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IL SOGNO DI XENA

di Ippolita

Mi trovo in una casa a pianterreno, il livello è orizzontale. Mi aggiro per i suoi corridoi ed entro

ed esco da diverse stanze che mi portano verso altri locali, la pianta della casa è simile a un labirinto. Ci sono porticine che ignoro dove possano portarmi, ne apro una e mi ritrovo in un cortile pieno di curve e di muri, non vedo niente, poi scorgo una porta che mi sembra impossibile aprire, invoco i miei numi tutelari e riesco ad evadere dal labirinto. Mi ritrovo immediatamente in un'altra abitazione molto simile alla prima, qui lo spazio è più aperto, giro

e mi rigiro e anche in questo posto ci sono mura alte e spesse e porte strette che si aprono in modo insperato. All'improvviso mi ritrovo davanti a un grosso portone serrato da un catenaccio.

Ho un attimo di sgomento e di perplessità, poi invoco i miei numi tutelari e mi accorgo di un grosso chiodo, lo prendo e apro il lucchetto del catenaccio, esco e mi ritrovo alla borgata Santa

Lucia, un quartiere popolare di Siracusa, la mia città, il luogo della mia infanzia e della mia adolescenza. Vedo passare in bicicletta un mio alunno, un ragazzino di II media particolarmente

intelligente e precoce intellettualmente, chissà perché mi sembra aggressivo, ma è solo un?impressione. Arrivo alla casa della mia infanzia e della mia adolescenza, entro nel piccolo soggiorno dominato da un gigantesco schermo televisivo dove vengono proiettate delle immagini femminili, sono tutte le donne della mia famiglia, quando appare anche il volto bellissimo di Olimpia, (Reneè O'Connor), e subito dopo anche quello di Xena. Il personaggio che mi fa vedere queste proiezioni è un sorta di "Daimon", un nume tra il divino e il bestiale,

(Forse è l'inconscio?). Il viso stupendo della principessa guerriera mi fa un effetto inquietante, è composto da tanti altri volti di donna come un puzzle. Esco fuori con un grande senso di forza e di sollievo e mi sveglio.




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