nona
fatica: La cintura di Ippolita
La
nona fatica dell'eroe greco consistette nel portare alla figlia di Euristeo,
Admeta, la mitica cintura di Ares usata da Ippolita, regina delle Amazzoni.Le
Amazzoni costituivano una comunità di donne-guerriere. Esse ammettevano
esclusivamente la discendenza patrilineare. Gli uomini, tra le amazzoni,
dovevano soltanto badare alle cose domestiche. Per questo motivo ai
bambini venivano fratturate le gambe e le braccia affinché non
potessero, da grandi, né mettersi in viaggio né essere
in grado di combattere. Espertissime nell'arte militare, furono tra
le prime ad adottare i cavalli per scopi bellici, indossavano vesti,
elmi e calzari ottenuti da pelli di animali feroci mentre le loro armi
erano di bronzo. Per quest'impresa Eracle fu accompagnato da altri valorosi
uomini tra cui vi erano sicuramente il nipote Iolao, Peleo di Iolco,
Telamone di Egina e forse anche Teseo di Atene. Le amazzoni abitavano
lungo il corso del fiume Termodonte e la capitale del loro regno era
la città di Temiscira. Fu qui che Eracle sbarcò assieme
ai suoi compagni di viaggio e dove Ippolita in persona lo accolse. Attratta
dal corpo scultoreo dell'eroe, Ippolita gli promise la cintura come
pegno del suo amore. La dea Era, da sempre nemica di Eracle, travestita
da amazzone, andava in giro spargendo la voce che gli stranieri fossero
venuti per rapire la regina. Furiose, allora, le amazzoni si precipitarono
al porto, armi in pugno. Eracle, temendo un tradimento, non ci pensò
due volte: uccise Ippolita e si impadronì della cintura. Dopodiché
uccise una ad una le amazzoni che capeggiavano l'assalto alla nave ed
alla fine mise in fuga l'intero esercito, dopo aver fatto una vera e
propria carneficina. Tornato a Micene consegnò la cintura di
Ippolita ad Admeta come promesso ed il resto del bottino in questo modo:
le vesti delle amazzoni al tempio di Apollo a Delfi e l'ascia di Ippolita
alla regina Onfale. |