Patto
Divino
di Roberta
I diritti di Xena, Gabrielle, Eve e Varia appartengono alla MCA/UNIVERSAL
PICTURE
io li ho solo presi in prestito per un breve periodo.
Prometto che finito questo racconto li rimetto subito a posto.
In questa storia è ampiamente trattato un rapporto tra due
persone dello stesso sesso, non ci sono scene molto descrittive ma
il concetto è ben chiaro. Se tutto ciò vi turba allora
dovete cambiare racconto, se volete posso darvi l'indirizzo di una
libreria per bambini molto fornita.
Critiche (spero poche), Complimenti o Semplici Saluti potete inviarli
alla seguente e-mail: miva71@virgilio.it
Era
già passato un anno, incredibile, da quando era arrivata in
paradiso il tempo era volato. Un soffio di vento ed era passato un
mese, un alto soffio ed era passato un anno.
All'inizio cioè alla fine quando era morta, pensò di
rimanere sulla terra magari sotto forma di spirito pur di rimanerle
accanto, per i primi giorni fu così, solo lei poteva vederla
e stando attente a non farla passare per matta visto che sembrava
parlasse da sola potevano ancora stare insieme. Ma dopo un po' fu
chiamata in paradiso, e le comunicarono che solo chi aveva qualcosa
da portare a termine poteva rimanere sulla terra, mentre lei con il
suo doveva andare direttamente in Paradiso.
Voce: Xena tu hai portato a termine il tuo destino sulla terra ora
la devi abbandonare e venire qui dove tutto è gioia.
Xena: non fraintendetemi sono contenta di essere riuscita a dare uno
scopo alla mia vita e sono altrettanto felice di poter accedere in
paradiso, ma so che per la mia compagna la terra è diventata
un inferno, e mi sento in colpa al pensiero che io ho trovato la felicità
ma a lei è rimasta la sofferenza. Noi siamo anime gemelle legate
insieme e non posso trovare pace senza di lei, e lei non può
essere felice senza di me.
Voce: Xena non puoi cambiare il destino tu devi stare qui inoltre
se rimani sulla terra le farai ancora più male. Deve rassegnarsi
e vivere senza di te!
Xena: se questo è il nostro destino io non mi oppongo ma non
mi potete obbligare ad essere felice. Senza di lei io non ho senso,
come non ha senso lei senza di me.
Voce: sei molto sicura di te vero?
Xena: sono molto sicura di noi e del nostro rapporto.
Voce: e va bene allora facciamo un patto; se tra un anno entrambe
sarete ancora così legate una all'altra allora potrai stare
accanto a lei per tutto il tempo che le rimane, altrimenti rimarrai
qui ad attenderla ma con lo spirito giusto, quello di chi vive in
paradiso.
Xena: intesi, per me va bene, potrò vederla ogni tanto? Anche
senza farmi vedere.
Voce: assolutamente no! Dovrete stare un anno senza nessun contatto.
Xena: ed io che cosa faccio per un anno?
Voce: ti accorgerai che qui il tempo passa molto velocemente
e poi non hai qualcuno da rincontrare?
Da lontano si intravede la figura di Solan che corre verso di lei
gridando felice
Solan: mamma! Mamma sono qui!
Xena non credeva ai suoi occhi non perse altro tempo e corse verso
suo figlio, forse un anno non era molto
.
Forse un anno in paradiso non era molto, ma sulla terra il tempo non
passava mai, se poi sei moralmente a pezzi allora è ancora
peggio.
Appena tornata da quel maledetto viaggio in Giappone, aveva portato
a termine la missione in Egitto che lei doveva affrontare, dopo di
che si era recata ad Anfipoli dove aveva seppellito le ceneri di Xena
accanto a quelle dei suoi cari, era stato il momento più triste
di tutta la sua vita. I primi giorni dopo la sua morte anche se sotto
forma di spirito le era rimasta accanto, non l'aveva lasciata un attimo
né di giorno né di notte.
Poi all'improvviso se ne era andata, era stata richiamata in Paradiso,
questo era un ottimo segno, significava che non aveva più debiti
sulla terra, aveva raggiunto il suo scopo per questo poteva accedere
al Paradiso.
Era felice per Xena ma il dolore per la sua morte era insopportabile.
Proprio nei giorni in cui Gabrielle era ad Anfipoli per seppellire
i resti di Xena ritornò Eve dal suo viaggio, aveva portato
la parola di Eli per molti paesi dando il suo contributo a creare
una vera e propria religione, ma improvvisamente sentì il bisogno
di tornare alle sue radici. Così fece ritorno ad Anfipoli,
era arrivata alla locanda di sua nonna quando da lontano vide Argo,
il cavallo di sua madre, legato davanti al mausoleo della sua famiglia.
Dopo tanto tempo poteva finalmente riabbracciare la sua famiglia cioè
sua madre e Gabrielle.
Entro nel sepolcro sorridendo e cinguettando chiamò.
Eve: mamma
. Oh Gabrielle ciao che bello rivederti.
Ma nel vedere lo sguardo sorpreso e triste di Gabrielle e leggendo
un terribile dolore nei suoi occhi il sorriso le morì sulle
labbra, il suo sguardo si posò dal viso di Gabrielle al nuovo
feretro che ora si trovava nel sepolcro.
Un senso di panico le attraversò il corpo.
Eve: Gabrielle che succede qui di chi è quella bara? E dov'è
mia madre?
E temendo la risposta di Gabrielle chiuse gli occhi e cominciò
a pregare.
Gabrielle: Eve tesoro
E abbracciandola non riuscì a continuare perché cominciò
a piangere.
Gabrielle: mi dispiace
Disse sempre tra i singhiozzi.
A quel punto Eve non ebbe più dubbi e il panico si trasformò
in dolore e urlò
Eve: no!!!! Gabrielle, Devi dirmi cosa è successo!
Gabrielle raccolse le poche forze che le rimanevano e disse
Gabrielle: vieni andiamo in casa, ti racconterò tutto, è
una lunga storia.
Quando Gabrielle finì il suo racconto Eve rimase senza parole
ci volle un po' prima che riuscisse a parlare.
Eve: così mia madre si è sacrificata per dare la pace
a tutte quelle anime?
Gabrielle: si (sospirando rassegnata).
Eve: è stato un gesto coraggioso, posso immaginare quanto le
sia costato. Non devi essere triste Gabrielle ora lei è felice
nel regno dei cieli.
Gabrielle: sono sicura che hai ragione ma in questo momento non riesco
a provare nient'altro che dolore. Mi dispiace forse con il tempo riuscirò
a rassegnarmi, ma ora provo solo un'immensa tristezza tanto forte
che sembra che mi stiano strappando il cuore dal petto.
Eve vedendo lo stato in cui era Gabrielle non aggiunse altro si limitò
ad abbracciarla in silenzio.
Qualche giorno dopo Eve convinse Gabrielle a recarsi al villaggio
amazzone. Lì furono accolte entrambe dalla regina Varia.
Varia: la notizia della morte di Xena si è diffusa in tutti
i paesi ma stentavamo a crederlo. È terribile è una
grave perdita per tutti noi.
Eve: ti ringrazio per le tue parole.
Si abbracciarono.
Varia: Gabrielle so' che non sei in condizione ma devi sapere una
cosa. Abbiamo bisogno di te. Abbiamo bisogno di qualcuno che educhi
le nostre giovani, sono molto abili nel combattimento ma lasciano
molto a desiderare sul piano dello studio, non riusciamo a convincerle
che devono amare lo studio oltre che la lotta.
Gabrielle fece un sorriso nostalgico, ripensò a tutte le lunghe
conversazioni fatto con Xena in merito e di come insieme avevano raggiunto
la perfette alchimia tra corpo e mente.
Gabrielle: ti ringrazio per l'offerta ma non posso accettare non sono
in condizione di fare niente ora la mia mente è completamente
vuota.
Varia: so che stai soffrendo ma ti prego pensaci, abbiamo bisogno
di te! Con la tua esperienza e i tuoi studi sei la sola che ci può
aiutare.
Eve: sono sicura che mia madre sarebbe contenta sapendo che sei tra
le amazzoni, ma soprattutto che tramite i tuoi insegnamenti le giovani
guerriere sapranno usare non solo la spada, ma anche il cervello e
soprattutto sapranno usare il cuore.
Gabrielle: e va bene accetto! Ma solo per un periodo. Rimarrò
fino alla ricorrenza della morte di Xena poi deciderò se rimanere
o ripartire o
.. non lo so!
Varie e Eve si guardarono sconcertate.
Un simile atteggiamento non era da Gabrielle.
Un tempo non sarebbe mai stata così indecisa.
E quando rimasero sole Varia ed Eve discussero proprio di questo.
Varia: non l'ho mai vista in questo stato, la morte di Xena l'ha devastata
oh scusa non volevo ferirti immagino che anche tu stai soffrendo.
Eve: non ti preoccupare non mi hai offeso! Certo che sto soffrendo
ma ho la convinzione che mia madre è felice dove sta e questo
mi da la forza di non crollare. Per Gabrielle è diverso lei
l'ha vista morire. Le è sparita davanti agli occhi e poi il
loro legame era qualcosa di speciale.
Varia: spero che Gabrielle decida di rimanere con noi.
Eve: lo spero anch'io almeno potrete proteggerla, soprattutto da se
stessa. Io devo continuare la mia missione
lo devo a mia madre.
Varia: parti tranquilla con noi Gabrielle starà al sicuro.
Dopo qualche giorno Eve ripartì e Gabrielle rimase al villaggio
amazzone anche se non era molto convinta di voler insegnare si buttò
a capofitto nel suo nuovo impegno, almeno era un modo per tenere occupata
la mente dal continuo pensiero di Xena.
Ben presto scoprì che era molto portata per l'insegnamento,
infatti si rivelò un insegnante molto dotata, sapeva come catturare
l'attenzione delle sue allieve e sapeva ben mescolare la giusta dose
di disciplina e comprensione, tanto farle migliorare in brevissimo
tempo.
Una mattina Gabrielle stava sistemando tutte le cose che le sarebbero
tornate utili durante le lezioni quando sentì qualcuno entrare
nella tenda si girò e vide una delle guerriere di Varia che
teneva per mano una bambina.
L'attenzione di Gabrielle fu calamitata proprio da quest'ultima, stava
in piedi con la testa bassa era ancorata alla mano dell'amazzone come
se temesse di perderla da un momento all'altro.
Gabrielle rivolgendosi all'amazzone: ciao Lena, chi è questa
bella bambina?
Lena: ciao Gabrielle ti ho portato una nuova allieva, questa è
Siria
Gabrielle: ciao Siria io sono Gabrielle.
Niente la bambina rimase a testa bassa come se non avesse sentito.
A quel punto Gabrielle chiese spiegazione a riguardo.
Lena: Siria tesoro vai a giocare con gli altri bambini, ti raggiungo
tra un po'. Vai vai! ora arrivo!
La bambina si allontanò ma non sembrava molto contenta.
Lena: è l'unica sopravvissuta di un terribile massacro che
c'è stato qualche mese fa in un piccolo villaggio non molto
distante da qui. Dei banditi razziarono ogni cosa e uccisero tutti
gli abitanti compresa la famiglia di Siria, lei solo si è salvata.
Sua madre ha fatto in tempo a nasconderla in casa. È stata
proprio Siria ad avvisarci, ma ormai non potevamo più fare
niente per quella povera gente, le uniche cose che abbiamo potuto
fare sono state: ritrovare quei bastardi e fargliela pagare. Poi abbiamo
accolto Siria con noi ma come puoi vedere è rimasta parecchio
traumatizzata dalla cosa tanto che da quel giorno non ha più
parlato. Per questo non l'abbiamo mai fatta venire a scuola.
Gabrielle: povera piccola posso capire quanto soffre.
Nelle parole di Gabrielle si capiva quanto anche lei stava ancora
soffrendo.
Il giorno dopo Gabrielle entrò nella tenda-scuola aveva lezione
con le piccoline, senza dubbio la "classe" che preferiva
perché erano curiose e con tanta voglia di imparare per poter
crescere forti come le guerriere con cui vivevano, erano stimolanti
e il più le volevano tutte un gran bene.
Gabrielle: buon giorno come state?
Classe: buon giorno bene.
Gabrielle: bene iniziamo
Ma l'attenzione di Gabrielle fu per due occhi color del cielo che
la guardavano ma che in realtà erano persi in qualche pensiero
lontano chilometri e chilometri da quella classe. Pensieri molto tristi
a giudicare dall'espressione del viso.
Era una bambina molto bella, peccato tutta quella sofferenza.
Gabrielle: bambine da oggi avrete una nuova compagna andando vicino
a lei continuò.
Gabrielle: ciao, aspetta non mi ricordo
. Il tuo nome è?
Una bambina vicino a lei la prese per un braccio e disse
Bambina: Gabrielle la conosciamo noi si chiama Siria, lei non parla.
Gabrielle: ah si? A volte parlare non serve quando mi vuoi comunicare
qualcosa non devi far altro che un bel disegno. Va bene?
A quel punto la lezione proseguì Gabrielle non tentò
più di far parlare Siria concentrando tutta la lezione sulla
scrittura in modo da non metterla ancora in imbarazzo di fronte alle
compagne, non voleva lasciarle un brutto ricordo del primo giorno
di scuola ne aveva già tanti poverina. E infatti riuscì
a catturare la sua attenzione e da quel momento quei due occhi azzurri
come il cielo che tanto le ricordavano la sua Principessa Guerriera
non l'abbandonarono più.
Qualche giorno dopo Gabrielle stava passeggiando nei dintorni del
villaggio. Ogni tanto si allontanava per poter stare da sola con i
suoi ricordi e il suo dolore che anche se era passato del tempo non
l'abbandonava mai.
Quando un movimento furtivo nei cespugli vicino attrasse la sua attenzione
d'istinto tirò fuori i says e si mise in attesa, non sembravano
rumori pericolosi. Fu allora che vide Siria che si stava allontanando
dal villaggio amazzone.
Il primo pensiero fu quello di chiamarla, ma a pensarci bene forse
era meglio di No. Chissà forse seguendola avrebbe potuto prendere
spunto per poterla aiutare a superare il suo trauma.
La piccola stava andando verso quello che rimaneva del suo villaggio
e senza degnare di uno sguardo quello che rimaneva si diresse verso
una casa o quello che ne restava, Gabrielle pensò, a ragione,
che si trattava della casa dove viveva con i suoi genitori. La piccola
aprì la porta e vi sparì dentro.
Gabrielle rimase lì indecisa su cosa fare, entrare rischiando
di spaventarla e magari farla chiudere ancora più in se stessa
oppure aspettarla fuori per poi parlarle? Che cosa doveva fare? Che
cosa avrebbe fatto Xena, il suo pensiero era sempre per lei. Decise
di seguire il suo istinto, così decise di entrare.
Aprì piano la porta e si mise in cerca di Siria, si muoveva
lentamente in modo da non farsi sentire e infine la trovò.
Era accucciata in un angolo in quella che doveva essere stata la sua
cameretta, aveva lo sguardo fisso di chi sta rivivendo una scena e
a giudicare dalla sua espressione non erano affatto ricordi piacevoli.
Gabrielle si avvicinò a Siria e la chiamò dolcemente.
La bambina trasalì per lo spavento
Gabrielle: non spaventarti sono io Gabrielle.
Non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò la piccola
tra le braccia.
Gabrielle: questa era la tua casa vero?
La bambina annuì.
Gabrielle: è in questo angolo che la tua mamma ti ha nascosto?
Di nuovo fece segno di si con la testa.
Gabrielle: proprio un bel nascondiglio. Posso nascondermi anch'io
qui con te? Sai anch'io ho perso una persona a cui volevo molto bene
e anch'io sento un dolore forte, forte proprio qui, - indicando il
cuore -, a volte è talmente forte che viene anche a me voglia
di nascondermi in un posto dove nessuno mi può trovare.
Come tutta risposta la bambina si strinse ancora di più a lei.
Rimasero così ancora per un bel po' di tempo.
Gabrielle: ora dobbiamo tornare al villaggio, la prossima volta che
vuoi tornare qui vieni a chiamarmi così ci nascondiamo insieme,
va bene?
Non voleva che una bambina così piccola se ne andasse in giro
da sola, ma capiva il suo bisogno di estraniarsi dagli altri.
Da quel giorno Siria chiamò Gabrielle tutte le volte, i primi
tempi Gabrielle la portava direttamente alla sua vecchia casa, ma
man mano che prendevano confidenza una con l'altra Gabrielle la faceva
fare delle lunghe passeggiate le raccontava delle storie o le insegnava
i segreti della natura che le circondava a volte la portava a pesca
o a fare delle nuotate al lago, portandola alla vecchia casa per sempre
meno tempo, tanto che alla fine Siria non chiedeva più di andarci
si limitava a cercare Gabrielle e basta.
Un giorno però mentre camminavano nel bosco vicino al villaggio
amazzone, Siria vide qualcosa sul terreno e di punto in bianco si
bloccò e impallidì.
Gabrielle: Siria che succede? Che cosa hai visto?
Frugando in mezzo all'erba Gabrielle vide un braccialetto fatto con
dei lacci di cuoio colorati. Lo raccolse ma quando si voltò
verso Siria per sapere la ragione del suo cambiamento vide che la
bambina era come in trance.
Gabrielle scosse delicatamente la bambina.
Gabrielle: Siria che succede mi stai preoccupando!
Come un automa Siria prese il braccialetto dalle mani di Gabrielle
e mentre lo fissava inizio a piangere.
Gabrielle non capiva il comportamento di Siria ma sicuramente c'era
un collegamento tra Il braccialetto e la tragedia di Siria. Ma i suoi
pensieri furono cancellati da un urlo, un urlo disperato.
"MAMMA". Era Siria
Gabrielle non sapeva se essere contenta o no, finalmente Siria si
era sbloccata, urlando tutto il suo dolore, ma quel dolore che ora
scuoteva Siria facendola tremare era troppo forte per una bambina
così piccola.
Gabrielle abbracciò la piccola e le disse:
Gabrielle: urla pure piccola non tenerti tutto dentro, tira fuori
tutta la tua rabbia!
Siria la prese in parola urlò e pianse tanto forte da far accorrere
mezzo villaggio amazzone.
La prima ad arrivare fu proprio Varia che rimase senza parole nel
vedere la scena di fronte a lei, Siria che urlava e piangeva tra le
braccia di Gabrielle, quest'ultima la guardò e le disse che
era tutto a posto le chiese di essere lasciate sole e che le avrebbe
spiegato tutto più tardi.
Varia acconsentì e quando arrivarono le altre amazzoni le allontanò
lasciando di nuovo Gabrielle e Siria da sole.
Dopo un po' i singhiozzi smisero e quando anche il tremore cessò
Siria raccontò a Gabrielle
Siria: quello è il mio braccialetto, me lo ha fatto la mia
mamma, l'ho perso quando sono scappata
quella notte.
Gabrielle era ancora sconvolta dal pianto di quella bambina, ma riuscì
a chiederle:
Gabrielle: ce la fai a raccontarmi cosa è successo?
Siria: non so bene cosa è successo, stavo dormendo nel mio
letto quando la mia mamma mi svegliò e mi nascose in quell'angolo
dove mi hai trovato quella volta. Mi disse di non parlare per nessun
motivo, dovevo stare zitta, zitta e poi mi coprì con delle
pelli, era un gioco che facevamo spesso non ci feci caso e mi riaddormentai.
Quando mi sono svegliata sono andata a cercare i miei genitori ma
li ho trovati morti. Allora sono venuta qui al villaggio delle amazzoni
per chiedere aiuto.
Ricominciarono i singhiozzi, Gabrielle sapeva cosa era successo dai
racconti delle guerriere che avevano vissuto quella terribile notte,
già da qualche tempo i banditi che hanno compiuto quell'orribile
massacro facevano incursione nel villaggio di Siria seminando il terrore
tra gli abitanti, di solito si limitavano a derubare qualche casa,
evidentemente la madre di Siria aveva trovato la scusa del gioco per
poter nascondere la figlia, quella notte i banditi furono talmente
violenti che esagerarono, uccisero tutte le persone che si trovavano
lungo la strada, a quel punto gli abitanti si ribellarono e li affrontarono
ma come ormai sappiamo morirono tutti compresi i genitori di Siria.
Per fortuna che la madre fece in tempo a nasconderla, salvandole così
la vita.
Siria: mi mancano la mia mamma e il mio papà.
Gabrielle: lo so tesoro, sappi però che loro sono e saranno
sempre con te. Vivono nel tuo cuore.
La bambina non sembrava molto convinta ma almeno ora si era sbloccata.
Gabrielle si accorse che la piccola era stremata così la prese
in braccio e la portò nella sua tenda.
Quando la mise a letto la bimba era quasi addormentata ma le strinse
forte la mano e le disse
Siria: Gabrielle non mi lasciare.
Gabrielle: non ti preoccupare starò qui tutto il tempo
Si sdraiò accanto a lei e l'abbracciò poi la stanchezza
prese il sopravvento e la bambina crollò addormentata come
un sasso. Solo a quel punto Gabrielle si alzò e uscì
fuori dalla tenda e si mise seduta per terra vicino all'entrata in
modo da controllare Siria in caso si risvegliasse, in quel momento
arrivò Varia si sedette vicino a lei, Gabrielle voleva spiegarle
ma non riusciva ad emettere un suono, tutte le emozioni di quella
giornata si stavano scatenando dentro di lei, il dolore e l'angoscia
per la perdita di Xena mischiato a quello che aveva letto negli occhi
di Siria avevano generato un mix che era sempre più difficile
da controllare, Varia aveva capito ma non disse niente, si limitò
a prenderle le mani e ad aspettare che fosse Gabrielle a parlare,
Gabrielle: che giornata
Varia: raccontami cosa è successo, se te la senti.
Gabrielle prese fiato e raccontò alla Regina delle amazzoni
tutto quello che era successo.
Varia: povera piccola
sta soffrendo tanto, ma per fortuna ora
è riuscita a tirare fuori la sua rabbia
e tutto questo
grazie a te e alla tua pazienza.
Gabrielle: è vero ha tirato fuori la rabbia ma ora la deve
affrontare e superare
. È troppo piccola per una simile
prova.
Varia: sono sicura che in te troverà un ottima guida. Sai ho
notato che tra voi si è instaurato un bel rapporto Siria ti
adora e anche tu le vuoi bene. Anche se fai di tutto per nasconderlo.
Gabrielle: è vero quella piccoletta mi è entrata nel
cuore, ma non posso rischiare che mi si affezioni troppo, altrimenti
quando ripartirò soffrirà di nuovo.
Varia: ma perché devi ripartire? Rimani. Noi siamo la tua famiglia.
Gabrielle: Varia lo sai che vi voglio molto bene ma tra qualche giorno
sarà un anno che Xena è
.. è terribile ancora
non riesco a dirlo! Beh insomma devo tornare ad Anfipoli.
Varia: non ce n'è bisogno, se vuoi possiamo fare qui una cerimonia
in sua memoria. Ti prego resta!
Gabrielle: sono io che ti prego
di non insistere. Ti avevo avvisato
e ora ci siamo.
Varia: tornerai?
Gabrielle: non lo so. Per ora so soltanto che devo andare ad Anfipoli
non chiedermi altro ti prego.
Un sussurro dietro di loro disse: "portami con te".
Le due donne si girarono di scatto e rimasero sorprese nel vedere
Siria che stava li di fronte a loro, era pallida come la luna e aveva
le labbra che tremavano per la fatica di trattenere il pianto.
Siria: ti prego Gabrielle portami con te?
Gabrielle prese la bambina tra le braccia e la fece sedere sulle sue
gambe.
Gabrielle: Siria tesoro mio non ti posso portare con me è un
viaggio molto lungo e tu sei ancora troppo piccola.
Siria: allora non andare non lasciarmi anche tu!
Gabrielle strinse ancora più a se la bambina e disse a Varia
che aveva assistito a tutta la scena,
Gabrielle: che ne pensi forse
.?
Varia: è una bambina molto forte
. Ce la può fare.
Gabrielle guardò la bambina e per la prima volta si rese conto
che non voleva lasciarla, ma doveva comunque tornare ad Anfipoli,
Gabrielle: e va bene. Ma non starai con me solo per il viaggio. Starai
con me per sempre, se tu sei d'accordo
Siria emise un urlo di gioia e abbracciò forte Gabrielle.
Voce: allora Xena a quanto pare è già passato un anno
è stata molto dura l'attesa?
Xena: effettivamente quassù il tempo sembra trascorrere più
velocemente
Poi con un tenero sorriso aggiunse.
Xena: e poi ho trovato un modo molto piacevole per passare il tempo.
Da lontano si vedeva Solan che giocava con gli altri ragazzi.
Xena: comunque il tempo anche se piacevole non ha cambiato i miei
sentimenti sento sempre la sua mancanza e oggi ancora più di
un anno fa mi dispiace ma non mi sono rassegnata a stare senza di
lei, non mi rassegnerò mai.
Voce: non eri tu il problema, ora vediamo se anche lei ha bisogno
della tua presenza accanto.
Magicamente apparve una specie di finestra dove Xena poté vedere
la sua amata Gabrielle.
In quel momento Gabrielle e Siria stavano giungendo alle porte di
Anfipoli, Gabrielle non si diresse subito verso il mausoleo della
famiglia di Xena, decise che ci sarebbe andata da sola con calma.
Non sarebbe stato un bel momento per lei e non voleva farsi vedere
triste da Siria, la piccola stava uscendo ora dal suo dramma, aveva
ripreso a parlare, a ridere e durante tutto il viaggio lei e Gabrielle
non avevano fatto altro che parlare, raccontarsi storie e cantare
a squarciagola. Ora Gabrielle non voleva mettere a rischio tutto ciò.
Gabrielle andò alla vecchia locanda della madre di Xena e sorpresa
si accorse che non era la sola ad essere tornata ad Anfipoli. In casa,
infatti, trovò Eve.
Eve: Gabrielle lo sapevo che saresti venuta
Disse abbracciandola.
Eve: e questa bella bambina chi è?
Gabrielle: Eve tesoro questa è Siria
. Mia figlia.
Eve guardò sorpresa Gabrielle poi sorrise a Siria e disse
Eve: ciao Siria io sono Eve una cara amica di Gabrielle.
In realtà avrebbe voluto dirle: "sono tua sorella Eve"
in fondo Gabrielle per lei era importante quanto lo era stata sua
madre. Le sarebbe piaciuto chiamarla mamma specialmente ora che Xena
non c'era più. Ma purtroppo non aveva mai avuto il coraggio
di affrontare il discorso. Gabrielle sistemò le borse poi prese
il sacco con le cose di Siria e le disse
Gabrielle: tesoro prendi le tue cose e vai a prepararti per andare
a dormire.
Eve: vieni Siria, noi due dormiremo in camere insieme, ti faccio vedere
dov'è.
Eve sapeva che Gabrielle voleva andare a trovare sua madre, sicuramente
non avrebbe portato Siria con se quindi decise che stando in camera
sua sarebbe stata più libera di muoversi liberamente.
Quando tornarono nell'enorme cucina Eve disse.
Eve: ho fatto provviste e ho preparato qualcosa da mangiare, avete
fame?
Siria: si, si io ho sempre fame!
Eve: bene vieni che prepariamo la tavola
Gabrielle guardava prima Eve poi Siria poi di nuove Eve e pensò
a quanto sarebbe stato bello se anche Xena fosse stata li con loro
era sicura che anche lei si sarebbe affezionata a Siria, sarebbe proprio
stato bello crescerla insieme. Persa nei suoi pensieri non si accorse
che Siria e Eve la stavano fissando.
Siria: Mamma vieni?
Gabrielle: mangiate pure io devo andare in un posto. Eve puoi rimanere
con lei.
Come aveva già immaginato Eve disse
Eve: ma certo vai pure io e Siria staremo benissimo insieme.
Gabrielle: grazie.
Poi rivolta a Siria aggiunse
Gabrielle: tesoro io torno tra un po' fai la brava
L'abbracciò e poi mise la mano sulla spalla di Eve e quando
incontrò il suo sguardo lesse la comprensione nei suoi occhi,
Eve aveva capito quanto sforzo stava facendo per non farsi capire
da Siria.
Gabrielle: sta attenta Eve, questa qui è una vera peste.
Detto questo uscì sentendo però lo scoppio delle risate
di Eve e Siria.
Xena aveva osservato tutta la scena e nessuno può immaginare
quali sensazioni si erano scatenate dentro di lei. Rivedere Eve, sua
figlia e soprattutto nel rivedere Gabrielle percepire ancora le sue
emozioni vederle così vicine ma nello stesso tempo erano cosi
lontane e poi c'era quella piccolina, e perché aveva chiamato
Gabrielle "Mamma"? La Voce le raccontò rapidamente
la sua triste storia, ma comunque bastò un solo sguardo che
Xena si innamorò subito di lei ma soprattutto vedeva quanto
amore c'era tra lei e Gabrielle e questo la fece enormemente felice,
era felice che ci fosse qualcuno che aveva dato una ragione di vita
alla sua Gabrielle.
Mentre faceva tutti questi ragionamenti vide Gabrielle che aveva raggiunto
il mausoleo della sua famiglia.
Gabrielle
lentamente entrò e si recò direttamente vicino il feretro
di Xena e senza rendersene conto iniziò a parlarle.
Gabrielle: ciao Xena sono io Gabrielle mi senti?
Xena urlò: si Gabrielle ti sento.
Ma ovviamente lei non poteva udirla.
Ma Gabrielle continuò ugualmente.
Gabrielle: vorrei tanto poterti parlare
ci sono tante cose che
devo raccontarti, ma tu sai già tutto vero? Mi hai promesso
che saresti sempre stata al mio fianco e anche se non lo hai potuto
fare fisicamente lo so che tu mantieni le tue promesse. Mi manchi
tanto! Non sai quanto! Tante persone mi stanno accanto e cercano in
ogni modo di non farmi sentire la tua mancanza. Ma è impossibile.
Ogni minuto, ogni secondo, ogni mio pensiero è per te. Non
è vero che il tempo aiuta a dimenticare, non è vero
niente, nulla è cambiato nel mio cuore anzi, posso giurarti
che ti amo nello stesso identico modo e non so che darei per averti
ancora accanto a me
. Ma tu questo lo sai! Le parole tra di noi
non servono
non sono mai servite i nostri cuori parlavano per
loro, ed è ancora è così.
Gabrielle non sapeva da quando ma aveva iniziato a piangere, forse
non aveva mai smesso in tutto quel terribile anno. Si mise a sedere
accanto alle spoglie della sua amata Principessa Guerriera.
Le stesse lacrime che bagnavano il viso di Gabrielle stavano inondando
quello di Xena, quello che Gabrielle aveva detto era vero e anche
lei per quanto ora si trovava nel posto più felice in assoluto
non aveva smesso un attimo di pensare a lei.
A quel punto la voce le disse
Voce: e va bene Xena avevi ragione tu nonostante entrambe abbiate
trovato una ragione per andare avanti siete comunque rimaste legate
una con l'altra.
Xena: è sempre stato così. Fin dal momento in cui i
nostri sguardi si sono incrociati siamo state unite una con l'altra.
È una forza che abbiamo dentro e che ci unirà per sempre.
Voce: è il caso di considerare meglio la situazione. Ti farò
sapere.
Xena: avevi promesso non fare brutti scherzi.
Gabrielle tornò alla locanda e quando entrò andò
immediatamente a controllare Siria, quando entrò in camera
vide Siria profondamente addormentata ed Eve che stava seduta vicino
a lei. Quando vide entrare Gabrielle le fece segno di non parlare
e la portò di sotto.
Eve: quella bambina è un amore, ti vuole un gran bene lo sai?
Gabrielle: si lo so e anch'io gliene voglio da morire,
Eve: che bello ho una sorellina!
Gabrielle guardò Eve e le sorrise amorevolmente. Entrambe provavano
lo stesso sentimento, Xena era la madre naturale di Eve ma anche Gabrielle
era sempre stata presente nella sua vita e ormai si sentivano legate
una all'altra come madre e figlia.
Gabrielle: ti ho sempre voluto bene come se fossi anche figlia mia
dopotutto ti ho fatto nascere io, ti ho vista prima di tua madre,
e anche Siria mi entrata nel cuore nello stesso modo non posso più
fare a meno di lei.
Eve: e ora che vuoi fare? Non puoi tornare tra le amazzoni hai una
figlia piccola a cui badare!
Gabrielle: Eve molte amazzoni hanno figli eppure continuano a vivere
nel villaggio.
Eve: si ma ti ricordo che le amazzoni sono guerriere e che succederà
se dovrai combattere e disgraziatamente dovessi rimanere uccisa? Che
ne sarà di Siria?
.
Con voce rotta dal pianto continuò
Eve:
e che ne sarà di me? Ho già perso una madre,
non voglio perdere anche la seconda!
Gabrielle commossa abbracciò Eve e le diede un bacio tra i
capelli.
Gabrielle: hai ragione non posso tornare tra le amazzoni! Ma che posso
fare?
Eve: potresti rimanere qui ad Anfipoli. Potresti riaprire la taverna.
In più saresti vicino alla mamma
Accarezzando il mento, segno che stava pensando Gabrielle alla fine
disse.
Gabrielle: sai che non è una cattiva idea! Potremmo trasformarlo
in una locanda dove tutti i poeti potranno venire e cantare le loro
opere! Una specie di "Angolo del Bardo".
Eve: finalmente rivedo luce nei tuoi occhi, mi hai fatto preoccupare
tanto, evidentemente stai finalmente superando il dolore per la morte
di mia madre.
Fu una frase molto infelice perché in un attimo le lacrime
inondarono il viso di Gabrielle.
Gabrielle: tua madre?!?! Il dolore per la sua morte non mi lascerà
mai! Ancora adesso mi giro a cercarla per farle vedere qualcosa o
solamente per parlarle, e ogni volta mi ricordo che lei non c'è
più! È terribile è come se nel mio cuore lei
morisse in ogni istante e il dolore è sempre più forte,
più di quando me la sono vista sparire davanti agli occhi!
Eve prese le mani di Gabrielle.
Eve: mi dispiace Gabrielle, sai Varia pensava che Sira avrebbe potuto
distoglierti dal tuo dolore, ma evidentemente si è sbagliata.
Gabrielle: Eve stai forse dicendo che sapevi che Varia voleva affidarmi
Siria!!!
Non era una bella serata per Eve era riuscita ad infilare due gaffe
una dietro l'altra. A quel punto decise che forse era meglio dire
tutta la verità.
Eve: sai quando siamo arrivate al villaggio amazzone, Varia mi ha
raccontato la storia di Siria e del fatto che non riuscivano a farla
riprendere dallo shock, l'unica che poteva riuscirci eri tu! Ma se
ti avesse chiesto subito di prendere Siria con te non avresti mai
accettato così le suggerii di farti rimanere con una scusa
e visto che serviva un'insegnante
non avevo dubbi che una volta
vista Siria non le avresti resistito
.
Gabrielle: e brave!!! Non so se picchiarvi o baciarvi
ormai
è fatta! Non saprei più rinunciare a lei.
Xena aveva assistito a tutta la scena le aveva osservate finché
non erano andate a dormire.
Eve andò nella camera che divideva con Siria, mentre Gabrielle
andò in quella che solitamente divideva con Xena.
Come entrò sentì di nuovo riaffiorare tanti ricordi
e tante sensazioni da ritravolgerla nell'ondata di dolore, Gabrielle
si sdraiò nel letto e scoppiò a piangere, pianse talmente
tanto a lungo da addormentarsi tra le lacrime.
Xena l'aveva vista ma soprattutto sentiva il suo dolore nel cuore
e anche lei crollò a terra in un pianto disperato!
Voce: Basta con tutte queste lacrime Xena. Ci siamo consultati e abbiamo
deciso che non potrai più mostrarti a Gabrielle come spirito.
Non ce la farebbe a sopportare un altro distacco
.
Xena: avete ragione soffrirebbe troppo vi chiedo solamente di rimanerle
accanto lo stesso anche se non mi potrà vedere.
Voce: assolutamente no! Abbiamo deciso che
. Tornerai sulla terra
in carne ed ossa così potrai starle veramente accanto.
Xena: come è possibile e le anime, il Giappone.
Xena era talmente confusa da non riuscire nemmeno a formulare una
frase.
Voce: tu non ti devi preoccupare per quelle anime
saranno al
sicuro te lo prometto.
Xena urlò di gioia e corse verso una nuvola lucente. All'improvviso
si fermò e con gli occhi pieni di tristezza disse.
Xena: Solan
ditegli che lo amo tanto e che mi mancherà,
ma che quando tornerò staremo sempre insieme.
Voce: lui lo sa già era molto felice del tuo ritorno sulla
terra vai ora
ah Xena?
Xena: si?
Voce: cerca di rimanere fuori dai guai questa volta!
Xena sorridendo rispose
Xena: d'accordo.
**************
Gabrielle stava dormendo quando una mano le accarezzò il viso,
conosceva bene quella mano, solo una persona aveva quel tocco, la
mano passò dal viso ai capelli, tante volte aveva sognato quel
tocco e troppe volte aveva aperto gli occhi accorgendosi che era solo
un sogno, stavolta non ci sarebbe cascata. Imperterrita tenne gli
occhi chiusi girandosi dalla parte opposta.
A quel punto Xena la chiamò.
Xena: Gabrielle, Gabrielle svegliati.
Per gli dei! stavolta il sogno era più reale del solito, anche
la voce. E come era dolce il suo suono!
Spazientita Xena si mise a sedere sul letto, la prese per le braccia
e la mise a sedere.
Xena: Gabrielle svegliati, non sono un sogno sono qui in carne ed
ossa! Sono tornata!
Definitivamente sveglia Gabrielle non credeva ai suoi occhi. Xena
era lì davanti a lei. Gabrielle se ne stava imbambolata, non
poteva essere vero, riuscì a sussurrare.
Gabrielle: Xena, non ci credo non può essere vero! Xena sei
proprio tu?
Xena: si Gabrielle è tutto vero!
Iniziarono a piangere una nelle braccia dell'altra.
Gabrielle: mi sei mancata tanto
Xena: lo so anche tu!
Gabrielle spostò le coperte del letto e vi fece entrare Xena,
si sdraiarono e si tenendosi abbracciate Xena le raccontò tutta
la storia, da quando era stata chiamata in Paradiso, al patto fatto
fino alla decisione di farla tornare sulla terra.
Gabrielle: così siamo state messe alla prova. Abbiamo corso
un bel rischio
Xena: si ma tanto io non avevo dubbi. Tra di noi non c'è lontananza
o morte che tenga, tu ed io siamo destinate a rimanere insieme in
ogni vita che vivremo.
Gabrielle (sorridendo): è vero! Ora tocca a me raccontarti
tutto, c' è una persona molto importante ora accanto a me!
Xena sapeva che Gabrielle stava parlando di Siria ma decise lo stesso
di stare al gioco.
Xena: ah si? Quanto importante?
Gabrielle: oh importantissima! Ci lega un sentimento fortissimo!
Xena: e non pensi che Siria accetterebbe anche me?
Gabrielle: tu sai di Siria! Allora mi sei sempre stata accanto?
Xena: non sempre ma abbastanza da affezionarmi a quel diavoletto!
Gabrielle: sai Eve non abbiamo potuto crescerla, in un attimo ce la
siamo trovata già grande, ma con Siria faremo le mamme come
si deve.
Xena l'abbracciò forte, i loro occhi si incontrarono, i loro
cuori cominciarono a battere all'impazzata e da quel momento la passione
prese il sopravvento. Quanto tempo era passato, quanto avevano da
recuperare
.
Quando i battiti tornarono normali, Gabrielle baciò Xena e
le disse
Gabrielle: è il momento di andare a svegliare Eve.
Xena: non vedo l'ora di riabbracciarla.
Gabrielle sgusciò fuori dal letto, recuperò i suoi vestiti
e si vestì rapidamente, poi tirò fuori un baule da sotto
il letto lo aprì e passo un vestito a Xena.
Gabrielle: forse è il caso che tu ti vesta non credi?
Xena guardò prima il vestito che le aveva dato Gabrielle poi
il lenzuolo con il quale era scesa sulla terra e scoppiò a
ridere.
Xena: hai ragione
aspetta vengo con te.
Gabrielle: no! In camera con lei c'è Siria, è troppo
piccola per capire, voglio prepararla come si deve al tuo incontro.
Vado a svegliare Eve e la porto qui, tu vestiti e per favore sistema
il letto
.
E ridendo uscì dalla loro camera, era felice come non lo era
stata mai nella sua vita.
Entro nella camera di Eve e Siria senza fare rumore, si avvicinò
al letto di Eve, e la svegliò
Gabrielle: Eve tesoro svegliati!
Eve: Gabrielle che succede, è notte fonda! Non puoi aspettare
domani mattina?
Con la voce ancora impastata dal sonno.
Gabrielle: no! devi venire subito! E fai piano non dobbiamo svegliare
Siria.
Eve sospirando disse
Eve: e va bene arrivo.
Mentre Eve si alzava e si vestiva Gabrielle si avvicinò a Siria
che dormiva placidamente nel suo letto con una tenerezza infinita
Gabrielle le risistemò la coperta, le diede un bacio e si rialzò.
Quando uscirono dalla stanza Eve le disse
Eve: Gabrielle mi vuoi spiegare?
Gabrielle: e come faccio?!? Ancora non me lo spiego io! L'unica soluzione
è che entri e lo scopri da te. Quello che ti posso dire è
.
Che è tutto vero!
Detto questo aprì la porta della sua stanza e fece entrare
Eve. Richiuse la porta e disse a Eve indicando la finestra.
Gabrielle: Guarda!
Evi si girò verso la finestra e non poté credere ai
suoi occhi. Sua madre era lì davanti a lei, era viva!!! In
un attimo si ritrovò a piangere tra le sue braccia.
Era stata una notte piena di emozioni e la mattina tutte e tre le
donne stavano sedute in cucina intorno a un tavolo erano frastornate
ma felici, ad un tratto dei piccoli passi dal piano di sopra attrassero
la loro attenzione. Era Siria che si era svegliata.
Siria: Mamma, Mamma dove sei?
Gabrielle: sono qui, vieni tesoro!
La figuretta della bambina apparve dalla cima delle scale. Era ancora
assonnata, quanto era carina pensarono tutte e tre.
Gabrielle: dai passerotto vieni qua con noi.
Gabrielle aprì le braccia e Siria si le si fiondò in
braccio, fino a quel momento Siria non aveva avuto occhi che per Gabrielle
ma ora che era al sicuro tra le sue braccia iniziò a guardarsi
intorno. Vide così Xena.
Siria: tu chi sei?
Fu Gabrielle a parlare.
Gabrielle: Tesoro ti ricordi che ti ho parlato della mia amica Xena?
Ti ho anche fatto leggere le mie pergamene dove erano descritte le
sue imprese.
Siria: si è morta, come la mia mamma, quella vera, è
la persona per cui soffri tanto.
Nel sentire quelle parole Xena abbasso gli occhi si sentiva in colpa
per tutta quella sofferenza che aveva causato. Gabrielle le prese
la mano e gliela strinse come per dire: "tranquilla ormai è
passata".
Gabrielle: si appunto vedi Xena è tornata
è lei
Xena ti presento mia figlia Siria!
Xena: ciao Siria
Poi vedendo l'espressione preoccupata di Siria aggiunse
Xena: che succede?
Siria strinse forte Gabrielle e poi disse a Xena.
Siria:non sei tornata per portarla via vero?
Xena sorrise e rispose.
Xena: no, no non voglio portarti via Gabrielle, anzi io voglio restare
con voi posso?
Siria rispose seria:
Siria: in questo caso va bene puoi restare!
Xena, Gabrielle ed Eve che aveva assistito commossa a tutta la scena
scoppiarono a ridere
.
Mia madre e Xena sono rimaste sempre insieme non si sono mai lasciate,
mai nemmeno per un giorno, ci coinvolgevano nella loro vita, ci hanno
portato con loro in tanti viaggi, mi hanno insegnato tante cose, Xena
mi ha insegnato a combattere, ma con la promessa che l'avrei fatto
solo per difesa, ad ascoltare la natura e a cacciare. Da mia madre
invece ho "ereditato" la passione per la scrittura e l'arte.
Sono state due genitori meravigliosi, all'inizio quando Xena era appena
tornata mi sono chiesta perché lei si e i miei genitori no,
una volta lo chiesi a Xena, lei molto dolcemente mi rispose che i
miei genitori non avevano bisogno di tornare perché sapevano
che in Gabrielle avevo trovato lo stesso amore che avrebbero dato
loro. E che anche lei mi voleva tanto bene, proprio quanto ne voleva
a Solan e Eve.
Da quel giorno ho smesso di farmi domande e mi sono goduta quelle
due splendide mamme. Ho avuto tanto amore da entrambe, ma la cosa
più bella era vederle insieme, avevano un legame speciale,
difficile da spiegare, a volte non si parlavano nemmeno, sapevano
già tutto una dell'altra.
Ogni tanto sparivano per tutta la giornata dicevano che andavano a
vedere la natura, ma sia io che Eve sapevamo che volevano rimanere
da sole, "come ai vecchi tempi" diceva Eve.
Sono rimaste sempre una accanto all'altra nella vita, ma anche nella
morte, una sera ormai anziane sono andate a dormire e la mattina dopo
nessuna delle due si è più risvegliata.
Le mie mamme mi mancano molto ma so che rimarranno sempre accanto
a me, ma soprattutto so che rimarranno sempre insieme.
Siria
È proprio così caro lettore che andata a finire la storia
tra Xena e Gabrielle.
L'ho scoperto leggendo le antiche pergamene che da sempre appartengono
alla mia famiglia. Forse la storia tra Xena e Gabrielle è solo
una leggenda, forse la mia tri-tri-tri-trisavola si era inventata
tutto, dopotutto di leggende di quei tempi ce ne sono tante
ma a me piace pensare che sia tutto vero. Che quell'amore che ha legato
due persone esista ancora e che sopravviva nel tempo.