torna all'home page


L’amore non chiede perché

di Luisinha

A Gabry fonte immensa della mia ispirazione,

IMPORTANTE:
I personaggi presenti nella storia si basano su quelli della serie televisiva di Xena: The Warrior Princess, e sono di proprietà della MCA/Universal Renassiance Pictures, del quale non intendo infrangere nessun copyright.

Consiglio la lettura ad un pubblico adulto

La storia è di mia personale invenzione qualunque riferimento a cose o persone è casuale

Il titolo è ripreso dall’omonima canzone di Celine Dion ed è solo in riferimento alla sua bellissima composizione il motivo per cui l’ ho scelto. Questa breve frase risulta infatti la migliore x esprimere il senso del mio racconto.

E’ ambientato ai giorni nostri

Buona lettura!!!

“Conserva l’amore nel tuo cuore. Una vita senza amore è come un giardino senza sole dove i fiori sono morti. La coscienza di amare ed essere amati regalano tale calore e ricchezza alla vita che nient’altro può portare.” Oscar Wilde

CAPITOLO 1- ESTREMI

Auckland, New Zeland

Erano le 8:00 ad Auckland in New Zelanda, quando la sveglia si mise a suonare e Kate rispose con un assonnato brontolio di rimando a quell’aggeggio elettronico che ogni mattina la riportava alla realtà. Tuttavia, sapeva che non poteva rimanere ancora a letto, doveva assolutamente alzarsi e rimettersi al lavoro, ormai anche per lei il tempo era diventato denaro. Da quando aveva intrapreso la carriera della scrittrice, infatti, era riuscita a pubblicare solo due libri poco interessanti che non sarebbero certo diventati best-seller di livello mondiale. Eppure, nonostante questi piccoli insuccessi e le critiche di parenti e amici che avrebbero voluto per lei un futuro ben diverso, Kate sapeva nel profondo del suo cuore che questo lavoro era quello giusto, che non avrebbe potuto fare nient’altro se non scrivere, solo che per il momento non aveva ancora avuto l’ispirazione adatta. Perciò, anche quel giorno alzò il suo bel baschetto biondo dal letto e si diresse verso il bagno per prepararsi ad affrontare una nuova e lunga giornata in cerca di qualsiasi cosa fosse capace di attirare così tanto la sua attenzione da permetterle di far scorrere la penna sul foglio. Quella mattina aveva già deciso di far visita a Victor, l’editore che aveva promesso di pubblicarle il nuovo romanzo, e l’amico che spesso cercava di indirizzarla nella stesura dei suoi libri. Chissà se stavolta non avesse avuto una buona idea.

New York, USA

Quel tardo pomeriggio a New York Claire era in palestra come del resto faceva tutti i giorni a quell’ora. Il suo fisico asciutto e muscoloso e l’agilità che dimostrava ogni volta che si impegnava in qualsiasi attività sportiva, soprattutto le arti marziali, la dicevano lunga sulle giornate passate a sollevar pesi e a correre. Nonostante il suo aspetto decisamente ben tenuto, però, la donna dai capelli corvini e gli occhi azzurro ghiaccio che ormai aveva passato i 26 anni, non aveva certo una vita tra le più rassicuranti. I soldi scarseggiavano e lei era costretta a fare gli straordinari a lavoro e a venir lì in palestra dove otteneva una piccola paga come insegnante e la possibilità di potersi allenare liberamente, cosa a cui teneva in modo particolare per poter mantenere sempre un fisico efficiente. Nonché il suo lavoro lo richiedesse, faceva la guida turistica della città della quale conosceva anche l’angolo più nascosto, ma lei si sentiva molto meglio così, pronta ad ogni evenienza. Vivendo sola all’inizio non aveva avuto particolari problemi di denaro ma a lungo andare sua madre malata da tempo aveva dovuto esser portata in un istituto che si occupasse di lei, pagandolo profumatamente, dato che Claire non aveva la possibilità di starle accanto. Oltretutto la crisi economica che da qualche tempo aveva interessato gli Stati Uniti aveva peggiorato la situazione e adesso la bella mora dagli occhi azzurri aveva qualche problemino. Quel giorno, tuttavia, era particolarmente serena, suo fratello Jim non aveva ancora combinato nulla di male per la quale lei dovesse intervenire a salvargli la pelle e così si sentiva decisamente bene.
– Colin, io ho finito qui… faccio una doccia e torno a casa ci vediamo domani- disse rivolta al titolare della palestra.
–Ok, Claire a domani- fu la semplice risposta che ella stessa si aspettava. Così dopo una rilassante doccia post-allenamento la donna uscì dall’edificio e si diresse tranquillamente a piedi verso casa sua che non distava molto da quel posto.

Auckland, poco tempo dopo

-Buongiorno signorina Kate- disse la segretaria di Victor come sempre gentile con lei.
–Buongiorno Miriam, posso parlare con Victor?- -Si per il momento è libero prego entra …- disse indicando la porta alla sua destra. All’interno un uomo era seduto alla scrivania intento a schiacciare i tasti del suo pc e non si accorse dell’arrivo della donna che pur bussando non era riuscita a farsi sentire. –Victor?, posso? Sono Kate …- cercò di iniziare la biondina e questa volta il nostro Victor si risvegliò dal suo torpore lavorativo e rispose –Oh Kate, bene…proprio te cercavo…ho un’idea sensazionale per il tuo nuovo libro.. guarda è arrivata ora, stavo finendo di leggere il file sul computer-. Kate aveva in realtà un po’ di paura a chiedere all’altro di che si trattava esattamente, quando il suo editore si metteva in testa una cosa c’era sempre da preoccuparsi ma chissà che stavolta, come aveva pensato prima di uscire di casa, non ci fosse qualcosa di buono per lei. –Di cosa si tratta esattamente? Spero sia davvero una grande idea altrimenti dovrò smettere di scrivere e cercarmi un lavoro…non è che le cose siano andate benissimo negli ultimi tempi-
D’altra parte questo lo sapeva anche lui
–Kate, questa volta giuro che se non riuscirai a sfondare con quello che ho in mente, vendo la mia casa editrice!- Addirittura! Sembrava una cosa seria, lui amava quel posto! –Bene, sentiamo allora caro il mio salvatore-. Così Victor andò a sistemarsi di fronte a lei e iniziò a raccontare – Ok, senti pare che Teddy Cloy il famoso attore, sai a chi mi riferisco no? Abbia ultimamente deciso di scrivere un libro sulla sua vita… questo apparentemente è una cosa normale molti personaggi famosi lo fanno oggigiorno ma in questo caso non è proprio così… per farla breve tu sai che lui si è salvato dal carcere in un modo controverso e poco chiaro ..tutto il processo è risultato poco chiaro e lui ha deciso di mettere per iscritto la verità …pare che i medici gli abbiano diagnosticato un male gravissimo e lui si è sentito la coscienza sporca- A questo punto Kate che era rimasta ad ascoltare per tutto il tempo decise di intervenire –Non dirmi che la tua casa editrice ha deciso di scritturare il suo libro ….-
-Esatto, lui ci ha scelto, come sai Teddy è nato qua ad Auckland e non si fida molto delle persone in generale, ma come ti ho già raccontato molte volte io e lui andavamo da piccoli a scuola insieme…e sapeva del mio lavoro così una cosa tira l’altra e quindi mi ha affidato questo compito- Kate aveva l’impressione di dove l’uomo di fronte a lei volesse arrivare –Vuoi che io scriva il suo libro?-
-Kate io ho sempre creduto in te …e ci credo ogni giorno di più …per me tu sei molto importante non solo come scrittrice ma anche come amica, ti prego questo libro ti aprirà le porte del successo- Se Victor era così convinto, se davvero si fidava di lei, lei stessa non poteva deluderlo – Ok Victor va bene spero di riuscirci e spero che la tua fiducia non sia mal riposta- Alla fine comunque qualcosa avrebbe dovuto fare –Grazie per aver accettato…ma ehm senti c’è un’ultima cosa…- addio ecco il trucco
–Dimmi-
- Bè, senti Teddy non può spostarsi a causa del suo problema quindi dovrai andare nella sua attuale residenza …sei pronta a prendere il primo volo per New York?-

New York, poco tempo dopo

Arrivata a casa, Claire si diresse subito verso la camera di suo fratello, sapendo che a quell’ora il ragazzo si stava ancora riposando prima di una delle sue famose “scorribande” notturne. Jim, un giovane alto dai capelli scuri come la sorella, era uno di quei tipi che si cacciano costantemente nei guai, d’altra parte voler farsi giustizia da soli a volte crea qualche svantaggio. Il suo girovagare per la città in cerca di ladri, stupratori, poco di buono e chi più ce n’ha più ce ne metta, non era certo uno degli hobby più rassicuranti ma questa era ormai diventata la sua regola di vita, la sua legge.
–Jim? Sono a casa ..-
-Ok mi alzo ..ero a riposare, stasera sarà una bella pacchia - Claire che sapeva ovviamente della vita notturna di suo fratello non aveva mai fatto nulla per allontanarlo da quell’esistenza pericolosa. Nonché non le restasse a cuore la vita di Jim, ma entrambi sapevano quanto quel modo di affrontare il mondo era stato inculcato loro con la forza, con la dura legge della sopravvivenza. Fin da piccoli avevano vissuto con la madre in uno dei quartieri più malfamati di New York e avevano presto imparato che il più forte sopravvive e il più debole muore, psicologicamente ma anche fisicamente. –Sentiamo fratellino, oggi di quale supereroe vestirai i panni? Jim il cattura ladri o il terrore dei pusher?- Claire si divertiva un sacco a scherzare con lui, erano sempre stati legati l’uno all’altra e questo ogni tanto voleva dire anche prendersi in giro. – Ah-ah! Che simpaticona .. eppure so che se lo volessi potresti affiancarmi, saremmo invincibili insieme ma ovviamente a te non interessa- Il ragazzo aveva da sempre provato a convincere la sorella che lei sarebbe stata perfetta per quel lavoro, se così lo vogliamo chiamare. Il cuore di Claire però era combattuto, la donna sapeva che Jim agiva insieme alla sua banda e lei con loro aveva avuto problemi che con il passare del tempo erano divenuti insormontabili. Quando non era ancora maggiorenne, infatti, era stata lei stessa a creare quell’idea di paladini della giustizia, anche se ancora non combattevano contro nessun criminale ma si limitavano a controllare le bande di ragazzini di quartiere che a volte facevano la voce grossa. La cerchia di amici che l’aiutavano in questo suo esperimento era ristretta a 4 elementi, Tom, Alex, Chris e Anne. Di loro ci si poteva fidare erano dei bravi ragazzi e soprattutto come lei erano vissuti a contatto con quel mondo duro e crudele. Tuttavia, un giorno capitò una disgrazia, Chris il più giovane del gruppo era stato catturato da una delle solite bande di giovani in cerca di guai e mentre cercavano di redimerlo alla loro religione di vita con colpi ben assestati su tutte le parti del corpo, Claire che sarebbe potuta intervenire in tempo per salvarlo, non ne ebbe il coraggio e il ragazzo morì sotto i suoi occhi. Per una volta aveva avuto paura, la volta sbagliata per avere paura, e da quel triste giorno lei e gli altri tre rimasti, che erano sopraggiunti dopo sulla scena dell’orribile tragedia, si divisero. Tom, Alex ed Anne ora lavoravano con Jim che nel frattempo aveva arruolato altre 2 teste calde Vicky e Jake.
–Lo sai Jim , ne abbiamo già parlato un milione di volte su questo punto non c’è altro da aggiungere la mia risposta è sempre la stessa, ed è negativa- -Già… in quella testa dura non c’è modo di far entrare niente, lo sai che ti perdonerebbero se tu riconquistassi la loro fiducia- Claire che intanto si trovava di fronte al fratello lo guardò negli occhi e alzando un sopracciglio come di solito faceva quando qualcuno s’intestardiva su una cosa e lei si dimostrava scettica alle sue proposte, disse
– Jim, smettila tanto non cambio idea adesso va a lavarti che dopo dobbiamo rimettere un po’ apposto questa casa e preparare la cena. Tra l’altro domani mi aspetta un lungo giro guida nella nostra bella città, speriamo perlomeno che i turisti non siano giapponesi altrimenti sai quanti flash!-

CAPITOLO 2 –VITE DIVERSE, STESSO DESTINO

New York, pochi giorni dopo

Arrivata a New York, la giovane Kate si sentiva spaesata, quella grandissima città piena delle cose più stravaganti e delle persone più diverse, la metteva un po’ in soggezione. Per lei che aveva da sempre vissuto ad Auckland senza mai andarsene, ritrovarsi nel giro di poco più di una settimana, in un’altra città, in un altro paese, in un altro continente e praticamente in un altro mondo, era come venir scaraventati fuori dal proprio letto in una mattina d’inverno dove l’aria della stanza che hai intorno è comunque sempre più fredda del tepore che c’è sotto le coperte. Fortunatamente, prima di andarsene aveva fissato l’albergo con tutto ciò che le sarebbe servito nella nuova città e così adesso non le restava che prendere possesso della sua residenza americana per riaversi un po’ da quell’impatto travolgente.
La stanza che le avevano assegnato non era ovviamente l’ultima frontiera del lusso ma era ugualmente confortevole, ottima cosa per quella che nei prossimi 5 mesi avrebbe dovuto rappresentare la sua vita domestica. I soldi per quell’avventura in terra straniera se li era d’altra parte procurati da suo padre che con un secco ultimatum aveva sancito il fatto che se non fosse riuscita a sfondare in questa occasione avrebbe cambiato lavoro. Kate, in fondo, era un po’ amareggiata, scrivere un libro su un uomo famoso che alla fine della sua vita aveva deciso di redimere la sua coscienza non era certo il libro che lei stessa aveva sognato per aprirsi le porte della narrativa mondiale, ma questo per ora passava il convento e questo rappresentava il suo futuro.
Sistemate le valigie e programmato l’incontro con il signor Cloy il giorno seguente, già avvertito in precedenza anche da Victor, si erano ormai fatte le 2 del pomeriggio, cosicché Kate decise di uscire a prendere qualcosa da mangiare, in albergo aveva tutto il tempo che voleva per pranzare in quei 5 mesi.
Fuori, per quella città così particolare si respirava un aria diversa da quella di Auckland ma allo stesso tempo elettrizzante. Come le sarebbe piaciuto visitarla, magari domani nel pomeriggio dopo aver avuto il suo incontro programmato, in fondo le restava parecchio tempo e le sarebbe piaciuto impiegarlo così. Si sarebbe potuta procurare una cartina, no meglio di no, lei odiava le cartine non sapeva leggerle si sarebbe persa, meglio farsi accompagnare da qualcuno, si ma da chi? Mentre girovagava per i quartieri nei dintorni dell’albergo, sempre con la paura nascosta di non ritrovare la strada, vide all’angolo una pubblicità affissa ad un cartello che citava “VOLETE VISITARE LA GRANDE MELA? CHE ASPETTATE LA NOSTRA AGENZIA E’ PRONTA A SVELARVI I SEGRETI + NASCOSTI DELLA PIU’ BELLA CITTA’ DEL MONDO” eccentrico pensò, ma interessante. Così, sperando che quella potesse essere una buona occasione per svagarsi un po’ e per sapere qualcosa di più di quel posto, prese il numero di telefono riportato sotto la scritta pubblicitaria e lo digitò sul cellulare attivando la chiamata. Dopo aver parlato con la segretaria del centralino dell’agenzia e averle spiegato gli orari in cui lei era disponibile, Kate fissò un appuntamento davanti al suo hotel per le 3 del pomeriggio. Un uomo di nome Tom, la sua guida da quello che la centralinista aveva detto, l’avrebbe condotta nel suo giro turistico. Per adesso doveva aspettare e visto che si era prolungato il suo digiuno, si diresse verso il bar che aveva visto a circa 50 metri dall’albergo.

Il giorno dopo, New York, USA

La mattina seguente giunta nei pressi dell’abitazione del famoso attore, grazie all’aiuto di un taxi, Kate si ritrovò a pensare che le sembrava buffo essere lì, davanti a quel cancello, davanti a quell’occasione che avrebbe dovuto salvarla o affondarla per sempre. Quando era bambina mai avrebbe pensato che le cose sarebbero andate così, o meglio aveva sempre sognato di scrivere ma non per cercare di guadagnarsi il pane da un giorno all’altro, non per cercare di vendere più libri possibile e diventare la scrittrice più famosa del mondo, semplicemente perché voleva sentirsi libera e far scorrere le parole su un foglio le permetteva di farlo. Aveva sempre immaginato di riuscire a trovare un soggetto per cui scrivere, un ricordo, un’immagine, un evento che le potesse garantire quella libertà ma finora questo non era successo e Kate si ritrovava sempre di fronte a quel cancello di quella immensa villa, in un paese sconosciuto e prigioniera di quella situazione. Quando dopo aver suonato le fu aperto e permesso di entrare nell’immensa dimora del signor Cloy, la giovane donna si rese conto che quella realtà che aveva sempre sognato sarebbe rimasta fuori da lì, ad aspettarla una volta che avesse finito con il presente.

Erano circa le 11 quando uscì da quella casa, dopo 2 ore d’intense chiacchierate e di appunti presi su un blocco. Teddy Cloy era un uomo all’apparenza freddo ma Kate avrebbe scommesso qualsiasi cosa che in fondo a quel cuore così gelido ci fosse un po’ di calore umano. Della sua vita artistica, sapeva già l’indispensabile grazie al materiale offertoli da Victor prima di partire, perciò non si trovò completamente all’oscuro quando l’uomo iniziò a raccontare la sua storia. Da bambino avendo vissuto ad Auckland aveva in qualche modo calpestato lo stesso suolo di Kate, per questo lei sentiva verso l’uomo un lieve senso di affetto, dato semplicemente dal fatto che lui rappresentava un legame con casa sua. All’età di 18 anni però era partito per l’America e da lì aveva cominciato la sua escalation verso il mondo del successo. Tra racconti di film mai andati in onda e occasioni lavorative perse, Kate aveva passato le due ore molto rapidamente e ora che si trovava in strada ad aspettare il taxi, con l’appuntamento fissato per la mattina seguente, si ritrovò a pensare alla gita turistica di New York che tra breve l’attendeva.
Infatti alle 3 del pomeriggio in punto con il suo zainetto in spalla era scesa davanti all’entrata dell’albergo, dove un giovane dall’apparenza un po’ trasandata era appoggiato ad un palo proprio di fronte. –Salve sono Tom Jonas dell’agenzia per le visite turistiche della città, è lei la signorina Kate che ha chiesto di fare il giro?- -Si, salve, sono proprio io- -Bene allora andiamo a prendere gli altri e cominciamo il nostro tour- Così dicendo si diressero per qualche centinaio di metri verso il centro della città e raggiunto un autobus turistico Tom permise a Kate di salire fino al piano superiore scoperchiato, che permetteva un ottima vista. Messasi in un comodo posto a sedere, vide che c’era un bel po’ di gente che quel pomeriggio aveva avuto la sua stessa idea e infatti gli accompagnatori sull’autobus era due, uno era Tom e l’altra….Era una donna, ma non una donna qualsiasi lei era diversa, alta mora, in piena forma fisica era bellissima e soprattutto, cosa che spaventò non poco Kate le sembrò di averla già vista, non ora, non in questo luogo, forse non in questo mondo, e non sapeva come essa le potesse suscitare quell’impressione. Poi all’improvviso, quando la donna si girò, i loro occhi s’incontrarono e per un istante che parve durare in eterno non si lasciarono più, erano l’uno il complementare dell’altro, anche se di colore diverso, sembravano essere nati per guardarsi e per sciogliersi l’uno nell’altro. Dopo quell’istante d’esitazione, però, il mezzo partì e l’incantesimo fu rotto. Durante il tour Kate non pensò ad altro che a quella visione avuta poc’anzi, sentendo solo in lontananza la voce che spiegava la storia dei posti che attraversavano, e a come tutto le sembrava banale “non posso essere stata attratta da una donna, non mi era mai successo prima ma lei ha qualcosa di diverso….di straordinario” questi e altri pensieri si affollarono nella sua mente fino a che la visita non finì.- Grazie di aver scelto la nostra agenzia, se vorrete programmare altre gite noi saremo a vostra disposizione- stava dicendo ancora Tom quando Kate, ultima a scendere, non si ritrovò di nuovo di fronte quella visione. La stava fissando anche lei e sembrava volesse parlarle ma l’imbarazzo tra le due scese repentino a stroncare ogni iniziativa. Così avanzando timidamente davanti a lei, Kate iniziò a scendere i gradini, sentendo improvvisamente quel profumo fatto di vita e forza che l’altra emanava dal suo corpo perfetto e che per poco non la tramortì facendola quasi inciampare. Arrivata a terra girò di nuovo la testa verso l’alto in direzione della donna ma lei si era già ritirata all’interno dell’autobus, vanificando ogni tentativo di Kate di rivederla per l’ultima volta.


2a parte - 3a parte




torna all'home page