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UN ATTESO RITORNO

di Ranma

(terza parte)

CAPITOLO 5

Olimpia e Evi proseguivano il loro cammino verso la Valle dei Re. Il calore del deserto cominciava a farsi sempre più insopportabile , ma le due donne avevano per fortuna preso l’occorrente per qualsiasi evenienza.
Finalmente all’orizzonte apparve un edificio imponente e maestoso: la Valle dei Re.
Olimpia e Evi avanzarono ancora per qualche miglio fino a che non arrivarono davanti a quella meraviglia del mondo.
Le due si misero ad ammirare quell’edificio , costruito interamente in pietra : statue gigantesche, mura, tutto faceva pensare ad un’unica cosa : uomini o divinità avevano fatto ciò?
Le due ragazze avanzarono lentamente, mentre le guardie semplicemente le osservavano.
Erano ormai giunte al palazzo : “E’meraviglioso qui. Chissà quanto temo ci sarà voluto per costruire tutto questo.”Disse Olimpia.
“Sono stati usati degli schiavi per questo Olimpia. Anche se tutto ciò sembra meraviglioso , è opera di avidità e brama di potere.”disse Evi, che cominciava a sentire un brivido nella schiena.
Avanzarono fino ad entrare all’interno dell’edificio. Un uomo con una lunga toga e un elmo con l’effige di un serpente andò loro incontro.
“Chi siete voi, oh fanciulle!” chiese con voce soave.
“Il mio nome è Olimpia sono un’amazzone greca, e lei è Evi, mia figlia” disse Olimpia.
Evi rimase sorpresa da quell’affermazione. Olimpia le fece segno di assecondarla.
“Siete le benvenute, straniere fanciulle. Il mio nome è Amotep e sono gran sacerdote di Osiris, dea dei morti. Cosa vi porta quaggiù da così lontano.!”
Chiese.
“Ho sentito che cercavate una guerriera!”Disse Olimpia.
“Oh si, cercavamo la Principessa Guerriera!” disse Amotep. “Ma ormai è tardi. Questo regno è finito e rimango solo io.”disse Amotep.
Olimpia fu molto sorpresa.
“ Voi non siete qui per quel motivo però, c’è qualcos’altro, qualcosa di molto più importante.” L’espressione del sacerdote cambiò.
“Si, è vero, spero che ci possa aiutare.”fece Olimpia.
“Potrei e non potrei farlo” disse lui.
“Non capisco, spiegati meglio”!fece Olimpia perplessa.
“Io so cosa cerchi Olimpia. Tu vuoi riportare in vita chi è già morto.” Ora la sua voce suonava come un oracolo.
“Tu come fai a saperlo?” chiese Olimpia.
“Sono un sacerdote, rappresento Osiris sulla terra, e sono in contatto con le anime dei morti.” Disse lui.
Evi tremava “ Olimpia, c’è qualcosa che non va qui dentro. Percepisco un’aura negativa!” le sussurrò.
Olimpia continuò a parlare con il sacerdote.
“Amotep, visto che lei sa tutto. C’è un modo per riportare in vita la mia amica Xena?” chiese
“Venite con me!”fu la sua risposta.
Le due lo seguirono. Egli le portò in una stanza buia, ma quando alzò il suo bastone, le candele attaccate ai muri si accesero.
L’atmosfera era da brivido e Evi continuava a tremare. Sentiva il male li dentro.
“Olimpia, sta attenta!” disse la ragazza.
“Non preoccuparti , Evi, è tutto apposto. La rassicurò il bardo.
“No, non lo è…”fece Evi guardandosi intorno.
“Allora, c’è un modo per riportare la mia amica Xena in vita o no?” insistette Olimpia.
La voce del sacerdote si fece sentire come un eco.
“Colei che vuoi far rivivere, non tornerà”disse.
“Spiegati meglio , per favore!”insistette Olimpia.
La voce di Amotep ritornò normale.
“Olimpia ascolta, l’anima di Xena è tormentata da un solo pensiero: te!”disse con calma.
Poi continuò: “Lei è legata a questo mondo perché continua ad essere preoccupata per te, e così non può andarsene in pace”.
Olimpia rabbrividì alle sue parole.
“Affinché la sua anima trovi finalmente la pace che merita, tu Olimpia devi dimenticarla e lasciarla andare.”
Olimpia si mise una mano sulle labbra cercando di trattenere le lacrime.
“Devo… dimenticarla?” disse poi con gli occhi lucidi.
“Si Olimpia, se veramente le vuoi bene devi lasciare andare il suo spirito, e puoi farle solo dimenticandola.”
Olimpia cadde sulle sue ginocchia e Evi le si avvicinò per cercare di confortarla. Sentiva che c’era qualcosa che non andava li dentro, ma non sapeva spiegarsi cos’era.
“Come puoi chiedere ad Olimpia di dimenticare mia madre!” disse alla fine Evi con rabbia.
“Tu Evi, non comprendi. Lei deve farlo. Se non lo farà tua madre sarà per sempre prigioniera di questo mondo e non potrà rinascere in una vita successiva!”disse il sacerdote.
“Dunque è così! Se è per il suo bene, io devo dimenticarla.Ma come posso?E come se dovessi dimenticare una parte di me! Come faccio?”
“Una volta tu andasti da Mnemonia, la sacerdotessa della memoria, per dimenticare ciò che era successo con tua figlia Speranza. Lei ti potrà aiutare a dimenticare Xena.” Si fermò un attimo, guardandola. Poi riprese
“Torna in Grecia, Olimpia. Dimentica Xena e rifatti una nuova vita. Solo così salverai la sua anima.” Dicendo così il sacerdote si allontanò.
Evi aiutò Olimpia a rialzarsi. Il suo viso era pallido e le gote bagnate di lacrime.
“Andiamocene Olimpia. Andiamo via da qui!”
Olimpia non riusciva a reggersi neanche in piedi, si sentiva ormai svuotata anche della sua stessa anima. Evi era li a sorreggerla.
Camminarono a stento fino all’uscita del palazzo, Aaron era li e corse loro incontro.
“Olimpia, Evi , state bene?” chiese il ragazzo.
“Io si, ma Olimpia sta male e devo portarla fuori di qui al più presto!”
Nell’uscire fuori dal palazzo infatti Olimpia perse i sensi e venne sorretta da Evi e Aaron, che la portarono in un luogo fuori dal palazzo.
Al sicuro e lontani da li Aaron chiese a Evi:
“Cosa succede ad Olimpia, perché si trova in questo stato.?”
“Nel palazzo abbiamo incontrato un sacerdote, dice di essere sacerdote dei morti. Lui ha detto ad Olimpia di dimenticare mia madre, ed è come se le avesse fatto una specie di sortilegio. Lei non ha retto tutto questo e si è sentita male.”spiegò Evi.
“Capisco! Evi vieni un attimo con me” disse Aaron. I due si allontanarono da Olimpia per un attimo.
“Cosa c’è Aaron? Tu non dovresti neanche essere qui!” fece Evi
“Devo rivelarti una cosa, ma promettimi che non dirai niente ad Olimpia per adesso!”
“Cosa?” chiese Evi
“Xena mi ha parlato!”
“Come? Ma non è possibile”!fece Evi.
“Invece si. Xena mi ha mandato qui a proteggere te e Olimpia”!disse Aaron
“Non posso credere che mia madre sia apparsa a te.” Fece Evi confusa
“Credici invece, è stata con me per tutto il tempo,è stata lei a mandarmi qui!”
“E adesso dov’è?” chiese Evi
“E’ qui intorno. Ascolta Evi. Io e Xena andremo da quel sacerdote per scoprire cosa c’è dietro a tutto questo. Tu stai con Olimpia e prenditi cura di lei. Tornerò presto.”
“Non puoi andare, Aaron. Ho avvertito una forza negativa là dentro. E’ pericoloso!” lo avvertì Evi.
“Non preoccuparti, Xena è con me. Ci vediamo!” detto questo il ragazzo corse via, e Evi lo guardò stupita.
“Aaron!” lo chiamò Xena, quando questi era quasi vicino al palazzo.
“Si, Xena dimmi.” Rispose lui.
“ Lascia che io prenda controllo del tuo corpo, lascia fare a me”! disse la guerriera.
“Va bene!” disse Amon.
Xena entrò in lui, poi avanzò verso il palazzo. Le guardie si comportarono diversamente da come avevano fatto con Olimpia e Evi e attaccarono. Xena/Aaron , che aveva preso il chackram da Olimpia prima di andarsene, lo lanciò verso le guardie tagliando la punta delle lance.”lalalallalallalalala,sssshiiia!” urlo’. Poi con un balzo e una capriola arrivo di fronte a loro
e cominciò a combattere con le guardie fino a che tutte non erano stese per terra prive di sensi.
Intanto nel palazzo una voce parlava al sacerdote “Ben fatto, Amotep. La prima parte del mio piano ha funzionato. Adesso passiamo alla seconda parte. Sento la presenza di Xena in questo palazzo, proprio quello che volevo. Prepariamoci a darle il benvenuto.”

CAPITOLO 6

Xena, ancora nel corpo di Aaron, avanzò nel palazzo, continuando a camminare in stato d’allerta.
Finalmente trovò la stanza del sacerdote, ma non c’era Amotep ad attenderla.
“Benvenuta Xena” ! fece una voce a lei molto familiare.
“Antinea!” esclamò la guerriera.
“Si , sono io. Brava Xena, come vedo ti sei fatta furba! Ti sei scelta proprio un bel corpo, ma temo che non ti servirà a molto dolcezza!” disse la megera.
“Zitta , maledetta! Piuttosto dimmi cos’hai fatto ad Olimpia. A causa tua lei adesso sta male!” disse Xena con rabbia.
“Ah! La tua dolce poetessa… Poverina!lei ti dimenticherà presto, Xena, lo farà per il tuo bene, per lasciarti andare in pace nell’altro mondo!” disse Antinea in tono sarcastico.
“Tu l’hai convinta con l’inganno a dimenticarmi! Perché! Rispondi!” urlò Xena
“Perché ti volevo solo per me Xena.Voglio la tua anima e quella sciocca poetessa è un ostacolo per i miei piani. Così me la sono tolta dai piedi!”
Lo sguardo di Aaron si fece carico di odio.
“Cosa vuoi farci con la mia anima Antinea?!” fece Xena
“Semplice, unendo il mio spirito al tuo diventerei una forza invincibile nella mia prossima vita.”Spiegò la strega.
“Non ti permetterò di farlo, prima dovrai sconfiggermi.”disse la guerriera con rabbia.
“Certamente Xena, ma non succederà qui. Il nostro combattimento avrà luogo nel regno delle ombre delle amazzoni, come ai vecchi tempi.” Disse Antinea.
“Come vuoi!Qui o li non fa differenza per me!”rispose Xena.
“Si. Però non hai bisogno di un corpo per venire fin laggiù, quindi esci pure di li e seguimi” disse Anitinea.
“Ok. Promettimi però che non gli farai del male e che lo lascerai andare.!” Disse Xena.
“D’accordo Xena. Non torcerò un capello al tuo amico. Adesso sbrigati però, sono impaziente.!” Disse Antinea.
Xena uscì dal corpo di Aaron, che cadde a terra. Lei si voltò verso di lui, andandogli vicino, e gli sussurrò:
“Va via di qui Aaron!”
“Xena, ma tu sei in pericolo!” fece il ragazzo
“Non preoccuparti per me.Io sono già morta, ma tu devi salvarti.”
“Ok, Xena.” Aaron si alzò e Xena gli parlò ancora una volta.
“Aaron, promettimi che se non dovessi più tornare indietro, tu starai vicino ad Olimpia e la proteggerai. Ho fiducia in te!”
“Te lo prometto” fece lui
“Adesso va, corri e non fermarti, va!”
Il ragazzo corse fuori andando verso la direzione in cui si trovavano Olimpia e Evi.
“Bene Antinea! Andiamo, sono pronta!” Fece poi Xena con tono di sfida.
“Perfetto, stavo cominciando a perdere la pazienza!” rispose la sciamana.
Xena e Antinea sparirono da quel luogo e raggiunsero il Regno delle Ombre Amazzone, chiamato anche Regno dei morti.
“Lo sai Xena che io sono padrona di questo luogo! Tu qui sei in mio potere e non potrai sfuggirmi!”
disse Antinea sorridendo.
“Lo vedremo!”fece Xena con una smorfia di disappunto.
Le due cominciarono un combattimento senza esclusione di colpi. Antinea usava il potere della sua mente per colpire Xena, facendole rivivere momenti della sua vita passata.
Guardandola solo negli occhi Xena cominciò a rivivere il momento in cui veniva colpita dalle frecce, mentre combatteva nella foresta di Higuchi contro i soldati giapponesi. Sentiva il dolore delle frecce che la colpivano, e le lame delle spade che la ferivano, e cadde per terra.
Cercò di alzarsi, ma Antinea le inflisse il colpo di grazia, facendole rivivere il momento in cui il generale samurai le tagliò la testa. Xena cadde per terra immobile e inerme davanti alla strega amazzone. Antinea riusciva a leggere il terrore nei suoi occhi.
Le si avvicinò e le mise le mani attorno alla gola “Cosa si prova Xena a rivivere la propria morte, eh? Non deve essere un’esperienza piacevole perdere la testa. Lasciati andare e unisciti al mio spirito, insieme torneremo invincibili come un tempo.”
Xena la guardò negli occhi, stavolta senza paura. Nella mente le risuonavano le parole di Lao Ma
“Conquistare gli altri è avere il potere, conquistare se stessi è conoscere la via.” E ancora le parole di Belur : “L’amore è la via”
“Ma certo, l’amore! Olimpia, Evi siete voi la mia forza, la mia speranza, siete voi che amo più di ogni altra cosa al mondo” mentre pensava intensamente a loro una forza scaturì fuori da lei, scagliando Antinea verso una roccia.
Antinea si alzò. “questo potere!E’ eccezionale, lo hai appreso in Oriente vero?”
“Si, è il potere dell’amore che ho appreso da Lao Ma in Cina, un potere che proviene dalla comprensione di se stessi, un potere che non viene dall’odio e che quindi tu non capiresti mai.”
“Xena, tu sei mia, unisciti di nuovo a me. Insieme eravamo invincibili un tempo, e volevamo conquistare il mondo, ma poi è arrivata quella maledetta poetessa e ha rovinato tutto.”
“Lei è il bene Antinea, tu sei il male. Ti cibi dell’odio e della paura altrui, e hai convinto Olimpia a dimenticarmi. Ma ricordati che fino a che l’amore che ci unisce vivrà tu non potrai fare nulla.
Fatti da parte, Antinea. E lascia in pace me e la mia famiglia.”
“Xena, se è così che la pensi non ti rimane che scegliere: o me o io ucciderò la tua amica.”
“Non mi rimane che distruggerti, allora.”disse Xena .
Antinea cercò di usare ancora i poteri della mente su di lei, ma Xena concentrando tutta la forza che c’era in lei respinse quell’attacco.
La sciamana le volò incontro e cominciò a colpirla, ma Xena concentrò ancora una volta la forza dell’amore che c’era in lei, con la mente creò una sfera di fuoco che lanciò verso Antinea disintegrandola.
L’incubo era finalmente finito e Xena ora più che mai aveva deciso di tornare per Olimpia e per Evi, sapeva che avevano ancora bisogno di lei.





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