Sweet
dream in my life
di
Lady_ghiaccio
Genere: Alt
Ambientazione:Canada nei pressi di Vancouver/giorni nostri
scritto da: Lady_ghiaccio
Disclaimer: I personaggi di Xena e Gabrielle appartengono alla MCA/Universal
Renassiance Pictures; ma sono adattati e visionati per questo mio
racconto, con il quale non intendo infrangere alcun copyright. Il
racconto è stato scritto per puro divertimento, e senza scopo
di lucro.
N.B. In questa storia viene ampiamente trattato una rapporto tra persone
dello stesso sesso,se ciò vi disturba o in qualche modo vi
offende non proseguite la lettura.
Ringraziamenti:
Questa storia è stata scritta dopo la pubblicazione di Take
me away che se non avete ancora letto vi inviterei a farlo (potete
trovare il racconto su Xandrella.com oppure richiederlo inviandomi
una mail a P.antares@virgilio.it)
In queste righe che seguono vorrei ringraziare tutte le xenite che
dopo aver letto Take me away mi hanno contattato via mail dandomi
i loro pareri e i loro preziosi consigli,che oggi mi hanno spianta
a creare quest’altra opera. Spero tanto che la lettura sia di
vostro gradimento.Ci tengo a precisare che le vostre considerazioni
sull’opera per me sono fondamentali,vi chiedo cortesemente di
contattarmi a P.antares@virgilio.it per dirmi cosa vi ha colpito di
più e cosa invece non vi è piaciuto.Vi aspetto e vi
ringrazio ancora, se è nato questo sequel è soltanto
per merito vostro!
dediche:
Vorrei dedicare questo racconto ad una lettrice in particolare,una
persona dolcissima che ho conosciuto via mail.Per questioni di privacy
non divulgo il suo nome,ma posso assicurarvi che è una persona
stupenda.Purtroppo viviamo in due città distanti fra loro,ma
tra noi è nato comunque un sentimento speciale.Sei la mia stella
dolce poetessa!
P.S. i personaggi che interpretano il seguente racconto sono gli stessi
di Take me away anche se in ruoli e situazioni diverse.
TITOLO
1.1 Apparsa dal nulla
La ragazza dai capelli neri si trovava nel campo di grano intenta
a cercare il suo braccialetto d’argento -è come cercare
un ago in un pagliaio-pensò. Immersa nei suoi pensieri continuava
a scrutare attentamente fra le spighe.Una goccia d’acqua bagnò
il suo volto e fù allora che la ragazza si accorse che stava
iniziando a piovere.
Il fratello affacciato alla finestra la chiamava a gran voce
C:Xena?coraggio
vieni dentro,sta arrivando un temporale!
X:
Arrivo,arrivo.Cavolo ci tenevo a quel bracciale!
C: Non vorrai beccarti una bronchite per un bracciale!
X: No tanto tu me ne comprerai un altro vero?
C: Ho un'altra scelta?
X: No.
La
sera non tardò a venire e con essa anche il temporale. L’orologio
segnava le 22:30.Xena era sdraiata sul divano,il suo sguardo era rivolto
nel vuoto.Erano già sei mesi che il sorriso le si era cancellato
dalle labbra.
Nervosamente faceva roteare una collanina fra le mani pensando e ripensando
a cosa l’avesse fatta
cadere in quello stato -non si va in depressione senza un motivo!cos’è
che ti a ridotta cosi?- Quante volte le avevano fatto quella domanda,ma
lei non sapeva contrapporvi una risposta.Quante energie sprecate a
scrutarsi dentro,quanta fatica per risalire in superficie -tutto inutile!Orami
è finita per me-Quasi senza rendersene conto aveva pronunciato
quella frase ad alta voce,poi la sua attenzione fù catturata
da Clarck e Megan che si stavano dirigendo verso di lei.
M:tesoro non stare qui,coraggio vieni su con noi
C:ti va di ascoltare un po’ di musica?
Improvvisamente
Xena ebbe un sobbalzo e il suo volto si velò di paura.
M:
Ehi che c’è?
X: L’avete visto anche voi?
C: Cosa?
X: Clarck ho visto un ombra fuori.
M: Un ombra?
C: Ma dai sarà stato il vento.
X: No,no sembrava un uomo.
C: Ok vado a dare un occhiata.
X: Io vengo con te.
M: Non vorrete lasciarmi qui!mi aggrego anch’io.
Con
il cuore in gola i tre ragazzi si diressero fuori uscendo dal retro.Gli
ombrelli aperti servivano a poco,il vento spingeva l’acqua in
tutte le direzioni. Megan scorse qualcosa fra la penombra e subito
dopo senti un rumore metallico.
M:
Ra..ragazzi credo ci sia qual ’uno in cantina
X: Chiamiamo la polizia.
M: Potrebbe essere un ladro.
C: Calma ragazze ci penso io.
Clarck
afferrò un accetta dall’armadio degli attrezzi.
X:
Cosa ci vorresti fare con quella?
C: Tranquilla solo spaventarlo.
M: Ma siamo sicuri che sia un ladro,forse è solo un cane o
una volpe.
X: Bene scopriamolo!
I
ragazzi tirarono un sospiro e poi con determinazione e prudenza si
diressero giù per le scale fino in cantina.Accesero la luce
anche se quella piccola lampadina da anni appesa al soffitto non illuminava
gran che.
X:Beh
sembra tutto a posto.
M:Giuro io ho visto qualcosa entrare qui!
C:Forse è megl…
D’improvviso tutti e tre si paralizzarono.Immobili nella penombra
della cantina,mantenevano lo sguardo fisso su quel sacco di tela posto
di fronte ad essi,che avevano visto prender vita dal nulla…
C:Chi
c’è la dietro?ti avverto siamo armati!
Il
sacco cadde scoprendo chi si celava al suo interno.Non era una ladro,non
era un animale selvaggio,era una ragazza.Aveva lunghi capelli biondi
e gli occhi azzurri come il cielo.Un espressione angelica modellava
il suo volto.Indossava una giacca jeans e un vestitino bianco corto
ed attillato,non aveva le scarpe ed era bagnata fradicia.
Tremante ed impaurita osservavo le tre figure che mi si imponevano
di fronte. Ero confusa e disorientata dove mi trovavo?come ci ero
finita li dentro?chi erano quelle persone che fino ad un attimo prima
sembrava volessero difendersi da me?Nella mia mente aleggiavano solo
due ricordi:il mio nome e la mia età,il resto era un sentiero
imperscrutabile un vuoto incolmabile.
C:E’
una ragazza!
M:Ma come ci sei finita qui?
Una
di quelle tre figure che fino ad allora vedevo sfocate e in penombra
mi si avvicinò.Aveva lunghi capelli neri e stupendi occhi azzurri.Con
calma avanzava verso me.Capiva che ero terrorizzata e cercò
in tutti i modi di infondermi tranquillità:anche se il suo
profumo dolce ci era riuscito meglio di mille parole.
X:Ehi
va tutto bene!Sta tranquilla.Io sono Xena e loro sono:mio fratello
Clarck e mia sorella Megan. Tu invece come ti chiami?
A:Io mi chiamo Alisea e ho 20 anni.
X:E come sei finita qui?stavi scappando da qualcuno? ti sei persa?
A:Non lo so,non mi ricordo niente.
M:Forse è meglio che vieni dentro ti diamo qualcosa di asciutto.
X:Si fa freddo qui.Coraggio vieni!
A:Non mi farete del male vero?
C:Perché dovremmo!Vogliamo solo aiutarti.
La ragazza dai capelli neri mi aiutò ad alzarmi e assieme uscimmo
dalla cantina dirigendoci dentro casa. Camminando nel prato bagnato
avvertivo di nuovo quell’insopportabile sensazione di freddo,che
svanì velocemente non appena mi fecero entrare nella loro confortevole
abitazione.
Megan mi portò un pigiama pulito e mi preparò un bagno
caldo.
X:Adesso immergiti in acqua e poi indossa questo pigiama,noi ti aspettiamo
giù, fai pure con comodo.
A:Grazie,siete molto gentili
X:Sarebbe impossibile non esserlo con te!
Xena
richiuse la porta lasciandomi libera di rilassarsi un po’ con
l’acqua calda e si diresse giù in soggiorno dove vi erano
Clarck e Megan.
C:Tutto
a posto?
X:Si.
M:Poverina non ricorda niente,deve esserle accaduto qualcosa di orribile!
C:Dovremmo avvisare la polizia,ma non sappiamo la sua storia e potremmo
metterla nei guai.
X:Si è meglio tenerla qui finché lei non ricorderà
cosa le è accaduto.
Adesso
andava molto meglio,quel bagno mi aveva rigenerata.Indossai il pigiama
e mi diressi giù in soggiorno dove si trovavano quei ragazzi
gentili.
A:Grazie
per avermi fatto usare il vostro bagno ora mi sento meglio.
C:Siamo a tua disposizione,non preoccuparti.
Megan
mi porse una tazza di latte fumante.
M:Tieni
ti aiuterà a scaldarti.
A:Grazie.
X:Davvero non ricordi niente?
A:Io ricordo: il mio nome, la mia età e poi...è tutto
così confuso!
M: prova a pensare cos’è successo un ora fa.Come mai
ti trovavi da queste parti?La città dista da noi 20 km,qui
ci sono solo pochi isolati distanti gli uni dagli altri.
A:Ricordo solo che correvo fra il grano e non sopportavo la pioggia
battente,avevo tanto freddo allora mi sono rifugiata nella vostra
cantina.
C: ricordi certe cose come:in che anno siamo,in quale stato ci troviamo.
A:E’il 2005 siamo in Canada,si questo lo ricordo,ma tutto quello
che riguarda il mio vissuto personale mi è totalmente sfuggito.
X:Devi aver subito uno shock, forse la tua mente ha reagito così.
C:Vedrai che presto tornerà tutto a posto.
X:Adesso ti preparo il letto in camera mia, dormirai qui sta notte.
A:Va bene.
1.2
Al sicuro
Si
era già fatta mezza notte il temporale non accennava a placarsi.
Da dietro i vetri Megan osservava la pioggia incessante,poi lo sguardo
distolto tornò al testo che stava leggendo.Al piano di sotto
Clarck non avendo molto sonno eseguiva un ripetitivo zapping in tv,pensando
che era meglio mettere un dvd.Xena invece era in camera sua,in mia
compagnia.
La stanza di Xena era la piu grande della casa e non a caso la più
carina:una finestra in legno con tendine semitrasparenti si affacciava
direttamente al campo di grano,due mensole piene di peluche ravvivavano
la parete, una scrivania tutta rosa ospitava il computer e tante penne
colorate, e per concludere l’immancabile letto pieno di cuscini
variopinti.
X:Spero
sia comodo il letto che ti ho montato,sai sono anni che non dormo
più su quel materasso.
A:Starò benissimo.Voi tre vivete qui da soli?
X:Si i nostri genitori sono sempre in viaggio,sono due archeologi.Prima
da bambini eravamo costretti a seguirli e cosi ci toccava spesso e
volentieri cambiare città,cambiare scuola e lasciare gli amici.Adesso
siamo cresciuti e sappiamo badare a noi stessi, quindi abbiamo preferito
stabilirci qui in Canada.
A:Avrai girato il mondo allora!
X:Devo dire che ho visto molto:gli Stati uniti,l’Australia,la
Grecia,l’Italia,la Spagna ecc ecc.
A:Ch’issa se io ho mai visitato questi posti.
X:Beh è probabile.Non ricordi almeno il volto di qualcuno:un
tuo caro, oppure un nome?
A:Purtroppo no . I miei ricordi iniziano da quando mi avete trovata
nella vostra cantina.
X:Vedrai che col tempo ricorderai.
A:Da quanto vivete qui?
X:Tre anni,prima vivevamo in Nuova Zelanda.Mio fratello era venuto
qui in vacanza con un amico e ha deciso di restare avendo trovato
un posto in una società di telefonia.Dopo tre mesi nemmeno
a farlo apposta nella stessa società si liberano due posti,allora
io e Megan ci siamo tuffate.Morale della favola:noi tre viviamo qui
e i nostri genitori continuano a vagabondare fregandosi dei figli.
A:Capisco.Mi dispiace solo non poterti dire niente di me,tu mi hai
raccontato la tua vita e io invece…
X: Beh non c’è solo il passato da raccontare,puoi anche
parlarmi del tuo presente…cosa provi in questo momento.
A:In questo momento mi sento molto a mio agio con te,sei stata cosi
premurosa nei miei confronti, e poi non so come ma… mi ispiri
familiarità.
X:Se ti dico che anch’io ho provato lo stesso non appena ti
ho vista mi credi?
A:Certo perché non dovrei?Sai è strano,ma è come
se io non fossi finita qui per caso,come se avessi deciso io di venire…ma
perché avrei dovuto farlo se non vi conoscevo?
X:Io..io questo non lo so,però adesso sei qui al sicuro e sono
felice di averti potuta incontrare…
A:Sei fortunata ad avere una stanza cosi carina tutta per te!
X:Fortunata?Beh si effettivamente lo sono…
A:I tuoi occhi mi sembrano tristi,c’è una grande sofferenza
dentro te,non è vero?
Xena
rimase perplessa da quell’affermazione.come aveva potuto una
misteriosa ragazza che conosceva si e no da due ore scrutarla cosi
nel profondo?
X:E
tu come fai a saperlo?
A:Non lo so io lo avverto,e come se qualcosa ti avesse rubato la gioia
di vivere e tu hai perso il cammino per ritrovarla. Scusami.Forse
sono stata troppo invadente,magari ho detto un mucchio di sciocchezze
X:No…no non è affatto cosi!Tu hai capito tutto invece!sono
mesi che non sorrido più.
A:Perché?
X:Non lo so…tutti continuano a ripetermi che non ho motivo di
stare in questo stato ed effettivamente hanno ragione.Voglio dire…oggettivamente
non vi è nulla nella mia vita che non va:ho una sorella ed
un fratello che mi adorano,un buon lavoro,una bella casa,ho ottenuto
l’indipendenza che sognavo però…non lo so cos’è
che mi far star male.Non vorrei sembrarti una stupida viziata,che
ha tutto e vuole ancora di più.
A:Non mi sembri affatto una stupida viziata. Ascolta,si è vero
non si ci deprime senza una giusta causa,ma il fatto che tu non riesca
a capire quale essa sia non vuol dire che non esista.
X:Forse un giorno capirò.Che ne dici di andare a dormire?
A:Ok.buona
notte allora e grazie ancora!
Xena
spense l’abat jour sul comodino,io mi sdraiai sul letto rilassando
tutti i miei muscoli,dopo cinque minuti ero già tra le braccia
di Morfeo.
Xena si sdraiò nel suo letto con molta calma per non fare rumore,non
voleva svegliarmi.Dopo essersi sdraiata volse uno sguardo al mio volto
addormentato.
X:Come
sei bella!Lo sai che sei proprio un mistero?Ma da dove vieni?Dov’eri
diretta?Chi sei?Ma soprattutto che cosa hai fatto al mio cuore?
La porta della stanza di Xena si apri facendo entrare uno spiraglio
di luce proveniente dal corridoio.Xena ancora sveglia si porto una
mano agli occhi disturbata dalla luce,poi si accorse che sua sorella
stava entrando. Megan richiuse la porta alle sue spalle e si diresse
verso il letto di Xena in punta di piedi,non voleva fare rumore.
M:Tutto
bene?si è addormentata vedo.
X:Si per fortuna,credo sia molto stanca.E’ bella vero?
M:Ti piace?
X:Si è una bella ragazza.
M:Ha telefonato la mamma poco fa.
X:Ah si?allora si ricorda di avere tre figli!
M:Veramente ha chiamato perché voleva un indirizzo è-mail
X:Non mi sorprende. D’altronde di noi non le è mai importato
nulla!
M:Prima credevo che fosse solo nostro padre l’insensibile:quello
a cui non importava niente del nostro disagio ogni qual volta dovevamo
trasferirci,ora invece mi rendo conto che sono uguali.
X:Fa male lo so,ma adesso è acqua passata.Siamo stati in grado
di crearci una vita nostra,non abbiamo più bisogno di loro.
M:Infatti.Ok adesso dormi che è tardi.Domani voglio vederti
sorridere!
Megan diede a Xena un bacio sulla guancia e poi si diresse verso la
porta.
X:Notte sorellina!
M:Buona notte a te!
Il mattino arrivò velocemente,portando con se un vento freddo.
Clarck scese in soggiorno e preparò la colazione,erano già
le otto in punto.
C:Megan?Farai
tardi di nuovo!
M:Arrivo!
Megan
scese velocemente le scale,era già pronta per andare al lavoro.Con
un gesto veloce si raccolse i capelli alla nuca e poi diede il buongiorno
al fratello.
C:Sei
bellissima sta mattina!
M:No,sono solo in ritardo.
La
voce di Megan mi svegliò e così mi diressi anch’io
al piano di sotto. Com’era bella quella casa!La sera precedente
ero talmente confusa da non rendermene conto.Mentre scendevo le scale
che portavano in soggiorno sentivo la moquette soffice accarezzare
i miei piedi e poi un profumino invitante provenire dalla cucina.
A:Posso?
C:Certo vieni pure,stavo preparando la colazione.
M:Ciao, dormito bene?
A:Si,adesso mi sento molto meglio rispetto a ieri sera.
C:Xena?
A:Passi tutta la mattina a chiamarle?
C:Si,se non fosse per me farebbero sempre tardi.
M:Come no!Quando imparerai che le migliori donne si fanno attendere?
C:Appunto,le migliori donne,non tu.
M:Antipatico!
X:Uno a zero per Clarck
Xena
si era svegliata e ci aveva raggiunti in cucina.Non appena la vidi
provai nuovamente quella strana morsa allo stomaco,che aumentò
quando mi si avvicinò chiedendomi con molta dolcezza se avevo
riposato bene.
Clarck
sfornò i cornetti caldi servendoli, a quel punto ci sedemmo
tutti a far colazione.
M:Io oggi esco un ora prima dal lavoro,Xena forse ne possiamo approfittare
per andare al centro commerciale,sei libera oggi giusto?
X:Si sono libera,vengo a prenderti io.
A:Forse qualcuno da qualche parte mi starà cercando.
X:Si è probabile.
A:E adesso cosa devo fare?dove devo andare?
X:Da nessuna parte.Questo deve essere l’ultimo dei tuoi problemi,puoi
restare a tempo indeterminato.
1.3
Ricordi confusi
Ci
trovavamo al centro commerciale Galaxy future passeggiando indisturbate
nel reparto abbigliamento.Mi guardavo incessantemente intorno,cercando
faticosamente di trovare:un volto,un luogo,qualcosa insomma che mi
aiutasse a ricordare chi ero,ma..niente niente da fare.Non era una
situazione piacevole e di tanto in tanto guardavo Xena: non so come
ma il suo volto credevo di conoscerlo da sempre.
Un uomo tarchiato con una giacca in pelle marrone un po’ usurata,
sembrava seguirci da qualche minuto.Il suo aspetto non era molto rassicurante,aveva
l’aria di un serial killer.Prima si era limitato a venirci dietro
senza dare troppo nell’occhio mimetizzandosi tra la folla,adesso
preso quasi da una furia impetuosa mi si parò davanti bloccandomi
il passaggio.Alla vista di quell’uomo un flascback mi travolse:ero
in un luogo buio e pioveva,io bagnata sotto la pioggia tenevo un oggetto
in mano. La voce rauca di quell’uomo mi distolse dal mio ricordo
e mi riportò alla realtà.
U:Ma dove ti eri cacciata Esperia?
A:Chi sei?
U:Piantala di fare la stupida ora! Verrai punita per quello che hai
fatto!
A:Io non mi chiamo Esperia e non ho idea di cosa stai parlando.
U:Ah no?adesso ti aiuto io a rinfrescarti la memoria!E ringrazia il
celo che non stai già marcendo in prigione!
A:In prigione?perché dovrei andare in prigione?
U:Senti carina adesso mi hai proprio stufato!Nessuno di noi due dirà
alla polizia quello che è successo,ma ti rammento che siamo
nella merda fino al collo,e se io finirò all’inferno
tu mi seguirai.Sono stato abbastanza chiaro?Adesso aiutami ad occultare
la misfatta!
A:Te lo ripeto per l’ultima volta:io non so chi sei,non so che
vuoi e non ho intenzione di aiutarti, a fare cosa poi non lo so!
U:Adesso hai oltrepassato ogni limite!
Quell’uomo
mi prese con forza per un braccio ed iniziò a trascinarmi via.
A:noooo,lasciami!Lasciami
io non ti conosco.Non vengo con te!Hai capito lasciami!
Megan
e Xena gli si avventarono contro cercando in tutti i modi di fargli
mollare la presa ma quell’uomo sembrava avere molta forza e
non demordeva.Xena gli diede un calcio allo stomaco tanto forte da
farlo ripiegare in due,e fu allora che in fretta ci dileguammo.
Adesso eravamo a casa al sicuro.Ero molto confusa e stavo seduta nel
divano del soggiorno senza proferire parola.Xena percepiva il mio
disagio,e spinta dalla voglia di alleviare la mia sofferenza mi si
avvicinò dolcemente…
X:Ti
va di parlare un pò?
A:Certo,siediti.
X:Sei pensierosa per quello che è accaduto oggi al centro commerciale
vero?
A:Si,quell’uomo mi ha trasmesso una strana energia,non so..forse
lo conoscevo..io ho avuto una visone appena l’ ho visto.
X:Che visione?
A:Ero sotto la pioggia,era tutto buio attorno a me,e io tenevo qualcosa
tra le mani,ma non so cosa.
X:Quando sei arrivata qui era buio e…
A:Pioveva!
X: Forse inizi a ricordare.
A:A questo punto non so che cosa è meglio.
X:Non vuoi ricordare?
A:Vedi…ha detto che dovevo marcire in prigione,che dovevamo
occultare qualcosa,e se io avessi…
X:Ehi…non devi saltare a conclusioni cosi drastiche solo perché
un pazzo pervertito si è messo a delirare.
A:E se non stesse delirando?
X:Va bene:ammesso il fatto che ciò che dice sia vero,tieni
ben presente che alle sue parole ci possono essere un miliardo di
interpretazioni.
A:Si hai ragione,mi sento compresa da te.Come fai a capirmi cosi bene?
X:Se non sbaglio poco fa hai parlato di energia:hai detto che quell’uomo
ti emanava un energia negativa.
A:Si è cosi.
X:Tu invece mi emani un energia positiva.
A:Allora l’avverti anche tu!Voglio dire è una cosa reciproca!
Il
feeling tra noi due stava crescendo,i nostri sguardi si incrociarono
e per un interminabile istante provammo un brivido inconfondibile.La
situazione avrebbe assunto sviluppi imprevisti se la suoneria del
cellulare non ci avrebbe distolte.
X:Scusami
credo sia per me.
A:Tranquilla rispondi.
Xena
prese il cellulare poggiato sul tavolino antistante e rispose,era
la madre.Nel sentire la sua voce Xena assunse un atteggiamento freddo
e distaccato,ma io sapevo-anche se non so come- che dentro lei c’era
una gran sofferenza e che tanta freddezza fosse solo un meccanismo
di difesa.
La madre di Xena è sempre stata una donna ambiziosa,competitiva
e molto determinata a raggiungere i suoi obbiettivi.
Nonostante un simile profilo psicologico possa farla apparire come
una donna forte e impavida,essa ne è tutto l’opposto.Continuamente
tormentata dai suoi demoni: i complessi di inferiorità,la paura
del giudizio altrui,l’ossessione di essere una perdente.La sua
vita è stata sempre vissuta come una strenua competitività
con se stessa,talmente spasmodica da non concedere alcuno spazio alle
esigenze dei suoi tre figli.
Xena terminò la conversazione con un aria affranta
A:Tutto bene?
X:Si,ormai sono abituata al suo caratteraccio!
A:Non vai molto d’accordo con tua madre vero?
X:No.Non ti voglio affatto apparire come una che fa la vittima…voglio
dire: a me non importa di chi sia la colpa,vorrei soltanto poter vedere
in lei un punto di riferimento.Avrei solo voluto che fosse stata più
presente nella mia vita.Pensa che ai miei 18 anni non c’era
A:Perché?
X:Riunione di lavoro!sempre e solo riunioni!Ne aveva una quando mi
sono diplomata,quando ho vinto la gara di danza,quando mi hanno eletta
miss autunno a scuola.
A:Sono momenti importanti me ne rendo conto. E’ cosi anche con
i tuoi fratelli o è un problema che ha avuto solo con te?
X:No lei è cosi con il mondo intero!Pensa soltanto a se stessa.
A:Capisco
X:Comunque lasciando perdere questi discorsi,che ne dici se mandiamo
a quel paese il mondo intero ed usciamo sta sera?
A:Si perché no
X:Ti piace ballare?
A:Molto.Avresti qualcosa di adatto da prestarmi?
X:Certo!Tutto quello che vuoi.Vieni andiamo in camera mia.