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Vita-Saffo


E’ nata ad Efeso nel 612 a. C. ca, è morta nel 580 a. C., ma le notizie sulla sua vita sono scarse e poco attendibili. Di certo si sa che era sposata e ha avuto una figlia. Secondo la leggenda si suicidò per un amore non corrisposto (per un certo Faone).

Di origine aristocratica visse e morì nel principale centro dell’isola di Lesbo, Militene, tranne un breve periodo di esilio in Sicilia (dal 595 al 580 a. C.).trascorse gran parte della sua esistenza nella ristretta cerchia di un tiaso, una specie di associazione in cui le fanciulle di nobili famiglie si formavano all'esperienza della vita collettiva nella pratica rituale del canto e della danza. La sua poesia scaturì dalle emozioni vissute all'interno del raffinato sodalizio femminile da lei diretto, compose in dialetto eolico inni, odi e epitalami usando metri vari (es.: strofe saffiche);di alcune conosciamo i nomi: Attide, Anattoria, Arignata, Gongila, Dica e Cirinno. Conosciamo anche il nome di sue rivali che avevano come lei, intorno a sé, una compagnia di giovinette: Gorgo ed Andromeda.

Può parere strano ma la grandezza di Saffo è anche nella sua capacità di accettare ogni tipo d'amore: quello istituzionalizzato, maschile e nuziale, e la tenerezza tra fanciulle del tiaso che tale amore talvolta distrugge. Non c'è distinzione né contrasto tra essi, né c'è gelosia, benché i due sentimenti possano avere il medesimo nome e si chiamino amore ambedue. Molti degli epitalami furono scritti dalla poetessa nel momento in cui le ragazze che insieme a lei facevano parte della comunità legata al culto di Afrodite, Tiasos (o tiaso appunto), si distaccavano da lei per sposarsi: allora avveniva la confessione sincera e la scrittura dei versi rappresentava il momento in cui l’amore appassionato di Saffo si sfogava. In lei il tema dell’amore è dominante e viene raffigurato come forza che sconvolge i sensi e la mente, e che trova le sue occasioni poetiche nella gelosia o nella contemplazione della bellezza delle fanciulle; non mancano però versi dedicati alla natura, ad Afrodite o alla figlia Cleide e al fratello. La lingua è sempre raffinata e preziosa, ricca di immagini luminose. Celebratissima fin dall’antichità, la sua figura fu presto avvolta da caratteri leggendari.

Platone, Alceo, Strabone e altri la descrissero bella e casta cosicchè non si sa come sia nata la leggenda della sua bruttezza e del suo disperato amore per Faone per cui secondo la leggenda si suicidò per via del suo amore non corrisposto, mentre la tradizione dei suoi vizi e dei suoi amori con le donne di Lesbo fu creata dai commediografi attici. Delle sue poesie, non restano che due odi, 4-5 poesie con qualche lacuna e molti frammenti. La poesia di Saffo, tutta rivolta all'amore e alla bellezza, è delicatissima nelle immagini e ardente pur nella semplicità e dolcezza del verso.





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