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"AMORE
VERO - Uno studio sul subtext in XENA WARRIOR PRINCESS"
di A. Scaglioni SESTA STAGIONE(2000-2001) (ottava parte) XENA E IL SIGNORE DELLA TERRA OSCURA (Prima parte) Ed eccoci arrivati. Devo ammettere che fin da quando ho cominciato a scrivere questa mia ricerca sulle sei stagioni di Xena, ho guardato con un misto di emozione e timore al momento in cui mi sarei dovuto occupare di questo doppio episodio finale. Questa è una storia che ha sollevato molti rimpianti ed altrettante polemiche tra i fans. Soprattutto i sub-texters hanno visto nella conclusione della serie, una punizione moralistica nei confronti di una eroina che era riuscita ad essere completamente se stessa, aldilà delle convenzioni e delle ipocrisie, dividendo la propria vita con un’altra donna, e la sua fine è stata accolta da fiumi di necrologi dai fans di tutto il mondo. Devo dire che non sono completamente d’accordo: pur condividendo il dolore (eccome!), riconosco nel grande finale della saga della Principessa guerriera, quell’epicità che, secondo me, ha contribuito ad allargarne la leggenda, scolpendo per sempre nei nostri cuori il suo nome. E cominciamo la narrazione, con l’avvertenza che di tanto in tanto troverete dialoghi, frasi o immagini che non ricorderete di aver visto in TV. Questo, perché ho deciso di utilizzare la versione integrale, montata dal regista e autore principale della serie, Robert Tapert, e a quanto mi risulta, trasmessa solo una volta in America e attualmente disponibile soltanto in video. Durante una notte, come di consueto trascorsa sotto le stelle, Xena e Olimpia si chiedono se non sia il caso di andarsene dalla Grecia e stabilirsi magari in Egitto, dove Xena ha udito cerchino una fanciulla con un chakram. Ma il destino ha disposto diversamente. Le due donne sono raggiunte da un monaco proveniente dal Paese del sol Levante (il Giappone) che porta a Xena un messaggio da una persona del suo lontano e oscuro passato, Akemi. A udire quel nome, Xena appare profondamente turbata. XENA:
Olimpia, questo non sarà il viaggio che ti avevo promesso,
ma se Akemi mi chiama, io devo andare. Akemi è ora uno spirito, schiavo di Yodoshi, il demone signore della terra oscura, per il quale, insieme agli spiriti di altre donne, procura anime da divorare. Akemi richiede l'aiuto di Xena prima che l’esercito del demone attacchi e distrugga la città di Higuchi uccidendone tutti gli abitanti. A questo scopo, il monaco ha con sé una katana, una spada da samurai, che consegna a Xena. In viaggio per il Giappone, Xena racconta ad Olimpia la storia di Akemi. Al tempo in cui percorreva terre e mari accanto ad Aristarco, Xena era entrata in contatto con un signore della guerra cinese, Kao, che aveva rapito una giovane donna. Col miraggio di un ricco riscatto dalla famiglia della fanciulla, Xena si era affrettata a sottrarla al suo rapitore, ma era rimasta subito colpita dalla personalità della fanciulla. AKEMI(a
Kao, guardando Xena): Tu non mi ucciderai. Xena non te lo permetterebbe.
Perché nel suo cuore, lei sa che presto mi amerà. Irresistibilmente affascinata, Xena uccide il rapitore e porta via Akemi. Il suo pretesto iniziale è naturalmente il riscatto che pensa di ricavarne, ma in realtà l’enigmatica ragazza, dolce e decisa ad un tempo, ha scavato un solco nel suo cuore. Nel tragitto che le porta verso le terre del Sol Levante, Xena parla ad Akemi della capacità di sentire oltre i suoni, per ascoltare anche i più piccoli rumori del mondo che la circonda. AKEMI:
Quando ascolti il kami così, devi sentirti in pace. Akemi consegna a Xena una pergamena con ideogrammi giapponesi. XENA(perplessa):
Oh, ehm… è molto… carina. Olimpia che sta ascoltando il racconto di Xena, l’interrompe pensierosa. OLIMPIA:
E’ bellissima. Per scrivere una cosa simile deve averti amata
molto. (Accorgendosi dello sguardo addolorato di Xena.) Che hai? Mentre registriamo come a differenza del passato (ricordate Lao Ma?), Olimpia pare aver superato le crisi di gelosia nei confronti degli antichi amori della sua compagna, e a questa sua maturazione e crescita come donna e come guerriera, ampio spazio sarà dato in questa vicenda, notiamo anche che, come abbiamo avuto modo di vedere anche nelle stagioni precedenti, Xena, già da lungo tempo, doveva aver scoperto in sé impulsi che la spingevano verso altre donne, pur magari senza riuscire a dare loro contorni precisi. Intanto, però, la giovane Akemi sembra manovrare a suo piacimento la spietata Principessa guerriera, e dopo averla condotta a combattere contro un maestro di spada del luogo ed i suoi allievi per la conquista di una katana, perché “la sua spada non è abbastanza buona”, la convince anche ad insegnarle la sua “presa” segreta. AKEMI(scrivendo):
In una folata di neve, due aliti di vento si uniscono e diventano
uno per poi scomparire l’uno nell’altro. Qui, anche la nuova e matura Olimpia non resiste più e sbotta. OLIMPIA: La conoscevi solo da poche settimane e le hai insegnato la “presa”?!? Xena, in tutto questo tempo… Ma le due donne sono interrotte bruscamente. Higuchi, che è in vista dalla nave, è in fiamme e sotto assedio. Impossibile attraccare. XENA:
Cosa?! Olimpia, io devo arrivare a terra! A nuoto le due compagne raggiungono la riva e Xena, lasciando l’iniziativa ad Olimpia (prendete nota, è importante), le permette di prendere il comando delle operazioni e, con grande agilità e coraggio, la poetessa guerriera la conduce tra le fiamme di tetto in tetto fino ad un gigantesco serbatoio d’acqua che aperto, inonda tutto il terreno circostante spegnendo gli incedi. Ma Olimpia non ha il tempo di raccogliere ringraziamenti. Vuole prima che Xena prosegua il suo racconto. Giunte alla casa del padre di Akemi, Xena comprende come la ragazza l’abbia usata fino ad allora. Con la presa segreta che le ha insegnato, Akemi uccide il padre che ritiene colpevole dello sterminio della sua famiglia e poi le chiede di tagliarle la testa con la katana restituendole una morte onorevole. XENA(sconvolta).
Tu vuoi che io ti tagli… ecco perché hai voluto che prendessi
la katana. E Xena, con il cuore in pezzi afferra la katana e le taglia la testa con un colpo solo. Ma i fatti narrati da Xena hanno avuto un esito che nemmeno lei immaginava. Harukata, un uccisore di spettri, un mortale dotato di una katana magica, in grado di porre fine alle sofferenze degli spiriti inviandoli alla loro dimora finale, le getta in faccia l’accusa di aver causato la morte e la dannazione di quarantamila abitanti di Higuchi. Costernata, Xena ricorda come per esaudire l’ultimo desiderio di Akemi si fosse recata ad higuchi con un urna contenente le ceneri della fanciulla. Distrutta dal dolore, ubriaca ed irriconoscibile (in segno di lutto si era rasata i capelli e dipinta il viso all’orientale) aveva tentato di eseguire il suo compito, ma gli abitanti del posto che avevano appreso come lei volesse onorare i resti di una patricida, l’avevano aggredita e percossa, distruggendo l’urna. Fuori di sé dalla rabbia, nel vedere le ceneri di Akemi volare via nel vento, Xena aveva dato fuoco alle abitazioni più vicine e l’incendio, a sua insaputa, si era allargato all’intera città. In più, dato che le disgrazie non vengono mai sole, lo spirito del padre di Akemi, così gonfio di malvagità che nemmeno l’oltretomba l’aveva accolto, era divenuto un demone, il Signore della Terra Oscura, il mangiatore di anime, e aveva imprigionato ingoiandole le anime delle quarantamila vittime. Harukata considera Xena colpevole di tutto questo, ma la stessa Xena si sente responsabile e quando Harukata le dice che l’unico che può distruggere uno spirito potente come quello di Yodoshi, è solo un altro spirito che possa avvicinarglisi abbastanza con una katana resa magica, capisce quello che deve fare. Lei ha già insegnato ad Olimpia, nel corso degli anni che hanno trascorso insieme e in quelle ultime ore, parecchie delle sue arti, come quella di ascoltare oltre i suoni, ora non le resta che darle l’ultimo insegnamento, prima di affrontare la battaglia. Ed è una Xena devastata dal pensiero del destino che incombe su di lei, ma ancora di più dal dolore che sa di dover infliggere ad Olimpia, quella che chiama la sua compagna accanto a sé.
XENA(riafferrandole
le mani e posandole di nuovo sulla propria gola): No. No, oggi più
che mai voglio che tu sappia ciò che so io. T prego. (E usando
le dita di Olimpia si pratica la “presa”.) Poi Xena annulla la “presa” e riprende a respirare. Wow, ragazzi. Non so cosa dire. Ormai davanti a momenti come questo, in cui l’amore tra Xena e Olimpia raggiunge vette di tenerezza e disperazione simili, ogni discussione sul sub-text mi pare assolutamente inutile e fuori posto. Ma l’ora è giunta e, mentre Olimpia, ancora confusa e spaventata dal colloquio appena avuto con Xena, conduce le truppe cittadine in una direzione, la Principessa guerriera si avvia, triste e sola, in quella opposta. XENA E IL SIGNORE DELLA TERRA OSCURA (Seconda parte) Mentre l’attacco decisivo dell’armata nemica si avvicina, Olimpia, preoccupata dallo strano atteggiamento di Xena che non riesce a comprendere, inizia a mettere in relazione vari indizi. Il fatto che Xena abbia insistito per insegnarle tutto ciò che sa, quasi un dono d’addio, le ripetute dichiarazioni (“Ricorda che io ti amo.”) e il territorio che l’ha mandata a presidiare alla guida dei guerrieri di Higuchi, che non mostra tracce del nemico, le fanno intuire la verità. E Olimpia corre disperata nella direzione in cui si è allontanata da sola la sua compagna, urlando il suo nome. Xena, intanto, dopo aver seppellito la sua armatura (quasi simbolicamente, la stessa azione che aveva compiuto nelle primissime sequenze dell’episodio d’esordio della serie, sei stagioni prima) si appresta ad affrontare l’esercito avanzante da sola, ben conscia del suo destino. Battendosi valorosamente contro innumerevoli nemici, Xena, ferita e trafitta in più parti del corpo (la scena della pioggia di frecce è agghiacciante), ormai appena in grado di restare in piedi, urla il nome di Olimpia con le sue ultime forze come estremo tributo al suo amore, mentre scene della loro vita insieme si affollano davanti ai suoi occhi, e proprio il ricordo della sua compagna è l’ultima cosa che la sua mente può registrare prima che la spada del comandante nemico le recida la testa dipingendo di rosso il paesaggio. Giunta sul luogo dello scontro, ormai deserto, Olimpia trova il chakram insanguinato e larghe tracce di sangue che si allontanano nel folto della foresta. Nel frattempo, lo spirito di Xena si ritrova in un luogo che non conosce, una tipica casa del tè giapponese, dove l’attende Akemi sorridente. AKEMI: Sei venuta nei miei sogni e pensavo che fosse realtà. Ora vieni nella realtà e mi sembra un sogno. E mi riempie di gioia, comunque. Akemi le spiega che il luogo in cui si trovano e i loro stessi corpi non sono altro che un’illusione di fisicità creata dal demone Yodoshi per attirare innocenti delle cui anime possa cibarsi. E Yodoshi stesso fa all’improvviso il suo ingresso, attirato dal suono di un monile con un campanellino legato alla caviglia dello spirito di un’altra donna, Myuki, a lui fedele, e stabilisce subito il suo dominio sulla nuova arrivata, mutando il suo braccio in una frusta di fuoco e colpendola selvaggiamente fino a denudarla. Xena si sottomette e il demone scompare. Ma Xena non ha sicuramente nessuna intenzione di svolgere il ruolo di geisha al servizio di Yodoshi e si allontana. Poco fuori, incontra Olimpia ancora testardamente alla sua ricerca. OLIMPIA:
Xena! Harukata appare e Olimpia impugna la spada, temendo che l’uccisore di spettri sia lì per Xena, ma la compagna la rassicura e si getta tra i cespugli da dove Myuki le spiava. Xena afferra lo spirito e lo getta verso la spada di Harukata che lo trafigge. Mentre lo spettro scompare, Xena prende al volo il monile che veniva usato per richiamare il demone con l’intento di utilizzarlo quando sarà il momento. Poi scorta Olimpia alla casa da tè dove le presente Akemi. XENA(ad akemi): Questa è la mia anima gemella. E’ una poetessa come te, Akemi. Così Olimpia può finalmente conoscere la fanciulla che prima di lei ha saputo leggere nel cuore della sua compagna. Ma il suo pensiero dominante resta come riportare Xena in vita, e Harukata le si rivolge. HARUKATA:
Ho una domanda. Rischieresti la tua vita per restituirle la sua? Le viene così spiegato che l’unico sistema è ritrovare il corpo di Xena, cremarlo e poi spargere le ceneri nella Fontana della Forza sul monte Fuji, ma il tutto dovrà avvenire prima del secondo tramonto dopo la morte, o niente potrà più essere fatto. Conscia che ha tempo solo fino al giorno dopo, Olimpia si prepara a partire, ma Akemi prima la convince a farsi tatuare sulla schiena un’immagine protettiva. L’operazione è dolorosa, e Xena si adagia accanto alla sua compagna per confortarla. Poi, armata della katana a cui è stato infuso il potere di uccidere lo spirito del demone, Olimpia parte per la sua missione. XENA:
Buona fortuna, vecchia amica mia. Ma l’impresa che attende Olimpia è assai più dura di quanto crede. L’arrivo di Olimpia all’accampamento nemico, sotto una pioggia battente e quasi presaga dello spettacolo che ci attende, è uno dei momenti più tristi e penosi a cui sia mai dato di assistere per lei e per noi: il corpo di Xena pende braccia e gambe legate come quello di un animale macellato con le frecce che ancora lo trapassano, e senza testa. Come se avesse ricevuto un calcio nello stomaco, Olimpia cade in ginocchio, mentre conati di vomito minacciano di assalirla. Vedere la compagna della sua vita in quello stato è molto più di quanto possa sopportare, ma ha una missione da compiere e con tutto il coraggio cui possa fare appello, lancia il suo urlo. OLIMPIA(sconvolta dall’orrore, con le lacrime che si mischiano alla pioggia): Datemi la sua testa!!! Poi,
fattasi forza si avvicina al cadavere e taglia le corde che lo sostengono
a mezz’aria. Quindi amorevolmente l’avvolge in una coperta.
L’uomo che ha ucciso Xena le si avvicina. La sfida è lanciata e Olimpia affronta faccia a faccia l’assassino. Nella sua mente tornano gli insegnamenti della sua compagna e l’uomo è facilmente sconfitto. Ma non ritenendolo degno di una morte onorevole, Olimpia lo colpisce lasciandolo svenuto con la faccia nel fango. La sua vittoria le permette di riavere la testa di Xena, appoggiata su un basso tavolo come un trofeo e, ricacciando indietro ancora una volta le lacrime e le urla che sente pronte a scaturirle dalla gola, tra due ali di soldati che la osservano con rispetto, si allontana a cavallo con il suo triste fardello. Intanto, nella casa da tè, il piano per distruggere Yodoshi, ha solo un parziale successo. Richiamato dal suono del monile, il demone appare, ma respinge l’attacco di Harukata uccidendolo, poi quando Xena gli mozza un braccio, scompare in un baleno attraversando il tetto della casa. Prima di morire, Harukata avverte Xena che, anche se il demone ora è indebolito, se berrà dalla Fontana della Forza, ritornerà ai suoi pieni poteri. Solo facendo altrettanto, Xena, usando la sacra katana, potrà distruggerlo definitivamente. Sotto forma di uccelli, gli spiriti di Xena e Akemi raggiungono il monte Fuji dove è già giunto Yodoshi, ma prima Akemi ha una confessione da fare a Xena. AKEMI:
Xena, Olimpia è sulla strada del monte Fujisan, e se riesce… Dopo aver ascoltato ciò che Akemi aveva da dirle, lo sguardo di Xena appare cupo e triste. XENA: So che hai fatto ciò che credevi giusto, Akemi. E, forse, liberando quelle anime, ci redimeremo tutti. Andiamo. Prima di affrontare la salita sul monte Fuji, Olimpia allestisce la pira funebre per il corpo di Xena, e mentre il fuoco incenerisce i resti della sua compagna, i suoi pensieri corrono alla vita che hanno condiviso, i momenti felici e quelli dolorosi. OLIMPIA: Non posso lasciarti morire. Tu tornerai da me, amica mia. Ma sulla strada per il monte Fuji, l’attende il samurai assassino in cerca di vendetta. Ancora una volta, Olimpia lo sconfigge, ma nella collutazione l’urna con le ceneri di Xena cade nel vuoto, finendo in un nido di uccelli. Mentre Olimpia sta per calarsi per riprenderla, ode i rumori della lotta tra Yodoshi, che ha ingoiato anche lo spirito della figlia, e Xena. Entrambi cercano di recuperare i loro poteri bevendo dalla Fontana della Forza, ma il demone ha la meglio e lo spirito di Xena giace sul terreno, svuotato di ogni energia. Riesce appena a spiegare all’accorrente Olimpia che ha bisogno dell’acqua. La ragazza corre alla Fontana e, nonostante l’opposizione del demone che la colpisce con un globo di fuoco respinto però dal tatuaggio protettivo, raccoglie in bocca una sorsata d’acqua e la porta a Xena. Poi, unisce le sue labbra a quelle della compagna e in quel bacio apportatore di vita, mette un ardore e una dolcezza ben superiori a quelle richieste, mentre l’acqua penetra nella bocca di Xena. Con riluttanza stacca le labbra e guarda negli occhi di lei. In un attimo, lo spirito della Principessa guerriera è di nuovo in piedi e appare rivestito della sua armatura. Olimpia le consegna la sacra katana e si lancia al recupero dell’urna cineraria prima che il sole tramonti. Xena vorrebbe dirle qualcosa, ma la battaglia la richiama. E così mentre Olimpia scala faticosamente la rupe e s’impadronisce dell’urna, Xena e il demone si battono con tutta la forza dei loro poteri e il Yodoshi viene definitivamente sconfitto. Quando Xena gli mozza la testa, dal corpo distrutto, le anime che aveva imprigionato, compresa quella di Akemi, si liberano. AKEMI(mentre
il suo spirito vola via): Xena… Intanto, Olimpia è risalita, ma di nuovo trova ad attenderla il samurai. SAMURAI:
Io merito la dignità di un guerriero. E lancia il chakram di Xena. L’arma vola e colpisce alla testa l’uomo, uccidendolo(finalmente!) per poi tornare nella sua mano, mentre Olimpia lo guarda quasi sorpresa. Ma ormai non c’è più molto tempo. Olimpia corre alla Fontana e fa per gettarvi le ceneri, ma la mano di Xena la ferma. XENA:
No, Olimpia. Adesso piangono tutte e due. OLIMPIA:
Io ti amo, Xena. Come posso andare avanti senza di te? Poi, Xena abbraccia Olimpia e entrambe siedono una accanto all’altra ad attendere che il sole scompaia all’orizzonte. Quando l’ultimo raggio si spegne, l’immagine di Xena svanisce, e Olimpia si ritrova sola a osservare il cielo rosso del tramonto, nel quale le pare di scorgere ancora il volto della sua compagna che le sorride. Sulla nave che la riporta lontano dal paese del Sol Levante, Olimpia stringe a sé l’urna con le ceneri.
OLIMPIA:
Credo che dovremmo andare nella Terra dei Faraoni. Ho sentito che
cercano una fanciulla con un chakram. Xena le bacia dolcemente i capelli, mentre la nave si allontana all’orizzonte.(Ma nell’episodio originale un’ ultima immagine, in questa versione misericordiosamente eliminata, ci mostra Olimpia sola, mentre stringe al seno l’urna con le ceneri di Xena, suggerendoci che la sua compagna viva soltanto nel suo cuore.) Come avrete notato, in questo finale mi sono astenuto al massimo da commenti, lasciando che a parlare fossero immagini e dialoghi, non solo perché ogni ulteriore commento mi pareva inutile e fuori posto, ma anche perché il tremendo magone che sento anche ora mi impedisce di fare qualunque considerazione. Prima di chiudere mi resta solo da far notare come la saga della Principessa guerriera trovi qui la perfetta conclusione. Con la sua morte, Xena trova quella redenzione che aveva sempre cercato. E anche se questo significa abbandonare Olimpia, lo fa con la consapevolezza di lasciare una donna forte e decisa, ben lontana dalla ragazzina allegra e entusiasta che un giorno aveva aiutato a montare sul suo cavallo. Una degna erede del destino e delle responsabilità della Principessa guerriera. E, comunque, il suo amore per lei non morirà mai, e il suo spirito l’accompagnerà dovunque vada, conscia che, come ben sappiamo, in altri tempi, in altri luoghi, in altre vite, le loro esistenze s’intrecceranno ancora, e ancora, e ancora… UNA NOTA FINALE: Nel momento in cui chiudevo questo lungo ed appassionante viaggio nelle sei stagioni di Xena, come un segno del destino, nelle videoteche italiane è appena arrivato il video dell’episodio finale nella sua versione estesa (quella che abbiamo appena esaminato) con il titolo ”XENA-LO SCONTRO FINALE”. Il film è stato interamente ridoppiato, utilizzando però le voci delle doppiatrici ufficiali della serie TV, a cui siamo ormai tutti affezionati: Alessandra Cassioli (Xena) e Laura Lenghi (Olimpia). Ma la sorpresa più piacevole, credo, per ogni sub-texter, è che finalmente i vari “Ti voglio bene” sono diventati altrettanti “Ti amo”. Dopo sei anni, da quel gennaio 1998, in cui per la prima volta sugli schermi di Italia 1, Xena e Olimpia unirono i loro destini, almeno nella versione italiana, il loro amore è ufficialmente dichiarato. |
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