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Il
subtext in X:WP
Tradurre
in italiano la parola “subtext”, un termine del gergo teatrale
inglese, non è difficile: potrebbe essere resa con “sottotesto”.
Ma quello che significa veramente è molto più difficile
da spiegare. Può voler dire “improvvisazione”, può
voler dire “interpretazione”, può voler dire “recitazione”:
insomma vuol dire quello che l’attore (ma anche il regista o il
direttore della fotografia se si tratta di cinema) mette di suo al di
là del testo scritto sul copione. L'inizio di un rapporto Da
"Sins of the Past" Con “Xena: Warrior Princess”, il termine “subtext” assume un significato ulteriore: l’inferire attraverso dialoghi, scene, sottintesi e giochi di parole o visuali, che le protagoniste di un telefilm avventuroso (o di un film, o qualsiasi altra rappresentazione) siano lesbiche… O che i protagonisti maschi siano gay, suppongo, ma per ora non ci sono esempi lampanti (beh, da “Ben Hur” a “Spartacus” al “Gladiatore”, o addirittura “Master and Commander”, il film per me più bello del 2003, forse sì… Ma sono tenuti un po’ in sordina: vedremo in seguito il perché, secondo il mio parere). Immagino che né Tapert e soci né la Universal abbiano mai immaginato che il telefilm avrebbe potuto mai diventare un autentico “cult”… per le comunità omosessuali, per i cultori del fantasy, per la tribù telematica di internet, e per chi, come me, è rimasto affascinato dalla diversità di qualcosa che mai prima di allora era apparso in tv! Ma quand’è stato il momento esatto in cui il “subtext” lesbico è entrato nella serie di Xena? I “subtexter” più agguerriti sostengono dalla prima puntata, “Sins of the Past”… E’ un’ipotesi possibile, ma solo vista a posteriori: a mio parere, è stato soltanto a metà della prima serie che gli autori del telefilm si sono accorti dell’opportunità di fare di X:WP un telefilm unico… Nel primo episodio i “subtexter” fondamentalisti trovano un sacco di elementi che dimostrerebbero che l’attrazione sentimentale e anche fisica tra Xena e Gabrielle sia già in atto. Ma si basano sul fatto che nelle puntate e nelle serie successive si mostra la Xena del passato già interessata alla compagnia di giovani donne: nell’ordine M’lila (Destiny), Lao Ma (The Debt), Akemi (Friend in Need), Anokin (Adventures in the Sin Trade I), Cyane (Adventures in the Sin Trade II), Satrina (Past Imperfect)… infine Otere (Adventure in the Sin Trade), come surrogato di Gabrielle nel caso l’amata barda non fosse stata ancora viva. Non parliamo di Alti e di Callisto, con le quali il rapporto, sebbene conflittuale, è sempre ammantato di erotismo e sensualità. Sta di fatto che il rapporto con le varie giovani donne con cui Xena ha avuto a che fare è sempre stato di maestra-alunna, conduttrice-seguace, dominante-sottomessa… Xena, volta per volta, interpreta l’una o l’altra parte: una volta è allieva e una volta è maestra. La svolta della sua vita avviene quando incontra colei che allo stesso modo, ma specularmente, può essere maestra e allieva allo stesso tempo: Gabrielle. Non c’è subtext, secondo me, in “Sins of the Past”, ma ce ne sono le fondamenta… Prima Xena salva Gabrielle dalla cattura e dalla schiavitù, poi Gabrielle salva Xena da una lapidazione, oppure dal rischio di dovere sterminare i suoi stessi concittadini, o di scappare con la coda fra le gambe… In pratica Gab ha salvato Xena dal fallimento. Un debito reciproco insaldabile con un “ok, siamo pari”… |
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