SERIES
N° 5 - Febbraio 2006
"IPERUMANAMENTE
ENTE VOSTRI!"
DI
GAETANO PRISCIANTELLI
LABBRA
COME CANOTTI, BICIPITI COME DIRIGIBILI. PRIMA DELLA
WRESTLINGMANIA, C’ERANO LOU FERRIGNO E SLY MACIGNO, MR T E IL
BURBERO CONAN, XENA E PAMELA ANDERSON. BULLI E PUPE OVERSIZE, INOSSIDABILI
COME L’ACCIAIO, DI MODI SPICCI E CAPA FRESCA.
ALTRI TEMPI
Al
momento gli Stati Uniti non hanno neanche un campione di sollevamento
pesi in caricae il body builder più famoso d’America
è un austriaco che per giunta ha già cambiato due mestieri,
riciclandosi prima come stella di Hollywood e poi come governatore
della California.
L’America
che negli anni Ottanta lo jogging e l’aerobica, i Weight Watchers
e i frullati di proteine oggi ha problemi di peso. Tra maxi- porzioni
e bibite gassate in maxi – lattine, il significato della frase
“in America è tutto più grande”è
mutato completamente. L’espressione ormai riporta alla mente
soltanto grandi bilance con sopra grandi persone non proprio felice
di vedere schizzare l’ago oltre i 120 chili.
Mentre in Europa gli adolescenti si affollano intorno ai ring del
wrestling, dall’altra parte dell’oceano Hulk Hogan si
butta via in un reality (Hogan knows Best, andando in onda
negli usa a partire da luglio) nel quale il ruolo di padre premuroso
sovrasta quello del principe del ring.
Una
nazione abbandona il sogno del corpo perfetto ed esplode disordinatamente
dentro la propria pelle. Sembra un incantesimo riuscito male, forse
pensando a qualcuna delle mostruose trasformazioni, che invece rendono
virtuosi (anche se un po’ minacciosi) certi mostri dei fumetti.
Primo
fra tutti, tormentano Hulk. Che, implorante, avverte i prepotenti
“Mi state facendo arrabbiare!” mentre già la voce
diventa u n grugnito cavernoso, le spallasi gonfiano facendo schizzare
via la camicia in brandelli e le mani sono già morse d’acciaio,
spietate e potentissime.
Proprio quando la pelle gli diventa del verde più improbabile,
ci sembra di assomigliare a lui, al mostruoso Hulk.
L’unico tra tutti gli eroi a perdere le staffe totalmente.Proprio
come noi. L’unico a vedersi rivoltare l’anima come un
calzino senza poterla trattenere.
Hulk s’incazza nei fumetti e nei grandiosi lungometraggi di
Ang Lee, ma meglio che altrove nella serie televisiva andata in onda
su Duel quotidianamente. Perché tutti i giorni si presenta
anche per noi una buona occasione per farsi giustizia nel mondo più
radicale possibile. Anche se noi, a differenza del maxieroe verde,
da piccoli non siamo stati esposti ai raggi gamma.
Anche
Mr T è gigantesco, forzuto e fa paura ai cattivi anche se meno
mostruoso di Hulk, innanzitutto perché non si trasforma.Le
collane d’oro e di corallo e la pettinatura sembrano pronte
a raccontare storie lontane miglia e millenni, ma con la fissità
di certe statue. Tra gli eroici bistecconi Mr T è quello più
simile a un cowboy, e nessuno si lasci ingannare dal colore della
pelle: guardaroba ridotto al minimo, scarsa attitudine alla conversazione
e nessuna voglia di mischiarsi a qualsiasi identità che non
sia la propria.
Hulk,
in effetti, è un eroe più elaborato. Quando, nel 1962,
Stan Lee e Jack Kirby disegneranno l’Incredibile Hulk
per la Marvel Comics attinsero a piene mani dai miti arcaici. Per
loro si trattò di aggiungere qualche dettaglio a un modello
di eroe che esista gi ai tempi degli antichi greci, e forse ancora
prima. Tra le divinità dell’Olimpo si aggirava infatti
un semidio dall’anima buona, fisicamente potente e incapace
di tenere salde le briglie del suo carattere a tratti furioso, proprio
come i minotauri con la testa di toro che nei miti ellenici si aggiravano
disperati nei labirinti. Come insegna la serie Hercules,
in onda due volte al giorno su AXN. Mai sfiorato da mutazioni genetiche
documentabili, il semidio nato dall’ennesima scappatella di
Zeus, capo di tutti gli dei, è strano di suo e quanto a puntigliosità
non è secondo a nessuno.
Da
un ramo della trama di Hercules nasce l’uragano di
Xena la principessa guerriera. Il personaggio apparve la
prima volta in Hercules nel 1995 e da lì spiccò
il volo, non solo creando il culto dell’amazzone e dell’attrice
che la interpreta, ma ispirando personaggi,situazioni e schemi narrativi
che si riconoscono facilmente nei grandi successivi del filone fantasy,
da Alias a Streghe, fino a Lost.
Xena possiede l’arte della guerra e questo non è un problema
per Hercules e compagni fino a quando sta dalla parte dei cattivi.
Ma gli dei hanno la vista lunga, sanno che prima o poi cambierà
casacca e passerà dalla parte dei buoni, anche grazie al fascino
di Hercules, che tuttavia non sembra convincerla del fino in fondo.
La trama è complessa e avvincente. Il filo della lotta tra
il bene e il male, tra guerre in campo aperto e baruffe di palazzo,
incrocia spesso e volentieri la densa sequenza di amicizie,amori,
baci e sguardi che neanche una soap.
Gli stivali come schinieri, il corpetto di una corazza, un fermacapelli
che sembra la visiera di un elmo. Wonder Woman è parente stretta
di Xena, anche se i tempi sembravano un po’ sballati. Se Xena
appartiene a un passato arcaico, Wonde Woman è tutta americana,
come si capisce bene dai colori della tenuta d’ordinanza, bianco
rosso e blu, stelle e strisce.
Troppi fronzoli per non suggerire a qualcuno l’idea di un’eroina
acqua e sapone, bella fuori e mostruosa dentro, con cavi e processori
al posto dei reni e intestini e il pallino della giustizia.
Tra Frankenstein e Charlie’s Angel, ecco La
donna bionica che insegue il Male in jeans a capanna e pullover
a rombi. La sua forza non è cosmica, le sue origini non sono
mitologiche. Il suo tallone d’Achille sono le batterie scariche
e la sua Kriptonite è un cacciavite a scalpello. Sarà
stata pure simpatica alle femministe, ma che noia!
Evviva
i vorticosi cambi d’abito di Wonder Woman ,americana perché
corre, vola, salta più di qualunque essere vivente o macchina
visti in giro.Ma anche perché è manager del midollo,
perfettamente in grado di riportare ogni cosa al suo posto, sollevando
automobili e capovolgendo palazzi, sempre con la faccia della maestria
severa che non ci pensa due volte a trascinarti per orecchio. La serie
televisiva girata tra il 1975 e il 1979,con Lydia Carter nel ruolo
della protagonista, centrava perfettamente quel mix di grinta e dolcezza
voluto negli anni Quaranta dalla DC Comics. Dove, dati i tempi,i disegnatori
erano costretti a guardare al passato più passato in cerca
di eroi da prendere a modello, buoni di cuore e senza un filo di pancia.