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"AMORE VERO - Uno studio sul subtext in XENA WARRIOR PRINCESS"

di A. Scaglioni

QUINTA STAGIONE(1999-2000)

(quarta parte)

>>sezioni speciali>>Amore Vero

XENA E LA MINACCIA DEGLI DEI

In fuga dall’ira degli Dèi che dopo la morte di Giove, considerano la piccola Evi una minaccia ancora più grande, Xena e Olimpia si rifugiano in una grotta, dove hanno la sorpresa di trovare Corilo alla loro ricerca in compagnia di tre viandanti che presenta come Maghi, lì per consegnare doni ad Evi, come portatrice di un nuovo regno privo di Dèi. Mentre ci chiediamo tutti cosa questo ci ricordi, Xena insospettita da uno dei doni, si rende conto che in realtà sono emissari degli Dèi stessi con il compito di uccidere sua figlia. Nella battaglia che si scatena, Corilo resta ferito da una lama avvelenata e, una volta eliminati i sicari, Xena chiede ad Olimpia di accompagnarlo fino all’albero della Mandragola per ricavarne un antidoto, dove lei li raggiungerà in seguito. Olimpia è restia ad abbandonarla con la piccola, ma accetta per la salvezza dell’amico. Rimasta sola, Xena è il bersaglio di Marte che continua a seguirla per convincerla ad accettarlo come alleato. L’ambiguo comportamento del Dio della guerra è presto spiegato. Marte è disposto ad aiutare Xena e a mettersi contro le altre divinità, in cambio di un figlio che tramandi la sua stirpe e gli conferisca una sorta d’immortalità in sostituzione di quella che sta per perdere. Ma Xena non sembra disponibile, nonostante Marte le riempia la testa di immagini e sogni che tentano di farne vacillare la volontà. Intanto Olimpia e un sempre più debole Corilo viaggiano verso l’antidoto, cercando di evitare gli eserciti dei vari Dèi in caccia. Giunti sul luogo, Olimpia e Corilo hanno finalmente un colloquio che seppellisce per sempre un tormentone che per i fans sub-texters è durato anche troppo a lungo.

CORILO: Ho sognato che eravamo nei guai… sai?
OLIMPIA: Noi? Impossibile.
CORILO: Noi… Come mai non c’è mai stato un “noi”, Olimpia?
OLIMPIA: Perché… perché amiamo chi amiamo? Non lo so.
(…)
CORILO: Perché tu non mi ami, Olimpia?
OLIMPIA: Io ti amo. Solo non nel modo in cui vorresti… credo. Vorrei aver potuto.

Mettiamo una volta per tutte il punto a questa storia. Olimpia vuole bene a Corilo. Lo ama come un fratello, ma il suo cuore è di Xena. I tentativi di Corilo con lei non potevano che essere infruttuosi come quelli di Marte con Xena. Non importa quello che può accadere e quali autori possano mai mettere mano alle storie. C’è un elemento che è imprescindibile ed è l’amore tra le due compagne e, come vedremo anche nel prossimo futuro, nessuna sbandata potrà cambiare questo dato di fatto. E ora concludiamo la storia. Xena raggiunge con Evi, Olimpia e Corilo in tempo per l’assalto finale degli eserciti degli Dèi e nonostante l’onnipresente Marte a mescolare sempre le carte, li mette in fuga uccidendone i capi. Poi somministra a Corilo l’antidoto e il gruppetto riprende la strada con nuove consapevolezze verso un futuro nebuloso e denso di pericoli.

XENA E MARTE CONTRO MINERVA

Mentre la fuga di Xena, Olimpia e la piccola Evi , per sfuggire alla caccia delle divinità prosegue verso Amphipoli, Minerva, la Dea della saggezza, che ha ereditato lo scettro del comando al posto di Giove, invia il suo esercito ad assediare il villaggio natale di Xena ed a minacciarne gli abitanti in cambio della consegna di sua figlia. Ma Xena non è disponibile al ricatto e lo dimostra rimandando al mittente le guerriere della Dea. Il rapporto che lega Minerva ad Elaide, il comandante delle sue guerriere non lascia molto spazio all’equivoco.


MINERVA(notando una ferita sul volto di Elaide): Non dirmi che uno di quei gabellieri ha alzato un’arma su di te.
ELAIDE: Xena era là.

Minerva allunga una mano verso il suo viso e accarezzandolo la guarisce.

MINERVA: Tu hai il mio favore, Elaide… come sempre. Ma sta’ in guardia… Questo non ti rende meno mortale.
ELAIDE: Ho visto la bambina. Avrei potuto ucciderla per te.
MINERVA: Tu sei una magnifica guerriera, Elaide. Ma l’animale più pericoloso sulla Terra… è una madre che protegge la propria prole. Nel nome di Giove, io stessa ucciderò quella bambina.

In un legame non dissimile da quello tra Xena e Olimpia, pare proprio che Minerva tema per l’incolumità di Elaide e voglia tenerla lontana dalla furia della Principessa guerriera. Anche Marte, che continua a tenere d’occhio la situazione in attesa del momento in cui potrà approfittarne per cercare di riavere Xena, sembra ben cosciente della cosa.

MARTE(studiando una mappa): (…) Dovreste attaccare qui… e qui, adesso… prima che Xena possa organizzare le difese.
ELAIDE: Minerva… non ha bisogno del tuo aiuto.
MARTE(fissando Elaide ironicamente): Né di quello di alcun uomo, direi.

Intanto Xena al villaggio ha affidato Evi a sua madre e si affanna a fortificare il posto meglio possibile con l’aiuto di Olimpia e dei suoi concittadini, ma nonostante la buona volontà di tutti, si rende presto conto che Amphipoli non è in grado di resistere a lungo ad un assedio. Decide così di attirare il nemico allo scoperto con una manovra diversiva comandata da Olimpia.

ELAIDE(studiando una mappa): Stanno cercando di fare breccia quaggiù.
MINERVA: Un attacco frontale contro le nostre migliori unità? Non sembra una mossa da Xena.
ELAIDE: Potrebbe essere una diversione.
MINERVA: L’avevo pensato… Ma è Olimpia a comandare l’attacco. Xena non rischierebbe mai la sua vita in una azione suicida.
ELAIDE: Se Xena ispira la metà della lealtà che ispiri tu, mia Dea… Olimpia sacrificherebbe sicuramente la sua vita per permetterle di fuggire.
MINERVA: Non dubito della disponibilità di sacrificarsi di Olimpia… ma solo della volontà di Xena di perderla. E se invece, non ne avesse l’intenzione? Ricorda, Elaide… Un grande comandante guarda sempre oltre le azioni del nemico… per scorgerne le strategie profonde.

Infatti, approfittando della manovra diversiva di Olimpia, Xena e i suoi uomini, attraverso condotti sotterranei, cercano di attaccare il nemico alle spalle, ma i suoi piani falliscono, quando Elaide e le truppe di Minerva, appostate in agguato, le respingono. Costrette alla ritirata, Xena e Olimpia, si rendono sempre più conto della situazione disperata, ma Xena non accetta la proposta della compagna di fuggire con Evi nottetempo. Le cose peggiorano ulteriormente, quando Minerva fa avvelenare i pozzi del villaggio. A questo punto, Xena decide di servirsi di Marte, offrendogli in cambio del suo aiuto ciò che ha sempre desiderato: lei stessa. Marte è allettato, anche se sospettoso di questo improvviso voltafaccia, ma un colloquio che ha subito dopo con Olimpia lo convince.

OLIMPIA: (…) So che Xena ti ha fatto un’offerta. (…) Se tu allunghi una mano su di lei… io ti…
MARTE: Tu cosa? Cosa farai?
OLIMPIA: Se accetti… distruggerai Xena. La trasformerai esattamente in quello che era, una brutale assassina.
MARTE: Già, beh… a me non dispiaceva quella Xena.
OLIMPIA: Davvero? E allora perché sei così ossessionato da quella che è adesso? Dimmi che non provi nulla per la vera Xena… quella buona. Marte, se le lasci fare questo… lei non ti amerà mai.
MARTE: Tu credi… che davvero si darebbe a me per salvare Evi?
OLIMPIA: Ha mai detto niente che non intendesse fare?

Tutto questo discorso, in apparenza fatto per dissuadere, non poteva che avere un effetto contrario sul Dio della guerra. Xena si fa trovare da Marte pronta a concederglisi e questi cade nella trappola. Ma proprio mentre sta per cogliere i frutti del patto, un’esplosione abbatte una parete del tempio in cui si trovano, interrompendo l’incontro. Minerva attacca il villaggio. La situazione sembra senza via di scampo e Xena si presenta davanti alla sua nemica con un fagotto tra le braccia. Pare decisa ad accettare la morte della sua bambina in cambio della salvezza della città. Minerva accetta la tregua e si prepara ad eseguire l’esecuzione della piccola, quando Marte interviene e lo scontro tra le due divinità esplode. Approfittando della distrazione, gli uomini di Xena attaccano a sorpresa ed hanno rapidamente ragione delle truppe di Minerva. E mentre Xena e Elaide duellano tra loro, Minerva è alle prese con Marte.

MINERVA: Che succede, fratello? Preoccupato per la tua ragazza?
MARTE: Io? No. E tu per la tua?

Minerva si volta proprio nel momento in cui Xena trafigge a morte Elaide, e dimentica di tutto corre accanto alla sua favorita.

MINERVA: (…) La tua ferita è aldilà delle mie cure.
ELAIDE: Ho ancora il tuo favore, Minerva?
MINERVA: Sempre.

E mentre Elaide spira tra le sue braccia, con un ultimo ammonimento a Marte, Minerva sparisce col corpo della ragazza. La battaglia è vinta e le truppe della Dea, ormai senza più guida, si ritirano. A Xena e Olimpia non resta che risolvere la questione con Marte. Il fagotto che Xena teneva tra le braccia non contiene altro che una sua vecchia bambola di legno, ma Marte non si arrende.

MARTE: Per… perché continui a negare? (…) Là nel tempio… puoi dire che non hai provato nulla?
XENA(fredda): Non ho provato nulla. (E qui, guardate l’espressione soddisfatta di Olimpia.)

Dopo la sparizione di un frustrato Marte, le due compagne spiegano ad Irene che in effetti era stata Olimpia stessa a far saltare molto opportunamente il tempio, l’unico sistema per permettere a Xena di non mantenere il suo impegno.

IRENE: Così avevate previsto tutto? (…) Oh, cosa devo fare con voi due?

Ma quando ormai è tutto finito, Xena si lascia sfuggire una frase che lascia molto perplessa Olimpia, e dà luogo ad un divertente scambio di battute finale.

XENA(sottovoce): Invece ho provato qualcosa.
(…)
OLIMPIA: Hai detto che hai provato qualcosa?
XENA: No.
OLIMPIA: No, credo di averti sentita. Tu… tu hai detto di aver provato qualcosa.
XENA: Olimpia, non ho mai detto una cosa simile.
OLIMPIA: Ah, davvero?
XENA: Forse qualcosina.
OLIMPIA: COSA?!

XENA E LA PUNIZIONE DI CORILO

Dopo altri due episodi di scarso rilievo per il sub-text, ma anche per l’evolversi della vicenda, ritroviamo Xena e Olimpia con Evi nel villaggio delle Amazzoni del Nord, dove si sono recate nell’episodio precedente per consentire ad Olimpia di cedere alla bambina il suo diritto di casta facendone una principessa amazzone (e per farlo dovrà sottoporsi alla cerimonia per diventare regina) e dove abbiamo appreso della morte di Yante e Andromeda in uno scontro con una tribù nomade. Trascurando completamente la trama, incentrata sull’ennesimo guaio causato da Corilo che costringe le sue amiche a fare i salti mortali per salvarlo dal giudizio delle Amazzoni, concentriamoci invece sulla vita domestica di Xena e Olimpia nel villaggio che sembrano ormai divenute davvero una coppia con tutti i problemi e le discussioni che una famiglia può portare. La loro presenza è molto gradita alle giovani guerriere che si sono rapidamente affezionate a loro e alla bambina, come si può chiaramente comprendere da questo dialogo tra una di loro, Eris, e le sue sorelle.

ERIS: Xena dice che è bene bilanciare lavoro e divertimento.
RHEA: E chi non si divertirebbe con una bambina piccola e graziosa come Evi intorno? Ah, che bambolina. Xena è così fortunata!
ERIS: Secondo me… è Olimpia la fortunata ad essere la migliore amica di Xena.

Questa Eris è da tenere d’occhio. E’ lei di sua iniziativa ad aver chiesto ad Olimpia di rimanere come regina della tribù (creando tra l’altro del dissapore con Melanippe che pensava di diventarlo lei) e, come vedremo, lo scopo non è del tutto altruistico. Ma Olimpia pare realmente tentata dall’idea ed approfittando di un’altalena costruita da Xena per Evi, affronta l’argomento.

OLIMPIA: Ho sempre saputo che sarebbe successo. Stai facendo il “nido”.
XENA: Il “nido”?... Perché ho fatto un’altalena?
OLIMPIA: Xena, è perfettamente naturale. Sei una madre. In effetti, anch’io mi sento allo stesso modo.
XENA: E sarebbe?
OLIMPIA: Hai mai pensato di sistemarti? Qui?
XENA: Vuoi dire quando sarò troppo vecchia per combattere?
OLIMPIA: No, voglio dire adesso. Xena, è un posto bellissimo. Potresti crescerci Evi qui.
XENA: Ma di che stai parlando?
OLIMPIA: Queste ragazze hanno bisogno di qualcuno. Qualcuno che le guidi. Hanno bisogno di… me.
XENA: Olimpia, mi stai dicendo che vuoi rimanere qui ed essere regina?
OLIMPIA: Beh, solo se rimarrete tu ed Evi. Penso che dovresti considerare la cosa. Tu vuoi restare, vero? Vero? (…) Noi non abbiamo mai avuto una casa nostra. Così, io vedo questo posto come il nostro focolare domestico. Tutto quello che dobbiamo fare è sistemarlo un po’.
XENA: Non farà male pensarci su.
OLIMPIA: Ti ringrazio.

Dopo anni di peregrinazioni, Olimpia vorrebbe mettere su casa con la sua compagna ed Evi, come una vera famiglia. Dal canto suo, invece, Xena non pare molto convinta, nonostante per amor suo non vorrebbe deluderla. La vita bucolica e tranquilla del villaggio l’annoia.

XENA: Sai, Olimpia? Non so se funzionerà. Senti, che dovrei fare io qui tutto il giorno, mentre tu fai la regina?
OLIMPIA: Ti rilassi.
XENA: Già, è proprio da me.
OLIMPIA: Potresti provare a ripulire un po’ questo posto… Giocare con tua figlia…

Non vi sembra proprio un dialogo tra due coniugi, questo? Olimpia, molto disinvoltamente, si è già disegnata un ruolo da “papà” ed affibbiato quello della mamma casalinga a Xena. E mentre questa cerca faticosamente di conciliarsi con un idea così lontana dal suo carattere, osserviamo per un attimo Olimpia nell’esercizio delle sue funzioni di regina. Assopitasi sul trono, viene bruscamente destata ed ha una reazione che non può non far drizzare le orecchie ad ogni buon sub-texter.

MELANIPPE (richiamandola ad alta voce): Regina Olimpia!
OLIMPIA(ancora stordita dal sonno): Non stanotte.

Poi, rendendosi conto di dove si trova, si scuote e cerca di assumere una posa adeguata al suo rango. Ma abbiamo sentito bene? Ha detto proprio “Non stanotte”? Ohibò, ma che vuol dire? Con chi credeva di stare parlando e, soprattutto, dove credeva di essere? Forse distesa accanto a Xena, nel giaciglio? Intrigante, no? Intanto, lo scarso entusiasmo della sua compagna si è manifestato a tal punto che anche lei se ne accorge.

OLIMPIA: Xena, io posso davvero essere d’aiuto a questa tribù. Tu lo capisci questo, vero?.
XENA(con un tono poco convinto): Lo capisco.
OLIMPIA(rassegnata): Tu non lo capisci.
XENA(sfogandosi finalmente): No, non lo capisco. (…) Ascolta, non è che non abbia provato, Olimpia. (…) Solo che questo non fa per me, va bene? Tutto questo posto, i… i pasti in comune, i bagni in comune, le pulizie di gruppo. Tutta questa vita insieme, mi fa star male! Non riesco a respirare.
OLIMPIA: Tu non hai mai voluto restare, vero?!
XENA(tristemente): Sai, penso che forse io ed Evi dovremmo andarcene per un po’… su al nord, dove ci sono i salmoni… bel tempo… pesca…
OLIMPIA(delusa e risentita): Probabilmente è una buona idea.
XENA: Lo è.
OLIMPIA: Lo pensi proprio, eh?
XENA: Sì, lo penso. Torno a prendere un po’ di roba… poi dopo l’incoronazione, Evi ed io ce ne andremo.

E Xena si allontana tristemente, sotto lo sguardo altrettanto malinconico di Olimpia. Una divergenza di opinioni che può causare una separazione tra le due compagne? Non scommetteteci, questa è stata solo una discussione, come ne accadono comunemente in una famiglia, e può soltanto rafforzare l’immagine di una vita di coppia, anche se l’amazzone Eris cerca subito di approfittare della situazione.

ERIS: Xena… Ora che tu e Olimpia vi siete separate… hai sicuramente bisogno di una nuova compagna di viaggio.
XENA: No, no, aspetta… Vedi, Olimpia ed io ci separiamo solo per un paio di settimane, per risolvere un po’ di cose.

Eris non sembra darsene per intesa, ma a Xena non passa neanche per la testa di rinunciare ad Olimpia, come dovrà capire più tardi.

ERIS: Mi sono presa la libertà di preparare un po’ di roba mia per il viaggio.
XENA: Il viaggio?
ERIS: Anche se mi vuoi solo per un paio di settimane, per me va bene. Sarà una bella esperienza… e chissà a cosa potrà portare.
XENA: Eris… Non sto cercando una compagna… temporanea o altro. Mi dispiace.
ERIS(con evidente delusione): Avevo tolto alcune pergamene per far spazio alla mia roba. Non sapevo cosa volessi farne. Credo… che siano di Olimpia.
XENA: Bene… grazie. Le prenderò io.

Ma, fermandosi a leggere una delle pergamene di Olimpia a Evi, come se fosse una fiaba, Xena si rende conto dell’errore che sta facendo e prende una decisione.

XENA(leggendo): “Io canto… dell’ira di Callisto… del dolore di Olimpia… e del coraggio di Xena… e dell’ineluttabile mistero di un amicizia immortale come gli Dèi.”

Xena legge sempre più lentamente e pensosamente lo scritto e i suoi occhi si perdono nel vuoto. E, poco dopo, nella capanna della regina, mentre Olimpia appare confusa ed agitata per le responsabilità di governo…

OLIMPIA(tra sé): Che cosa mi ha fatto credere di poter essere una buona regina?
XENA(sopraggiungendo): Il tuo cuore.
OLIMPIA(voltandosi verso lei): Hai fatto i bagagli?
XENA: Sì… Ho quasi finito. Senti, Eris ha trovato alcune tue pergamene nella mia bisaccia.
OLIMPIA: Devo avercele lasciate all’ultimo bivacco. Puoi lasciarle nella capanna, Xena.
XENA: E’ proprio per questo… Non posso… Le ho lette.
OLIMPIA(sorpresa): Hai letto le mie pergamene?
XENA: Ho sempre detto che l’avrei fatto.
OLIMPIA: Non pensavo che…(incuriosita) Allora?
XENA(fissandola negli occhi): Penso che chiunque scriva come te… riuscendo a trovare grazia e significato in tutto ciò che accade… sarà sicuramente una magnifica regina. E che valga la pena restarle vicino.

E Olimpia risponde con un sorriso alle parole della sua compagna. Ma potevamo dubitarne? Il legame tra loro ha resistito a ben altro e non poteva certo essere una semplice divergenza di opinioni a metterlo in pericolo. Ancora una volta la loro unione si rivelerà più forte di qualunque cosa e, una volta risolte tutte le questioni, sarà Olimpia a lasciare le Amazzoni affidandole a Melanippe, che non nasconde la sua soddisfazione, come nuova regina. Il suo posto è accanto a Xena e per lei è disposta ad abbandonare tutto.

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