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New Zealand Herald
La Principessa Guerriera Xena piange per i bambini
Intervista di Catherine Masters
31 agosto 2000

(tradotta da Elektra Smith 87)


Lucy Lawless, la donna dietro la forte Xena Principessa Guerriera della televisione, siede al tavolo della sua cucina e piange quando apprende che un altro bimbo è stato picchiato a morte da un genitore. Quando lesse l’Herald nel fine settimana sul terribile destino di Tangaroa Matiu, tre anni, colpito a morte dal patrigno con il palo di uno steccato, fu l’ultimo episodio di una lunga lista di casi di abusi “tremendi” su minori. Così prese il telefono e chiamò l’ufficio del Commissario per i Bambini, offrendo di fare tutto il possibile per aiutare a fermare gli abusi. “Sono come gli altri, impotente di fronte all’enormità del problema, ma è davvero volgare avere un viso conosciuto e non provare a usarlo per buoni scopi. Per questo decisi di chiamare e offrirmi per un pò, poi l’articolo sull’Herald l’altro giorno mi fece fare la telefonata. Sono una mamma moderna e amo i nostri bambini e suppongo di sentire che tutto ciò è nostra responsabilità, per aiutare ad aumentare i bambini sani, i neozelandesi sani con tanta autostima.” Non volle stare seduta in casa e pensare che “solo perchè non è accaduto in casa mia non significa che non sia un mio problema, essendo una cittadina di questa nazione.” Come madre di due bambini – Daisy, 12 anni e Julius, 10 mesi – non aveva idea di cosa fare.
Ma così lontano, neppure il commissario l’aveva, Roger McClay. Il suo ufficio è stato “sommerso” da proposte per trarre vantaggio dall’offerta della signora Lawless e da offerte simili di altri neozelandesi. La signora Lawless dice di non avere storie personali di abusi in vita sua. “Voglio che tutti i bambini siano amati come lo ero io e come lo sono i miei figli.” Ha detto che quando ha letto l’articolo sull’abuso del bambino ha “ pianto per aver perso le forze e per come sono stupendi i bambini... un’eredità di abusi e trascuratezze ha una vita lunga. Colpisce le persona per il resto della loro vita e condiziona le scelte che fanno. Non tutti quelli che hanno subito violenza abusano dei loro figli, ma un numero significativo lo fa.”



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