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Il portale

del gruppo yahoo Xena rpg

Il sentiero proseguiva verso nord, perdendosi tra una fitta foresta
della quale Gabrielle riusciva a scorgere le prime altissime chiome
degli alberi, ma lei doveva proseguire verso ovest per raggiungere
il villaggio di Trezene dove avrebbe incontrato Xena. La guerriera
aveva ricevuto una missiva dalla Principessa Danae nella quale
diceva che, un crudele tiranno, stava dirigendosi verso il suo
castello per rapire l'adorata figlia.
La poetessa era intenta a recitare alcuni versi di un poema che
stava componendo mentre ammirava il paesaggio circostante, quando
sentì dei rumori provenire da una grotta posta alla sua destra, ai
piedi di una montagna rocciosa.
Gabrielle si fermò riflettendo sul da farsi: doveva andare a vedere
di cosa si trattava o era meglio proseguire per la sua strada?
*La curiosità uccise il gatto* pensò tra sé il bardo. *Ma se quei
rumori fossero stati causati da una persona in pericolo? Sarebbe
rimasta con il rimorso per tutta la vita…*, perciò afferrò i sais e
procedette verso l'apertura della grotta.
L'interno della caverna era immerso nel buio, il soffitto era molto
alto e c'erano numerosi archi ricavati dalla roccia che formavano
l'entrata di diversi cunicoli, da uno di essi provenivano voci e
rumori.
Si addentrò all'interno di questo con passi felpati, cercando di non
fare rumore. Ebbe appena il tempo di nascondersi dietro una grande
roccia quando scorse al centro del luogo una sua vecchia conoscenza:
si trattava di Desio.

Il folle semidio sembrava distratto in quel momento. Si voltò verso Vulnavia e disse, con aria distaccata :” Xena crede di avermi in pugno ma questo non fa che essere un vantaggio per me. Ho capito quale è il modo migliore per raggiungere il mio obiettivo, Vulnavia! C’è stato un momento nel passato, durante il quale, una crudele guerriera di nome Callisto, un personaggio molto interessante, decise di rovinare Xena, uccidendo quella sciocca poetessa. Il suo errore fu quella di mandare un sicario maldestro di nome Joxer, che non riuscì nel suo intento. Ma se avesse avuto successo, Xena sarebbe probabilmente tornata ad essere una sanguinaria e dunque degna di essere al mio fianco. Ma a tutto c’è rimedio…” detto questo alle spalle dell’elegante semidio, apparve un gigantesco cancello dall’aria antica, le cui porte si aprirono da sole. “Farò in modo che gli eventi cambino a mio favore…”. Sembrò impensierito da qualcosa ma subito dopo, gelidamente, aggiunse “Vulnavia, fa in modo che nessuno, in questo mondo, attraversi il portale!”.

Il demone annuì e con occhi privi di qualsiasi emozione, osservò
Desio che scompariva oltre il cancello, poi, un rumore attirò la sua
attenzione. Era stato un suono simile a sassolini che rotolano sul
terreno... Dunque c'era qualcuno...
Vulnavia si guardò attorno cercando di individuare dove potesse
trovarsi l'intruso.
"Ti conviene uscire!" urlò il demone. "Se non vuoi che usi le mie
potenti palle di fuoco...".
Gabrielle era rimasta stupefatta da quello che aveva appena visto e
sentito, non poteva assolutamente permettere a Desio di cambiare gli
eventi e non voleva che Xena diventasse cattiva. Avrebbe fatto di
tutto per cercare di impedire un così folle progetto. Gia aveva
assistito a una cosa simile avvenuta per mano di Giulio Cesare e
ancora ricordava quali nefasti pericoli avevano incontrato lei e
Xena.
Stringendo l'impugnatura dei suoi sais, il bardo uscì allo scoperto
urlando e gettandosi verso quella malefica apertura.
Non appena Vulnavia ebbe riconosciuto la bionda, con il solo
movimento degli occhi, la scaraventò lontano da sè, facendola
sbattere contro una parete rocciosa. La poetessa rimase a terra per
qualche momento, dolorante.
"Gabrielle, è un vero piacere rivederti" disse il demone
avvicinandosi con movimenti sensuali. "Ma adesso ho un altro
compito, molto più importante da assolvere che rubare la tua anima".
"E' vero..." replicò la poetessa rialzandosi. "Devi combattermi!" e
si gettò sul demone puntandole contro le armi.
La donna dal volto bianchissimo si scansò poco prima che Gabrielle
sferrasse il colpo: "La tua è una battaglia che non puoi vincere"
disse sorridendo. "Non vedi, i tuoi tentativi, seppur di notevole
coraggio, non possono avere effetto su di me".
Gabrielle strinse i denti: "Sono un tipo che non molla facilmente"
disse, e sferrò una nuova serie di attacchi nei confronti del
demone, ma a Vulnavia era molto più veloce della ragazza dai capelli
biondi.
Pochi istanti dopo il bardo era a terra, in ginocchio, con il viso
rivolto verso il basso e ansimava per la fatica.
"Ti conviene rinunciare" disse il demone.
Gabrielle lanciò un'occhiata al terreno, prese una manciata di
sabbia che lo ricopriva e alzandosi la lanciò contro Vulnavia.
Il demone non si aspettava una simile azione, si portò le mani agli
occhi che cominciarono a lacrimare copiosamente: "Maledetta!"
urlò. "Non basterà solo questo a fermarmi!". Vulnavia cominciò a
lanciare palle di fuoco senza un obiettivo preciso. Gabrielle si
nascose dietro una della pareti rocciose. Una delle palle di fuoco
colpì il soffitto e grossi massi caddero addosso al demone donna
seppellendola, un ultimo urlo risuonò nella grotta, poi, solo
silenzio.
Il bardo sorrise compiaciuto, quindi si gettò nel portale.


Gabrielle attraversò vortici e spirali, mentre il suo corpo subiva
innumerevoli mutazioni in lunghezza, poi si accorciava, poi si
torceva, infine venne gettata su una collina. Il bardo si alzò,
massaggiandosi il fondoschiena dolorante per la caduta: "Accidenti…
che viaggio, ho lo stomaco sottosopra". Sì guardò attorno e rimase
pietrificata: davanti a se si spalancava un paesaggio dai contorni
oscuri e terrificanti. La collina e la vallata erano di colore nero,
nessun filo di erba o fiore riusciva a nascere in quella distesa di
morte, tutto era stato bruciato. Il cielo era rosso, coperto a
sprazzi di fumo grigio che, si alzava dalle case incendiate di un
villaggio poco distante. Dalla piccola città si levavano rumori di
spade, urla e imprecazioni. "Numi del cielo" sussurrò Gabrielle con
aria desolata. "Ma che posto è mai questo… sembrano gli Inferi in
terra. Dunque è così il mondo!". Ripose i sais nei calzari e
disse: "Credo che sarebbe stato meglio andare a Trezene, così imparo
a essere così curiosa" si ammonì. "In che guaio mi caccerò?" si
chiese, quindi procedette.

Joxer, mezzo ubriaco, lasciò una taverna dove erano scoppiate varie risse, per ritrovarsi in mezzo alla strada dove un gruppo di briganti stavano saccheggiando la città. Mentre le persone combattevano, tutte intorno a lui, il guerriero sia pure barcollando e reggendo una brocca, riusciva ad evitare tutti. Con la mente persa in chissà quali fantasie dovute alla grande bevuta, seguiva ciecamente un sentiero che lo portò fuori della città, incrociando una ragazza che attirò la sua attenzione, benché non riuscisse a spiegarsene il motivo. Joxer notò che anche la fanciulla lo fissava.
“Salute a te, ragazza! Benvenuta da queste parti… ovunque ci troviamo…” esordì Joxer, parlando quasi a caso “ Posso offrirti del sidro?” chiese porgendole la brocca.

Non appena lo sguardo di Gabrielle incrociò quello di Joxer, il
cuore della ragazza sobbalzò nel suo petto.
*Un fantasma!* urlò una voce nella sua mente. Ecco cos'era,
un'anima. Quello non poteva essere Joxer, lui era morto per mano di
Livia, molti lustri fa.
*Invece no!* disse sussurrando Gabrielle. Quello era Joxer!
Il bardo osservò il suo vecchio amico e fu subito invasa da
un'immensa gioia. Era lì, davanti a lei, con il suo buffo cappello,
persino la sua spada non era cambiata, aveva ancora la punta storta.
Quante cose avrebbe voluto dire al guerriero prima che venisse
ucciso, ma non avrebbe mai immaginato che potesse morire, si pensa
sempre così delle persone care, che siano immortali e invece era
accaduto e non gli aveva mai detto che gli voleva bene. Lei e Xena
lo avevano sempre preso in giro ma lo avevano fatto bonariamente
perché era uno di famiglia e poi… lui era morto, proprio per
salvarla.
Gabrielle regalò un lucente sorriso al giovane: "Joxer! Sei proprio
tu!" quindi lo abbracciò senza pensarci, senza aspettare che l'amico
la riconoscesse e in quell'abbraccio, la poetessa, racchiuse tutto
il bene possibile.
*Ma lì Joxer non era morto* pensò. *Era lei ad essere morta, come
avrebbe reagito nel vederla? E poi, doveva dirgli che lui sarebbe
morto? No, forse in quel mondo lui non avrebbe mai neanche
incontrato Livia, forse, Livia non sarebbe neanche esistita… Quante
persone avrebbe rivisto che aveva perduto? Sarebbe stata abbastanza
forte?*.
Troppe domande affiorarono alla mente del bardo in quel brevissimo
spazio di tempo, lei, avrebbe affrontato un problema alla volta.
Si distaccò dal guerriero in attesa di una sua reazione.

“Ehi ma…” disse Joxer, sorpreso dalla reazione della fanciulla “Un momento… ma tu sei…” continuò il guerriero, sempre più stupito, fissandola “Tu sei la ragazzina, l’amica di Xena… Gabrielle… allora sei viva!” visibilmente commosso “… il tuo aspetto è cambiato… con i capelli corti, ma sei sempre bellissima.. ehm… volevo dire una gran guerriera! Ricordo che ti stavo seguendo per ordine di Callisto che mi aveva chiesto di ucciderti… ma io non lo avrei mai fatto, naturalmente! Non sono quel tipo di persona! Quando ho visto quel grosso e strano carro guidato da quel tizio vestito a festa urtarti a tutta velocità e sparire… ho pensato che fossi morta…”


Gabrielle annuì dopo aver ascoltato le parole di Joxer: "Dunque
Desio mi ha investita con un carro… chissà Xena… per tutti gli dei,
come si sarà sentita dopo aver appreso una notizia così tragica"
disse ad alta voce. Il bardo immaginò la scena e un groppo le serrò
la gola sentendo le lacrime bussare ai suoi occhi.
Distolse lo sguardo dal guerriero asciugandosi velocemente il volto,
fece un profondo respiro e riprese: "Sì, sono io, Gabrielle, la cosa
è un po' difficile da spiegare. Cercherò di dirtelo velocemente
perché non dobbiamo perdere tempo. Io vengo dal futuro, da un'altra
dimensione dove il mondo è in pace o comunque non è in questo stato
di caos totale. In quest' altro luogo Xena è una guerriera giusta e
leale. Sono venuta qui seguendo Desio, quello che mi ha uccisa, per
cercare di riportare le cose al suo posto, o meglio, per cercare di
fare tornare Xena una guerriera che segue il bene. Tu mi aiuterai…
mi condurrai da lei!" concluse con tono deciso. *E durante il
cammino cercherò di fare ragionare questa gente, con le buone o con
le cattive* pensò tra se il bardo.


Xena era in una tenda del suo accampamento insieme ad Ares. La
principessa guerriera ed il dio erano intenti a scambiarsi un focoso
bacio quando udirono i passi di un componente dell'armata che si
avvicinava alla tenda. L'uomo entrò nella tenda e i due si separarono. "Cosa ti
hanno detto gli altri, quanto abbiamo preso questo questa volta?"
Chiese Xena in tono avido. "è andata bene, molto bene, direi e meglio
del solito!" Rispose il soldato. All'udir di queste parole sul volto
di Xena si dipinse un ghigno malignamente soddisfatto. Voltandosi verso il dio disse "Adoro il gusto della battaglia...è qualcosa di così eccitante..." Poi guardò l'uomo, ordinò "Ora vattene, non voglio vedere ne te ne nessun altro qua dentro fino al mio prossimo ordine". L'uomo annuì e uscì dalla tenda. Xena allora si riavvicinò ad Ares e gli fece un malizioso sorriso.

“Ti adoro quando fai così.” Disse Ares accarezzando Xena , “Adoro vedere come ti ecciti al solo sentir pronunciare la parola “battaglia”. Ma più di tutto adoro vedere te che combatti, che scateni la tua furia. Si, è quella la Xena che amo.”

"Si?"Disse Xena con tono accattivante "Mi fa piacere, perché non esiste un'altra Xena..." "Pensa che bello, io e te sull'Olimpo...il dio e la dea della guerra..."Poi, fece uno scatto e si mise di fronte ad Ares, lasciano al dio il solo spazio per respirare, pronta per ricominciare ciò che era stato interrotto da quel soldato.

Ares e Xena si stavano scambiando effusioni amorose quando un rumore quasi impercettibile mise all’erta il dio della guerra. “L’ hai... l’ hai sentito anche tu?” chiese Ares cercando di staccarsi da Xena

Il pavimento nella tenda cominciò a tremare, gli oggetti si mossero
come in preda a una danza spiritica, ma non era il terremoto anche
se avrebbe portato gli stessi danni.
Zoccoli di cavalli battevano sul terreno arido alzando cumuli di
polvere. i morsi serravano le bocche degli animali spalancate per la
corsa estenuante. Campi e raccolti venivano calpestati con non
curanza e ogni cosa al loro passaggio smetteva di esistere. Un
gruppo di cinquanta uomini si dirigeva verso l'accampamento che era
stato conquistato da Xena. Guerrieri con armature di pelle e
affilate spade, con cicatrici sul volto ma con ferite ancora più
profonde nell'animo che li avevano resi uomini privi di coscienza. A
guidare quell'orda di assassini non poteva che essere un condottiero
altrettanto feroce. Il suo cavallo correva alla testa del gruppo,
lunghi capelli biondi si alzavano al vento. Callisto spronava il suo
cavallo perché corresse sempre di più. Voleva essere la prima a
entrare nel villaggio, la prima a dare il suo saluto a Xena, già si
immaginava la scena, le parole che si sarebbero dette e la battaglia
che ne sarebbe seguita. Sorrise diabolicamente, pregustando il
momento in cui avrebbe estratto la sua spada e avrebbe visto la sua
nemica fare altrettanto. Un lampo illuminò i suoi occhi, quindi
affondò i tacchi nei fianchi del cavallo.
"Andiamo!" urlò al destriero. "Non possiamo fare attendere gli
amici" e scoppiò in una risata. Un istante dopo l'armata giungeva al
villaggio.

Ares aveva sentito un fragoroso rumore e, a quanto pare, l’aveva sentito anche Xena. Così i due si separarono, il dio della guerra uscì dalla tenda e vide un’armata che stava entrando nel villaggio dove erano accampati. Intorno a lui i soldati correvano per l’accampamento e si preparavano a combattere. Ares era furioso e così afferrò uno dei suoi ufficiali che, in quel momento, passava proprio vicono a lui: “Perchè non sono stato avvertito?” urlò e il soldato gli rispose con voce tremante :”Signore, ci era stato ordinato di non disturbarla per nessun motivo.” Il dio, terribilmente seccato dalla stupida risposta, gettò a terra l’ufficiale pensando che, non appena si fosse sistemato tutto, lo avrebbe fatto uccidere. Dopodichè si girò verso Xena, anche lei uscita dalla tenda, e le disse: “Mia cara, chi pensi che sia così stupido da sfidare il Dio della Guerra e la Principessa Guerriera?”

Xena era troppo impegnata nel dare direttive per ascoltare il dio, sentendo la domanda si girò verso di lui "Non lo so, qualche suicida, immagino!" Poi guardandosi disse "Vado a prepararmi per la battaglia!" così rientrò nella tenda.

Dopo poco tempo i soldati erano pronti per combattere ma nel frattempo l’esercito nemico era arrivato vicinissimo all’accampamento. In testa all’armata c’era una donna bionda con indosso un’armatura di cuoio. Ares andò verso di lei e le chiese urlando: “Chi sei? Chi osa sfidare il Dio della Guerra?”.

Callisto tirò le briglie del suo cavallo affinché si fermasse,
l'animale sbuffò alzando polvere tutto intorno. La regina guerriera
effettuò una capriola atterrando a pochi passi dal Dio della guerra
mentre la sua armata si fermò dietro di lei.
Callisto sorrise quindi mosse la mano in aria a scacciare Ares e lo
superò: "Non è te che cerco" disse voltando le spalle al Dio. "Sai
benissimo chi sono e so anche che tu non puoi farmi niente perché se
il mondo è così: se ci sono guerre da ogni parte e se tu ti senti
così forte, è anche merito mio". La donna bionda finalmente si girò
a guardare Ares, poi si stiracchiò quasi annoiata da quella
conversazione: "Dunque, dov'è Xena?" quindi sorrise diabolicamente
torcendosi le mani.

“Non lo so, e comunque non sono cose ti riguardano. Non credere di essere l’unica guerriera del mondo, non ci metto niente a ucciderti e a rimpiazzarti!” rispose Ares, poi aggiunse con tono ironico: “Facciamo così, tu te ne vai via e non ti fai più vedere e io, forse, eviterò di massacrare te e i tuoi uomini (se uomini si possono chiamare quelli che ti seguono). Mi sembra un accordo vantaggioso, tu che dici?”

"Non è con te che mi voglio battere!" ripetè Callisto irritata
dall'insistenza del Dio."Ma voi divinità non dovreste lasciare alle
persone il libero arbitrio? Non vi dovreste immischiare nelle
questioni degli umani, oltretutto visto che questa faccenda riguarda
la Guerra, cioè ciò che tu più brami".
La regina guerriera si guardò attorno, poi sbuffò e si avvicinò al
suo cavallo. "Vorrà dire che rimanderò questa sfida e nel frattempo
faremo qualche proficua razzia".
Salì sul destriero e urlò: "Xena, sappi che non ho paura di te, non
credevo che tu fossi così codarda da farti difendere da un
sempliciotto come il Dio della Guerra!", quindi battè i tacchi
nell'addome del cavallo e partì gridando il suo urlo di battaglia
seguita dall'armata.

All'udir le parole della nemica, Xena uscì fuori dalla sua tenda, quindi lanciando il suo urlo di battaglia si lanciò contro la nemica con un salto mortale, facendola cadere da cavallo e buttandola a terra.
"Il fatto che tu non abbia paura di me è solo una questione di tempo...o di stupidità!" Disse la guerriera mentre guardava Callisto con la spada puntata contro di lei.


Callisto strinse le labbra lanciando un bacio a Xena.
"Sapevo che non potevi lasciarmi andare, lo scontro con me ti piace
troppo..." quindi con un grande slancio fece una capriola
all'indietro distanziandosi di qualche passo dalla Principessa
Guerriera.
La bionda donna estrasse la spada e la roteò in aria: "Solo tu ed
io, senza l'intervento di nessun'altro, né dei miei uomini" quindi
con il mento indicò Ares. "Né del tuo fido cagnolino...".
La regina guerriera si passò la lingua sulla labbra: "Dedico questo
combattimento alla buona Callisto che tu hai ucciso tanto tempo fa!"
urlò stringendo l'elsa della sua arma.

Gabrielle e Joxer erano in viaggio già da qualche tempo poiché le
prime ombre della sera stavano cominciando ad allungarsi. Il cielo
aveva assunto una colorazione ancora più terrificante: sembrava
coperto da un velo bluastro e nero. I due procedevano lungo un
sentiero, dai lati, l'erba, era completamente bruciata segno del
passaggio di qualche terribile signore della guerra.
"E' un vero disastro" commentò Gabrielle visibilmente scossa. "Ma tu
come fai a vivere in un mondo simile? Come fai a difenderti da
questa continua guerra…" disse rivolta all' amico.

Joxer, aveva da tempo abbandonato l’idea di entrare nell’armata di Callisto e provò inutilmente a inserirsi in eserciti di altri signori della guerra ma senza successo. Avvilito dall’idea di non poter avere una sua strada, aveva iniziato a bere, lasciando che la sua mente lentamente lo abbandonasse. Ma da quando era tornata Gabrielle, il guerriero si sentiva sempre più raggiante di felicità.
“E’ da un po’ che c’è questa situazione… Ci sono molti briganti in giro. Ma gli elementi più crudeli si trovano nelle armate di Callisto e di Xena. Sono veramente due persone spietate e odiose!” poi si corresse con un sorriso, guardando la ragazza “ Voglio dire che Callisto è spietata e odiosa naturalmente… Xena è sempre una persona simpatica anche quando deruba, uccide e devasta!” fece un’altra pausa e disse, cercando di darsi un tono sicuro “ Ma non preoccuparti, Gabrielle! Ci penserà Joxer il magnifico a difenderti! Il mio corpo è un’arma da guerra! Credimi, ti difenderò a costo della vita!”

Il volto di Gabrielle si illuminò di gioia a sentire quelle parole, ma subito dopo, il ricordo della tragica morte di Joxer, la fece rattristare: "Non sei cambiato proprio per niente, anche qui sei sempre il solito Joxer...".Gabrielle alzò lo sguardo verso il cielo: un fumo grigio si stava spandendo, le battaglie non avevano mai fine.
"L'idea di dover affrontare Callisto mi preoccupa, quella donna è sempre molto pericolosa, ma mi chiedo come reagirà Xena nel vedermi, sai dirmi cosa è successo dopo la mia morte?".

“Dopo la tua morte, la Principessa Guerriera è sparita e Callisto ha continuato a depredare ogni villaggio, trucidando innocenti. Io sono scappat… ehm… mi sono allontanato per una pausa di riflessione. Xena è tornata con Ares, a capo di un’armata di pericolosi guerrieri. Ha iniziato una guerra con Callisto ma nello stesso tempo, non esitava anche lei a devastare le città e a uccidere innocenti. Sono nate poi altre armate di briganti che dapprima guerreggiavano con quelle di Xena e di Callisto ma poi gli obiettivi di tutti sono divenuti la distruzione di ogni luogo abitato…” il guerriero, per la prima volta, sembrò riflettere sui tristi avvenimenti che erano accaduti negli ultimi mesi. Il terreno tremò e in lontananza un gruppo di predoni a cavallo arrivò rapido presso Joxer e Gabrielle. I briganti si fermarono, minacciosi, presso i due. Joxer aveva una fifa blu ma lanciò uno sguardo sicuro alla ragazza e le disse “ Gabrielle, non posso permetterti di morire di nuovo ora che ti ho rincontrato!”
Impugnò la sua spada e disse, tremante, ai suoi avversari “Beh? Perché non vi arrendete?”


Gabrielle lanciò una rapida occhiata ai predoni, calcolando la loro
disposizione e la distanza che li separava da essi, quindi si guardò
attorno facendo il punto della situazione: "Che cosa volete, non
abbiamo né monete, né oggetti di valore, lasciateci passare…" disse
aprendo le braccia.
Il capo dei predoni, riconoscibile da un'armatura diversa rispetto
agli altri, lanciò un'occhiata ai suoi compagni e poi si lisciò la
lunga barba: "Tu, puoi sempre darci qualcos'altro, bella bionda".
Gli altri guerrieri risero fregandosi le mani e lanciando baci a
Gabrielle. "E per quanto riguarda te…" disse rivolto a Joxer. "Quel
bel fodero che hai attaccato alla cintura dovrebbe valore un po' di
monete!", detto ciò il gruppo di briganti scese da cavallo
impugnando le armi.
Gabrielle estrasse i sais dai calzari, li face roteare una volta e
poi strinse l'impugnatura ponendosi in posizione di difesa: "Sta
attento Joxer, non scherzano!".

“Ah no?” domandò il guerriero, tremante. Riprese “Neanche Joxer il magnifico! Ehm…” tentando di farsi coraggio. I predoni si avvicinavano con aria minacciosa ma Joxer non arretrò ma non fece neanche un passo avanti. “State lontani! O la mia furia omicida vi annienterà!” disse con voce insicura ai nemici che non risposero. Il guerriero cominciò a sudare freddo. Vide Gabrielle lanciarsi verso i briganti più vicini. Joxer sentiva di non poter rimanere a guardare e si lanciò nella mischia, agitando la spada che, inavvertitamente gli parti dalla mano, e con l’impugnatura andò a cozzare contro la testa di un avversario che cadde a terra, svenuto. “Ops…” osservò il guerriero, stupito.

La poetessa infilzò uno dei briganti all'altezza del grosso
pancione, usando l'impugnatura dei sais. Successivamente, con una
mossa veloce, roteò su se stessa colpendo l'uomo in pieno volto con
un calcio e facendolo indietreggiare barcollando. Gabrielle caricò
un potente pugno dritto in testa a un secondo predone che si era
avvicinato e con un calcio fece volar via la sua spada che ricadde a
poca distanza da loro.

Joxer si trovava in mezzo alla rissa a combattere con un brigante, di cui riusciva a evitare i colpi ma che, allo stesso tempo, non riusciva a ferire , agitando in aria due ridicoli coltellini e trovandosi così in una buffa situazione di stallo. “Dei dell’Olimpo! Che cosa vuoi fare, prendermi per stanchezza?” chiese al suo avversario. Il guerriero si accorse che era apparsa poco lontana la bellissima e divina Aphrodite e tutti si erano voltati a guardarla.

Aphrodite camminava sinuosamente, le sue vesti non lasciavano nulla all'immaginazione, e non lasciavano indifferenti nemmeno nemmeno i malviventi che stavano attaccando Gabrielle e Joxer. La dea si avvicinò al capo della banda, che intanto aveva fatto cadere le armi e la fissava con aria ammaliata, diede un bacio a quest'ultimo "Fate l'amore non la guerra!" disse bisbigliandogli in un orecchio , l'uomo, sotto l' incantesimo che la dea gli aveva fatto, guardando i suoi compagni, che come lui erano fermi a fissare la dea disse a gran voce "Forza, ritiriamoci! Facciamo l'amore,non la guerra!!!".
Una volta che tutti i briganti furono andati via fissò per un momento Gabrielle "E pure mi sembra di conoscerti..."disse perplessa alla ragazza, poi girandosi notò lo sguardo di Joxer "è anche lui vittima del mio incantesimo o è proprio così?" chiese a Gabrielle ironizzando.
Aphrodite.

Gabrielle fu felicissima di rivedere Aphrodite, le regalò un sorriso
raggiante, quindi raccolse le sue armi e le disse: "Nonostante in
questo mondo la guerra stia inglobando tutto, tu sei ancora
presente".
Si volse in direzione di Joxer, mentre sul suo volto si dipingeva
un'espressione di speranza. "Non capisci? C'è ancora l'amore, quindi
niente è perduto".
"Sì, tu mi conosci" parlò di nuovo alla dea, facendo cenno all'amico
di riprendere il cammino. "Io sono Gabrielle e nella dimensione da
cui provengo, noi siamo amiche… Ti ringrazio per il tuo aiuto, credo
che avremo bisogno di tutto l'amore che puoi dare, se vogliamo
salvare questo mondo dalla crudeltà e dalla violenza".

"Chiedi alla persona adatta allora...io sono la dea dell'amore,cara!" disse Aphrodite con tono esaltato, felice di tanta considerazione. "Amiche? Io e te?" La dea osservò Gabrielle dalla testa ai piedi "Beh si, certo, dovresti metterti vesti più eleganti e cotonarti un po i capelli...ma in generale sei carina!" disse annuendo la dea. "Altra dimensione? Di cosa parli?"
chiese poi interessata.


"E' una storia lunga, te la racconterò durante il viaggio" disse la
poetessa.
Il sole era ormai scomparso all'orizzonte e le prima stelle
brillavano qua e là, sembravano finti astri attaccati a un lenzuolo
sporco di fuliggine. Gabrielle alzò gli occhi, quel cielo non
suscitava alcuna emozione in lei, lo conosceva bene, lo aveva
osservato spesso quando con Xena si coricavano e aveva sempre
sentito una grande pace e un grande sollievo, ma quel sentimento
sembrava essere scomparso in quella dimensione.
"Sarà meglio accamparsi" disse il bardo. "Ma non è prudente dormire
all'aperto per via dei molti predoni, meglio cercare un villaggio e
fermarci in una locanda".

Un ragazzino sui dodici anni, con una possente spada al fianco, stava percorrendo la strada del villaggio. Solan aveva l’aria smarrita e si guardava intorno. * Come farò a trovarla?* si chiese, il ragazzo, triste.
Passò innanzi a una ragazza bionda accompagnata da un uomo vestito in modo strano. La donna lo fissò, come riconoscendolo. Solan incrociò il suo sguardo, distrattamente e continuò a camminare.

Gabrielle sbarrò gli occhi quando vide Solan passarle vicino. Era
così strano vederlo camminare tra predoni e guerrieri che si
combattevano senza sosta per accaparrarsi qualche oggetto di valore.
Il bardo si fermò all'improvviso afferrando Joxer per il
braccio: "Ma quello è Solan!" sussurrò alzando il mento. "E' il
figlio di Xena!".
La poetessa continuò ad osservare il fanciullo, era proprio come lo
ricordava al suo primo incontro assieme alla Principessa Guerriera:
con quel fuoco negli occhi e quell'aria così decisa che non si
addiceva a un ragazzino che avrebbe dovuto avere una vita
spensierata. Aveva ancora stampate nella mente le parole che il
piccolo disse a Xena puntandogli un bastone all'altezza del
collo: "Hai conosciuto il tuo nemico più acerrimo!". In quel mondo,
Solan, odiava la madre e voleva vendicare la morte del padre, il
valoroso Borias... doveva impedire che ciò accadesse.

Joxer si voltò prima verso Gabrielle e poi verso Solan, confuso :”Che cosa? Il figlio di Xena? Ma se lui è qui allora ci sarà anche la madre! Dei dell’Olimpo!” Impugnò la spada e si guardò intorno con aria spaventata. “Non aver paura, Gabrielle! Ti difendo io dalla Principessa Guerriera!”. I passanti lo fissavano come fosse pazzo e il guerriero continuava a guardarsi in giro, agitato “Non preoccupatevi, gente! C’è Joxer il magnifico qui pronto a combattere per salvarvi anche se spero non ce ne sia il bisogno perché sono a stomaco vuoto…”

“Scusa!” disse Solan, con aria pacifica alle spalle di Joxer al che il guerriero sobbalzò come avesse avuto un leone inferocito dietro la schiena. “Scusami…” ripete il ragazzo mentre Joxer si voltava, ancora tremante, a guardarlo “Hai per caso nominato la Principessa Guerriera? Sai dirmi dove si trova in questo momento?”. La voce di Solan aveva qualcosa di triste. *Ci siamo! L’ora dei conti è vicina… * Notò lo sguardo di Gabrielle. * Chi è questa donna? Perché mi sta guardando in questo modo?*

Gabrielle cercò in breve tempo di trovare una soluzione. Solan non
poteva andare in giro da solo o avrebbe corso un grave rischio. Si
avvicinò al fanciullo e si inginocchiò dinanzi a lui, ponendo le
mani sulle sue spalle. "Hai delle spalle molto forti" disse
sorridendo. "Credo proprio che la Principessa Guerriera tremerà nel
vederti…". Il bardo si guardò attorno alla ricerca di una locanda
aperta. "Io mi chiamo Gabrielle" si presentò. "E questo è Joxer è un
mio caro amico, anche noi stiamo cercando Xena, vuoi unirti alla
nostra compagnia?" chiese, cercando il consenso del guerriero.

Solan osservò, incuriosito Gabrielle. * Gli occhi di questa donna sono molto caldi… e il tono della sua voce è così gentile… mi chiedo se la mia vita fosse stata diversa se avessi avuto una madre…*. Il ragazzo ricordò alcune scene della sua vicinissima infanzia, quando si trovava al villaggio dei centauri e gli altri bambini lo prendevano in giro perché non aveva la mamma. Più di una volta, si era sentito molto triste. “Io mi chiamo Solan e accetto volentieri di unirmi a voi!” rispose, docilmente, il ragazzo guardando Gabrielle.

Il mattino era freddo e il sole cominciava ad illuminare le tende degli accampamenti in cui i soldati ancora riposavano. Xena si stava preparando nella sua tenda quando entrò un soldato "L'armata sarà pronta tra poco, Xena" disse, la principessa guerriera lo guardò bene, poi disse con il suo solito tono severo ed impassibile "Bene, prepara i cavalli!" Si raccolse i capelli che le andavano sul viso, finì di allacciare l'armatura e mise la spada nel fodero. "Ares, il dio della guerra è pronto per assaporare una nuova battaglia?!" Disse voltandosi verso il dio che era comparso alle sue spalle.

“Certo che sono pronto ad assaporare una nuova battaglia! Cominciavo ad annoiarmi senza combattere! Ma vedo che sei pronta, non indugiamo ulteriormente, andiamo!” disse Ares. Poi uscì dalla sua tenda e diede l’ordine di radunare gli uomini per mettersi in marcia. Gli ufficiali iniziarono a dare direttive ai loro soldati e, in poco tempo, erano tutti pronti per partire e per saccheggiare l’ennesimo villaggio.
“Dimmi, cara, non trovi meraviglioso vedere tanti uomini ai nostri ordini?” chiese il dio della guerra a Xena

"Meraviglioso..." ripetè Xena con malizia al dio della guerra, fuori della tenda. "Allora, siete pronti?" Disse Xena ai soldati che la guardavano aspettando i suoi ordini,"Ricordate, nessuna pietà, se sarà necessario uccidete anche donne e bambini, devono capire con chi hanno a che fare!" così dicendo salì a cavallo,e, fece un cenno ai soldati in modo che partissero. Il rumore dei cavalli facevano tremare la terra e presto davanti a loro si prospettò il villaggio. Xena innalzò all'aria la sua spada e gridò "Attaccate". Ci fu qualche minuto di battaglia, fin quando Xena notò un uomo che portava un sacchetto dal quale si intravedevano delle collane e degli anelli di valore e si dirigeva dentro una locanda *Ancora non ha capito chi comanda?!* pensò la principessa guerriera, così si apprestò a scendere da cavallo e ad inseguire l'uomo. Entrò nella locanda dove questo si era rifugiato, ma davanti a lei trovò una donna dai capelli biondi che le ricordava tanto Gabrielle, questo la bloccò un attimo, la principessa guerriera fissò la donna "Gabr..."disse sotto voce, poi tornò in se *Gabrielle è morta...era un intralcio alla mia ascesa!* pensò, ma ci fu un'altra cosa a farla sussultare, quel ragazzo che stava alle spalle di Gabrielle, non riusciva a capire chi fosse ma le ricordava qualcuno, sentiva qualcosa che non aveva mai sentito prima verso quel fanciullo. Riprese definitivamente coscienza così si apprestò ad attaccare Gabrielle.

Solan si voltò a guardare la nuova arrivata. *Ma è Xena! Dannata! Sta per attaccare Gabrielle!” Il ragazzo impugnò la sua spada, coraggiosamente e si mise tra la Principessa Guerriera e la bionda poetessa. “Maledetta assassina! Ecco quello che sei! Una spietata assassina! Hai ucciso mio padre Borias e io, Solan, lo vendicherò!” Si mise in posizione di combattimento ma gli parve di notare qualche tentennamento da parte dell’avversaria mentre notò che dietro di sé Gabrielle stava dicendo qualcosa e Joxer era rimasto immobilizzato, forse dalla paura.

Xena guardò il ragazzo, non poteva credere a ciò che aveva appena sentito, ora le era tutto chiaro, la strana sensazione che aveva provato nel vedere quel ragazzo, la persona che tanto le ricordava, e ora quella rivelazione. Era così strano...la principessa guerriera, per la prima volta dopo tanti anni non seppe che fare,guardava Solan,suo figlio, e si sentiva confusa. Non voleva che gli succedesse qualcosa, ma non poteva intralciarla nella sua ascesa! Un rumore proveniente dalle sue spalle attirò la sua attenzione, era quell'uomo, colui che aveva tentato di nascondersi. Prese un pugnale che teneva negli stivali e lo tirò all'uomo che cadde a terra. Xena prese i suoi gioielli, si girò come per andarsene via, ma mentre stava per uscire dalla porta si voltò un attimo.

Gabrielle ebbe un tuffo al cuore quando notò Xena comparire sulla
porta della locanda, era l'ultima cosa che pensava di vedere quella
mattina. Quando la donna estrasse la spada, il bardo, sentì il
sangue gelare nelle vene, si era dimenticata di quanto potesse
essere crudele. L'aveva vista cambiare, diventare una guerriera
al servizio dei buoni e adesso l'idea di vederla in quella vecchia
veste la spaventava moltissimo. Quando il pugnale si conficcò nel
corpo dell'uomo ferendolo, Gabrielle, fu attraversata da un istinto
improvviso: si alzò dalla sedia e si pose accanto a Solan senza
estrarre i sais, aveva imparato diverse cose della guerra e sapeva
che anche Xena non avrebbe attaccato una Gabrielle disarmata...
"Fermo Solan!" disse proteggendolo con un braccio, quindi guardò la
Principessa Guerriera dritto negli e nonostante il suo cuore
battesse
all'impazzata, cercò di mantenere una certa freddezza e
disse: "Salve Xena!".

La guerriera guardò Gabrielle *Non può essere lei, è morta!* pensò Xena, poi guardò suo figlio. Sentendo Gabrielle salutarla disse "Non sono qui per i convenevoli, piuttosto, voglio il ragazzo!" Xena non gli avrebbe fatto nulla, se non lasciarlo, il più lontano possibile e al sicuro.

“Maledetta! Vuoi uccidermi come hai fatto con mio padre e con tanti altri innocenti, vero? Non te lo permetterò! Mi hai sentito? Non te lo permetterò!” gridò, furioso, Solan. Si preparò a uno scontro con la Principessa Guerriera ma senti la mano di Gabrielle sulla sua spalla e si voltò a guardarla. * Gabrielle è preoccupata per me… * pensò, colpito, il ragazzo. * No, devo cercare di star calmo…*. Solan rimase fermo, fissando con odio Xena.

“Ehi, calma!” disse, la voce tremante di un uomo che si stava avvicinando “Capisco che si possano creare degli equivoci, specie quando si è a pancia vuota. “ affermò Joxer guardando sorridente la Principessa Guerriera, avanzando e affiancandosi a Solan e a Gabrielle. Il guerriero stava morendo di paura ma era troppo preoccupato per la sorte di Gabrielle e Solan per non far nulla. “Per cui,” proseguì “perché non ci sediamo tutti a tavola e mangiamo qualcosa? Ho con me la ricetta di una nuovissima zuppa costituita da gustose radici! Mi sembra un’occasione da non perdere e che ci impedirà naturalmente di uccidere qualcuno! Eh eh!”

"Taci!" Disse Xena rivolta a Joxer con un tono che lasciava trasparire tutta la sua rabbia "Non voglio più sentire una parola uscire dalla tua bocca, altrimenti, farò in modo di non farti parlare più per tutta la tua misera esistenza" Così dicendo si voltò verso Solan "Se t'avessi voluto uccidere l'avrei già fatto da un pezzo,cosa pensi che me l'avrebbe impedito?" Con una mossa disarmò il ragazzo "Andiamo, non lo voglio ripetere!"

Solan lasciò che Xena lo disarmasse, senza opporre resistenza. Ma dopo che la Principessa Guerriera gli ebbe ordinato di seguirlo, rimase immobile tra Gabrielle e Joxer, con un’espressione decisa in volto. * Non so che cosa tu voglia da me, ma di certo non mi lascerò sottomettere da una donna tanto diabolica!* pensò, il ragazzo, guardando Xena, con decisione. Come ricordando solo allora di essere solo un ragazzino, si voltò verso la bionda poetessa e le chiese, preoccupato “Non devo andare con lei, giusto? Non lascerai che mi porti via, vero, Gabrielle?”

Gabrielle guardò Solan dritto negli occhi e scosse il capo: "No, tu
non ti muovi di qui!".
Il bardo avanzò di qualche passo, si guardò attorno: c'era un
silenzio irreale nella locanda, tutti trattenevano il respiro e
aspettavano che da un momento all'altro si scatenasse una rissa
sanguinosa.
"Uscite tutti di qui!" ordinò con tono deciso. "Tutti fuori!".
Un istante dopo il luogo era completamente vuoto, eccezion fatta per
Joxer, Solan, Gabrielle, Xena, Ares e alcuni uomini dell'armata di
Xena.
"Sono io... Gabrielle" disse guardando la Principessa
Guerriera. "Non posso credere che sei tornata ad essere così
crudele" e sentì un nodo alla gola. La poetessa si portò una mano
alla bocca per cercare di trattenere le lacrime. "Non posso credere
che hai ucciso così tante persone senza alcuno scrupolo e che ti sei
fatta soggiogare dal Dio della guerra. Ti ricordi cosa ti dissi?
Poco prima che venissi rapita da Callisto?" e le lacrime
cominciarono a cadere lungo il volto di Gabrielle. Sentiva un dolore
immenso che le trafiggeva il cuore, sentiva nell'anima la crudeltà
che attorniava la sua migliore amica. "Di promettermi che non
avresti mai usato violenza, neanche se fossi stata uccisa... E tu lo
avevi promesso..." quindi restò in silenzio.

Xena fisso Gabrielle. Non poteva credere a tutto quello che le stava accadendo,la sua migliore amica era ancora viva, tutti i bei momenti cha aveva tanto rimpianto sarebbero potuti tornare. Nonostante tutto, la guerriera non era sicura dell'autenticità delle parole di Gabrielle, aveva vissuto tante avventure e intrighi, e non sarebbe stata la prima volta che qualcuno cercava di raggirarla. *Mio figlio è lì, Gabrielle è lì...ma qui ho tutto quello che ho sempre sognato...un'armata, il successo, Ares...*Pensava la guerriera. Guardò Gabrielle,Solan Joxer e poi rivolse lo sguardo ad Ares. Quel momento anche se di pochi secondi le sembrava eterno.

“Insomma! La vogliamo smettere! Sono venuto qui per saccheggiare un villaggio e per ammazzare persone, non per sentire una sciocca bambina piagnucolare! Quindi, biondina, tieni a freno quella lingua altrimenti te la faccio tagliare, intesi?!” disse ‘leggermente’ irritato Ares, poi continuò rivolgendosi a Xena: “Mi meraviglio di te, Xena! Comandi un’armata, sei al fianco del dio della guerra, ogni persona su questa terra ti teme e tu perdi tempo ad ascoltare le chiacchiere di una stupida che predica la pace e l’amore! La guerra! La guerra e ciò che devi fare! Sei nata per uccidere, non per perdonare!” Ares attese un attimo, dopodiché aggiunse con tono più pacato: “Ma evidentemente mi sbagliavo. In fondo non sei una vera guerriera. La prossima volta sceglierò meglio chi far diventare una dea.”

Xena guardò il dio della guerra con sguardo fermo e gelido "Non ti permetto di rivolgerti a me in quel modo! Ti ho battuto in precedenza e sarei capace di batterti ancora!" Rimase un attimo immobile, poi, guardò Gabrielle, "Abbi cura di Solan" le disse, poi, uscì dalla locanda,e rimontò a cavallo.


Gabrielle corse dietro a Xena e quando passò accanto ad Ares gli
lanciò un'occhiataccia.
"Aspetta Xena!" urlò. La donna era già in sella al suo destriero, ma
il bardo non aveva nessuna intenzione di lasciarla andare.
"Non puoi andare via così..." disse scotendo il capo. "E' tutto qui
quello che sai dirmi? Pensavo che tu ti saresti almeno chiesta come
posso essere qui se tu hai vista morire, come mai non indosso gli
stessi abiti di quando ti ho incontrata e come mai porto delle armi
con me... Non vuoi conoscere il perché di questo strano fenomeno?".

Xena, che era ormai pronta a ripartire e voleva solo dimenticare il tutto sentendo le parole di Gabrielle disse "Sai, ne ho veramente abbastanza di tutta questa situazione, ma se proprio ci tieni a raccontarmi tutto..." Fece un cenno ad alcuni suoi uomini che subito presero i polsi di Gab, Joxer e Solan legandoli "...Potrai farlo nel mio accampamento, sai, ci si annoia da quelle parti...sopratutto se fai parte dei prigionieri!" Così dicendo scoppiò in una risata e partì.

Desio stava camminando lentamente su una vallata presso un piccolo villaggio dove vi erano delle rumorose zuffe, la gente urlava e si picchiava selvaggiamente.
L’elegante semidio si voltò verso il piccolo centro abitato e disse “Fate silenzio, piccoli stupidi umani! Odio essere disturbato!”
Veloce come il vento, Desio distrusse il villaggio. Dopo pochi secondi, non ve ne era più traccia, al suo posto solo cenere fumante.
“Sciocchi esseri, gli umani!” osservò tra sé e sé.
La sua attenzione fu attratta da qualcosa a poche miglia di distanza. Di nuovo, partì rapidissimo e dopo pochi secondi si trovò nei pressi dell’accampamento dell’armata di Callisto.
Si avvicinò lento, alla Regina Guerriera che aveva appena interrotto un allenamento con uno dei suoi più robusti uomini che sbiancò all’apparire del semidio.
“Salute a te, Callisto! Mi chiamo Desio e sono il più potente dei semidei. Ci sono degli argomenti sui quali mi piacerebbe discutere con te.” Disse con voce gelida , alla donna.
Alle spalle del semidio si intravedeva il fumo che si alzava dal punto in cui solo pochi minuti prima, c’era un villaggio.


Callisto squadrò il semidio dal basso verso l'alto, quindi colpì il
guerriero che aveva davanti con un calcio dritto al petto facendolo
cadere da sopra la scala dove si stavano allenando.
La guerriera saltò giù e si sistemò i polsini, girando attorno a
Desio senza alcun timore.
"Bene, bene..." disse arricciando il naso e facendo cenno a un altro
guerriero di portargli da bere. "E quali sarebbero questi argomenti
così interessanti?".
Il guerriero arrivò con il calice contenete del sidro e dopo essersi
inginocchiato lo porse a Callisto: "Alzati Teodorus, non voglio
donnette servili nella mia armata!", quindi si portò il calice alla
bocca e bevve. "Allora? Non ho tempo da perdere!" concluse guardando
Desio.

Desio guardò, gelidamente, la donna negli occhi e affermò “Ho avuto modo di osservarti, Callisto, e devo dire che il tuo stile mi piace. Ciò che provi, dopo avere ucciso tanti innocenti è gioia e ogni volta che trucidi qualcuno la tua felicità aumenta e, in questo siamo simili.” Il semidio fece una pausa e volse lo sguardo altrove mentre Callisto continuava a girargli intorno e a osservarlo. “ Ciò che mi muove, lo scopo della mia vita, è la brama di potere, Callisto, che un guerriero come me o come te può raggiungere solo con le proprie imprese. La violenza, la devastazione e la morte! Sono queste le nostre armi! Uccidi Xena, e farò di te una divinità. Nella tua nuova natura, avrai forze che neanche immagini.” fece un’altra pausa, e di nuovo il semidio dallo sguardo glaciale, fissò Callisto negli occhi e disse “ Ti do un piccolo assaggio delle facoltà che potresti avere: la conoscenza, la conoscenza di ciò che sei ora in questo mondo e di quello che sei nelle altre dimensioni e quale ruolo ricopre Xena nel tuo destino.” Desio alzò un braccio, lentamente, e nella sua mano si formò una sfera di luce biancastra che prese il volo leggera e andò a fermarsi davanti agli occhi di Callisto, dove fece una silenziosa e, apparentemente innocua, esplosione, che illuminò la Regina Guerriera, in tutti i sensi.


Callisto fissò la sfera che volteggiava in aria e vide scorrere
davanti ai suoi occhi una serie di immagini nelle quali comparivano
oltre a lei, anche Xena, Gabrielle e altri personaggi alcuni a lei
noti, altri no . Scacciò con la mano quel cerchio luminoso che
scomparve, irritata per quello strano sortilegio. "Sì, forse ci
assomigliamo, ma sappi che io non mi farò sottomettere da nessuno,
quindi faremo a modo mio, non dovrai intralciare il mio lavoro",
quindi afferrò un bastone e cominciò a rotearlo sempre più veloce fin
quasi a farlo scomparire. "Hai visto anche io so fare delle
magie..." quindi scoppiò in una fragorosa risata e con una capriola
all'indietro tornò sulla scala. "Ucciderò Xena e tu mi renderai una
divinità...", quindi fece cenno a un guerriero di attaccare. "Vuoi
che ti accompagni all'uscita?" disse quindi regalò un falso sorriso
a Desio.

Il semidio continuò a fissare gelidamente la Regina Guerriera e affermò :”Ripeto! Mi piace la tua classe, Callisto! Ma permetti che ti dia un consiglio. E’ giunta in questa dimensione, una persona che non vi appartiene più e che ha reso Xena una donna debole. Non attendere oltre! Attacca Xena il prima possibile ora che si trova in una situazione di incertezza. Ritengo che con la tua abilita riuscirai a sconfiggerla senza problemi! Non preoccuparti per Ares. Ci penserò io a neutralizzare il mio sciocco padre!”
Desio si alzò in volo, con una grande eleganza e si allontanò fluttuando nell’aria.

"Oh, questa è bella..." disse Callisto fermando con le mani il
bastone scagliato dal suo guerriero. "Dunque Desio è figlio di
Ares... Quello sciocco di un Dio ha fatto qualcosa di buono nella
sua meschina vita .", quindi lasciò andare il bastone che sbatté
contro la testa del bellicoso.

Era ormai notte fonda quando Xena tornò all'accampamento con i suoi
prigionieri. In una tenda, erano piantati a terra dei pali,
servivano a legarci i prigionieri. Xena entrò nella tenda destinata
ai prigionieri, e fece cenno ad uno dei suoi uomini di far entrare
Gabrielle,Solan e Joxer "Legali bene" disse, poi voltò lo sguardo
verso Gabrielle "Sopratutto la biondina!". Una volta che i suoi
uomini ebbero finito di legarli uscì un attimo dalla tenda e chiamò
a se i tre soldati incaricati al controllo dei prigionieri "Nessuno
deve mettere piede là dentro, qualunque cosa accada ai prigionieri
vi riterrò direttamente responsabili!" I soldati annuirono. Xena
rientrò nella tenda dove ora erano legati Gabrielle, Solan e
Joxer. "Bene...bene..." diceva mentre giocherellava con un pugnale
che teneva tra le mani "Allora, biondina, hai ancora tanta voglia
di parlare? Sentiamo, ti ascolto!" Disse rivolta a Gabrielle con
tono sarcastico "E tu, vuoi ancora sfidarmi?" Disse rivolta a Solan.
Infine volse il suo sguardo a Joxer, e tirò il pugnale proprio sopra
la testa dell'uomo, poi si avvicinò per riprendere l'arma che era
andata a conficcarsi dentro il grande palo su cui era legato Joxer,
estrasse il coltello, e fissandolo negli occhi disse "Bu!".
Poi, tornò davanti ai tre "Allora, avevate tanta voglia di parlare,
e...state tutti zitti?" Così dicendo si lasciò andare in una risata.

Gabrielle guardò Xena scotendo la testa e cercando di strappare le
corde che la tenevano legata, pur sapendo benissimo che non ci
sarebbe riuscita.
"E' facile per te parlare ora che siamo legati!" disse il bardo in
un momento di rabbia. "Perché non mi liberi, temi davvero che io
possa farti del male? Xena, per tutti gli Dei, io sono Gabrielle,
possibile che l'odio ti abbia accecato tanto da non riuscire a
reagire?".
La poetessa abbassò il volto tacendo per un attimo, poi tornò a
guardare la Principessa Guerriera: "Io vengo da un'altra dimensione,
una dimensione in cui tu ed io siamo legate da un filo
indissolubile, dove tu combatti a favore del bene e dove hai
rinnegato per sempre la tua parte oscura... Sono qui perché vorrei
che tu cambiassi, perché vorrei che anche tu potessi vivere serena,
anche se io non ci sono più, il mio spirito sarà sempre vicino a te,
questo devi capirlo... la morte è parte della vita, e anche se fa
male, va accettata. Non puoi ribellarti contro il mondo intero...
come puoi pensare di trovare pace uccidendo e saccheggiando. Non
credi che la Gabrielle che è morta stia soffrendo per questo?" disse
infine. Poi tacque.

"Gabrielle è morta, di lei non restano che un cumulo d'ossa sepolte sotto terra" Disse Xena perdendo la pazienza e cominciando a gridare, poi, abbassò lo sguardo, e subito dopo riprese a parlare, questa volta in tono più calmo "Pace, serenità? Non m'interessano,sai, in effetti non m'interessa nulla delle belle cose che mi hai citato" poi si avvicinò a Gab "Dici veramente che siamo unite, che io combatto per il bene? E magari porto anche la pace nel mondo...fossi in te starei molto attenta a quello che dico...Gabrielle" La guerriera nominò il nome della poetessa con tutto l'odio di cui era capace in quel momento, mentre la fissava negl' occhi.

Solan dopo avere ascoltato le due donne, pensò * Dunque… un tempo Xena era buona ma se è così forse non è stata lei a uccidere mio padre… e inoltre come mai non ci ha ucciso subito?*. Il ragazzo domandò, curioso e ingenuo come solo un giovane della sua età poteva essere, alla Principessa Guerriera :”Ma tu non sei sempre stata cattiva, vero? Kaleipus mi dice sempre che non bisogna fidarsi delle apparenze… io credo sia questo che intende… io penso che tu sia buona!”

Joxer spaventatissimo, affermò :” Xena, lascia liberi Solan e Gabrielle e uccidi me… non è che un bambino e Gabrielle… io invece avrei dovuto essere un coraggioso guerriero … ho cercato di entrare in varie armate ma… non ci sono mai riuscito e nessuno mi ha mai preso sul serio… quindi perché non uccidi me e lasci andare loro due?” il guerriero, tremante, continuò a guardare la Principessa Guerriera.

Sentendo le parole del figlio, il cuore di Xena iniziò a battere più forte, non sapeva cosa rispondere, stette a sentire quello che aveva da dirle, poi lo guardò "No, non sono sempre stata cattiva, ero una sciocca ragazza un tempo, e poi, io e te abbiamo molto più di quel che immagini in comune..."
disse a Solan, poi si voltò verso Joxer "Con questi stupidi discorsi non fai che aggravare la vostra situazione, so io quello che devo e non devo fare e non ho certo bisogno di uno sciocco che mi venga a dire cosa è giusto e cosa è sbagliato!" Si avvicinò verso Joxer, prese da terra il suo pugnale e lo puntò alla gola dell'uomo "Sono stata chiara?"
Xena.

“Che cosa intendi dire? Che cosa abbiamo in comune? “ Il ragazzo notò che gli occhi di Xena erano molto tristi. * Quello non è lo sguardo di una persona cattiva…* pensò, fissando la Principessa Guerriera. Dopo una breve pausa il ragazzino osservò, innocentemente “Credo che quel semidio, Desio, mi abbia mentito… mi aveva detto che eri cattiva e che avevi ucciso mio padre ma… forse non è vero…” disse Solan, candidamente. “Ma tu, Xena perché sei cambiata e non sei rimasta buona?”

"Infatti, non sono stata io ad uccidere tuo padre!" Disse Xena a Solan "La vita ti porta davanti a dei momenti in cui devi prendere delle scelte, e io ho preso le mie!"

“Forse non avevi vicino qualcuno che ti guidava e ti aiutava nel tuo cammino come io ho Kaleipus… Ma puoi ancora tornare indietro, giusto? “ domandò, Solan ingenuamente “Kaleipus dice sempre che ogni momento è buono per fare del bene agli altri… io credo che anche tu possa tornare a fare del bene come facevi un tempo…” continuò il ragazzo fissando, innocentemente, la Principessa Guerriera.

Xena non resistette più, suo figlio le era davanti e non sapeva d'esserlo...così slegò le corde che legavano il ragazzo "Vieni, non ti farò del male ma devo assolutamente dirti qualcosa"così afferrò il braccio del ragazzo e lo condusse nella sua tenda "Dai precisi ordini di non entrare, nessuno mi deve disturbare" Disse ad una guardia. Una volta entrati si rivolse al ragazzo "Puoi sederti!" e si sedette dinanzi a lui "Solan, un tempo, molti anni fa, conobbi tuo padre, Borias. Lui era innamoratissimo di me, e io lo ero di lui, così lasciò sua moglie e suo figlio per seguirmi. Una notte ti concepimmo. Tua padre era molto amico dei centauri, ed in particolare di Kaleipus, a differenza di me. Quando nascesti, però il fato volle che tuo padre morì, fece solo in tempo a vederti appena nato tra le mie braccia, le sue ultime parole furono dedicate a te! Tu eri la prima persona a cui volevo veramente bene, eri più importante di ogni cosa per ma...ma nonostante ti amassi molto, decisi che per il tuo bene sarebbe stato meglio che tu non stessi con me, il figlio di Xena sarebbe stato un bersaglio fin troppo puntato! Così, decisi che sarebbe stato meglio che tu fossi cresciuto lontano da me. Ti portai da Kaleipus, nonostante la decisione di abbandonarti mi addolorava molto. E oggi ti ho rivisto, e ho pensato che non avrei potuto lasciarti un'altra volta!" Una lacrima bagnò le guance della guerriera. Tu sei mio figlio! Un tempo, quando conobbi Gabrielle ero tornata sulla via della pace, combattevo per i più deboli, ma un giorno Gabrielle morì, lei era la mia famiglia e così capii che nella mia vita non posso permettermi di amare qualcuno...e capii che la cosa migliore da fare era tornare la Xena d'un tempo, la principessa Guerriera!" Xena guardò il ragazzo e gli fece un sorriso "Dimmi qualcosa, Solan!"

*Che cosa…? Ma come è possibile…? * si domandò , incredulo, Solan restando muto per un momento. * I suoi occhi… sono gli occhi di una persona buona e lei... mi vuole bene veramente…”. Il ragazzino ripensò alla sua infanzia che aveva vissuto privo di una figura materna, pensando che ora tutto sarebbe cambiato. “Madre…sarò io a guidarti e a farti tornare sulla strada del bene.” Disse il ragazzo, abbracciando la Principessa Guerriera.

Xena non rispose nulla alle parole del ragazzo, era confusa,e non sapeva qual'era la cosa giusta da fare. Ricambiò l'abbraccio del figlio. Riprovò quell'emozione, la sensazione d'amare qualcuno al di sopra di ogni cosa, ora era pronta a tutto per suo figlio.

Ares era comodamente seduto nella sua tenda ripensando agli strani avvenimenti recenti. Era preoccupato per Xena, o meglio, era preoccupato che, a causa di quella sciocca ragazzina bionda, lo tradisse. Si era accorto che aveva una strana influenza su Xena. E poi c’era quel ragazzo, anche lui non sembrava estraneo a Xena. Una cosa era certa: se non voleva perdere la Principessa Guerriera, doveva ucciderli entrambi. Proprio mentre era assorto nei suoi pensieri, apparve davanti a lui Desio. “Desio, ragazzo mio, si può sapere che diamine ci fai qui?!” disse Ares

L’elegante semidio fece qualche lento passo verso Ares, fissandolo in modo glaciale. “Mio povero e perdente padre… i tuoi poteri sono così limitati da non darti la possibilità neanche di immaginarlo. Sono giunto da un’altra dimensione, perché interessato alle imprese di Xena. Credevo fosse una vera guerriera, l’unica che potesse essere considerata da un potente semidio come me… ma non preoccuparti, non ho intenzione di possedere l’umana di cui tu ti sei così miseramente innamorato, annullando quel poco di grandezza di cui la tua divinità ti rendeva padrone. No! Non sono così vile da dare tanta importanza a una donna… piuttosto, mio povero e misero padre, avrai notato i mutamenti del suo animo che si sono succeduti questa notte. La Principessa Guerriera non può più definirsi tale visto che a muovere le sue azioni ora, è un sentimento tanto inutile quanto può esserlo l’amore.”

“Io sarei misero e perdente? Come ti permetti di parlarmi in questo modo! Credi di essere più potente di me? Ricordati che io sono tuo padre e che tu sei solo un semidio mentre io sono il dio della guerra. Potrei fulminarti se solo ne avessi voglia ! Comunque, riguardo a Xena, sono d’accordo con te che non sia più quella di una volta.”

Desio continuò a fissare Ares, imperturbabile. Disse, guardandolo in modo gelido :”Povero e miserabile padre, non puoi che farmi pena. I tuoi occhi sono così cechi da non vedere la verità? Io non sono il Desio di questo mondo, frutto di una tua passione passeggera ai danni di una misera umana, del resto non potrei esserlo dato che in questa dimensione sono appena nato e hai lasciato che mia madre morisse dandomi alla luce senza muovere un dito… Io sono qualcosa di molto più immenso. Non ho solo la mia divinità ma ho ucciso tutte le divinità minori, appropriandomi dei loro poteri. Non puoi farmi più niente, povero e stupido padre… un tuo fulmine mi farebbe l’effetto di una carezza… ma io posso distruggere questo e tutti gli altri mondi, mi basta pensare di volerlo.”

“Sei diventato molto presuntuoso ragazzo. Ne ho sentite a centinaia di persone come te che pensavano di potermi uccidere... i fortunati sono diventati un mucchietto di cenere. Non vorrai fare la stessa fine, vero? O forse credi che non avrei il coraggio di farlo soltanto perché sei mio figlio? In questo caso ti sbaglieresti di grosso: ho compiuto azioni ben peggiori senza avere la minima esitazione. Ma continui a girare intorno alla mia domanda. Cosa ci fai qui?”

L’elegante semidio volse lo sguardo verso un punto indefinito davanti a sé, pensieroso poi riprese a guardare, gelidamente, suo padre negli occhi. “Voglio solo avvisarti: ho mandato la mia campionessa Callisto a combattere contro la tua. Ho scelto Callisto perché è l’incarnazione della vera guerriera. Il suo cuore è completamente vuoto, come il mio … e sarà proprio grazie a questa sua splendida dote che riuscirà nel suo intento. Preparati a una sconfitta, padre e a una perdita che, conoscendo la tua indole sentimentale, ti farà piangere lacrime amare.”

“L’incarnazione della vera guerriera? Direi piuttosto l’incarnazione della pazzia. Credi che sia uno sciocco? O magari cieco? Se Callisto fosse stata così forte certo le avrei proposto di unirsi a me. Sai che ti dico? Penso che sei tu quello che si dovrebbe preparare alla sconfitta. Non ho mai visto Xena perdere e penso che non accadrà neanche questa volta” disse Ares. Poi guardò il figlio dritto negli occhi con un’espressione carica di disprezzo e disse: “E ricordati che io non piango mai.”

Desio fissò muto il padre, con uno sguardo indecifrabile. L’ira che dimostrava Ares in quel momento indicava quanto il dio della guerra fosse affezionato alla Principessa Guerriera. Grave errore. In effetti, era proprio a causa di quell’amore che Ares aveva perso la sua freddezza, riscaldandosi inutilmente. I buoni sentimenti erano l’origine della debolezza di qualunque creatura vivente.
“Staremo a vedere!” rispose, glaciale, l’elegante semidio “Ma ti consiglio di stare vicino alla tua protetta se non vorrai che affronti Callisto, impreparata.” Lanciando un ultimo enigmatico sguardo ad Ares, Desio si voltò e si allontanò, lentamente.

Ares disse a Desio che si stava allontanando: “Non osare farti vedere di nuovo! E, soprattutto, non osare sfidarmi. Credi forse di essere diventato tanto potente? Credi forse di potermi battere? Io non ne sarei così sicuro. Sei sempre stato uno sciocco presuntuoso e, a quanto pare, non sei cambiato affatto.”
Era veramente furioso e a stento riuscì a trattenersi dal fulminare il figlio. Quello sciocco credeva forse di poter sconfiggere lui, che da sempre era il dio della guerra? Certo non era questo il figlio che lui desiderava; in fondo, si era accorto ben presto che la relazione con quella mortale era stata un errore, anche se non si era mai reso conto di quanto grosso fosse strato questo errore. Xena, lei si le darebbe il figlio che desidera più di ogni altra cosa!

Joxer e Gabrielle erano rimasti nella tenda, legati. Il guerriero disse, incoraggiante alla poetessa :”Non preoccuparti, Gabrielle! Mi sono trovato mille volte in una situazione come questa! Un guerriero deve essere sempre pronto ad ogni evenienza. Devi sapere che mentre gli sciocchi uomini di Xena mi legavano, io ho trattenuto il fiato in modo che, successivamente respirando a pieni polmoni, le corde si sarebbero allentate e mi sarei potuto liberare facilmente! Ora ti mostro!”
Joxer respirò profondamente ma, contrariamente a ciò che si aspettava, le corde si fecero più strette. “Non capisco! Qualcosa deve essere andata storta…” affermò, perplesso.

Il bardo osservò Joxer alzando il sopracciglio, poi sorrise
ripensando a quando, nel Celeste Impero, si erano trovati
imprigionati e Gabrielle aveva utilizzato il suo piede per estrarre
dai pantaloni del guerriero la polvere nera.
"Ti ricordi il nostro primo incontro?" disse. "Tu avevi quello
strano coltellino con il quale pensavi di potermi uccidere..."
quindi tornò a sorridere. "E la tua armatura cigolava come la ruota
di un carro!" poi rifletté un istante. "...e cigola ancora".

“Oh! Ehm… davvero? Devi esserti sbagliata… non ho mai notato nessun cigolio!” rispose, imbarazzato, Joxer “ Ma sul coltello hai ragione! Non uno ma due pericolose lame sono nascoste all’interno della mia armatura! Pronte per essere usate nel momento opportuno! Eh! Eh! “ continuò con una orgogliosa risata, il guerriero “Non sai di quanti nemici mi sono liberato lottando armato dei miei due formidabili coltelli, a volte li usati per combattere addirittura contro armate intere! E, naturalmente ne sono sempre uscito vincitore!”

"Oh, ne sono certa" replicò Gabrielle. "Certo, se le tue parole
riuscissero a liberarci sarebbe davvero meraviglioso".
Il bardo si guardò attorno in cerca di un'idea, ma non era facile
trovare un modo per liberarsi.

Xena guardò il figlio "Ora abbiamo qualcosa da fere! Andiamo" Disse facendogli un sorriso, poi uscì dalla tenda nella quale erano e si diresse da Joxer e Gabrielle.
Entrò e subito si diresse verso Gabrielle, estrasse il pugnale che teneva negli stivali, e spezzò le corde che legavano il bardo, ripeté lo stesso gesto anche per Joxer. Una volta che i due furono dinanzi a lei disse con tono freddo "Andate, siete liberi!" Per ora, quello era il massimo che poteva fare, la bontà era stata cancellata dal suo cuore e le sarebbe stato impossibile per lei cambiare radicalmente, tornando la Xena che Gabrielle aveva conosciuto un tempo. Poi guardò il figlio, la donna non avrebbe desiderato altro che tenerlo con lei, ma sapeva che non poteva costringerlo a farlo. *Se ora gli impongo di rimanere qui con me, sarò per l'ennesima volta la cattiva principessa guerriera...e lo perderò...* "Solan...,tu cosa farai?"

“Tornerò al villaggio dei centauri, da Kaleipus!” rispose Solan, determinato, poi lesse la tristezza sul volto di Xena “E tu verrai con me, vero, Madre? Non lascerò che tu perda di nuovo la strada del bene!” affermò, affettuosamente, il ragazzino guardando negli occhi la madre “Ci sarò sempre io a guidarti, madre!” osservò Solan in modo audace e ingenuo al contempo. Il ragazzino, con l’immaginazione, già si vedeva mentre viveva felicemente al villaggio insieme a sua madre e a Kaleipus.

"No Solan, io non verrò con te..." Affermò Xena guardando il figlio, poi continuò, questa volta con tono più dolce "tu capisci, io non posso!" Abbassò per un istante lo sguardo "Ma verrò a trovarti, e ti scriverò". Quelle parole dovevano essere per il figlio, ma in qualche modo, consolavano anche lei.
Abbracciò il figlio, poi si voltò verso Gabrielle. "Abbi cura di lui, se sei la Gabrielle che ho conosciuto so che saprai farlo, raccontagli di me, della Xena buona..."

Gabrielle scosse la testa: "Sarà inutile che io racconti a tuo
figlio della Xena buona se in qualunque posto si recherà sentirà
solo storie crudeli che ti riguardano..." quindi il bardo pose la
mano sul braccio della donna. "E' necessario che tu cambi, che tu
scelga la via del bene...".
In quell'istante, fuori dalla tenda, si diffuse un grande scalpitio
di ferri di cavalli e un urlo risuonò nell'aria; spade vibrarono
mentre i guerrieri gridavano di armarsi.

Dopo essersi massaggiato i polsi, Joxer prese la parola. “Se vuoi il mio parere, Xena, … e parlo da guerriero precedentemente sanguinario e crudele poi portato sulla buona strada dall’incontro con Gabrielle, anche un combattente spietato può ravvedersi per usare la spada a fin di bene e quindi…” Il guerriero vide che tutti uscivano dalla tenda senza dargli retta e disse “Ehi, ma dove andate, aspettatemi!”

Xena uscì di corsa dalla tenda e vide ciò che stava accadendo. I suoi uomini correvano da una parte all'altra senza uno scopo preciso, i cavalli erano imbizzarriti e proprio davanti a lei, avanzava Callisto. "Gabrielle, porta Solan e Joxer al sicuro!" disse all'amazzone senza rendersi conto che,per la prima volta, dopo tanto tempo, stavano collaborando come ai vecchi tempi. "Voi, mettete i cavalli nelle stalle" "Tu, raduna gli uomini e digli di prepararsi alla battaglia!" "Voi, preparate le armi da distribuire!". Xena, in poco tempo aveva dato tutte le direttive necessarie affinché fosse tutto pronto per la battaglia, disse poi, avvicinandosi ad uno dei suoi uomini "Metti del veleno su tutte le armi e tutte le frecce che abbiamo!". Poi, fece qualche passo in avanti e si diresse dalla nemica che era giunta proprio dinanzi a lei.

Callisto regalò un sorriso alla Principessa Guerriera: "Ahhh"
sospirò alzando gli occhi al cielo. "Oggi è una splendida
giornata... sei pronta per combattere Xena?" quindi estrasse la
spada. La regina guerriera lanciò un'occhiata a Joxer e a Gabrielle
e corrugò la fronte: "Oh, no, no... Così mi deludi, come puoi avere
a che fare con quel buono a nulla! E Gabrielle? Come può essere qui
se è morta?", poi tornò a osservare Xena: "Bè, non è importante...
dopo aver ucciso te farò altrettanto con i tuoi stupidi amici,
compreso quel dolce, tenero marmocchio!".

"Non ci spererei tanto fossi in te, ma se ci credi è più bello, ucciderti mi darà più gusto" Replicò la principessa guerriera "Parli molto ma non ti fai avanti! Cos' hai, paura? Avanti Callisto, uccidere la tua famiglia è stato un tale piacere, vediamo se fa lo stesso effetto anche con te!" Disse Xena estraendo la spada e concludendo in una forte risata.


Callisto scese da cavallo e si avventò verso la principessa
guerriera con forza. "Tasto dolente?" Disse Xena con sarcasmo "Tanto
tu non hai bisogno di una famiglia!" Callisto al suono di quelle
parole fece un salto mortale con cui colpì la principessa guerriera
proprio sulla schiena facendola cadere a terra "Allora,Xena, sei
pronta per morire?" replicò Callisto sorridente "Gabrielle, Joxer,
marmocchio...correte, non volete assistere alla morte della cara
Xena? Non siate timidi, almeno sarete pronti a ciò che vi aspetta!"
proprio quando Callisto volse un attimo lo sguardo verso Gabrielle,
che da dietro una delle tende l'aveva chiamata per dar modo a Xena
di reagire, la principessa guerriera diede un calcio alla spada
facendola cadere a terra, poi si rialzò, cinse con il suo braccio il
collo della donna e si preparò a sgozzarla.

Qualcosa di velocissimo, come uno spostamento d’aria, colpì Xena e la spostò di circa un metro, salvando Callisto. Desio apparve tra loro. “Sciocca di una guerriera… ho cercato di essere clemente con te, anche in questa dimensione… ma tu di nuovo, ti sei lasciata prendere da sciocchi sentimentalismi come quelli che ti legano a quella maledetta scribacchina e a quel moccioso… No, non lo posso sopportare, Xena! Saresti potuta diventare una perfetta guerriera, dopo aver ucciso tutti quegli innocenti ma ti sei lasciata prendere da una passione tanto insulsa quanto può esserlo l’amore…” disse l’elegante semidio, guardando gelidamente la Principessa Guerriera.

Un po’ più distante, Solan assisteva, confuso, alla scena insieme a Gabrielle e Joxer. “E’ lui, madre!” gridò, sorpreso, il ragazzino “E’ Desio, il semidio che è venuto a parlarmi nel villaggio dei centauri e mi ha detto che avevi ucciso mio padre! Mi ha anche convinto a cercarti per ucciderti!”
Vi prego, dei dell’Olimpo… aiutate mia madre in questo terribile scontro!* pensò, preoccupato, Solan. * Quel tipo è spaventosamente potente… *

Ares, senza mostrarsi, stava guardando con piacere lo scontro che stava volgendo in favore di Xena. Ma, quando Desio si intromise nel duello, decise di apparire. “Desio! “ urlò “A quanto pare la tua ‘bambina’ non riesce a fare nulla senza il tuo aiuto! Avevi detto che si sarebbero affrontate soltanto loro due ma vedo che non resisti alla tentazione di essere vile... Bene, l’ hai voluto tu: lascia stare Xena e veditela con me... se ne sei capace.”

"La mia vita non ti riguarda" disse Xena rialzandosi da terra "E, comunque, ti sei intromesso in una lotta...non è bello" abbassò lo sguardo e poi continuò avvicinandosi al semidio "Nonostante ciò, sei molto bravo....sorprendente a dir poco!" Poi prese la sua spada " tanto sorprendente che mi vien voglia di fare un confronto..."concluse mentre si avvicinava al semidio, puntando la sua spada alla gola di desio che le sembrava impassibile.

"No, Xena!" urlò Gabrielle facendosi avanti. "Lui è un semidio...
combattere contro di lui significherebbe una morte certa...".
Il bardo sospirò mentre il suo cuore si stringeva per il dolore al
quale stava assistendo: "Pensa a tuo figlio... lascia che se la
vedano Ares e Desio".

“Sbagliate entrambi!” affermò Desio, rivolto ad Ares e a Xena. “Non sono venuto qui per difendere Callisto, nè per attaccarti Xena… “ così facendo, si spostò tanto rapidamente da diventare momentaneamente invisibile. Si fermò davanti a Gabrielle e la fissò in modo glaciale.
“Tu, maledetta! Che cosa sei? Come hai potuto varcare il Portale e seguirmi in questa dimensione? Come hai osato rovinare nuovamente la natura di una stupenda guerriera come Xena! Comunque sia, hai finito di darmi noia! Muori, per la seconda volta, Gabrielle!”
L’elegante semidio alzò una mano e lanciò del liquame bluastro a folle velocità che ricoprì rapidamente la poetessa e la fece sparire al suo interno. Pochi secondi dopo al posto di Gabrielle c’era una fossa, ricoperta di una strana fanghiglia bluastra.
Desio si voltò verso Ares e fece qualche passo lento verso di lui.
“Davvero insignificante, non trovi, padre?”

Callisto, che aveva assistito alla scena in disparte, non appena vide
Gabrielle scomparire scoppiò in una sonora risata portandosi una
mano al collo e accarezzandolo: "Oh... che spettacolo divertente!
Dovresti insegnare anche a me questi trucchi" disse rivolta a Desio.
"Bene, bene, il misero piano di quella bionda è svanito proprio come
è scomparsa lei!" quindi si guardò attorno eccitata per come stavano
andando le cose.

Xena che aveva assistito alla scena gridò "Gabrielle...no!" la guerriera stava rivivendo quei terribili momenti nei quali l'aveva vista morire. Senza esitare diede con tutta la forza che aveva, uno schiaffo a Callisto che la fece cadere a terra, poi, però seguendo il consiglio dell'amica non si mise contro Desio, ma bisbiglio all'orecchio di Ares "Riporta in vita Gabrielle, salva mio figlio e Joxer...te ne prego, farò qualsiasi cosa!" Xena dopo tanto tempo stava pregando qualcuno.

Solan e Joxer rimasero a fissare, increduli, la fossa che rappresentava la tomba di Gabrielle. “Non posso credere che sia morta di nuovo… avevo appena scoperto quale fosse lo scopo della mia vita? Che cosa farò adesso…?” mormorò Joxer, disperato. Poi si voltò, come ricordandosi solo allora della giovane età di Solan. Notando lo sguardo scioccato di lui, gli mise una mano su una spalla, cercando di consolarlo e di incoraggiarlo.
Solan dopo aver fissato, sconvolto, la fossa, pensò, confusamente * Gabrielle… perché è successo a te, mia cara buona amica? Come hanno potuto gli dei prendere una decisione tanto crudele nei confronti di una persona dolce come te?*
Il suo volto si velò di calde lacrime. Poi si voltò vedendo Xena pregare il dio Ares e pensò * Madre no! Per l’amor del cielo allontanati da lui… Non potrei sopportare di perdere anche te…*

“Hai detto qualsiasi cosa? Si, penso che potrei fare qualcosa, ma a queste condizioni: dovrai restare al mio fianco per sempre e inoltre non dovrai più rivedere né Gabrielle né tuo figlio. In cambio io riporterò in vita la tua amica. Mi sembra uno scambio ragionevole, tu che ne dici?” disse Ares rivolto a Xena

Xena non poteva rischiare di perdere suo figlio, Gabrielle e il loro caro amico Joxer, e lei non era certo in grado di proteggerli. "Tu salvali tutti, garantisci a tutti loro di vivere una vita serena e io starò al tuo fianco...per sempre!"
Disse Xena con gran dolore.

“Allora siamo d’accordo”
Ares si avvicinò a Solan, gli passò una mano davanti alla fronte e ,ad un tratto, il ragazzo sparì. Lo stesso fece con Joxer, poi disse a Xena: “I tuoi amici sono al sicuro sul monte Olimpo. Da lì potranno vederti ma non potrà esser fatto loro alcun male, almeno finché io vorrò così. Per quanto riguarda Gabrielle, ho bisogno di più tempo. Resuscitare un morto non è una cosa facile, neanche per un Dio. E poi , forse, ci sarà bisogno dell’aiuto di Plutine... Come vedi sono stato di parola, ora, per l’incolumità dei tuoi compagni, ti conviene rispettare il patto.”

Tu concludi il tuo lavoro, una volta che anche Gabrielle sarà tornata in vita manterrò la mia parola!" Disse Xena al Dio. "Ed ora, ti conviene affrontare tuo figlio, se ne sei in grado..."

“Vedrai se ne sono in grado!” disse Ares. Dopodiché sguainò la sua lucente spada e disse rivolto a Desio: “Ora vedremo cosa sei veramente in grado di fare! Vedremo chi dei due è il più forte!“. Poi tacque per un istante, guardò il figlio negli occhi con un’espressione carica di sdegno e aggiunse: “A noi due Desio!”. Infine si gettò, con un’incredibile foga, contro il figlio.

Desio sbarrò gli occhi, stupito, vedendo la furia del padre. Riuscì a stento a scansare il colpo dell’avversario. L’elegante semidio si riprese immediatamente, movendosi a grande velocità. Impugnò la spada e disse, gelidamente :” Ebbene padre sciagurato, sembra che tu stia iniziando a considerare eccessivamente gli esseri umani… Perché li difendi? Perché li risparmi? Perché li ami? Ho il tuo stesso sangue nelle vene, ma non ho ereditato il tuo animo misericordioso nei confronti di esseri tanto indegni… padre maledetto, sei capace di provare tanto attaccamento per degli stupidi mortali, mentre hai lasciato che tuo figlio Desio, crescesse nell’assoluta solitudine!”. Con un’espressione tanto glaciale da far gelare il sangue, il folle semidio fendette un colpo, producendo un incredibile spostamento d’aria che colpì Ares, scaraventandolo contro una montagna lontana, che venne distrutta all’impatto con il dio della guerra.

Ares si rialzò leggermente stordito dal colpo di Desio: “Non è pietà! Io non provo compassione per nessuno, lo faccio solo per guadagno personale. Con Xena al mio fianco sarò imbattibile, questo è l’unico motivo! Del fatto che tu sia cresciuto in solitudine non me ne importa niente. Te lo sei meritato, sei sempre stato un figlio indegno e incapace. Guardati! Sei ridotto a combattere contro dei mortali e, per di più, non riesci neanche a vincere. Il tuo campione è assolutamente incapace e non riesce a far nulla senza il tuo aiuto; più che la tua guerriera, io , Callisto, la chiamerei la tua bambina. Invece guarda me. Sono una delle divinità più potenti dell’Olimpo, il Dio della Guerra. E, tra poco, con la principessa guerriera al mio fianco, dominerò il mondo. Mi resta soltanto da eliminare un fastidioso impedimento: tu.”

L’elegante figura si mosse velocemente, ponendosi a pochi metri di distanza dal dio della guerra. Desio guardò gelidamente suo padre e disse: “Povero padre, hai dunque bisogno di quella sciocca e sentimentale guerriera per sentirti invincibile. Sei una divinità talmente abbietta, da non meritare neanche la mia attenzione. E dunque, muori, miserabile padre!” Improvvisamente, il cielo si oscurò. Scoppiò un violento temporale. Desio alzò la spada al cielo attirando un numero incredibili di fulmini con la sua lama, poi li rilanciò con una potenza spaventosa, verso Ares che prese fuoco. Tutto intorno a loro, si incendiò. Sembrava essere giunta la fine del mondo.

I vestiti di Ares presero fuoco ed egli incominciò a dimenarsi ma, fortunatamente, riuscì, grazie ai suoi poteri, a spegnere le fiamme. “Ora ne ho abbastanza, sono stufo di parlare. Vedrai cosa è capace di fare Ares, il dio della guerra!” Il cielo era oscurato dalle nuvole del temporale creato da Desio, che lasciavano passare soltanto una debole luce. Ares fissò per un momento l’avversario.Tutto era cupo finché, dalle mani del Dio della Guerra, si formò una palla di fuoco che venne poi scaraventata contro il figlio.


In quell'istante nel punto esatto in cui Gabrielle era scomparsa, la
terra cominciò a muoversi, poi si alzò come se prendesse vita
divenendo a poco a poco una massa sempre più dura e assumendo le
fattezze di un corpo umano. Poco dopo quella strana statua di terra
si frantumò lasciando libero il corpo del bardo che era così tornato
a vivere.
La bionda si guardò le mani e si toccò le braccia e le gambe non
riuscendo a credere ai suoi occhi. Mosse lo sguardo sui presenti e
si fermò su Xena: "Che cosa mi è successo?" chiese.


Xena era intenta a seguire il combattimento quando udì la voce della poetessa. "Gabrielle!" Disse abbracciandola "Tranquilla, è tutto apposto ora!" Xena non conosceva la Gabrielle cresciuta e matura, e le parlava come quando era ancora una ragazza inesperta "Sei...morta ma non so come sei tornata in vita!" Disse sorridendole.
Intanto Aphrodite era occupata a gironzolare per l'Olimpo "Che capelli che ho oggi!" Disse incrociando uno specchio poi con sorpresa trovò Solan e Joxer "E voi cosa ci fate qui, non siete dei!"

Joxer e Solan si avvicinarono di qualche passo alla bellissima dea. Il guerriero rispose, con aria triste :” Divina Aphrodite Siamo qui grazie alla valorosa Xena, che ha scelto coraggiosamente di sacrificare la sua vita, donandola ad Ares, pur di non farci morire per mano del crudele semidio Desio, figlio del dio della guerra, che ha già ucciso la nostra cara amica Gabrielle”. Joxer rimase a fissare, rispettosamente la dea, sforzandosi di non versare altre lacrime.
Solan invece non riuscì a resistere e pianse calde lacrime dopo aver sentito le parole dell’amico che gli fecero ripensare a quanto tragica fosse la situazione della madre. Rivedeva ancora il momento in cui la Principessa Guerriera aveva implorato Ares, per salvare lui e Joxer. *Madre… non posso accettare di perderti, ora che ti ho appena ritrovato!* pensò, sconsolato. “Divina Aphrodite, te ne prego… salva mia madre! Salva mia madre!” supplicò la dea, disperato.

Aphrodite non potette resistere. "D'accodo,d'accordo,basta che non
piangi eh!" La dea all'udire le parole che annunciavano la morte di
Gabrielle avvertì uno strano sentimento, la dea era dispiaciuta. Non
volle però,darlo a vedere e disse guardando il ragazzo in
lacrime. "Vi riporto da dove siete venuti e poi vedo cosa posso
fare!" Guardando Joxer disse "Ora prendi con te il ragazzo e
chiudete gli occhi!" Così dicendo mise una mano sugli occhi di
Joxer e trasportò tutti e due sul luogo del combattimento dove trovò
Gabrielle con sua grande sorpresa. "Gabrielle? Oh, questo è troppo
anche per una dea! Cosa ci fai qui? Eri morta mi ha detto il ragazzo!"

Gabrielle guardò la dea "Ma come ve lo devo dire? Io vengo da
un'altra dimensione, in questa non posso morire!" La dea rimase
ancora una volta perplessa nel sentire cose tanto strane "E
comunque, ora non ho tempo di spiegarti..."Continuò Gabrielle
agitata dalla situazione che si era creata attorno a lei.
"Aprhodite...tu saresti in grado di farmi tornare nella mia
dimensione?" Chiese Gabrielle rilassandosi un attimo "Cara, io sono
una dea, posso fare tutto!" Rispose la dea irritata dalla domanda
del brado. Intanto,Xena rivide Solan e Joxer "Solan...cosa ci fai
qui, Ares mi aveva detto che stavi sull'Olimpo con Joxer..."

“Madre! Sei viva!” esclamò, felice Solan e l’abbracciò. Poi si voltò verso Gabrielle e le disse “Gabrielle, che bello vedere che stai bene!” Il ragazzo raccontò ciò che era successo sull’Olimpo e che Aphrodite aveva aiutato lui e Joxer a ricongiungersi a Gabrielle e Xena. “Madre, non ti alleerai più con Ares, non è vero?” chiese Solan, preoccupato.
Joxer si avvicinò, impacciato, a Gabrielle ed Aprhodite che stavano parlando. “Ehm… chiedo scusa, non vorrei interrompervi… ma Gabrielle… sei viva! Io sono veramente felice… tutte le volte muori e non riesco mai a dirti che io ti am… ti ammiro molto… hai veramente ehm… molto stile !” esclamò il guerriero, timidamente.
Desio dopo essere stato colpito dalla sfera di fuoco di Ares era caduto in terra. Si rialzò e notò che l’attenzione dell’avversario era stata catturata dall’arrivo di Aprhodite, Solan e Joxer e dal ritorno di Gabrielle. Il folle semidio osservò con attenzione la scena. Dunque Gabrielle era ancora viva e Xena si era ricongiunta con il figlio. Il piano di Desio, nonostante la sua crudeltà, era fallito. Nuovamente aveva vinto chi aveva buoni sentimenti. L’elegante semidio abbassò lo sguardo verso un punto imprecisato davanti a sé, poi come se ciò che stava accadendo non lo riguardasse più, si alzò elegantemente in volo e si allontanò.

Xena guardò la scena, poi si rivolse verso Solan. La principessa guerriera era finalmente pronta a ricominciare una nuova vita con suo figlio "Solan..."Disse la guerriera con un po’ di timore ma anche tanta speranza "Che ne dici di viaggiare con me per un po’? Potremmo girare la Grecia, L'Egitto...potremmo andare a Roma..." disse facendo un sorriso al ragazzo, alzò lo sguardo verso Gabrielle "E tu cosa farai? Tornerai nella tua dimensione o rimarrai quì?" Gabrielle rispose all'amica "Tornerò nella mia dimensione...qui è tutto diverso, se restassi qui chissà cosa accadrebbe, chissà come soffriresti..." disse l'amazzone sorridendo a Xena. "Aphrodite, ora vorrei tornare nella mia dimensione!" Così dicendo, un po’ commossa strinse forte Joxer "Joxer...non ho mai avuto l'opportunità di dirti quanto ti volessi bene, ed ora che sto per andarmene...mi mancherai tanto!" Disse stringendo più forte l'amico, poi si voltò verso Solan "Fai il bravo,eh? Sono stata fiera di te, e sono sicura che diventerai un ragazzo forte e coraggioso, come lo era tuo padre e come lo è tua madre!" Infine, guardò Xena, le buttò le braccia al collo "Ti voglio bene...ricordati di seguire sempre la strada del bene...aiuta chi ha bisogno,proteggi i deboli e combatti per la pace, lo sai fare così bene...sei la persona più bella che io abbia conosciuto!" Xena ricambiando l'abbraccio le disse "Non ci lasceremo mai, in un modo o nell'altro tu rimarrai con me per sempre, e riguardo a me...beh, tu mi vedrai tra poco!". "Aphrodite, posso andare, sono pronta!". La dea con una mossa della mano aprì un vortice di luce "Vai!" disse sorridendole. Gabrielle prese la rincorsa e corse dentro a questo a vortice, che subito la risucchiò e poi svanì. Ci fu un gran silenzio, poi Xena guardò Solan e Joxer "Che ne dite della mia proposta?"

“Naturalmente accetto, anche Joxer il magnifico ha deciso di seguire eroicamente la via del bene così come ha fatto la valorosa Xena!” esclamò il guerriero, con entusiasmo. “Sì! Combatteremo con i briganti, i ciclopi, le arpie e tutto ciò che è malvagio e daremo man forte ai buoni! Sono pronto a sfoderare la spada ogni qual volta ce ne sarà bisogno e a combattere per la giustizia così come ha fatto già la bella Gabrielle!”
“Madre, ma certo che ti seguirò!” disse Solan, guardando affettuosamente sua madre “Ma prima te ne prego, vieni al villaggio dei centauri con me. Devo parlare a Kaleipus e raccontargli la cosa meravigliosa che è accaduta!” Sarebbe stata dura abbandonare il centauro che lo aveva cresciuto come un figlio, tuttavia la vita del ragazzo sarebbe stata diversa da quel giorno in poi: avrebbe avuto una madre!

Xena sorrise al ragazzo "Certo, andremo al villaggio, saluterai tutti! E poi non dovrai lasciarli, ogni volta che vorrai torneremo a trovarli!" Aphrodite sorrise "Il mio compito è finito, credo sia meglio andare" "Ti ringrazio...di tutto" Disse Xena con gratitudine alla dea, che sparì subito dopo. Poi si rivolse a Joxer "Forza, Joxer il magnifico, andiamo!" disse facendo un cenno con il braccio all'uomo. Tutto sarebbe cambiato, il suo modo di vivere, di pensare...ora, dopo tanto tempo, valeva la pena lottare per un mondo migliore, finalmente aveva qualcuno che l'amasse veramente e che lei amava più d'ogni altra cosa. Mise un braccio sulla spalla di Solan e, con l'amico Joxer al suo fianco s'allontanò.

Callisto apparve davanti al dio "Certo, devo ammettere che quel Desio ci sa fare, l'allievo che supera il maestro...ma non voglio infierire, non ora!" Poi si avvicinò di più "Vedi, la tua amata Xena ti ha lasciato, ed ora sei solo...ecco cosa ci si guadagna ad amare qualcuno...resti solo e con il cuore spezzato...povero, povero Ares" La donna adottò una voce più suadente "Pensa, io e te...insieme..."

“Non dire sciocchezze Callisto! Credi forse di essere all’altezza di Xena? E poi, appena si accorgerà che essere buona non fa per lei, tornerà da me, ne sono sicuro.” disse Ares.

Callisto scoppiò in una risata "Povero cieco! Xena non tornerà da te, ne oggi, ne domani! Puoi rimanere solo, a rimpiangere la principessa guerriera o allearti con la regina guerriera!" Fece una breve pausa "è la mia ultima proposta, non intendo ripetermi! Io e te insieme!"

“Forse... forse hai ragione. Non penso che Xena tornerà ora che ha ritrovato la sua amica. Ho bisogno di qualcuno che guidi i miei uomini insieme a me. Qualcuno di spietato ma astuto, qualcuno come Xena... o come te. Penso che dovrei accettare la tua proposta.Mi garantisci che non mi tradirai come ha fatto Xena?”

Callisto sorrise "Certo che non ti tradirò, vedrai, faremo grandi cose insieme!"

Gabrielle stava viaggiando verso la sua dimensione, era in una specie di tunnel, nel quale rivedeva scene della sua vita. Quel momento le parve lunghissimo, anche se non durò più di qualche secondo. L'amazzone si ritrovò nella caverna, da dove era iniziato tutto. Uscì. Si accorse che non era trascorso un momento. Decise di raggiungere Xena. Durante il suo viaggio per incontrare l’amica, molti pensieri le passavano per la mente. Gabrielle non sapeva cosa avrebbe dovuto fare, raccontarle tutto o no?. Il viaggio trascorse veloce tra tutti i pensieri della poetessa. Arrivò a Trezene, l’amazzone scorse Xena davanti alle grandi porte del palazzo reale, intenta a salutare tutti. Le si avvicinò. Xena volse lo sguardo verso di lei. “Gabrielle, stavo salutando tutti” Gabrielle guardando tutti e facendo un sorriso che le fu ricambiato salutò tutti. Le due guerriere si allontanarono dal palazzo. “Com’è andata?” Chiese Gabrielle all’amica “è andata….” Disse Xena ripensando alla battaglia con un po di rimorso per il fatto che molti degli uomini che volevano rapire la figlia della principessa erano poco più che ragazzi. La principessa guerriera però, non aveva intenzione di raccontarlo all’amica, non sarebbe servito a nulla. Così cambiò discorso e le disse “E il tuo viaggio” Gabrielle ebbe un dubbio sulla risposta da darle, poi decise che sarebbe stato meglio per tutti non dire nulla, chissà cosa sarebbe potuto accadere se la guerriera avesse saputo ciò che le era capitato, così rispose “Bene, tutto tranquillo”. Le due amiche, allora, si allontanarono verso una nuova avventura,ognuna con i suoi pensieri, ma comunque, pensieri che, forse un giorno, avrebbero risolto insieme.

Fine





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