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Gli Dei Nordici - Odino & Co.

A-L

MACHA (N2)
dea irlandese della fertilità.
MANNUS
denominazione del primo essere umano nella mitologia germanica Da Mannus sarebbero quindi derivate le tre leghe sacre germaniche, ossia gli Erminoni, gli Ingevoni e gli Istevoni.
MATRONE (N1-N2- C2)
Dee protettrici delle fattorie. Raffigurate sedute, avvolte in mantelli chiusi sul petto da una fibbia e con ampie cuffie. Venivano venerate in tutta la Renania dalla svizzera all'Olanda.
MEDB (N2)
Regina del Connachta (attuale Contea di Roscommon) donna di grandissima e rara bellezza, sposa di Ailill. Per prevalere al potere (Usò tutte le armi della sua femminilità) causò una terribile ed epica guerra, causa di infiniti lutti (vedi "La grande razzia" di Táin Bo Cuailnge). Era fama che Medb avesse una vescica straordinariamente grande (si metteva in relazione l'ampiezza di quello "spazio interno" con una grande potenza sessuale.
MIDHGARD
nella mitologia nordica il territorio abitato dagli uomini (la regione intermedia tra cielo e regioni sotterranee), spesso attaccata dai giganti, ma sotto la protezione di divinità come Thor.
MIMER (N1)
Dea della sapienza e padrona del pozzo della saggezza. Quando i Wani tagliarono a Mimer la testa, Odino la imbalsamò e con magie la tenne viva per interrogarla e conoscere cose segrete.
MOKOŠ' (N3)
Unica dea femmina nel pantheon Slavo. Il nome deriva da Moksa chein sanscrito significa redenzione. Divinità rappresentante la figura della madre umida terra, molto richiamata nelle Byline. Produceva il bene per i contadini e elargiva la fresca rugiada, che tanto bene apporta all'agricoltura. Madrina della filatura.
MOGON (N2)
Dio celtico simile ad Apollo.
MORRIGAN (N2)
nella mitologia celtica rappresentava la dea della guerra. Si presentava sotto l'aspetto di un volatile ai guerrieri destinati a morire in battaglia.
MUSPELLSHEIM
nella mitologia nordica è la regione meridionale del mondo da cui arrivavano calore e benessere in tutto il mondo. Dalle sue scintille ebbero poi origine il sole, la luna e le stelle. La leggenda narra che nel giorno del Ragnarok, cioè il giorno del "crepuscolo degli dei", giunse da tale regione il demone Surtr, che contribuì alla distruzione del mondo.
NANI (N1)
Metà uomini e metà dèi sono degli esseri caratterizzati da una notevole bruttezza, da forza e abilità. Lavorano solo di notte.
NANNA
nella mitologia nordica era la moglie del dio Balder. Rappresentata come una moglie devota, fu stroncata dal dolore dopo la morte del marito, e il suo corpo, secondo un'usanza che ritorna nelle saghe irlandesi, venne cremato accanto a quello del marito.
NECK,
nella mitologia germanica è lo spirito delle acque fluviali. Di aspetto semiferino e semiumano, la fantasia popolare lo identificò con il coccodrillo.
NERTHUS (N1)
Dea della fertilità e della pace. Nella mitologia germanica, dea della Terra, adorata ai tempi di Tacito lungo le coste del Baltico occidentale. Il suo tempio era un bosco sacro nell'interno di una piccola isola. Nei giorni a lei sacri, la sua effigie veniva trasportata su un carro attraverso il bosco. Alla fine del rito il carro veniva lavato in un laghetto, nel quale erano poi annegati gli schiavi a lei consacrati.
NETTARE DEI POETI (N1)
Bevanda prodotta dai nani Fialar e Galar col sangue di Quaser, gelosamente custodita da Suttung e dalla figlia Gunlode.
NIFLHEIM (N1)
località della mitologia nordica, posta all'estremo lembo settentrionale del mondo, definito come paese delle nebbie e dei ghiacci. Nel suo centro vi era Hvelgelmir, una fonte dalla quale scaturivano dodici fiumi. Era il regno dei defunti
NIORD (N1)
Dio dei venti e della navigazione.
NOREIA (C2-N2)
Dea protettrice della colonia romana di Norico (grosso modo l'Austria attuale).
NORNE (N1)
Erano le Parche germaniche, anch'esse tre ed erano: Urd il passato, Werdandi il presente Skuld il futuro. Abitavano sotto il frassino universale ed attingevano sapienza dal pozzo Urdar.
OBERON,
nella mitologia scandinava, re degli Elfi e delle Fate, sposo della fata Mab. Mago sapiente e potentissimo, che nella saga tedesca dei Nibelunghi diventa il nano Alberico. Entrato nella letteratura anglosassone, Chauser, Spenser e Shakespeare ne fecero un personaggio soprannaturale, sposo di Titania. In particolare, nella commedia shakespeariana "Sogno di una notte di mezza estate" è il re delle fate.
ODINO (N1)
Re degli Asi e sposo di Frigga con la quale generò: Balder, Braga, Hoder, Hermodr, Thor e Tyr. Dal rapporto extra coniugale con la dea Rinda, ebbe i figli: Wali, Skade e Gridur. Odino da due tronchi di albero creò la prima coppia umana Ask e Embla. Egli regolava il destino degli uomini e degli dèi. Altri suoi nomi erano Wodan e Wotan. Nota. Per le divinità elencate vedi la voce ASI.
ONDINE (N1)
Figlie di Aegir e di Ran, nella mitologia germanica, ciascuna delle ninfe delle acque, bellissime, amanti della musica e della danza, e spesso partecipanti alle gesta o alle avventure degli eroi. Prive di anima immortale, possono conquistarsene una rubandola agli uomini che attirano per trascinarli poi sott'acqua nei loro fantastici palazzi di cristallo.
PERKUNO o PERKUNAS (N3)
È il Giove della mitologia slava, dio della folgore. Divenne il supremo dio identificato pertanto con il creatore degli uomini. Così come per Zeus e Giove gli è sacra la quercia. In primavera fertilizza i terreni. Antagonista alle forze del male.
PIKULLO (N3)
Per gli Slavi è il dio della distruzione.
PROVE (N3)
Era il dio Slavo della giustizia, al quale venivano fatti sacrifici umani, mettendo così in dubbio il suo senso della giustizia.
QUASER (N1)
Nella mitologia nordica era un'uomo dotato di grande sapienza superiore persino a quella di Mimir. Ucciso dai nani Fialar e Galar col suo sangue miscelato con del miele fecero il nettare dei poeti.
RADEGAST (N3)
Dio slavo della guerra, della forza e dell'onore. Figurato con due facce, una leonina e l'altra umana, reca nella mano sinistra una doppia scure. Era adorato dai Vindi e dai Sorbi.
RAGNAROKR (N1)
È il crepuscolo degli dèi.
RAN (N1)
gigantessa del mare che, nella mitologia nordica, si unì con Egir (o Aegir il Nettuno dei germani) e generò nove ondine. Un'altra versione la vuole figlia di Egir. Il suo compito consisteva nel raccogliere i corpi degli annegati con una rete, ma alcune leggende narrano che era proprio lei a scatenare tempeste e naufragi.
RATATOSKR (N1)
È il loquace scoiattolo del frassino Yggdrasil che pone discordia fra l'aquila e il serpente.
REGIN
personaggio della mitologia nordica del ciclo nibelungico. È il fabbro che educò il giovane Sigfrido e gli regalò la spada magica Gram.
ROSMERTA (N2)
Divinità celtica della ricchezza e dell'abbondanza aveva culto nell'attuale Belgio e Renania.
RUGIVIT (N3)
Dio che veniva invocato dai Vindi durante le guerre.
RUSSALKE (N3)
Ninfe delle acque nella credenza slava. Portano sventura a chi se ne innamora.
SCATHACH (N2)
Scáthach, maga guerriera, insegnò a Cù Chulainn la tecnica delle armi sia normali che speciali e trucchi che nessun'altro conosceva.
SIMDRGL' (N3)
Di derivazione iranica, era un uccello mezzo cane, abitava sull'albero della vita e spandeva un seme sotto forma di pioggia. Era chiamato anche Uccello radioso.
SIGFRIDO
Nella sua caverna, il nano Mime lavorava con crescente inquietudine. Era da poco riuscito a saldare i due tronconi della famosa spada Notung, appartenuta un tempo al padre dì Sìgfrido. Ma non dubitava che, al ritorno, Sigfrido l'avrebbe spezzata sull'incudine come aveva già fatto molte altre volte. Eppure, se voleva impossessarsi del magico anello dei Nibelunghi, quella spada era necessaria. Solo con essa il giovane Sigfrido avrebbe potuto uccidere Fafner, il drago che custodiva l'anello. Sigfrido apparve improvvisamente all'ingresso della caverna, trattenendo a guinzaglio un grosso orso. «Su, orso» l'incitò «azzanna questo furfante d'un nano, incapace di forgiare una spada adatta a me!» Il nano s'affrettò a mostrare la spada da poco saldata, ma Sigfrido la batte sull'incudine, spezzandola come un biscotto. «Che inutile aggeggio è questo?» gridò il giovane infuriato. Mime cercò di calmarlo, ma Sigfrido se ne andò più rabbioso che mai. Sigfrido era appena uscito, quando alla caverna giunse il dio Wotan, travestito da viandante. Il nano gli rivolse parole villane, ma Wotan non vi fece caso e gli disse: «La spada Notung potrà essere riparata solo da colui che non conosce la paura. Ma sarà questi stesso che ti taglierà la testa!» Quando Wotan si allontanò, Mime tremava tutto. Qualcuno senza paura l'avrebbe ucciso, ma chi poteva mai essere? Ed ecco arrivare Sigfrido, intenzionato a riparare da sé la spada. Il nano impallidì: che fosse lui quell'uomo? Doveva al più presto insegnargli ad avere paura. Ma per quanto il nano gli presentasse le immagini più terrificanti, Sigfrido non riusciva a capire: che cos'era mai questa cosa chiamata paura? E non capì neppure quando Mime gli parlò del terribile drago Fafner. Il giovane smise di ascoltare il nano e si dedicò alla spada. Lavorò di mantice e di incudine e, poco dopo, Notung era di nuovo splendente. Ora poteva affrontare il drago Fafner e, forse, apprendere qualcosa sulla paura. Davanti alla grotta del drago, il fratello di Mime, Alberico, camminava su e giu nervoso. L'anello dei Nibelunghi dava, a chi lo possedeva, il potere di dominare il mondo. E lui quell'anello lo voleva! A un tratto scorse Wotan uscire dal folto della foresta. «Non temere, Alberico» disse il dio «non cercherò di portar via l'anello. Devi invece diffidare di tuo fratello; egli sta giungendo con un giovane che vuol uccidere Fafner. Forse è meglio che fai un patto con il drago». Alberico chiamò Fafner ma il drago dormiva e non voleva essere disturbato. In quel mentre arrivò Mime con Sigfrido. Il nano aveva un piano: se il giovane avesse ucciso il drago, gli avrebbe dato una bevanda mortale e lui avrebbe preso l'anello. Quando si videro, Mime e Alberico si misero a litigare, ma Sigfrido diede fiato al suo corno e i due nani si nascosero nel bosco. Il drago uscì dalla grotta e avanzò verso il giovane, irritato per essere stato svegliato dal suo placido sonno. Subito però cambiò umore e si mise a ridere sguaiatamente. «Ah, ah! Ero uscito per bere, e mi trovo anche la colazione!» Sigfrido replicò: «L'idea di essere mangiato da te non mi persuade. Mi sembra invece più giusto che tu muoia!» Il drago prese a mugghiare e a sprizzar veleno dalle narici. Poi cercò di colpire Sigfrido con la possente coda, ma il giovane l'evitò con un balzo e, tratta la spada, gliela infisse nel petto. Colpito al cuore, Fafner stramazzò al suolo. Quando Sigfrido levò la spada dal corpo del drago, una goccia di sangue gli colò sul dito. Il giovane senti un gran bruciore e portò il dito alla bocca. In quello stesso istante si scopri capace di comprendere il linguaggio degli uccelli. Uno di loro gli stava dicendo: «Vai nella grotta e prendi l'anello dei Nibelunghi. Prendi anche l'elmo magico, che ti permetterà di assumere qualunque forma. Ma bada agli inganni di Mime!» Sigfrido entrò nella grotta e, quando ne uscì, vide il nano che gli porgeva una fiaschetta. Ma il sangue del drago ave dato a Sigfrido anche il poter di far dire alla gente la verità. Così Mime fu costretto a dire: «Bevi, dissetati, Sigfrido! Almeno morirai e potrò prenderti l'anello!» Udendo queste parole, Sigfrido impugnò la spada uccise il nano malvagio, mentre Alberico si dava alla fuga. Un uccellino disse a Sigfrido: «Sopra una rupe dorme Brunilde, la figlia di Wotan e la più bella tra le donne. Se riuscirai a svegliarla, ella sarà tua sposa! Seguimi, Sigfrido!» Strada facendo, l'uccellino raccontò che, in passato, Brunilde aveva aiutato il padre e la madre di Sigfrido a sfuggire all'ira di Wotan. Questi, infatti, non desiderava che si sposassero e voleva ucciderli. Per punire Brunilde che li aveva salvati, il dio aveva fatto cadere sulla figlia un sonno magico e l'aveva posta sopra una rupe circondata di fiamme. Quando Sigfrido raggiunse l'altura, scoprì che l'uccellino era fuggito. Di che cosa aveva avuto paura? Sigfrido prosegui da solo, finché scorse un viandante, che era Wotan travestito. Ma Sigfrido non poteva saperlo e gli si avvicinò per farsi consigliare sulla strada da percorrere. Wotan cominciò allora a prendersi gioco di lui: «Più furbo di te e stato l'uccellino! Ha ben compreso che qui ci sono io, signore dei corvi e custode della rupe!» Così dicendo, Wotan cercò di sbarrare la strada a Sigfrido con la sua lancia. Ma il giovane estrasse la spada e con un colpo netto gliela spezzò in due. A quella vista, Wotan comprese che Sigfrido era il giovane predestinato a risvegliare Brunilde. Allora raccolse i due pezzi della lancia e se ne andò. Sigfrido salì sulla rupe, soffiò nel suo corno e, d'un balzo, attraversò le fiamme. Come fu dall'altra parte, lo splendore del fuoco s'indebolì, fino a ridursi a una nuvola rosa. Vide allora un cavallo addormentato all'ombra di un abete e, poco distante, un cavaliere in armi che dormiva sotto il suo scudo. Sigfrido si avvicinò, levò lo scudo e sfilò l'elmo del cavaliere: gli apparve un volto di donna dalla chioma bionda e ricciuta. Il giovane senti il cuore balzargli in petto. Si chinò a baciarla e, all'istante, la donna aprì gli occhi e sorrise dicendo: «Salute a te, giovane eroe, che mi hai destata dal magico sonno. Qual è il tuo nome?» Sigfrido portò una mano sul cuore e rispose: «Io dico grazie al sole che t'illumina! E grazie al mondo in cui Brunilde vive! Sono Sigfrido, mia diletta, sono Sigfrido, tuo per sempre!» «Tua sarò io, in eterno ... » sussurrò Brunilde. E i due si avviarono mano nella mano, mentre il sole calava silenzioso dietro i monti.
Tratto da "Miti e leggende di tutti i tempi" editore HAPPY BOOKS
SIRONA (N2)
Dea celtica della salute il cui culto è legato a quello delle acque termali.
SKIDBLADNIR (N1)
nella mitologia nordica, naviglio costruito dai nani per il dio Freyr, che possiede la proprietà di avere sempre il vento a favore e di potersi ridurre ad un oggetto molto piccolo, capace di stare in una tasca.
SKINFAXI, (N1)
nella mitologia nordica, nome del cavallo che trascinava il carro del dio Dag.
SKIRNIR (N1)
nella mitologia nordica, servo fedele del dio Freyr. Secondo la leggenda fu incaricato dal suo padrone di conquistare l'amore di Gerd; Skirnir compì fedelmente la missione consentendo così le nozze fra i due amanti.
SLEIPNIR (N1)
nella mitologia nordica, il cavallo prediletto dal dio Odino; ha otto zampe e per questo è velocissimo, tanto da esser considerato il simbolo del vento.
SNOTRA (N1)
Dea della Sapienza e del buon Costume.
STRIBOG (N3)
Dio del Vento il suo soffio è emanazione dello spirito, è il dio che diffonde il suo simulacro veniva posto sulle rive dei fiumi per chiedere protezione per i viaggi e le rotte.
SUTTUNGR (N1)
Nipote di Gillingr. Ottenne dai Nani Fialarr e Galarr, come risarcimento per avere causato la morte dello zio il prezioso idromele che chi ne beveva diveniva poeta e uomo sapiente.
SVAIXTIX (N3)
Per gli slavi era il dio delle stelle, del sole e della luce.
SVANTEVIT (N3)
Dio dalle quattro teste, delle quali due rivolte in avanti e due rivolte indietro. Decideva le sorti delle guerre ed era il dio della fertilità.
SYGN (N1)
Dea della giustizia.
SYN (N1)
Dea della pace domestica.
TARANIS (N2)
Dio celtico della tempesta, in suo onore venivano fatti sacrifici con vittime umane. Era identificato con Giove.
TEUT (N1)
Dio ctonico dei Germani. Chiamato anche col nome di Tuisto, egli sarebbe nato dalla terra e avrebbe avuto per figlio Manno che sarebbe stato il capostipite del popolo germanico.
TEUTATES (N2)
Divinità celto-britannica al quale venivano fatti sacrifici umani.
THOR (N1)
o Tor o Donar, nella mitologia germanica, figlio primogenito di Odino (Wotan) e di Freya; è dio della forza e del tuono, guerriero formidabile, uccisore di mostri, ha per arma il martello Mjolnir, che gli ritorna in mano dopo essere stato lanciato ed è simbolo del fulmine. Gli è sacro il toro, simbolo della forza. IL MARTELLO DI THOR
Un giorno Loki, dio del fuoco e della distruzione, s'introdusse nella casa di Thor, dio del tuono. In quel momento Thor era assente e Loki, appena ne ebbe vista la moglie Sif addormentata, per puro divertimento le tagliò tutti i capelli. Proprio allora Thor rientrò a casa e, come vide sua moglie in quello stato, mandò un ruggito simile a un tuono e afferrò Loki per la gola. «Briccone!» esclamò. «Io ti faccio saltare tutti i denti!» Loki, visto come si stavano mettendo le cose, si affrettò a promettere che avrebbe rimediato al danno. Avrebbe fatto preparare dai suoi amici elfi una capigliatura tutta d'oro per Sif, con la proprietà magica che i capelli le sarebbero cresciuti in testa come veri. Poco tempo dopo, gli elfi consegnarono a Loki la capigliatura, con una lancia superbamente lavorata per il dio Odino e una bellissima barca per il dio Frey. La barca aveva la proprietà magica di navigare sempre con un vento favorevole e di poter essere ripiegata e messa in tasca. La lancia invece aveva il potere di non mancare mai il bersaglio. Loki stava per ritornare a casa, quando scorse i due fratelli nani, Brokk e Sindri, che stavano lavorando nella loro bottega. Come li vide, non seppe resistere alla tentazione di farsi vanto dei suoi tesori, così entrò nella bottega ed esclamò: «Ci scommetto la testa che voi due, nonostante tutta la vostra abilità, non potreste far di meglio!» Brokk e Sindri, vedendo messa in dubbio la loro fama di artigiani, se ne risentirono e accettarono la scommessa. Giudici sarebbero stati Odino Thor e Frey. Si misero al lavoro senza indugi. Sindri pose la pelle di un cinghiale nella fornace e raccomandò a Brokk di azionare il mantice senza mai smettere un momento. Loki era certo di vincere la scommessa, ma per essere ancor più sicuro, assunse l'aspetto di una mosca e andò a pungere il braccio di Brokk. Il nano però non si fece distrarre e continuò il suo lavoro fino alla fine. Quando Sindri levò la pelle dalla fornace, questa si era trasformata in un cinghiale vero, dal pelo tutto d'oro e rilucente come il sole. Sindri mise poi nella fornace un lingotto d'oro raccomandando ancora a Brokk di non smettere mai di soffiare con il mantice sulle braci. Loki, sempre sotto forma di mosca, si posò sul collo di Brokk e lo punse più forte che poteva. Il nano mosse appena la testa e non interruppe il lavoro. Poco dopo Sindri estraeva dalla fornace un meraviglioso anello che aveva la proprietà magica di produrre ogni nove notti otto anelli identici all'originale. La terza volta Sindri pose nella fornace un semplice pezzo di ferro, ripetendo al fratello la solita raccomandazione. Ma la mosca Loki, sempre piú nervosa, si posò su una palpebra di Brokk e la punse a sangue. Il nano lasciò cadere per un attimo il mantice e cacciò la mosca con la mano, poi riprese il lavoro. Quando Sindri s'accorse dell'accaduto, s'infuriò ed esclamò: «Il lavoro è rovinato!» infatti, quando dalla fornace estrasse un martello, il difetto era evidente: il manico era troppo corto. Loki e Brokk si recarono dai giudici con i loro doni. Loki consegno agli dèi la capigliatura, la barca e la lancia, il nano diede a Odino l'anello, a Frey il cinghiale e a Thor il martello. Sembrava un dono misero, ma il nano spiegò che il martello non avrebbe mai mancato il bersaglio e che poi sarebbe ritornato nelle mani del lanciatore; inoltre poteva diventare così piccolo da essere nascosto sotto la camicia. Gli dei sentenziarono che questo era il dono più bello di tutti e che quindi Brokk aveva vinto la scommessa. Il nano ora pretendeva la testa di Loki e voleva tagliargliela. Loki, vedendolo avanzare con una scure in mano, si diede alla fuga. Thor però lo raggiunse, lo prese per il colletto e lo riportò indietro. Fu in quel momento che nella mente di Loki balenò un'idea. «La testa è tua» disse al nano «ma il collo è mio! E io non ti permetto di ferirlo!» Poiché non era possibile staccare la testa di Loki senza tagliare il collo, Brokk dovette rinunciare all'impresa. Si accontentò soltanto di cucirgli la bocca, E gli dèi ne furono molto contenti: almeno per un po' di tempo quel birbante se ne sarebbe stato zitto! Tratto da "Miti e leggende di tutti i tempi" editore HAPPY BOOKS
TITÀNIA (N1)
nella mitologia nordica, regina delle fate e sposa di Oberon, genio dell'aria.
TRIGLAV (N3)
Dio slavo dalle tre teste significa "il Tricipite", con una domina la terra, con l'altra l'aria e con l'ultima l'acqua.
TYR (N1)
Figlio di Odino e di Frigga era dio della sapienza, della forza e della guerra, veniva identificato con Marte. Fu adorato dai Tencteri, dai Semnoni e dai Goti che pare gli sacrificassero i prigionieri, appendendo inoltre le armi prese al nemico ai rami del bosco a lui sacro. Nel VI secolo, presso gli Scandinavi, era ritenuto ancora il maggiore degli dei; poi, pian piano, perse la sua preminenza, così come l'aveva persa in Germania. Con il suo nome è stato formato il vocabolo martedì in tutte le lingue germaniche.
TUISTO (N1)
dio germanico, padre di Mannus, il quale a sua volta era considerato capostipite e padre delle famiglie germaniche. Sembra che si trattasse di una divinità androgina.
ULL (N1)
divinità della mitologia nordica che appartiene alla comunità degli Asi. Secondo la leggenda questa divinità custodiva i giuramenti solenni e garantiva l'osservanza delle norme nei duelli. Dal suo nome vennero tratti numerosi toponimi della lingua svedese e di quella norvegese.
ULLIKUMI (N2)
Gigante di pietra figlio di Kummarbi, per ordine del padre cercò di sterminare i settanta dèi del cielo, nessuno di questi gli seppe resistere ad eccezione di Ea che preso il coltello usato per separare il cielo dalla terra, tagliò al gigante le gambe e lo buttò in mare.
VE (N1)
nella mitologia nordica è il fratello del dio Odino che contribuì alla creazione del mondo.
VILI (N1)
personaggio della mitologia nordica, fratello del dio Odino, che uccise con i fratelli il gigante Ymir e che, durante una lunga assenza di Odino, possedette, col fratello Ve, sua cognata Frigga.
VODJANOJ (N3)
Divinità acquatica, figurata come vecchietto calvo e gonfio che vive sul fondo del lago oppure vicino a mulini e fiumi.
VOLOS (N3)
Dio della poesia e della musica, nipote di Nives. Divinità paragonabile al greco Apollo.
WALHALLA (N1)
Era il luogo dove tutti gli eroi morti in battaglia venivano radunati. Le Walchirie, dopo avere raccolto gli eroi caduti, li conducevano attraverso la selva d'oro Glasor, al cospetto degli Asi Hermod e Braga, e infine, dinanzi Odino che dava loro il benvenuto e li nominava Einherii. In questo luogo gli eroi trascorrevano il tempo allenandosi in tornei e cibandosi del cibo degli dèi.
WALI (N1)
Ase della vendetta cruenta, figlio di Odino e Rinda.
WALKYRIE (N1)
Erano le vergini divine che sceglievano gli eroi caduti in battaglia e li conducevano nel Walhalla, dove li servivano. Erano figurate come giovani donne di superba bellezza, provviste di corazza ed elmo.
YGGDRASIL (N1)
nella mitologia nordica è il frassino che circonda con le sue radici il mondo. Simbolo della natura che unisce terra, cielo e oltretomba.
YMIR (N1)
Nella mitologia nordica è il gigante primigenio dal quale è nato l'universo. Dal regno del fuoco Muspelheim, al regno di ghiaccio Nifleim, volarono delle scintille che sciolsero i ghiacci, facendo così emergere Ymir e la vacca Audhumbla. Dal braccio del gigante ebbe origine una coppia umana, dai suoi piedi si originò il gigante Thrudgelmer. Audhumbla leccando la roccia creò Buri che a sua volta generò il dio Bor che con la gigantessa Bestla generò: Odino, Wile e We. I figli di Bor uccisero il gigante Ymir, il sangue che fiottò dalle mortali ferite causò il diluvio dal quale si salvò solamente Bergelmer. Gli dèi col sangue di Ymir fecero l'oceano, con la carne la terra, con le ossa le montagne, coi denti i sassi, col cervello le nuvole, col cranio il cielo e con i vermi del cadavere i nani.
ZEMARGLA (N3)
Dio russo dell'inverno.
ZEVANA (N3)
dio slavo della caccia.
ZOSIM (N3)
Dio slavo delle api.





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