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"AMORE VERO - Uno studio sul subtext in XENA WARRIOR PRINCESS"

di A. Scaglioni

SESTA STAGIONE(2000-2001)

(prima parte)

>>sezioni speciali>>Amore Vero

Dopo le delusioni della quinta stagione, la sesta e ultima rappresenta invece la grande rivincita per coloro che hanno sempre creduto e sostenuto che qualcosa di più profondo e coinvolgente legasse Xena e Olimpia. Pur avendo infatti spessissimo, come abbiamo anche visto in questa ricerca, nel corso degli anni accennato dapprima velatamente e poi sempre più esplicitamente ad una possibile relazione, gli autori, probabilmente per non alienarsi l’ascolto di quella parte di pubblico che rifiutava, chissà perché, invece l’ipotesi, avevano di rado osato spingersi troppo in là, lasciando sempre la porta aperta a più di un’interpretazione. Decidere di chiudere la saga di Xena con questa stagione, essendo quindi meno schiavi degli ascolti in vista di stagioni future, li ha probabilmente liberati dalle remore ed episodi come quelli della “trilogia delle Valchirie”, il bizzarro “XENA E L’INTERVISTA ALLA MITOLOGIA”, il commovente “XENA E IL CORSO DEL DESTINO”, per non parlare dello sconvolgente doppio episodio finale con la sua straziante, e tuttavia logicissima conclusione, lasciano ormai ben pochi spazi al dubbio, facendo parlare addirittura non più di sub-text, ma di main-text. Ma è l’intera atmosfera della stagione a risentire positivamente di questa aria di libertà, e fra tutti gli emozionanti momenti, che esamineremo come di consueto in dettaglio, vorrei ricordare la bellissima poesia, scritta appositamente dalla poetessa Saffo, che Xena regala alla sua compagna per il compleanno alla fine di “XENA E L’ELMO DI MERCURIO”. In quei pochi minuti, mentre Olimpia legge commossa quei versi, osservate attentamente lo sguardo della Principessa guerriera. E’ quello di una liceale al suo primo San Valentino. E’ lo sguardo dell’amore, se mai ve ne è stato uno.

XENA E L’AMBROSIA DELLE AMAZZONI

Un inizio tutto sommato sotto tono per una stagione che si rivelerà assolutamente straordinaria. Ma questo primo episodio, inizialmente non previsto e poi inserito frettolosamente per colmare alcuni punti lasciati in sospeso nel concitato finale della stagione precedente, ha comunque i suoi momenti interessanti. Chiamate da Marte, Xena e Olimpia, accompagnate da Evi che sta faticosamente ricostruendo la sua vita, giungono nel territorio delle Amazzoni, per scoprire che tra l’esercito dell’ex-Dio della guerra e il popolo delle guerriere è in corso un violento conflitto. Xena non riesce a capire le ragioni di Marte e altrettanto le Amazzoni stesse che affermano di non possedere niente al di fuori delle loro terra. In questa occasione facciamo la conoscenza di Varia, una bellissima amazzone dallo sguardo fiammeggiante, che diventerà un personaggio importante in questa stagione. Marte, che sta progettando il prossimo attacco, cercando nel contempo di impedire ai suoi uomini di capire che non è più una divinità, riceve la visita di Xena a cui confida il suo piano: mettere le mani sull’ambrosia che si dice le Amazzoni custodiscano, per riacquistare i suoi poteri. Sorprendentemente, Xena si offre di aiutarlo nello sterminio, e Olimpia giunta all’improvviso, cogliendoli in un momento intimo, si dichiara d’accordo. Marte è piacevolmente stupito dal nuovo atteggiamento delle due ed ancora di più lo è quando più tardi anche Evi si unisce al gruppo e Xena propone di dividere l’ambrosia tra loro quattro rifondando un nuovo Olimpo, lasciandogli intendere tra le righe che questa inattesa alleanza potrebbe avere risvolti anche più piacevoli. Mentre Marte, ancora stupito, considera le infinite varianti erotiche di un simile sodalizio, noi apprendiamo (con un sospiro di sollievo) che le cose stanno in maniera diversa: le tre donne in realtà sono le Furie che ne hanno assunto l’aspetto per confondere Marte ed indurlo a scontrarsi con Xena, ottenendo così in un colpo solo di vendicare gli Dèi e prenderne il posto. Le vere Xena e Olimpia arrivano subito dopo e non tardano ad afferrare la situazione, ma Marte, che vedendole tutte insieme non ci capisce più niente, si rifiuta di recedere dai suoi propositi. Intanto, Evi, rimasta al villaggio amazzone, sta passando la sua parte di guai. Le Amazzoni ne hanno scoperta l’identità (come Livia aveva a suo tempo sterminato e depredato molte tribù, vendendo le superstiti come schiave) e vogliono giustiziarla. Xena e Olimpia arrivano appena in tempo e Marga, la regina, decide di soprassedere per il momento in attesa dello scontro. Le tre donne si confidano tra loro nella capanna dove Evi è imprigionata.

XENA: Evi… Evi, tesoro, perché non ce l’hai detto?
EVI: Non potevo. So quanto contano le Amazzoni per voi due.
XENA: Credi che ti avremmo amata di meno?
EVI: Ciò che ho fatto è imperdonabile. L’hai detto anche tu. Se sapessero quanto mi dispiace…
XENA: So quanto è difficile chiedere scusa… specialmente a qualcuno che si ama. (Voltandosi verso Olimpia) Olimpia, quando ti ho colpita con il mio chakram…
OLIMPIA: Xena, non è stata colpa tua. Sono state le Furie. Loro mi hanno spinta a cercare di uccidere tua figlia. Io ti ho perdonata. Ora dovresti farlo tu.
XENA(accarezzandole il viso): Ti ho quasi persa.
OLIMPIA(prendendole la mano): Ma non è successo. E ora le Furie sono tornate.

Infatti la situazione sta precipitando. Le Furie che appaiono a Marte sempre sotto l’aspetto di Xena e Olimpia lo stanno facendo letteralmente impazzire, stuzzicandolo ed umiliandolo nel rammentargli la sua attuale condizione di mortale.

Fuori di sé, Marte si scaglia contro la vera Xena che si lascia inseguire da lui fino ai piedi dei ghiacciai. Qui, in uno scontro feroce, Xena rischia di annegare, ma come vedremo si tratta in effetti di un suo piano per far rinsavire l’ex-Dio della guerra, che non appena la crede morta si libera dell’influsso delle Furie che gli hanno invaso la mente e che nella loro forma solida vengono immediatamente distrutte dal chakram, lanciato con incredibile preveggenza da Xena prima del duello con Marte, mentre la Principessa guerriera viene salvata in extremis dal calcolato intervento di Olimpia che si produce in un efficace bocca a bocca (in restituzione di quelli ricevuti in passato), e così Xena si risveglia in tempo perfetto per afferrare il suo chakram ancora in volo, e Marte, di nuovo in sé, deve rinunciare al suo sogno di riacquistare l’immortalità, e non solo a quello.

MARTE: Xena… Ci sarà mai la possibilità che possiamo stare insieme un giorno? Non so… anche una su mille?
XENA(sorridendo con aria compassionevole): Più probabile una su un miliardo.

XENA CONTRO IL MALIGNO

Un vero e proprio tuffo nell’orrore puro per quello che avrebbe dovuto essere il vero esordio della sesta stagione. Un episodio con un numero di scene shock decisamente superiore alla media della serie, o di qualunque altro prodotto televisivo del genere. Di ritorno ad Amphipoli, dopo il quarto di secolo trascorso sotto ghiaccio, Xena (inconsapevole di essere attentamente osservata dall’arcangelo Michele) non vede l’ora di presentare Evi a sua nonna che non l’ha più vista da quando era ancora in fasce, ma una brutta sorpresa l’attende. La città appare abbandonata e la locanda di sua madre, ridotta ad un tugurio. I poteri di Belur, di cui Evi è il tramite come suo Messaggero, non tardano a rivelare che Irene è morta e che il posto è saturo di male. Presto le tre donne cominciano ad essere sottoposte ad un bombardamento di attacchi mentali e fisici da parte di forze oscure (invasioni di vermi, apparizioni di morti, immagini del passato atte a causare atroci rimorsi, scarnificazioni e riapertura di ferite, come stigmate, sul corpo di Olimpia in corrispondenza dei fori dei chiodi della crocifissione) che paiono avere origine da una voragine apertasi accanto alla locanda, finché la poetessa di Potidea non è vittima di una vera e propria possessione demoniaca, durante la quale si divincola nuda tra le braccia di una Xena impotente e le lecca la mano lascivamente in una grottesca versione di uno dei tanti gesti amorevoli che Olimpia ha per lei. Attraverso di lei, il demone Mefistofele, che dopo la scomparsa di Plutone, ha preso il controllo degli Inferi, comunica i suoi intenti. Xena dovrà versare qualche goccia del sangue di Evi, affinché lui possa entrare fisicamente nella dimensione mortale e prenderne possesso. Per convincerla, Mefistofele le mostra la morte della madre, bruciata sul rogo dai suoi concittadini che la consideravano una strega e la ritenevano responsabile della rovina della città. Evi che sembra l’unico baluardo contro i poteri del demone, libera Olimpia che può così riabbracciare la sua compagna.

XENA: Olimpia?
OLIMPIA(il suo sguardo si schiarisce mostrando che ha riacquistato la sua personalità): Xena…
XENA(abbracciandola): Oh, Olimpia… (…) Sono felice di riaverti.

Ma i guai sono tutt’altro che finiti. Mefistofele tiene infatti prigioniera l’anima di Irene e in un momento in cui Evi si è allontanata le forze demoniache colpiscono di nuovo e le mani di Xena e Olimpia si fondono in un corpo unico, mentre la gamba di Xena fa altrettanto con quella della compagna. Più unite che mai in questa orrida parodia di matrimonio, le due donne cercano ancora una volta l’aiuto di Evi, ma lo sforzo continuo della ragazza di contrastare gli attacchi del demone, comincia a debilitarla. Xena si rende conto di dover affrontare il suo avversario faccia a faccia e per accedere alla dimensione infernale, si serve di Olimpia. Con l’aiuto della sua mano, pratica su se stessa la “presa” al collo per procurarsi una “morte temporanea”, dopo averle insegnato il punto da premere per sbloccare il flusso del sangue e riportarla in vita.

XENA: Devo morire abbastanza a lungo per incontrare Mefistofele laggiù… e ho bisogno di te per sbloccare la presa e riportarmi indietro.
(…)
OLIMPIA(spaventatissima all’idea): Xena, se non ci riuscirò, significa che tu resterai là per sempre.
XENA: Puoi farcela. Io credo in te. Riportami indietro, Olimpia.

Giunta all’Inferno, Xena combatte il demone, ma la lotta è impari, inoltre Mefistofele l’avverte che se riuscisse ad ucciderlo dovrebbe poi prendere il suo posto. Intanto, Olimpia cerca disperatamente di risvegliare la compagna, il cui corpo sta dando segni di cedimento, continuando a colpirla alla vena sul collo, sperando di far riaffluire il sangue, ma senza successo. Ed è solo in un estremo tentativo, quando bacia la punta delle dita e dà il colpo finale, che come rispondendo alle sue silenziose preghiere, gli occhi di Xena si spalancano e la donna riprende a respirare faticosamente tra le braccia della sua compagna. Ormai, Xena è conscia che l’unico modo per sconfiggere Mefistofele sia quello di accontentarlo, richiamandolo fisicamente nella nostra dimensione e rendendolo così vulnerabile alla sua spada, e persuade Evi, contro la volontà di Olimpia che non comprende il suo piano, a versare qualche goccia del suo sangue. Immediatamente il demone appare in forma fisica e la lotta tra i due si accende. Mefistofele si sente sicuro che Xena non oserà ucciderlo temendo di dover prendere il suo posto come signore dell’Inferno, ma si sbaglia e la spada della Principessa guerriera gli attraversa il ventre, distruggendolo. Adesso Xena e Olimpia possono avere la gioia di vedere Irene, sia pur solo in spirito, abbracciare sua nipote prima di svanire, mentre Xena dovrà cominciare a pensare come evitare la sinistra profezia.

XENA E LA RIVOLTA DI LUCIFERO

Questo episodio, intriso di sensualità quanto quello precedente lo era stato d’orrore, con alcuni momenti di sub-text notevoli (e con importanti rimandi al Vecchio Testamento), dà la misura di quanto la produzione abbia deciso di sterzare decisamente verso situazioni sempre meno compatibili col concetto di “telefilm d’avventura per ragazzi” che evidentemente solo i più miopi (o completamente ciechi) continuavano a convalidare. In seguito all’uccisione di Mefistofele, su Xena pende la profezia che la vorrebbe come nuova monarca degli Inferi, ma la Principessa guerriera non sembra per niente disposta ad accettare l’eredità. E mentre Evi prevede fosche nubi all’orizzonte per gli abitanti di Amphipoli, a cui il continuo contatto con la voragine infernale apertasi accanto alla locanda di Irene e rimasta spalancata, sta avvelenando i cuori, l’arcangelo Michele, la cui occulta regia sembra sovrintendere a questi avvenimenti, invia sulla terra Lucifero, un altro arcangelo che si dice convinto di poter costringere Xena al trono infernale, richiudendo per sempre l’apertura. Xena, il cui carattere pare negli ultimi giorni aver subito un rapido peggioramento, si rende subito conto che in quell’arcangelo in apparenza così zelante e ligio agli ordini, si cela in realtà una creatura piena di superbia che potenzialmente potrebbe servire ai suoi scopi. Decide quindi di metterne allo scoperto le debolezze per costringerlo a commettere quei sette peccati capitali che lo condannerebbero all’Inferno al suo posto. Evi non è convinta di questo piano ed è fortemente preoccupata per sua madre, il cui cuore sta progressivamente cedendo al male. Così, mentre i miasmi infernali inquinano sempre di più il luogo, contaminando anche Olimpia e Virgilio, il figlio di Corilo, appena giunto in città, Xena dà inizio al suo complesso progetto di corruzione nei confronti di Lucifero, facendogli provare i piaceri della vita terrena. Completamente coinvolto, l’arcangelo si lascia soggiogare dalle notevoli doti di seduzione della donna fino a giungere a bere ingordamente dalla coppa della lussuria durante un bollente festino organizzato in suo onore nel tempio cittadino. Qui, tutti i protagonisti si scatenano in danze e amplessi apparentemente senza alcun controllo e Olimpia viene silenziosamente richiamata da Xena al centro della sala, dove inizia con lei un sensualissimo “passo a due” in cui i loro corpi si sfiorano, le loro mani si percorrono l’un l’altra, le loro bocche si accostano. Quando la tensione erotica tra le due ha raggiunto un notevole livello, Virgilio si avvicina ad Olimpia appartandosi con lei, sotto gli occhi di un Lucifero che non nasconde certo l’interesse per lo spettacolo che si sta svolgendo intorno a lui. Ma l’intervento di Michele e degli altri arcangeli trasforma improvvisamente l’orgia in un’aspra battaglia, richiamandolo duramente ai suoi doveri, allo scopo di spingere Xena nell’Inferno, ma con astuzia questa riesce a condurre Lucifero a schierarsi dalla sua parte e a battersi contro i suoi stessi compagni. Constatato il suo tradimento gli arcangeli svaniscono e Xena si appresta a “ringraziare” Lucifero, quando Olimpia arrivata appena in tempo le getta in testa i suoi indumenti, ingiungendole con lo sguardo di rivestirsi.

XENA(allontanandosi con lei, irritata): Mi hai interrotta proprio sul più bello, Olimpia.
OLIMPIA: Xena, avresti dovuto gettarlo nella voragine.
XENA: Già. Beh, non era pronto.
OLIMPIA: Xena, nessuno è pronto a bruciare all’Inferno. Ecco il punto.
XENA: Davvero? Beh, tu e Virgilio sembravate pronti a bruciare poco fa.
OLIMPIA: E allora?
XENA(sorridendo): Il male… il lato oscuro… dà alla testa, vero?
OLIMPIA(rispondendo al sorriso): Oh, sì, dà alla testa.

Questa anche se può sembrare una scena di gelosia, in effetti è molto diversa da quella che aveva avuto luogo la stagione precedente in Egitto. Allora pareva proprio che Xena stesse facendosi coinvolgere da Antonio. Qui invece è come se tra le due compagne si stesse svolgendo un gioco. Tutte e due intente a camminare sull’orlo dell’abisso, non si perdono mai però reciprocamente d’occhio, ognuna delle due pronta ad intervenire quando l’altra sembra sul punto di perdere il controllo. Ma così non la pensa Evi, che è convinta che sua madre sia ormai preda del male e che l’unico modo di chiudere la voragine sia di gettarvela dentro. E i fatti sembrano darle ragione quando Xena per completare la sua opera di convincimento su Lucifero, lo spinge a credere di essere intenzionata ad uccidere sua figlia e lo invita a partecipare, ma proprio nel momento in cui questi sta per colpire la ragazza, lo ferma.

XENA: Aspetta! Se qualcuno merita questa storica opportunità, è Olimpia.
LUCIFERO: Cosa? Olimpia?!?
XENA: E’ la mia compagna da anni. Ha condiviso con me cose che non potresti mai capire.

Travolto dall’invidia e dall’ira, Lucifero completa la rosa dei peccati e si vede trasformare in un orrido demone e Xena, che non aspettava altro, lo scaraventa nell’abisso infernale richiudendola. Totalmente liberi, i nostri tornano in completo possesso delle loro personalità e Evi può riabbracciare sua madre, pentita di aver dubitato di lei, mentre Virgilio si avvicina a loro imbarazzato, rendendosi conto di essersi messo tra le due compagne, col suo comportamento.

OLIMPIA: Xena, tu hai fatto di più che salvare delle vite,. Tu, ehm…
VIRGILIO: Hai salvato me dal fare il più grande errore della mia vita. (Guarda eloquentemente Olimpia.)
XENA( fissandoli entrambi, sollevata): Già.

Questo gioco di sguardi, in apparenza sibillino, in realtà, la dice lunga nei rapporti che dovranno necessariamente intercorrere fra i tre. Virgilio è decisamente più sveglio di suo padre ed ha capito perfettamente il legame che unisce Xena e Olimpia e questo ci solleva, pensando che non dovremo più assistere ad imbarazzanti schermaglie amorose. L’ora delle ambiguità è trascorsa definitivamente come si può desumere anche da quest’ultimo dialogo.

OLIMPIA(a Xena): Prima per un momento, ho pensato di averti persa.
XENA: Sì, e in quale momento?
OLIMPIA: Tu e Lucifero sembravate, ehm… un po’… beh…
XENA: Olimpia, ogni volta che sentivo di perdere il controllo, pensavo a te… e tornavo me stessa.

XENA E LA TRATTA DELLE SCHIAVE

Inizia qui una sequenza di episodi (che culmineranno nel capitolo conclusivo della “trilogia delle valchirie”) che oltre che essere bellissimi in senso assoluto, hanno una particolare valenza per i sub-texters poiché metteranno in particolare evidenza l’amore e la dedizione che Xena e Olimpia nutrono l’una per l’altra, con una forza che rivaleggia con quella memorabile di "XENA CONTRO L’ARMATA PERSIANA" della terza stagione. In questo primo episodio, è il turno di Olimpia di confrontarsi con i problemi che un sonno venticinquennale può causare in un mondo in cui il tempo è trascorso. Di ritorno a Potidea, con Xena, Evi e Virgilio, riabbraccia la sorella Leuca, sotto lo sguardo sollecito e preoccupato della sua compagna che forse presagisce il dolore che l’attende. Leuca, infatti, ha avuto una figlia, Selina, che però è stata rapita anni prima e portata a Mogador, la città fortezza del terribile sultano Gulkhan, per far parte del suo harem. Per cercare di ritrovare la ragazza, i nonni e il padre, lo sposo di Leuca, erano partiti per Mogador, solo per finire decapitati per ordine del sultano. Sconvolta dalla notizia, Olimpia giura di vendicare la sua famiglia e ritrovare la nipote. Inutilmente Xena cerca di convincerla a desistere, mentre Evi che conosce bene Mogador dai tempi in cui per Roma commerciava in schiave, l’ammonisce a non cercare di avvicinare il misterioso Gulkhan di cui nessuno conosce il vero volto. In rotta per Mogador, visto fallire ogni tentativo di farla ragionare, Xena decide di somministrare una pozione soporifera ad Olimpia e, con la complicità di Virgilio, arrivare al palazzo del sultano, facendosi passare per una schiava in vendita. Il piano ha successo e Xena viene comprata proprio da Gulkhan, che astutamente però riesce a non farsi individuare. Quando Virgilio torna alla nave, Olimpia capisce cosa è successo e costringe il giovane a portare a palazzo anche lei. Qui, intanto, Xena, sotto il nome di Sofia, sta svolgendo indagini discrete per trovare Selina tra le donne dell’harem, finendo però per attirare le attenzioni indesiderate della favorita di Gulkhan, che la prende subito di mira. L’imprevisto arrivo di Virgilio con Olimpia rappresenta un altro brutto colpo per la Principessa guerriera. Olimpia viene introdotta come un omaggio al sultano e comincia a danzare per lui. E’ una danza molto sensuale quella che esegue, ma che ha l’unico scopo di avvicinare Gulkhan, che ancora si nasconde tra alcuni suoi uomini, per trafiggerlo con il pugnale che ha nascosto tra le vesti. Xena si rende conto della situazione al volo, e per salvarla, balza addosso ad Olimpia e s’impadronisce dell’arma, fingendo che sia sua. Immediatamente colpita, viene trascinata via dalle guardie, e qui ha inizio una lunga e atroce, ma al tempo stesso commovente, sequenza incrociata, in cui da una parte assistiamo alle feroci torture cui viene sottoposta Xena, mentre dall’altra Olimpia si tormenta nell’attesa e nel rimorso, pensando a come il suo comportamento impulsivo sia stata la causa delle sofferenze della compagna. In preda al delirio, a seguito delle torture, Xena si aggrappa disperatamente all’immagine di Olimpia che vede sorridente mentre le carezza il volto tumefatto dai colpi, o mentre danza stavolta solo per lei, e in questo modo, concentrandosi sull’amore che ha per lei, riesce a resistere alle terribili torture ed a convincere il sultano che il suo intervento è stato solo causato dal timore di vedersi scavalcare nelle sue attenzioni da una rivale. Evidentemente lusingato, Gulkhan la fa liberare e ricondurre nell’harem. Xena è una maschera di sangue, neanche in grado di reggersi in piedi da sola, e nel vederla in quello stato, Olimpia le corre incontro, la solleva delicatamente e l’accoglie tra le braccia. Nel rivederla, Xena, nonostante il viso e il corpo pieni di lividi, riesce a sorriderle per rassicurarla. L’amore tra le due donne è qui tangibile come non mai anche senza bisogno di parole. Ma la Principessa guerriera è una che recupera in fretta e appena ristabilita, promette ad Olimpia di ritrovare sua nipote e fornirle l’occasione di vendicarsi. E questa si presenta quando, qualche sera dopo, Gulkhan, ormai lasciata cadere ogni cautela e mostrato il suo volto, sceglie proprio lei per allietargli la notte. Dopo aver danzato per lui, Xena gli chiede “la testa di Selina su di un piatto”, sconcertando Olimpia. E’ l’estremo tentativo d’individuare la fanciulla, ma la sorpresa è grande per le due compagne, quando il sultano acconsente e le guardie portano via la donna che loro conoscevano come la favorita di Gulkhan. Nelle stanze di quest’ultimo si svolge l’ultima parte del piano di Xena. Mentre sono nel talamo, lei gli chiede di chiamare anche Olimpia, facendogli balenare l’idea di averle entrambe contemporaneamente, ma quando questa arriva, Xena usa la sua “presa” sul sultano rendendolo incapace di muoversi e mette un pugnale in mano alla compagna. Vedendo il potente Gulkhan indifeso alla sua mercè, la ragazza capisce che se cedesse all’istinto di ucciderlo a sangue freddo diventerebbe come lui e, con gran sollievo di Xena, desiste, limitandosi a sfogare la sua rabbia colpendolo con calci e pugni. Poi le due compagne riescono ad accedere alla cella di Selina, in attesa dell’esecuzione e dopo essersi fatte riconoscere, a liberarla, lasciando al suo posto il sultano, paralizzato ma cosciente, ricoperto da un velo. Quando le guardie ignare arriveranno per eseguire la sentenza, troppo tardi si accorgeranno di avere decapitato Gulkhan stesso. Xena, Olimpia, Selina e le altre donne dell’harem sono già fuggite e sulla nave che si allontana, Selina esprime tutto il suo disagio ad Olimpia ed Evi, per il modo in cui si è comportata negli anni in cui è rimasta nell’harem.

OLIMPIA: Tua madre sarà così felice di vederti.
SELINA: Come potrà amarmi ancora dopo ciò che sono diventata?
EVI: Non conosci le madri molto bene, vero?
SELINA: Voi non capite. Ho fatto cose terribili. Come potrò mai essere perdonata?
OLIMPIA(guardando Xena con un sorriso): Sei proprio tra la gente giusta.

E la Principessa guerriera le sorride di rimando mentre una luce le illumina il volto.

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