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"AMORE
VERO - Uno studio sul subtext in XENA WARRIOR PRINCESS"
di A. Scaglioni XENA E L’ORO DEL RENO Punta di diamante della sesta stagione, la “trilogia delle Valchirie” che inizia qui, rappresenta la definitiva linea di confine tra sub-text e main-text. Da questo momento diventerà difficilissimo, se non impossibile, anche per i fans più distratti, continuare a considerare lo speciale legame tra Xena e Olimpia come solo una “grande amicizia”. Le ragioni le esamineremo in dettaglio nello studio dei tre episodi, ma corre l’obbligo di dire subito che per la prima volta si parla esplicitamente di amore ed innamoramento, e, come vedremo, non solo tra le due protagoniste, senza possibili equivoci o doppi sensi, fino all’indimenticabile scena nella foresta incantata dell’ultimo capitolo. Intanto, cominciamo occupandoci dopo un lungo periodo, dell’oscuro passato di Xena di cui non parlavamo dalla quarta stagione. Presumibilmente dopo la morte di Aristarco e l’abbandono di Seleuco, Xena in fuga da quegli sprazzi di coscienza di cui aveva dato prova, sta attraversando le foreste del nord Europa, quando incontra Odino, signore delle divinità nordiche. Il dio, colpito dallo spirito selvaggio ed indomabile della donna, ne fa una delle sue Valchirie, lo speciale corpo di guerriere adibite a scortare nel Valhalla, sui loro cavalli alati, gli spiriti dei vichinghi morti valorosamente in battaglia. Da subito, Xena dimostra di non contentarsi affatto dei poteri conferitile dal suo ruolo di Valchiria, come quello di accendere fiamme spontanee con l’incantesimo delle Rune e di voler invece dare rapidamente la scalata al potere fino ad assumere il comando delle Valchirie al posto di Grinilde, la favorita di Odino. Nonostante gli ammonimenti di quest’ultima, il Dio si fa facilmente affascinare da Xena, fino a rivelarle il nascondiglio della pietra d’oro che dà un grande potere a chi ha rinunciato all’amore, ma distrugge la vita di coloro che pur amando ancora ne entrino in possesso. Sicura di non avere di questi problemi, Xena, appreso che la pietra è custodita dalle Figlie del Reno, ninfe che vivono in quel fiume, le raggiunge e entrata in confidenza, vive con loro per qualche tempo, attendendo il momento giusto. Nel frattempo la sua bellezza ha fatto breccia nel cuore di una di loro. PRIMA
FIGLIA DEL RENO(ridendo e giocando nell’acqua con Xena, ad una
compagna): Sorella, unisciti a noi. La nostra nuova amica è deliziosa.
Penso di amarla. La ninfa si tuffa sotto il pelo dell’acqua ed evidentemente “tocca” Xena in qualche zona “intima”. La donna è sorpresa, ma sorride di nuovo alla ridente compagna e le sussurra qualcosa all’orecchio. PRIMA
FIGLIA DEL RENO(quasi scandalizzata): Non posso fartela vedere. Convinta, la ninfa s’immerge in profondità, seguita da Xena, fino a condurla in una caverna dove è custodita la pietra d’oro. (Era questa che Xena voleva vedere, naturalmente. Perché, cosa avevate pensato?) Ma una volta in possesso della pietra, il suo atteggiamento muta radicalmente e dopo aver pestata ed abbandonata sanguinante (non solo nel corpo) l’infelice e disillusa ninfa, se ne va. Tempo dopo, la pietra ormai fusa in un anello, Xena viene aggredita nella foresta da un orribile mostro, che evidentemente non è una sorpresa per lei. Riesce ad imprigionarlo dietro dei cancelli chiusi da uno strano lucchetto con incisi due corvi, il simbolo di Odino, ma prima che possa allontanarsi, il mostro le strappa l’anello dal dito. La storia ci porta avanti di 35 anni, in una locanda dove Xena e Olimpia si stanno ristorando, quando un uomo avvicina la Principessa guerriera e le mostra un lucchetto arrugginito. Lo stesso che tratteneva il mostro. Xena si allontana con l’uomo, lasciando Olimpia ad osservare l’oggetto senza capire. Quella sera, inutilmente Olimpia cerca di strappare qualche informazione alla compagna. OLIMPIA:
Hai ancora dei segreti per me… dopo tutti questi anni? Ma al mattino dopo, Olimpia trova il giaciglio di Xena vuoto ed un messaggio sigillato con un bacio. (Sì, proprio così. Xena le ha lasciato l’impronta delle sue labbra come firma. Pratica notoriamente in uso tra semplici amiche.) Il testo dice: “OLIMPIA, SONO ANDATA AD OCCUPARMI DI UN AFFARE IN SOSPESO. QUESTA MISSIONE E’ COSI’ PERICOLOSA CHE HO PAURA CHE NON SOPRAVVIVERESTI. NON POSSO CHIEDERTI DI MORIRE CON ME ANCORA UNA VOLTA. QUALUNQUE COSA SUCCEDA SAPPI CHE IL MIO AMORE PER TE E’ INFINITO.” Ma naturalmente, Olimpia non può restare ad aspettare e immediatamente parte sulle tracce di Xena. OLIMPIA(scrivendo la sua pergamena): “So che Xena non l’avrebbe fatto, se non avesse pensato che era qualcosa che doveva risolvere da sola. Ho considerato se rispettare il suo desiderio, ma non posso. Il suo sentiero è il mio.” Attraversando foreste e lande sconfinate, Olimpia giunge alle terre del nord dove fa la conoscenza di una guerriera bionda, Brunilde, che saputo lo scopo del suo viaggio, le racconta di come lei abbia sempre ammirato la valchiria dai capelli neri, Xena, di cui ha letto le imprese, ma che risulta scomparsa da decenni. Olimpia riesce a farsi narrare da Brunilde tutta la storia, non potendo però esimersi dal fare delle considerazioni, come quando Brunilde le racconta di come Xena affermasse di non aver bisogno di amore. OLIMPIA:
Povera Xena. Rimasta sola, Olimpia continua a scrivere sulla pergamena. OLIMPIA: “Non conosco i dettagli della missione di Xena, ma comincio a capirne lo scopo. Vuole riparare ad un qualche grande sbaglio commesso nel passato. La maledizione della mia diletta amica è cercare una redenzione che non si concederà mai.” Come è vero, purtroppo. Ma il suo colloquio con la pergamena è interrotto dall’attacco improvviso di Brunilde. Olimpia è sorpresa, ma reagisce con prontezza, impressionando favorevolmente la guerriera. BRUNILDE:
Sei molto brava. Mi hai ferita con la mia stessa spada. Non saprei dire
se sei migliore di me… Per averne la prova, credo che una di noi
dovrebbe morire. E questo non lo voglio. Olimpia finisce di farsi narrare il resto dei trascorsi nordici di Xena fino al momento in cui si forgiò l’anello che avrebbe dovuto renderla invincibile. OLIMPIA:
Xena non aveva bisogno di anelli. E’ una grande guerriera, probabilmente
la migliore. E mentre la guerriera Brunilde comincia a sentire una certa attrazione per Olimpia, ritroviamo Xena molti chilometri più avanti in compagnia di Beowulf, l’uomo che era venuto a cercarla per dare la caccia la mostro chiamato Grindel che, liberatosi, ha cominciato a compiere stragi, e anche tra loro l’argomento è Olimpia, che lui ha appena visto ma che è bastato per restarne colpito. BEOWULF:
Ti manca la tua amica. Giunti nel territorio del mostro, Xena rivolge un ultimo pensiero alla sua compagna. XENA: Sii forte, Olimpia. Che, a sua insaputa, ormai l’ha quasi raggiunta guidata da Brunilde che nel frattempo ha compreso la natura della missione di Xena ed ha raccontato ad Olimpia di Grindel, il mostro che si è impossessato dell’anello che l’ha reso invincibile e che la Principessa guerriera vuol riportare alle Figlie del Reno. Alla fine della pista, Olimpia e Brunilde si trovano di fronte ad una capanna. OLIMPIA:
E’ qui, vero? Ma il nascente sentimento di Brunilde per Olimpia deve essere accantonato di fronte allo spettacolo davanti al quale si trovano. Beowulf ferito e l’armatura abbandonata ed insanguinata di Xena. OLIMPIA(fissando attonita l’armatura nelle sue mani): No. Xena. XENA E L’ANELLO MALEDETTO Alla ricerca disperata di Xena, Olimpia è l’unica caparbiamente convinta che la sua compagna sia sopravvissuta, ed i fatti finiscono per darle ragione. Mentre si è separata da Brunilde e Beowulf, Olimpia si sente afferrare e trascinare dietro un albero. E’ Xena che, ferita e sanguinante, le indica in lontananza la mostruosa ombra di Grindel che si allontana. La ragazza la stringe a sé. OLIMPIA:
Non lasciarmi mai più. (Poi nota le ferite di Xena.) Guardati. Le due vengono raggiunte da Beowulf e Brunilde. Il colloquio che segue, mentre l’uomo si allontana per controllare la zona ed Olimpia benda alla meglio le ferite di Xena, è tutto un intrecciarsi di sguardi di complicità e nascente gelosia. BRUNILDE:
Xena, ho atteso tutta la vita d’incontrarti. Brunilde guarda perplessa Xena, poi si accorge degli sguardi complici tra le due compagne e un lampo di gelosia si accende nei suoi occhi. Ma subito dopo, è il suo turno di ispirare un sentimento simile nella Principessa guerriera. XENA:
Olimpia, so bene che è inutile cercare di convincerti, ma voi
due dovreste andarvene. (…) Questa è la mia battaglia. Olimpia le sorride e Xena fissa le due donne con un dubbio negli occhi. Giunti alla tana del mostro seguendone le tracce, Xena racconta che Grindel è in realtà la valchiria Grinilde che, nel tentativo di impedirle d’impossessarsi dell’anello e dei suoi grandi poteri, glielo aveva portato via mettendoselo al dito per combatterla. Non avendo rinunciato all’amore, la donna si era subito trasformata nell’orrido mostro, avendole la maledizione dell’anello rubatole le cose a cui più teneva, la sua bellezza e la sua umanità. Xena allora le aveva mozzato il dito e recuperato l’anello, prima di imprigionarla. Rimpossessatasene, come abbiamo visto nell’episodio precedente, Grinilde, ora Grindel, si era liberata dopo 35 anni e, senza più traccia d’amore nel suo cuore aveva potuto sfruttarne i poteri. Con l’aiuto di Olimpia e dei suoi amici, Xena affronta il mostro nella sua tana e dopo un’aspra battaglia lo uccide e gli strappa l’anello dal dito, ma facendolo capisce immediatamente che quello appena ucciso non è Grindel, visto che ha tutte le dita e la conferma le giunge subito. In lontananza, riecheggia il ruggito di Grindel. Allontanandosi dalla tana, un nuovo morso di gelosia prende Xena nell’osservare l’atteggiamento di Brunilde verso Olimpia. BRUNILDE(ad Olimpia): Sai, prima di conoscerti, non avevo mai creduto che un guerriero potesse amare altro che la battaglia. Con un pretesto, Xena fa allontanare Brunilde e comunica ad Olimpia che la sua nuova amica non le piace, non si fida di lei perché le ricorda esattamente la se stessa di molti anni prima. Olimpia cerca di difenderla, ma ancora una volta l’istinto di Xena (sia pur spinto dalla gelosia) ha ragione. Brunilde in effetti, sta incontrandosi proprio in quel momento con Odino e le Valchirie. Il Dio, ansioso di vendicarsi dopo anni del tradimento di Xena e di entrare in possesso dell’anello, aveva incaricato Brunilde, una delle sue Valchirie, di sorvegliare Olimpia nell’attesa del momentp di intervenire, ma qualcosa d’imprevisto si è verificato. ODINO:
(…) Allora, cosa è andato storto, Brunilde? Il piano era
che quando Xena avesse avuto l’anello, tu l’avresti attaccata
approfittando del suo stato e glielo avresti portato via. Questo è il discorso più diretto mai sentito in sei stagioni. Niente giri di parole, niente frasi equivoche. Brunilde si è innamorata di Olimpia e il sentimento che prova per lei le ha impedito di portare a compimento il piano di Odino. ODINO(alle
Valchirie): Xena ha il potere di uccidere gli Dèi. Ed è
anche capace di utilizzare la parte di valchiria in lei. Ma ha una debolezza…
la sua compagna, Olimpia. Catturatela e l’anello è nostro. Il gruppetto insospettito per la prolungata assenza di Brunilde, viene attaccato dalle Valchirie che cercano di rapire Olimpia, ma Brunilde batte tutti sul tempo portando via la ragazza con sé sul cavallo alato. Xena guarda impotente, ancora impegnata nella battaglia, quando interviene Odino stesso che rivela alla Principessa guerriera che il mostro che ha ucciso era il figlio di Grinilde di cui questa era gravida al momento della trasformazione. Ma i tentativi di convincere Xena a cedergli l’anello falliscono e quindi Odino decide di allearsi con il mostro. Nel frattempo, Brunilde e Olimpia si sono fermate in una radura e Olimpia le si rivolge contro infuriata. OLIMPIA:
Ma cosa vuoi fare? Fa per allontanarsi, ma Brunilde la insegue e l’afferra per un braccio, costringendola a voltarsi verso di lei. BRUNILDE:
Io ho sfidato il mio Dio per te, Olimpia! Intanto Odino e Grindel, ora alleati, hanno messo all’angolo Xena e Beowulf. Il guerriero è rimasto a terra, gravemente ferito, e Xena ormai con le spalle al muro non ha più che una speranza: l’anello. ODINO: Dammi l’anello, Xena, e io non ucciderò la tua amica. Guarda, non puoi sconfiggerci tutti…(vedendo con terrore che Xena sta per infilarsi l’anello al dito) Bisogna aver rinunciato all’amore per ottenere il potere dell’anello. I tuoi sentimenti per Olimpia ti impediranno di utilizzarlo. Ma l’anello, come gli ricorda Xena, funziona per tutti all’inizio e con i suoi poteri Xena riesce facilmente a sconfiggere Odino, Grindel e le Valchirie e si allontana. Quando Brunilde la raggiunge la Principessa guerriera appare confusa e frastornata. E questa si rende subito conto che l’anello le ha rubato ciò a cui più teneva. Il ricordo di Olimpia, il suo amore per lei e la memoria della propria identità. Brunilde riesce a farsi consegnare l’anello e corre da Olimpia. OLIMPIA:
Brunilde, devo trovare Xena. La fiamma attraversa il corpo di Olimpia e questa, rivestita di nuovi abiti si stende sulla roccia, cadendo subito in un sonno profondo, mentre poco lontano Beowulf riprende i sensi e trovando la spada e il chakram di Xena abbandonati per terra, comincia a chiamarla vanamente. Nel profondo della foresta, Xena, senza più armi né memoria, urla tutta la sua angoscia alla notte. XENA: Chi sono io? Per favore, ditemelo. Chi sono io? CHI SONO IOOO??? Ma dal buio non giunge alcuna risposta. |
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