momento non aveva ancora avuto l’ispirazione adatta. Perciò, anche quel giorno alzò il suo bel baschetto biondo dal letto e si diresse verso il bagno per prepararsi ad affrontare una nuova e lunga giornata in cerca di qualsiasi cosa fosse capace di attirare così tanto la sua attenzione da permetterle di far scorrere la penna sul foglio. Quella mattina aveva già deciso di far visita a Victor, l’editore che aveva promesso di pubblicarle il nuovo romanzo, e l’amico che spesso cercava di indirizzarla nella stesura dei suoi libri. Chissà se stavolta non avesse avuto una buona idea. New York, USA Quel
tardo pomeriggio a New York Claire era in palestra come del resto
faceva tutti i giorni a quell’ora. Il suo fisico asciutto e
muscoloso e l’agilità che dimostrava ogni volta che si
impegnava in qualsiasi attività sportiva, soprattutto le arti
marziali, la dicevano lunga sulle giornate passate a sollevar pesi
e a correre. Nonostante il suo aspetto decisamente ben tenuto, però,
la donna dai capelli corvini e gli occhi azzurro ghiaccio che ormai
aveva passato i 26 anni, non aveva certo una vita tra le più
rassicuranti. I soldi scarseggiavano e lei era costretta a fare gli
straordinari a lavoro e a venir lì in palestra dove otteneva
una piccola paga come insegnante e la possibilità di potersi
allenare liberamente, cosa a cui teneva in modo particolare per poter
mantenere sempre un fisico efficiente. Nonché il suo lavoro
lo richiedesse, faceva la guida turistica della città della
quale conosceva anche l’angolo più nascosto, ma lei si
sentiva molto meglio così, pronta ad ogni evenienza. Vivendo
sola all’inizio non aveva avuto particolari problemi di denaro
ma a lungo andare sua madre malata da tempo aveva dovuto esser portata
in un istituto che si occupasse di lei, pagandolo profumatamente,
dato che Claire non aveva la possibilità di starle accanto.
Oltretutto la crisi economica che da qualche tempo aveva interessato
gli Stati Uniti aveva peggiorato la situazione e adesso la bella mora
dagli occhi azzurri aveva qualche problemino. Quel giorno, tuttavia,
era particolarmente serena, suo fratello Jim non aveva ancora combinato
nulla di male per la quale lei dovesse intervenire a salvargli la
pelle e così si sentiva decisamente bene. Auckland,
poco tempo dopo New York, poco tempo dopo Arrivata
a casa, Claire si diresse subito verso la camera di suo fratello,
sapendo che a quell’ora il ragazzo si stava ancora riposando
prima di una delle sue famose “scorribande” notturne.
Jim, un giovane alto dai capelli scuri come la sorella, era uno di
quei tipi che si cacciano costantemente nei guai, d’altra parte
voler farsi giustizia da soli a volte crea qualche svantaggio. Il
suo girovagare per la città in cerca di ladri, stupratori,
poco di buono e chi più ce n’ha più ce ne metta,
non era certo uno degli hobby più rassicuranti ma questa era
ormai diventata la sua regola di vita, la sua legge. CAPITOLO 2 –VITE DIVERSE, STESSO DESTINO New York, pochi giorni dopo Arrivata
a New York, la giovane Kate si sentiva spaesata, quella grandissima
città piena delle cose più stravaganti e delle persone
più diverse, la metteva un po’ in soggezione. Per lei
che aveva da sempre vissuto ad Auckland senza mai andarsene, ritrovarsi
nel giro di poco più di una settimana, in un’altra città,
in un altro paese, in un altro continente e praticamente in un altro
mondo, era come venir scaraventati fuori dal proprio letto in una
mattina d’inverno dove l’aria della stanza che hai intorno
è comunque sempre più fredda del tepore che c’è
sotto le coperte. Fortunatamente, prima di andarsene aveva fissato
l’albergo con tutto ciò che le sarebbe servito nella
nuova città e così adesso non le restava che prendere
possesso della sua residenza americana per riaversi un po’ da
quell’impatto travolgente. Il giorno dopo, New York, USA La mattina seguente giunta nei pressi dell’abitazione del famoso attore, grazie all’aiuto di un taxi, Kate si ritrovò a pensare che le sembrava buffo essere lì, davanti a quel cancello, davanti a quell’occasione che avrebbe dovuto salvarla o affondarla per sempre. Quando era bambina mai avrebbe pensato che le cose sarebbero andate così, o meglio aveva sempre sognato di scrivere ma non per cercare di guadagnarsi il pane da un giorno all’altro, non per cercare di vendere più libri possibile e diventare la scrittrice più famosa del mondo, semplicemente perché voleva sentirsi libera e far scorrere le parole su un foglio le permetteva di farlo. Aveva sempre immaginato di riuscire a trovare un soggetto per cui scrivere, un ricordo, un’immagine, un evento che le potesse garantire quella libertà ma finora questo non era successo e Kate si ritrovava sempre di fronte a quel cancello di quella immensa villa, in un paese sconosciuto e prigioniera di quella situazione. Quando dopo aver suonato le fu aperto e permesso di entrare nell’immensa dimora del signor Cloy, la giovane donna si rese conto che quella realtà che aveva sempre sognato sarebbe rimasta fuori da lì, ad aspettarla una volta che avesse finito con il presente. Erano
circa le 11 quando uscì da quella casa, dopo 2 ore d’intense
chiacchierate e di appunti presi su un blocco. Teddy Cloy era un uomo
all’apparenza freddo ma Kate avrebbe scommesso qualsiasi cosa
che in fondo a quel cuore così gelido ci fosse un po’
di calore umano. Della sua vita artistica, sapeva già l’indispensabile
grazie al materiale offertoli da Victor prima di partire, perciò
non si trovò completamente all’oscuro quando l’uomo
iniziò a raccontare la sua storia. Da bambino avendo vissuto
ad Auckland aveva in qualche modo calpestato lo stesso suolo di Kate,
per questo lei sentiva verso l’uomo un lieve senso di affetto,
dato semplicemente dal fatto che lui rappresentava un legame con casa
sua. All’età di 18 anni però era partito per l’America
e da lì aveva cominciato la sua escalation verso il mondo del
successo. Tra racconti di film mai andati in onda e occasioni lavorative
perse, Kate aveva passato le due ore molto rapidamente e ora che si
trovava in strada ad aspettare il taxi, con l’appuntamento fissato
per la mattina seguente, si ritrovò a pensare alla gita turistica
di New York che tra breve l’attendeva. |
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