Series
magazine
di marzo
Scritto da Claudio
Brignole
(trascrizione
di Debby)
Accidenti!
Mi si è rotta l’astronave
La fantascienza realistica è possibile. Navicelle in avaria,
lividi da battaglia e stop alle ambientazioni plasticose, asettiche
e finte. Alieni verdi? No grazie
Dopo una lunga attesa Battlestar Galactica approda finalmente sui
nostri schermi grazie a Fox che manderà in onda il pilot di
tre ore e la prima serie di tredici episodi. In USA, invece, sta per
terminare la seconda composta di venti puntate.
Vi ricordate di Galactica, serie della fine degli anni Settanta? Una
flotta di navi spaziali civili guidata dalla nave militare Galactica
in fuga dai Cyloni (robot che si sono ribellati agli uomini, loro
creatori), alla ricerca del pianeta Terra di cui si è persa
memoria dopo la distruzione delle dodici colonie di Kobol.
Dal 2003 Sci-Fi Channel, negli States, manda in onda la nuova serie
che prende spunto da quella classica per la trama di base, ma che
si svolge in un modo totalmente nuovo ed estremamente contemporaneo
per quanto riguarda la scelta dei temi trattati.
Time ha proclamato Battlestar Galactica la miglior serie in assoluto
– non solo di fantascienza, ma dell’intero panorama televisivo.
Incuriosito e appassionato di fantascienza quale sono, mi sono procurato
tutti gli episodi trasmessi finora per capire cosa c’era di
vero in tutte queste ottime recensioni e bang! sono stato anch’io
colpito da Galactica-mania. State attenti: si tratta di una patologia
altamente contagiosa!
Battlestar Galactica è una saga fantascientifica che non è
esagerato definire grandiosa nella storia, nella caratterizzazione
dei personaggi e negli effetti speciali. Di ambienti finti, divise
perfette, attori incipriati, astronavi di plastica e alieni verdi
non c’è traccia. Ogni aspetto è estremamente verosimile,
dark e drammatico, con i personaggi dai visi tumefatti per i colpi
ricevuti in battaglia e con i Viper (i caccia d’intercettazione
del Galactica) che finiscono le munizioni e rientrano alla base ammaccati.
Tutto è realistico, a partire da “dettagli” come
la ricerca del cibo, dell’acqua e dell’energia. E poi
ci sono militari ubriaconi e violenti (ma anche pieni di coraggio,
onore e comprensione), sacerdotesse che parlano di Dio e di spiritualità,
e una donna diventata presidente solo perché l’unica
sopravvissuta del vecchio governo – ma che si dimostra saggia
e decisa. Su questo quadro aleggia, pesante e onnipresente, il sospetto
di tutti verso tutti: i Cyloni, infatti, si sono infiltrati nell’equipaggio,
avendo la facoltà di assumere sembianze umane.
I riferimenti ai nostri tempi sono copiosi, cuciti alla perfezione
in un intreccio narrativo di spessore, al cui servizio ci sono attori
di indiscussa bravura come il comandante William Adama (interpretato
da Edward James Olmos) e la presidentessa Laura Roslin (Mary McDonnel,
nominata due volte per l’Oscar).
Anche le tecniche di ripresa sono all’avanguardia, con frequenti
movimenti di macchina che sembrano spesso casuali, molto spontanei
(specialmente nelle scene di combattimenti nello spazio e nelle parti
più concitate), quasi fossero riprese da un cameraman su un
vero campo di battaglia.
Una serie che parla all’America (e al mondo) in modo schietto
e diretto dei nostri tempi tormentati, usando la fantascienza come
nessun altro è riuscito a fare prima.
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