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"AMORE VERO - Uno studio sul subtext in XENA WARRIOR PRINCESS" di A. Scaglioni TERZA STAGIONE (1997-1998) (prima parte) >>sezioni speciali>>Amore Vero La terza stagione segna decisamente un cambio di marcia nella saga di Xena e Olimpia. Iniziano le storie a lungo respiro, come quella di Speranza che comincia nel quarto episodio di questa stagione e ci accompagnerà addirittura fino alla terza puntata della successiva. In chiave sub-text è ricordata per la cosiddetta “saga del tradimento” che vedrà esplodere una gravissima crisi nel rapporto tra le due compagne che le porterà perfino ad un passo dal cercare di uccidersi l’un l’altra, ma lo è anche per i primi “I love you” che Xena e Olimpia si scambiano reciprocamente, e questo devo dire mi ha causato qualche dubbio. La tentazione di tradurli letteralmente con “Ti amo” è stata ed è forte. Dopotutto questa è una ricerca sul sub-text, il cui intento è porre in evidenza l’amore che lega le due protagoniste e cosa di meglio che la più classica espressione di questo sentimento? Tuttavia nella lingua inglese, più diretta della nostra, l’espressione “I love you” viene utilizzata in ogni tipo di rapporto, non solo quello sentimentale o sessuale, ma anche per esempio, tra madre e figlio, senza che debba far supporre significati meno che leciti. Mentre nella nostra, invece, “Ti amo” è legato al rapporto di coppia e quindi diventa più difficile utilizzarlo, come inteso dagli autori, in maniera ambivalente ed ambigua. Così, con una classica soluzione all’italiana, ho deciso di usare le due formule a mia discrezione, privilegiando “Ti voglio bene”, ma riservandomi il verbo “amare” in quelle situazioni in cui lo riterrò più idoneo. XENA E LA CONDANNA DELLE FURIE La stagione si apre con due episodi che erano stati originariamente girati come parte integrante della stagione precedente e solo dopo aver deciso di ridurne la durata da 24 a 22 episodi, sono stati dirottati su questa. Questo non presenta particolare rilievo nel sub-text, anche se è importante nella continuità della serie perché ci narra come Irene, la madre di Xena, abbia ucciso suo marito e il padre di sua figlia, quando lei aveva appena sette anni per impedirgli di sacrificarla a Marte. Nell’intento di ricondurla a sé, il Dio della guerra fa condannare Xena alla pazzia dalle Furie, divinità vendicatrici dell’Olimpo, per non aver fatto giustizia, ma una Xena pur fuori di testa, con l’aiuto di Olimpia, riuscirà comunque con uno stratagemma a riacquistare la sua salute mentale e a risparmiare sua madre.
sta soprattutto in una frase che Marte, a cose risolte, rivolge a Xena, riferendosi ad Olimpia, comprendendo confusamente per la prima volta che forse è proprio lei il vero ostacolo sulla sua strada per la riconquista della Principessa guerriera. MARTE (a Xena, guardando Olimpia): Non riesco ancora a capire cosa ci trovi in lei. XENA CONTRO METRANIDI E LEONIDI Questo divertente episodio, pesantemente ispirato al film “Ricomincio da capo” con Bill Murray, possiede una ghiotta strizzatina d’occhio in chiave sub-text. La trama vede Xena, Olimpia e Corilo (il terzo occasionale membro del gruppo come ricorderete che, riconosco, non cito molto spesso, ma che in questo particolare episodio svolge un ruolo importante) intrappolati in un gorgo temporale che vede lo stesso giorno ripetersi indefinitamente, fatto però di cui la sola Xena sembra accorgersi. Ogni giorno il gallo canta, Corilo entra nella stalla in cui hanno trovato riparo con uova d’oca per colazione, fino a giungere ad un tragico duello tra due stirpi rivali che porta prima alla morte accidentale di Corilo. (E qui c’è una dolcissima scena in cui Xena tenta di consolare Olimpia, che si ritiene responsabile della morte dell’amico, adagiandosi con lei per riposare.) OLIMPIA
(distendendosi, stretta alla compagna): Xena, non avrei dovuto mandarlo
a cercare quelle uova d’oca.
Ma il giorno dopo il gallo canta, Corilo è vivo, loro sono ancora nella stalla e tutto ricomincia, ma questa volta a morire è Argo, il cavallo di Xena, e nelle repliche seguenti di quella giornata moriranno di volta in volta Olimpia, la stessa Xena e così via, finché Xena non si renderà conto che sono tutti sotto un incantesimo che ha bloccato il tempo e che qualcuno le ha assegnato il compito di fermare questa girandola temporale impazzita. Non ci soffermeremo sullo svolgimento della storia, ma su una gustosa scenetta a cui assistiamo mentre Xena cerca di convincere i suoi amici increduli della verità di quanto sta affermando. XENA:
Non sono le Parche, non è Marte e non è qualcosa che
ho mangiato. No, non ho ferite di dardi avvelenati. Non ho morsi di
Baccante. E qui sguardo imbarazzatissimo di Xena e Olimpia che si affrettano a cambiare discorso. Niente male, eh? Che dite, avremo finalmente scoperto ciò che piace tanto a Xena di quel che fa Olimpia? XENA E IL METALLO DI VULCANO In questo episodio tutto azione, il sub-text non avrebbe diritto di cittadinanza se non fosse per una interessante conversazione tra Xena e Olimpia. Nell’intento di fermare l’ennesimo piano di Marte, che si serve di una speciale lega metallica sottratta al dio Vulcano per creare un esercito invincibile, Xena recupera dalla galera alcuni criminali che lei stessa ha contribuito a forgiare nel suo violento passato e Olimpia si chiede quanto in comune abbia lei con quei galeotti. OLIMPIA(a
Xena): Posso chiederti una cosa? Questa gente…tutti loro…erano
assassini prima che tu li incontrassi? Cioè, sembrano…forse
loro…
XENA:
( …) Ho trovato la risposta alla tua domanda. Tu sei ciò
che sei o ciò che io ho fatto di te? XENA E IL TESTIMONE DI DAHAK Con questo episodio arriviamo ad uno snodo importante della saga di Xena e Olimpia, poiché qui inizia la cosidetta “saga del tradimento”, una storia a lungo respiro che occuperà gran parte della stagione e avrà ampi strascichi nella prossima. La puntata d’esordio non si segnala particolarmente a livello sub-text, (anche se qualcosina comunque c’è), ma da qui parte la più grave crisi “interna”che Xena e Olimpia dovranno mai affrontare. Recatesi in Britannia per combattere Cesare che sta cercando di conquistare l’isola e di cui Xena vuole vendicare l’antico tradimento, la Principessa guerriera si allea con una sua antica conoscenza, Boadicea, la condottiera britanna, con cui ha avuto trascorsi piuttosto agitati. Qui, nel corso della vicenda, completamente assorbita dal suo odio per Cesare, Xena perde di vista Olimpia che catturata dai Romani si troverà addirittura attaccata ad una croce insieme agli adepti di una nuova setta di una misteriosa divinità. Salvata in extremis da Xena e dai britanni, Olimpia si lascia affascinare da questa nuova dottrina, ed anche dal suo sacerdote, Oroveso che la convince a seguirlo al loro tempio, dove però l’attende una brutta sorpresa. Tutto ciò che è accaduto, altro non era che un piano di Dahak, la sinistra divinità del fuoco, intenzionato a scatenare il suo potere nel mondo. A questo scopo, si è servito dell'odio di Xena per Cesare per attirarla là insieme all'inseparabile Olimpia, per contaminare la purezza e l'innocenza della ragazza costringendola a versare sangue per la prima volta. Ingannata Olimpia uccide una sacerdotessa del culto nel malinteso tentativo di salvare Oroveso dall’essere sacrificato sull’altare, solo per scoprire di essere lei stessa vittima del piano teso a farla diventare il ricettacolo del seme infetto di Dahak, e Xena, che giunge troppo tardi per salvarla dal tranello in cui è caduta, la raccoglie tra le braccia, disperata per il gesto compiuto. Dallo stesso Oroveso, ormai trasformato in un orrido e demoniaco emissario del dio, Xena apprende la verità ed anche di essere lei l’indiretta causa del dolore di Olimpia. Inferocita per ciò che è capitato all’amica (e forse anche da un sotterraneo senso di colpa), Xena si getta sul demone, mentre Olimpia trascinata da una fiamma vivente resta sospesa sull’altare divenuto un abisso infuocato. Sconfitto Oroveso, Xena si lancia verso Olimpia e l’afferra al volo salvandola per un pelo dal finire nell’abisso di fiamme (nella più classica iconografia delle storie d’avventura in cui la fanciulla in difficoltà è sostenuta tra le forti braccia dell’eroe, solo che qui l’eroe è una fanciulla a sua volta), e poco dopo le due donne si ritrovano fuori dal tempio maledetto, con Xena che stringe a sé la compagna cercando vanamente di calmarla.
Ma, come vedremo, Xena si sbaglia ed è ben lungi dall’immaginare che quello è solo l’inizio di un lungo incubo. |
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