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Prima fatica: Leone Nemeo

Come prima fatica, Euristeo chiese ad Eracle di portargli la pelle del leone nemeo.Questo mostro era figlio di Echidna e di Orto, progenitori di tutta una serie di mostri mitologici, e devastava con la sua presenza le valli della Nemea, facendo incetta di bestiame e di uomini. Secondo Esiodo il leone fu allevato dalla stessa Era, secondo Igino fu invece Selene (la Luna ovvero Diana) a svezzarlo con il suo latte. Eracle, trovatosi di fronte al nemico, provò a colpirlo prima con le frecce ma poi, accortosi che era totalmente invulnerabile ai colpi, si costruì una clava con la quale costrinse il leone ad indietreggiare sempre più fino a rintanarsi in una grotta, dove iniziò una furibonda lotta in cui l'eroe greco perse un dito della mano, ma che alla fine lo vide vincitore: Eracle aveva strangolato l'animale con le sue stesse mani. Ucciso il leone, Eracle si accinse a toglierne la pelle. La cosa però si rivelò più ardua del previsto, dal momento che la pelle non si staccava. In quel momento, però, Eracle ricevette un'ispirazione divina e gli venne l'idea di lacerare la pelle del leone con i suoi stessi artigli. Si avvolse la pelle sulle spalle come mantello e dalla testa mostruosa della bestia ne ricavò un possente copricapo (e tale diventerà poi l'iconografia classica del personaggio). La pelle fu portata a Micene dal re Euristeo che gli ordinò di esporla fuori le mura della città. Quanto al Leone di Nemea, Igino riferisce che fu posto da Zeus in cielo come costellazione (quella del Leone per l'appunto).





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