Donne
guerriere in compagnia di Lucy Lawless Quinta puntata: Boadicea Al tempo degli dei dell'Olimpo, dei signori della guerra e dei re ecco Boadicea, l'unica delle cinque Warrior Women ad essere anche apparsa nel telefilm Xena. In realtà, il vero nome di questa guerriera è Boudica, che nel linguaggio bretone significava Vittoria; il nome Boadicea, infatti, è dovuto ad un errore di trascrizione da parte di un monaco amanuense. Mentre nei precedenti episodi su Giovanna D'Arco e Grace gli inglesi rivestivano il ruolo dei cattivi, stavolta la situazione è invertita e assistiamo allo scontro tra le tribù bretoni e gli invasori romani. L'abbigliamento di Lucy in questa puntata è piuttosto diverso dalle precedenti: invece della solita camicetta blu, la vediamo indossare un lungo cappotto di pelle in stile Matrix e dare inizio alla narrazione tra i megaliti di Stonehenge. Prima dell'invasione romana la Gran Bretagna era popolata da diverse tribù di origine celtica che però, grazie all'operato dei druidi, erano tenute unite dalle stesse credenze e dagli stessi culti. Boudica era la moglie del re della tribù degli Iceni, Prasutago, il quale era riuscito a stringere dei patti commerciali con i romani. Questi accordi avevano portato un po'di pace alla tribù di Prasutago, pace che però terminò alla morte di questo, avvenuta nel 60 d.C. Già nel 45 d.C. infatti, l'imperatore Claudio, per accrescere la sua popolarità, decise di tentare un'impresa nella quale anche Cesare aveva fallito: l'invasione della Gran Bretagna. Claudio sbarcò sull'isola con un ingente numero di navi e con un esercito che, a differenza dei britanni, era equipaggiato alla perfezione. In più, Claudio comandava le truppe in sella ad un elefante, un animale del tutto sconosciuto agli abitanti locali e che incuteva loro una grande paura. Governatore dell'isola fu nominato Svetonio Polino, un individuo brutale che aveva già dato sfoggio della sua crudeltà. In breve tempo i romani fecero strage dei loro nemici e gran parte della Gran Bretagna cadde sotto il dominio di Roma. Le cose peggiorarono quando, morto Claudio, salì al trono Nerone: questo infatti più che gloria voleva ricchezza. In precedenza, quando Prasutago aveva stipulato l'accordo con i romani, questi gli avevano concesso dei finanziamenti che ora Nerone rivoleva indietro. Inoltre, adesso la regina degli Iceni era divenuta Boudica e, per una società maschilista come quella romana, questo era un fatto inconcepibile. Tutti i territori degli Iceni, quindi, dovevano passare sotto lo stendardo romano. L'invasione fu tremenda: i romani, infatti, non si limitarono a fustigare pubblicamente Boudica ma abusarono anche delle sue figlie. Fu questo il movente che fece scoppiare nella regina bretone un feroce odio nei confronti dei romani ed un irrefrenabile desiderio di vendetta. Boudica si alleò con diverse altre tribù e, radunato un esercito di circa 10.000 uomini, marciò verso Colchester, il quartier generale dei romani in Gran Bretagna. I ribelli colsero i romani di sorpresa e rasero al suolo la città, sterminandone gli abitanti con la stessa crudeltà dei romani. Dopo questa prima vittoria, Boudica decise di dirigersi verso Londra, ma la notizia arrivò anche alle orecchie di Svetonio che riuscì a precedere i ribelli. Boudica, nel frattempo era riuscita ad accrescere le sue fila e poteva ormai contare su più di 100.000 unità. Svetonio ritenne quella una battaglia persa sin dal principio e decise di sacrificare Londra nell'attesa di ricevere rinforzi. Anche a Londra e ai suoi abitanti toccò la stessa fine di Colchester. Boudica aveva udito che i cittadini dell'odierna St. Albans erano improvvisamente divenuti favorevoli all'occupazione romana, così decise che quella doveva essere la prossima città a cadere. Svetonio, però, si era ormai reso conto di quanto poteva essere pericolosa quella donna e radunò tutto il suo esercito nelle Midlands, un territorio a loro favorevole. Il rapporto di forza tra le due armate era schiacciante: 11.000 romani contro 100-200.000 bretoni. Molti di questi ultimi, addirittura, avevano portato le loro famiglie sul campo di battaglia per assistere alla loro vittoria, tuttavia le cose andarono diversamente. I romani, infatti, grazie alla loro capacità tattica ed organizzazione militare, riuscirono ad avere la meglio, trasformando quella battaglia in un'immensa ressa nella quale morirono schiacciati quasi tutti i bretoni insieme ai loro famigliari. In quella carneficina anche le due figlie di Boudica persero la vita, tuttavia questa si salvò. Sulla sua fine esistono differenti versioni: una sostiene che Boudica si rassegnò alla dominazione romana e morì in pace mentre un'altra vuole che si avvelenò alla fine della battaglia. L'unico fatto certo fu che, con la sconfitta di Boudica, tutta la Gran Bretagna era conquistata. E così si conclude la serie sulle Warrior Women. In questa puntata, con Boudica interpretata da Andrea Mason, si alternano scene di grande intensità, come quella del discorso dei due capi alle rispettive armate, a scene in cui la pochezza impera, come quelle di Boudica nel suo villaggio. In fondo, però, la crudezza delle immagini dei corpi dei caduti che ricoprono i campi di battaglia riesce tranquillamente ad esprimere quanto la guerra possa essere orribile. Come sempre Lucy ripercorre i luoghi solcati dalla protagonista, quindi prima la vediamo nel villaggio di Boudica, poi a Londra e, infine, sullo scenario dell'ultima battaglia contro i romani. Quasi all'inizio del documentario, la vediamo prendere a spadate un uomo che indossa un'armatura romana per dimostrare la qualità del loro equipaggiamento. Una scena davvero comica, invece, è quella in cui si fa dipingere di blu come i britanni. Quando chiede alla storica, che le sta dipingendo un piccolo simbolo sulla fonte, da quale sostanza fosse ricavato quel pigmento, questa le risponde che alcuni ingredienti sono costituiti da urina e sperma. L'espressione di Lucy è memorabile, eppure la vediamo subito dopo con la faccia completamente coperta da quella schifezza mah! In seguito, Lucy si fa ammirare mentre sfreccia su una biga trainata da due cavalli, simile a quella usata da Boudica e chiude quest' ultima puntata sotto la sua statua ricordando quanto sia assurdo che l'immagine di una donna che combattè per difendere la sua libertà dall'espansione imperialistica di Roma, sia stata in seguito usata come simbolo della potenza di un altro impero, quello britannico. Bene,
anche quest'ultimo episodio è terminato. Io saluto tutti voi
che avete letto questi riassunti e ringrazio Xandrella che li ha pubblicati
sul suo sito. L'appuntamento è, come sempre, alla prossima
se mai ci sarà.
|