Lucy
Lawless – Il viaggio che ha cambiato la mia vita (tradotto da Isabelle) 30 gennaio 2006 Articolo scritto da Lucy Lawless Ho cominciato a sostenere Banik attraverso World Vision poco dopo la nascita di mia figlia. Quando ero bambina avevamo una scatola blu e rossa in cucina sulla quale c’era scritto “Due centesimi salvano vite”. Quando la scatola era piena di monete da due centesimi, la portavamo a scuola. I miei genitori hanno ancora questa scatola. Sono cresciuta in condizioni privilegiate in Nuova Zelanda con dei genitori buoni e affetuosi. Eravamo una famiglia di classe media ordinaria, ma rispetto al resto del mondo eravamo estremamente privilegiati. Dunque volevo uscire dal mio ambiente ed aiutare qualcun’altro. Non sapevo molto sul Bangladesh prima di andarci. Sapevo che c’erano inondazioni terribili e che politicamente era molto vulnerabile. Quando si dona a un’ente di beneficenza, è molto raro che si possa vedere ciò che permette di fare il denaro. Generalmente doniamo il denaro e speriamo che sia usato bene, perciò era un vero privilegio per me poter incontrare Banik. Ho
cominciato a sostenere Banik da quando era un bambino tutto carino
e adesso è diventato un giovane fantastico. E' un bravo studente
e riesce molto bene in matematica. Vorebbe andare all’università
per studiare la contabilità. Alcuni anni fa, soffriva di un
problema di salute, che era una delle peggiore afflizioni
che si possa immaginare. Non mi ricordo il nome però
era una di quelle malattie che distruggono la pelle. Il personale
di World Vision è stato davvero eroico e l’ha portato
in India per curarlo. Quando ci si ammala là, bisogna essere
molto attenti. La gente muore di malattie anche benigne. Ero molto contenta di vedere che questa famiglia c’è l’ha fatta con quello che ha ricevuto. Questo è proprio l’obiettivo di World Vision – aprire nuove porte alla gente e dare loro la possibilità di sognare. Quando una famiglia si preoccupa soltanto di guadagnare alcuni centesimi per poter comprare da mangiare, la loro vita è così concentrata sul presente che non osano sognare ad un’educazione. L’università non importa quando stai cercando di ottenere una tazza di riso per i figli. Ho anche incontrato una bambina chiamata Bina, che vive anche lei a Kaliganj, che non fa parte del programma di World Vision. Ho potuto vedere come era la vita per quei bambini che non ricevono aiuto. Non mi è piaciuto – infatti, non l’ho sopportato affatto. Sua madre ha tre figli e tutti e tre sono malati. La realità è quella, la gente ha tanti bambini perché la metà muore o finisce male. Ma c’è ancora della speranza per Bina – è intelligente e carina – perciò se possiamo soltanto mantenerla in vita e mandarla a scuola, forse qualcuno vorrà sostenerla e cambiare la sua vita. E incredibile pensare che solo 10 dollari alla settimana possono fare una tale differenzia – e sarebbe così facile per tanti neozelandesi di pagare questa somma. Ho visto bambini di cinque anni, tenendo i loro giovani fratelli, vivere per strada. Questi bambini sono quasi completamente nudi – non hanno neanche una scatola per coprirsi. Ho visto questi bambini e ho pensato, “La vita della mia famiglia è troppo facile”. Dopo aver incontrato Banik, ho chiamato mia figlia e gli ho ordinato da ora in poi di aiutare i suoi fratelli la mattina. Stavo per imperdirgli di uscire venerdì sera, anche se stavo in Bangladesh! Mi
sono fatta la promessa, quando sarei tornata a casa, di abbassare
i consumi inutili della famiglia. Ormai Banik è un giovane
ragazzo capace di sopravvivere da solo, perciò ho trasferito
il mio sostegno ad una bambina chiamata Fatema. * Si può vedere di più del viaggio che ha cambiato Lucy nel programma ‘Lucy Lawless: Cinque giorni in Bangladesh’ alle 7.30pm, martedì 31 gennaio su TV2. |