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Magazine
Ottobre
2007
Articolo
di A. Scaglioni
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XENA
WARRIOR PRINCESS: UNA STORIA D'AMORE TRA SPADE E SORTILEGI
di A.
Scaglioni
(edizione
integrale esclusiva per xandrella.com)
"Al tempo degli antichi Dèi, dei signori della guerra
e dei re, una terra in tumulto invocava un eroe. Lei era Xena, una
possente principessa forgiata nella fiamma della battaglia... Il potere...
La passione... Il pericolo... Il suo coraggio cambierà il mondo."
Con queste parole tratte direttamente dalla versione originale, assai
meno prolissa di quella italiana, faceva il suo esordio il 4 settembre
1995, sugli schermi americani la nuova serie tv "Xena Warrior
Princess" prodotta da Sam Raimi (rimasto poi più come
marchio di garanzia che come effettivo collaboratore) e da Robert
Tapert, vero padre spirituale dello show. Nelle frasi di presentazione
della sigla c'era già in pratica il programma della serie,
una lunga saga che avrebbe dovuto raccontare le avventure di una guerriera
forte e bellissima nell'antica Grecia, tra duelli di spade e magia,
ma coloro che la seguirono fedelmente vi trovarono molto di più.
In realtà, per gli spettatori attenti non si trattava di una
vera novità, visto che la temeraria principessa guerriera era
già apparsa in un trittico di episodi, nell'altra serie, parallela
a questa, ma nata un anno prima "Hercules - The Legendary Journeys"
sempre prodotta da Raimi e Tapert. Nel primo di quegli episodi, Xena
era una spietata guerriera al comando di un manipolo di mercenari
che metteva in opera un astuto piano per eliminare Hercules ed avere
quindi la strada aperta alla conquista della Grecia, quindi in apparenza
solo una dei tanti nemici del figlio di Zeus, appena un po' più
originale di tanti altri, ma il favore del pubblico nei confronti
del personaggio (non disgiunto probabilmente dall'indubbia bellezza
della sua interprete, l'ancora sconosciuta attrice neo-zelandese,
Lucy Lawless) convinse Tapert che ci fossero le potenzialità
per fare di Xena, molto di più di un'occasionale antagonista
di Hercules e renderla invece protagonista di una propria serie. Quindi
la Principessa Guerriera che avrebbe dovuto morire eroicamente e ormai
pentita, tra le forti braccia di Hercules di cui doveva nel frattempo
"fatalmente" innamorarsi, si vide invece risparmiata la
vita e la solita scontata relazione con l'eroe di turno e lo abbandonò
per prendere una propria strada in cerca di redenzione dai suoi "peccati
del passato", come recitava il titolo originale del primo episodio
della sua serie personale, una strada decisamente imprevedibile per
tutti, tranne che forse per lo stesso Robert Tapert. Infatti il produttore
aveva capito che questa serie gli avrebbe potuto offrire la possibilità
di costruire, sotto il pretesto di un telefilm d'avventura, qualcosa
di abbastanza inedito, almeno dieci anni fa, nel panorama televisivo:
una storia romantica assolutamente fuori dagli schemi che avrebbe
potuto esplorare lentamente episodio dopo episodio la nascita e la
maturazione di un amore tra due persone, se avesse usato la necessaria
cautela nel raccontarla. Perchè cautela? Perchè la persona
che sarebbe entrata nella vita di Xena cambiandola per sempre non
era un uomo, ma una donna o più precisamente una ragazza giovanissima
dell'apparente età di diciassette, diciotto anni che Xena si
trova casualmente a salvare da un gruppo di banditi, insieme ad altri
contadini. Il suo nome è Gabrielle (Olimpia nella versione
italiana, evidentemente i traduttori non ritennero abbastanza "mitologico"
il nome originale) e, affascinata dalla vita avventurosa della sua
salvatrice, deciderà di seguirla nonostante Xena cerchi in
tutte le maniere di dissuaderla, gettando alle ortiche un'esistenza
pianificata per lei dai suoi genitori con tanto di fidanzato già
destinato ad impalmarla. Simpatica, incredibilmente ciarliera e anche
molto carina (il che non guasta mai), Gabrielle (interpretata con
grande verve dall'americana e altrettanto sconosciuta, Renèe
O'Connor), s'inserisce nell'esistenza malinconica e solitaria di Xena,
e lentamente, senza quasi che questa se ne renda conto, nel suo cuore,
diventando col proseguire delle stagioni a sua volta una vera guerriera.
Ma ovviamente in anni ancora distanti da quelli di "Will &
Grace" e "The L Word", e soprattutto in un telefilm
dichiaratamente d'avventura per spettatori di ogni età, gli
autori dovevano navigare a vista, sondando con attenzione gli umori
del pubblico e degli sponsor, che ne garantivano la sopravvivenza.
E all'epoca, almeno da questi ultimi, le trasgressioni specialmente
a carattere sessuale erano viste con estrema diffidenza. E' infatti
proprio di quel periodo, la chiusura di una sitcom di gran successo,
"Ellen" con Ellen De Generes, la cui improvvisa fine fu
addebitata al contemporaneo outing della protagonista (e della sua
interprete) che dichiarò esplicitamente la propria omosessualità.
Per questo la nascita del sentimento tra le due donne viene trattato
con estrema lievità nell'attesa delle reazioni. Anzi, tanto
lievemente da far sì che, almeno all'inizio, pochi se ne accorgessero.
Sguardi, mani che si sfiorano, frasi ambigue, destinate a sfuggire
forse al grosso pubblico, quello dei ragazzi, dei nonni o dei genitori
distratti, ma certamente non ai fedelissimi fans che cominciarono
subito a riempire l'allora nascente mondo di internet di ipotesi sui
reali rapporti tra le protagoniste. Immediatamente si formarono due
fazioni agguerrite: quella dei subtexters, coloro cioé che
leggevano tra le righe delle storie gli evidenti indizi di una relazione
ben più che amichevole, il subtext appunto, e quella invece
di coloro che osteggiavano la tesi, non gradendo evidentemente un
risvolto omosessuale nelle vicende. Intanto gli autori della serie,
destreggiandosi abilmente, andavano avanti costruendo una trama avvincente
a più livelli di lettura, e decisamente più dark in
confronto ad "Hercules", non confermando ma neppure negando
mai in maniera decisa l'ipotesi del subtext. Anzi, i seguaci di quest'ultimo
continuavano a trovare, seguendo ogni singola inquadratura e parola,
sempre nuovi indizi a sostegno. L'evidente interesse destato dalla
questione spinse alla fine Tapert ad osare di più e nella seconda
stagione della serie, il subtext prese una svolta decisa e difficilmente
negabile. Nello spazio di poche settimane andarono in onda due degli
episodi più amati dai subtexters: "The Quest" , dove
Xena e Gabrielle si scambiavano un bacio ormai entrato nella leggenda,
e "A Day in The Life", dove le due invece negli atteggiamenti
e nelle parole, si comportavano come una vera e propria coppia (ma,
anche se meno ricordati, proprio in quelle settimane andavano in onda
altri due episodi, "The Price" e "Blind Fate",
in cui in circostanze diverse le due donne si dichiaravano praticamente
i loro reciproci sentimenti). Insomma un momento felice per tutti
i fans del subtext, minimamente inficiato dal fatto che comunque gli
autori proseguissero ambiguamente a tenere i piedi in due staffe,
continuando a mantenersi vaghi sull'argomento anche durante le interviste,
oltre a gettare di tanto in tanto qualche ciambella di salvataggio
ai boccheggianti sponsor, preoccupatissimi per la piega che stavano
prendendo le cose, sottoforma di episodi-cuscinetto come l'assurdo
"Ulysses" che vedeva Xena intrecciare una relazione con
una risibile versione dell'eroe omerico. Ma aldilà di questi
poveri tentativi di annacquare la storia tra Xena e Gabrielle, al
cuore, come suol dirsi, non si comanda e la terza e la quarta stagione
confermarono alla grande la tesi dell'amore, in maniera di volta in
volta divertente o drammatica, attraverso episodi come "Been
There, Done That" (Xena mostra sul collo le tracce di un "succhiotto"
che imbarazza non poco lei e la compagna), "The Debt" (Gabrielle
in preda ad una crisi di gelosia nei confronti di una vecchia "amica"
di Xena, che ha richiesto il suo aiuto, la segue fino in Cina, mandando
a monte la missione della compagna e mettendone a rischio la vita),
"The Bitter Suite" (bellissimo episodio musicale che mette
fine ad una lunga e profonda crisi tra Xena e Gabrielle che si chiedono
reciprocamente perdono per il male fattosi e dichiarano cantando di
voler "tornare all'amore"), "One Against An Army"
(vero manifesto del subtext, almeno fino alla sesta stagione, in cui
Gabrielle, ferita gravemente, e Xena che la cura amorevolmente, prima
di affrontare una battaglia che potrebbe essere quella finale, si
giurano di non lasciarsi mai neanche nella morte), "Sacrifice"
(Gabrielle si getta in un abisso per salvare la compagna), "Adventures
in The Sin Trade" (convinta che Gabrielle sia morta, una Xena
distrutta dal dolore va alla ricerca della sua anima fin nell'oltretomba),
"A Family Affair" (Xena ritrova Gabrielle e le dice quanto
conti per lei), "Crusader" (un vero monumento del subtext
dove Xena lotta con Najara, un'altra guerriera, che le ha rubato Gabrielle
e, parlando della compagna, dice frasi come "Najara ha lo stesso
mio punto debole" o "Se non posso averla io, nessuno l'avrà"),
"Between The Lines" (altro punto di svolta nella saga, in
cui Xena e Gabrielle, in trasferta in India, apprendono di essere
anime gemelle, destinate a ritrovarsi in ogni reincarnazione), "Ides
of March" (catturate e crocifisse dai Romani, Xena e Gabrielle
si dichiarano reciprocamente il proprio amore con uno straziante "I
love you", subito edulcorato nella versione italiana in un più
tranquillo "Ti voglio bene"), "Deja Vu All Over Again"
(un piccolo gioiello ambientato ai giorni nostri, in cui, con un'astuta
mossa gli autori facendo reincarnare le anime di Xena e Gabrielle,
rispettivamente nei corpi di un uomo e di una donna, riuscirono finalmente
a far girare loro un'autentica scena d'amore), e questo solo per citare
gli episodi più clamorosi. Ma anche nella quinta stagione,
nonostante i sempre attenti subtexters denuncino un sensibile passo
indietro, rispetto alle due stagioni precedenti (forse per le pressioni
degli sponsor che interpretarono strumentalmente un calo negli ascolti
come un rifiuto da parte del pubblico della relazione tra due donne),
Tapert non rinunciò, nonostante le dichiarazioni contraddittorie
fatte ad una rivista on line, ad utilizzare la sua indubbia abilità
per continuare a raccontare della vita insieme delle sue eroine, condendole
con "Fallen Angel", in cui nell'oltretomba le anime delle
due compagne continuano a cercarsi, confermando la promessa fattasi
anni prima, e finendo per risorgere in coppia, e "Animal Attraction"
in cui una gravidanza misteriosa di Xena sconvolge abbastanza Gabrielle,
finché non si scoprirà diversi episodi dopo, in "Seeds
of Faith", che la guerriera è stata messa in cinta attraverso
una vera e propria immacolata concezione da un angelo-donna (poteva
essere diversamente?), che in realtà in vita era una sua vecchia
nemica, Callisto. La nascita della piccola Eve trasformerà
poi la coppia in una vera e propria famiglia, al punto che Xena dirà
a Gabrielle che considera la bambina come “loro” figlia”.
Come si vede più che sparito il subtext aveva fatto un salto
di qualità, trasformando il rapporto tra Xena e Gabrielle,
dato ormai per scontato, in qualcosa di più simile a quello
di due coniugi già sposati da qualche anno che a quello di
due innamorati sempre mano nella mano e occhi negli occhi. Tuttavia
la cosa non fu gradita affatto dai subtexters che subissarono gli
autori e la casa di produzione di lettere di protesta chiedendo il
ritorno di quelle scene romantiche che avevano fatto della serie nelle
precedenti stagioni un caso a sé tra i programmi televisivi.
E un'emoragia di ascolti, questa volta dovuti ad una vera contestazione,
finì per convincere definitivamente al ritorno del sentimento
tra le due compagne. La sesta stagione, che fu anche l'ultima, almeno
in tv come vedremo, lasciò agli autori (tra cui, non per caso,
venne inserita anche Melissa Good, una fan subtexter che ormai da
anni scriveva su internet romanzi ispirati alle avventure di Xena
e Gabrielle, spingendo sul pedale del romanticismo) la possibilità
di scrivere episodi come la trilogia dell'anello ("The Rhinegold",
"The Ring" e "Return of The Valkyrie"), in cui
per la prima volta si parlava esplicitamente di innamoramenti e d'amore
tra donne e che vedeva nel capitolo conclusivo, Xena priva di memoria
ritrovare Gabrielle, caduta in un sonno senza fine, e riconquistare
la propria identità risvegliandola con un bacio, in una versione
personale della "Bella addormentata" con Xena nella parte
del "Principe Azzurro"; il bizzarro "You Are There",
con un giornalista della nostra epoca sulle tracce del duo, per stabilire
finalmente i veri termini del loro rapporto; "When Fates Collide",
in assoluto uno dei più amati dai subtexters, ma non solo,
in cui in una realtà alternativa una Xena e una Gabrielle che
non si conoscono, s'incontrano e s'innamorano a prima vista dimostrando
che in qualunque universo il loro destino è quello di stare
insieme; "Many Happy Returns", con Gabrielle che riceve
da Xena in regalo per il suo compleanno una poesia di Saffo, la poetessa
greca famosa per le sue liriche a carattere lesbico, che altro non
è che una dichiarazione a tutti gli effetti. Ma poi arrivò
"A Friend in Need", l'episodio conclusivo, quello che vide
la morte di Xena, sacrificatasi per rimediare ad una strage involontariamente
causata nel suo passato violento, questa volta rinunciando a tornare
in vita, come era invece successo in altre occasioni, per redimersi
definitivamente e lasciando per sempre (?) sola la sua Gabrielle.
Nonostante l'episodio in questione fosse addolcito da un nuovo bacio
tra le due e da ulteriori attestazioni d'amore reciproco, il triste
avvenimento lasciò nello sconforto più totale tutti
i fans, ma soprattutto i subtexters che lessero il tragico fato della
Principessa Guerriera come una moralistica punizione per aver voluto
dividere la sua vita con una donna, ed ancora una volta invasero i
vari forum on line di proteste e necrologi per la loro perduta eroina.
Tapert personalmente ricevette montagne di lettere da parte di fans
particolarmente arrabbiati che lo ritenevano il maggior resposabile
della tragedia, e immediatamente cominciarono a circolare voci di
un possibile ritorno di Xena, magari in un film per il cinema, progetto
per cui esisterebbe già una sceneggiatura e un accordo di massima
delle due protagoniste di tornare nei loro ruoli, bloccato però
da anni per questioni di diritti tra la Renaissance Pictures, produttrice
della serie e la Universal, società distributrice, e che non
lascia intravedere nel prossimo futuro schiarite improvvise. Ma quello
che forse non tutti i fans sanno è che sostanzialmente questo
ritorno c'è già stato. Infatti nell'autunno del 2001,
a pochi mesi dalla fine dell'ultima stagione televisiva, la già
citata Melissa Good, coadiuvata da un gruppo di altri autori, ha ridato
vita su internet alla Principessa Guerriera riprendendo la storia
esattamente dal punto in cui si era interrotta in una serie di episodi
giunti ormai alla quarta stagione (la decima in totale aggiungendovi
quelle televisive) e strutturati come veri e propri scripts arricchiti
con foto e illustrazioni, a cui ha collaborato, più o meno
direttamente anche lo stesso Tapert (che ha seguito gli sviluppi della
serie con occhio benevolo), fornendo idee e sceneggiature non sfruttate
nel periodo televisivo. Questo nuovo ciclo intitolato "Xena Warrior
Princess Subtext Virtual Season", come fa chiaramente capire
il titolo, finalmente libero da lacci e lacciuoli, si concede delle
libertà che la serie tv non ha mai potuto, o voluto, concedersi.
Nel primo episodio, ("A Friend Indeed"che non può
non richiamare alla memoria l'ultimo funereo episodio tv), Xena, che
si è resa conto dell'errore commesso abbandonando la sua compagna,
grazie ad un astuto stratagemma che coinvolge il demonio stesso, risorge,
e lei e Gabrielle si ritrovano in un momento molto suggestivo e commovente,
che probabilmente i fans, subtexters o no, avrebbero pagato cifre
notevoli per poter vedere in tv. Ma la cosa non finisce qui. Con il
proseguire della serie la Good e il suo staff, ci raccontano della
"prima volta" di Xena e Gabrielle (il loro primo rapporto,
insomma), in "Crossroads", episodio nato da un'idea di Robert
Tapert, e perfino del loro matrimonio con rito amazzone in "Not
Even Death". Come si vede, l'amore tra le due compagne è
messo al centro di questo vero e proprio sequel della serie tv (la
Good ha affermato più volte che la storyline segue a grandi
linee quella progettata per un eventuale prosieguo televisivo), seppellendo
una volta per tutte la questione, ma non bisogna pensare che si limiti
a questo. Le storie, proprio come nella serie televisiva, spaziano
nelle più varie tipologie di avventura, dalla commedia al dramma
con grande qualità nelle sceneggiature (in cui gli autori si
sono spesso preoccupati di risolvere questioni lasciate in sospeso
nella versione tv) e nella grafica, facendo davvero rimpiangere che
non siano state portate sul piccolo schermo. Ma in attesa di una simile,
per quanto remota, eventualità, ci si può accontentare
per ora. In fondo, sia pur per il popolo di internet, la Principessa
guerriera è tornata e con la benedizione di colui che oltre
dieci anni fa cominciò a raccontarci la sua affascinante saga.